Comune di Anzola dell`Emilia
Transcript
Comune di Anzola dell`Emilia
COMUNE DI ANZOLA Mercoledì, 19 febbraio 2014 Mercoledì, 19 febbraio 2014 Cultura e turismo 19/02/2014 La Repubblica (ed. Bologna) Pagina 12 1 Laura Betti, Mangano e Magnani tre attrici al fianco di Pasolini Economia e lavoro 19/02/2014 La Repubblica (ed. Bologna) Pagina 5 LUCIANO NIGRO Vacchi e la grande Unindustria d' Emilia "Costi ridotti e più... 2 Pubblica amministrazione 19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 LAURA DI PILLO Abi: sofferenze sui crediti ai massimi dal 1999 19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4 6 «Il tetto del 3% non si discute» 19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4 BEDA ROMANO «Più flessibilità all' Italia? Solo con... 19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 8 MARZIO BARTOLONI «No a paletti più stringenti sulle emissioni... 19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 8 LUIGI LOVECCHIO Esenzioni Imu, in testa la sanità 19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 16 MARCO MOBILI Fatturazione elettronica obbligata da giugno 2015 19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 16 PATRIZIA RUFFINI Unioni comunali, vincoli rinviati 19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18 CARMINE FOTINA Il Dl destinazione Italia ridimensionato in attesa dell' ultimo sì 19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18 MATTEO PRIOSCHI La Cig convive con i voucher 19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18 PIERLUIGI MAGNASCHI Finalmente in piazza anche chi produce pil 19/02/2014 Italia Oggi Pagina 9 TINO OLDANI Le donazioni popolari per l' alluvione in Sardegna si trovano ancora nelle... 19/02/2014 Italia Oggi Pagina 11 DI SIMONA D' ALESSIO Sono ben 372 mila le saracinesche che si sono abbassate per sempre... 19/02/2014 Italia Oggi Pagina 18 GIORGIO PONZIANO Il Tg1 perde la redattrice fashion e riordina le redazioni 19/02/2014 Italia Oggi Pagina 21 CRISTINA BARTELLI E VALERIO STROPPA Ecommerce in tilt sul 20% 19/02/2014 Italia Oggi Pagina 27 ANTONIO G. PALADINO Distacchi sindacali, contributi agli enti 19/02/2014 Italia Oggi Pagina 27 Il patto di Stabilità guardi all' Europa 13 15 17 19 21 23 24 26 lettere 19/02/2014 Italia Oggi Pagina 12 10 22 NOTIZIE In breve 19/02/2014 Italia Oggi Pagina 2 8 12 A regime l' agenzia per l' Italia digitale 19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 16 4 MATTEO BARBERO 28 30 32 34 36 19 febbraio 2014 Pagina 12 La Repubblica (ed. Bologna) Cultura e turismo Anzola Emilia. Laura Betti, Mangano e Magnani tre attrici al fianco di Pasolini Riprende anche quest' anno la rassegna di lettura «Fili di parole», organizzata dalle biblioteche dei Comuni Terre d' acqua. Incontri, letture, spettacoli per riscoprire il piacere della lettura. "Ritratti di Donne" è il t e m a s c e l t o d a l C o m u n e d i Anzola, c h e inaugura stasera il primo appuntamento del ciclo, alle 20.30 in Sala Consiliare, con "Verso terra. Tre figure femminili dall' immaginario di Pier Paolo Pasolini". È uno spettacolo di teatrodanza che Elisabetta Di Terlizzi, Piera Gianotti, Daria Pignatti dedicano a Silvana Mangano, Laura Betti e Anna Magnani, tre donne, grandi artiste, che sono state fondamentali nell' immaginario filmico di Pier Paolo Pasolini, ("Teorema", "La terra vista dalla luna", "Mamma Roma") e, pensando in particolare a Laura Betti, anche nella sua vita. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1 19 febbraio 2014 Pagina 5 La Repubblica (ed. Bologna) Economia e lavoro Vacchi e la grande Unindustria d' Emilia "Costi ridotti e più servizi alle imprese" "Renzi? Serviva discontinuità. Ora attendiamo contenuti e risultati" «SE stiamo discutendo l' unificazione delle associazioni industriali di Bologna, Reggio Emilia e Modena non è solo per dare alle nostre 4.200 aziende una voce più forte e rappresentativa a livello nazionale, per migliorare i servizi e ridurre il costo dell' associazione. Lo facciamo anche per un problema di coerenza. Da molti anni invochiamo, giustamente, il coraggio di cambiare alla classe politica. Ecco, ora tocca anche a noi dare un esempio». Alberto Vacchi ha appena concluso in via San Domenico il comitato di presidenza di Unindustria sulla fusione con i cugini emiliani e parla per la prima volta dell' operazione per dare vita a un colosso: la più importante associazione in Italia nella manifattura, una delle prime anche in Europa. Presidente il processo è appena iniziato, ma già si avvertono i primi mal di pancia, come la lettera di Gamberini a mille associati. «È inevitabile. Era successo anche con la fusione ConfindustriaApi. Le posizioni, anche se minoritarie, non vanno liquidate. E io non intendo farlo». Dicono che c' è poca discussione, che la fusione è calata dall' alto, che pare un' operazione di potere. «È vero il contrario. Siamo appena ai primi passi e abbiamo scelto il massimo coinvolgimento della base. Contatteremo tutte le aree industriali e a Bologna abbiamo già cominciato da Zola, Anzola, Budrio... Ascolteremo tutti e se la base lo vorrà andremo avanti. Alla fine, se sarà necessario contarci, ci conteremo». La "fronda" dice di non vedere vantaggi nell' operazione. «Io ne vedo tantissimi, compresa la riduzione dei costi associativi che, come sanno a Bologna, mi sta molto a cuore. Gli altri sono la possibilità di accorpare e razionalizzare servizi come la formazione, i servizi alle imprese, l' acquisto di energia, il credito. E la capacità di fare massa critica per partecipare ai finanziamenti europei, la possibilità di fare rete tra aziende della stessa filiera produttiva. Ma il punto decisivo, non lo nascondo, è avere un' associazione più forte nel sistema Confindustria in Italia e più forte nei singoli territori dove non verrà mai a mancare la rappresentanza o la capacità di dialogare con il comune o la provincia». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 2 19 febbraio 2014 Pagina 5 < Segue La Repubblica (ed. Bologna) Economia e lavoro Come è stato accolto finora il progetto? «Il consenso è molto ampio, oltre le aspettative. Piuttosto ci chiedono di accelerare perché i quattro anni previsti sono troppi. Ci chiedono di partire senza aspettare il 2008». Dunque ci sarà un' accelerazione? «Dipende da tante cose. Si tratta di un processo complicato. Se ci saranno i presupposti, lo faremo. La discussione, ripeto, sarà approfondita e non c' è un esito scontato». I critici pretendono il sistema "una testa un voto". Lei è d' accordo? «Io sono stato eletto con quel meccanismo. E credo di essere tra i pochi. Ma a Bologna abbiamo lo statuto più garantista, quello che prevede un massimo di 10 voti anche per l' azienda più grande». Anche la Fiat, se ci fosse? «Certo». A proposito di Fiat, pensa che nella sua Unindustria torneranno Ferrari e Maserati? «Lo spero. E lavorerò anche per quell' obiettivo». Quest' operazione parla solo all' interno o si rivolge anche al resto dell' economia e della società? «Da anni chiediamo il coraggio di cambiare, di sfoltire le strutture, di ridurre i costi della governance politica e istituzionale. Per coerenza è una sfida che dobbiamo affrontare anche noi». A Capodanno lei tuonò contro i politici che «espongono le imprese al fuoco nemico come comandanti improvvisati». E invocò nuovo attori politici. Renzi lo è? «È certamente un attore nuovo. E se persino il presidente Squinzi ha usato toni bruschi è perché c' è forte sofferenza nel mondo imprenditoriale. Io mi auguro che oltre all' innovazione di approccio, che è evidente, oltre alla discontinuità necessaria, Renzi sappia produrre contenuti e risultati che permettano all' Italia di andare a battere i pugni sul tavolo in Europa». È l' ultimo treno per l' Italia? «Se non l' ultimo, uno degli ultimi ». A Bologna si parla già delle nomine in Fiera e in Aeroporto. Una discussione partita bene? «Non intendo parlare di nomi. Chiedo una sola cosa: che si affronti il tema in modo nuovo, uscendo dalle logiche spartitorie alle quali eravamo abituati. Concentriamoci piuttosto sulle cose da fare in queste infrastrutture vitali. Poi sulle persone che possono portarle avanti». Lei ha già detto che la crisi non è finita. Eppure qualche segnale di una possibile ripresa futura si vede. La Perla, Fico, Philip Morris... «Sono esempi di una vivacità che sembrava scomparsa. Certo, le possibilità di innovare per i politici locali, con le finanze di cui dispongono, al momento sono poche. Ma un rilancio dei territori a partire dalle aree metropolitane è possibile. E i casi che lei cita dicono che c' è voglia di scommettere sul futuro. Una grande novità per Bologna, una città che da dieci anni sembrava ferma». © RIPRODUZIONE RISERVATA "La lettera della fronda? Non c' è nulla di deciso. La base però ci chiede di fare in fretta" "Le nomine in Fiera e al Marconi? È ora di voltare pagina, basta con le logiche spartitorie" LUCIANO NIGRO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3 19 febbraio 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Abi: sofferenze sui crediti ai massimi dal 1999 Laura Di Pillo ROMA Sofferenze bancarie mai così pesanti per i bilanci degli istituti di credito dal '99. Una zavorra che condiziona inevitabilmente la dinamica dei prestiti a famiglie e imprese. I numeri del rapporto mensile dell' associazione bancaria italiana (Abi) disegnano uno scenario di forte crisi. Nonostante qualche debole segnale di allentamento. A fine 2013, il rapporto tra sofferenze lorde e impieghi è infatti salito all' 8,1%. Il rapporto solo un anno fa era del 6,3% e alla fine del 2007, prima dello scoppio della crisi finanziaria, al 2,8 per cento. Per trovare un dato superiore, secondo l' analisi dell' ufficio studi di Palazzo Altieri bisogna risalire al maggio del 1999 (8,37%). Complessivamente, le sofferenze lorde delle banche italiane a dicembre ammontavano a quasi 156 miliardi, 31 miliardi in più rispetto a dodici mesi prima (erano quasi 125). Le sofferenze, al valore di realizzo, ammontavano a 80,3 miliardi, quasi 5 miliardi in più rispetto a novembre e circa 16 miliardi in più rispetto al dicembre 2012. In totale, spiega l' Abi, il numero degli affidati in sofferenza, è a quota un milione 205mila, di cui oltre un milione (1.015.369) con un importo unitario in sofferenza inferiore a 125mila euro. Effetti del perdurare della crisi con impatto inevitabile anche sul credito all' economia. Nel