Comune di Anzola dell`Emilia

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Comune di Anzola dell`Emilia
COMUNE DI ANZOLA
Mercoledì, 13 aprile 2016
COMUNE DI ANZOLA
Mercoledì, 13 aprile 2016
Cronaca
13/04/2016 Corriere di Bologna Pagina 12
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Steven e Mark, ciak in città
13/04/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 12
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Un nuovo Rubbiani le muterà l'aspetto
13/04/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 13
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Poste, consegna a giorni alterni anche a San Giovanni
13/04/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 18
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Le foto di viaggi nel mondo
Politica locale
12/04/2016 larepubblica.it (Bologna)
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Anzola in rivolta sulla ztl. Il sindaco: "Se non vi piace, non la...
Sport
13/04/2016 Il Resto del Carlino Pagina 8
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Vecchi amici, nuovi successi «Abbiamo vinto con il gruppo»
13/04/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 8
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Salto in Eccellenza, Corticella alla finestra
Pubblica Amministrazione
13/04/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 6
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Via le Province e il Cnel, niente fondi ai gruppi regionali
13/04/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 13
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Meno limiti per gli «occhi» elettronici
13/04/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 14
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IL PARADOSSO DELLA PEC OBBLIGATORIA
13/04/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 16
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A Reggio Emilia Imu sui capannoni +38% in cinque anni
13/04/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 18
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Comuni, investimenti a rischio
13/04/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 38
GIANNI TROVATI
Debito di regioni ed enti
13/04/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 39
MARCO MOBILIGIOVANNI PARENTE
Fattura elettronica senza obbligo
13/04/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 40
GIANNI TROVATI
Pa digitale, primo stop dal Consiglio di Stato
13/04/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 41
MAURO PIZZIN
Premio dai Comuni per le attività sociali
13/04/2016 Italia Oggi Pagina 34
Agevolazioni Imu e Tasi, vale la data del...
13/04/2016 Italia Oggi Pagina 36
Le regioni chiudono i rubinetti
SERGIO TROVATO
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Corriere di Bologna
Cronaca
Il film sul caso di Edgardo Mortara Spielberg inizierà le riprese all' inizio del 2017 (top secret
sulle scene a Bologna) per raccontare la storia del piccolo ebreo rapito dallo Stato Pontificio nel
1858. Il premio Oscar Rylance vestirà i panni di papa Pio IX
Steven e Mark, ciak in città
Un americano a Bologna, Steven Spielberg.
Riprende improvvisamente quota, dopo un
silenzio durato un anno, il progetto
cinematografico del regista statunitense
incentrato sulla storia di un piccolo ebreo
bolognese, Edgardo Mortara, risalente alla
metà dell' 800, quando cioè la città era ancora
sotto lo Stato pontificio. Un fatto divenuto poi
un caso internazionale e che alla fine del 2017
finirà sul grande schermo.
Non si sa quante scene (e se) verranno girate
sotto le Due Torri, ma l' occasione è davvero
molto interessante. Intanto è già stato
annunciato l' attore che interpreterà Papa Pio
IX, l' inglese Rylance, mentre la sceneggiatura,
con tanto di adattamento rispetto al
libro/inchiesta di David Kertzer Prigioniero del
Papa (titolo originale Kidnapping of Edgardo
Mortar a) che ha ispirato Spielberg, sarà
firmata da Tony Kushner, già autore di Munich.
Storia vera, progetto vero che la Deadline ha
definito come «una saga oscura che contribuì
al crollo del potere della Chiesa in Italia».
La notizia, come detto, era già rimbalzata in
città un anno fa. Nell' estate scorsa infatti la
casa di produzione di Spielberg contattò il
presidente della Comunità ebraica bolognese,
l' architetto Daniele De Paz, proprio per
parlare di questa vicenda e per chiedere
sostegno anche logistico, indicazioni, informazioni sulla città e pure per trovare due bambini dell' età del
protagonista della vicenda, Edgardo, che parlassero fluentemente inglese. «I bambini, appartenenti alla
nostra comunità, sono stati a Roma e hanno partecipato al casting, ma subito dopo la Dreamworks ci
informò che i tempi del regista si erano allungati e che invece di iniziare le riprese nell' autunno del 2015
l' avrebbero fatto l' anno successivo», racconta De Paz.
«Bene, proprio stamattina (ieri ndr ), dopo un lungo silenzio, siamo stati ricontattati ufficiosamente e ci
hanno informati del fatto che il set partirà all' inizio del 2017 e la pellicola sarà in sala alla fine dello
stesso anno (Spielberg uscirà con altri due film: Il gigante gentile e il fantascientifico Ready Player One
ndr)». Una notizia, ripresa anche dai siti web specializzati. «E pensare che proprio la settimana scorsa
avevo parlato di questo film con l' autore del romanzo, Kerzter, che ha vissuto per un periodo in città,
ma anche lui non aveva saputo più niente», dice De Paz. Ieri la luce s' è riaccesa.
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Corriere di Bologna
Cronaca
Ancora non vi è certezza che si girino delle scene a Bologna, ma tutto fa pensare di sì. Non solo la
storia parte dalla nostra città, ma anche alcune leggi antisemite al centro della vicenda erano state
avallate anche da Papa Benedetto XIV, il bolognese Lambertini (morto un mese prima degli eventi).
Storia incredibile e poco conosciuta, anche dai bolognesi: il piccolo Edgardo Mortara fu strappato alla
famiglia la notte del 23 giugno 1858 dalle guardie pontificie di Pio IX e portato a Roma, in quanto
battezzato dalla badante cattolica, Anna Morisi contadina di San Giovanni in Persiceto, per farlo guarire
da una malattia e quindi «appartenente"»alla comunità cattolica e, per le leggi pontificie dell' epoca, non
poteva più essere cresciuto nella sua famiglia d' origine, appunto ebrea.
Edgardo che aveva undici mesi guarì, ma poi si ammalò il fratellino che la fantesca non volle battezzare
e questo morì, ed è a questo punto che la voce del battesimo (miracoloso) si sparse per la città. Di
seguito il rapimento, la custodia a Roma in una casa dei convertiti (finanziata con i soldi requisiti agli
ebrei).
Edgardo non solo non fu mai più restituito alla famiglia, ma si convertì alla fede cattolica e si fece pure
sacerdote.
Quando Roma fu liberata lui aveva 18 anni, suo padre che aveva seguito Garibaldi andò a
riprenderselo, ma lui (che pare avesse incontrato anche il fratello Roberto, entrato dalla breccia di Porta
Pia, in San Pietro e gli avesse gridato «Vade retro Satana») scappò dal convento accerchiato dalle
forze prefettizie vestito da civile e riparerà prima in Austria e poi a Poitiers a studiare teologia.
Nel 1891, alla morte della madre, ritornò in Italia e andò a predicare a Modena, città d' origine dei
Mortara, magnificando la fede cattolica. Adesso la cinepresa di Spielberg.
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Cronaca
Un nuovo Rubbiani le muterà l'aspetto
Un giorno, un nuovo Rubbiani, restituirà a
Bologna l'aspetto pre­meroliano. Paghiamo
oggi per incrostare e domani per disincrostare.
