Comune di Anzola dell`Emilia
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COMUNE DI ANZOLA Mercoledì, 04 maggio 2016 COMUNE DI ANZOLA Mercoledì, 04 maggio 2016 Cronaca 03/05/2016 Bologna Today 1 San Giovanni in Persiceto, furto con... 03/05/2016 Bologna2000 2 Furto con spaccata per rubare alcolici, un arresto a San Giovanni in... 04/05/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 19 3 Colpo con spaccata al minimarket Colto sul fatto uno dei ladri Economia e lavoro 03/05/2016 Bologna Today 4 Lavoro nero a Pieve di Cento: chiuso locale di Lap Dance e multa da 14mila... 03/05/2016 Bologna2000 5 Otto lavoratori in "nero" scoperti in un locale di Lap dance a Pieve di... 04/05/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 19 6 Lavoratori in nero al 'Mikonos' Politica locale 04/05/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 26 CLAUDIO CUMANI «Abbandono 'un po' di me' e mi lancio nel futuro» 7 Pubblica Amministrazione 04/05/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 6 BEDA ROMANO Moscovici: applicazione intelligente del Patto 04/05/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 6 DINO PESOLE Per ora conti al riparo 04/05/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 9 04/05/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 13 14 Riello: «L' Imu è una zavorra sulle Fiere» GIUSEPPE LATOUR Il Demanio spinge sulle dismissioni 04/05/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 42 PASQUALE MIRTO Per i rimborsi Imu i dati vanno caricati a mano 04/05/2016 Italia Oggi Pagina 10 CARLO VALENTINI I bagnini venderanno anche merci 04/05/2016 Italia Oggi Pagina 39 LUIGI OLIVERI Anticorruzione spuntata se si attenuano i controlli 04/05/2016 Italia Oggi Pagina 39 FRANCESCO CERISANO Cala il gelo tra Anci e governo 04/05/2016 Italia Oggi Pagina 39 Meno incentivi per le fusioni 04/05/2016 Italia Oggi Pagina 42 Riforma del catasto senza nuove tasse 16 18 I sindaci al Governo: «Subito un decreto per tagliare le sanzioni sul 04/05/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 42 11 13 Sostituzione edilizia molla per il rilancio 04/05/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 16 9 MATTEO BARBERO 19 21 24 26 28 29 3 maggio 2016 Bologna Today Cronaca San Giovanni in Persiceto, furto con spaccata al minimarket I Carabinieri hanno arrestato un 29enne marocchino, residente a Castelnuovo Bariano (RO), per furto aggravato in concorso. Domenica notte, la Centrale Operativa del 112 è stata informata che all' interno di un minimarket in via Giambattista Gornia a San Giovanni in Persiceto era in atto un furto. Una pattuglia si è recata sul posto e ha notato che la vetrata principale del locale era stata infranta con una pietra rinvenuta sul posto accanto a delle confezioni di birra. Entrando nel minimarket, i militari hanno trovato il 29enne che stava ancora rubando, pur avendo le mani sporche di sangue a causa delle ferite che si era procurato durante l' effrazione della vetrata. Il proprietario del negozio si è recato sul posto e, facendo un inventario di quello che gli era stato rubato, ha scoperto l' ammanco del registratore di cassa, che conteneva un migliaio di euro in contanti, dieci bottiglie di whisky, quattro bottiglie di vodka, otto bottiglie di sambuca e sette cartoni di birra, che un complice del 29enne, non ancora individuato, era riuscito a portar via al momento della fuga, avvenuta pochi istanti prima dell' arrivo dei Carabinieri. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1 3 maggio 2016 Bologna2000 Cronaca Furto con spaccata per rubare alcolici, un arresto a San Giovanni in Persiceto I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di San Giovanni i n Persiceto hanno arrestato un 29enne marocchino, residente a Castelnuovo Bariano (RO), per furto aggravato in concorso. Domenica notte, la Centrale Operativa del 112 è stata informata che all' interno di un minimarket situato in via Giambattista Gornia era in atto un furto. Una pattuglia dei Carabinieri si è recata sul posto e ivi giunta ha notato che la vetrata principale del locale era stata infranta con una pietra rinvenuta sul posto accanto a delle confezioni di birra. Entrando nel minimarket, i militari hanno trovato il 29enne che stava ancora rubando, pur avendo le mani sporche di sangue a causa delle ferite che si era procurato durante l' effrazione della vetrata. Il proprietario del negozio, avvisato dai Carabinieri, si è recato sul posto e facendo un inventario di quello che gli era stato rubato ha scoperto l' ammanco del registratore di cassa, che conteneva un migliaio di euro in contanti, dieci bottiglie di whisky, quattro bottiglie di vodka, otto bottiglie di sambuca e sette cartoni di birra che un complice del 29enne, non ancora individuato, era riuscito a portarsi appresso al momento della fuga, avvenuta pochi istanti prima dell' arrivo dei Carabinieri. In sede di rito direttissimo, celebratosi ieri mattina presso il Tribunale di Bologna, l' arrestato, tra l' altro gravato da precedenti di polizia specifici, è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, con l' obbligo giornaliero di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 4 maggio 2016 Pagina 19 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca Colpo con spaccata al minimarket Colto sul fatto uno dei ladri San Giovanni Arrestato un immigrato 29enne, fuggito il complice di PIER LUIGI TROMBETTA SAN GIOVANNI I N PERSICETO FURTO con spaccata ai danni di un minimarket di via Gornia, nel centro storico di San Giovanni in Persiceto. Il colpo è accaduto all' alba dell' altra mattina ed è riuscito... a metà: uno dei due ladri è stato arrestato dai carabinieri del radiomobile della Compagnia di Persiceto. Ma andiamo con ordine. «L' altra mattina intorno alle cinque e mezza racconta il proprietario del negozio, l' indiano Singh Sukhjinzer mi hanno chiamato i carabinieri informandomi dell' intrusione. Mi sono precipitato al negozio e dopo un primo controllo ho visto che erano spariti mille euro dalla cassa. Ma non solo, perché dall' inventario che sono riuscito a fare è emerso che i ladri mi hanno rubato dieci bottiglie di whisky, quattro bottiglie di vodka, otto bottiglie di sambuca e sette cartoni di birra». «PER ENTRARE nel locale prosegue l' esercente , i ladri hanno spaccato una vetrina laterale con una pietra». Il ladro arrestato è un marocchino di 29 anni residente a Castelnuovo Bariano, nel Rodigino. I militari, forse avvisati da qualcuno del vicinato, erano giunti in via Gornia in tempi brevissimi e sono riusciti a cogliere sul fatto l' immigrato, che fra l' altro nel rompere il vetro della vetrina si era anche ferito alle mani. Dopo le prime indagini, i carabinieri hanno scoperto che il 29enne aveva un complice che è riuscito a fuggire con la refurtiva prima del loro arrivo. NELLA FUGA, il complice che non è stato ancora identificato, ha abbandonato però alcune confezioni di birra che sono state rinvenute dai carabinieri assieme alla pietra utilizzata per rompere il vetro. Il 29enne è stato già processato l' altra mattina con rito direttissimo dal tribunale di Bologna e condannato a un anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa) con l' obbligo giornaliero di presentarsi a firmare al Commissariato di polizia di Persiceto. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3 3 maggio 2016 Bologna Today Economia e lavoro Lavoro nero a Pieve di Cento: chiuso locale di Lap Dance e multa da 14mila euro Redazione 03 maggio 2016 14:15 Condivisioni Approfondimenti Bolognina, lavoro nero nei ristoranti: serrande giù e multa salata 14 marzo 2016 Sabato notte, i Carabinieri della Stazione di San Giovanni i n Persiceto e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Bologna , il personale dell' INAIL, INPS e della Polizia Amministrativa della Questura di Bologna, hanno eseguito un servizio finalizzato al contrasto del lavoro irregolare e alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei confronti di un locale notturno adibito a "Lap Dance". Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 3 maggio 2016 Bologna2000 Economia e lavoro Otto lavoratori in "nero" scoperti in un locale di Lap dance a Pieve di Cento Sabato notte, i Carabinieri della Stazione di S a n Giovanni i n Persiceto e d e l N u c l e o Ispettorato del Lavoro di Bologna, unitamente al personale di Inail, Inps e della Polizia Amministrativa della Questura di Bologna, hanno eseguito un servizio finalizzato al contrasto del lavoro irregolare e alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei confronti di un locale notturno adibito a Lap dance. All' interno del locale, riconducibile a due Associazioni Culturali con sede a Roma e a una Società a Responsabilità Limitata con sede nel bolognese, sono stati identificati diciotto lavoratori, otto dei quali erano stati "assunti" completamente in "nero". Oltre alla sospensione dell' attività, è stata elevata anche una sanzione amministrativa di 14.000 euro. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 4 maggio 2016 Pagina 19 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Economia e lavoro PIEVE DI CENTO Lavoratori in nero al 'Mikonos' PIEVE OTTO lavoratori in nero sono stati scoperti nel locale di lap dance 'Mikonos'. Oltre alla sospensione dell' attività, è stata elevata anche una sanzione di 14mila euro. Al blitz nel locale di lap dance, hanno partecipato i c a r a b i n i e r i d i Persiceto e d e l n u c l e o ispettorato del Lavoro di Bologna, l' Inail, l' Inps e la polizia amministrativa della Questura di Bologna. Nel locale di proprietà di due associazioni culturali, una con sede a Roma e l' altra nel bolognese, sono stati identificati diciotto lavoratori, otto de quali venivano impiegati in modo del tutto irregolare. All' interno del 'Mikonos' il bar è gestito da Lauro Mosca: «E' stato un controllo di routine spiega . I lavoratori all' interno sono seguiti dalle due associazioni, io mi occupo soltanto del bar. La situazione è già stata regolarizzata ottemperando alla disposizioni delle forze dell' ordine. La sospensione è stata revocata e domani (oggi per chi legge) il locale sarà aperto come sempre». m. r. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 6 4 maggio 2016 Pagina 26 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale CELEBRAZIONI GIUSEPPE GIACOBAZZI IN SCENA FINO A SABATO «Abbandono 'un po' di me' e mi lancio nel futuro» Ultima passerella del fortunato spettacolo, più un libro di CLAUDIO CUMANI CI SONO VOLUTI più di 150 esauriti in giro per l' Italia per convincere Giuseppe Giacobazzi a dire addio al suo più recente spettacolo Un po' di me (la separazione definitiva avverrà da stasera a sabato al Celebrazioni per le ultime quattro repliche, sempre alle 21 ma già sold out). Ma, siccome una memoria bisogna pur lasciarla, il 'poveta romagnolo' ha deciso di affidare a un libro recante lo stesso titolo (uscito da un paio di settimane per Sperling e Kupfer) le tracce di questo successo. «Nel libro non c' è solo il testo dello spettacolo precisa lui ma ci sono parti inedite, brani mai andati in scena, aneddoti di quanto è accaduto in tournée. Tutto vero, tutto autobiografico». Ma chiacchierare liberamente dei fatti suoi in scena non le dà problemi? «Lo dico e lo ripeto: sono un 'raccontastorie', vado sul palco e parlo, da buon osservatore, della vita reale. Si ride insieme. Perché dovrei provare imbarazzo? » Nello spettacolo come nel libro affronta anche un tema serio come quello dell' inseminazione assistita a cui lei e sua moglie siete ricorsi per far nascere vostra figlia Arianna. Perché ne ha voluto parlare? «Quel pezzo l' ho scritto quando ancora non sapevo se mia figlia sarebbe nata e l' ho fatto perché vedevo che la gente impegnata nel nostro stesso percorso si vergognava. Credo ci si debba vergognare di altre cose». E adesso, finito uno spettacolo, se ne fa un altro? «Con Un po' di me la sfida era riuscire a doppiare il precedente Apocalypse. E' andata. In autunno si riparte con un nuovo progetto: prove al teatro Fanin di Persiceto e poi via verso una nuova avventura». Cosa si deve aspettare il pubblico? «Del nuovo spettacolo ho scritto solo il finale, manca il titolo e il resto è tutto da sistemare. Sarà incentrato sui nostri usi e costumi, su come ci muoviamo e come ci muoveremo. Insomma un salto nel futuro con un piede indietro». Qual è il segreto del successo? «Se lo sapessi scriverei un manuale e diventerei ricco. Sono 23 anni che faccio questo mestiere, 10 da dilettante, e ancora mi stupisco per i teatri pieni». Perché è amato? «Per la sincerità con cui dico quello che vedo e quello che sento». Lei si chiama Andrea Sasdelli e Giuseppe Giacobazzi è solo il nome d' arte? «No, è il mio personaggio. Prima sul paco ci andava lui da solo, adesso ci saliamo insieme». Perché da un po' non la si vede in tv? «Perché non trovo modo di fare quello che faccio in teatro. A parte Zelig, che mi ha consacrato, non amo molto la tv. Mi piacerebbe recitare in una fiction o in film. Ma Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 7 4 maggio 2016 Pagina 26 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale bisogna venire a patti con la tournée». I suoi ricordi più belli? «La prima volta su un palco in Romagna grazie a Duilio Pizzocchi, la radio locale a Lavezzola e poi il primo applauso a scena aperta agli Arcimboldi di Milano per Zelig. Era il 2007, non lo dimentico». In buona sostanza, signor Sasdelli, cos' è la comicità? «Ognuno di noi ride di cose diverse. Per me è la cattiveria che fa la differenza. E in questo senso i 'Mostri' di Dino Risi sono un traguardo irragiungibile». CLAUDIO CUMANI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8 4 maggio 2016 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Moscovici: applicazione intelligente del Patto Previsioni Ue, non scende il debito italiano 2016 «Significativa» deviazione dello 0,5% dal deficit strutturale BRUXELLES Pubblicando ieri qui a Bruxelles le attese previsioni economiche di primavera, la Commissione europea ha espresso una visione della congiuntura italiana in linea con quella del Governo Renzi. Più interessanti (e politicamente delicate) sono le attese relative al debito pubblico, che s e c o n d o l ' e s e c u t i v o comunitario