Comune di Anzola dell`Emilia

Transcript

Comune di Anzola dell`Emilia
COMUNE DI ANZOLA
Mercoledì, 19 febbraio 2014
Mercoledì, 19 febbraio 2014
Cultura e turismo
19/02/2014 La Repubblica (ed. Bologna) Pagina 12
1
Laura Betti, Mangano e Magnani tre attrici al fianco di Pasolini
Economia e lavoro
19/02/2014 La Repubblica (ed. Bologna) Pagina 5
LUCIANO NIGRO
Vacchi e la grande Unindustria d' Emilia "Costi ridotti e più...
2
Pubblica amministrazione
19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2
LAURA DI PILLO
Abi: sofferenze sui crediti ai massimi dal 1999
19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4
6
«Il tetto del 3% non si discute»
19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4
BEDA ROMANO
«Più flessibilità all' Italia? Solo con...
19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 8
MARZIO BARTOLONI
«No a paletti più stringenti sulle emissioni...
19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 8
LUIGI LOVECCHIO
Esenzioni Imu, in testa la sanità
19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 16
MARCO MOBILI
Fatturazione elettronica obbligata da giugno 2015
19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 16
PATRIZIA RUFFINI
Unioni comunali, vincoli rinviati
19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18
CARMINE FOTINA
Il Dl destinazione Italia ridimensionato in attesa dell' ultimo sì
19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18
MATTEO PRIOSCHI
La Cig convive con i voucher
19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18
PIERLUIGI MAGNASCHI
Finalmente in piazza anche chi produce pil
19/02/2014 Italia Oggi Pagina 9
TINO OLDANI
Le donazioni popolari per l' alluvione in Sardegna si trovano ancora nelle...
19/02/2014 Italia Oggi Pagina 11
DI SIMONA D' ALESSIO
Sono ben 372 mila le saracinesche che si sono abbassate per sempre...
19/02/2014 Italia Oggi Pagina 18
GIORGIO PONZIANO
Il Tg1 perde la redattrice fashion e riordina le redazioni
19/02/2014 Italia Oggi Pagina 21
CRISTINA BARTELLI E VALERIO STROPPA
E­commerce in tilt sul 20%
19/02/2014 Italia Oggi Pagina 27
ANTONIO G. PALADINO
Distacchi sindacali, contributi agli enti
19/02/2014 Italia Oggi Pagina 27
Il patto di Stabilità guardi all' Europa
13
15
17
19
21
23
24
26
lettere
19/02/2014 Italia Oggi Pagina 12
10
22
NOTIZIE In breve
19/02/2014 Italia Oggi Pagina 2
8
12
A regime l' agenzia per l' Italia digitale
19/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 16
4
MATTEO BARBERO
28
30
32
34
36
19 febbraio 2014
Pagina 12
La Repubblica (ed.
Bologna)
Cultura e turismo
Anzola Emilia.
Laura Betti, Mangano e Magnani tre attrici al fianco
di Pasolini
Riprende anche quest' anno la rassegna di
lettura «Fili di parole», organizzata dalle
biblioteche dei Comuni Terre d' acqua.
Incontri, letture, spettacoli per riscoprire il
piacere della lettura. "Ritratti di Donne" è il
t e m a s c e l t o d a l C o m u n e d i Anzola, c h e
inaugura stasera il primo appuntamento del
ciclo, alle 20.30 in Sala Consiliare, con "Verso
terra. Tre figure femminili dall' immaginario di
Pier Paolo Pasolini". È uno spettacolo di
teatrodanza che Elisabetta Di Terlizzi, Piera
Gianotti, Daria Pignatti dedicano a Silvana
Mangano, Laura Betti e Anna Magnani, tre
donne, grandi artiste, che sono state
fondamentali nell' immaginario filmico di Pier
Paolo Pasolini, ("Teorema", "La terra vista
dalla luna", "Mamma Roma") e, pensando in
particolare a Laura Betti, anche nella sua vita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
1
19 febbraio 2014
Pagina 5
La Repubblica (ed.
Bologna)
Economia e lavoro
Vacchi e la grande Unindustria d' Emilia "Costi ridotti
e più servizi alle imprese"
"Renzi? Serviva discontinuità. Ora attendiamo contenuti e risultati"
«SE stiamo discutendo l' unificazione delle
associazioni industriali di Bologna, Reggio
Emilia e Modena non è solo per dare alle
nostre 4.200 aziende una voce più forte e
rappresentativa a livello nazionale, per
migliorare i servizi e ridurre il costo dell'
associazione. Lo facciamo anche per un
problema di coerenza. Da molti anni
invochiamo, giustamente, il coraggio di
cambiare alla classe politica. Ecco, ora tocca
anche a noi dare un esempio». Alberto Vacchi
ha appena concluso in via San Domenico il
comitato di presidenza di Unindustria sulla
fusione con i cugini emiliani e parla per la
prima volta dell' operazione per dare vita a un
colosso: la più importante associazione in Italia
nella manifattura, una delle prime anche in
Europa.
Presidente il processo è appena iniziato, ma
già si avvertono i primi mal di pancia, come la
lettera di Gamberini a mille associati.
«È inevitabile. Era successo anche con la
fusione Confindustria­Api. Le posizioni, anche
se mino­ritarie, non vanno liquidate. E io non
intendo farlo».
Dicono che c' è poca discussione, che la
fusione è calata dall' alto, che pare un'
operazione di potere.
«È vero il contrario. Siamo appena ai primi passi e abbiamo scelto il massimo coinvolgimento della
base. Contatteremo tutte le aree industriali e a Bologna abbiamo già cominciato da Zola, Anzola,
Budrio... Ascolteremo tutti e se la base lo vorrà andremo avanti.
Alla fine, se sarà necessario contarci, ci conteremo».
La "fronda" dice di non vedere vantaggi nell' operazione.
«Io ne vedo tantissimi, compresa la riduzione dei costi associativi che, come sanno a Bologna, mi sta
molto a cuore. Gli altri sono la possibilità di accorpare e razionalizzare servizi come la formazione, i
servizi alle imprese, l' acquisto di energia, il credito. E la capacità di fare massa critica per partecipare
ai finanziamenti europei, la possibilità di fare rete tra aziende della stessa filiera produttiva. Ma il punto
decisivo, non lo nascondo, è avere un' associazione più forte nel sistema Confindustria in Italia e più
forte nei singoli territori dove non verrà mai a mancare la rappresentanza o la capacità di dialogare con
il comune o la provincia».
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
2
19 febbraio 2014
Pagina 5
<­­ Segue
La Repubblica (ed.
Bologna)
Economia e lavoro
Come è stato accolto finora il progetto?
«Il consenso è molto ampio, oltre le aspettative. Piuttosto ci chiedono di accelerare perché i quattro anni
previsti sono troppi.
Ci chiedono di partire senza aspettare il 2008».
Dunque ci sarà un' accelerazione?
«Dipende da tante cose. Si tratta di un processo complicato. Se ci saranno i presupposti, lo faremo.
La discussione, ripeto, sarà approfondita e non c' è un esito scontato».
I critici pretendono il sistema "una testa un voto". Lei è d' accordo?
«Io sono stato eletto con quel meccanismo. E credo di essere tra i pochi. Ma a Bologna abbiamo lo
statuto più garantista, quello che prevede un massimo di 10 voti anche per l' azienda più grande».
Anche la Fiat, se ci fosse?
«Certo».
A proposito di Fiat, pensa che nella sua Unindustria torneranno Ferrari e Maserati?
«Lo spero. E lavorerò anche per quell' obiettivo».
Quest' operazione parla solo all' interno o si rivolge anche al resto dell' economia e della
società?
«Da anni chiediamo il coraggio di cambiare, di sfoltire le strutture, di ridurre i costi della governance
politica e istituzionale. Per coerenza è una sfida che dobbiamo affrontare anche noi».
A Capodanno lei tuonò contro i politici che «espongono le imprese al fuoco nemico come
comandanti improvvisati». E invocò nuovo attori politici. Renzi lo è?
«È certamente un attore nuovo. E se persino il presidente Squinzi ha usato toni bruschi è perché c' è
forte sofferenza nel mondo imprenditoriale. Io mi auguro che oltre all' innovazione di approccio, che è
evidente, oltre alla discontinuità necessaria, Renzi sappia produrre contenuti e risultati che permettano
all' Italia di andare a battere i pugni sul tavolo in Europa».
È l' ultimo treno per l' Italia?
«Se non l' ultimo, uno degli ultimi ».
A Bologna si parla già delle nomine in Fiera e in Aeroporto. Una discussione partita bene?
«Non intendo parlare di nomi.
Chiedo una sola cosa: che si affronti il tema in modo nuovo, uscendo dalle logiche spartitorie alle quali
eravamo abituati. Concentriamoci piuttosto sulle cose da fare in queste infrastrutture vitali. Poi sulle
persone che possono portarle avanti».
Lei ha già detto che la crisi non è finita. Eppure qualche segnale di una possibile ripresa futura si vede.
La Perla, Fico, Philip Morris...
«Sono esempi di una vivacità che sembrava scomparsa. Certo, le possibilità di innovare per i politici
locali, con le finanze di cui dispongono, al momento sono poche. Ma un rilancio dei territori a partire
dalle aree metropolitane è possibile. E i casi che lei cita dicono che c' è voglia di scommettere sul
futuro. Una grande novità per Bologna, una città che da dieci anni sembrava ferma».
© RIPRODUZIONE RISERVATA "La lettera della fronda? Non c' è nulla di deciso. La base però ci
chiede di fare in fretta" "Le nomine in Fiera e al Marconi? È ora di voltare pagina, basta con le logiche
spartitorie"
LUCIANO NIGRO
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
3
19 febbraio 2014
Pagina 2
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Abi: sofferenze sui crediti ai massimi dal 1999
Laura Di Pillo ROMA Sofferenze bancarie mai
così pesanti per i bilanci degli istituti di credito
dal '99. Una zavorra che condiziona
inevitabilmente la dinamica dei prestiti a
famiglie e imprese. I numeri del rapporto
mensile dell' associazione bancaria italiana
(Abi) disegnano uno scenario di forte crisi.
Nonostante qualche debole segnale di
allentamento. A fine 2013, il rapporto tra
sofferenze lorde e impieghi è infatti salito all'
8,1%. Il rapporto solo un anno fa era del 6,3%
e alla fine del 2007, prima dello scoppio della
crisi finanziaria, al 2,8 per cento. Per trovare
un dato superiore, secondo l' analisi dell'
ufficio studi di Palazzo Altieri bisogna risalire
al maggio del 1999 (8,37%).