Si allargano i marciapiedi su cui l'assessore
Colombo sguinzaglia' i ciclisti. Ma si è
accertato che conoscano il Codice? A furia di
stringere le carreggiate, dovremo
p a r c h e g g i a r e l e a u t o a S a n Giovanni i n
Persiceto o a M o n z u n o , e c i r c o l a r e i n
dromedario Maurizio Dall'Oca
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Cronaca
IL CASO IL NUOVO SISTEMA DI DISTRIBUZIONE INTERESSA ANCHE CREVALCORE,
SANT' AGATA E SALA BOLOGNESE. GLI UTENTI TEMONO DISAGI
Poste, consegna a giorni alterni anche a San
Giovanni
di FRANCESCO PANDOLFI ­ SAN GIOVANNI
IN PERSICETO IL NUOVO PIANO di Poste
Italiane che prevede la consegna della posta a
giorni alterni, dopo San Lazzaro e Calderara,
arriva a San Giovanni in Persiceto, con
conseguenze anche per i comuni di
Crevalcore, Sant' Agata Bolognese e Sala
Bolognese, che fanno tutti parte dello stesso
centro di recapito. Il servizio, in realtà, è partito
già dal 4 aprile e prevede la consegna della
posta più precisamente il lunedì, mercoledì e
venerdì in una settimana e il martedì e giovedì
nella settimana successiva.
SI TRATTA, in buona sostanza, di una nuova
modalità di consegna che, come detto, Poste
Italiane ha già avviato dallo scorso febbraio nei
comuni di San Lazzaro e Calderara, per
allinearsi al nuovo piano di organizzazione
deliberato dall' Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni, creando subito malumori tra i
residenti e gli stessi sindacati di categoria, che
si sono detti pronti a organizzarsi per dar vita
a un maxi­sciopero in tutta la regione. Nei
comuni del Bolognese interessati dalla nuova
tipologia di consegna della posta, però, per ora non sembrano esserci giacenze o disagi, mentre in altre
province, come nella vicina Modena, si registrano anche nove quintali di posta in giacenza con relativi
disagi sia per gli operatori che, soprattutto, per gli utenti.
DA QUANTO si apprende, infatti, sembrerebbe che la sperimentazione preveda comunque la consegna
giornaliera delle raccomandate, di tutti i tipi di pacchi, dei quotidiani, dei settimanali e della posta
denominata J+1, che rientrano nella cosiddetta 'linea plus'. Lo stessa modalità di applicazione veloce
del sistema riguarda l' arrivo quotidiano della corrispondenza agli enti pubblici e alle grandi aziende:
servizio denominato 'linea mercato'. L' invio a giorni alterni, quindi, interesserebbe unicamente la posta
'massiva', come pubblicità e stampe.
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Cronaca
SAN GIOVANNI IN PERSICETO
Le foto di viaggi nel mondo
DOMANI alle 21 nella Sala Balducci della
Bocciofila Persicetana si terrà 'Abitare il
mondo: viaggio nell' evoluzione dello spazio
umano', quarto incontro del ciclo 'Viaggi nel
mondo', proiezioni fotografiche in dissolvenza,
sonorizzate e commentate, promosse dall'
associazione 'Bocciofila Persicetana Asd' e dal
circolo Arci 'Socrate Minezzi' col patrocinio del
Comune. La serata sarà a cura dei fotografi
Jago Corazza e Greta Ropa. Ingresso libero.
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12 aprile 2016
larepubblica.it (Bologna)
Politica locale
Anzola in rivolta sulla ztl. Il sindaco: "Se non vi
piace, non la faremo"
Almeno 250 persone alla prima assemblea, molti interventi negativi sulla chiusura
notturna del paese. Veronesi si difende: "Non è vero che è tutto deciso, sono qui per
ascoltare i cittadini". Dal pubblico accuse di "provvedimento pseudo­leghista"
ANZOLA DELL' EMILIA (BOLOGNA) ­ Alla fine
della serata, dopo un intervento assolutamente
favorevole, un paio di possibilisti e una ventina
di contrari e fortemente contrari, il sindaco di
Anzola dell' Emilia Giampiero Veronesi prima
di chiudere dopo tre ore di acceso (ma
corretto) dibattito ammette: "Rilevo che questa
sera è emersa una forte contrarietà alla ztl".
Alla prima assemblea pubblica sul progetto
della giunta di chiusura notturna del paese ai
non residenti per motivi "di viabilità e ordine
pubblico" hanno partecipato almeno 250
persone: la sala consiliare era strapiena, non
c' era nemmeno posto in piedi, e fuori, per
oltre tre ore, sono rimaste alcune decine di
persone, tanto che a un certo punto si è reso
necessario puntare un altoparlante.
Nonostante fosse lunedì e nonostante proprio
in quel momento giocasse il Bologna. Il
provvedimento in breve. La giunta Veronesi ha
ipotizzato una zona a traffico limitato con
controlli solo in ingresso dalle 22.30 alle 4.30
su 4km di via Emilia (dalla rotonda di Lavino al
ponte del Martignone): in quella fascia oraria
entreranno solo i residenti e gli ospiti
autorizzati (c' è tepo per segnalare le loro
targhe anche 48 ore dopo il passaggio sotto i
varchi ztl); gli altri dovranno aggirare il centro
del paese scegliendo strade alternative. Il piano è stato studiato dalla giunta di centrosinistra contro la
prostituzione su strada, estesa ed evidente ("Bologna ce le preme addosso, Modena anche: qualcosa
dobbiamo fare contro le lucciole", sbotta a fine serata serata Veronesi), una microcriminalità pari a
quella di altre realtà vicine ("Nei primi tre mesi del 2016 si sono contati 91 furti e 23 danneggiamenti,
nell' 85% dei casi nelle ore notturne") e un traffico dato in aumento per la prossima apertura del casello
autostradale della Valsamoggia e la produzione a ciclo continuo alla Philip Morris. Un progetto da
182mila euro, "senza costi di gestione", soldi accantonati grazie allo sblocco del patto di stabilità. "Pronti
a fermarci". "E' chiaro che questa sera è venuto soprattutto chi era arrabbiato", commenta a fine serata il
sindaco. Che aveva aperto l' incontro (il primo con il pubblico, ma segue quello con albergatori,
"favorevoli", e ristoratori, "per metà critici") con un lungo intervento in cui aveva cercato di smontare
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12 aprile 2016
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larepubblica.it (Bologna)
Politica locale
molte delle critiche piovute su Facebook, tanto sulla pagina del Comune che su quella della comunità
anzolese, una volta che il provvedimento è stato reso noto. "Nulla è già stato deciso, abbiamo un
preparere positivo del ministero dell' Interno ma abbiamo organizzato 15 incontri per parlare con tutti;
se alla fine vedrò che il progetto non piace, ci fermiamo. Ma i problemi resteranno". "Non lo accetto da
una giunta di sinistra". Dopo che con delle slide la giunta risponde punto per punto alle critiche ("alcune
mi hanno davvero fatto sorridere, come quella che gli immobili caleranno di valore con la ztl", dice
Veronesi) espresse soprattutto su Facebook, prendono la parola i cittadini. Ed è un coro di contrarietà
che forse stupisce la giunta, seppur preparata a qualche linea di dissenso. Il più applaudito dalla platea
