Rassegna stampa 22-01-2014

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Rassegna stampa 22-01-2014
COMUNE DI RUSSI
Mercoledì, 22 gennaio 2014
Mercoledì, 22 gennaio 2014
Prime Pagine
Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
Prima Pagina del 22/01/2014
La Voce di Romagna
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cultura e turismo
Omaggio al poeta Vico Giardini
Da La Voce di Romagna del 2014­01­22T05:01:00
Letture animate con "Le Faville"
Da La Voce di Romagna del 2014­01­22T05:01:00
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politica locale
Domani si riuniscono i rappresentanti delle Consulte delle Ragazze e dei...
Da La Voce di Romagna del 2014­01­22T05:01:00
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pubblica amministrazione
E su Napoli torna lo spettro del dissesto finanziario
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­22T07:01:00
Programma, poi il rimpasto
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­22T07:01:00
La rivoluzione silenziosa delle Poste
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­22T07:01:00
Emissioni, slitta al 2021 la riforma della Borsa
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­22T07:01:00
I vantaggi dell' auto «condivisa»
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­22T07:01:00
La prima casa raddoppia
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­22T07:01:00
Tariffa idrica all' esame Tar
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­22T07:02:00
Napoleone e Talleyrand potevano subire
Da Italia Oggi del 2014­01­22T05:38:00
brevi
Da Italia Oggi del 2014­01­22T05:38:00
Ruoli, sanatoria senza le multe
Da Italia Oggi del 2014­01­22T05:38:00
Spesometro 2012 al capolinea
Da Italia Oggi del 2014­01­22T05:38:00
I terreni in enti montani dribblano l' appuntamento del 24
Da Italia Oggi del 2014­01­22T05:38:00
Accorpare gli enti non serve
Da Italia Oggi del 2014­01­22T05:39:00
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sport
Dalla Bassa a New York La favola dello scatto fisso
Da La Voce di Romagna del 2014­01­22T05:01:00
Dardozzi, Placci, Tonini: gli ?ex' si sono vendicati
Da Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) del 2014­01­22T05:33:00
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
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La Voce di Romagna
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La Voce di Romagna
cultura e turismo
CHICCA LETTERARIA.
Omaggio al poeta Vico Giardini
Sabato (ore 11), al bar Chicca di Largo Savini
a Godo d i Russi, prosegue la "Chicca
letteraria", rassegna mensile di brevi recite
dialettali a cura di Mario Silvestri (che sceglie il
lettore "godese") e Ivan Simonini (che sceglie
il lettore "forestiero").
Per il terzo appuntamento della rassegna è in
programma un omaggio al poeta dialettale
Vico Giardini (Teodoacre), un maestro dell'
ironia erotica. Guerrino Valenti det Burghett e
Ottavio Righini det Utevi leggeranno i suoi testi
tratti da una raccolta postuma di liriche. Alle
ore 12 spuntino romagnolo della casa.
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cultura e turismo
Letture animate con "Le Faville"
Proseguono le iniziative nella nuova Biblioteca
di Russi dove, domani (ore 16.30), il gruppo di
lettrici volontarie "Le Faville" intratterrà i più
piccoli con avvincenti letture animate (Info
0544 587640).
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La Voce di Romagna
politica locale
Domani si riuniscono i rappresentanti delle Consulte
delle Ragazze e dei Ragazzi e dei Consigli
Comunali delle Bambine e dei Bambini per il
progetto "ConCittadini"
Domani mattina (ore 9,30), nella Sala Consiliare della
Provincia di Ravenna, si riuniranno i rappresentanti delle
Consulte delle Ragazze e dei Ragazzi e dei Consigli
Comunali delle Bambine e dei Bambini. Diventare
"ConCittadini" L' obiet tivo dell' adunata è quello di dare
il via alla nuova edizione del Progetto "ConCittadini",
che vede la Provincia di Ravenna impegnata, per il
sesto anno consecutivo, a fianco dell' Assemblea
Legislativa Regionale e dei Comuni "per offrire ai
giovani ­ si legge in una nota diramata ieri dall' Ente di
Piazza Caduti ­ uno spazio in cui sostenere e
valorizzare le esperienze di cittadinanza attiva e
protagonismo giovanile nel nostro territorio".
Quattro incontri Quello di domani sarà il primo di quattro
incontri che si svolgeranno con le modalità del dialogo e
del confronto fra ragazzi impegnati in esperienze di
partecipazione democratica che incontreranno adulti
altrettanto impegnati nella società civile, con l' obiettivo
"di fare insieme un viaggio nelle istituzioni locali che,
partendo dal Comune, dove questi giovani sono già
impegnati in attività di cittadinanza attiva, li portarà a
conoscere luoghi e funzioni della Provincia e della
Regione".
Lotta alla diversità Il tema con duttore del progetto 2014 sarà il confronto con il diverso e la lotta alle
discriminazioni, con particolare attenzione alla cultura di genere, all' individuazione e superamento degli
ste reotipi veicolati dai media e dalla società. Trenta ragazzi coinvolti Questa e dizione di ConCittadini
coinvolge in provincia di Ravenna una trentina di ragazzi prevalentemente dagli 11 ai 14 anni, impegnati
in tredici tra Consigli Comunali e Consulte delle Ragazze e dei Ragazzi nei Comuni di Alfonsine,
Bagnacavallo, Cervia, Conselice, Cotignola, Fusignano, Massa Lombarda, Ravenna, Russi, Solarolo,
Lugo e, per la prima volta quest' anno, Riolo Terme.
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Corte dei conti. Bocciato il piano di riequilibrio.
E su Napoli torna lo spettro del dissesto finanziario
I DEBITI Sotto esame ci sono anche Benevento, Cosenza, Foggia e Messina mentre
Rieti e Frosinone hanno ottenuto il via libera.
Torna lo spettro del dissesto finanziario su
Napoli, a meno di dieci anni dall' uscita
effettiva del default record che ha già
caratterizzato la storia del Comune. A dare
una spinta in questa direzione al capoluogo
campano è la sezione regionale della Corte
dei conti, che ha bocciato il piano di riequilibrio
varato dal Comune a inizio 2013 per riportare i
conti in equilibrio entro 10 anni e utilizzare le
anticipazioni statali messe a disposizione dal
decreto "salva­enti" del Governo Monti (Dl
174/2012). La decisione della magistratura
contabile campana arriva all' indomani di una
pronuncia analoga della Corte Calabria, che
ha negato il via libera al piano di rientro varato
dalla gestione commissariale che governa
Reggio Calabria. I due "no" quasi
contemporanei colpiscono quindi i due
maggiori Comuni f r a q u e l l i i n a t t e s a d e l '
esame della Corte sui piani di rientro, dopo
che la sezione siciliana ha invece approvato il
progetto di Catania. Sotto esame rimangono
ancora Benevento, Cosenza, Foggia e
Messina, mentre Rieti e Frosinone hanno
ottenuto l' ok.
Dall' arrivo della pronuncia, le due città
avranno 30 giorni di tempo per mettere nero su bianco la propria difesa del piano e portare i propri
argomenti alle sezioni Riunite della Corte dei conti: se non riusciranno a convincere della sostenibilità
del piano nemmeno i magistrati di appello, sarà dissesto.
Naturalmente il problema più pesante si apre a Napoli, dove il dissesto travolgerebbe la Giunta guidata
da Luigi De Magistris e il consiglio comunale e scriverebbe subito la parola fine a un tentativo di maxi­
manovra da oltre 3 miliardi di euro. Le ragioni che hanno spinto la Corte a negare il via libera, come
accennato, saranno diffuse nei prossimi giorni, ma sono molti i possibili punti critici della maxi­manovra
ipotizzata da Napoli.