gennaio 2014 infatti per famiglie e imprese la contrazione del credito è stata del 3,91%, più o meno in linea con il dato di dicembre (3,97%). Un andamento che risente dal «persistere dell' evoluzione negativa del Pil e degli investimenti» si legge nel rapporto. Anche se dall' Abi evidenziano un rallentamento della trend negativo rispetto al picco di novembre ( 4,51%). È presto però, secondo il responsabile dell' ufficio studi Gianfranco Torriero, parlare di avvio di un' inversione di tendenza. A guardare le cifre complessive, il totale degli impieghi al settore privato e alla pubblica amministrazione ammonta a 1.853,2 miliardi. Denaro che resta salato per le famiglie italiane. A gennaio il tasso medio sui nuovi mutui casa è balzato al 3,54% dal 3,42% di dicembre, mentre il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese è rimasto invariato al 3,47%. Si conferma poi una situazione di denaro più caro per le Pmi italiane rispetto a quelle europee (impieghi fino al milione): in Italia a dicembre erano scesi di due punti base al 4,36%, mentre nell' Eurozona il calo era stato più netto dal 3,82% al 3,75%. A novembre la Bce aveva tagliato il tasso di riferimento dallo 0,50% allo 0,25%. Tra le principali evidenze del rapporto Abi anche la raccolta in frenata con forte calo dei bond. A gennaio la raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) ha registrato un calo dell' 1,92% annuo (1,85% in dicembre), circa 33 miliardi in meno rispetto a gennaio 2013. Alla crescita della raccolta a breve (depositi) pari al 2,19% ha fatto da contraltare la netta frenata delle obbligazioni Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 4 19 febbraio 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione bancarie. A gennaio fanno segnare il calo peggiore degli ultimi due anni: 10,4% annuo a 512 miliardi con una contrazione di circa 60 miliardi rispetto al gennaio del 2013. «L' ultimo rapporto mensile dell' Abi presenta dati problematici spiega il presidente dell' Associazione Antonio Patuelli perché la lunga crisi economica italiana si sta scaricando, non solo sulle aziende e sui lavoratori, ma anche sulle banche private che si sono assunte totalmente gli elementi di criticità senza avere mai avuto un contributo statale anzi con una pressione fiscale sempre più alta dal 2008 ad oggi». Proprio per tutte queste ragioni, ha aggiunto Patuelli, il paese ha bisogno di un ministro dell' Economia che abbia una «fortissima credibilità sui mercati esteri». © RIPRODUZIONE RISERVATA 156 miliardi Il record Le sofferenze lorde delle banche 1,2 milioni Fidi difficili Gli affidati in sofferenza. LAURA DI PILLO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 19 febbraio 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione La crisi di governo I RAPPORTI CON L' EUROPA. «Il tetto del 3% non si discute» Saccomanni: stime Ue peggiori delle nostre ma non come pensavano LA DIFESA Per il ministro l' uscita dalla procedura di deficit è stato «un risultato clamoroso che non ha precedenti nella storia» Dino Pesole ROMA Si può anche superare il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil. Ma se l' Italia imboccasse tale strada, ne pagherebbe le conseguenze «in primis in termini di reputazione e di conseguenze sui mercati». Occorre ricordare che il deficit di oggi diventa debito in futuro per cui «non si può invocare nello stesso momento nello stesso discorso politico o nella stessa pagina di giornale l' aumento del deficit e poi lamentarsi perché il debito cresce». Al termine della riunione dell' Ecofin, il ministro dell' Economia, Fabrizio Saccomanni ribadisce, a uso e consumo del governo che va formandosi, che oltre al rischio mercati il nostro Paese sarebbe nuovamente sottoposto a procedura per deficit eccessivo, con tanto di sanzioni «un po' perverse per un Paese in disavanzo, perché le sanzioni lo fanno aumentare». Saccomanni rende noto di non aver ricevuto segnali per una sua eventuale riconferma: «Non sono sono stato contattato. Se lo sarò, rifletterò al momento. Ribadisco che l' instabilità politica è un fattore che ha un suo peso sull' economia e quindi quanto prima si risolve questa fase di incertezza in Italia, tanto meglio». L' invito è a superare polemiche e critiche, per riaffermare la rilevanza del risultato conseguito con l' uscita nel maggio del 2013 dalla procedura per disavanzo eccessivo: «Un risultato clamoroso che non ha precedenti nella storia. Il debito italiano si finanzia a un tasso del 2 per cento». Andamento che grazie al calo dello spread consente di stimare in 3 miliardi il minor onere per interessi nell' anno in corso, rispetto alle previsioni formulate con la legge di stabilità. Esattamente la cifra che si sarebbe spesa grazie alla clausola sugli investimenti, congelata da Bruxelles. Come dire che anche per questo la questione può essere derubricata. E poi ribadisce il ministro l' Italia non ha ancora speso 22 miliardi di fondi comunitari previsti per il bilancio 2007/2013. C' è tempo fino al 31 dicembre 2015, «ma questo è il vero problema». Restano le divergenze tra la Commissione europea e il governo, relativamente alle previsioni sul Pil 2014. Tra le due stime corre uno scarto dello 0,4% del Pil: lo 0,7% della Commissione contro l' 1,1% del governo uscente. Saccomanni ribadisce la validità dei target su cui è costruito l' intero impianto della legge di stabilità. Il prossimo 25 febbraio precisa il ministro la previsione di Bruxelles potrebbe Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 6 19 febbraio 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione essere rivista lievemente al rialzo. Poi spetterà al nuovo governo definire il nuovo quadro macroeconomico con il «Def» di metà aprile e il «Piano nazionale di riforma». La ripresa della seconda parte del 2013 «è dovuta a misure che abbiamo adottato noi, è homegrown, dovuta a fattori interni derivanti dalle scelte di politica economica e di bilancio e non importata dall' esterno», osserva Saccomanni. E ora non sembra che con il nuovo governo «i capisaldi della politica di bilancio siano in discussione». Anche sulla spending review restano però divergenze con Bruxelles. La Commissione ritiene che i relativi risparmi debbano concorrere ad abbattere il deficit strutturale in direzione dell' obiettivo di medio periodo, vale a dire il pareggio di bilancio. Saccomanni rinvia alla principale mission della revisione della spesa affidata al commissario Carlo Cottarelli: ridurre la spesa per tagliare le tasse, in particolare sul lavoro. «Si possono fare scelte politiche per l' uno e l' altro obiettivo, fermo restando il rispetto dei vincoli europei. Ad esempio, il ricavato delle privatizzazioni va diretto a ridurre il debito. Sul resto c' è flessibilità». Quanto al debito, c' è piena consapevolezza che il profilo di riduzione «non è stato valutato in linea con le regole numeriche, ma abbiamo argomentato con successo all' Eurogruppo che le misure in stadio avanzato e in fase di esecuzione erano considerate sufficienti». © RIPRODUZIONE RISERVATA I NODI DA SCIOGLIERE Limite invalicabile Superare il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil comporterebbe per l' Italia non solo danni in termini di reputazione e di conseguenze sui mercati, ma anche, e soprattutto, un aumento futuro del debito. Ed esporrebbe il Paese a sanzioni Ue «un po' perverse per un Paese in disavanzo, perché le sanzioni lo fanno aumentare» Il contrasto sulle previsioni Tra le stime della Commissione europea e del governo corre uno scarto dello 0,4% del Pil: lo 0,7% della Commissione contro l' 1,1% dell' esecutivo. Saccomanni difende la valutazione fatta negli scorsi mesi e annuncia che il 25 febbraio la previsione di Bruxelles potrebbe essere rivista lievemente al rialzo. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 7 19 febbraio 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Dijsselbloem. Il presidente Eurogruppo: il Paese rispetterà il patto di stabilità. «Più flessibilità all' Italia? Solo con condizioni» STRADA IN SALITA «La Commissione può dare più tempo se si accetta un percorso di riforme». Ma per l' Italia pesano instabilità politica e debito elevato. Beda Romano BRUXELLES. Dal nostro corrispondente Il presidente dell' Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem non ha escluso ieri che Bruxelles possa dare più flessibilità all' Italia sul fronte dei conti pubblici, ma condizionato a nuove riforme. La presa di posizione giunta dopo che il premier in pectore Matteo Renzi ha tratteggiato un piano di modernizzazione dell' economia è tutta da verificare nella pratica, se è vero che proprio ieri l' Ecofin ha chiesto ai paesi «ulteriori progressi» per risolvere squilibri, tra i quali elevati debiti pubblici. «È vero che sono dell' avviso che possiamo usare un rinvio nel tempo del risanamento di bilancio in cambio di una accelerazione delle riforme economiche ha detto Dijsselbloem . Non ho idea se questo possa accadere per l' Italia. Tengo a ricordare le parole di ieri (lunedì per chi legge, ndr) del commissario agli affari economici Olli Rehn secondo il quale l' Italia è un paese profondamente europeo, che non mancherà di rispettare il Patto di Stabilità e di Crescita». Sempre in una conferenza stampa alla fine di un incontro dell' Ecofin qui a Bruxelles, Dijsselbloem ha poi aggiunto: «Olli Rehn ha la possibilità di dare agli stati maggiore tempo (per risanare i bilanci, ndr). Se la Commissione decide di optare per questa strada, ha la possibilità di introdurre forme di condizionalità in termini di ulteriori riforme economiche. Ripeto: non so cosa l' Italia intenda fare (). So che è un paese profondamente europeo e che rispetterà i suoi impegni». La presa di posizione di Dijsselbloem è stata prudente. Da un lato, ha ricordato che dal suo punto di vista c' è la possibilità di un eventuale do ut des tra un rallentamento del risanamento e una accelerazione delle riforme. Dall' altro, ha insistito sull' impegno dell' Italia a rispettare gli impegni del Patto che tra le altre cose prevede la riduzione del debito (oggi oltre il 130% del Pil). In queste ultime settimane, Renzi ha espresso una certa allergia per il limite del disavanzo al 3,0% del Pil. È ancora molto presto per capire cosa potrebbe accadere. Certo, c' è da chiedersi se l' Europa capirebbe il desiderio di un paese di riportare il deficit sopra al 3% del Pil dopo avere fatto faticosi