è "un anzolese da 42 anni", Luigino F., ex tesserato Pd, che si rivolge proprio al sindaco: "Sono
favorevole al controllo delle telecamere in funzione 24 ore su 24 per rilevare auto rubate o non
assicurate. Sul resto non sono d' accordo: mi sembra di leggere dietro il tuo progetto che ad Anzola
sono tutti buoni e quelli di fuori tutti cattivi. Una giunta di sinistra non può discriminare le persone e
porre limiti alla libertà personale". Fra gli altri interviene anche don Stefano, sul costo dell' operazione:
"Consiglio di farci una pensata, investire quella cifra così quando si tagliano la scuola e i servizi
sociali...". Un altro cittadino, gestore di un distributore di benzina che teme di perdere incassi: "Anzola è
un paese già morto, così lo uccidiamo". "Non è vero che è un piano pseudo­leghista" . Fra i punti più
contestati dal pubblico i rischi per la privacy (i residenti dovranno comunicare al Comune le targhe degli
ospiti non residenti per evitare che vengano multati), per la libertà di circolazione e per la libertà di
impresa (potenziali danni economici per esercenti, con un minore afflusso di persone visto il divieto in
entrata dopo le 22.30), le frazioni sulla via Emilia, escuse dal provvedimento, che potrebbero diventare
lo sfogatoio dei problemi emersi. Rispondendo alle obiezioni sollevate, il vicesindaco Loris Marchesini
precisa: "Siamo qui per portare avanti delle proposte. Nessuna intenzione di dividere il mondo in buoni
e cattivi, e non è vero che lo facciamo per consenso elettorale. Non accetto che si dica che sono
proposte pseudo­leghiste", come emerso da alcuni interventi. "Ma il risultato è quello", grida una donna
dalla platea. Una sola mano alzata. L' ultimo a prendere la parola è il capo della Consulta di Anzola
capoluogo, una sorta di Consiglio comunale dei cittadini. "Ha un certo peso che almeno 200 persone
siano qui", sottolinea Andrea Monti. E dopo aver espresso le sue critiche nel merito del provvedimento,
chiude con un colpo di teatro: "Quanti sono d' accordo con il progetto così com' è?". Una mano alzata
quando in sala ci sono ancora quasi 200 persone. Una mossa fortemente contestata dal sindaco, che
alla fine chiude così: "Rilevo la contrarietà del pubblico alla Ztl, mentre c' è un consenso unanime sui
varchi di telecontrollo h24". Era solo la prima assemblea pubblica, ne seguiranno altre fino alla fine del
mese e si attende il parere definitivo del ministero dell' Interno. Ma dalla platea è arrivato un messaggio
chiaro.
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Il Resto del Carlino
Sport
SCALA REAL CASALECCHIO
Vecchi amici, nuovi successi «Abbiamo vinto con il
gruppo»
Rimpatriata Cinque anni dopo, il blocco del Van Goof si è ritrovato per sognare
Marco Salicini Casalecchio MISSIONE
compiuta a Casalecchio. Nel Girone A di
Terza Categoria, conosciuto comunemente
come "girone della montagna", il Real
Casalecchio la spunta all' ultima giornata dopo
una lotta incandescente, in quello che è stato
indubbiamente il campionato più aperto e
c o m b a t t u t o d i t u t t o i l calcio dilettantistico
bolognese.
DOPO ANNI e anni di settore giovanile, a
Settembre la dirigenza biancoblù era ripartita
con l' intento di far bene anche con la prima
squadra; l' idea è stata quella di ricreare quel
gruppo di amici unito e coeso che componeva
in parte la rosa del Van Goof fino al 2011.
Qualche anno è passato, ma il blocco di quei
giocatori era comunque una garanzia. Carroli,
i Riccioni, Guerra, Bignardi, Stipcevich: alcuni
avevano appeso le scarpette al chiodo mentre
altri sono scesi di categoria, come il portiere
Luca Menarini che dopo anni da protagonista
tra Promozione e Prima, a Gennaio ha deciso
di ripartire con coraggio dalla Terza categoria.
Per ritrovare la gioia di giocare e anche di
vincere: «Dopo un brutto incidente e la conseguente rottura del ginocchio ero rientrato ad inizio anno all'
Anzolavino, che per me oramai era come una casa. Purtroppo non ho avuto lo spazio che speravo, e
vista che la mia priorità nel calcio è sempre stata quella di giocare per essere utile ai miei compagni, ho
sposato il progetto Real Casalecchio». Per la cronaca, anche l' Anzolavino è stato promosso, dalla
Prima Categoria alla Promozione.
UN GRUPPO fraterno, quello del Real, composto da amici che a distanza di cinque stagioni non si sono
mai persi di vista e tra uscite fuori dal campo e tornei estivi non hanno mai smesso di sperare, un
giorno, di ritrovarsi tutti assieme all' interno di una società di calcio a undici: «C' è stata una lotta a
quattro squadre fino all' ultima giornata. Penso che il gruppo sia stato uno dei fattori vincenti; avevamo
subito qualche infortunio e sbagliato qualche partita di troppo, penso al k.o di Venturina, ma grazie ad
un finale micidiale e qualche passo falso delle altre ci siamo presi questa vittoria», analizza Menarini.
IL CALCIO d' altronde sta cambiando e se una volta il 'girone della montagna' di Terza Categoria era
etichettato come un campionato di rango non altissimo, il trend si sta invertendo: «Fino alla Prima
Categoria ci sono meno soldi e la gente ha meno voglia di giocare, così vince chi ha più stimoli e un
gruppo più coeso. Da Gennaio ho giocato contro formazioni che avevano individualità importanti,
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Il Resto del Carlino
Sport
avversari che affrontavo ai tempi della Prima se non addirittura della Promozione».
E col gruppo si può vincere anche la Seconda? «Questo è da vedere, io non so ancora cosa farò. I
presupposti per far bene ci sono tutti e mi piacerebbe che qualche altro ex gufo aderisse al progetto». Il
richiamo è stato lanciato, il successo in campionato dimostra che la scommessa dei vecchi amici ha
funzionato.
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13 aprile 2016
Pagina 8
Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Sport
Promozione
Salto in Eccellenza, Corticella alla finestra
Bologna SARA' una notte strana per il
Corticella dei miracoli, aspettando alla finestra
la promozione tanto meritata, che sarebbe la
seconda consecutiva. Strana, perché stasera il
recupero Reno­Faenza (alle 21) potrebbe dare
ai ragazzi di Brunetti la certezza aritmetica del
salto in Eccellenza. La classifica ai primi posti
del girone C di Promozione dice Corticella 64
punti, Santa Maria Codifiume 53, Faenza 52.
Le prime due, per effetto del riposo in
programma nelle prossime giornate, devono
ancora giocare solo due partite. Al Faenza ne
restano teoricamente quattro, compresa quella
di stasera. Se il Faenza stasera non vincerà, il
vantaggio del Corticella diventerà incolmabile.
In Prima categoria, ritorno delle semifinali in
Coppa Emilia: alle 20,30 Persiceto85­
Marzolara (andata 0­4).