Su tutti, spicca il piano di dismissioni immobiliari da 800 milioni di euro, che dovrebbe imprimere un
drastico cambio di passo rispetto ai tassi di realizzazione di progetti sullo stesso tema varati negli anni
scorsi. A sostenere le entrate chiamate a riportare in equilibrio i conti napoletani ci dovrebbe poi essere
un' accelerazione altrettanto consistente sulla capacità di riscossione dei tributi, un altro problema
storico della macchina amministrativa del capoluogo campano: il piano di riequilibrio, però, poggia
anche su importanti aumenti di aliquote dell' addizionale Irpef e dell' Imu (con le conseguenti incognite
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
legate al debutto della Tasi), e se la riscossione zoppica anche gli incrementi di gettito rischiano di
rimanere confinati alla teoria. Con l' avvio del piano di riequilibrio ora stoppato dalla Corte, inoltre,
Napoli si era già vista assegnare dallo Stato un' anticipazione di liquidità da circa 160 milioni, che
dovrebbe essere restituita ma al momento i rimborsi non sono partiti: se la bocciatura del piano sarà
definitiva, cadrà anche la "base" giuridica su cui lo Stato ha staccato l' assegno.
Ingredienti simili, anche se ovviamente in proporzioni più contenute, contraddistinguono il piano d i
riequilibrio di Reggio Calabria, che già nella fase di preparazione aveva dovuto affrontare più di un'
incertezza sulla fattibilità concreta di parte dei progetti di dismissione immobiliare.
Al di là del merito, comunque, le due pronunce negative della Corte aprono un problema strutturale nel
meccanismo dell' anti­dissesto, varato nell' autunno del 2012 dal Governo Monti per evitare il rischio di
fallimenti a catena di importanti città e i conseguenti contraccolpi sui rating della finanza pubblica
italiana. Con i due "no" della Corte dei conti, arrivati dopo mesi di incertezza alle due principali città
imbarcate dal decreto anti­dissesto, tutto rischia di tornare alla casella di partenza.
Napoli ha però incassato l' ordinanza 214 del 17 gennaio 2014 del Tar Lazio (si veda a pagina 20), che
ha rimesso in discussione il Dm del 27 settembre 2013, rinviando al 16 ottobre una decisione in merito
che però si profila tutta a favore del Comune: la stima dei rimborsi per i mancati incassi Imu da
abitazione principale dovrà essere basata sulle stime 2013 e non su quelle del 2012.
G.Tr.
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
I nodi della politica IL GOVERNO.
Programma, poi il rimpasto
Letta stringe con Renzi su fisco e lavoro, subito dopo il nodo del bis IL DUELLO SUI
MINISTRI Ncd e Sc spingono per un «bis» che includa i renziani, il segretario vuole
tenersi fuori dal dibattito sulle poltrone. Delrio in «crescita»
Barbara Fiammeri ROMA «Adesso tocca a
noi, basta aspettare». È questo l' input che
arriva da Palazzo Chigi. Enrico Letta vuole
chiudere entro il week end il patto di coalizione
e il restyling della squadra di governo per
presentarsi tra lunedì e martedì, prima della
partenza per Bruxelles, davanti alle Camere.
Se questo rinnovamento si tradurrà in un
rimpasto o invece in un vero e proprio Letta
bis lo deciderà subito dopo aver definito il
programma. Anche perché non influente è la
valutazione del Quirinale. In ogni caso Letta
vuole ufficializzare «il nuovo inizio» con un
passaggio parlamentare che si traduca in un
voto di fiducia.
Per tutta la giornata di ieri il premier è rimasto
chiuso dentro Palazzo Chigi. La riunione su
Gioia Tauro così come l' incontro per evitare la
riduzione delle detrazioni fiscali con il ministro
dell' Economia Fabrizio Saccomanni e quello
dei Rapporti con il Parlamento Dario
Franceschini, non gli hanno impedito di
consultarsi con i suoi alleati di governo.
Il premier sa bene che il confronto sulla legge
elettorale non è affatto concluso. Ma non era
pensabile che il governo potesse restare
prigioniero del limbo in cui è stato costretto negli ultimi dieci giorni, in attesa che tutti i tasselli del
complesso puzzle legge elettorale­riforme istituzionali trovassero il loro posto. E questo era chiaro
anche ai suoi interlocutori, primo fra tutti il segretario del Pd Matteo Renzi. «Adesso possiamo dire che
questa legislatura e questo governo non hanno più alibi», conferma Renzi, che chiede di approvare
«rapidamente l' elenco di provvedimenti di "Impegno 2014"».
Per poter «correre» il premier ha però bisogno che tenga anzitutto l' architrave dell' esecutivo: il Pd.
Letta certo non sottovaluta le divisioni interne al suo partito e proprio per questo ha tentato inutilmente di
dissuadere Gianni Cuperlo dal dimettersi dalla presidenza di Largo del Nazareno. Il timore del premier
è che le tensioni interne alla maggioranza e ancor più quelle nel Pd possano riflettersi pesantemente
sull' esecutivo. Di qui la decisione di rompere gli indugi sul contratto di coalizione, che si concentra
anzitutto sui temi economici ­ dal lavoro al fisco e alla sburocratizzazione ­ già anticipati nei titoli in
occasione del suo discorso in Parlamento l' 11 dicembre. Molto più complessa, paradossalmente, è la
seconda parte del patto, quella sui diritti: dallo ius soli alle unioni civili, su cui i distinguo all' interno della
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
maggioranza, in particolare tra il Pd e il Ncd, sono marcati. Resta ancora in alto mare la soluzione sul
rinnovo della squadra di governo che però Letta vuole chiudere in settimana. Un capitolo su cui il
premier si confronterà con il capo dello Stato. Che il passaggio al Quirinale sia premessa al via libera
per la nascita di un Letta bis sono in molti a crederlo.
Il Ncd di Alfano continua a spingere per il bis che viene visto con favore anche dai montiani di Sc.
Renzi, a parole, non sembra molto interessato. «A Letta ho detto: per me fai te. Se vuoi chiedere una
mano ce la chiedi ma da me non avrai mai una richiesta di uno strapuntino, di una poltrona o di un
ministero», ha detto anche ieri. Il segretario del Pd vuole tenersi fuori dal dibattito sulle "poltrone". Una
posizione che gli consente di mantenere quel distacco che, in vista della campagna elettorale per le
europee, può rivelarsi utile ad arginare gli attacchi che arriveranno da Grillo e Berlusconi. Ma è proprio
quello che Alfano (e forse anche Letta) vorrebbero impedirgli. «Noi siamo per rilanciare l' azione dell'
esecutivo attraverso un nuovo governo Letta. Non ne facciamo un problema di sedie e di poltrone, né
alcuno lo ha fatto a noi».
Sedie e poltrone però contano eccome. A ballare sono sempre gli stessi nomi: De Girolamo in primis
(qualcuno dice che sarebbe pronta a dimettersi) ma anche Zanonato, Bray, Cancellieri e forse
Quagliariello. In crescita viene invece dato l' unico ministro renziano: il titolare degli Affari regionali
Graziano Delrio, che potrebbe ottenere o un rafforzamento delle deleghe, ad esempio inglobando le
attuali competenze del dicastero della Coesione territoriale che peraltro è quello che risponde dei fondi
comunitari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA I cardini di Impegno 2014 RIFORME Tra le priorità del Governo
spiccano la riduzione del numero dei parlamentari, l' abolizione delle province dalla Costituzione, la fine
del bicameralismo perfetto, la riforma del Titolo V per riequilibrare i rapporti tra Stato e amministrazioni
locali e una legge elettorale che eviti la dispersione e dia ai cittadini la possibilità di scegliere
ECONOMIA Cinque gli obiettivi di Impegno 2014: continuare a far scendere insieme debito, deficit,
spese e tasse; raggiungere la crescita dell' 1% nel 2014 e del 2% nel 2015; rilanciare gli investimenti
pubblici; aggiornare le politiche di competitività a sostegno delle Pmi; creare un clima più favorevole
agli investimenti attraverso il piano «Destinazione Italia» SVILUPPO Per le imprese, la riduzione del
costo del lavoro, credito d' imposta per la ricerca, riduzione del prezzo dell' energia. Per i giovani, il
rilancio di università e ricerca e il riordino della scuola.