sforzi per ridurlo sotto questa soglia, in piena crisi dei mercati. C' è di più. L' Italia si appresta ad avere il quarto governo in poco più di due anni. Uno scambio deficitriforme presuppone stabilità istituzionale e costanza politica, due caratteristiche che storicamente mancano al Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 8 19 febbraio 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione paese. Una possibilità, già percorsa in queste settimane dalla diplomazia italiana, è di individuare margini non tanto sul fronte del deficit, quanto sul debito, tenuto conto che dal 2016 il paese dovrà ridurre il passivo di un ventesimo all' anno. È vero che Madrid è riuscita in questi anni a strappare concessioni a Bruxelles; ma rispetto all' Italia, la Spagna è in una situazione diversa: ha un debito meno gravoso, una amministrazione più efficiente, un sistema fiscale più efficace e maggiore stabilità politica. Il cancelliere Angela Merkel ha insistito per creare accordi contrattuali tra istituzioni europee e stato membro per riuscire a imporre riforme nei paesi più fragili, notando come in alcuni paesi, tra cui la Francia, lo scambio di politica economica non aveva portato a risultati rassicuranti. Come minimo, l' Italia, il cui debito è considerato a Bruxelles un grave e perdurante squilibrio macroeconomico, dovrà tenere conto di questa doppia posizione tedesca. Dal canto suo, sempre ieri qui a Bruxelles, il ministro Fabrizio Saccomanni ha avvertito con realismo: «Chi supera la soglia del 3% ne paga le conseguenze». Saccomanni ha ricordato che l' uscita dell' Italia dalla procedura di deficit eccessivo ha permesso al paese di rifinanziarsi a un tasso medio del 2%, un risultato «clamoroso» che permetterà all' Italia di risparmiare nel 2014 tre miliardi di euro sui costi per il servizio del debito, riservando il denaro a investimenti più utili. © RIPRODUZIONE RISERVATA. BEDA ROMANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 9 19 febbraio 2014 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Confindustria. Il recepimento della direttiva Ue aggrava procedure e oneri. «No a paletti più stringenti sulle emissioni industriali» Marzio Bartoloni No a paletti e adempimenti in più sulle emissioni industriali rispetto a quanto ci chiede l' Europa. Che hanno solo l' effetto di produrre burocrazia e oneri più pesanti per le nostre imprese costrette così a essere meno competitive rispetto agli altri. L' ultimo banco di prova dell' eccessiva "solerzia" del legislatore italiano a danno del nostro sistema produttivo è il Dlgs di recepimento della direttiva Ue 75/2010 sulle emissioni industriali. Il decreto, dopo il primo via libera a inizio dicembre, è ora in Parlamento per i pareri delle commissioni competenti prima di tornare a Palazzo Chigi per l' ultimo sì. E ieri è finito nel mirino di Confindustria che in audizione alla Camera, in commissione Ambiente, ha chiesto in sostanza di non introdurre nuovi vincoli rispetto a quelli richiesti dalle Ue perché altrimenti si rischia «di aggravare le procedure e gli oneri a carico sia della Pa, sia degli operatori, con effetto penalizzante per il mondo produttivo italiano rispetto al resto delle imprese Ue». A chiedere modifiche tra l' altro non è solo l' associazione degli industriali, ma anche le Regioni che hanno presentato un sostanzioso pacchetto di emendamenti nella seduta del 6 febbraio scorso della Conferenza StatoRegioni. Per la delegazione di Confindustria, guidata dal direttore delle Politiche industriali Andrea Bianchi, la nuova normativa comunitaria sulle emissioni industriali «non deve trasformarsi in un onere tecnico procedurale per le imprese o le amministrazioni», ma dovrebbe invece «favorire un percorso di miglioramento tecnologico e ambientale attraverso un maggiore dialogo tra imprese e istituzioni». Nel documento depositato in commissione Ambiente alla Camera si sollecita dunque «una effettiva semplificazione delle procedure», anche alla luce del fatto che «vista la grave situazione economica con cui si stanno confrontando le imprese, è importante evitare che con l' evoluzione delle procedure di rilascio delle autorizzazioni siano imposti adempimenti gravosi che non tengano adeguatamente conto delle logiche industriali e dei vincoli di carattere operativo segnalati più volte dalle aziende». Tra le criticità dello schema di Dlgs di recepimento, Confindustria evidenzia innanzitutto i limiti della validità temporale dell' Aia. Che in Italia sono più corti rispetto agli altri (5 anni contro gli 810 di media degli altri Paesi). Da qui la necessità di «superare la tassatività dell' arco temporale autorizzatorio o quanto meno prevedere un allungamento dei termini di validità attualmente previsti». C' è poi l' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 10 19 febbraio 2014 Pagina 8 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione esigenza di prevedere un maggior raccordo con la disciplina sulle bonifiche su cui abbiamo norme più articolate e severe rispetto agli altri Paesi. E va eliminata la norma (non inclusa nella direttiva) che prevede che le imprese prestino una garanzia finanziaria a tutela di un eventuale inquinamento. Un onere in più non giustificato anche «in considerazione del fatto aggiunge il documento che le imprese impegnate in progetti di bonifica prestano già appropriate fideiussioni», come previsto dal Dlgs 152/2006. Infine Confindustria punta il dito contro i limiti alle emissioni più restrittivi rispetto a quelli previsti dalla direttiva per alcuni impianti industriali e chiede di rivedere l' inasprimento di alcune sanzioni e l' introduzione di nuove fattispecie. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE REGOLE La direttiva 2010/75/Ue La norma Ue rivede e fonde insieme in un unico testo giuridico sette direttive riguardanti le emissioni industriali rafforzando l' approccio integrato in materia di rilascio degli atti autorizzativi Il Dlgs di recepimento Anche la bozza di decreto di recepimento punta a ricomprendere in un unico corpo normativoil complesso delle norme in materia di emissioni industriali. Ma secondo Confindustria introduce paletti più stringenti rispetto alla normativa Ue. MARZIO BARTOLONI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 19 febbraio 2014 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Statuto in Gazzetta. A regime l' agenzia per l' Italia digitale Dopo oltre un anno e mezzo di attesa diventa definitivamente operativa l' Agenzia per l' Italia digitale. Nei giorni scorsi è stata pubblicato in «Gazzetta» lo statuto, rimasto a lungo in stand by, che ora farà girare a pieni giri l' organismo disegnato per diventare il braccio operativo del Governo nell' attuazione dell' agenda digitale: dalla diffusione della banda larga e ultra larga alla digitalizzazione della Pa fino alla creazione di una identità digitale per ogni cittadino. L' Agenzia, che avrà a disposizione 130 persone, lavorerà sotto il controllo di Palazzo Chigi un punto questo fortemente voluto dall' ex premier Letta che aveva tentato di dare un nuovo impulso all' agenda digitale e opererà in base alle strategie che saranno messe a punto da un «Comitato di indirizzo». Un organismo, questo, che in sostanza prenderà il posto dall' unità di missione guidata da Francesco Caio commissario nominato da Letta e ora in scadenza e dove siederanno un rappresentante nomitato da Palazzo Chigi con compiti di coordinamento e altri membri nominati da ministeri (Sviluppo economico, Miur, Pa, Economia), Regioni oltre ai rappresentanti del Tavolo permanente per l' innovazione e l' Agenda digitale italiana. La nomina del Comitato dovrebbe essere uno dei primi compiti del nuovo Governo presieduto da Renzi, anche se non è escluso del tutto che il Governo uscente firmi il decreto di nomina dell' organismo facendolo rientrare nell' ordinaria amministrazione. Da verificare anche la conferma dell' attuale direttore generale, Agostino Ragosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 12 19 febbraio 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Fisco ed enti locali. La bozza delle istruzioni per la compilazione dei modelli per enti non commerciali. Esenzioni Imu, in testa la sanità Titolo preferenziale l' accreditamento Pagano partiti e sindacati L' ALTRO FRONTE Per le attività culturali e ricreative è determinante il carattere gratuito delle prestazioni. Luigi Lovecchio L' esenzione Imu per gli enti non commerciali non riguarda la totalità delle attività istituzionali svolte da tali soggetti, ma solo quelle considerate dall' articolo 7, lettera i) del Dlgs 504/1992. Tra queste non sono citate le attività politiche e sindacali, per le quali quindi non vi sono agevolazioni. La bozza delle istruzioni ministeriali alla compilazione del nuovo modello di dichiarazione per gli enti non commerciali riprende la distinzione in categorie di attività individuate dal Dm 200/2012. Per ciascuna di esse sono fornite indicazioni approfondite sia sotto il profilo definitorio sia sotto l' aspetto della qualificazione non commerciale delle operazioni effettuate. Nelle attività assistenziali, un ruolo importante è attribuito a quelle sanitarie. La bozza ritiene sempre rispettati i requisiti di non commercialità se sono accreditate e contrattualizzate con Stato, Regioni ed enti locali, anche se svolte dietro pagamento di importi di partecipazione alla spesa previsti dall' ordinamento (ticket). Si considerano accreditate anche le prestazioni sanitarie effettuate col contributo dell' ente locale, a titolo di integrazione della retta (assistenza ad anziani autosufficienti). Il rispetto invece del requisito di attività esercitata gratuitamente o con pagamento di corrispettivi simbolici è richiesto solo per le attività sanitarie non convenzionate. Per essere simbolico, secondo l' interpretazione della Commissione Ue, il corrispettivo deve essere totalmente sganciato dal costo del servizio e, in ogni caso, non deve superare la metà dei prezzi mediamente praticati sul mercato per prestazioni analoghe. Il controllo compete al Comune. Quanto alle attività didattiche, va in primo luogo verificato se l' attività è paritaria a quella statale e non vi sono discriminazioni nell' accettazione degli alunni. Vanno inoltre garantiti gli obblighi di accoglienza dei portatori di handicap, l' applicazione dei contratti collettivi e la pubblicità del bilancio. Le tasse d' iscrizione