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
COSTI DELLA POLITICA
Via le Province e il Cnel, niente fondi ai gruppi
regionali
Entrano in Costituzione le norme per ridurre i
costi della politica, oltre all' eliminazione delle
indennità per i senatori, che essendo
consiglieri regionali o sindaci percepiscono l'
indennità spettante per il mandato di
rappresentanza territoriale. Sparisce dalla
Carta la parola «Province»: la Repubblica è
c o s t i t u i t a s o l o « d a i Comuni, d a l l e C i t t à
metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato». E
(soltanto) una norma sul riparto di competenze
legislative richiama «l' ente di area vasta» già
prefigurato dalla legge Delrio 56/2014. Non è
invece espressamente prevista una disciplina
attuativa che prefiguri il futuro assetto di
attribuzione delle funzioni fondamentali in capo
alle Province. Viene poi soppresso il Consiglio
nazionale dell' economia e del lavoro (Cnel).
Organismo in cui siedono 64 consiglieri, oltre
al presidente. La riforma prevede che entro
trenta giorni dalla data di entrata in vigore
della legge costituzionale venga nominato dal
presidente del consiglio, su proposta del
ministro della Pa, un Commissario cui affidare
la gestione provvisoria del Cnel, per le attività
relative al patrimonio, compreso quello
immobiliare, nonché per la riallocazione delle
risorse umane e strumentali «presso la Corte dei conti». Viene poi sancito in costituzione il divieto di
«rimborsi o analoghi trasferimenti monetari» ai gruppi regionali © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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13 aprile 2016
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Nuovo Codice della strada. La riforma dovrà però chiarire le regole per le soste sanzionate con
telecamere mobili
Meno limiti per gli «occhi» elettronici
Fosse per le questioni strettamente tecniche,
per avviare i nuovi controlli automatici previsti
dal Codice della strada a partire da quest'
anno (su evasione Rc auto, omessa revisione
e sovraccarico) non ci vorrebbe poi molto. Gli
scogli veri sono quelli giuridici (si veda l'
articolo sopra). I controlli automatici, poi,
saranno tra i punti più caldi anche nella
scrittura del prossimo Codice della strada, se
il disegno di legge delega per la riforma andrà
davvero in porto.
Innanzitutto, va precisato che i controlli
automatici sono quelli effettuati con
apparecchiature che possono funzionare in
continuo e senza essere presidiate da agenti.
Quanto ai controlli automatici su evasione Rc
auto e omesse revisioni, non sarebbe difficile
far approvare (od omologare) dal ministero
delle Infrastrutture e far funzionare gli
apparecchi già esistenti per le altre infrazioni
già accertabili in automatico da anni.
Fanno eccezione solo gli apparecchi di
sorveglianza degli accessi nelle zone a traffico
limitato (che non sono interconnessi con
banche dati esterne e sono in grado di
scattare immagini solo su veicoli che non
superano i 70 km/h). I problemi stanno nell'
aggiornare in tempo reale le banche dati con i
numeri di targa dei veicoli senza polizza Rc auto o non sottoposti a revisione).
Discorso diverso per i controlli automatici sul sovraccarico: occorrerà studiare apparecchi dedicati o
varianti specifiche di quelli già dotati di spire di rilevazione annegate nell' asfalto (come per esempio il
Tutor).
Quanto alla riforma del Codice, il testo attuale della delega prevede in sintesi un ampliamento delle
casistiche in cui essi sono consentiti. Formula vaga, in cui potrebbe rientrare sia una maggior libertà dei
controlli già esistenti (per esempio, condizioni meno restrittive di quelle che oggi rendono quasi
impossibili quelli di velocità nei centri urbani) sia un maggior numero di infrazioni sanzionabili in
automatico. In quest' ultimo caso, bisognerà valutare l' ampliamento con molta attenzione: già quello
che ci fu con la miniriforma del 2010 (legge 120) è rimasto praticamente inattuato, anche perché
prevedeva fattispecie impossibili.
In ogni caso, occorrerebbe disciplinare situazioni che oggi non sono ben delineate. Come le "multe a
strascico", cioè quelle per sosta vietata comminate sulla base delle immagini riprese con telecamere a
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13 aprile 2016
Pagina 13
Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
bordo di auto di servizio in movimento: assodato che attualmente questi non sono controlli automatici (la
telecamera è solo un ausilio al vigile), alcuni Comuni stanno pensando di far operare con queste
telecamere anche gli ausiliari del traffico.
Sarebbe poi opportuno stabilire regole di trasparenza omogenee per tutti i controlli automatici: oggi
vanno presegnalati e resi ben visibili solo quelli di velocità. Idem per l' obbligo di installare le postazioni
solo su tratti decisi dai prefetti.
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13 aprile 2016
Pagina 14
Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
IL PARADOSSO DELLA PEC OBBLIGATORIA
01 Le nuove regole Il paradosso delle notifiche
a mezzo Pec alla pubblica amministrazione
rischia di paralizzare la digitalizzazione delle
comunicazioni tra le parti.
L' articolo 16­ter del Dl 179/2012 ha stabilito
che a partire dal 15 dicembre 2013 le notifiche
alle pubbliche amministrazioni, compresi
quindi i Comuni in caso di appello contro le
sentenze dei giudici di pace, devono essere
effettuate agli indirizzi ufficiali previsti nell'
elenco Pa presso il ministero della Giustizia 02
termine e rallentamento Il termine entro il
quale le pubbliche amministrazioni avrebbero
dovuto comunicare gli indirizzi Pec, dopo
numerose proroghe, è stato fissato al 30
novembre 2014, senza la previsione di
sanzioni per i casi di ritardato od omesso
invio. La conseguenza del provvedimento è
stata che ad oggi soltanto una minoranza delle
pubbliche amministrazioni coinvolte ha
comunicato la propria pec, circostanza che,
nei fatti, ha finito per determinare l' inevitabile ­
e prevedibile ­ rallentamento dell' intero
sistema 03 Mancato coordinamento Il
precedente elenco esistente accessibile dal
sito www.indicepa.gov.it e gestito dall' Agenzia
per l' Italia digitale (Agid), a causa dell'
iperproduzione normativa, è stato escluso
dalla legge dell' 11 agosto 2014 numero 114 dagli elenchi ufficiali per le notifiche alle pubbliche
amministrazioni.
Il difetto di coordinamento tra norme ha costretto gli avvocati a notificare con i mezzi tradizionali, ovvero
per il tramite degli ufficiali giudiziari, gli atti diretti alla maggioranza delle pubbliche amministrazioni.
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13 aprile 2016
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Fisco. Studio Unindustria sui tributi locali
A Reggio Emilia Imu sui capannoni +38% in cinque
anni
ILARIA VESENTINI ­ REGGIO EMILIA «Il
blocco delle imposte locali n o n b a s t a a
rendere più attrattivo il nostro territorio, perché
abbiamo raggiunto un livello di imposizione
fiscale soffocante, di cui noi imprenditori
paghiamo il pezzo più alto: con il passaggio
da Ici a Imu l' aliquota media per gli immobili
produttivi è salita del 38% negli ultimi cinque
anni». Mauro Severi, presidente di Unindustria
Reggio Emilia, fa ordine nelle pagine fitte di
numeri della nona Indagine annuale sui tributi
nei 45 Comuni della provincia, presentata ieri
ad associati e istituzioni, partendo da un
assunto: non ci si può accontentare del fatto
che nel 2015 la maggior parte dei sindaci non
abbia rivisto al rialzo Imu e Tasi sui capannoni
e che, in assenza del debutto della local tax,
quest' anno ci sarà un consolidamento dei
precedenti livelli di tassazione. «Sono troppo
alti», rimarca il presidente.