Complessivamente, le sofferenze lorde delle
banche italiane a dicembre ammontavano a
quasi 156 miliardi, 31 miliardi in più rispetto a
dodici mesi prima (erano quasi 125). Le
sofferenze, al valore di realizzo, ammontavano
a 80,3 miliardi, quasi 5 miliardi in più rispetto a
novembre e circa 16 miliardi in più rispetto al
dicembre 2012. In totale, spiega l' Abi, il
numero degli affidati in sofferenza, è a quota
un milione 205mila, di cui oltre un milione
(1.015.369) con un importo unitario in sofferenza inferiore a 125mila euro. Effetti del perdurare della crisi
con impatto inevitabile anche sul credito all' economia.
Nel gennaio 2014 infatti per famiglie e imprese la contrazione del credito è stata del 3,91%, più o meno
in linea con il dato di dicembre (­3,97%). Un andamento che risente dal «persistere dell' evoluzione
negativa del Pil e degli investimenti» si legge nel rapporto.
Anche se dall' Abi evidenziano un rallentamento della trend negativo rispetto al picco di novembre (­
4,51%). È presto però, secondo il responsabile dell' ufficio studi Gianfranco Torriero, parlare di avvio di
un' inversione di tendenza. A guardare le cifre complessive, il totale degli impieghi al settore privato e
alla pubblica amministrazione ammonta a 1.853,2 miliardi. Denaro che resta salato per le famiglie
italiane. A gennaio il tasso medio sui nuovi mutui casa è balzato al 3,54% dal 3,42% di dicembre,
mentre il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese è rimasto invariato al 3,47%. Si conferma poi una
situazione di denaro più caro per le Pmi italiane rispetto a quelle europee (impieghi fino al milione): in
Italia a dicembre erano scesi di due punti base al 4,36%, mentre nell' Eurozona il calo era stato più netto
dal 3,82% al 3,75%. A novembre la Bce aveva tagliato il tasso di riferimento dallo 0,50% allo 0,25%. Tra
le principali evidenze del rapporto Abi anche la raccolta in frenata con forte calo dei bond. A gennaio la
raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) ha registrato un calo dell' 1,92%
annuo (­1,85% in dicembre), circa 33 miliardi in meno rispetto a gennaio 2013. Alla crescita della
raccolta a breve (depositi) pari al 2,19% ha fatto da contraltare la netta frenata delle obbligazioni
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
4
19 febbraio 2014
Pagina 2
Il Sole 24 Ore
<­­ Segue
Pubblica amministrazione
bancarie. A gennaio fanno segnare il calo peggiore degli ultimi due anni: ­10,4% annuo a 512 miliardi
con una contrazione di circa 60 miliardi rispetto al gennaio del 2013.
«L' ultimo rapporto mensile dell' Abi presenta dati problematici ­ spiega il presidente dell' Associazione
Antonio Patuelli ­ perché la lunga crisi economica italiana si sta scaricando, non solo sulle aziende e sui
lavoratori, ma anche sulle banche private che si sono assunte totalmente gli elementi di criticità senza
avere mai avuto un contributo statale anzi con una pressione fiscale sempre più alta dal 2008 ad oggi».
Proprio per tutte queste ragioni, ha aggiunto Patuelli, il paese ha bisogno di un ministro dell' Economia
che abbia una «fortissima credibilità sui mercati esteri».
© RIPRODUZIONE RISERVATA 156 miliardi Il record Le sofferenze lorde delle banche 1,2 milioni Fidi
difficili Gli affidati in sofferenza.
LAURA DI PILLO
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
5
19 febbraio 2014
Pagina 4
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
La crisi di governo I RAPPORTI CON L' EUROPA.
«Il tetto del 3% non si discute»
Saccomanni: stime Ue peggiori delle nostre ma non come pensavano LA DIFESA Per il
ministro l' uscita dalla procedura di deficit è stato «un risultato clamoroso che non ha
precedenti nella storia»
Dino Pesole ROMA Si può anche superare il
tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil. Ma se l'
Italia imboccasse tale strada, ne pagherebbe
le conseguenze «in primis in termini di
reputazione e di conseguenze sui mercati».
Occorre ricordare che il deficit di oggi diventa
debito in futuro per cui «non si può invocare
nello stesso momento nello stesso discorso
politico o nella stessa pagina di giornale l'
aumento del deficit e poi lamentarsi perché il
debito cresce». Al termine della riunione dell'
Ecofin, il ministro dell' Economia, Fabrizio
Saccomanni ribadisce, a uso e consumo del
governo che va formandosi, che oltre al rischio
mercati il nostro Paese sarebbe nuovamente
sottoposto a procedura per deficit eccessivo,
con tanto di sanzioni «un po' perverse per un
Paese in disavanzo, perché le sanzioni lo
fanno aumentare».
Saccomanni rende noto di non aver ricevuto
segnali per una sua eventuale riconferma:
«Non sono sono stato contattato. Se lo sarò,
rifletterò al momento. Ribadisco che l'
instabilità politica è un fattore che ha un suo
peso sull' economia e quindi quanto prima si
risolve questa fase di incertezza in Italia, tanto
meglio». L' invito è a superare polemiche e critiche, per riaffermare la rilevanza del risultato conseguito
con l' uscita nel maggio del 2013 dalla procedura per disavanzo eccessivo: «Un risultato clamoroso che
non ha precedenti nella storia. Il debito italiano si finanzia a un tasso del 2 per cento». Andamento che
grazie al calo dello spread consente di stimare in 3 miliardi il minor onere per interessi nell' anno in
corso, rispetto alle previsioni formulate con la legge di stabilità. Esattamente la cifra che si sarebbe
spesa grazie alla clausola sugli investimenti, congelata da Bruxelles. Come dire che anche per questo
la questione può essere derubricata. E poi ­ ribadisce il ministro ­ l' Italia non ha ancora speso 22
miliardi di fondi comunitari previsti per il bilancio 2007/2013. C' è tempo fino al 31 dicembre 2015, «ma
questo è il vero problema».
Restano le divergenze tra la Commissione europea e il governo, relativamente alle previsioni sul Pil
2014. Tra le due stime corre uno scarto dello 0,4% del Pil: lo 0,7% della Commissione contro l' 1,1% del
governo uscente. Saccomanni ribadisce la validità dei target su cui è costruito l' intero impianto della
legge di stabilità. Il prossimo 25 febbraio ­ precisa il ministro ­ la previsione di Bruxelles potrebbe
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
6
19 febbraio 2014
Pagina 4
Il Sole 24 Ore
<­­ Segue
Pubblica amministrazione
essere rivista lievemente al rialzo. Poi spetterà al nuovo governo definire il nuovo quadro
macroeconomico con il «Def» di metà aprile e il «Piano nazionale di riforma».
La ripresa della seconda parte del 2013 «è dovuta a misure che abbiamo adottato noi, è homegrown,
dovuta a fattori interni derivanti dalle scelte di politica economica e di bilancio e non importata dall'
esterno», osserva Saccomanni. E ora non sembra che con il nuovo governo «i capisaldi della politica di
bilancio siano in discussione».
Anche sulla spending review restano però divergenze con Bruxelles. La Commissione ritiene che i
relativi risparmi debbano concorrere ad abbattere il deficit strutturale in direzione dell' obiettivo di medio
periodo, vale a dire il pareggio di bilancio. Saccomanni rinvia alla principale mission della revisione
della spesa affidata al commissario Carlo Cottarelli: ridurre la spesa per tagliare le tasse, in particolare
sul lavoro. «Si possono fare scelte politiche per l' uno e l' altro obiettivo, fermo restando il rispetto dei
vincoli europei. Ad esempio, il ricavato delle privatizzazioni va diretto a ridurre il debito. Sul resto c' è
flessibilità».
Quanto al debito, c' è piena consapevolezza che il profilo di riduzione «non è stato valutato in linea con
le regole numeriche, ma abbiamo argomentato con successo all' Eurogruppo che le misure in stadio
avanzato e in fase di esecuzione erano considerate sufficienti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA I NODI DA SCIOGLIERE Limite invalicabile Superare il tetto del 3%
nel rapporto deficit/Pil comporterebbe per l' Italia non solo danni in termini di reputazione e di
conseguenze sui mercati, ma anche, e soprattutto, un aumento futuro del debito. Ed esporrebbe il
Paese a sanzioni Ue «un po' perverse per un Paese in disavanzo, perché le sanzioni lo fanno
aumentare» Il contrasto sulle previsioni Tra le stime della Commissione europea e del governo corre
uno scarto dello 0,4% del Pil: lo 0,7% della Commissione contro l' 1,1% dell' esecutivo. Saccomanni
difende la valutazione fatta negli scorsi mesi e annuncia che il 25 febbraio la previsione di Bruxelles
potrebbe essere rivista lievemente al rialzo.
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
7
19 febbraio 2014
Pagina 4
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Dijsselbloem. Il presidente Eurogruppo: il Paese rispetterà il patto di stabilità.
«Più flessibilità all' Italia? Solo con condizioni»
STRADA IN SALITA «La Commissione può dare più tempo se si accetta un percorso di
riforme». Ma per l' Italia pesano instabilità politica e debito elevato.
Beda Romano BRUXELLES. Dal nostro
corrispondente Il presidente dell' Eurogruppo
Jeroen Dijsselbloem non ha escluso ieri che
Bruxelles possa dare più flessibilità all' Italia
sul fronte dei conti pubblici, ma condizionato a
nuove riforme.
La presa di posizione ­ giunta dopo che il
premier in pectore Matteo Renzi ha
tratteggiato un piano di modernizzazione dell'
economia ­ è tutta da verificare nella pratica,
se è vero che proprio ieri l' Ecofin ha chiesto ai
paesi «ulteriori progressi» per risolvere
squilibri, tra i quali elevati debiti pubblici.
«È vero che sono dell' avviso che possiamo
usare un rinvio nel tempo del risanamento di
bilancio in cambio di una accelerazione delle
riforme economiche ­ ha detto Dijsselbloem ­.
Non ho idea se questo possa accadere per l'
Italia. Tengo a ricordare le parole di ieri (lunedì
per chi legge, ndr) del commissario agli affari
economici Olli Rehn secondo il quale l' Italia è
un paese profondamente europeo, che non
mancherà di rispettare il Patto di Stabilità e di
Crescita».
Sempre in una conferenza stampa alla fine di
un incontro dell' Ecofin qui a Bruxelles,
Dijsselbloem ha poi aggiunto: «Olli Rehn ha la possibilità di dare agli stati maggiore tempo (per
risanare i bilanci, ndr). Se la Commissione decide di optare per questa strada, ha la possibilità di
introdurre forme di condizionalità in termini di ulteriori riforme economiche. Ripeto: non so cosa l' Italia
intenda fare (​). So che è un paese profondamente europeo e che rispetterà i suoi impegni».