non devono superare il costo medio per studente pubblicato sul sito del Miur. Le attività ricettive sono sempre soggette a Imu se svolte in strutture alberghiere o paralberghiere (alberghi e bed & breakfast imprenditoriali). Devono inoltre essere prestazioni rese non a un pubblico Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 13 19 febbraio 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione indiscriminato ma a categorie di soggetti, destinatari delle attività istituzionali dell' ente non commerciale (per esempio, alunni di istituti scolastici o membri di associazioni). Le rette devono essere simboliche, non potendo superare la metà delle tariffe praticate su base regionale dalle strutture ricettive "classiche". Per le attività culturali e ricreative è dirimente il rispetto della sostanziale gratuità delle prestazioni. Sono inoltre menzionate le attività sportive, sempre che siano esercitate da enti non commerciali. Occorre inoltre che l' attività sia organizzata direttamente dall' ente, che non deve quindi limitarsi a mettere a disposizione le strutture. Le quote di iscrizione richieste dalle associazioni sportive riconosciute dal Coni si considerano simboliche e dunque non fanno mai perdere l' esenzione Imu. Da quest' anno è agevolata anche l' attività di ricerca scientifica, per la cui definizione le Finanze si riportano agli atti ufficiali della Commissione Ue. Un' ultima precisazione riguarda le attività di religione e di culto: vi rientrano tutte le confessioni religiose che hanno siglato intese con lo Stato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il quadro delle attività ASSISTENZIALI E SANITARIE Vale l' accreditamento Le attività sanitarie nono ritenute sempre non commerciali, qualora ci sia un accreditamento e una contrattualizzazione con Stato, Regioni o enti locali. Si considerano accreditate anche le prestazioni assistenziali in cui il contributi dell' ente va a integrare la retta (per esempio, per gli anziani autosufficienti) DIDATTICHE Va verificata la paritarietà In campo didattico, il primo discrimine tra attività commerciali e non commerciali è paritarietà rispetto alle scuole pubbliche. Va verificato anche se ci siano discriminazioni all' accesso degli allievi. Gli istituti scolastici devono anche garantire l' accoglienza ai portatori di handicap, il rispetto dei contratti di lavoro e la pubblicità del bilancio RICETTIVE Escluso l' esercizio imprenditoriale Nelle attività alberghiere, l' esenzione dall' Imu è sempre esclusa quando chi le esercita lo fa a titolo imprenditoriale. Quando sono esercitate da un ente non commerciale, per essere esenti devono essere rivolte non a un pubblico indistinto ma ai destinatari dell' attività istituzionale dell' ente CULTURALI E RICREATIVE Conta la gratuità delle prestazioni Un' attività culturale o ricreativa consente l' esenzione dal pagamento dell' Imu per il soggetto (ente n o n commerciale) che la esercita quando i destinatari ne fruiscono a titolo gratuito. La bozza di istruzioni alla dichiarazione Imu parla più specificamente di sostanziale gratuità SPORTIVE Un elenco delle discipline Nello sport, le esenzioni Imu agli enti non commerciali vengono accordate sulla base di una lista di discipline. L' ente deve comunque svolgere effettivamente l' attività sportiva: non è ammesso che si limiti a mettere a disposizione di altri le strutture. Le quote d' iscrizione ad associazioni riconosciute dal Coni non fanno perdere l' esenzione RICERCA SCIENTIFICA «Decide» la Ue Per capire se un' attività di ricerca scientifica dia diritto a chi la svolge a fruire dell' esenzione dall' Imu, il fisco italiano si rimette integralmente alle definizioni date dalla Ue: sono esenti tutte quelle attività che risultano da atti ufficiali dell' Unione definite come di ricerca RELIGIOSE Serve l' intesa con lo Stato Le attività religiose danno tutte diritto all' esenzione dall' Imu. Si pone però il problema di individuare quali religioni siano considerate tali ai fini dell' Imu. Le bozze delle istruzioni alle dichiarazioni stabiliscono che vi rientrano tutte le confessioni che hanno firmato intese con lo Stato POLITICHE E SINDACALI Nessuna agevolazione Partiti e sindacati rientrano certamente fra gli enti non commerciali, però non hanno diritto ad alcuna esenzione dall' Imu. Il motivo sta nella natura della loro attività: sono esenti solo quelle considerate dall' articolo 7, lettera i) del Dlgs 504/1992, tra cui non rientrano né quelle politiche né quelle sindacali L' anticipazione Sul Sole 24 Ore di ieri è stato anticipato per la prima volta il contenuto delle bozze della dichiarazione Imu e delle relative istruzioni, specificando che hanno una mole simile a una circolare. Particolare attenzione è stata data alle agevolazioni per scuole paritarie. LUIGI LOVECCHIO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 14 19 febbraio 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Agenda digitale. Comuni, province e regioni hanno 16 mesi per adeguarsi. Fatturazione elettronica obbligata da giugno 2015 LA NORMATIVA Il decreto attuativo domani sarà sottoposto al parere definitivo della conferenza unificata StatoRegioni. Marco Mobili ROMA L' obbligo della fatturazione elettronica per le amministrazioni locali decorre dal 6 giugno 2015. Comuni, province e regioni avranno dunque oltre 16 mesi per adeguarsi e cominciare a far viaggiare le fatture sulle piattaforme informatiche messe a punto da Entrate e Sogei per tutti i loro fornitori. A fissare nero su bianco la data da cui decorrerà l' obbligo previsto dalla Finanziaria 2008 sia per le amministrazioni centrali sia per quelle locali, è ora un decreto attuativo messo a punto dal ministro dell' Economia e da quello per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione e domani al parere definitivo della conferenza unificata. Poche righe ma che completano il quadro normativo per far decollare una volta per tutte la "terza gamba" dell' Agenda digitale italiana: quella della fatturazione elettronica (Identità digitale e anagrafe nazionale della popolazione residente sono le altre due). E su cui a scommetterci non è solo la macchina amministrativa ma anche i privati. Tra questi il Consorzio Cbi cui aderiscono 600 istituti finanziari che offrono servizi a oltre 920mila imprese. In un contesto in cui la priorità per recuperare risorse passa per il taglio dei costi nella Pa, come ricorda il direttore generale del Consorzio, Liliana Fratini Passi «con l' introduzione della fatturazione elettronica verso la Pa si possono ottenere risparmi diretti per oltre un miliardo di euro l' anno (se si considerano solo gli impatti interni alle Pa) e di circa 1,6 miliardi se si vogliono considerare anche i potenziali effetti sui fornitori della Pa stessa». C' è poi un risvolto difficile da quantificare ma che potrebbe dare comunque risultati eclatanti: la trasparenza e la tracciabilità dei pagamenti con la fatturazione elettronica sono un' arma in più per il contrasto all' evasione fiscale e al sommerso. Ma come sempre accade i buoni propositi e le best practices in Italia non sempre trovano riscontri immediati. Il Direttore generale del Consorzio precisa che gli «enti che si sono dichiarati disponibili alla ricezione di fatture elettroniche attualmente sono al di sotto delle aspettative. Da una verifica al 12 febbraio scorso le ammministrazioni registrate ai servizi di fattura elettronica sono soltanto 50 e di queste solo 14 Pa centrali». Eppure la macchina e gli istituti finanziari che aderiscono al Consorzio sono pronti. Già dal 6 dicembre scorso, conclude il Dg di Cbi, è disponibile la funzione «Fattura PA» che consente a un consorziato di interfacciarsi con il sistema di interscambio dell' agenzia delle Entrate gestito da Sogei per l' invio delle fatture elettroniche per conto dei propri clienti aziende creditrici, così come la ricezione di fatture elettroniche per conto delle proprie clienti pubbliche amministrazioni debitrici. Tutto pronto dunque, ora tocca alla macchina statale e locale mettersi in gioco. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 15 19 febbraio 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione © RIPRODUZIONE RISERVATA. MARCO MOBILI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 16 19 febbraio 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Patto di stabilità. Decorrenza dal terzo anno dopo la loro istituzione. Unioni comunali, vincoli rinviati BONUS INVESTIMENTI Risorse finanziarie utilizzabili esclusivamente per i pagamenti in conto capitale datati nel primo semestre del 2014. Patrizia Ruffini La nuova circolare sul patto di stabilità d i r a m a t a i e r i d a l l a R a g i o n e r i a Generale dello Stato (n. 6/2014) spiega per la prima volta le modalità applicative dell' assoggettamento al patto, a partire dall' anno in corso, delle unioni costituite dai comuni con popolazione fino a mille abitanti (comma 1, articolo 16, Dl 138/11). Le unioni in questione applicano la disciplina prevista per i comuni aventi popolazione corrispondente. Pertanto, l' assoggettamento alle regole del patto decorre analogamente a quanto previsto per i comuni di nuova istituzione dal terzo anno successivo a quello della loro istituzione; mentre la base di riferimento su cui applicare la percentuale è data dalle risultanze dell' anno successivo a quello della loro istituzione. La spesa corrente da considerare è quella desunta dai certificati di conto consuntivo. Fra le novità targate 2014 che tutti gli enti devono tener presente la circolare ricorda il "bonus" investimenti di 1 miliardo. Gli spazi finanziari che si liberano in applicazione della norma vanno utilizzati esclusivamente per pagamenti in conto capitale datati nel primo semestre del 2014 (per cui i pagamenti in conto capitale che avverranno nel secondo semestre non potranno essere esclusi a valere sui predetti spazi finanziari); il controllo sarà effettuato con il monitoraggio semestrale. La circolare si sofferma anche sul fondo svalutazione crediti, in merito al quale conferma che i relativi stanziamenti non rilevano ai fini del saldo finanziario di competenza mista, poiché non sono oggetto di impegno, ma confluiscono nel risultato di amministrazione vincolato. Sul punto la Ragioneria generale precisa anche che tali voci non rilevano fin dalle previsioni, superando in questo modo la posizione più rigida della Corte dei conti (deliberazione 