E mette le mani avanti di fronte all' esclusione
del blocco delle tariffe 2016 per la tassa rifiuti:
«Non siamo in grado di sopportare ulteriori
incrementi». La Tari sui fabbricati industriali è
già salita in media del 3,3% lo scorso anno nel
Reggiano, con aumenti in 31 Comuni su 45.
Così come è iniquo che resista la Tasi applicata sugli immobili invenduti delle imprese edili, «una forma
di imposizione che va a colpire il "magazzino" di questa tipologia di imprese e non, come deve essere,
il suo reddito o il suo patrimonio», aggiunge Severi. L' indagine dell' area Fisco e Tributi di Unindustria
Reggio Emilia conferma tra l' altro notevoli disparità all' interno del territorio, perché tra imposta sulla
pubblicità, Imu, Tasi e Tari un' impresa paga "solo" 7.746 euro l' anno per un fabbricato tipo se è
insediata a Rolo contro i 27.316 (più di tre volte tanto) a Reggio Emilia, con importi medi più bassi verso
la Montagna e la Bassa e cifre più che doppie attorno al capoluogo.
Insomma, il Governo Renzi avrà anche ridotto il carico fiscale sulle imprese con provvedimenti come il
taglio dell' Irap e gli sgravi sulle nuove assunzioni, ma la risposta dei sindaci di fronte ai minori
trasferimenti statali e alla recessione ha tolto ossigeno alle imprese. «Siamo consapevoli delle difficoltà
incontrate in questi ultimi anni dai Comuni ­ conclude il numero uno degli industriali reggiani ­ ma
riteniamo che sia urgente la messa a punto di una strategia che porti negli anni ad una progressiva
riduzione dell' imposizione sulle imprese. Così come hanno raggiunto soglie insostenibili gli
adempimenti burocratico­amministrativi derivanti dalla gestione della fiscalità locale: si tratta di un
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onere occulto che si somma a quello dei tributi in senso stretto. Bisogna agevolare anche le aziende
locali che lottano ogni giorno sul territorio e sono volàno di sviluppo e occupazione, non solo per quelle
straniere che decidono di investire qui».
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Lavori pubblici. Spesa su del 10% nel 2015, ma era solo l' effetto una tantum dei Piani Ue
2007­2013
Comuni, investimenti a rischio
Ance: enti locali lenti a sbloccare i progetti, serve una spinta
ALESSANDRO ARONA ­ Per la prima volta
dal 2008, lo scorso anno la spesa in conto
capitale dei Comuni (gli investimenti) ha
ricominciato a crescere, +15% da 11 a 12,6
miliardi di euro. Una crescita che rischia però
di essere una tantum, trainata dall' obbligo di
spesa dei fondi europei 2007­2013, e che dai
primi segnali sui bandi di gara rischia di non
rafforzarsi quest' anno, vanificando parte della
"clausola di flessibilità sugli investimenti", uno
dei pilastri della legge di Stabilità 2016.
I dati e l' allarme arrivano dall' Ance (l'
associazione nazionale costruttori edili), in un
dossier consegnato in questi giorni anche al
Ministero dell' Economia. «Il Mef condivide la
nostra preoccupazione» spiegano all' Ance.
«I Comuni ­ proseguono ­ non sembrano aver
capito le potenzialità dell' abolizione del Patto
s i Stabilità, decisa dalla legge di Stabilità
2016.
La scadenza per approvare i bilanci è stata
anticipata al 30 aprile, bisogna inserire qui le
nuove opere, e se i Comuni non si svegliano,
l a previsione d i 4 m i l i a r d i d i e u r o i n p i ù
investimenti rischia di non essere raggiunta
neanche per metà».
Le contorte regole del Patto di Stabilità degli enti locali ­ come noto ­ hanno finito in questi anni per
aumentare la spesa corrente dei Comuni e dimezzare gli investimenti. Le spese di funzionamento dei
Comuni (elaborazioni Ance su dati Siope) sono infatti cresciute dai 47,88 miliardi di euro del 2008 ai
56,2 miliardi del 2014 (­+17,4%, mentre quelle in conto capitale sono crollate da 20,864 a 10,961
miliardi dal 2008 al 2014 (­48%).
Solo nel 2015 la prima inversione di tendenza: ­6% le spese correnti, a 52,7 miliardi, e +10% gli
investimenti, da 10,961 a 12,618 miliardi. Tuttavia dal dossier dell' Ance emerge che tutta la crescita
della spesa in conto capitale 2015 si è concentrata al Sud (+59%, pari a 2,1 miliardi di euro in più),
mentre al Nord la spesa è scesa del 7% (­375 milioni di euro) e al Centro del 4% (­76 milioni).
Il fattore chiave è stato secondo l' Ance l' accelerazione (obbligata) della spesa dei fondi strutturali 2007­
2013 (+31% tra 2014 e 2015), spesa concentrata in gran parte al Sud. Marginale invece l' effetto traino
di Sblocca Italia, edilizia scolastica e opere idrogeologiche. Trascurabile è stato soprattutto l' effetto
della mini­riforma del Patto di Stabiltà (Dl 78/2015), che esentava dalla contabilizzazione alcune spese.
Da quei l' allarme dell' Ance, che si rafforza con il calo dei bandi a inizio 2016.
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L' Ance apprezza la clausola di flessibilità sugli investimenti: «È una grande opportunità per il Paese,
elemento centrale per la ripresa degli investimenti pubblici». L' obiettivo fissato dal governo è
decontabilizzare 5,1 miliardi di euro, pari allo 0,3% del Pil. Per farlo bisogna spendere nel 2016 5,1
miliardi di co­finanziamenti europei (fondi strutturali, reti Ten­T, piano Juncker), per una spesa effettiva
di 11,3 miliardi; e in più aumentare la spesa complessiva per investimenti pubblici di 5,1 miliardi
rispetto al 2015.
Obiettivo non facile, quest' ultimo, per conseguire il quale il governo ­ secondo l' Ance ­ «ha posto tutte
le basi giuste», in particolare l' aumento dei fondi statali alle infrastrutture (+4,5% reali nel 2016, con forti
iniezioni pluriennali ad Anas e ferrovie) e l' abolizione del Patto di stabilità degli enti locali.
La Corte dei Conti ha previsto 4 miliardi di euro di investimenti in più dei Comuni nel 2016: «Già la metà
sarebbe un bel risultato ­ commenta l' Ance ­ ma è forte la preoccupazione che la capacità di reazione
degli enti locali non sia all' altezza della sfida». In una lettera dei giorni scorsi il presidente Claudio De
Albertis ha chiesto a tutte le sedi territoriali Ance di mobilitarsi per fare da pungolo, e anche al governo
si chiede «un' azione incisiva di stimolo e monitoraggio».