Altri interventi riguarderanno il rilancio del turismo e la tutela dell' ambiente e del paesaggio. Infine, un
piano di dismissioni da 10­12 miliardi PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Per migliorare la pubblica
amministrazione in modo che non diventi più un ostacolo per cittadini e imprese il primo intervento
riguarda la revisione della spesa. In secondo luogo, azioni per far sì che l' amministrazione paghi ogni
ritardo per colpa propria.
Inoltre, semplificazioni che passino attraverso i risultati e la valutazione delle politiche.
BARBARA FIAMMERI
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
LA RIFORMA DELLE PARTI SOCIALI.
La rivoluzione silenziosa delle Poste
Dall' intesa sulla rappresentanza alla partecipazione dei lavoratori.
Raffaele Bonanni Caro Direttore, solo alcuni
organi di informazione (tra cui Il Sole 24 Ore)
hanno saputo valorizzare la svolta storica
rappresentata dall' accordo sulla
rappresentanza tra le tre maggiori
Confederazioni sindacali e Confindustria. Una
straordinaria "riforma istituzionale" che sana
un 'vulnus' sulla certificazione della
rappresentatività sindacale che esisteva fin dal
varo della Costituzione repubblicana. Chi
rappresenta chi? Come misurare il peso di
ciascun soggetto negoziale e regolare il
rapporto fra iscritti e non iscritti al sindacato
nella stipula dei contratti?
Temi che tanto hanno appassionato in questi
anni i giuslavoristi e sui quali, recentemente,
anche alcune forze politiche si sono misurate,
ma con una vecchia visione statalista, a tratti
populista, nel tentativo di appropriarsi persino
dei temi che regolano la vita associativa. Il
mondo del lavoro non ha bisogno di altre
leggi, né di ricorrere alla supplenza, anche su
queste questioni, della magistratura.
Una legge sulla rappresentatività aprirebbe
solo uno scontro politico ed ideologico sulla
natura e sulla concezione stessa del sindacato
e delle associazioni imprenditoriali. Metterebbe a rischio il rapporto tra società e stato, la garanzia
costituzionale dell' autonomia del sociale e dei corpi intermedi. Per questo, nei prossimi giorni, la Cisl
farà le sue "primarie" sull' accordo sulla rappresentanza, con assemblee in tutti i posti di lavori e nei
territori. Vogliamo confrontarci con i lavoratori, per promuovere e far applicare una intesa che, di fatto,
conclude un percorso coerente di riforme nel mondo del lavoro iniziato con la piattaforma unitaria del
2008, ed i successivi accordi sulle relazioni industriali del 2009 e del 2011, il patto sulla produttività dell'
ottobre del 2012, l' accordo sulla detassazione sul salario di produttività dell' aprile 2013.
È stato un cammino difficile e travagliato, soprattutto all' interno del sindacato, dove si sono misurate
strategie diverse: quella partecipativa e della responsabilità e quella rivendicativa e conflittuale.
Oggi abbiamo fatto tutti un passo avanti, rispetto alle esigenze di un sistema produttivo che per
crescere ha bisogno di stabilità e certezza di impegni reciproci nelle relazioni industriali e nei contratti
collettivi ed aziendali. E per questo va dato atto a Susanna Camusso e Luigi Angeletti di aver compreso
la necessità di chiudere un periodo di divisioni e di presunte egemonie, riaffermando il principio
costituzionale di rispettare la volontà delle maggioranze quando si assumono le decisioni, senza per
questo voler mettere in discussione le garanzie delle minoranze. Insomma, questo sistema
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
responsabile di regole sulla rappresentanza avrà certamente ripercussioni positive nel favorire nuovi
investimenti. Ma adesso bisognerà pedalare sodo per non sciupare i timidi segnali di ripresa del paese.
Ecco perché guardiamo con interesse la recente proposta della Confindustria di Pordenone per evitare
le delocalizzazioni e salvare l' occupazione nelle aziende friulane.
Il sindacato e le imprese devono concorrere insieme al superamento dei tanti ritardi che gravano sul
rilancio del sistema industriale, a cominciare dai costi eccessivi dell' energia, le infrastrutture
insufficienti, le pastoie burocratiche, la confusione tra i troppi poteri dello stato, la giustizia civile lenta.
Soprattutto, serve una riforma fiscale che abbassi drasticamente le tasse ai lavoratori, ai pensionati e
alle imprese che investono. Sui fattori di sviluppo, orientati alla produzione industriale, dobbiamo fare
una battaglia forte e comune, incalzando il Governo, le Regioni, gli enti locali e tutte le forze politiche.
Non è un caso se il Governo francese di Hollande stia lavorando ad un patto di responsabilità con le
parti sociali per ridurre i costi dello stato, abbassare il costo del lavoro e le tasse per i lavoratori e le
imprese. Questo è ciò che la Cisl ha chiesto al Governo Letta. Speriamo che ora l' esempio francese
possa far breccia anche in Italia.
Dopo l' accordo sulla rappresentanza si è aperta anche una nuova sfida per il nostro paese: riformare il
sistema capitalistico attraverso la democrazia economica e l' azionariato collettivo dei lavoratori.
Questa sarebbe la vera svolta culturale ed economica. La "rivoluzione silenziosa" delle Poste, con la
scelta positiva del Governo Letta di cedere gratuitamente ai dipendenti una quota delle azioni (noi
auspichiamo che si arrivi come in Inghilterra almeno al 10%), come ha giustamente colto Valerio
Castronuovo sulle pagine del Sole 24 Ore, va estesa a tutte le grandi aziende pubbliche e private.
È giunto il momento di valutare se e come un modello di riferimento simile a quello tedesco può essere
mutuato nel nostro paese, applicando l' articolo 46 della Costituzione, non solo per legare il salario ai
profitti aziendali ed al successo dell' impresa, ma soprattutto per concorrere ad una democratizzazione
della finanza italiana.
Non si tratta, quindi, solo di far eleggere i rappresentanti dei lavoratori nei consigli d' amministrazione,
come fa bene a proporre il Jobs act del Pd di Matteo Renzi (che contiene anche innovazioni importanti
contro la precarietà del lavoro, non a caso proposte dalla Cisl fin dal 2001). Si tratta di costruire
finalmente nel nostro paese un sistema di democrazia economica nel quale i fondi collettivi dei
lavoratori (a cui si deve legare anche la quota di previdenza integrativa ma rendendola obbligatoria)
possano intervenire di diritto nel capitale d' impresa, proprio per vigilare ed indirizzare le scelte dei
gruppi manageriali.
Questa è sempre stata, storicamente, la battaglia della Cisl. La partecipazione sarà utile anche per le
imprese perche è lo strumento, come bene ha ricordato anche Castronovo nella sua analisi, non solo
per migliorare la qualità dei servizi e aumentare la produttività, ma per rendere le aziende più
competitive e concorrenziali sul mercato sempre più globale.
Raffaele Bonanni è segretario generale della Cisl © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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pubblica amministrazione
Bruxelles. Oggi il piano Ue con gli obiettivi per il 2030.
Emissioni, slitta al 2021 la riforma della Borsa
I PUNTI L' ipotesi di compromesso prevederebbe un taglio del 40% della C02 e una
quota di rinnovabili pari al 27% dei consumi.
Jacopo Giliberto Oggi a mezzogiorno il
presidente della Commissione Ue, José
Manuel Barroso, con i commissari per l'
Energia, Günther Öttinger, e per il Clima,
Connie Hedegaard, presenteranno il nuovo
"Quadro strategico d' azione per il clima e l'
energia entro il 2030". Cioè il dibattutissimo
taglio delle emissioni di anidride carbonica, il
gas che si sviluppa dai processi di
combustione e che è fra i maggiori
responsabili del surriscaldamento del clima.
Un primo accordo sarebbe stato raggiunto l'
altro giorno a Bruxelles per rinviare al 2021 la
riforma strutturale dell' Emissions trading
scheme, cioè il mercato delle quote di
emissione di anidride carbonica.