287/2012 della Toscana) che in passato era intervenuta sul punto. Anche se la Circolare nulla dice in proposito, è da ritenere che analogo trattamento vada riservato al fondo crediti di dubbia esigibilità che negli enti in sperimentazione dell,armonizzazione contabile ha mandato in soffitta il fondo svalutazione crediti. Come ogni anno, le istruzioni della Ragioneria si confermano un utile vademecum per applicare correttamente il patto, particolarmente apprezzato dagli enti con meno di cinquemila abitanti, costretti a fare i conti con questo vincolo da poco più di un anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 17 19 febbraio 2014 Pagina 16 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione PATRIZIA RUFFINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 18 19 febbraio 2014 Pagina 18 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione In Senato. Ok in commissione Finanze e Industria. Il Dl destinazione Italia ridimensionato in attesa dell' ultimo sì PROBLEMI DI COPERTURA Numerosi i rilievi tecnici sulle risorse soprattutto per il credito d' imposta per investire nella ricerca. Carmine Fotina ROMA Le commissioni Finanze e Industria del Senato hanno licenziato il decreto Destinazione Italia senza modifiche rispetto al testo approvato dalla Camera. Il Dl, passato con l' unico voto contrario di Forza Italia, sarà oggi pomeriggio all' esame dell' Assemblea, dove l' obiettivo dei relatori è convertire il provvedimento già in serata. Tuttavia il decreto, che scade venerdì, potrebbe correre ancora dei rischi vista l' intenzione dei senatori M5S di fare ostruzionismo in Aula e non si può escludere il ricorso alla cosiddetta "tagliola" per neutralizzare la protesta. Partito con grande enfasi, il lavoro dei ministeri su Destinazione Italia ha portato progressivamente a un testo eterogeneo e meno ambizioso rispetto alle aspettative. Con più di un problema di copertura, sollevato anche dal dossier Bilancio del Senato, soprattutto in merito al credito d' imposta per gli investimenti in ricerca, considerato una delle principali misure. Nel Dl compaiono, tra gli altri, interventi per ridurre i costi dell' energia, incentivare le Pmi che si connettono alla banda larga, rilanciare le bonifiche industriali, favorire la diffusione di minibond e cartolarizzazioni, inasprire le sanzioni sul lavoro irregolare. Alla Camera è stato stralciato l' intero articolo sull' Rc auto mentre è stata approvata la compensazione, per il 2014, delle cartelle esattoriali con i crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pa. Disco verde anche per la stretta sull' utilizzo del preconcordato. Su alcuni punti, ad esempio la gestione del cosiddetto bonus lettura, il decreto ha incassato critiche anche da parte dello stesso Pd targato Renzi. «Non è certamente un provvedimento risolutivo commenta Camilla Fabbri, relatrice Pd al Senato insieme ad Andrea Olivero (Pi) ma in questo momento di difficoltà per le imprese non possiamo permetterci di farlo decadere rinunciando ad alcune norme che possono apportare comunque benefici al sistema». Sono arrivati anche rilievi dei tecnici, sia della Camera sia del Senato, in merito alle coperture apparse in diversi casi non sufficientemente chiare o addirittura labili. In primo luogo, si è accesa una spia rossa Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 19 19 febbraio 2014 Pagina 18 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione sul bonus ricerca e sui voucher per le Pmi digitali. Il governo ha infatti previsto di finanziare entrambe le misure, oltre che con i fondi Ue, anche con il Fondo sviluppo e coesione, le cui risorse, però, risultano non utilizzabili per il 2014 in quanto il 75% è stato impegnato con la legge di stabilità mentre la restante quota è già in attesa di finalizzazione. Vengono sollevati dubbi anche sui possibili oneri pubblici per le bonifiche industriali per l' estensione del ruling internazionale e, con un certo allarme, per la nuova disciplina relativa ai minibond e per le regole volte a favorire investimenti in questo campo anche da parte delle assicurazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA. CARMINE FOTINA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 20 19 febbraio 2014 Pagina 18 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Lavoro. Estesa la possibilità di utilizzo per cassintegrati e disoccupati. La Cig convive con i voucher Matteo Prioschi Anche nel 2014 cassintegrati e percettori di altre prestazioni di sostegno al reddito potranno svolgere attività di lavoro accessorio. L' articolo 8, comma 2 ter del decreto Milleproroghe (il numero 150/2013) così come approvato dalla Camera in fase di conversione in legge, prevede infatti l' estensione all' anno in corso della possibilità già concessa per il 2013. Dato che il decreto legge nel corso dell' approvazione finale al Senato non dovrebbe subire modifiche, la disposizione può essere considerata definitiva. Il Dl 150/2013 estende, senza modificarla, la previsione già contenuta nel Dl 83/2012 che a sua volta ha modificato la legge 92/2012 che è intervenuta sull' articolo 70, comma 1 del decreto legislativo 276/2003. Quindi, anche per l' anno in corso, i percettori di prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito possono essere impiegati con la formula del lavoro accessorio fino a un massimo di 3mila euro di corrispettivo nell' anno solare senza perdere il relativo status e le integrazioni. Come precisato dall' Inps nella circolare 49/2013, il limite di 3mila euro va inteso al netto dei contributi previdenziali e riguarda il singolo lavoratore, quindi viene determinato dalla somma delle prestazioni svolte dallo stesso presso più committenti. L' impiego di percettori di sostegni al reddito può avvenire in tutti i settori produttivi, compresi gli enti locali purché nel rispetto delle spese per il personale da parte di questi ultimi. Nel caso di prestazioni a favore di imprenditori o professionisti, in via generale si applica un tetto di 2mila euro all' anno presso ciascun committente. Spetta all' Inps sottrarre gli accrediti contributivi derivanti dal lavoro accessorio dalla contribuzione figurativa riguardante le somme erogate per integrazione al salario o sostegno al reddito. © RIPRODUZIONE RISERVATA La bussola 01 | LE CARATTERISTICHE Il lavoro accessorio prevede il pagamento delle prestazioni tramite voucher di valore nominale predefinito che include anche la quota (13%) destinata alla gestione separata Inps e quella per l' Inail (7%) 02 | L' UTILIZZO Nel solo 2013 ne sono stati venduti più di 40 milioni. Complessivamente dal 2008 il totale è di oltre 92 milioni. MATTEO PRIOSCHI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 21 19 febbraio 2014 Pagina 18 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione NOTIZIE In breve CONVEGNO A MILANO Bilancio di genere nelle quotate L' Ordine dei dottori commercialisti di Milano continua il percorso di studio sulla legge GolfoMosca che prevede l' introduzione dell' equilibrio di genere nella composizione degli organi di amministrazione e controllo delle società quotate in Borsa e a partecipazione statale dedicando al tema il XVI Forum della Scuola di Alta Formazione Luigi Martino. Il convegno si terrà domani 20 febbraio dalle 9 alle 13.30 al Palazzo delle Stelline, corso Magenta 61. A confronto: rappresentanti delle istituzioni, delle professioni e del mondo accademico, manager ed esperti di recruitment. PENSIONI Nuovi coefficienti di rivalutazione È pari a 1,001643 il coefficiente di rivalutazione per i montanti contributivi da usare per le pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2014 in base alla legge 335/1995. Con il messaggio 2626 di ieri l' Inps ha anche comunicato tutti i coefficienti relativi alla quota di pensione relativa alle anzianità maturate fino al 31 dicembre 1992 e quelle dal 1993 al 2011. (Ar.Ro. ) INCONTRO IN BOCCONI L' efficienza della «Pa» La pubblica amministrazione è diventata più snella, ma deve comunque diventare più efficiente. Questo sarà il tema centrale dell' incontro in programma domani alle 10.30 presso l' aula magna dell' Università Bocconi a Milano. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 22 19 febbraio 2014 Pagina 2 Italia Oggi Pubblica amministrazione L' analisi. Finalmente in piazza anche chi produce pil Ieri a Roma si sono dati appuntamento 60 mila artigiani e commercianti per manifestare al paese, e al mondo politico, il disagio che ha già investito e travolto gran parte di questa categoria di produttori. Il loro messaggio è chiaro: la misura è colma, siamo stati spremuti come dei limoni, e purtroppo non si vedono limiti alla garrota tributaria e burocratica che si sta sempre più stringendo attorno al collo di questi imprenditori che, persino in Germania (leggere l' ultimo report di Deutsche Bank) costituiscono l' ossatura economica di un paese industrialmente così importante. Artigiani e commercianti sono non solo persone che producono molto più pil di quanto ne consumino ma, con la loro laboriosità, sono anche persone che, credendo in loro stesse, si sono tolte dal mercato dell' occupazione pubblica, che alle volte è utile ma molto spesso è anche dilapidante, perché solo clientelare, lottizzato com' è fra politici e sindacalisti con la faccia di bronzo, come del resto ci ricordano continuamente i monotoni (e per questo agghiaccianti) rapporti della Corte dei conti. I cosiddetti forestali che non hanno mai visto da vicino una pianta, i cosiddetti disoccupati organizzati (che accettano il cosiddetto lavoro solo se è di un ente pubblico), le ragazzuole di belle speranze che vengono premiate per la loro disponibilità con un posto nelle Regioni e altrove (come dimostrano le cronache di questi tempi) sono macigni attorno al collo di artigiani e commercianti che sono chiamati, in una spirale senza fine, a pagare il conto di un osceno pranzo continuo, consumato da altri. Sempre gli stessi, per di più. I 60 mila che hanno manifestato a Roma dicono che stanno per essere soffocati da una pubblica amministrazione che inventa i posti di lavoro (spesso, solo buste paga) per i suoi preferiti. Non solo, costoro, una volta raggiunta una scrivania si esercitano nell' esercizio di poteri burocratici assurdi a danno di coloro che li mantengono. Un caso fra tutti: in una retata sui commercianti in Galleria Vittorio Emanuele a Milano è stato multato con 400 euro un