n o n è destinato a scendere nel 2016. Ciononostante, Bruxelles ha promesso che valuterà la Finanziaria 2016, prendendo decisioni «intelligenti». Secondo la Commissione, il deficit italiano sarà del 2,4% nel 2016 e dell' 1,9% nel 2017. La crescita economica sarà invece dell' 1,1% quest' anno e dell' 1,3% l' anno prossimo (il governo italiano punta rispettivamente sull' 1,2 e l' 1,4%). Sul fronte del debito, Bruxelles prevede che quest' ultimo rimanga stabile nel 2016 rispetto al 2015, al 132,7% del prodotto interno lordo, con una discesa solo nel 2017 al 131,8% del Pil. Le stime sono in linea con quelle circolate lunedì sera. S u l f r o n t e d e l bilancio, la Commissione definisce la Finanziaria per il 2016 «di sostegno» all' economia (supportive, in inglese), tanto che oltre a notare un limitato calo del deficit (al 2,4% del Pil dal 2,6% del 2015) sottolinea il rischio di un peggioramento del saldo strutturale «di oltre mezzo punto percentuale», anche per via di un aumento della spesa pubblica dell' 1,5% annuo in termini nominali previsto quest' anno. Questo balzo è determinato da aumenti salariali e incrementi previdenziali. Come detto, Bruxelles non si aspetta un calo del debito nel 2016, a differenza del governo. È questo un aspetto delicato della batteria di dati pubblicata ieri. Nuove regole europee prevedono da quest' anno che l' Italia debba ridurre il debito di un ventesimo all' anno su tre anni. Le previsioni dell' esecutivo comunitario confermano che questo obiettivo rischia di non essere centrato nel 2016, anche perché il governo Renzi ha chiesto l' applicazione di numerose clausole di flessibilità di bilancio. In cambio di nuovi sforzi sul fronte delle riforme economiche e degli investimenti infrastrutturali, il ministero dell' Economia ha chiesto managnimità per lo 0,8% del Pil (poco più di 13 miliardi di euro), rispetto a un massimo consentito dalle regole europee dello 0,75%. Una valutazione della Commissione su questo delicato aspetto è prevista nella seconda metà del mese. I segnali provenienti da Bruxelles in queste settimane lasciano aperta la porta a una posizione accomodante. «Questa Commissione ha delle regole, che sono le regole fissate dal Patto di Stabilità», ha spiegato in Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 9 4 maggio 2016 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione una conferenza stampa il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici. «È sulla base di queste regole che prenderà le sue decisioni». Queste saranno «basate sulle regole, ma intelligenti, perché perseguiamo l' obiettivo della ripresa». L' uscita conferma il desiderio della Commissione di avere alla luce della difficile situazione internazionale un atteggiamento conciliante (si veda il Sole 24 Ore di ieri). Ciò detto, il peggioramento strutturale segnalato in precedenza non è banale. Secondo le regole europee, è ritenuta significativa e quindi inaccettabile una deviazione dall' obiettivo di pareggio di bilancio di 0,5% del Pil o superiore. Interpellato sulle conseguenze di questa stima, Moscovici ha detto: «Valutazioni sulla Finanziaria giungeranno più tardi questo mese. Siamo in discussione con il governo italiano». Molto, quindi, dipenderà dalla concessione delle clausole di flessibilità. Più in generale, nel capitolo dedicato all' Italia, la Commissione europea parla di una «crescita moderata» che dovrebbe continuare nel 20162017, grazie a un aumento della domanda interna. L' occupazione anche dovrebbe continuare a crescere, «più in termini di ore lavorate che di persone occupate», tuttavia. Tra i rischi di un rallentamento, secondo Bruxelles, vi sono un possibile calo della domanda globale così come la perdurante incertezza che ostacola gli investimenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA. BEDA ROMANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 10 4 maggio 2016 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione . Per ora conti al riparo Non sarà un decimale di crescita (in meno) e di deficit (in più) a modificare la traiettoria della finanza pubblica e a pregiudicare la partita con la flessibilità. di Dino Pesole Le stime diffuse ieri dalla Commissione europea, da questo punto di vista, non ostacolano il via libera ai conti italiani atteso per il prossimo 18 maggio. Il confronto verte se mai sull' altro fondamentale parametro, il debito, che secondo il governo comincerà quest' anno a scendere dopo oltre sette anni di aumento ininterrotto, attestandosi al 132,4% del Pil, mentre per la Commissione Ue la discesa non vi sarà. Al massimo, ci si può attendere che il valore si stabilizzi sul risultato del 2015, vale a dire il 132,7%, e la discesa potrà cominciare a manifestarsi solo nel 2017, quando il debito è previsto attestarsi al 131,8 per cento. Anche in questo caso, pochi decimali (lo 0,3%) separano le due stime. I toni non paiono ultimativi. Alla fine, anche sulla base di un aggiornamento del deflatore del Pil, potranno esservi ulteriori revisioni, per non pregiudicare fin d' ora uno degli impegni più rilevanti assunti dal governo e certificati dai documenti programmatici approvati lo scorso 8 aprile. Nel Def si sottolinea in proposito che «l' inversione della dinamica del debito è un obiettivo strategico del Governo». Segnale importante, da inviare ai mercati e ai partner europei, in presenza di una duration (la vita media ponderata dei titoli di Stato) che nel 2015 si è attestata a 6,52 anni, mentre il costo medio annuo dell' indebitamento ha toccato il minimo storico pari allo 0,70%, rispetto all' 1,35% del 2014. Il debito preoccupa, conferma Marco Buti, direttore della Dg Affari economici e finanziari della Commissione. Il che fa ritenere che il via libera ai conti italiani, con annessa la flessibilità prevista per il 2016 (lo 0,75%), sarà accompagnato dalla constatazione della presenza di squilibri macroeconomici eccessivi e dal rituale richiamo a rispettare il timing di riduzione del debito. Nulla di più, anche alla luce del reiterato impegno a realizzare incassi da privatizzazioni per lo 0,5 per cento. Ad adiuvandum, ad ostacolare la discesa del debito pesa la persistente bassa inflazione, ma da questo punto di vista siamo tristemente in buona compagnia, considerato che quest' anno secondo la Commissione si toccherà nell' intera Eurozona quota 0,2 per cento. Nel raffronto tra il 2015 e il 2016, si registra peraltro un peggioramento dello 0,7% nel saldo strutturale (da 1,0% a 1,7%), e dello 0,5% del saldo depurato dagli effetti del ciclo economico (da 1,1% a 1,6%). Una fotografia a regole costanti, scattata in base agli attuali criteri di misurazione biennali dell' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 11 4 maggio 2016 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione output gap. Se si riuscirà entro l' anno ad aggiornare il parametro del deficit strutturale (sostituito dall' evoluzione della spesa pubblica proiettata su un quadriennio), e si modificheranno i criteri di calcolo della crescita potenziale, quello che ora si configura come uno "scostamento grave" dalle regole europee potrebbe cedere il