La presa di posizione di Dijsselbloem è stata prudente. Da un lato, ha ricordato che dal suo punto di
vista c' è la possibilità di un eventuale do ut des tra un rallentamento del risanamento e una
accelerazione delle riforme. Dall' altro, ha insistito sull' impegno dell' Italia a rispettare gli impegni del
Patto che tra le altre cose prevede la riduzione del debito (oggi oltre il 130% del Pil). In queste ultime
settimane, Renzi ha espresso una certa allergia per il limite del disavanzo al 3,0% del Pil.
È ancora molto presto per capire cosa potrebbe accadere.
Certo, c' è da chiedersi se l' Europa capirebbe il desiderio di un paese di riportare il deficit sopra al 3%
del Pil dopo avere fatto faticosi sforzi per ridurlo sotto questa soglia, in piena crisi dei mercati. C' è di
più. L' Italia si appresta ad avere il quarto governo in poco più di due anni. Uno scambio deficit­riforme
presuppone stabilità istituzionale e costanza politica, due caratteristiche che storicamente mancano al
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
8
19 febbraio 2014
Pagina 4
Il Sole 24 Ore
<­­ Segue
Pubblica amministrazione
paese.
Una possibilità, già percorsa in queste settimane dalla diplomazia italiana, è di individuare margini non
tanto sul fronte del deficit, quanto sul debito, tenuto conto che dal 2016 il paese dovrà ridurre il passivo
di un ventesimo all' anno. È vero che Madrid è riuscita in questi anni a strappare concessioni a
Bruxelles; ma rispetto all' Italia, la Spagna è in una situazione diversa: ha un debito meno gravoso, una
amministrazione più efficiente, un sistema fiscale più efficace e maggiore stabilità politica.
Il cancelliere Angela Merkel ha insistito per creare accordi contrattuali tra istituzioni europee e stato
membro per riuscire a imporre riforme nei paesi più fragili, notando come in alcuni paesi, tra cui la
Francia, lo scambio di politica economica non aveva portato a risultati rassicuranti. Come minimo, l'
Italia, il cui debito è considerato a Bruxelles un grave e perdurante squilibrio macroeconomico, dovrà
tenere conto di questa doppia posizione tedesca.
Dal canto suo, sempre ieri qui a Bruxelles, il ministro Fabrizio Saccomanni ha avvertito con realismo:
«Chi supera la soglia del 3% ne paga le conseguenze».
Saccomanni ha ricordato che l' uscita dell' Italia dalla procedura di deficit eccessivo ha permesso al
paese di rifinanziarsi a un tasso medio del 2%, un risultato «clamoroso» che permetterà all' Italia di
risparmiare nel 2014 tre miliardi di euro sui costi per il servizio del debito, riservando il denaro a
investimenti più utili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
BEDA ROMANO
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
9
19 febbraio 2014
Pagina 8
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Confindustria. Il recepimento della direttiva Ue aggrava procedure e oneri.
«No a paletti più stringenti sulle emissioni
industriali»
Marzio Bartoloni No a paletti e adempimenti in
più sulle emissioni industriali rispetto a quanto
ci chiede l' Europa. Che hanno solo l' effetto di
produrre burocrazia e oneri più pesanti per le
nostre imprese costrette così a essere meno
competitive rispetto agli altri. L' ultimo banco di
prova dell' eccessiva "solerzia" del legislatore
italiano a danno del nostro sistema produttivo
è il Dlgs di recepimento della direttiva Ue
75/2010 sulle emissioni industriali. Il decreto,
dopo il primo via libera a inizio dicembre, è
ora in Parlamento per i pareri delle
commissioni competenti prima di tornare a
Palazzo Chigi per l' ultimo sì. E ieri è finito nel
mirino di Confindustria che in audizione alla
Camera, in commissione Ambiente, ha chiesto
in sostanza di non introdurre nuovi vincoli
rispetto a quelli richiesti dalle Ue perché
altrimenti si rischia «di aggravare le procedure
e gli oneri a carico sia della Pa, sia degli
operatori, con effetto penalizzante per il
mondo produttivo italiano rispetto al resto delle
imprese Ue». A chiedere modifiche tra l' altro
non è solo l' associazione degli industriali, ma
anche le Regioni che hanno presentato un
sostanzioso pacchetto di emendamenti nella
seduta del 6 febbraio scorso della Conferenza Stato­Regioni.
Per la delegazione di Confindustria, guidata dal direttore delle Politiche industriali Andrea Bianchi, la
nuova normativa comunitaria sulle emissioni industriali «non deve trasformarsi in un onere tecnico­
procedurale per le imprese o le amministrazioni», ma dovrebbe invece «favorire un percorso di
miglioramento tecnologico e ambientale attraverso un maggiore dialogo tra imprese e istituzioni». Nel
documento depositato in commissione Ambiente alla Camera si sollecita dunque «una effettiva
semplificazione delle procedure», anche alla luce del fatto che «vista la grave situazione economica con
cui si stanno confrontando le imprese, è importante evitare che con l' evoluzione delle procedure di
rilascio delle autorizzazioni siano imposti adempimenti gravosi che non tengano adeguatamente conto
delle logiche industriali e dei vincoli di carattere operativo segnalati più volte dalle aziende».
Tra le criticità dello schema di Dlgs di recepimento, Confindustria evidenzia innanzitutto i limiti della
validità temporale dell' Aia. Che in Italia sono più corti rispetto agli altri (5 anni contro gli 8­10 di media
degli altri Paesi). Da qui la necessità di «superare la tassatività dell' arco temporale autorizzatorio o
quanto meno prevedere un allungamento dei termini di validità attualmente previsti». C' è poi l'
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
10
19 febbraio 2014
Pagina 8
Il Sole 24 Ore
<­­ Segue
Pubblica amministrazione
esigenza di prevedere un maggior raccordo con la disciplina sulle bonifiche su cui abbiamo norme più
articolate e severe rispetto agli altri Paesi.
E va eliminata la norma (non inclusa nella direttiva) che prevede che le imprese prestino una garanzia
finanziaria a tutela di un eventuale inquinamento. Un onere in più non giustificato anche «in
considerazione del fatto ­ aggiunge il documento ­ che le imprese impegnate in progetti di bonifica
prestano già appropriate fideiussioni», come previsto dal Dlgs 152/2006. Infine Confindustria punta il
dito contro i limiti alle emissioni più restrittivi rispetto a quelli previsti dalla direttiva per alcuni impianti
industriali e chiede di rivedere l' inasprimento di alcune sanzioni e l' introduzione di nuove fattispecie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA LE REGOLE La direttiva 2010/75/Ue La norma Ue rivede e fonde
insieme in un unico testo giuridico sette direttive riguardanti le emissioni industriali rafforzando l'
approccio integrato in materia di rilascio degli atti autorizzativi Il Dlgs di recepimento Anche la bozza di
decreto di recepimento punta a ricomprendere in un unico corpo normativoil complesso delle norme in
materia di emissioni industriali. Ma secondo Confindustria introduce paletti più stringenti rispetto alla
normativa Ue.
MARZIO BARTOLONI
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
11
19 febbraio 2014
Pagina 8
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Statuto in Gazzetta.
A regime l' agenzia per l' Italia digitale
Dopo oltre un anno e mezzo di attesa diventa
definitivamente operativa l' Agenzia per l' Italia
digitale.
Nei giorni scorsi è stata pubblicato in
«Gazzetta» lo statuto, rimasto a lungo in stand
by, che ora farà girare a pieni giri l' organismo
disegnato per diventare il braccio operativo
del Governo nell' attuazione dell' agenda
digitale: dalla diffusione della banda larga e
ultra larga alla digitalizzazione della Pa fino
alla creazione di una identità digitale per ogni
cittadino.
L' Agenzia, che avrà a disposizione 130
persone, lavorerà sotto il controllo di Palazzo
Chigi ­ un punto questo fortemente voluto dall'
ex premier Letta che aveva tentato di dare un
nuovo impulso all' agenda digitale ­ e opererà
in base alle strategie che saranno messe a
punto da un «Comitato di indirizzo». Un
organismo, questo, che in sostanza prenderà il
posto dall' unità di missione guidata da
Francesco Caio ­ commissario nominato da
Letta e ora in scadenza ­ e dove siederanno un
rappresentante nomitato da Palazzo Chigi con
compiti di coordinamento e altri membri
nominati da ministeri (Sviluppo economico,
Miur, Pa, Economia), Regioni oltre ai rappresentanti del Tavolo permanente per l' innovazione e l'
Agenda digitale italiana. La nomina del Comitato dovrebbe essere uno dei primi compiti del nuovo
Governo presieduto da Renzi, anche se non è escluso del tutto che il Governo uscente firmi il decreto di
nomina dell' organismo facendolo rientrare nell' ordinaria amministrazione. Da verificare anche la
conferma dell' attuale direttore generale, Agostino Ragosa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
12
19 febbraio 2014
Pagina 16
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Fisco ed enti locali. La bozza delle istruzioni per la compilazione dei modelli per enti non
commerciali.
Esenzioni Imu, in testa la sanità
Titolo preferenziale l' accreditamento ­ Pagano partiti e sindacati L' ALTRO FRONTE
Per le attività culturali e ricreative è determinante il carattere gratuito delle prestazioni.
Luigi Lovecchio L' esenzione Imu per gli enti
non commerciali non riguarda la totalità delle
attività istituzionali svolte da tali soggetti, ma
solo quelle considerate dall' articolo 7, lettera i)
del Dlgs 504/1992. Tra queste non sono citate
le attività politiche e sindacali, per le quali
quindi non vi sono agevolazioni.
La bozza delle istruzioni ministeriali alla
compilazione del nuovo modello di
dichiarazione per gli enti non commerciali
riprende la distinzione in categorie di attività
individuate dal Dm 200/2012. Per ciascuna di
esse sono fornite indicazioni approfondite sia
sotto il profilo definitorio sia sotto l' aspetto
della qualificazione non commerciale delle
operazioni effettuate.
Nelle attività assistenziali, un ruolo importante
è attribuito a quelle sanitarie. La bozza ritiene
sempre rispettati i requisiti di non
commercialità se sono accreditate e
contrattualizzate con Stato, Regioni ed enti
locali, anche se svolte dietro pagamento di
importi di partecipazione alla spesa previsti
dall' ordinamento (ticket). Si considerano
accreditate anche le prestazioni sanitarie
effettuate col contributo dell' ente locale, a
titolo di integrazione della retta (assistenza ad anziani autosufficienti). Il rispetto invece del requisito di
attività esercitata gratuitamente o con pagamento di corrispettivi simbolici è richiesto solo per le attività
sanitarie non convenzionate. Per essere simbolico, secondo l' interpretazione della Commissione Ue, il
corrispettivo deve essere totalmente sganciato dal costo del servizio e, in ogni caso, non deve superare
la metà dei prezzi mediamente praticati sul mercato per prestazioni analoghe. Il controllo compete al
Comune.