Per la Commissione Ue è difficile
contemperare due esigenze che in apparenza
sembrano contrapposte. Per ridurre le
emissioni bisogna limitare la produzione dell'
industria e i consumi dei cittadini. Cioè
bisogna alzare i costi dell' energia che già oggi
sono salatissimi: per esempio la Germania ha
tariffe elettriche esorbitanti, assai più
orgogliose delle già impegnative tariffe
italiane, e in media l' Europa ha un prezzo dell'
energia doppio rispetto agli Stati Uniti, come conferma una ricerca della Commissione Ue sui prezzi
industriali dell' elettricità.
Gli stessi commissari sono stati a lungo divisi; Öttinger e il vicepresidente Antonio Tajani sono molto
cauti sui progetti di salasso energetico dettati da normative salvaclima troppo esigenti come quelli
prospettati dalla commissaria Hedegaard. Preoccupatissimo il mondo industriale, il quale teme una
batosta ambientale che favorisca il resto del mondo (soprattutto Cina e Stati Uniti) senza apportare
alcun beneficio al clima della Terra.
L' ipotesi di compromesso ­ oggi si avrà la conferma ­ parla di una riduzione obbligatoria delle
emissioni di CO2 del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e uso delle energie rinnovabili ad
almeno il 27% del totale del consumi.
La partita si gioca su tre elementi: il dato numerico dell' obiettivo (se tagliare del 35, del 40 o del 45% le
emissioni, oppure a che livello portare le fonti rinnovabili d' energia), la modalità dell' obiettivo
(vincolante, cioè penalizzante, oppure flessibile) ma soprattutto se questi obiettivi sono accompagnati
da politiche integrate, strutturali, incisive per rendere questi obiettivi anche strumenti di crescita
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
industriale.
Per esempio da Parigi l' Aie, Agenzia internazionale dell' energia, suggerisce quattro misure di politica
industriale che possono conseguire l' obiettivo di riduzione delle emissioni senza penalizzare allo
stremo il sistema economico europeo: misure per promuovere l' efficienza energetica, limiti alla
costruzione e all' uso di centrali a carbone a bassa efficienza e a vecchia tecnologia, ridurre le emissioni
di metano in aria dai giacimenti di greggio e gas e dai metanodotti, eliminare i sussidi all' energia da
fonti "fossili" (carbone, petrolio, metano).
Ma la tastiera su cui agire per comporre una politica ambientale armonica con l' economia ha tantissime
altre soluzioni, come l' adozione di strumenti fiscali intelligenti, rimozione dei vincoli al patto di stabilità
che bloccano gli investimenti pubblici a sostegno dell' innovazione e dell' ambiente, certezze agli
investitori, incentivi che promuovano il mercato dell' innovazione tecnologica, l' ammodernamento
complessivo del sistema produttivo in modo che il futuro standard industriale europeo a basso impatto
ambientale diventi quello di riferimento a cui tutto il mondo deve adeguarsi, acquistando in Europa il
know how.
Tutti strumenti che, calati su scala nazionale, devono essere oggetto di una negoziazione, che per ora
pare assente o molto debole.
Per ora, l' Europa ha un solo strumento efficace di mercato, la "Borsa dei fumi" denominata Ets
(Emissions trading scheme), che ha mostrato alcuni limiti e che merita una riforma per aumentarne l'
efficacia.
Inoltre c' è stata una prima discussione animatissima sul pacchetto per la ratifica dell' Emendamento di
Doha, cioè quell' impegno di riduzione delle emissioni che i Paesi inseriti nell' annesso B del Protocollo
di Kyoto (cioè i soli Paesi industrializzati) si sono presi dal 2013 al 2020 per il secondo periodo d'
impegno post­Kyoto.
Questo pacchetto di impegno interessa solamente i Paesi europei perché gli Usa, il Canada, il
Giappone e altri Paesi se ne sono sfilati fuori con garbo, preferendo impegnarsi in politiche ambientali
nazionali.
Su questo tema invece i Paesi europei a Bruxelles stanno discutendo con animazione su temi come ­
udite udite ­ la proposta di un regolamento che modifichi il regolamento sul monitoraggio delle
emissioni. Con dibattiti di questo livello l' Europa si presenta davanti a fenomeni quali il cambiamento
del clima e i terremoti economici.
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JACOPO GILIBERTO
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Circolazione. La formula riscuote successo con l' ingresso di ulteriori operatori e il miglioramento
delle condizioni per l' utilizzo.
I vantaggi dell' auto «condivisa»
Consente di pagare solo il «consumo» e di accedere a parcheggi e aree riservate
ULTIMA GENERAZIONE Nel settore del «pay per use» i sistemi più evoluti offrono
modalità semplificate per la prenotazione, il ritiro e il pagamento.
Mario Cianflone Una mobilità nuova, più
semplice, anche ecologica e che non esclude
la comodità dell' auto e permette anche di fare
la spesa al supermarket, portare parenti,
magari anziani, o i figli piccoli. Tutte cose che
con l' ecomobilità a pedale difficilmente si
possono fare o, quanto meno, non tutti
possono e vogliono.
Sta nascendo soprattutto una mobilità
pragmatica e che costa meno e dà meno
pensieri.
Già, perché l' automobile ­ intesa come mero
mezzo di trasporto per spostarsi dal punto A a
quello B ­ sta diventando più una seccatura
che un piacere, visti i costi sempre più alti. A
meno che uno non sia un divoratore di
chilometri, il possesso di un' auto propria per
chi abita e lavora in città (diverso il caso di chi
non vive in una metropoli) potrebbe risultare
troppo oneroso, tra bollo, assicurazioni con
polizze Rc da stipulare in gioielleria, spese di
manutenzione e di riparazione.
Per non parlare poi dei costi di acquisto ai
quali va aggiunto il deprezzamento dell' auto e
non si tratta di cifre da poco.
Una soluzione per abbattere il costo totale del
possesso ­ quello che viene definito come Tco (Total cost of ownerhsip) dell' automobile ­ è avvalersi
delle tante formule di acquisto con patto di riacquisto da parte del concessionario dopo un certo lasso di
tempo, noleggio con riscatto al secondo anno, noleggio lungo termine e varie altre formule dove l' auto
non è più un bene ma un servizio.
Ma per azzerare i costi legati all' auto e pagare solo la mobilità, la soluzione è soltanto il car sharing:
smettere non solo di avere una vettura propria e utilizzarne una quando e se serve, per breve tempo e
brevi spostamenti. Ecco il car sharing di nuova generazione, possiamo chiamarlo 2.0, anche perché è
digitale e per utilizzarlo si usa il telefonino, anzi lo smartphone.
È arrivato negli ultimi mesi ed è quello che ha visto, a partire da città come Milano, servizi che superano
i limiti di quelli pubblici offerti tipicamente da Comuni e municipalizzate, come GuidaMi di Atm.
Stiamo parlando di Car2Go che ha svolto il ruolo di testa d' ariete aprendo il mercato ai privati e del
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nuovissimo, ma già solido e diffuso, Enjoy offerto da Eni con la cooperazione di Fiat e Trenitalia.
Ma perché questi sistemi hanno riscosso un successo travolgente, anche se rispetto ad altri Paesi in
Italia siamo ancora all' alba dell'«auto che si prende e si usa»?
Innanzitutto ­ oltre ai vantaggi economici derivanti dal non dover acquistare e mantenere un' auto di
proprietà ­ vi sono benefici importanti che non hanno un impatto diretto sul portafogli, ma sulla
comodità.
Primo fra tutti l' accesso alle aree interdette al traffico. Le città pullulano di Ztl (come l' Area C di Milano)
e con l' automobile condivisa si può entrare in centro e parcheggiare.
Senza problemi.