passo a una valutazione meno rigida e meccanica dello stato di salute reale dei conti pubblici. Prevarrà su tutto una valutazione in gran parte politica. Non sembra proprio questa la stagione per brandire l' arma del rigore a senso unico. Ha ragione il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, quando ricorda che la via maestra per abbattere il debito è la crescita. Dunque occorre incoraggiare quei paesi che stanno provando a far fronte all' indebolimento del ciclo internazionale con politiche orientate al sostegno della domanda interna. Che poi il debito vada ridotto è precondizione assoluta, perché proprio questa continua a essere la principale causa di vulnerabilità dell' economia italiana, come ha mostrato con assoluta evidenza la «crisi dello spread» che abbiamo vissuto tra il 2011 e il 2012. © RIPRODUZIONE RISERVATA. DINO PESOLE Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 12 4 maggio 2016 Pagina 9 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione L' ANALISI Sostituzione edilizia molla per il rilancio Dopo otti anni consecutivi di crisi, nei quali il settore ha perso il 34% degli investimenti e oltre mezzo milione di posti di lavoro contribuendo ad aggravare ulteriormente la recessione dell' economia italiana, il 2016 potrebbe rappresentare l' anno di svolta per l' industria delle costruzioni. L' Ance stima un ripresa modesta (+1%) ma significativa degli investimenti in ediliza. I livelli precrisi restano lontani anni luce, tuttavia l' inversione di tendenza potrebbe preludere a un riveglio dell' edilizia e dei settori connessi (compreso il calcestruzzo), che da soli rappresentano circa un terzo del Pil. Dobbiamo essere consapevoli che senza un recupero dell' edilizia non ci sarà ripresa stabile e duratura dell' economia nel suo complesso. Le prospettive di investimento future sembrano riguardare più il mercato del recupero, della manutenzione e della riqualificazione dell' esistente piuttosto che interessare gli investimenti in nuove abitazioni e le costruzioni non residenziali. Le misure fiscali contenute nella legge di stabilità 2016 assumono un ruolo sicuramente importante per il rilancio del mercato mercato immobiliare e per l' avvio della ripresa delle costruzioni: introduzione della detrazione Irpef del 50% per l' acquisto di abitazioni in classe energetica A o B; conferma della proroga del potenziamento delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie e interventi di efficientamento energetico degli edifici; eliminazione dell' imposizione patrimoniale sulla prima casa; agevolazioni fiscali per il leasing immobiliare per la prima casa. Anche il social housing costituisce una potente molla per la ripresa dell' edilizia. Una svolta, sottolinea Carlo Cerami, presidente di Investire Sgr, potrebbe arrivare da uno strumento ancora poco diffuso in Italia: la sostituzione edilizia. Il concetto implica la demolizione e la nuova costruzione in loco di edifici vecchi, obsoleti, non a norma. Un esempio su tutti: in Italia ci sono sei milioni di edifici situati in zone sismiche e il 55% di questi ha più di 40 anni di vita, con il 70% costruito prima delle norme antisismiche. Un' ottima opportunità per avviare interventi di sostituzione edilizia. «Questo strumento osserva Cerami non è adeguatamente contempalto dai piani regolatori dei Comuni mentre potrebbe rappresentare una valida alternativa alle ristrutturazioni edilizie perché consentirebbe di bonficare alla radice la quota più vecchia del patrimonio immobiliare nazionale». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13 4 maggio 2016 Pagina 13 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Riforme. In pericolo 28 quartieri su 34 Riello: «L' Imu è una zavorra sulle Fiere» Dal decreto attuativo della riforma Madia sull' assetto istituzionale degli enti pubblici e delle Camere di commercio «potrebbero scatenarsi effetti profondi sulle fiere, con forti problematiche su 28 dei 34 quartieri fieristici italiani»: questi i risultati emersi da un' indagine dell' Associazione degli enti fieristici (Aefi)e presentata ieri in occasione di un convegno sul quadro giuridico ed economico del sistema fieristico italiano. In particolare Aefi punta il dito contro il pagamento dell' Imu. «Da tempo evidenziamo ha detto Riello che i quartieri fieristici sono soggetti a una classificazione catastale e a una tassazione che non rispecchiano l' utilizzo effettivo dei quartieri e le loro funzioni. Gli extra costi che vengono dalla tassazione s u g l i immobili pesano sulle singole fiere da 600mila a 11,4 milioni di euro l' anno». I padiglioni sono assimilati a capannoni industriali mentre il loro utilizzo è limitato a poche decine di giorni l' anno. Quindi Riello auspica che l' Imu applicata alle fiere non superi il 10% di quella che paga un centro commerciale di pari superficie. La tassa potrà sembrare non particolarmente onerosa ma in realtà pesa molto su un settore colpito da una sorta di effetto domino: la Fiera di Reggio Emilia è in concordato, quella di Roma lo ha richiesto; hanno alzato bandiera bianca Brixia Fiera di Brescia, la Fiera delle Marche e di Messina; il polo di Bari, in profondo rosso, sta tentando il rilancio con l' aiuto tecnico di Bologna, che, a sua volta, punta alla holding regionale per trovare le risorse (70 milioni) per ripartire. Non se la passa meglio l' organizzatore Gl Events Italia che gestisce i poli di Torino e Padova. Un pezzo di responsabilità però ricade anche sui quartieri improvvisati puntellati (finchè è stato possibile) con soldi pubblici Secondo dati di Cermes Bocconi, le aree locate nelle manifestazioni fieristiche italiane sono scivolate di 1,5 milioni di mq dal picco del 2006 al dato (parziale) del 2015, gli espositori di 20mila unità mentre i visitatori si sono contratti di 3,5 milioni rispetto ai 13,5 milioni. Un altro aspetto delicato sta, secondo Aefi, nel ruolo rivestito dalle Cdc e dalle Province. Aefi chiede al Governo «che venga risolta l' incertezza attuale e che venga riconosciuta la specificità delle partecipazioni delle Cdc nelle fiere. E la pronta definizione dell' assunzione da parte delle Regioni o altri enti delle quote delle Province e la destinazione da parte dei Comuni dei mezzi sufficienti a sostegno delle proprie partecipazioni». L' assetto dei quartieri competitivi andrebbe comunque salvaguardato: dalle fiere passano infatti diversi miliardi di export. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 14 4 maggio 2016 Pagina 13 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione Il ruolo di traino dell' export è riconosciuto dal Governo. «Le fiere hanno un ruolo fondamentale nel nostro piano triennale ha detto il capo di gabinetto del ministero dello Sviluppo economico, Vito Cozzoli . Lo scorso anno il Governo ha erogato alle fiere finanziamenti per 45 milioni e per quest' anno il budget ne prevede altri 30 per una serie di eventi. Stiamo lavorando per cercare ulteriori risorse». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15 4 maggio 2016 Pagina 16 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Immobili pubblici. Restano da collocare 17mila tra fabbricati e terreni per un valore di 2,6 miliardi Il Demanio spinge sulle dismissioni ROMA Vendite, con un contributo fondamentale al miliardo all' anno di dismissioni immobiliari certificate dal Def. Ma anche efficientamenti, con operazioni come i "federal building": più amministrazioni i n u n solo edificio e meno affitti da pagare. E valorizzazioni, con programmi come il federalismo demaniale o il bando sui fari, che in estate avrà una nuova edizione. Ieri l' Agenzia del Demanio ha presentato il suo report sui risultati conseguiti nel 2015, mettendo a consuntivo l' attività dell' ultimo anno. L' Agenzia ha in gestione 45.397 beni, per un valore di oltre 59 miliardi. La distribuzione vede prevalere con l' 85% l' uso governativo, mentre il demanio storico artistico arriva al 5%, il patrimonio indisponibile al 6% e il patrimonio disponibile al 4 per cento (2,6 miliardi). Il pezzo più importante è proprio quest' ultimo: 17.356 tra fabbricati e terreni che, secondo il direttore dell' Agenzia, Roberto Reggi «non sono più strategici». E, quindi, vanno dismessi. Queste dismissioni avanzano ormai da anni. Con l' obiettivo, come dice Reggi, di «portare a zero il patrimonio disponibile». Nel periodo 20112015 le vendite dei beni dello Stato hanno raggiunto i 568 milioni. A queste, nel quinquennio si aggiungono vendite di beni di altri enti pubblici per 4,6 miliardi. Così, tra il 2010 e oggi sono arrivati risultati costanti: dismissioni per circa un miliardo all' anno. Nel 2015 ci siamo aggirati intorno ai 946 milioni. «Finalmente si cominciano a vedere risultati veri. Abbiamo evitato gli abbagli passati dei pacchetti irrealizzabili di dismissioni da decine di miliardi», dice il sottosegretario al ministero dell' Economia, Pier Paolo Baretta. Il risultato di questo processo è che il numero degli immobili del Demanio diminuisce, mentre aumenta il loro valore. Vendere, infatti, non è l' unica strada. Un modo di sfruttare il patrimonio dello Stato è razionalizzare, ad esempio aumentando la quota di immobili a disposizione degli usi governativi, chiudendo i contratti di locazione passiva, dove cioè si pagano affitti. I risparmi sulle locazioni passive nel 2015 ammontano a 18 milioni all' anno. In futuro, la previsione è di incrementare questi numeri, grazie anche al progetto dei federal building. Ancora, è possibile trasferire gli immobili agli enti locali nell' ambito del federalismo demaniale. Questo programma nell' ultimo anno ha fatto registrare una forte accelerazione, arrivando a coprire circa il 60% dei trasferimenti richiesti, per un valore totale di 886,6 milioni. A questi vanno aggiunti 67 immobili Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 16 4 maggio 2016 Pagina 16 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione trasferiti nel quadro del federalismo demaniale culturale. Infine, vanno citate le valorizzazioni in concessione. Nel 2015 è decollata l' operazione chiamata "Valore Paese Fari", progetto che coinvolge undici fari, in location suggestive: saranno affidati a privati che li recupereranno. Attualmente, è in fase di conclusione il bando. Ma in estate ne partirà uno nuovo. «Ogni anno bisognerebbe lanciare una nuova chiamata», conclude Reggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIUSEPPE LATOUR Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17 4 maggio 2016 Pagina 42 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ENTI LOCALI I sindaci al Governo: «Subito un decreto per tagliare le sanzioni sul Patto 2015» Un provvedimento urgente per ridurre le sanzioni sul Patto d i stabilità e un tavolo di confronto per la revisione complessiva delle penalità che colpiscono i Comuni quando sforano i vincoli di finanza pubblica. È la richiesta indirizzata ieri dal presidente dell' Anci Piero Fassino al ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, con l' obiettivo di arrivare a un assetto definitivo nel quadro delle regole contabili. Il tema in queste settimane è già stato al centro del confronto fra governo e amministratori locali, soprattutto alla luce del fatto che le certificazioni sui risultati 2015 mostrano che i Comuni nel complesso hanno superato di molto gli obiettivi posti dal Patto di stabilità. Il problema è poi gravissimo per Città metropolitane e Province, che invece hanno il larga parte sforato i vincoli del Patto: l e sanzioni a regime prevedono, in caso di m a n c a t o r i s p e t t o d e i v i n c o l i d i finanza pubblica, un taglio pari allo sforamento per i fondi degli enti locali interessati: tra le ipotesi, elaborate in vista del varo di un nuovo decreto enti locali, c' è quella di replicare il tetto allo scorso anno, quando sono state imposte sanzioni pari al 20% dello sforamento e comunque entro il limite del 2% delle entrate correnti. Intanto ieri i sindaci sono tornati a chiedere il rinvio al 31 maggio del termine per i bilanci di previsione, scaduto il 30 aprile: il sostegno alla richiesta è arrivato dalle Anci regionali di Lombardia, Marche, Sicilia, Puglia, Toscana e Veneto. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 18 4 maggio 2016 Pagina 42 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Immobili. Procedure macchinose per le domande definite dal 2012 ad aprile 2016 Per i rimborsi Imu i dati vanno caricati a mano Si sono aspettati quattro anni per avere il decreto ministeriale che disciplina le modalità di effettuazione dei rimborsi dell' Imu versata allo Stato, ma occorrerà attendere ancora molto per avere materialmente il rimborso perché l' applicativo predisposto dal Ministero è macchinoso, richiedendo l' inserimento manuale di una pluralità di dati, compresa una "certificazione di rimborso" firmata digitalmente. Insomma, quello che si temeva è accaduto: niente trasmissione di dati in forma massiva, ma solo caricamenti manuali, con dovizia di dati. S a r à q u i n d i b e n d i f f i c i l e p e r i Comuni rispettare il termine di 60 giorni concesso dal Decreto ministeriale 24 febbraio 2016 per il caricamento di tutte le domande di rimborso definitive dal 2012 all' aprile 2016. Intanto non è stato facile per i Comuni capire che la piattaforma è stata attivata, perché la procedura è alquanto complessa, dovendo l' amministratore del sistema autorizzare prima di tutto se stesso sulla piattaforma "Okeanos", che regola gli accessi al portale del Federalismo fiscale, e poi autorizzare gli altri utenti. Solo dopo questo passaggio risulta visibile la piattaforma relativa alla certificazione dei rimborsi. Quello che stupisce è l' incredibile quantità di dati che si chiede ai Comuni. Ogni rimborso deve essere caricato manualmente e per ciascun anno, indicando cognome, nome, data di nascita, luogo di nascita, indirizzo, domicilio fiscale, codice fiscale, codice Iban, data del versamento, codice tributo, anno d' imposta, importo versato eccetera, con l' aggiunta di una certificazione di rimborso firmata digitalmente. Si comprendono le esigenze di verifica sull' effettiva spettanza da parte del contribuente del diritto al rimborso, ma avere una così bassa considerazione dei Comuni appare poco accettabile. Se il