Quanto alle attività didattiche, va in primo luogo verificato se l' attività è paritaria a quella statale e non vi
sono discriminazioni nell' accettazione degli alunni.
Vanno inoltre garantiti gli obblighi di accoglienza dei portatori di handicap, l' applicazione dei contratti
collettivi e la pubblicità del bilancio. Le tasse d' iscrizione non devono superare il costo medio per
studente pubblicato sul sito del Miur.
Le attività ricettive sono sempre soggette a Imu se svolte in strutture alberghiere o paralberghiere
(alberghi e bed & breakfast imprenditoriali). Devono inoltre essere prestazioni rese non a un pubblico
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
13
19 febbraio 2014
Pagina 16
Il Sole 24 Ore
<­­ Segue
Pubblica amministrazione
indiscriminato ma a categorie di soggetti, destinatari delle attività istituzionali dell' ente non commerciale
(per esempio, alunni di istituti scolastici o membri di associazioni). Le rette devono essere simboliche,
non potendo superare la metà delle tariffe praticate su base regionale dalle strutture ricettive
"classiche".
Per le attività culturali e ricreative è dirimente il rispetto della sostanziale gratuità delle prestazioni. Sono
inoltre menzionate le attività sportive, sempre che siano esercitate da enti non commerciali. Occorre
inoltre che l' attività sia organizzata direttamente dall' ente, che non deve quindi limitarsi a mettere a
disposizione le strutture. Le quote di iscrizione richieste dalle associazioni sportive riconosciute dal Coni
si considerano simboliche e dunque non fanno mai perdere l' esenzione Imu.
Da quest' anno è agevolata anche l' attività di ricerca scientifica, per la cui definizione le Finanze si
riportano agli atti ufficiali della Commissione Ue.
Un' ultima precisazione riguarda le attività di religione e di culto: vi rientrano tutte le confessioni religiose
che hanno siglato intese con lo Stato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il quadro delle attività ASSISTENZIALI E SANITARIE Vale l'
accreditamento Le attività sanitarie nono ritenute sempre non commerciali, qualora ci sia un
accreditamento e una contrattualizzazione con Stato, Regioni o enti locali. Si considerano accreditate
anche le prestazioni assistenziali in cui il contributi dell' ente va a integrare la retta (per esempio, per gli
anziani autosufficienti) DIDATTICHE Va verificata la paritarietà In campo didattico, il primo discrimine
tra attività commerciali e non commerciali è paritarietà rispetto alle scuole pubbliche. Va verificato
anche se ci siano discriminazioni all' accesso degli allievi. Gli istituti scolastici devono anche garantire l'
accoglienza ai portatori di handicap, il rispetto dei contratti di lavoro e la pubblicità del bilancio
RICETTIVE Escluso l' esercizio imprenditoriale Nelle attività alberghiere, l' esenzione dall' Imu è sempre
esclusa quando chi le esercita lo fa a titolo imprenditoriale. Quando sono esercitate da un ente non
commerciale, per essere esenti devono essere rivolte non a un pubblico indistinto ma ai destinatari dell'
attività istituzionale dell' ente CULTURALI E RICREATIVE Conta la gratuità delle prestazioni Un' attività
culturale o ricreativa consente l' esenzione dal pagamento dell' Imu per il soggetto (ente n o n
commerciale) che la esercita quando i destinatari ne fruiscono a titolo gratuito. La bozza di istruzioni alla
dichiarazione Imu parla più specificamente di sostanziale gratuità SPORTIVE Un elenco delle discipline
Nello sport, le esenzioni Imu agli enti non commerciali vengono accordate sulla base di una lista di
discipline. L' ente deve comunque svolgere effettivamente l' attività sportiva: non è ammesso che si
limiti a mettere a disposizione di altri le strutture. Le quote d' iscrizione ad associazioni riconosciute dal
Coni non fanno perdere l' esenzione RICERCA SCIENTIFICA «Decide» la Ue Per capire se un' attività
di ricerca scientifica dia diritto a chi la svolge a fruire dell' esenzione dall' Imu, il fisco italiano si rimette
integralmente alle definizioni date dalla Ue: sono esenti tutte quelle attività che risultano da atti ufficiali
dell' Unione definite come di ricerca RELIGIOSE Serve l' intesa con lo Stato Le attività religiose danno
tutte diritto all' esenzione dall' Imu. Si pone però il problema di individuare quali religioni siano
considerate tali ai fini dell' Imu. Le bozze delle istruzioni alle dichiarazioni stabiliscono che vi rientrano
tutte le confessioni che hanno firmato intese con lo Stato POLITICHE E SINDACALI Nessuna
agevolazione Partiti e sindacati rientrano certamente fra gli enti non commerciali, però non hanno diritto
ad alcuna esenzione dall' Imu. Il motivo sta nella natura della loro attività: sono esenti solo quelle
considerate dall' articolo 7, lettera i) del Dlgs 504/1992, tra cui non rientrano né quelle politiche né quelle
sindacali L' anticipazione Sul Sole 24 Ore di ieri è stato anticipato per la prima volta il contenuto delle
bozze della dichiarazione Imu e delle relative istruzioni, specificando che hanno una mole simile a una
circolare.
Particolare attenzione è stata data alle agevolazioni per scuole paritarie.
LUIGI LOVECCHIO
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
14
19 febbraio 2014
Pagina 16
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Agenda digitale. Comuni, province e regioni hanno 16 mesi per adeguarsi.
Fatturazione elettronica obbligata da giugno 2015
LA NORMATIVA Il decreto attuativo domani sarà sottoposto al parere definitivo della
conferenza unificata Stato­Regioni.
Marco Mobili ROMA L' obbligo della fatturazione
elettronica per le amministrazioni locali decorre dal 6
giugno 2015. Comuni, province e regioni avranno
dunque oltre 16 mesi per adeguarsi e cominciare a far
viaggiare le fatture sulle piattaforme informatiche messe
a punto da Entrate e Sogei per tutti i loro fornitori. A
fissare nero su bianco la data da cui decorrerà l' obbligo
previsto dalla Finanziaria 2008 sia per le
amministrazioni centrali sia per quelle locali, è ora un
decreto attuativo messo a punto dal ministro dell'
Economia e da quello per la Pubblica amministrazione e
la Semplificazione e domani al parere definitivo della
conferenza unificata.
Poche righe ma che completano il quadro normativo per
far decollare una volta per tutte la "terza gamba" dell'
Agenda digitale italiana: quella della fatturazione
elettronica (Identità digitale e anagrafe nazionale della
popolazione residente sono le altre due). E su cui a
scommetterci non è solo la macchina amministrativa ma
anche i privati. Tra questi il Consorzio Cbi cui
aderiscono 600 istituti finanziari che offrono servizi a
oltre 920mila imprese. In un contesto in cui la priorità
per recuperare risorse passa per il taglio dei costi nella Pa, come ricorda il direttore generale del
Consorzio, Liliana Fratini Passi «con l' introduzione della fatturazione elettronica verso la Pa si possono
ottenere risparmi diretti per oltre un miliardo di euro l' anno (se si considerano solo gli impatti interni alle
Pa) e di circa 1,6 miliardi se si vogliono considerare anche i potenziali effetti sui fornitori della Pa
stessa».
C' è poi un risvolto difficile da quantificare ma che potrebbe dare comunque risultati eclatanti: la
trasparenza e la tracciabilità dei pagamenti con la fatturazione elettronica sono un' arma in più per il
contrasto all' evasione fiscale e al sommerso. Ma come sempre accade i buoni propositi e le best
practices in Italia non sempre trovano riscontri immediati. Il Direttore generale del Consorzio precisa
che gli «enti che si sono dichiarati disponibili alla ricezione di fatture elettroniche attualmente sono al di
sotto delle aspettative. Da una verifica al 12 febbraio scorso le ammministrazioni registrate ai servizi di
fattura elettronica sono soltanto 50 e di queste solo 14 Pa centrali».
Eppure la macchina e gli istituti finanziari che aderiscono al Consorzio sono pronti. Già dal 6 dicembre
scorso, conclude il Dg di Cbi, è disponibile la funzione «Fattura PA» che consente a un consorziato di
interfacciarsi con il sistema di interscambio dell' agenzia delle Entrate gestito da Sogei per l' invio delle
fatture elettroniche per conto dei propri clienti aziende creditrici, così come la ricezione di fatture
elettroniche per conto delle proprie clienti pubbliche amministrazioni debitrici.
Tutto pronto dunque, ora tocca alla macchina statale e locale mettersi in gioco.
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
15
19 febbraio 2014
Pagina 16
Il Sole 24 Ore
<­­ Segue
Pubblica amministrazione
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
MARCO MOBILI
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
16
19 febbraio 2014
Pagina 16
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Patto di stabilità. Decorrenza dal terzo anno dopo la loro istituzione.
Unioni comunali, vincoli rinviati
BONUS INVESTIMENTI Risorse finanziarie utilizzabili esclusivamente per i pagamenti in
conto capitale datati nel primo semestre del 2014.
Patrizia Ruffini La nuova circolare sul patto di
stabilità d i r a m a t a i e r i d a l l a R a g i o n e r i a
Generale dello Stato (n. 6/2014) spiega per la
prima volta le modalità applicative dell'
assoggettamento al patto, a partire dall' anno
in corso, delle unioni costituite dai comuni con
popolazione fino a mille abitanti (comma 1,
articolo 16, Dl 138/11). Le unioni in questione
applicano la disciplina prevista per i comuni
aventi popolazione corrispondente. Pertanto, l'
assoggettamento alle regole del patto decorre
­ analogamente a quanto previsto per i comuni
di nuova istituzione ­ dal terzo anno
successivo a quello della loro istituzione;
mentre la base di riferimento su cui applicare
la percentuale è data dalle risultanze dell' anno
successivo a quello della loro istituzione.
La spesa corrente da considerare è quella
desunta dai certificati di conto consuntivo.
Fra le novità targate 2014 che tutti gli enti
devono tener presente la circolare ricorda il
"bonus" investimenti di 1 miliardo.
Gli spazi finanziari che si liberano in
applicazione della norma vanno utilizzati
esclusivamente per pagamenti in conto
capitale datati nel primo semestre del 2014
(per cui i pagamenti in conto capitale che avverranno nel secondo semestre non potranno essere
esclusi a valere sui predetti spazi finanziari); il controllo sarà effettuato con il monitoraggio semestrale.