E questo è molto utile nelle ore serali, quando magari si pensa di fare tardi e i mezzi pubblici sono più
scomodi e non sempre sicuri, con orari non compatibili, mentre i taxi costano comunque tanto. In
questo, il car sharing offre benefici intrinseci: uso la macchina, vado a destinazione, la lascio in una
piazzola di sosta e, poi, al rientro ne prendo un' altra, ma solo se mi serve. Insomma, semplice e veloce
e soprattutto zero problemi e nessuno stress. Perché quando si va in giro con la propria vettura negli
angusti parcheggi del centro di una città, il danno, come la immancabile sportellata dei distratto di turno
è sempre in agguato. Per non parlare di furti e dello stress da ricerca parcheggio.
I sistemi di nuova generazione come Enjoy (con circa 650 Fiat 500 e 500L disponibili) e Car2Go (il
servizio è Daimler, con una flotta di 450 Smart) si sono imposti in città come Milano proprio per la loro
semplicità.
Con una app sullo smartphone (Android o iPhone) si prenota e si cerca la vettura, e questa è
disponibile in molti punti e i costi sono più contenuti. A iniziare da quelli di iscrizione al servizio dove
sono richiesti per Car2Go 19 euro contro i 120 imposti da GuidaMi. Inoltre i costi d' uso sono più bassi:
Enjoy chiede 25 centesimi, mentre Car2Go poco di più, 29 centesimi o 14,90 euro all' ora.
Il servizio firmato Eni non impone però spese di registrazione, non è necessario tesserarsi e anche in
questo caso è lo smartphone lo strumento di accesso.
In entrambi i casi non ci sono le complicazioni di tariffe minime orarie e obbligo di riportare la macchina
dove la si è ritirata.
Da sottolinerae che l' accesso alle zone con limitazioni di traffico nonché la tipologia di parcheggi da
utilizzare possono variare da città a città in base alle singole politiche dei Comuni in fatto di mobilità,
che magari privilegiano flotte di vetture elettriche o ibride, oppure a gas, e comunque le possibilità
offerte sono in funzione degli accordi tra gli enti locali e i singoli operatori del car sharing.
© RIPRODUZIONE RISERVATA IN SINTESI Vantaggi Taglio delle spese d' acquisto e d' esercizio di
un' auto Accesso a Ztl, parcheggi riservati, corsie preferenziali Meno traffico e inquinamento e più spazi
disponibili per i parcheggi A chi è adatto A chi utilizza poco l' auto (5­10mila km/anno) in città A chi già
possiede un altro veicolo per spostamenti più lunghi o per viaggi e vacanze Modelli operativi Sono
diversi gli operatori in molte città. In qualche caso è chiesto un costo d' iscrizione In genere si paga una
tariffa ogni minuto di utilizzo più un extra/km oltre un certa soglia Alcuni gestori prevedono il prelievo e
la rincosegna in luoghi specifici, ma la formula con più successo è il free floating: prelievo e consegna
liberi entro la zona coperta dal servizio e rilevamento del veicoli tramite smartphone.
MARIO CIANFLONE
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Imposte locali. Le risposte del ministero dell' Economia in vista della scadenza per la mini Imu e
la Tares Le indicazioni ministeriali.
La prima casa raddoppia
Stessa «qualifica» se i coniugi vivono in immobili in Comuni diversi LOCAZIONI
PARZIALI L' affitto di stanze agli studenti non fa perdere la destinazione ad abitazione
principale.
Giuseppe Debenedetto Ultimi chiarimenti sulla
mini Imu a due giorni dalla scadenza: il
ministero dell' Economia ha pubblicato s u l
proprio sito una serie di risposte su quesiti che
riguardano soprattutto le abitazioni assimilate
alla principale (e che quindi pagano la mini
Imu se ricorrono le condizioni) e la
maggiorazione Tares (si vedano Il Sole 24 Ore
di ieri e la grafica qui a fianco).
Le prime faq si riferiscono infatti all'
assimilazione di determinate categorie di
immobili all' abitazione principale, che vanno
quindi trattate come tali anche ai fini della mini
Imu e versano l' imposta in caso di aumento
dell' aliquota da parte del comune. Il primo
riguarda il proprietario di un' abitazione
principale che concede alcune stanze in
locazione a studenti. Il ministero risponde che
l' esenzione spetta, evidenziando che l'
abitazione principale, anche se parzialmente
locata, non perde tale destinazione e quindi
beneficia dell' esonero totale. Ma, se il comune
ha alzato nel 2013 l' aliquota sopra il 4 per
mille, pagherà la mini Imu.
Il secondo quesito riguarda gli alloggi di
housing sociale, definiti dal decreto
Infrastrutture del 22 aprile 2008 e destinati alle fasce di popolazione svantaggiate, che dal 1° gennaio
2014 vengono assimilati all' abitazione principale. Si tratta di fattispecie non coincidenti con gli alloggi
assegnati dagli Iacp o enti simili (Ater, Aler, eccetera), ai quali resta invece applicabile la sola
detrazione di 200 euro se non rientranti nel Dm del 2008.
Il terzo caso, quello più controverso, è relativo alla nozione di abitazione principale con riferimento al
collegamento tra il soggetto passivo e il suo nucleo familiare. L' articolo 13, comma 2 del Dl 201/2011
prevede, tra l' altro, che l' abitazione principale è quella dove il possessore e il suo nucleo familiare
dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Non dovrebbe quindi scattare l' esenzione per l'
abitazione principale (e la mini Imu) quando manca, sotto lo stesso tetto, la coabitazione del soggetto
passivo e del suo nucleo familiare. In realtà questa parte della norma non è del tutto chiara, anche
perché non contiene alcuna definizione di nucleo familiare, e presta il fianco a diverse interpretazioni: da
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una parte quella più rigorosa, di matrice giurisprudenziale (Cassazione 14389/2010), che attribuisce
rilevanza decisiva alla convivenza familiare; dall' altra quella meno formalistica, che configura l'
abitazione principale anche se il nucleo familiare risiede in immobili ubicati in Comuni diversi.
Il ministero si era già schierato a favore del secondo orientamento, ritenendo che lo sdoppiamento della
residenza fosse giustificabile per esempio da esigenze lavorative (circolare 3/DF/2012). Sulla stessa
linea interpretativa si pone ora il ministero con le faq pubblicate l' altro ieri, ritenendo non più utilizzabile
il criterio interpretativo tracciato dalla Cassazione in quanto la norma tributaria dispone chiaramente in
materia. La risposta non è, però, del tutto convincente in primo luogo perché il caso non è
espressamente contemplato dalla norma, che anzi sul punto presenta un' evidente lacuna. Inoltre, a ben
vedere, la ratio della norma è quella di arginare il fenomeno elusivo determinato dalle doppie residenze
acquisite dai coniugi in immobili diversi al solo fine di beneficiare delle agevolazioni previste dalla
legge, sconfinando così in un vero e proprio abuso del diritto. Peraltro la disposizione sull' Imu
attribuisce comunque rilevanza alla convivenza familiare ed è un elemento che non può essere
sottovalutato dal punto di vista interpretativo.
Pertanto, in caso di sdoppiamento della residenza da parte dei coniugi in Comuni diversi, non dovrebbe
sussistere il diritto all' agevolazione per nessuno dei due immobili, anche perché la norma non può
essere interpretata estensivamente né è possibile applicare la misura agevolata per uno dei due
immobili, prevista solo nel caso di ubicazione degli immobili nello stesso Comune. La questione è
difficilmente risolvibile in via interpretativa e andrebbe invece chiarita dal legislatore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA I principali chiarimenti del ministero dell' Economia sulla mini­Imu e
sulla Tares MINI­IMU Quali codici tributo vanno utilizzati per il versamento?
Devono essere usati gli stessi codici tributo già esistenti: 3912 per l' abitazione principale e fattispecie
assimilate; 3914 per i terreni agricoli; 3918 per Iacp e simili Quali sono le regole per i versamenti
minimi?
Si applica l' articolo 25 della legge 289/2002 che prevede l' importo minimo di 12 euro o il diverso
importo previsto dal comune. Questo deve intendersi riferito all' imposta complessivamente dovuta con
riferimento a tutti gli immobili situati nello stesso Comune (*) Come va compilato il modello F24?