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Finanza pubblica. La Ragioneria: passivo a 56,4 miliardi
Debito di regioni ed enti locali sceso ai livelli del
2004
MILANO Scende ancora l' indebitamento degli
enti territoriali, per il doppio effetto di un quasi
azzeramento dei nuovi mutui alle Regioni e di
una dinamica di estinzione del debito che negli
enti locali è più rapida rispetto alle nuove
accensioni di prestiti.
A fare il punto sulla situazione è la Ragioneria
generale dello Stato, che ieri ha pubblicato la
nuova indagine sull' indebitamento territoriale.
Il debito residuo a inizio 2015 a carico di
Regioni, Province e Comuni si è attestato a
quota 56,4 miliardi, cioè ai livelli del 2004, con
una riduzione del 5,5% rispetto a 12 mesi
prima e del 17,1% rispetto al picco raggiunto
nel 2011.
Come accennato, i numeri sono il frutto di due
andamenti diversi. Nella gestione extra­
sanitaria delle Regioni, alle prese con i vincoli
di finanza pubblica sfociati poi nel pareggio di
bilancio, nel 2014 sono stati concessi mutui
per 222 milioni, cioè la metà dell' anno prima e
un decimo rispetto agli anni "d' oro". Nei
Comuni i mutui 2014 hanno evidenziato una
ripresa rispetto ai 12 mesi precedenti,
attestandosi a 923 milioni contro i 628 del
2013, ma va considerato che in tutto il
decennio precedente il ritmo dei prestiti si misurava sempre in miliardi, con il picco dei 7,4 miliardi
registrato nel 2003.
Il drastico cambio di passo dell' indebitamento locale è ovviamente la conseguenza dei progressivi
inasprimenti nelle regole di finanza pubblica, che da questo punto di vista hanno dato un po' di respiro
agli equilibri di bilancio, ma hanno tagliato drasticamente lo spazio per gli investimenti. A questo va
aggiunto il sostanziale tramonto delle emissioni obbligazionarie. A livello regionale, l' amministrazione
più indebitata si conferma il Piemonte, con 682 euro pro capite, seguita dalla Sicilia (563,7) che scalza il
Lazio (473,4). Allargando lo sguardo anche agli enti locali, l' effetto­Roma porta in vetta il Lazio, con
1.478,4 euro di debito locale per abitante, mentre all' altro lato della graduatoria c' è la Puglia (456,5).
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Adempimenti. Saranno chiesti più dati a chi non si adegua ­ In arrivo cooperative compliance e
circolare sull' abuso
Fattura elettronica senza obbligo
Zanetti: nel 2018 taglio dell' Irpef per i redditi tra 30mila e 60mila euro
ROMA Nessun obbligo di fattura elettronica
nelle operazioni B2B (business to business)
ma chi sceglierà il canale tradizionale dovrà
pagare un costo in termini di adempimenti in
quanto dovrà inviare tutti i dati sulle
operazioni. Una sorta di «elenco clienti­
fornitori rafforzato», come ha indicato il
viceministro all' Economia, Enrico Zanetti, in
chiusura del convegno sulle prospettive del
sistema fiscale organizzato dalla commissione
di vigilanza sull' Anagrafe tributaria. Zanetti ha
anticipato che nel 2018 il Governo interverrà a
ridurre il peso dell' Irpef, «in particolare sui
redditi di ceto medio», cioè tra 30mila euro e
60mila euro. Inoltre il viceministro ha
sottolineato l' importanza di una «messa a
punto degli equilibri» tra le diverse strutture
che operano sul campo, dalla Gdf alle Entrate,
per «evitare il più possibile le
sovrapposizioni».
Con il dipartimento delle Finanze, che in questi
anni «ha avuto un ruolo eccessivamente
defilato», a fare da coordinatore.
A fare gli onori di casa è stato il presidente
della commissione parlamentare, Giacomo
Antonio Portas, che ha ribadito come le
banche dati siano il futuro del fisco italiano non in chiave di "grande fratello" ma per realizzare
meccanismi più semplici: il 730 precompilato ne è un esempio. Un' opinione condivisa dalla direttrice
delle Entrate, Rossella Orlandi, che, oltre a ricostruire gli sforzi già fatti nel primo anno di
sperimentazione e per la versione che sarà online da venerdì 15 aprile, ha evidenziato come la
precompilata rappresenti una rivoluzione fondamentale che «impone all' amministrazione di fornire nel
limite del possibile i dati corretti chiedendo al contribuente di controllarli». Ma è la stessa Agenzia ad
assumersene la responsabilità e questo «non accade in nessun altro Paese». Il 730 precompilato è solo
un tassello delle semplificazioni, su cui Orlandi auspica si faccia di più: «Semplificare le norme è
qualcosa di più profondo, vuol dire entrare nel sistema e fare chiarezza. Mi auguro che ci sia un decreto
a breve che aggiunga nuovi sistemi di alleggerimento degli adempimenti».
Più in generale resta la questione del rapporto tra mondo delle professioni e amministra zione
finanziaria. A porla è stato Maurizio Leo, professore ordinario presso la Sna (Scuola nazionale dell'
amministrazione): «Basti pensare al coinvolgimento del professionista con il visto di conformità sul 730
precompilato che lo rende responsabile di tutto ciò che viene esposto nella dichiarazione. A questo si
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aggiunge il tema delle banche dati che devono essere interoperative e dialogare tra loro. Infine si deve
andare verso un sistema di testi unici per arrivare a norme organiche».
Intanto, a margine del convegno, si è appreso che sono vicini al traguardo sia il provvedimento delle
Entrate sulla cooperative compliance, sia la tanto attesa circolare sull' abuso del diritto.
Sul visto di conformità al 730 è tornato anche il presidente dei dottori commercialisti, Gerardo
Longobardi, parlando di «norma incostituzionale». Mentre sulle semplificazioni ha ribadito l' importanza
dell' abolizione degli studi di settore per i professionisti e la sospensione amministrativa dei termini per
tutto agosto. Due misure che potrebbero trovar posto nel provvedimento evocato dalla Orlandi.
Comunque la parola più utilizzata dai relatori è stata «compliance». Per il comandante generale della
Guardia di Finanza, Saverio Capolupo, «una maggiore trasparenza e compliance tra contribuenti e
amministrazione finanziaria consente di concentrare l' attenzione sulle operazioni più rilevanti». Allo
stesso tempo, «la lotta all' evasione internazionale richiede risposte globali: occorrono intelligence e
collaborazione più ampia». Un ruolo chiave lo giocano le banche dati e la qualità delle informazioni
contenute. Secondo Capolupo, poi, l' auspicio è di passare da uno scambio di informazioni a richiesta a
uno «automatico».
Per chi è chiamato a riscuotere i proventi da lotta all' evasione, la vera svolta apportata dall' attuazione
della delega fiscale è la notifica delle cartelle e degli avvisi esecutivi con la Pec che sarà operativa,
come indicato dall' Ad di Equitalia Ernesto Maria Ruffini, dal 1° giugno.
A metà tra fisco che cambia e nuove procedure fallimentari è intervenuto Michele Vietti, docente di
diritto commerciale all' Università degli studi internazionali di Roma. L' ex vicepresidente del Csm ha
posto poi l' accento sull' opportunità di ricondurre alla giurisdizione ordinaria anche quella tributaria.