La circolare si sofferma anche sul fondo svalutazione crediti, in merito al quale conferma che i relativi
stanziamenti non rilevano ai fini del saldo finanziario di competenza mista, poiché non sono oggetto di
impegno, ma confluiscono nel risultato di amministrazione vincolato. Sul punto la Ragioneria generale
precisa anche che tali voci non rilevano fin dalle previsioni, superando in questo modo la posizione più
rigida della Corte dei conti (deliberazione 287/2012 della Toscana) che in passato era intervenuta sul
punto. Anche se la Circolare nulla dice in proposito, è da ritenere che analogo trattamento vada
riservato al fondo crediti di dubbia esigibilità che negli enti in sperimentazione dell,armonizzazione
contabile ha mandato in soffitta il fondo svalutazione crediti.
Come ogni anno, le istruzioni della Ragioneria si confermano un utile vademecum per applicare
correttamente il patto, particolarmente apprezzato dagli enti con meno di cinquemila abitanti, costretti a
fare i conti con questo vincolo da poco più di un anno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
17
19 febbraio 2014
Pagina 16
Il Sole 24 Ore
<­­ Segue
Pubblica amministrazione
PATRIZIA RUFFINI
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
18
19 febbraio 2014
Pagina 18
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
In Senato. Ok in commissione Finanze e Industria.
Il Dl destinazione Italia ridimensionato in attesa dell'
ultimo sì
PROBLEMI DI COPERTURA Numerosi i rilievi tecnici sulle risorse soprattutto per il
credito d' imposta per investire nella ricerca.
Carmine Fotina ROMA Le commissioni
Finanze e Industria del Senato hanno
licenziato il decreto Destinazione Italia senza
modifiche rispetto al testo approvato dalla
Camera. Il Dl, passato con l' unico voto
contrario di Forza Italia, sarà oggi pomeriggio
all' esame dell' Assemblea, dove l' obiettivo
dei relatori è convertire il provvedimento già in
serata. Tuttavia il decreto, che scade venerdì,
potrebbe correre ancora dei rischi vista l'
intenzione dei senatori M5S di fare
ostruzionismo in Aula e non si può escludere il
ricorso alla cosiddetta "tagliola" per
neutralizzare la protesta.
Partito con grande enfasi, il lavoro dei ministeri
su Destinazione Italia ha portato
progressivamente a un testo eterogeneo e
meno ambizioso rispetto alle aspettative. Con
più di un problema di copertura, sollevato
anche dal dossier Bilancio del Senato,
soprattutto in merito al credito d' imposta per
gli investimenti in ricerca, considerato una
delle principali misure.
Nel Dl compaiono, tra gli altri, interventi per
ridurre i costi dell' energia, incentivare le Pmi
che si connettono alla banda larga, rilanciare
le bonifiche industriali, favorire la diffusione di minibond e cartolarizzazioni, inasprire le sanzioni sul
lavoro irregolare. Alla Camera è stato stralciato l' intero articolo sull' Rc auto mentre è stata approvata la
compensazione, per il 2014, delle cartelle esattoriali con i crediti vantati dalle imprese nei confronti della
Pa. Disco verde anche per la stretta sull' utilizzo del preconcordato.
Su alcuni punti, ad esempio la gestione del cosiddetto bonus lettura, il decreto ha incassato critiche
anche da parte dello stesso Pd targato Renzi.
«Non è certamente un provvedimento risolutivo ­ commenta Camilla Fabbri, relatrice Pd al Senato
insieme ad Andrea Olivero (Pi) ­ ma in questo momento di difficoltà per le imprese non possiamo
permetterci di farlo decadere rinunciando ad alcune norme che possono apportare comunque benefici
al sistema».
Sono arrivati anche rilievi dei tecnici, sia della Camera sia del Senato, in merito alle coperture apparse
in diversi casi non sufficientemente chiare o addirittura labili. In primo luogo, si è accesa una spia rossa
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
19
19 febbraio 2014
Pagina 18
Il Sole 24 Ore
<­­ Segue
Pubblica amministrazione
sul bonus ricerca e sui voucher per le Pmi digitali. Il governo ha infatti previsto di finanziare entrambe le
misure, oltre che con i fondi Ue, anche con il Fondo sviluppo e coesione, le cui risorse, però, risultano
non utilizzabili per il 2014 in quanto il 75% è stato impegnato con la legge di stabilità mentre la restante
quota è già in attesa di finalizzazione.
Vengono sollevati dubbi anche sui possibili oneri pubblici per le bonifiche industriali per l' estensione
del ruling internazionale e, con un certo allarme, per la nuova disciplina relativa ai minibond e per le
regole volte a favorire investimenti in questo campo anche da parte delle assicurazioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
CARMINE FOTINA
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
20
19 febbraio 2014
Pagina 18
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Lavoro. Estesa la possibilità di utilizzo per cassintegrati e disoccupati.
La Cig convive con i voucher
Matteo Prioschi Anche nel 2014 cassintegrati e
percettori di altre prestazioni di sostegno al
reddito potranno svolgere attività di lavoro
accessorio.
L' articolo 8, comma 2 ter del decreto
Milleproroghe (il numero 150/2013) così come
approvato dalla Camera in fase di conversione
in legge, prevede infatti l' estensione all' anno
in corso della possibilità già concessa per il
2013. Dato che il decreto legge nel corso dell'
approvazione finale al Senato non dovrebbe
subire modifiche, la disposizione può essere
considerata definitiva.
Il Dl 150/2013 estende, senza modificarla, la
previsione già contenuta nel Dl 83/2012 che a
sua volta ha modificato la legge 92/2012 che è
intervenuta sull' articolo 70, comma 1 del
decreto legislativo 276/2003.
Quindi, anche per l' anno in corso, i percettori
di prestazioni integrative del salario o di
sostegno al reddito possono essere impiegati
con la formula del lavoro accessorio fino a un
massimo di 3mila euro di corrispettivo nell'
anno solare senza perdere il relativo status e
le integrazioni.
Come precisato dall' Inps nella circolare
49/2013, il limite di 3mila euro va inteso al netto dei contributi previdenziali e riguarda il singolo
lavoratore, quindi viene determinato dalla somma delle prestazioni svolte dallo stesso presso più
committenti.
L' impiego di percettori di sostegni al reddito può avvenire in tutti i settori produttivi, compresi gli enti
locali purché nel rispetto delle spese per il personale da parte di questi ultimi. Nel caso di prestazioni a
favore di imprenditori o professionisti, in via generale si applica un tetto di 2mila euro all' anno presso
ciascun committente.
Spetta all' Inps sottrarre gli accrediti contributivi derivanti dal lavoro accessorio dalla contribuzione
figurativa riguardante le somme erogate per integrazione al salario o sostegno al reddito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA La bussola 01 | LE CARATTERISTICHE Il lavoro accessorio prevede
il pagamento delle prestazioni tramite voucher di valore nominale predefinito che include anche la quota
(13%) destinata alla gestione separata Inps e quella per l' Inail (7%) 02 | L' UTILIZZO Nel solo 2013 ne
sono stati venduti più di 40 milioni.
Complessivamente dal 2008 il totale è di oltre 92 milioni.
MATTEO PRIOSCHI
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
21
19 febbraio 2014
Pagina 18
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
NOTIZIE In breve
CONVEGNO A MILANO Bilancio di genere
nelle quotate L' Ordine dei dottori
commercialisti di Milano continua il percorso di
studio sulla legge Golfo­Mosca ­ che prevede
l' introduzione dell' equilibrio di genere nella
composizione degli organi di amministrazione
e controllo delle società quotate in Borsa e a
partecipazione statale ­ dedicando al tema il
XVI Forum della Scuola di Alta Formazione
Luigi Martino.
Il convegno si terrà domani 20 febbraio dalle 9
alle 13.30 al Palazzo delle Stelline, corso
Magenta 61. A confronto: rappresentanti delle
istituzioni, delle professioni e del mondo
accademico, manager ed esperti di
recruitment.
PENSIONI Nuovi coefficienti di rivalutazione È
pari a 1,001643 il coefficiente di rivalutazione
per i montanti contributivi da usare per le
pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2014
in base alla legge 335/1995. Con il messaggio
2626 di ieri l' Inps ha anche comunicato tutti i
coefficienti relativi alla quota di pensione
relativa alle anzianità maturate fino al 31
dicembre 1992 e quelle dal 1993 al 2011.
(Ar.Ro.
) INCONTRO IN BOCCONI L' efficienza della «Pa» La pubblica amministrazione è diventata più snella,
ma deve comunque diventare più efficiente. Questo sarà il tema centrale dell' incontro in programma
domani alle 10.30 presso l' aula magna dell' Università Bocconi a Milano.
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
22
19 febbraio 2014
Pagina 2
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
L' analisi.
Finalmente in piazza anche chi produce pil
Ieri a Roma si sono dati appuntamento 60 mila
artigiani e commercianti per manifestare al
paese, e al mondo politico, il disagio che ha
già investito e travolto gran parte di questa
categoria di produttori. Il loro messaggio è
chiaro: la misura è colma, siamo stati spremuti
come dei limoni, e purtroppo non si vedono
limiti alla garrota tributaria e burocratica che si
sta sempre più stringendo attorno al collo di
questi imprenditori che, persino in Germania
(leggere l' ultimo report di Deutsche Bank)
costituiscono l' ossatura economica di un
paese industrialmente così importante.
Artigiani e commercianti sono non solo
persone che producono molto più pil di quanto
ne consumino ma, con la loro laboriosità, sono
anche persone che, credendo in loro stesse, si
sono tolte dal mercato dell' occupazione
pubblica, che alle volte è utile ma molto
spesso è anche dilapidante, perché solo
clientelare, lottizzato com' è fra politici e
sindacalisti con la faccia di bronzo, come del
resto ci ricordano continuamente i monotoni (e
per questo agghiaccianti) rapporti della Corte
dei conti.
I cosiddetti forestali che non hanno mai visto
da vicino una pianta, i cosiddetti disoccupati
organizzati (che accettano il cosiddetto lavoro
solo se è di un ente pubblico), le ragazzuole di belle speranze che vengono premiate per la loro
disponibilità con un posto nelle Regioni e altrove (come dimostrano le cronache di questi tempi) sono
macigni attorno al collo di artigiani e commercianti che sono chiamati, in una spirale senza fine, a
pagare il conto di un osceno pranzo continuo, consumato da altri. Sempre gli stessi, per di più.
I 60 mila che hanno manifestato a Roma dicono che stanno per essere soffocati da una pubblica
amministrazione che inventa i posti di lavoro (spesso, solo buste paga) per i suoi preferiti. Non solo,
costoro, una volta raggiunta una scrivania si esercitano nell' esercizio di poteri burocratici assurdi a
danno di coloro che li mantengono. Un caso fra tutti: in una retata sui commercianti in Galleria Vittorio
Emanuele a Milano è stato multato con 400 euro un ristorante che, pur avendo esposto il cartello
«Vietato fumare», non c' aveva aggiunto un teschio, «come da regolamento». Maledetti.