Va barrata solo la casella relativa al saldo, mentre nel campo "rateazione" va indicato il valore "0101"
solo per i pagamenti eseguiti con il codice 3912 (abitazione principale). La casella detrazione deve
essere compilata indicando l' importo effettivo della detrazione 2013, che può essere stata aumentata
dal Comune, compresa la maggiorazione. Da compilare anche la casella numero immobili.
Come va calcolata la mini Imu per gli immobili appartenenti a personale del comparto
sicurezza, per il quale non è stato richiesto il versamento della sola seconda rata?
Per il personale delle forze armate, polizia, vigili del fuoco e prefettizi, il procedimento di calcolo dell'
Imu 2013 è il seguente: prima rata dovuta e versata sulla base del 50% dell' importo pagato nel 2012;
seconda rata non dovuta, poiché a partire dal 1° luglio 2013 tali immobili sono stati equiparati all'
abitazione principale; l' eventuale conguaglio sulla prima rata nel caso di variazione delle aliquote 2013.
L' eventuale mini Imu deve essere calcolata solo sulla differenza tra l' Imu calcolata con aliquote e
detrazione 2013 rapportata al 2° semestre 2013 e l' Imu calcolata con aliquote e detrazione di base,
corrispondente allo stesso semestre.
Come si calcola la mini Imu per i terreni agricoli non posseduti e condotti da coltivatori diretti
e Iap per i quali non è stata versata la prima rata 2013?
Per quanto riguarda i terreni agricoli non posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli
professionali (Iap) il relativo versamento non può essere considerato mini Imu, poiché si tratta dell'
ordinario versamento concernente la seconda rata e il saldo della prima. Per il calcolo dell' importo da
versare deve essere utilizzata la rendita aggiornata nel corso nel 2013?
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In base alla regola generale prevista dalla normativa Imu, si deve fare riferimento alla rendita catastale
vigente al 1° gennaio dell' anno di imposizione. Pertanto per il calcolo della mini Imu si dovrà tener
conto delle rendite risultanti in catasto vigenti al 1° gennaio 2013 (**) MAGGIORAZIONE TARES Come
si deve comportare chi non riceve il modello F24 per versare la maggiorazione Tares?
L' articolo 5, comma 4­bis del Dl 102/2013 prevede che nel caso in cui il versamento del tributo relativo
al 2013 risulti insufficiente, non si applicano le sanzioni qualora il comune non abbia provveduto all' invio
dei modelli di pagamento NOTE (*) Il riferimento va inteso all' importo complessivo degli immobili
soggetti al pagamento della sola mini Imu (**) Casi specifici ai quali è applicabile la stessa regola: legge
311/2004 comma 335 (revisione delle microzone); legge 662/96 articolo 3 comma 58 (classamento
incongruo) Eccezione alla regola: legge 311/2004 comma 336 (immobili non denunciati o variazioni
omesse): in tal caso la rendita produce effetto dal 1° gennaio dell' anno in cui la richiesta viene notificata
e può avere efficacia retroattiva se si hanno elementi certi sulla data di omessa denuncia catastale.
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Servizi. Movimenti per l' acqua e Federconsumatori contro due anni di regolazione dell' Autorità.
Tariffa idrica all' esame Tar
Rischio­ripubblicizzazione e nodo investimenti: domani prima udienza IMPRESE A
DIFESA DI AEEG Per i gestori di Federutility la ripubblicizzazione avrebbe conseguenze
gravissime su spesa pubblica, sistema idrico e consumatori.
Giorgio Santilli ROMA Forum dell' acqua e
Federconsumatori all' attacco della tariffa
idrica e dell' attività di regolazione dell'
Autorità. Domani si terrà la prima udienza del
Tar Lombardia sul ricorso presentato dai due
movimenti contro il metodo tariffario transitorio
varato dall' Autorità per l' energia elettrica, il
gas e i servizi idrici nel dicembre 2012 con la
delibera 585. A un anno di distanza da quella
delibera, il 27 dicembre 2013, l' Autorità ha
approvato, per altro, una nuova delibera (643)
contenente il metodo tariffario idrico
(definitivo), che supera il metodo transitorio
dando più spazio alle esigenze locali e ai
diversi modelli di investimento.
Il nodo sollevato dai Forum resta però anche
con la nuova tariffa: l' obiettivo è far passare
un' interpretazione radicale del referendum del
giugno 2011, che elimini non solo «l' adeguata
remunerazione del capitale», fissa al 6­7%,
esplicito obiettivo referendario, ma anche
qualunque forma di onere finanziario dal
calcolo della tariffa. In questo modo di fatto si
impedirebbe qualunque forma di
finanziamento "privato", bancario o di project
financing, aprendo la strada a una integrale
ripubblicizzazione delle gestioni dei servizi idrici.
L' Autorità ha invece messo a punto un metodo tariffario transitorio nel 2012 e un metodo tariffario idrico
nel 2013 che hanno sì eliminato la remunerazione fissa del capitale al 6­7% secondo le vecchie norme
spazzate via dal referendum, ma ha fatto leva sul principio comunitario del «full cost recovery» (piena
copertura dei costi) che ha incluso anche gli oneri finanziari così come pagati dal gestore alle banche o
al finanziatore. Un principio che ha riconosciuto anche la Corte costituzionale come punto di riferimento
per il settore, nella decisione di ammissione del referendum abrogativo.
Le imprese di gestione idrica rappresentate da Federutility non nascondono la preoccupazione per la
battaglia che si apre al tar Lombardia e scendono in campo a difesa della tariffa e dell' assetto
regolatorio dato in questi due anni dall' Autorità. «La ripubblicizzazione del settore idrico auspicata dai
ricorrenti ­ dice l' associazione ­ avrebbe conseguenze gravissime sulla spesa pubblica, sul sistema
idrico e sui consumatori». Dalle ultime stime il valore degli asset del settore idrico a livello nazionale ha
un valore complessivo di circa 21,7 miliardi di euro. «Se da questa somma si escludono reti e impianti
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finanziati con contributi pubblici, restano comunque 12,8 miliardi di euro investiti direttamente dalle
società di gestione che, in caso di ripubblicizzazione, lo Stato dovrebbe rimborsare. A questo importo
vanno aggiunti, inoltre, gli eventuali indennizzi a favore dei gestori per la cessazione anticipata delle
concessioni in essere».
Oltre a questi rimborsi e indennizzi, «le casse dello Stato dovrebbero sobbarcarsi anche i costi relativi
agli ingenti investimenti che il settore richiede e che secondo le stime dell' Aeeg ammontano a 5 miliardi
di euro all' anno». Infine, andrebbero posti a carico della fiscalità «anche i costi di gestione connessi all'
erogazione del servizio che, sempre in base ai dati dell' Aeeg, ammontano a oltre sei miliardi di euro l'
anno».
«Come e con quali risorse ­ conclude Federutility ­ lo Stato dovrebbe affrontare tale sforzo economico,
non appare chiaro. La realtà, infatti, è che qualsiasi ipotesi di ripubblicizzazione contrasta in modo
nettissimo con tutte le proiezioni disponibili in materia di finanza pubblica». Da questo punto di vista
«non può non rilevarsi come, in un contesto in cui i vincoli del patto di stabilità interno diventano sempre
più stringenti ed estesi dallo Stato agli enti locali fino alle società partecipate, l' ipotesi di addossare alla
fiscalità generale e al debito pubblico i costi dei servizi idrici, rinunciando al ricorso ai mercati finanziari
sia sensatamente impercorribile».
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GIORGIO SANTILLI
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Italia Oggi
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Il Cameo di Riccardo Ruggeri.
Napoleone e Talleyrand potevano subire patti di
stabilità o accettare l' umiliazione di non sforare
qualcosa, senza rispondere con i dragoni?
Ieri, su questo giornale, ho riportato una feroce
critica su me stesso dopo l' accordo (storico?
) del duo Renzi­Berlusconi.