Ma a tenere banco è ancora la vicenda Panama papers. Sollecitata a margine del convegno, Rossella
Orlandi ha riferito che l' amministrazione sta lavorando su vari piani internazionali ma che non si può
parlare di fallimento della voluntary perché i dati non sono ancora disponibili, piuttosto «c' è il problema
delle giurisdizioni opache come continua a essere Panama».
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MARCO MOBILIGIOVANNI PARENTE
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Riforma Madia. Da rivedere il capitale minimo chiesto ai gestori di Pec e «identità»
Pa digitale, primo stop dal Consiglio di Stato
I giudici contro l' obbligo di «anonimizzare» tutte le sentenze
MILANO Il decreto attuativo della riforma
M a d i a s u l C o d i c e d e l l ' amministrazione
digitale inciampa al Consiglio di Stato, che
chiede al governo una serie di chiarimenti e
integrazioni prima di dare il proprio parere. Se
sugli altri provvedimenti esaminati finora, dal
decreto Scia a quello sulla conferenza dei
servizi (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) e sulle
sanzioni anti­assenteismo, i giudici
amministrativi hanno finora dato il via libera,
anche se accompagnato da suggerimenti di
correzioni, il provvedimento sull'
amministrazione digitale incontra obiezioni più
pesanti. Palazzo Vidoni, in pratica, è chiamato
a fornire le motivazioni puntuali su un gruppo
di scelte, e solo dopo il Consiglio di Stato
potrà fornire il giudizio definitivo.
In effetti le domande dei giudici amministrativi,
messe in fila nel parere (interlocutorio)
785/2016, puntano su questioni parecchio
delicate. I giudici amministrativi, prima di tutto,
rilanciano le obiezioni già sollevate dagli
operatori del settore sul nuovo super­requisito
imposto dall' articolo 25 del decreto alle
imprese che si candidano a gestire la posta
elettronica certificata, l' identità digitale e gli
altri servizi elettronici certificati. A loro il decreto legislativo chiede di avere un capitale sociale di almeno
5 milioni di euro, cioè il livello che Bankitalia ha imposto nella circolare 285/2013 alle banche di credito
cooperativo: sul punto, i giudici amministrativi richiamano una prima obiezione già sollevata dal Tar
Lazio, che nella sentenza 9951/2015 ha ritenuto «sproporzionato» il requisito, e chiede al governo di
chiarire le ragioni della scelta, e di tener conto dell' esigenza di «non escludere dal mercato società che,
pur in possesso di accertati requisiti di affidabilità», hanno un capitale inferiore.
Per l' articolo 46 si arriva invece a ipotizzare «l' esigenza di espungere dal testo» le novità. La riforma
prevede infatti l' obbligo di cancellare da tutte le sentenze i dati personali, con l' eccezione di quelle dei
giudici e degli avvocati.
L'«anonimizzazione totale», che sostituisce quella oggi imposta quando la chiede una delle parti o il
giudice, quando c' è in gioco l' identità di minori, i rapporti famigliari o la salute, non è però prevista in
alcun punto della delega, e potrebbe soffocare di lavoro aggiuntivo le cancellerie danneggiando «l'
efficacia e la speditezza» della giustizia. Da chiarire, poi, il taglio alle regole sulla «continuità operativa»,
in base alle quali il Codice attuale (articolo 50­bis) impone alle Pa di preparare piani di emergenza per
superare gli inciampi informatici, e la validità automatica prevista per i documenti elettronici con firma
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Il Sole 24 Ore
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digitale. La «firma elettronica», osserva il Consiglio di Stato, è rappresentata oggi da tanti sistemi
diversi, a volte limitati a una «semplice password» che «per sua natura potrebbe non fornire la
certezza» sulla provenienza effettiva del documento.
Mentre la Funzione pubblica è al lavoro per superare le obiezioni del Consiglio di Stato, il cantiere della
riforma continua a lavorare. Ieri sono arrivati in Parlamento i primi testi, quelli che hanno già raccolto
tutta la dote dei pareri preventivi, mentre per domani sono attesi in Conferenza unificata i due decreti
paralleli sul taglio delle partecipate e il riordino dei servizi locali, insieme al regolamento sulle
semplificazioni su cui già nelle scorse settimane si è acceso il confronto con le Regioni.
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Il Sole 24 Ore
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Inail. Ambito esteso oltre il terzo settore
Premio dai Comuni per le attività sociali
Per garantire la copertura assicurativa dei
beneficiari di misure di sostegno al reddito,
detenuti e internati, nonché migranti richiedenti
asilo coinvolti in attività di volontariato a fini di
utilità sociale è obbligatorio il versamento del
premio unitario.
Lo ricorda l' Inail con la circolare 15/2016,
pubblicata ieri sul sito dell' Istituto. Per la
copertura dei premi, la legge 208/2015
(Stabilità 2016) ha stanziato una dote di 5
milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017. In
attesa del decreto ministeriale contenente il
meccanismo di finanziamento e le modalità di
attivazione della copertura, Inail ha chiarito
nella circolare le novità introdotte dalla norma
sia sull' ambito soggettivo di applicazione
della copertura, sia sulla platea dei soggetti
promotori, che viene estesa rispetto a quanto
deciso per il biennio sperimentale 2014­2015
dalla legge 114/2014.
Per il biennio iniziato, fra i soggetti assicuranti,
oltre alle organizzazioni del terzo settore già
indicate nella circolare Inail 45/2015 vengono
ora inseriti anche i Comuni e gli enti locali in
qualità di promotori di progetti di utilità sociale
anche (ma non necessariamente) con la
collaborazione di organizzazioni del terzo settore.
Destinatari della copertura assicurativa ­ che deve essere sempre svolta esclusivamente a titolo
volontario e gratuito ­ sono coloro che beneficiano di una misura di sostegno al reddito secondo quanto
stabilito dalla legge 114/2014, nonchè i detenuti e internati (ma non quelli condannati per il delitto di
associazione mafiosa di cui all' articolo 416 bis del codice penale) e gli stranieri richiedenti asilo in
possesso del relativo permesso di soggiorno, il quale consente di svolgere attività lavorativa, trascorsi
sessanta giorni dalla presentazione della domanda, se il procedimento di esame della domanda non è
concluso e il ritardo non può essere attribuito al richiedente.
Per l' attività svolta da questi soggetti verrà applicato il premio speciale unitario nella misura stabilita dal
Dm 22 dicembre 2014, pari a 258 euro annuali sulla base della retribuzione convenzionale giornaliera:
una somma corrispondente alla misura del limite minimo di retribuzione giornaliera in vigore
annualmente per tutte le contribuzioni dovute in materia di previdenza e assistenza sociale. Il premio ­
precisa la circolare ­ può essere frazionato in relazione alle giornate di attività lavorativa di volontariato
effettivamente svolte, nella misura di 0,86 euro a giornata. L' onere del premio è posto dall' Istituto
direttamente a carico del fondo istituito presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Nel documento sono indicate, infine, le modalità di attivazione dell' assicurazione, chiarendo che il
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13 aprile 2016
Pagina 41
Il Sole 24 Ore
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soggetto promotore deve inoltrare la richiesta esclusivamente in via telematica almeno 10 giorni prima
dell' inizio effettivo dell' attività da parte del volontario secondo le modalità stabilite nella circolare Inail
45/2015. Verificati i requisiti, l' Istituto comunicherà via Pec l' attivazione della copertura assicurativa,
operativa dalla data d' avviso.