© Riproduzione riservata.
PIERLUIGI MAGNASCHI
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
23
19 febbraio 2014
Pagina 9
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Lo denuncia a tre procure il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.
Le donazioni popolari per l' alluvione in Sardegna si
trovano ancora nelle tasche di chi le ha raccolte
«La generosità degli italiani, pari ad almeno
718.323,40 euro, è rimasta nelle tasche dei
promotori delle raccolte fondi per la
Sardegna». È la clamorosa denuncia del
Codacons, indirizzata a tre Procure, contro
tutte le associazioni volontarie, comprese
quelle di giornali e tg nazionali, che subito
dopo l' alluvione del 18­19 novembre, che
causò 16 morti e danni ingenti, lanciarono
numerose iniziative per aiutare le popolazioni
colpite. «Finora abbiamo sentito soltanto delle
chiacchiere, e nessun progetto concreto ha
potuto giovarsi dei soldi raccolti in tutta Italia»
dice Carlo Rienzi, presidente del Codacons.
Più volte, a nome della sua organizzazione, ha
sollecitato per iscritto le associazioni che
hanno raccolto i fondi a dichiarare l' entità delle
somme raccolte e a precisare i progetti
concreti sui quali farle confluire, senza mai
ottenere adeguati riscontri. «Abbiamo ricevuto
poche risposte, e per lo più generiche» dice
Renzi.
Un silenzio inaccettabile per il Codacons,
poiché tutte le raccolte fondi si erano
impegnate a contribuire a «interventi pubblici,
in accordo con le amministrazioni delle città e
dei Paesi più colpiti». Per questo, la denuncia
solleva l' ipotesi di truffa, falso e
appropriazione indebita, e invita le procure di Roma, Tempio Pausania e Nuoro a fare chiarezza al più
presto.
Nelle 16 pagine della denuncia, sono elencati sia i Comuni sardi più Colpiti (Olbia, Onani, Torpé,
Arzachena, Uras, Bitti), sia i promotori delle varie raccolte fondi: il quotidiano Unione Sarda, Sardegna
Solidale, Anci Sardegna, Caritas Diocesana di Cagliari, Confcommercio, Associazione Italiana
Calciatori (AIC), Mediafriends Onlus, Rcs Mediagroup onlus, Adria Italia, Croce Rossa Italiana. A tutti,
sia ai Comuni che alle associazioni, il Codacons ha inviato copia di una diffida, a norma di legge (art.
140/ dlgs 206/2005), per avere informazioni circa i progetti concreti da finanziare. Non tutte le
associazioni hanno risposto. E quelle che lo hanno fatto, sostiene il Codacons nell' esposto, non sono
mai andate oltre la manifestazione di un impegno generico, senza indicare (salvo poche eccezioni) l'
ammontare delle somme raccolte, né i progetti concreti, né i tempi di realizzazione.
Tra le somme dichiarate, la maggiore è quella raccolta da Mediafriends Onlus, pari a 700 mila euro.
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
24
19 febbraio 2014
Pagina 9
<­­ Segue
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Seguono quella delle Acli Sardegna (15 mila euro) e quella di Adria Italia (2.523,90 euro). Nessuna
delle altre associazioni ha rivelato l' ammontare dei soldi raccolti. Quasi tutte si limitano a fare delle
promesse. È il caso dell' Aic (Associazione italiana calciatori), che si vanta di avere indicato in Salvatore
Sirigu, portiere del Paris Saint Germain, e nei calciatori del Cagliari, i «punti di riferimento» per la scelta
della struttura o delle famiglie a cui saranno destinati i soldi raccolti. «Ma ad oggi nessun altro riscontro
è pervenuto» afferma la denuncia Codacons. Assai deludenti sono giudicate anche le risposte delle
altre associazioni, compresa quella della Croce Rossa: pur riconoscendo «l' importanza e il merito dell'
azione svolta dalla Cri» nei primi soccorsi alle popolazioni colpite dall' alluvione, nella sua denuncia il
Codacons sostiene che «non si può non avere perplessità anche alla luce dei numerosi scandali,
riportati dai media, stampa e siti web, in cui la Croce Rossa Italiana sembrerebbe essere stata
coinvolta, con le ripetute denunce della Corte dei Conti relativamente a disagi e deficit economici che
indeboliscono ancora di più il più importante Ente umanitario e come si sia evidenziato come la CRI
avrebbe un buco economico di quasi 14 milioni di euro e una scarsa capacità interna di controllare la
contabilità con assenza di una tesoreria unica a cui attingere denaro in modo vigilato».
Vi è poi il caso della Adria Italia, che sostiene di avere concordato con il Comune di Olbia la
destinazione della somma raccolta (2.523,50 euro), ovvero la riparazione dell' asilo nido di via
Lupacciolu. Ma richiesto di una conferma, il Comune di Olbia si è limitato a rispondere che è in corso la
valutazione dei danni e che nessuna decisione è stata presa. Dice Renzi a Italia Oggi: «L' unico
Comune che ha dato prova di agire con grande trasparenza è stato quello di Torpé, un Comune piccolo,
ma bene amministrato. Dopo avere ricevuto 82 mila euro dalle donazioni, ha preteso che alla
ripartizione dei fondi tra le famiglie più colpite fosse presente anche una delegazione del Codacons». E
per il resto? «Purtroppo, come accade ad ogni calamità, le associazioni volontarie che raccolgono fondi
tardano il più possibile nei loro interventi, e preferiscono tenere i soldi in banca, per incrementare il loro
patrimonio.
Ma questa è appropriazione indebita, una truffa nei confronti della generosità degli italiani».
© Riproduzione riservata.
TINO OLDANI
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
25
19 febbraio 2014
Pagina 11
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
lettere
Scusate, siamo stati all' estero un paio di
giorni. Abbiamo già cambiato premier o c' è
ancora Renzi?
Filippo Merli I giornalisti hanno cambiato
mestiere Ricapitoliamo: il Corriere lancia la
volata a Matteo Renzi, rispolverando una
notizia vecchia di tre anni fatta passare come
scoop da Alan Friedman.
Poi a via Solferino scoprono che Lucia
Annunziata fa le consultazioni per la nascita di
un governo Renzi­De Benedetti.
Chissà come l' avranno presa.
Su tutto un dubbio: ma se i giornalisti ora
fanno i politici, a fare i giornalisti chi ci pensa?
Alla fine, sarà dura smentire Grillo sullo stato
della stampa Luigi Chiarello Possiamo stare
tranquilli Josif Stalin ha dovuto vedersela con
Aleksandr Solzhenitsyn, Georgij Malenkov con
Boris Pasternak, Leonid Breznev con Vladimir
Bukovskij e Andrej Sacharov. Se oggi Putin
deve vedersela con le Femen e Luxuria, può
dormire sonni tranquilli.
Marco Cobianchi Il 1984 lo stiamo vivendo
adesso Eric Arthur Blair, prima di chiamarsi
George Orwell, gli aveva dato un titolo:
«1984». Purtroppo quel libro ora ci appare tutt'
altro che archeologia letteraria. Ahimé.
Corrado Idomeneo Parla come Pinocchio
«Oggi imparo a leggere, domani a scrivere, dopodomani a far di conto», disse Pinocchio. «Entro
febbraio la riforma elettorale, a marzo la riforma del lavoro, in aprile la pubblica amministrazione, a
maggio in fisco», disse Renzi. Comun denominatore? La toscanità. E il naso lungo.
Sergio Luciano Brunetta non ha tutti i torti L' ex ministro Renato Brunetta ha dichiarato che non vedrà il
Festival di Sanremo perché «non mi piace lo show business, non mi piacciono i cosiddetti mostri sacri
che pretendono di spiegare agli italiani come devono vivere, come devono pensare. Quando uno
spettacolo televisivo di massa è tutto di una sola parte che racconta un solo modo di intendere la vita, di
intendere la politica, di intendere i valori solo di una parte, mi dà anche fastidio». Mi pare evidente che
Brunetta senta già puzza di beatificazione di Renzi in diretta televisiva. E come dargli torto, conoscendo
le capacità della Rai di spostare rapidamente le proprie blandizie da un potente di turno all' altro?
Peccato che poi lo faccia esclusivamente all' interno di una sola parte politica, ma quello fa parte del
dna dell' azienda​ Lorenzo Piccolomini ­ Firenze Perche radiato Mughini e i mezzibusti no?
Qualcuno mi può spiegare la differenza tra Giampiero Mughini e i giornalisti che leggono i Tg della Rai?
Mughini è stato radiato dall' ordine dei giornalisti per avere fatto uno spot pubblicitario, se non ricordo
male per una società di telefonini. Per l' ordine, chi è giornalista non deve mai fare spot, pena il conflitto
d' interessi. Regola applicata con eccesso di zelo a Mughini, che non ha mai scritto una riga in vita sua
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
26
19 febbraio 2014
Pagina 11
<­­ Segue
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
sui telefonini. Epperò sono due mesi che al termine di tutti i Tg delle tre reti Rai i giornalisti di turno
ricordano con zelo che si deve pagare il canone Rai, azienda da cui sono stipendiati. Non è pubblicità
interessata, questa?
Tino Oldani Tutti uguali per la burocrazia Ue La recente legge approvata dalla regione Lombardia per lo
sviluppo delle imprese prevede anche una norma specifica per la creazione di un marchio Made in
Lombardy che dovrebbe appunto tutelare le specificità, alimentari e non, di una delle regioni più ricche
d' Italia. Sono curioso di sapere quale sarà la reazione dell' Unione europea. A Bruxelles, infatti, già
viene l' orticaria a sentire parlare di Made in Italy, figuriamoci quando si tratterà di discutere di una sotto­
categoria di quest' ultimo. Non dobbiamo dimenticare che il punto di vista prevalente in sede di
Commissione europea è sembrato essere in questi anni l' annacquamento delle peculiarità nazionali e l'
omologazione verso il basso.
Tra l' Europa (immaginata) dei popoli e quella (reale) della tecnocrazia il gap è troppo ampio perché un
qualche «Made in» possa allignare.
Francesco Giorgione ­ Napoli.
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
27
19 febbraio 2014
Pagina 12
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Renzi farebbe bene ad ascoltare le richieste di un ceto che produce pil.
Sono ben 372 mila le saracinesche che si sono
abbassate per sempre soltanto l' anno scorso
Stop alla «oppressione fiscale insostenibile» (il
tasso supera, ormai, il 44% del Prodotto
interno lordo), destinando le risorse derivanti
dalla lotta all' evasione alla riduzione generale
della tassazione, partendo dalle aliquote Irpef
ed escludendo dal pagamento dell' Imu gli
immobili strumentali all' attività d' impresa (che
grava sulle spalle del 70% delle pmi). Ed un
freno allo strapotere della burocrazia,
snellendo, da un lato, gli adempimenti nel
numero e nei contenuti («ogni tre giorni se ne
deve espletare almeno uno») e, dall' altro,
assicurando il pagamento dei debiti contratti
dalla pubblica amministrazione, favorendo, a
seguire, l' accesso al credito delle aziende,
mediante «un intervento straordinario della
Banca centrale europea».