Due persone simpatiche, intelligenti, drogate
dal desiderio, l' uno di mantenere il potere, l'
altro di afferrarlo in fretta, entrambi disposti a
ogni mossa pur di realizzare i loro obiettivi,
com' è normale che sia nell' agone della
politica politicante. Due personaggi di vecchio
conio, di modesto spessore politico­culturale,
che si ispirano al prototipo umano descritto da
Honoré de Balzac, quando inventò il dilemma
di Rastignac, che ben si adatta a entrambi. In
fondo, due simpatici arrampicatori sociali, che
pretendono di giocare un ruolo che va al di là
delle loro competenze e possibilità,
accordandosi su una legge truffa che
permetterà ad uno di andare al potere, all' altro
di avere una qualche forma di visibilità,
sacrificando gli interessi, uno della Sinistra, l'
altro dei moderati, facendo quindi, a loro
insaputa, il gioco delle élite. Bassa cucina.
Sganciamoci dalla squallida attualità e
andiamo indietro di due secoli.
Ho appena terminato di leggere le «Memorie»
di Charles­Maurice Talleyrand Périgord,
pubblicato dal grande editore Nino Aragno di
Savigliano (edita solo libri straordinari, spesso
«inutili», proprio il tipo di libri che amo leggere). Sono conscio che fare un parallelo fra l' incontro, nella
sua casa di Rue du Bac, di Talleyrand con Bonaparte e quello fra Berlusconi e Renzi al Nazareno, è
operazione intellettualmente oscena, me ne vergogno, ma questo passa il convento. Merita sintetizzare
il loro primo incontro, in quel piovoso 6 dicembre 1797, per vedere se possiamo trarne suggestioni.
Noi grande pubblico pensiamo di sapere tutto di Bonaparte, poco o nulla invece di Talleyrand. Nasce in
una famiglia di antica nobiltà, con uno sgradevole difetto fisico a un piede, fin da piccolo si concentra
nell' arte che lo renderà celebre, la dissimulazione. Mai sarà persona, sempre e solo un grande e
potente personaggio (accolito, esorcista, suddiacono, abate, vescovo, ministro, gran ciambellano), giurò
13 volte, mai fu condizionato dai diversi giuramenti. Fu amante infaticabile di donne sposate dell'
aristocrazia francese più rarefatta, si diceva che a letto, con lui, tutte impazzissero, ebbe un solo figlio,
dalla moglie del Ministro degli Esteri: diventerà il grande pittore Eugène Delacroix. Un altro pittore,
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David, lo ritrarrà nel celebre quadro in cui Napoleone incorona Giuseppina, sotto lo sguardo schifato di
Pio VII, e quello insolente di Talleyrand, che vede diventare imperatore un uomo che disprezza,
considerandolo un orrendo parvenu (come in effetti era).
Quel 6 dicembre 1797 i due si si studiano a lungo, Talleyrand intuisce che Bonaparte sarà il nuovo
mentre lui ormai rappresenta il passato (così come Renzi e Berlusconi), ma lui sa che per molto tempo
nessuno dei due potrà fare a meno dell' altro, anche se, alla fine, lui è convinto di essere politicamente
destinato a sopravvivergli. E così sarà. In quel primo incontro, Napoleone farà di tutto per rivaleggiare in
intelletto e in scaltrezza con lui, tenterà ogni mossa per umiliarlo, cercherà persino di corromperlo, ma
Talleyrand rimarrà sempre impassibile. Anche quando Napoleone sbotta (altro che «Fassina chi?») con
un feroce: «Voi siete merda in calze di seta», non un muscolo del suo viso si muoverà. Ma il corso, nulla
poteva con uno che era nato Principe, diventato Vescovo, si era fatto eleggere agli Stati Generali, aveva
intuito che i loschi giacobini avrebbero vinto, quindi aveva votato per la morte di Luigi XVI per rifarsi una
verginità, per poi (prudente) riparare in Inghilterra, infine fuggire a Filadelfia, fare quattrini col business,
rientrare in Francia.
Servirà poi Napoleone, dominerà il Congresso di Vienna, tornerà a servire la monarchia, proprio con
quel Luigi XVIII, fratello del Re per il quale aveva votato la ghigliottina.
Un camaleonte.
Nel massimo del suo splendore Napoleone, che aveva bisogno del genio politico di Talleyrand, un
giorno lo affrontò con una sequela di insulti, alla presenza di un Fouché stupefatto della sua capacità di
rimanere freddo. Ascoltò impassibile insulti e minacce senza mai abbassare lo sguardo, senza
impallidire, senza un sussulto, anzi guardando negli occhi l' Imperatore. Nelle sue memorie si limiterà a
scrivere «Peccato che un uomo così grande abbia ricevuto un' educazione così scadente».
Cari lettori, ora capite perché ho definito Berlusconi e Renzi due simpatici arrampicatori sociali e l'
imbarazzo che provo nello scrivere di loro. Riconosciamolo, a loro scusante, hanno obiettivi miserabili,
però imposti da un' Europa miserabile, devono lucidare l' argenteria e riuscire a non sforare il 3%
deficit­Pil, pensando di fare gli statisti. Ve li immaginate Tayllerand e Napoleone discutere di un patto di
stabilità, o subire l' umiliazione di non «sforare» qualcosa o qualcuno, senza rispondere con i dragoni?
RICCARDO RUGGERI
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Pagina 27
Italia Oggi
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brevi
Ammontano a oltre 900 milioni di euro i
rimborsi fiscali erogati nel 2013 a famiglie e
imprese del Veneto. È il dato finale regionale
delle somme che l' Agenzia delle entrate ha
restituito nel 2013, a fronte di un totale
nazionale di 13,5 miliardi di euro.
Complessivamente i rimborsi hanno
interessato, nella regione, più di 122 mila
contribuenti. La parte più consistente dell'
ammontare riguarda le attività imprenditoriali:
a più di 16 mila aziende sono stati rimborsati
oltre 810 milioni di euro, tra Iva, Ires e imposte
relative alla deducibilità dell' Irap.
«È fissato per domani (oggi, ndr), secondo
notizie di stampa, l' incontro tra governo e Anci
sulla fiscalità immobiliare. Vorremmo che
fosse un confronto, e non un semplice
incontro, e per questo chiediamo al governo di
ammettere allo stesso una delegazione di
parlamentari rappresentanti dei vari gruppi. Le
argomentazioni dei comuni per ottenere, prima
un miliardo e mezzo e, ottenuto questo, un
altro miliardo, convincono assai poco. Di fatto,
il governo, proseguendo nella sua
concertazione municipale, sostituita a quella
coi sindacati, ha creato il caos, che costringe
oggi gli italiani a code e rischi non degni di un
paese civile e con un aggravio di costi di
riguardo dato che il fisco pesa sui contribuenti un terzo di più di quel che incassa e cioè tra il 33 e il 35».
Lo afferma il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani.
Cambio al vertice per l' Aniasa (Associazione nazionale industria dell' autonoleggio). Fabrizio Ruggiero
succede, infatti, a Paolo Ghinolfi con un incarico triennale (2014­2016) che si aggiunge al ruolo di
amministratore delegato e direttore generale di Europcar. «Obiettivo principale del mandato», ha
dichiarato Ruggiero, «sarà consolidare ulteriormente i rapporti presso le istituzioni, anche a livello
locale, per rafforzare il ruolo del settore nelle nuove strategie della mobilità di persone e cose. L'
autonoleggio è, infatti, uno dei pochi settori che ha resistito alla profonda crisi dell' automotive».