Il promotore è tenuto anche a iscrivere in un registro i soggetti coinvolti nel volontariato, annotandone le
generalità e la registrazione giornaliera delle presenze, con la conseguenza, in caso di mancata
registrazione della presenza nel giorno in cui si verifica l' evento infortunistico, che i costi delle
prestazioni corrisposte dall' Inail saranno posti a carico del promotore stesso.
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13 aprile 2016
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COMODATO/ Il Mineconomia risponde a Confedilizia
Agevolazioni Imu e Tasi, vale la data del contratto
Per il contratto di comodato d' uso verbale non
conta la data di registrazione, ma quella di
conclusione del contratto stesso per poter
fruire delle agevolazioni Imu e Tasi. Dunque,
la riduzione al 50% della base imponibile Imu
e Tasi in caso di concessione in comodato di
un immobile a un parente in linea retta entro il
primo grado, che lo utilizzi come abitazione
principale, decorre dal 1° gennaio 2016 a
prescindere dalla data di registrazione del
contratto verbale. È questa la risposta che ha
fornito il dipartimento delle finanze del
ministero dell' economia, con la nota 8876 dell'
8 aprile 2016, a un quesito inviato dalla
Confederazione italiana della proprietà edilizia
(Confedilizia).
Confedilizia, infatti, aveva rilevato un contrasto
tra due diverse interpretazioni ministeriali sui
termini per la registrazione del contratto di
comodato d' uso verbale ai fini del
riconoscimento delle agevolazioni fiscali. Il
ministero precisa al riguardo che è da
intendersi superata l' interpretazione contenuta
«nella precedente nota n.
2472 del 29 gennaio 2016». Inoltre, richiama la
risoluzione n. 1/2016 e conferma che non c' è
un termine ad hoc per la registrazione del
contratto di comodato verbale e che per la
decorrenza della riduzione del 50% della base imponibile Imu e Tasi «si deve prendere in
considerazione la data di conclusione del contratto stesso».
In effetti, dal 2016 i titolari degli immobili dati in comodato d' uso gratuito a parenti in linea retta destinati
ad abitazione principale pagano Imu e Tasi in misura ridotta. È stato abrogato il comma 2 dell' articolo
13 del dl 201/2011, laddove prevedeva che le amministrazioni comunali potessero assimilare alle prime
case le unità immobiliari concesse in comodato gratuito dal titolare ai parenti in linea retta entro il primo
grado. In base all' articolo 1, comma 10, della legge di Stabilità 2016 (208/2015) i beneficiari possono
fruire di una riduzione della base imponibile Imu, che è la stessa dell' imposta sui servizi indivisibili,
nella misura del 50%, purché sussistano le condizioni richieste dalla norma. Nello specifico, il
comodante deve avere la residenza anagrafica e la dimora nel comune in cui è ubicato l' immobile
concesso in comodato. Oltre all' immobile concesso in comodato, può essere titolare di un altro
immobile nello stesso comune, che deve essere utilizzato come propria abitazione principale, purché
non si tratti di un fabbricato di pregio, classificato nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (immobili di
lusso, ville e castelli). Questo requisito è imposto anche per l' unità immobiliare data in comodato.
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13 aprile 2016
Pagina 34
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Secondo il ministero, però, solo il possesso di altri immobili destinati ad unità abitative fa perdere l'
agevolazione. Al comodante è poi imposto di presentare la dichiarazione Imu e di registrare il contratto.
Francamente quest' ultimo adempimento risulta eccessivo. Sarebbe stato sufficiente richiedere una
scrittura privata autenticata, per assicurare la certezza della data di decorrenza del contratto e, per l'
effetto, dell' agevolazione.
A maggior ragione se, come sostenuto dal dipartimento delle Finanze, alla registrazione del contratto
verbale di comodato non gli viene riconosciuta neppure quella valenza che dovrebbe avere in ordine
alla certezza della data, dalla quale dovrebbe decorrere il beneficio fiscale.
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13 aprile 2016
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Fino a venerdì le richieste di spazi finanziari da parte degli enti. Ma l' offerta è scarsa
Le regioni chiudono i rubinetti
Niente bonus per favorire gli investimenti dei comuni
MATTEO BARBERO ­ Rubinetti regionali
chiusi sul pareggio di bilancio, almeno per ora.
I governatori, al momento, non mettono a
disposizione gli attesi bonus per favorire gli
investimenti degli enti locali.
Entro venerdì, in teoria, comuni, province e
città metropolitane possono trasmettere alle
regioni le proprie richieste (oltre che cedere
spazi finanziari a beneficio di altri enti; si veda
ItaliaOggi dell' 8/4/2016).
Ma l' eventuale, prevedibile domanda si
sconterà con la pressoché totale assenza di
offerta.
A n c h e l e amministrazioni c h e n e g l i a n n i
passati sono risultate più generose, infatti, per
ora non si sbottonano, riservandosi al
massimo di prevedere allentamenti nei
prossimi mesi (ricordiamo che, per legge, tali
interventi sono possibili fino al 30 settembre).
È il caso del Piemonte (la prima regione ad
introdurre meccanismi di territorializzazione
dei vincoli), che con una nota a firma del vice
presidente, Aldo Reschigna, evidenzia come
prima sia necessario un intervento del
legislatore che alleggerisca il peso della
manovra statale sulle regioni.
Queste ultime, infatti, sono in forte difficoltà a
cedere quote, considerato il peso dei sacrifici
richiesti dalla legge di stabilità, che impone l' obbligo di realizzare (non il pareggio, ma) un saldo
positivo.
Sulla stessa linea la Lombardia, cui l' Anci regionale ha peraltro rappresentato le enormi difficoltà che
soprattutto i comuni con meno di 1.000 abitanti devono fronteggiare nel 2016 a causa del loro
assoggettamento al meccanismo della competenza con obiettivo a saldo zero.
Come afferma la circolare n.
65/2016, se per gli altri comuni il nuovo meccanismo supera le assurdità conosciute negli anni a causa
del Patto d i stabilità, per quelli che non vi erano sottoposti può rappresentare un problema, non
permettendo un obiettivo negativo e quindi limitando la spesa alle effettive risorse dell' ente nell' anno di
competenza. Attualmente, in Lombardia è in corso un ricognizione dei fabbisogni, i cui tempi non
consentono comunque di rispettare la scadenza sopra richiamata del 15 aprile 2016.
A livello nazionale, intanto, si sta studiando, la possibilità di un correttivo che permetta la riproposizione
degli incentivi statali alla cessione ovvero, in subordine, che le regioni possano raccogliere gli spazi
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13 aprile 2016
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messi a disposizione in via orizzontale per poi girarli in via verticale (quindi senza oneri) ai mini enti.
Sarebbe fondamentale riattivare un strumento che, secondo i dati dell' Ance (l' associazione costruttori
edili) negli scorsi anni ha liberato pagamenti in conto capitale per oltre 5 miliardi. In mancanza, molte
delle potenzialità insite nel superamento del Patto rischierebbero di essere vanificate.
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