municipio ha notificato un provvedimento di rimborso vuol dire che ha già effettuato tutte le verifiche che ora il Ministero pretende di fare con il proprio applicativo. Sarebbe stato sufficiente indicare in modo massivo pochi dati, quali il codice fiscale, l' importo da versare, l' Iban e la data da cui far decorrere gli interessi, potendo il Ministero controllare successivamente, anche a campione, i dati di dettaglio per verificare la veridicità di quanto dichiarato dal Comune. Tutto questo, considerando che il termine di 60 giorni previsto per caricare gli arretrati ordinatorio, comporterà per i contribuenti ancora una lunga attesa. La piattaforma è strutturata per il caricamento non solo dei rimborsi spettanti ai contribuenti ma anche per le regolazioni tra Comuni e Comuni e tra Comuni e Stato, ed ovviamente non c' è un ordine di Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 19 4 maggio 2016 Pagina 42 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione priorità, ma questo può essere dato dal Funzionario responsabile dell' Imu, che dovrebbe prioritariamente evadere i provvedimenti di rimborso spettanti ai contribuenti, partendo prima dalle rimborsi più elevati, per poi, sotto una certa soglia, utilizzare un criterio cronologico. Occorre, infatti, ricordare che lo Stato, ricevuta tramite la procedura telematica la comunicazione del rimborso spettante al contribuente, provvede ad effettuare il rimborso entro novanta giorni dalla data di ricezione. Insomma, c' è molto da fare e molto da aspettare. © RIPRODUZIONE RISERVATA. PASQUALE MIRTO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 20 4 maggio 2016 Pagina 10 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Che un tempo erano un' esclusiva dei vu cumprà. Con una delibera del Comune di Rimini I bagnini venderanno anche merci C' è già chi sta allestendo lo shop fra le cabine dei bagni C' erano una volta i vu cumprà lungo la spiaggia di Rimini. Passavano sotto gli ombrelloni a offrire orologi e vestiti, i più temerari stendevano un telo sulla battigia ed esponevano la merce per poi arrotolare il «negozio» appena spuntava una divisa. I bagnini non intervenivano, chi lo aveva fatto era stato minacciato e picchiato, le cronache registrano anche alcune risse coi vacanzieri impauriti in fuga. Quanti sono stati gli appelli a una maggiore vigilanza in spiaggia e a scoprire i produttori dei falsi e le centrali di smistamento? Sì perché dietro ai vu cumprà c' è il racket, come dietro la prostituzione. E i racket, se non colpiti, si ramificano, incominciano a controllare altre attività e avvelenano una società. Ma a nulla sono serviti questi appelli e le sporadiche operazioni delle forze dell' ordine. Puntualmente anche in questi primi week end preestivi i vu cumprà sono ricomparsi sul bagnasciuga. Perciò il Comune di Rimini ha deciso di prendere il toro per le corna. Saranno i bagnini ad offrire ai loro clienti bigiotteria e abbigliamento, souvenir e cosmetici. Coi bagni attrezzati per la vendita, i vu cumprà dovranno arrendersi. Per ora sopravviveranno solo gli improvvisati dispensatori di massaggi, coloro che tra i lettucci e per venti euro agguantano i punti critici della cervicale, quasi mai con risultati apprezzabili. Però forse anche per loro il solerte Comune ha pronto la contromossa, consentendo il massaggio (ma quello professionale) sullo sdraio. Insomma i bagnini diventano tuttofare e va in soffitta la romantica figura del latin lover da spiaggia che accoglieva le straniere davvero a braccia aperte senza però tralasciare ogni possibile premura per le famigliole italiane in villeggiatura. Il bagnino già da qualche tempo è diventato manager, con l' angolo ristorante accanto all' area giochi, la vasca per l' idromassaggio (a gettone), l' ombrellone con incorporato il caricabatteria per il cellulare, il pedalò con la pedalata assistita (tariffa doppia). Ora diventa anche commerciante. Lo stabilisce l' articolo sei dell' ordinanza balneare 2016: «ai concessionari di stabilimento balneare e di barristorante è consentita l' attività di merchandising». Potranno vendere di tutto anche se la raccomandazione del Comune (che rilascia l' autorizzazione) per evitare che la spiaggia si trasformi in un bazar è che i prodotti abbiano qualche attinenza col mare e la Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 21 4 maggio 2016 Pagina 10 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione vacanza. Ma in pratica quasi tutti i generi merceologici possono essere fatti rientrare in questo range, dalle gonne alle borse, dai costumi alle scarpe, dalle tovaglie ai braccialetti. Per i vu cumprà è un colpo mortale. Il Comune ha promesso tolleranza zero e nei giorni scorsi i vigili urbani hanno sequestrato ad alcuni senegalesi borse, portafogli ed altri articoli di pelletteria ed elevato verbali e contravvenzioni. «Sì, è un segnale di tolleranza zero spiega il sindaco su ogni forma di attività illecita, vendite abusive e fenomeni di degrado urbano». I bagnini fiutano il business ma predicano cautela, temono che il Comune faccia marcia indietro. «Non ci mettiamo a fare i commercianti dice Mauro Vanni, presidente della cooperativa bagnini di Rimini Sud venderemo prodotti e gadget che facciamo realizzare per la nostra attività». Vi è già, comunque, chi sta allestendo lo shop tra le cabine. Mentre i bagnini degli altri Comuni romagnoli sono in rivolta: perché a Rimini sì e altrove no? C' è chi chiede l' intervento della Regione per uniformare le regole ed evitare una Romagna turistica divisa e litigiosa. La stagione estiva, prevede l' ordinanza riminese, incomincia non oltre l' ultimo fine settimana di maggio e termina non prima del secondo fine settimana di settembre. In questo periodo i bagnini debbono tenere aperti i loro stabilimenti balneari. Accanto ai doveri hanno ottenuto anche nuovi diritti tra i quali quello al commercio. E dire che solo nel luglio dello scorso anno il titolare del bagno 9 di Rimini fu multato di 5 mila euro perché s' era messo a vendere frutta e verdura nella sua spiaggia. Dalla polvere all' altare: adesso è considerato un pioniere. Dovrebbe essere la prima estate senza abusivi. Si vedrà. La decisione del Comune di Rimini è anche una risposta al giornale tedesco Bild Zeitung che ha titolato a tutta pagina: «Allarme attentati dell' Isis sulle spiagge di Italia e Spagna: kamikaze travestiti da ambulanti». Senza poi riprendere la smentita dell' Intelligence italiana. Comunque senza ambulanti anche l' allarme della Bild cade nel vuoto. C' è da aggiungere che lo stesso giornale negli anni 90 raccomandò alle sue lettrici di non venire a Rimini, intitolando: «I vitelloni romagnoli vi attaccano l' Aids». Vale a dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Rimedia il quotidiano inglese, The Sun, secondo il quale la via Emilia è una delle venti strade più belle del mondo. Anche per gli albergatori una spiaggia senza abusivi è un passo avanti nel rilancio della riviera, ma deve riguardare tutte le località. Il presidente dell' Associazione albergatori di Riccione, Luca Cevoli, ha preparato una ricetta che prevede anche: naturalizzare quello che è stato costruito e asfaltato piantando molto verde, chiudere tutto il fronte mare alle automobili, creare sull' acqua un atollo con attorno un parco marino per richiamare turisti. Intanto si parte lasciando a piedi i vu cumprà. Forse anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, centrodestra, verrà a lezione dal suo collega di Rimini, Andrea Gnassi, pidiessino: sulla laguna continua l' assedio dei venditori abusivi nonostante le promesse preelettorali del primo cittadino. Almeno al Lido si potrebbe forse arginare il fenomeno. Per i bagnini è un sospiro di sollievo dopo un lungo pingpong, non ancora terminato, con l' Ue sulle modalità di concessione della spiaggia. «È da troppo tempo dice Simone Battistoni, presidente del sindacato italiano bagnini che gli imprenditori balneari continuano a chiedere maggiore attenzione alla classe politica a difesa della loro attività» . L' Europa vuole imporre aste pubbliche, i bagnini difendono lo strumento della concessione. Finora non c' è accordo. Nei 110 chilometri di costa da Comacchio a Cattolica vi sono 3.445 alberghi per oltre 110.000 camere, più di 300mila posti letto in alloggi privati e 83mila in campeggi e villaggi turistici, gli stabilimenti balneari sono 1.600 e occupano a oltre 8.000 persone. Questo bacino turistico (secondo il centrostudi Nomisma) fattura ogni estate 8 miliardi di euro. L' introito dell' attività di commercio negli stabili balneari potrebbe aggiungere altri 100 milioni di euro. Premio di consolazione per il de profundis del vecchio bagnino. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 22 4 maggio 2016 Pagina 10 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione CARLO VALENTINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 23 4 maggio 2016 Pagina 39 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Alcune riflessioni dopo l' arresto del sindaco di Lodi Anticorruzione spuntata se si attenuano i controlli La soppressione dei controlli non giova al contrasto della corruzione e, comunque, alla garanzia della legalità dell' azione amministrativa. L' arresto per turbativa d' asta disposto nei confronti del sindaco di Lodi, Simone Uggetti, fornisce lo spunto per alcune brevi riflessioni sulla lotta alla corruzione, la riformaMadia e l' abolizione dei segretari comunali, perché proprio il sindaco di Lodi è stato in prima fila nel caldeggiare fortemente la soppressione della figura dei segretari. È un filone di pensiero riformatore che risale all' inizio degli anni 90, quando con la legge 142/1990 si decise di limitare fortemente l' attività di controllo preventivo di legittimità dei Coreco, attribuendo ai segretari comunali l a funzione di esprimere un parere preventivo di legittimità. Nel 1997 la riforma Bassanini diede l' avvio all' abolizione totale dei controlli preventivi da parte dei Coreco, ma eliminò anche l' obbligo di espressione del parere preventivo di legittimità dei segretari, le cui funzioni ed utilità vennero, comunque, messe in forte discussione. La legge 124/2015 sembra il completamento di questo lungo percorso di progressiva dismissione dei controlli preventivi, nel prevedere la definitiva abolizione dei segretari, cui va connessa indirettamente anche la funzione di consulenza giuridico amministrativa, cui riconnettere comunque valutazioni sulla legittimità dei provvedimenti. Non è, ovviamente, detto che l' arresto del sindaco di Lodi implichi la sua colpevolezza; al contrario, attualmente deve prevalere il principio della non colpevolezza; né è detto che un controllo preventivo di legittimità interno o esterno avrebbe potuto garantire un presidio efficace. Tuttavia, negli anni delle riforme sfociate nelle leggi Bassanini, la giustificazione della soppressione dei Coreco fu che la loro attività non aiutò di certo a scongiurare Tangentopoli. A distanza di quasi 20 anni dalla riforma Bassanini, però, appare ben possibile affermare che nemmeno l' eliminazione dei controlli preventivi di legittimità ha contribuito a garantire la legalità dell' azione amministrativa e una lotta efficace alla corruzione. Prova ne sia che l' ordinamento si è dovuto dotare proprio di una legge anticorruzione, di un' Autorità anticorruzione ed ha ripristinato, negli enti locali controlli, affidati guarda caso ai segretari comunali, ma solo interni e successivi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 24 4 maggio 2016 Pagina 39 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione Anche il nuovo codice dei contratti affida all' Anac un potere di «raccomandazione vincolante», finalizzato a imporre alle amministrazioni di annullare in autotutela provvedimenti delle procedure di appalto ritenuti viziati; ma, anche in questo caso, si tratterebbe di una forma spuria di controllo successivo. Alla prova dei fatti, l' eliminazione dei controlli non ha sortito oggettivamente buoni effetti. Forse, valutando con attenzione la diffusione estrema di corruzione e illegalità negli enti locali, si sarebbe in tempo per rivalutare l' opportunità di eliminare un presidio quale è sempre stato la figura del segretario e considerare di ripristinare funzioni di controllo agili, ma preventivi. Il sistema, alla luce dei fatti, sembra reclamarli. © Riproduzione riservata. LUIGI OLIVERI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 25 4 maggio 2016 Pagina 39 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Fermo al Mef il dl con la riduzione delle sanzioni per il Patto 2015. Fassino scrive a Padoan Cala il gelo tra Anci e governo Sfumata la proroga bilanci. Decreto legge in ritardo Anci e governo ai ferri corti. Dopo mesi di idillio, tra l' Associazione guidata da Piero Fassino e l' esecutivo dell' ex sindaco Matteo Renzi i rapporti non sono mai stati così tesi. Nessuno lo dice chiaramente, ma in via dei Prefetti la delusione per il mancato rinvio dei bilanci è tanta. Fassino ha sperato fino alla fine in una proroga in zona Cesarini, ma la richiesta dell' ultim' ora al ministro dell' interno Angelino Alfano di una convocazione d' urgenza della Conferenza statocittà per deliberare il rinvio dei preventivi 2016 al 31 maggio, è caduta nel vuoto. E ora che la deadline del 30 aprile è scaduta, la proroga con decreto ministeriale non è più tecnicamente possibile e a riaprire i termini potrebbe essere solo una norma di legge. Una soluzione impervia dal punto di vista giuridico e istituzionale che però, a quanto pare, nessuno al ministero dell' interno e a palazzo Chigi sembra aver voglia di intraprendere. Anche perché, osservano al Viminale, se l' Anci fosse stata davvero interessata alla proroga, avrebbe dovuto far pervenire la richiesta nell' ultima Conferenza statocittà, quella del 14 aprile. Così non è stato e a quel punto il Mininterno non ha più potuto prendere in considerazione un' istanza giunta a un solo giorno dalla scadenza. L' Anci la pensa in modo diametralmente opposto. «Ci speravamo», confessa il sindaco di Lecce e vicepresidente Anci, Paolo Perrone. «Avevamo ricevuto rassicurazioni in tal senso perché oggettivamente quest' anno i comuni, tra coincidenza al 30 aprile delle scadenze per i