ristorante che, pur avendo esposto il cartello «Vietato fumare», non c' aveva aggiunto un teschio, «come da regolamento». Maledetti. © Riproduzione riservata. PIERLUIGI MAGNASCHI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 23 19 febbraio 2014 Pagina 9 Italia Oggi Pubblica amministrazione Lo denuncia a tre procure il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Le donazioni popolari per l' alluvione in Sardegna si trovano ancora nelle tasche di chi le ha raccolte «La generosità degli italiani, pari ad almeno 718.323,40 euro, è rimasta nelle tasche dei promotori delle raccolte fondi per la Sardegna». È la clamorosa denuncia del Codacons, indirizzata a tre Procure, contro tutte le associazioni volontarie, comprese quelle di giornali e tg nazionali, che subito dopo l' alluvione del 1819 novembre, che causò 16 morti e danni ingenti, lanciarono numerose iniziative per aiutare le popolazioni colpite. «Finora abbiamo sentito soltanto delle chiacchiere, e nessun progetto concreto ha potuto giovarsi dei soldi raccolti in tutta Italia» dice Carlo Rienzi, presidente del Codacons. Più volte, a nome della sua organizzazione, ha sollecitato per iscritto le associazioni che hanno raccolto i fondi a dichiarare l' entità delle somme raccolte e a precisare i progetti concreti sui quali farle confluire, senza mai ottenere adeguati riscontri. «Abbiamo ricevuto poche risposte, e per lo più generiche» dice Renzi. Un silenzio inaccettabile per il Codacons, poiché tutte le raccolte fondi si erano impegnate a contribuire a «interventi pubblici, in accordo con le amministrazioni delle città e dei Paesi più colpiti». Per questo, la denuncia solleva l' ipotesi di truffa, falso e appropriazione indebita, e invita le procure di Roma, Tempio Pausania e Nuoro a fare chiarezza al più presto. Nelle 16 pagine della denuncia, sono elencati sia i Comuni sardi più Colpiti (Olbia, Onani, Torpé, Arzachena, Uras, Bitti), sia i promotori delle varie raccolte fondi: il quotidiano Unione Sarda, Sardegna Solidale, Anci Sardegna, Caritas Diocesana di Cagliari, Confcommercio, Associazione Italiana Calciatori (AIC), Mediafriends Onlus, Rcs Mediagroup onlus, Adria Italia, Croce Rossa Italiana. A tutti, sia ai Comuni che alle associazioni, il Codacons ha inviato copia di una diffida, a norma di legge (art. 140/ dlgs 206/2005), per avere informazioni circa i progetti concreti da finanziare. Non tutte le associazioni hanno risposto. E quelle che lo hanno fatto, sostiene il Codacons nell' esposto, non sono mai andate oltre la manifestazione di un impegno generico, senza indicare (salvo poche eccezioni) l' ammontare delle somme raccolte, né i progetti concreti, né i tempi di realizzazione. Tra le somme dichiarate, la maggiore è quella raccolta da Mediafriends Onlus, pari a 700 mila euro. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 24 19 febbraio 2014 Pagina 9 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione Seguono quella delle Acli Sardegna (15 mila euro) e quella di Adria Italia (2.523,90 euro). Nessuna delle altre associazioni ha rivelato l' ammontare dei soldi raccolti. Quasi tutte si limitano a fare delle promesse. È il caso dell' Aic (Associazione italiana calciatori), che si vanta di avere indicato in Salvatore Sirigu, portiere del Paris Saint Germain, e nei calciatori del Cagliari, i «punti di riferimento» per la scelta della struttura o delle famiglie a cui saranno destinati i soldi raccolti. «Ma ad oggi nessun altro riscontro è pervenuto» afferma la denuncia Codacons. Assai deludenti sono giudicate anche le risposte delle altre associazioni, compresa quella della Croce Rossa: pur riconoscendo «l' importanza e il merito dell' azione svolta dalla Cri» nei primi soccorsi alle popolazioni colpite dall' alluvione, nella sua denuncia il Codacons sostiene che «non si può non avere perplessità anche alla luce dei numerosi scandali, riportati dai media, stampa e siti web, in cui la Croce Rossa Italiana sembrerebbe essere stata coinvolta, con le ripetute denunce della Corte dei Conti relativamente a disagi e deficit economici che indeboliscono ancora di più il più importante Ente umanitario e come si sia evidenziato come la CRI avrebbe un buco economico di quasi 14 milioni di euro e una scarsa capacità interna di controllare la contabilità con assenza di una tesoreria unica a cui attingere denaro in modo vigilato». Vi è poi il caso della Adria Italia, che sostiene di avere concordato con il Comune di Olbia la destinazione della somma raccolta (2.523,50 euro), ovvero la riparazione dell' asilo nido di via Lupacciolu. Ma richiesto di una conferma, il Comune di Olbia si è limitato a rispondere che è in corso la valutazione dei danni e che nessuna decisione è stata presa. Dice Renzi a Italia Oggi: «L' unico Comune che ha dato prova di agire con grande trasparenza è stato quello di Torpé, un Comune piccolo, ma bene amministrato. Dopo avere ricevuto 82 mila euro dalle donazioni, ha preteso che alla ripartizione dei fondi tra le famiglie più colpite fosse presente anche una delegazione del Codacons». E per il resto? «Purtroppo, come accade ad ogni calamità, le associazioni volontarie che raccolgono fondi tardano il più possibile nei loro interventi, e preferiscono tenere i soldi in banca, per incrementare il loro patrimonio. Ma questa è appropriazione indebita, una truffa nei confronti della generosità degli italiani». © Riproduzione riservata. TINO OLDANI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 25 19 febbraio 2014 Pagina 11 Italia Oggi Pubblica amministrazione lettere Scusate, siamo stati all' estero un paio di giorni. Abbiamo già cambiato premier o c' è ancora Renzi? Filippo Merli I giornalisti hanno cambiato mestiere Ricapitoliamo: il Corriere lancia la volata a Matteo Renzi, rispolverando una notizia vecchia di tre anni fatta passare come scoop da Alan Friedman. Poi a via Solferino scoprono che Lucia Annunziata fa le consultazioni per la nascita di un governo RenziDe Benedetti. Chissà come l' avranno presa. Su tutto un dubbio: ma se i giornalisti ora fanno i politici, a fare i giornalisti chi ci pensa? Alla fine, sarà dura smentire Grillo sullo stato della stampa Luigi Chiarello Possiamo stare tranquilli Josif Stalin ha dovuto vedersela con Aleksandr Solzhenitsyn, Georgij Malenkov con Boris Pasternak, Leonid Breznev con Vladimir Bukovskij e Andrej Sacharov. Se oggi Putin deve vedersela con le Femen e Luxuria, può dormire sonni tranquilli. Marco Cobianchi Il 1984 lo stiamo vivendo adesso Eric Arthur Blair, prima di chiamarsi George Orwell, gli aveva dato un titolo: «1984». Purtroppo quel libro ora ci appare tutt' altro che archeologia letteraria. Ahimé. Corrado Idomeneo Parla come Pinocchio «Oggi imparo a leggere, domani a scrivere, dopodomani a far di conto», disse Pinocchio. «Entro febbraio la riforma elettorale, a marzo la riforma del lavoro, in aprile la pubblica amministrazione, a maggio in fisco», disse Renzi. Comun denominatore? La toscanità. E il naso lungo. Sergio Luciano Brunetta non ha tutti i torti L' ex ministro Renato Brunetta ha dichiarato che non vedrà il Festival di Sanremo perché «non mi piace lo show business, non mi piacciono i cosiddetti mostri sacri che pretendono di spiegare agli italiani come devono vivere, come devono pensare. Quando uno spettacolo televisivo di massa è tutto di una sola parte che racconta un solo modo di intendere la vita, di intendere la politica, di intendere i valori solo di una parte, mi dà anche fastidio». Mi pare evidente che Brunetta senta già puzza di beatificazione di Renzi in diretta televisiva. E come dargli torto, conoscendo le capacità della Rai di spostare rapidamente le proprie blandizie da un potente di turno all' altro? Peccato che poi lo faccia esclusivamente all' interno di una sola parte politica, ma quello fa parte del dna dell' azienda Lorenzo Piccolomini Firenze Perche radiato Mughini e i mezzibusti no? Qualcuno mi può spiegare la differenza tra Giampiero Mughini e i giornalisti che leggono i Tg della Rai? Mughini è stato radiato dall' ordine dei giornalisti per avere fatto uno spot pubblicitario, se non ricordo male per una società di telefonini. Per l' ordine, chi è giornalista non deve mai fare spot, pena il conflitto d' interessi. Regola applicata con eccesso di zelo a Mughini, che non ha mai scritto una riga in vita sua Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 26 19 febbraio 2014 Pagina 11 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione sui telefonini. Epperò sono due mesi che al termine di tutti i Tg delle tre reti Rai i giornalisti di turno ricordano con zelo che si deve pagare il canone Rai, azienda da cui sono stipendiati. Non è pubblicità interessata, questa? Tino Oldani Tutti uguali per la burocrazia Ue La recente legge approvata dalla regione Lombardia per lo sviluppo delle imprese prevede anche una norma specifica per la creazione di un marchio Made in Lombardy che dovrebbe appunto tutelare le specificità, alimentari e non, di una delle regioni più ricche d' Italia. Sono curioso di sapere quale sarà la reazione dell' Unione europea. A Bruxelles, infatti, già viene l' orticaria a sentire parlare di Made in Italy, figuriamoci quando si tratterà di discutere di una sotto categoria di quest' ultimo. Non dobbiamo dimenticare che il punto di vista prevalente in sede di Commissione europea è sembrato essere in questi anni l' annacquamento delle peculiarità nazionali e l' omologazione verso il basso. Tra l' Europa (immaginata) dei popoli e quella (reale) della tecnocrazia il gap è troppo ampio perché un qualche «Made in» possa allignare. Francesco Giorgione Napoli. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 27 19 febbraio 2014 Pagina 12 Italia Oggi Pubblica amministrazione Renzi farebbe bene ad ascoltare le richieste di un ceto che produce pil. Sono ben 372 mila le saracinesche che si sono abbassate per sempre soltanto l' anno scorso Stop alla «oppressione fiscale insostenibile» (il tasso supera, ormai, il 44% del Prodotto interno lordo), destinando le risorse derivanti dalla lotta all' evasione alla riduzione generale della tassazione, partendo dalle aliquote Irpef ed escludendo dal pagamento dell' Imu gli immobili strumentali all' attività d' impresa (che grava sulle spalle del 70% delle pmi). Ed un freno allo strapotere della burocrazia, snellendo, da un lato, gli adempimenti nel numero e nei contenuti («ogni tre giorni se ne deve espletare almeno uno») e, dall' altro, assicurando il pagamento dei debiti contratti dalla pubblica amministrazione, favorendo, a seguire, l' accesso al credito delle aziende, mediante «un intervento straordinario della Banca centrale europea». Rete Imprese Italia ha chiamato a raccolta artigiani e commercianti a Roma, elencando la sequela di interventi necessari ed urgenti per rimettere in sesto l' economia e rilanciare consumi e investimenti, chiedendo, dichiara a ItaliaOggi Daniele Vaccarino, presidente della Cna, «subito un incontro al premier incaricato Matteo Renzi, perché quei timidi segnali di ripresa che ci vengono segnalati non si avvertono, e le assunzioni non ripartono. Siamo disponibilissimi a qualsiasi tipo di concertazione, anche rompendo vecchi schemi. Ci convochi, ci ascolti», aggiunge, «e vedrà che abbiamo delle idee importanti ed utili per arricchire il programma di riforme che ha annunciato di voler realizzare, mese dopo mese». Una di queste è, sicuramente la sospensione della normativa sul Sistri, il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, un vincolo per le aziende che Vaccarino, dal palco, non esita a definire «un mostro», mentre Marco Venturi (Confesercenti) sottolinea come 372 mila saracinesche si siano abbassate per sempre nel 2013, e occorra invertire la tendenza altrimenti, invece che di sviluppo e di occupazione, «continueremo a parlare di chiusure ed usura». E, a proposito di lavoro, Rete Imprese torna a battere sul tasto della riduzione del costo dei dipendenti, ma invoca la non penalizzazione dei contratti flessibili, nonché l' eliminazione di tutte le causali per l' inquadramento a tempo determinato. Alle aziende, infine, darebbe ossigeno anche «un sistema giudiziario civile più efficiente», accompagnato da un potenziamento infrastrutturale nel nostro paese, che liberalizzi (ulteriormente) il Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 28 19 febbraio 2014 Pagina 12 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione trasporto ferroviario, e da una modifica delle imposte vigenti sui consumi di energia elettrica, giacché «più del 60% del totale delle spese sostenute dalle pmi è di origine fiscale e parafiscale». DI SIMONA D' ALESSIO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 29 19 febbraio 2014 Pagina 18 Italia Oggi Pubblica amministrazione televisioni. Il Tg1 perde la redattrice fashion e riordina le redazioni Paola Cacianti lascia. Il Tg1 perde la popolare redattrice del fashion. Il direttore Mario Orfeo aveva pensato a un contratto per trattenerla ma il dg Luigi Gubitosi è stato irremovibile. I n t e m p i d i spending review n e s s u n a eccezione: i pensionati vanno a riposo e non si recuperano. Così dal 28 febbraio Paola Cacianti lascerà il mondo degli stilisti e delle sfilate, al suo posto andrà Barbara Modesti. Enrico Mentana verrà dopo Crozza. L' editore di La7, Urbano Cairo, ha licenziato il palinsesto per i prossimi mesi. Il venerdì sera il direttore del tg condurrà l' approfondimento Bersaglio mobile dopo lo show di Maurizio Crozza. Una decisione che costringe Daria Bignardi a traslocare al mercoledì al posto di Gianluigi Paragone che a sua volta sposterà la sua Gabbia alla domenica. Prova d' appello per Linea Gialla, condotto da Salvo Sottile, confermato il martedì ma con scarso entusiasmo da parte di Cairo per quel 3% di audience che non riesce a superare. Claudio Santamaria veste i panni del maestro Alberto Manzi e con la rievocazione di Non è mai troppo tardi la Rai continua la celebrazione dei suoi 60 anni. Manzi tra il 1960 e il 1968 alfabetizzò gli italiani attraverso la tv. La miniserie in due puntate, diretta da Giacomo Campiotti, andrà in onda il 24 e 25 febbraio su Rai1. Fiorello va in teatro ma non lascia la radio. Anzi rilancia con un nuovo format, Fuori programma, su Radio2; la prima puntata è andata in onda lunedì. Ma dopo alcune settimane di rodaggio sarà dal 16 marzo che entrerà nel vivo l' esperimento radioteatrale. «Non è uno show nato a tavolino», dice Fiorello, «ma un varietà sul campo, che prenderà spunto dalle situazioni che si creeranno in teatro, di tappa in tappa, la cosa bella è che, usando semplicemente uno smartphone, posso fare radio da qualunque città, da qualunque posto e situazione». La trasmissione va in onda alle 7,58 con replica alle 10,35 più un' antologica il weekend (8,40 e 13). Oltre a Marco Baldini lo seguiranno in questa avventura itinerante anche Enrico Cremonesi e la sua band e i Gemelli di Guidonia. Poi a novembre Fiorello passerà in tv, su Ra1 il sabato sera. Monica Maggioni perde feeling con la redazione, che s' è riunita in assemblea per chiederle conto delle promesse di rafforzamento di Rainews24 e di Televideo, le due testate che dirige. Le sinergie si Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 30 19 febbraio 2014 Pagina 18 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione sarebbero rivelate solamente un aggravio del carico di lavoro delle redazioni. In particolare i giornalisti di Televideo lamentano che la testata sta andando alla deriva nonostante i 18 milioni di visite giornaliere. Alessia Marcuzzi tira un sospiro di sollievo. Dopo tante traversie, tra cui l' incendio doloso alla location, e un minore entusiasmo dell' editore, finalmente il Grande fratello ha una data di partenza: il 3 marzo. Il pericolo di un calo d' ascolti è concreto, perciò la Marcuzzi e i suoi autori stanno mettendo a punto qualche novità e istruendo i concorrenti, in modo da vivacizzare quanto succede nella casa meno intima d' Italia, in cui per la prima volta compariranno scaffali con libri. Chi l' avrebbe detto: una versione intellettuale del Grande fratello? Marco Franzelli, giornalista storico del Tg1, dove conduceva l' edizione del pomeriggio, era responsabile della redazione società ma si occupava anche di Formula uno (ha scritto un libro su Luca di Montezemolo) passa a Raisport dove si occuperà prevalentemente di automobilismo. Si era stancato del baillame del Tg1 e ha chiesto, e ottenuto, il trasferimento, col direttore Orfeo che non ha fatto una piega: anzi, ha preso la palla al balzo per unificare la redazione società con la cronaca. Giuseppe Feyles, direttore di Iris, festeggia. Ha accalappiato 1,3 milioni di telespettatori col film Schindler' s List, trasmissione più vista nelle reti digitali nel mese di gennaio. Secondo posto per Real Time con il programma di Benedetta Parodi, Bake Off Italy, Dolci in Forno (1,1 milione), al terzo posto Rai4 con il film Shaolin (ciclo Arti Marziali), con 789.154 telespettatori e al quarto Cielo, con Masterchef Usa (771 mila spettatori). Flavio Insinna tenterà di bissare il successo di Affari tuoi. Viene promosso in prima serata su Rai1 con un talent show, La pista, addirittura di importazione colombiana: otto i cantanti e attori in gara che si esibiranno nel ballo nei primi 30 secondi dei brani, mentre il resto lo faranno le scuole di ballo che si sfideranno nello show. In giuria: Rita Pavone, Gigi Proietti e Claudia Gerini. Il programma è realizzato da Endemol. Michele Santoro ce la mette tutta ma quest' anno il suo Servizio Pubblico, nonostante la promozione de La7, arranca attorno al 10% di audience, quando va bene. L' inflazione dei talk show politici sembra avere penalizzato soprattutto Santoro, anche perché il programma non si è rinnovato e i servizi spesso hanno scarso mordente. Il conduttore spera ora nel Cavaliere: il suo ritorno sulla scena politica potrebbe ridare fiato al proverbiale antiberlusconismo di Santoro e rendere più pepata la trasmissione. Margherita Ghinassi, a suo tempo indefessa conduttrice del Tg1 delle 13,30, poi direttrice della sede Rai del Veneto, quindi rientrata nella redazione del tg della rete ammiraglia alle dirette dipendenze del direttore e dirottata soprattutto sulla politica interna, passa alla redazione Esteri, che il direttore Mario Orfeo vuole potenziare. Con la riduzione del numero dei corrispondenti, ci sarà molto da lavorare per la Ghinassi e per Giovanni Bocco, anche lui trasferito agli Esteri. Mara Venier ha fatto sobbalzare sulla sedia in un colpo solo il dg Luigi Gubitosi e tutto lo stato maggiore di Saxa Rubra, impegnato in questi giorni nell' avventura sanremese. Che ha fatto la Venier? Ha confezionato nel suo programma un siparietto di sfottò proprio su Sanremo: in Rai è come sparare sulla croce rossa. Ha mandato Luca Giurato a Sanremo per un' anteprima e lui non ne ha presa una, sbagliando perfino i nomi dei cantanti. Poi è stata la volta di Iva Zanicchi che in studio ha detto che è assurdo chiamare big dei cantanti che sono sconosciuti. Non basta. La parola è passata a Marina Ripa di Meana che se l' è presa con la coppia FazioLittizzetto: «Sembrano un curato di campagna con la sua badante un po' sboccata». Per finire con Magalli: «Minacciamo di trasmettere in India Sanremo se non ci mandano i marò». Quando si dice che un' azienda fa squadra. Twitter: @gponziano © Riproduzione riservata. GIORGIO PONZIANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 31 19 febbraio 2014 Pagina 21 Italia Oggi Pubblica amministrazione Le due disposizioni rischiano di avere effetti paradossali per i contribuenti attivi sul web. Ecommerce in tilt sul 20% La ritenuta grava le transazioni. C/c online nel Rw. Ecommerce in tilt sulla ritenuta del 20% sui bonifici esteri e conti virtuali (come ad esempio Paypal) da segnalare sul quadro Rw. Sono queste le conseguenze a cui può portare l' applicazione di due diverse disposizioni ma tra loro collegate, quella della ritenuta del 20% sui bonifici esteri e il monitoraggio fiscale. Con queste ultime disposizioni è stata prevista l' abolizione della soglia dei 10 mila euro per la compilazione del quadro Rw e la conseguenza potrebbe essere quella di obbligare alla dichiarazione anche chi detiene pochi euro su conti di pagamento per gli acquisti o le scommesse via web. E anche sulla nuova ritenuta all' ingresso del 20% regna il caos tra chi è abituato ad acquistare e vendere oggetti su internet (ma non solo). I casi in cui i contribuenti devono presentare alla banca l' autodichiarazione per non vedersi applicato il prelievo sembrano superare di gran lunga le ipotesi in cui la trattenuta è dovuta. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, gli istituti bancari si stanno comportando in queste ore a macchia di leopardo, rendendo ulteriormente più confusa la situazione. Il rischio è quello di vedere falcidiate somme in entrata sulle quali invece la ritenuta non dovrebbe incidere. In questo contesto, la Commissione europea si prepara a esaminare la nuova normativa italiana (si veda ItaliaOggi di ieri). Monitoraggio. Nel tentativo di semplificare il quadro Rw di Unico (con l' abolizione delle sezioni I e III), la legge n. 97/2013 ha eliminato il limite di importo al di sopra del quale vige l' obbligo dichiarativo. Rispetto al passato, quindi, investimenti e attività detenute all' estero devono essere sempre dichiarate, anche se al termine del periodo d' imposta siano di importo inferiore alla vecchia soglia dei 10 mila euro. Dal punto di vista oggettivo, come chiarito dall' Agenzia delle entrate con la circolare n. 38/E del 2013, rientrano nell' obbligo di monitoraggio sia i depositi, sia i conti correnti bancari sia gli «altri rapporti finanziari» stipulati al di fuori del territorio dello Stato. La maggior parte delle transazioni online presuppone l' apertura di appositi account, che in alcuni casi nulla hanno a che spartire con i conti correnti veri e propri, ma in altri gli somigliano molto. L' esempio più famoso è quello di PayPal (società californiana, controllata da eBay, che offre servizi di pagamento online e di trasferimento di denaro Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 32 19 febbraio 2014 Pagina 21 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione tramite internet), ma ve ne sono anche altri. Qualora il rapporto finanziario sia instaurato dall' utente con un soggetto estero (per esempio il Lussemburgo), in dichiarazione dei redditi scatterebbe l' obbligo di indicare la consistenza del conto nel quadro Rw, a prescindere dall' importo. Ritenuta. L' altra faccia della medaglia è rappresentata dal rischio, per i contribuenti, che i prelievi da simili conti (istituiti oltre confine) vadano incontro alla ritenuta all' ingresso del 20%. Quest' ultima, come previsto dal nuovo articolo 4 del dl n. 167/1990, si applica qualora i flussi in ingresso siano frutto di investimenti e/o da attività finanziarie estere, che concorrono a formare il reddito complessivo del contribuente. Sta a lui informare la banca che il pagamento non è riconducibile a redditi di capitale o a redditi diversi ex articolo 67 del Tuir. Il disagio per la maggior parte delle persone fisiche è però evidente. Se per esempio un soggetto vende una collezione di fumetti su un sito di aste online a un soggetto francese per 100 euro, dovrà autocertificare all' intermediario che il pagamento in arrivo dalla Francia non è un reddito finanziario (se non lo fa, la banca trattiene il 20% e sul conto corrente del venditore vengono accreditati 80 euro). Stessa situazione per le rimesse inviate ai propri familiari da chi lavora all' estero. Scommesse online. Un capitolo a sé è quello del mondo del gioco legale online. Sebbene i siti che operano in Italia e in possesso di la licenza abbiano un dominio .it, potrebbe essere che il conto su cui poggiano i trasferimenti di denaro faccia capo magari a banche estere, anche solo all' interno dell' Ue. In questo caso, fanno sapere a ItaliaOggi alcuni importanti operatori del settore, occorre distinguere se la società sconta a monte l' imposta sostitutiva o meno. Nel primo caso, infatti, l' importo non dovrà essere caricato della trattenuta del 20%. Ci sono però molti casi in cui l' imposta sostitutiva non viene assolta: pertanto il giocatore potrebbe ricevere sul suo conto l' importo decurtato del 20%. L' alternativa in ogni caso è presentare alla propria banca un' autocertificazione dove si indichi la natura dell' importo come provento da vincita. Ma visto che il tutto è legato all' aleatorietà, il consiglio, un po' paradossale, è quello di fornire anticipatamente alla banca l' autocertificazione confidando nella buona sorte per le vincite future. CRISTINA BARTELLI E VALERIO STROPPA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 33 19 febbraio 2014 Pagina 27 Italia Oggi Pubblica amministrazione Pronto il modello. Richieste dall' 1/4 al 15/5. Distacchi sindacali, contributi agli enti Dal prossimo 1° aprile e sino al 15 maggio, gli enti locali potranno richiedere il contributo erariale, riferito al 2013, per il proprio personale che attualmente è in posizione di distacco sindacale attraverso l' apposito modello di certificazione che il ministero dell' interno metterà a disposizione sul proprio sito internet istituzionale. È quanto comunica il dipartimento finanza locale del ministero dell' interno nel testo della circolare n.3/2014, a seguito dell' avvenuta pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale dell' 11 febbraio scorso, del dm 3 febbraio 2014 emanato in relazione alle disposizioni previste dall' articolo 1bis del dl n. 599/1996, ove si prevede l' assegnazione ai comuni, alle province, alle comunità montane e alle Aziende sanitarie provinciali (in quanto subentrate alle Ipab), di un contributo erariale corrispondente alla spesa sostenuta dagli enti sopra elencati per il personale cui è stata concessa l' aspettativa per motivi sindacali. Per espressa previsione legislativa, da tale erogazione restano esclusi gli enti del Friuli Venezia Giulia, della Valle d' Aosta e del trentinoAlto Adige. Il documento del Viminale, innanzitutto, precisa che l' espressione «aspettativa per motivi sindacali» deve essere riferita all' istituto del «distacco sindacale». Da ciò ne consegue che gli enti che hanno titolo alla trasmissione della certificazione e, quindi, alla richiesta del contributo di cui sopra, sono esclusivamente quelli il cui personale, nel 2013, ha ottenuto il distacco per tale motivazione. La certificazione da utilizzare, allegata sia al dm che riproposta dalla circolare, dovrà essere trasmessa in modalità esclusivamente telematica e sarà resa disponibile agli enti, attraverso il sito istituzionale del dipartimento della finanza locale (www. finanzalocale.interno.it) a far data dal prossimo 1° aprile e sino al termine perentorio delle ore 14,00 del 15 maggio. Per essere ritenuta valida, la certificazione dovrà essere sottoscritta con firma digitale dal segretario dell' ente, dal responsabile del servizio finanziario e dai componenti dell' Organo di revisione (almeno due, se detto organo è previsto in forma collegiale). È pacifico che per poter sottoscrivere della certificazione, tutti i soggetti sopra nominati dovranno essere preventivamente censiti nel sito della finanza locale. Infine, si precisa che non sono previste altre forme di invio della certificazione se non quella telematica, né si ritiene valida ai fini dell' erogazione del contributo erariale, la documentazione Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 34 19 febbraio 2014 Pagina 27 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione trasmessa oltre i termini perentori e ulteriori trasmissioni che pregiudichino la certezza del dato riportato nel modello già trasmesso. Tuttavia, gli enti possono sempre inoltrare una nuova certificazione, in aggiunta o per rettificare i dati già trasmessi, ma sempre in forma telematica e nel rispetto del termine perentorio del prossimo 15 maggio. © Riproduzione riservata. ANTONIO G. PALADINO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 35 19 febbraio 2014 Pagina 27 Italia Oggi Pubblica amministrazione L' indicazione della Rgs nella nota sulle novità 2014. Il patto di Stabilità guardi all' Europa Per gli enti locali, il patto di Stabilità del futuro dovrà essere più europeo e rispondente a una logica di integrazione territoriale. L' indicazione proviene dalla Ragioneria generale dello stato ed è contenuta alla n. 49 delle 83 pagine di cui si compone la sempre più corposa circolare annuale che riepiloga i contenuti salienti del Patto. La circolare (n. 6/2014), diffusa ieri, fa il punto sulle principali novità introdotte dalla legge 147/2013 e sui conseguenti adempimenti a carico di province e comuni. Fra queste, spicca il nuovo rinvio, al 2015, del c.d. Patto regionale integrato, che in teoria avrebbe dovuto decollare già da qualche anno. Il motivo del ritardo, evidenzia la Rgs, va ricercato nella mancanza delle informazioni necessarie per il calcolo del saldo obiettivo in coerenza con i criteri europei e secondo le modalità previste dalla nuova contabilità armonizzata di cui al dlgs 118/2011. L' evoluzione in senso europeista e federale del Patto è stata prevista già dall' art. 20 del dl 98/2011 e dovrebbe tradursi in un meccanismo che consenta alle regioni di concordare direttamente con lo Stato le modalità di raggiungimento degli obiettivi propri e degli enti locali del proprio territorio, espressi in termini di saldo eurocompatibile e secondo una logica integrata che superi l' attuale meccanismo delle compensazioni verticali e orizzontali. Vedremo se il 2014 sarà l' anno buono: entro il prossimo 30 novembre dovrebbe vedere la luce il decreto ministeriale attuativo per essere pronti a partire dal prossimo 1° gennaio. Per quest' anno, invece, si continua sui binari consueti della competenza mista, con le novità (numerose ma tutto sommato marginali) introdotte dalla legge 147. Fra queste, l' aggiornamento della base di calcolo degli obiettivi (rileva la spesa corrente media 20092011 e non più quella 20072009), l' aggiornamento dei moltiplicatori (che dal 2016 chiederanno uno sforzo aggiuntivo di 344 milioni all' anno), le premialità per gli enti sperimentatori e l' introduzione del Patto verticale nazionale a favore dei piccoli comuni. Da segnalare la mancanza degli attesi chiarimenti sulle modalità attuative della rimodulazione a favore dei comuni capofila di convenzione, che dovrebbero vedersi ridotto l' obiettivo a spese degli altri municipi convenzionati. La circolare, infatti, non disciplina le modalità con le quali gli enti interessati, entro il 15 marzo, dovranno comunicare gli importi in aumento e in riduzione all' Anci affinché li trasmetta a sua volta al Mef. Rimane il dubbio, al riguardo, se l' iniziativa spetti solo al capofila Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 36 19 febbraio 2014 Pagina 27 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione ovvero anche agli altri comuni, chi sia il destinatario della comunicazione (l' Anci nazionale o quelle regionali?) e che tipo di verifiche siano previste in merito alla correttezza dei dati. MATTEO BARBERO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 37