Rete Imprese Italia ha chiamato a raccolta
artigiani e commercianti a Roma, elencando la
sequela di interventi necessari ed urgenti per
rimettere in sesto l' economia e rilanciare
consumi e investimenti, chiedendo, dichiara a
ItaliaOggi Daniele Vaccarino, presidente della
Cna, «subito un incontro al premier incaricato
Matteo Renzi, perché quei timidi segnali di
ripresa che ci vengono segnalati non si
avvertono, e le assunzioni non ripartono.
Siamo disponibilissimi a qualsiasi tipo di
concertazione, anche rompendo vecchi schemi. Ci convochi, ci ascolti», aggiunge, «e vedrà che
abbiamo delle idee importanti ed utili per arricchire il programma di riforme che ha annunciato di voler
realizzare, mese dopo mese».
Una di queste è, sicuramente la sospensione della normativa sul Sistri, il Sistema di controllo della
tracciabilità dei rifiuti, un vincolo per le aziende che Vaccarino, dal palco, non esita a definire «un
mostro», mentre Marco Venturi (Confesercenti) sottolinea come 372 mila saracinesche si siano
abbassate per sempre nel 2013, e occorra invertire la tendenza altrimenti, invece che di sviluppo e di
occupazione, «continueremo a parlare di chiusure ed usura». E, a proposito di lavoro, Rete Imprese
torna a battere sul tasto della riduzione del costo dei dipendenti, ma invoca la non penalizzazione dei
contratti flessibili, nonché l' eliminazione di tutte le causali per l' inquadramento a tempo determinato.
Alle aziende, infine, darebbe ossigeno anche «un sistema giudiziario civile più efficiente»,
accompagnato da un potenziamento infrastrutturale nel nostro paese, che liberalizzi (ulteriormente) il
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
28
19 febbraio 2014
Pagina 12
<­­ Segue
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
trasporto ferroviario, e da una modifica delle imposte vigenti sui consumi di energia elettrica, giacché
«più del 60% del totale delle spese sostenute dalle pmi è di origine fiscale e para­fiscale».
DI SIMONA D' ALESSIO
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
29
19 febbraio 2014
Pagina 18
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
televisioni.
Il Tg1 perde la redattrice fashion e riordina le
redazioni
Paola Cacianti lascia. Il Tg1 perde la popolare
redattrice del fashion. Il direttore Mario Orfeo
aveva pensato a un contratto per trattenerla
ma il dg Luigi Gubitosi è stato irremovibile.
I n t e m p i d i spending review n e s s u n a
eccezione: i pensionati vanno a riposo e non si
recuperano. Così dal 28 febbraio Paola
Cacianti lascerà il mondo degli stilisti e delle
sfilate, al suo posto andrà Barbara Modesti.
Enrico Mentana verrà dopo Crozza. L' editore
di La7, Urbano Cairo, ha licenziato il
palinsesto per i prossimi mesi. Il venerdì sera
il direttore del tg condurrà l' approfondimento
Bersaglio mobile dopo lo show di Maurizio
Crozza. Una decisione che costringe Daria
Bignardi a traslocare al mercoledì al posto di
Gianluigi Paragone che a sua volta sposterà la
sua Gabbia alla domenica. Prova d' appello
per Linea Gialla, condotto da Salvo Sottile,
confermato il martedì ma con scarso
entusiasmo da parte di Cairo per quel 3% di
audience che non riesce a superare.
Claudio Santamaria veste i panni del maestro
Alberto Manzi e con la rievocazione di Non è
mai troppo tardi la Rai continua la
celebrazione dei suoi 60 anni. Manzi tra il 1960
e il 1968 alfabetizzò gli italiani attraverso la tv.
La miniserie in due puntate, diretta da
Giacomo Campiotti, andrà in onda il 24 e 25 febbraio su Rai1.
Fiorello va in teatro ma non lascia la radio. Anzi rilancia con un nuovo format, Fuori programma, su
Radio2; la prima puntata è andata in onda lunedì. Ma dopo alcune settimane di rodaggio sarà dal 16
marzo che entrerà nel vivo l' esperimento radioteatrale.
«Non è uno show nato a tavolino», dice Fiorello, «ma un varietà sul campo, che prenderà spunto dalle
situazioni che si creeranno in teatro, di tappa in tappa, la cosa bella è che, usando semplicemente uno
smartphone, posso fare radio da qualunque città, da qualunque posto e situazione». La trasmissione va
in onda alle 7,58 con replica alle 10,35 più un' antologica il weekend (8,40 e 13). Oltre a Marco Baldini lo
seguiranno in questa avventura itinerante anche Enrico Cremonesi e la sua band e i Gemelli di
Guidonia. Poi a novembre Fiorello passerà in tv, su Ra1 il sabato sera.
Monica Maggioni perde feeling con la redazione, che s' è riunita in assemblea per chiederle conto delle
promesse di rafforzamento di Rainews24 e di Televideo, le due testate che dirige. Le sinergie si
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
30
19 febbraio 2014
Pagina 18
<­­ Segue
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
sarebbero rivelate solamente un aggravio del carico di lavoro delle redazioni. In particolare i giornalisti
di Televideo lamentano che la testata sta andando alla deriva nonostante i 18 milioni di visite
giornaliere.
Alessia Marcuzzi tira un sospiro di sollievo. Dopo tante traversie, tra cui l' incendio doloso alla location,
e un minore entusiasmo dell' editore, finalmente il Grande fratello ha una data di partenza: il 3 marzo. Il
pericolo di un calo d' ascolti è concreto, perciò la Marcuzzi e i suoi autori stanno mettendo a punto
qualche novità e istruendo i concorrenti, in modo da vivacizzare quanto succede nella casa meno intima
d' Italia, in cui per la prima volta compariranno scaffali con libri. Chi l' avrebbe detto: una versione
intellettuale del Grande fratello?
Marco Franzelli, giornalista storico del Tg1, dove conduceva l' edizione del pomeriggio, era
responsabile della redazione società ma si occupava anche di Formula uno (ha scritto un libro su Luca
di Montezemolo) passa a Raisport dove si occuperà prevalentemente di automobilismo. Si era stancato
del baillame del Tg1 e ha chiesto, e ottenuto, il trasferimento, col direttore Orfeo che non ha fatto una
piega: anzi, ha preso la palla al balzo per unificare la redazione società con la cronaca.
Giuseppe Feyles, direttore di Iris, festeggia. Ha accalappiato 1,3 milioni di telespettatori col film
Schindler' s List, trasmissione più vista nelle reti digitali nel mese di gennaio. Secondo posto per Real
Time con il programma di Benedetta Parodi, Bake Off Italy, Dolci in Forno (1,1 milione), al terzo posto
Rai4 con il film Shaolin (ciclo Arti Marziali), con 789.154 telespettatori e al quarto Cielo, con Masterchef
Usa (771 mila spettatori).
Flavio Insinna tenterà di bissare il successo di Affari tuoi. Viene promosso in prima serata su Rai1 con
un talent show, La pista, addirittura di importazione colombiana: otto i cantanti e attori in gara che si
esibiranno nel ballo nei primi 30 secondi dei brani, mentre il resto lo faranno le scuole di ballo che si
sfideranno nello show. In giuria: Rita Pavone, Gigi Proietti e Claudia Gerini. Il programma è realizzato
da Endemol.
Michele Santoro ce la mette tutta ma quest' anno il suo Servizio Pubblico, nonostante la promozione de
La7, arranca attorno al 10% di audience, quando va bene. L' inflazione dei talk show politici sembra
avere penalizzato soprattutto Santoro, anche perché il programma non si è rinnovato e i servizi spesso
hanno scarso mordente. Il conduttore spera ora nel Cavaliere: il suo ritorno sulla scena politica potrebbe
ridare fiato al proverbiale antiberlusconismo di Santoro e rendere più pepata la trasmissione.
Margherita Ghinassi, a suo tempo indefessa conduttrice del Tg1 delle 13,30, poi direttrice della sede
Rai del Veneto, quindi rientrata nella redazione del tg della rete ammiraglia alle dirette dipendenze del
direttore e dirottata soprattutto sulla politica interna, passa alla redazione Esteri, che il direttore Mario
Orfeo vuole potenziare. Con la riduzione del numero dei corrispondenti, ci sarà molto da lavorare per la
Ghinassi e per Giovanni Bocco, anche lui trasferito agli Esteri.
Mara Venier ha fatto sobbalzare sulla sedia in un colpo solo il dg Luigi Gubitosi e tutto lo stato maggiore
di Saxa Rubra, impegnato in questi giorni nell' avventura sanremese.
Che ha fatto la Venier? Ha confezionato nel suo programma un siparietto di sfottò proprio su Sanremo:
in Rai è come sparare sulla croce rossa. Ha mandato Luca Giurato a Sanremo per un' anteprima e lui
non ne ha presa una, sbagliando perfino i nomi dei cantanti. Poi è stata la volta di Iva Zanicchi che in
studio ha detto che è assurdo chiamare big dei cantanti che sono sconosciuti. Non basta. La parola è
passata a Marina Ripa di Meana che se l' è presa con la coppia Fazio­Littizzetto: «Sembrano un curato
di campagna con la sua badante un po' sboccata». Per finire con Magalli: «Minacciamo di trasmettere in
India Sanremo se non ci mandano i marò». Quando si dice che un' azienda fa squadra.
Twitter: @gponziano © Riproduzione riservata.
GIORGIO PONZIANO
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
31
19 febbraio 2014
Pagina 21
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Le due disposizioni rischiano di avere effetti paradossali per i contribuenti attivi sul web.
E­commerce in tilt sul 20%
La ritenuta grava le transazioni. C/c online nel Rw.
E­commerce in tilt sulla ritenuta del 20% sui
bonifici esteri e conti virtuali (come ad
esempio Paypal) da segnalare sul quadro Rw.
Sono queste le conseguenze a cui può portare
l' applicazione di due diverse disposizioni ma
tra loro collegate, quella della ritenuta del 20%
sui bonifici esteri e il monitoraggio fiscale. Con
queste ultime disposizioni è stata prevista l'
abolizione della soglia dei 10 mila euro per la
compilazione del quadro Rw e la conseguenza
potrebbe essere quella di obbligare alla
dichiarazione anche chi detiene pochi euro su
conti di pagamento per gli acquisti o le
scommesse via web.