preventivi 2016 e i consuntivi 2015 e avvio delle nuove regole contabili, sono in grande difficoltà». Al ministero ribattono che la sovrapposizione di scadenze al 30 aprile era nota da tempo (e precisamente dal 18 febbraio quando in Statocittà si decise di far slittare i conti di un ulteriore mese rispetto al 31 marzo) ma l' Anci se ne è ricordata solo l' ultimo giorno utile, mantenendo fino a quel momento un atteggiamento attendista rispetto al rinvio. E al paventato pericolo di scioglimento per le amministrazione ritardatarie (tra cui ce ne sono molte illustri come Milano, Lecce e Torino dove il bilancio è stato approvato solo in giunta ma non in consiglio) dal Viminale si ricorda che, di fatto, i sindaci avranno comunque tempo fino a fine maggio per varare i preventivi se si considerano i 20 giorni di tolleranza previsti dal Tuel (art. 141 Tuel) e la ragionevolezza dei prefetti che, promettono al Viminale, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 26 4 maggio 2016 Pagina 39 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione di certo non scioglieranno un' amministrazione ritardataria sapendo che di lì a qualche giorno convocherà il consiglio per approvare il bilancio. Come dire, i sindaci possono comunque stare tranquilli. Ad agitare i rapporti tra Anci ed esecutivo c' è anche il tema delle sanzioni per lo sforamento del Patto 2015. L' Anci vorrebbe che, come accaduto l' anno scorso, anche quest' anno venga messo un tetto alle penalizzazioni economiche in caso di mancato rispetto dei vincoli (la sanzione dovrebbe essere limitata al 20% dello sforamento, fino ad un massimo del 2% delle entrate correnti dell' ente). E chiede l' abolizione del divieto assoluto di nuove assunzioni per chi sfora. Il tutto dovrebbe essere contenuto in un provvedimento d' urgenza che sembrava di imminente emanazione e invece sembra impantanato nelle sabbie mobili del Mef dove sta incontrando più di una resistenza. Ecco perché, ieri, Fassino ha preso carta e penna per ribadire al ministro Pier Carlo Padoan la richiesta di un decreto legge. «L' aumento dei casi di sforamento del Patto, circa 150 comuni nel 2015, riguarda soprattutto gli enti di piccole dimensioni, che sono quelli più colpiti dalla riduzione di risorse subìta nel 2015 per l' avvio del sistema perequativo basato sui fabbisogni e sulle capacità fiscali standard», ha osservato il sindaco di Torino. «La dimensione delle sanzioni è complessivamente piccola, circa 90 milioni sulla base della regola vigente, ma di forte impatto sugli equilibri degli enti coinvolti: in un terzo dei casi la sanzione supera il 15% delle entrate correnti dell' ente con evidente insostenibilità per i bilanci dei comuni interessati». FRANCESCO CERISANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 27 4 maggio 2016 Pagina 39 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Novità nella distribuzione dei bonus Meno incentivi per le fusioni Meno incentivi per le nuove fusioni, specie se a intraprendere tale strada saranno i comuni di maggiori dimensioni. È l' effetto delle rinnovate modalità di distribuzione dei bonus, disciplinate dal recente decreto del ministero dell' interno 26 aprile 2016. In pratica, tale provvedimento dà attuazione all' art. 1, comma 18, lettera a), legge 208/2015, che, a decorrere dal 1° gennaio 2016, ha incrementato il contributo straordinario erogato dalla Stato, portandolo dal 20 al 40% dei trasferimenti erariali attribuiti per l' anno 2010 ai comuni interessati. Tuttavia, la premialità è ovviamente contingentata allo stanziamento finanziario annualmente previsto, che attualmente vale 30 milioni. Per evitare che i grandi comuni possano accaparrarsi quasi tutta la torta, la norma fissa un massimale pari a 2 milioni di euro per ciascuna fusione. Questo anche perché, dopo la legge Delrio (l 56/2014), la strada della fusione inizia ad essere considerata anche da enti medio grandi, specialmente nella variante della c.d. fusione «per incorporazione». È chiaro che, all' aumentare della dimensione dei comuni coinvolti, cresce la dimensione dei trasferimenti storici, che rappresenta la base per calcolare il contributo. Ma anche la fissazione del «tetto» potrebbe non bastare. Per rendersene conto è sufficiente dare un' occhiata alla tabella di riparto del contributo 2016, anch' essa appena diffusa dal Viminale: da essa emerge che ad oggi le fusioni che prendono il massimo (come detto, 2 milioni di euro) sono appena tre. Se nei prossimi anni il fenomeno dovesse intensificarsi, ecco che le risorse potrebbero non bastare per tutti. In tal caso, il legislatore ha stabilito una priorità a favore delle fusioni o incorporazioni aventi maggiori anzianità, che il decreto ha quantificato assegnando un coefficiente di maggiorazione del 4% per quelle con anzianità di un anno, incrementato del 4% per ogni anno di anzianità aggiuntiva fino al 40% per quelle con anzianità pari a 10 anni. È ovvio che ciò, in caso di invarianza dello stanziamento, determinerà una penalizzazione per le nuove fusioni, già private dell' altro incentivo previsto fino al 2015, ovvero la temporanea esclusione dai vincoli di finanza pubblica. © Riproduzione riservata. MATTEO BARBERO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 28 4 maggio 2016 Pagina 42 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Richiesta del presidente Spaziani Testa Riforma del catasto senza nuove tasse «La conferma, da parte del viceministro dell' economia Luigi Casero, del fatto che la riforma del catasto, quando sarà realizzata, avrà come punto fermo la verifica a livello comunale del rispetto del principio dell' invarianza di gettito, è importante. È, peraltro, del tutto coerente con l' impostazione che sul tema ha il Def, nell' ambito del quale il governo rileva che una riforma del catasto potrà essere varata solo dopo che saranno stati valutati in modo accurato gli effetti di gettito e distributivi sui contribuenti». L' ha dichiarato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che in precedenza aveva affermato che «il fatto che il governo precisi nel Def che la riforma del catasto non possa essere ancora attuata per via della necessità di «valutare in modo accurato gli effetti di gettito e distributivi sui contribuenti», costituisce una conferma delle motivazioni che avevano indotto Confedilizia a chiedere e ottenere, nel giugno scorso, di non approvare il decreto legislativo che era stato predisposto, che non conteneva adeguate garanzie sul rispetto del principio dell' invarianza di gettito». «In particolare», aveva aggiunto il presidente Spaziani Testa, «Confedilizia aveva insistito per l' applicazione a livello comunale (controllabile, quindi) e non nazionale (del tutto incontrollabile) di tale principio, al quale la delega condizionava la revisione del catasto. Ed è evidente che un' applicazione seria di un principio così fondamentale impedisce di trasformare la revisione del catasto nell' occasione per aumentare un livello di tassazione sugli immobili già soverchiante». © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 29
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