E anche sulla nuova ritenuta all' ingresso del
20% regna il caos tra chi è abituato ad
acquistare e vendere oggetti su internet (ma
non solo). I casi in cui i contribuenti devono
presentare alla banca l' autodichiarazione per
non vedersi applicato il prelievo sembrano
superare di gran lunga le ipotesi in cui la
trattenuta è dovuta. Secondo quanto risulta a
ItaliaOggi, gli istituti bancari si stanno
comportando in queste ore a macchia di
leopardo, rendendo ulteriormente più confusa
la situazione. Il rischio è quello di vedere
falcidiate somme in entrata sulle quali invece
la ritenuta non dovrebbe incidere. In questo
contesto, la Commissione europea si prepara a esaminare la nuova normativa italiana (si veda
ItaliaOggi di ieri).
Monitoraggio. Nel tentativo di semplificare il quadro Rw di Unico (con l' abolizione delle sezioni I e III), la
legge n.
97/2013 ha eliminato il limite di importo al di sopra del quale vige l' obbligo dichiarativo.
Rispetto al passato, quindi, investimenti e attività detenute all' estero devono essere sempre dichiarate,
anche se al termine del periodo d' imposta siano di importo inferiore alla vecchia soglia dei 10 mila
euro. Dal punto di vista oggettivo, come chiarito dall' Agenzia delle entrate con la circolare n. 38/E del
2013, rientrano nell' obbligo di monitoraggio sia i depositi, sia i conti correnti bancari sia gli «altri
rapporti finanziari» stipulati al di fuori del territorio dello Stato. La maggior parte delle transazioni online
presuppone l' apertura di appositi account, che in alcuni casi nulla hanno a che spartire con i conti
correnti veri e propri, ma in altri gli somigliano molto. L' esempio più famoso è quello di PayPal (società
californiana, controllata da eBay, che offre servizi di pagamento online e di trasferimento di denaro
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
32
19 febbraio 2014
Pagina 21
<­­ Segue
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
tramite internet), ma ve ne sono anche altri. Qualora il rapporto finanziario sia instaurato dall' utente con
un soggetto estero (per esempio il Lussemburgo), in dichiarazione dei redditi scatterebbe l' obbligo di
indicare la consistenza del conto nel quadro Rw, a prescindere dall' importo.
Ritenuta. L' altra faccia della medaglia è rappresentata dal rischio, per i contribuenti, che i prelievi da
simili conti (istituiti oltre confine) vadano incontro alla ritenuta all' ingresso del 20%. Quest' ultima, come
previsto dal nuovo articolo 4 del dl n. 167/1990, si applica qualora i flussi in ingresso siano frutto di
investimenti e/o da attività finanziarie estere, che concorrono a formare il reddito complessivo del
contribuente. Sta a lui informare la banca che il pagamento non è riconducibile a redditi di capitale o a
redditi diversi ex articolo 67 del Tuir.
Il disagio per la maggior parte delle persone fisiche è però evidente. Se per esempio un soggetto vende
una collezione di fumetti su un sito di aste online a un soggetto francese per 100 euro, dovrà
autocertificare all' intermediario che il pagamento in arrivo dalla Francia non è un reddito finanziario (se
non lo fa, la banca trattiene il 20% e sul conto corrente del venditore vengono accreditati 80 euro).
Stessa situazione per le rimesse inviate ai propri familiari da chi lavora all' estero.
Scommesse online. Un capitolo a sé è quello del mondo del gioco legale online. Sebbene i siti che
operano in Italia e in possesso di la licenza abbiano un dominio .it, potrebbe essere che il conto su cui
poggiano i trasferimenti di denaro faccia capo magari a banche estere, anche solo all' interno dell' Ue.
In questo caso, fanno sapere a ItaliaOggi alcuni importanti operatori del settore, occorre distinguere se
la società sconta a monte l' imposta sostitutiva o meno.
Nel primo caso, infatti, l' importo non dovrà essere caricato della trattenuta del 20%.
Ci sono però molti casi in cui l' imposta sostitutiva non viene assolta: pertanto il giocatore potrebbe
ricevere sul suo conto l' importo decurtato del 20%. L' alternativa in ogni caso è presentare alla propria
banca un' autocertificazione dove si indichi la natura dell' importo come provento da vincita.
Ma visto che il tutto è legato all' aleatorietà, il consiglio, un po' paradossale, è quello di fornire
anticipatamente alla banca l' autocertificazione confidando nella buona sorte per le vincite future.
CRISTINA BARTELLI E VALERIO STROPPA
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
33
19 febbraio 2014
Pagina 27
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Pronto il modello. Richieste dall' 1/4 al 15/5.
Distacchi sindacali, contributi agli enti
Dal prossimo 1° aprile e sino al 15 maggio, gli
enti locali potranno richiedere il contributo
erariale, riferito al 2013, per il proprio
personale che attualmente è in posizione di
distacco sindacale attraverso l' apposito
modello di certificazione che il ministero dell'
interno metterà a disposizione sul proprio sito
internet istituzionale.
È quanto comunica il dipartimento finanza
locale del ministero dell' interno nel testo della
circolare n.3/2014, a seguito dell' avvenuta
pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale dell' 11
febbraio scorso, del dm 3 febbraio 2014
emanato in relazione alle disposizioni previste
dall' articolo 1­bis del dl n. 599/1996, ove si
prevede l' assegnazione ai comuni, alle
province, alle comunità montane e alle
Aziende sanitarie provinciali (in quanto
subentrate alle Ipab), di un contributo erariale
corrispondente alla spesa sostenuta dagli enti
sopra elencati per il personale cui è stata
concessa l' aspettativa per motivi sindacali.
Per espressa previsione legislativa, da tale
erogazione restano esclusi gli enti del Friuli­
Venezia Giulia, della Valle d' Aosta e del
trentino­Alto Adige.
Il documento del Viminale, innanzitutto,
precisa che l' espressione «aspettativa per
motivi sindacali» deve essere riferita all' istituto del «distacco sindacale». Da ciò ne consegue che gli
enti che hanno titolo alla trasmissione della certificazione e, quindi, alla richiesta del contributo di cui
sopra, sono esclusivamente quelli il cui personale, nel 2013, ha ottenuto il distacco per tale motivazione.
La certificazione da utilizzare, allegata sia al dm che riproposta dalla circolare, dovrà essere trasmessa
in modalità esclusivamente telematica e sarà resa disponibile agli enti, attraverso il sito istituzionale del
dipartimento della finanza locale (www.
finanzalocale.interno.it) a far data dal prossimo 1° aprile e sino al termine perentorio delle ore 14,00 del
15 maggio.
Per essere ritenuta valida, la certificazione dovrà essere sottoscritta con firma digitale dal segretario
dell' ente, dal responsabile del servizio finanziario e dai componenti dell' Organo di revisione (almeno
due, se detto organo è previsto in forma collegiale). È pacifico che per poter sottoscrivere della
certificazione, tutti i soggetti sopra nominati dovranno essere preventivamente censiti nel sito della
finanza locale. Infine, si precisa che non sono previste altre forme di invio della certificazione se non
quella telematica, né si ritiene valida ai fini dell' erogazione del contributo erariale, la documentazione
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
34
19 febbraio 2014
Pagina 27
<­­ Segue
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
trasmessa oltre i termini perentori e ulteriori trasmissioni che pregiudichino la certezza del dato riportato
nel modello già trasmesso. Tuttavia, gli enti possono sempre inoltrare una nuova certificazione, in
aggiunta o per rettificare i dati già trasmessi, ma sempre in forma telematica e nel rispetto del termine
perentorio del prossimo 15 maggio.
© Riproduzione riservata.
ANTONIO G. PALADINO
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
35
19 febbraio 2014
Pagina 27
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
L' indicazione della Rgs nella nota sulle novità 2014.
Il patto di Stabilità guardi all' Europa
Per gli enti locali, il patto di Stabilità del futuro
dovrà essere più europeo e rispondente a una
logica di integrazione territoriale. L' indicazione
proviene dalla Ragioneria generale dello stato
ed è contenuta alla n. 49 delle 83 pagine di cui
si compone la sempre più corposa circolare
annuale che riepiloga i contenuti salienti del
Patto.
La circolare (n. 6/2014), diffusa ieri, fa il punto
sulle principali novità introdotte dalla legge
147/2013 e sui conseguenti adempimenti a
carico di province e comuni. Fra queste,
spicca il nuovo rinvio, al 2015, del c.d. Patto
regionale integrato, che in teoria avrebbe
dovuto decollare già da qualche anno. Il
motivo del ritardo, evidenzia la Rgs, va
ricercato nella mancanza delle informazioni
necessarie per il calcolo del saldo obiettivo in
coerenza con i criteri europei e secondo le
modalità previste dalla nuova contabilità
armonizzata di cui al dlgs 118/2011.
L' evoluzione in senso europeista e federale
del Patto è stata prevista già dall' art.
20 del dl 98/2011 e dovrebbe tradursi in un
meccanismo che consenta alle regioni di
concordare direttamente con lo Stato le
modalità di raggiungimento degli obiettivi
propri e degli enti locali del proprio territorio,
espressi in termini di saldo eurocompatibile e secondo una logica integrata che superi l' attuale
meccanismo delle compensazioni verticali e orizzontali.
Vedremo se il 2014 sarà l' anno buono: entro il prossimo 30 novembre dovrebbe vedere la luce il
decreto ministeriale attuativo per essere pronti a partire dal prossimo 1° gennaio.
Per quest' anno, invece, si continua sui binari consueti della competenza mista, con le novità (numerose
ma tutto sommato marginali) introdotte dalla legge 147. Fra queste, l' aggiornamento della base di
calcolo degli obiettivi (rileva la spesa corrente media 2009­2011 e non più quella 2007­2009), l'
aggiornamento dei moltiplicatori (che dal 2016 chiederanno uno sforzo aggiuntivo di 344 milioni all'
anno), le premialità per gli enti sperimentatori e l' introduzione del Patto verticale nazionale a favore dei
piccoli comuni. Da segnalare la mancanza degli attesi chiarimenti sulle modalità attuative della
rimodulazione a favore dei comuni capofila di convenzione, che dovrebbero vedersi ridotto l' obiettivo a
spese degli altri municipi convenzionati. La circolare, infatti, non disciplina le modalità con le quali gli
enti interessati, entro il 15 marzo, dovranno comunicare gli importi in aumento e in riduzione all' Anci
affinché li trasmetta a sua volta al Mef. Rimane il dubbio, al riguardo, se l' iniziativa spetti solo al capofila
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
Continua ­­>
36
19 febbraio 2014
Pagina 27
<­­ Segue
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
ovvero anche agli altri comuni, chi sia il destinatario della comunicazione (l' Anci nazionale o quelle
regionali?) e che tipo di verifiche siano previste in merito alla correttezza dei dati.
MATTEO BARBERO
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016
37