Il gioco online tiene grazie al «boom» dei giochi da casinò, trainati dalle nuove slot machine, mentre
prosegue il declino del poker. Lo scorso anno sono stati spesi su poker a torneo, poker cash e casinò
games 480 milioni di euro, un dato in calo del 6,7% rispetto ai 514,7 milioni del 2012, secondo le stime
Agipronews sui dati degli operatori. Il 2013 ha decretato il crollo del poker sia in modalità «cash» che
torneo: insieme hanno totalizzato poco più di 253 milioni, il ­34,2% rispetto ai 385 milioni del 2012. In
compenso, l' introduzione delle slot machine virtuali, a partire dal 3 dicembre 2012, ha fatto impennare
le giocate sui casinò games, che hanno chiuso il 2013 con una spesa di oltre 226 milioni, registrando un'
impennata del 74,7% rispetto ai 129 milioni del 2012 e rosicchiando fette di mercato al poker. Nel
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dettaglio, tra gennaio e dicembre sulla modalità torneo sono stati spesi 107 milioni di euro (­35,8%),
mentre nel poker cash 146,6 milioni (­32,8%).
Ance (costruttori) e Anci (comuni) chiedono il rinvio di un anno dell' AvcPass. È questo il contenuto della
lettera trasmessa venerdì scorso dai presidenti di Anci, Piero Fassino, e Ance, Paolo Buzzetti, al
ministro delle infrastrutture, Maurizio Lupi, relativamente al sistema di verifica dei requisiti «AvcPass»
che dal 1° gennaio 2014 ogni stazione appaltante dovrebbe utilizzare in via esclusiva.
La richiesta, peraltro, potrebbe essere accolta nel decreto «milleproroghe» al quale sono stati presentati
emendamenti in tale senso.
Un unico decreto interministeriale ricognitivo che consenta a tutti gli enti di previdenza dei professionisti
di accedere, in armonia con le disposizioni regolamentari e statutarie specifiche dei singoli enti, al
sistema dei versamenti unitari e della compensazione. Per provvedere a ciò il ministero dell' economia
e delle finanze ha emanato il decreto del 10 gennaio scorso avente a oggetto «Applicazione del sistema
dei versamenti unitari e della compensazione agli Enti previdenziali, di cui ai decreti legislativi n.
509/1994 e n. 103/1996, ai sensi dell' articolo 28 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.», che è
stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 16 del 21 gennaio 2014.
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pubblica amministrazione
Direttiva di Equitalia sulle disposizioni della legge di Stabilità. Entro il 30/6 lista dei buoni.
Ruoli, sanatoria senza le multe
La rottamazione riguarda solo le entrate tributarie.
La rottamazione dei ruoli esclude le multe. I
debitori interessati al condono degli interessi
sulla cartella dovranno recarsi personalmente
allo sportello e sanare in autoliquidazione la
somma dovuta. Entro il 30 giugno, a
procedura conclusa, sarà Equitalia a informare
il debitore che il dovuto è estinto e che il
nominativo è stato trasmesso all' ente
impositore in una apposita lista dei buoni.
Sono questi alcuni dei primi chiarimenti che la
società per la riscossione ha diramato con una
nota ai suoi uffici e che ItaliaOggi è in grado di
anticipare.
La direttiva di Equitalia specifica, in prima
battuta, l' ambito soggettivo e oggettivo di
applicazione delle disposizioni contenute nella
legge di Stabilità 2014. In particolare precisa
che sono esclusi dall' applicazione della
rottamazione dei ruoli Inps e Inail in quanto
non rientrano nella definizione di ufficio dell'
amministrazione s t a t a l e i n s e n s o s t r e t t o .
Quindi la sanatoria si applica alle entrate
tributarie di agenzie fiscali, regioni, province e
comuni affidati agli agenti fino al 31 ottobre
2013. Il contribuente/debitore dunque può
estinguere il debito pagando l' importo iscritto
a ruolo, comprensivo di aggio sulle somme
riscosse e i rimborsi spese ma senza gli
interessi di ritardata iscrizione a ruolo, quelli, si legge nel documento, di cui all' articolo 20 del dpr
602/73, e quelli di mora.
Venendo all' ambito oggettivo, per Equitalia, i ruoli su cui si applica la sanatoria sono quelli derivanti da
entrate tributarie, risultano escluse dunque, e la direttiva ne fornisce un esempio, gli importi da
violazioni del codice della strada.
Sul punto la direttiva, sebbene un po' confusa, precisa che: «Non possono ritenersi tali (entrate
tributarie dello stato), pertanto, a titolo esemplificativo, le maggiorazioni previste dall' art.
27, comma 6 della legge 689/81, conseguenti all' irrogazione, da parte degli organi accertatori dei
comuni, di sanzioni amministrative a seguito di violazioni al codice della strada».
Per quanto riguarda la procedura, la direttiva specifica che toccherà ai debitori recarsi agli sportelli per
acquisire notizie sulle proprie complessive posizioni debitorie, tant' è che nella direttiva stessa si
allertano gli uffici di preparare un servizio di prenotazione entro tre giorni dalle richieste. I debitori
definiranno le pendenze attraverso l' autoliquidazione, è indispensabile per Equitalia che tali soggetti
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Italia Oggi
pubblica amministrazione
provvedano a pagare cartella per cartella tramite bollettino postale del modello F35 avendo cura di
scrivere (considerato che non esiste un codice tributo apposito) «definizione ruoli ­ Ls 2014».
L' onere a carico degli agenti della riscossione sarà quello di informare, entro il 30 giugno, i debitori dell'
avvenuta inclusione dell' elenco dei debitori, elenco che dovrà essere trasmesso anche agli enti
creditori per permettere di procedere allo sgravio dei ruoli.
© Riproduzione riservata.
CRISTINA BARTELLI E VALERIO STROPPA
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Italia Oggi
pubblica amministrazione
Le scadenze fissate dall' amministrazione finanziaria per non incorrere in sanzioni.
Spesometro 2012 al capolinea
Operazioni Iva comunicabili al massimo entro fine mese.
Al capolinea lo spesometro 2012. Scade
venerdì 31 gennaio il periodo di tolleranza
concesso dalle Entrate per l' invio telematico,
senza applicazione di sanzioni, della
comunicazione delle operazioni Iva relative all'
anno d' imposta 2012, i cui termini, come da
provvedimento, erano il 12 e il 21 novembre
2013. Intanto, nelle ultime le istruzioni
annunciate nelle faq pubblicate sul sito dell'
Agenzia il 19 novembre 2013, bussa già alle
porte l' adempimento relativo all' anno d'
imposta successivo: le comunicazioni delle
operazioni relative all' anno 2013 dovranno
essere infatti inviate entro il prossimo 10 aprile
2014 da parte dei contribuenti mensili, ed
entro il 20 aprile dagli altri contribuenti.
Ai fini di questi termini, differenziati
probabilmente per motivi tecnici, occorre
guardare alla situazione del contribuente nell'
anno di invio della comunicazione (2014) e
non nell' anno d' imposta al quale essa si
riferisce (2013).
Ambito oggettivo e soggettivo della
comunicazione. Costituiscono oggetto della
comunicazione annuale di cui all' art. 21, dl n.
78/2010 le operazioni rilevanti ai fini Iva, vale a
dire le cessioni di beni e le prestazioni di
servizi effettuate nel territorio dello stato;
pertanto l' obbligo non sussiste per le operazioni che difettano di uno dei tre presupposti per l'
applicazione dell' Iva, oggettivo, soggettivo e territoriale.
Il provvedimento dell' Agenzia delle entrate del 2 agosto 2013, che ha approvato il nuovo modello
polivalente, al punto 4 chiarisce che sono, inoltre, escluse dall' obbligo della comunicazione:
importazioni, esportazioni di cui all' art. 8, lett. a) e b), dpr 633/72, operazioni intracomunitarie,
operazioni altrimenti comunicate all' anagrafe tributaria ai sensi di legge (ad es. in forza dell' obbligo di
cui all' art. 7, dpr 605/73) e operazioni di importo pari o superiore a 3.600 euro, effettuate nei confronti di
privati, pagate con carte elettroniche (queste operazioni devono essere comunicate dagli operatori
finanziari emittenti i mezzi di pagamento).
Per quanto riguarda l' aspetto soggettivo, sono tenuti alla comunicazione tutti i soggetti passivi dell' Iva,
stabiliti o meno nel territorio dello stato, ad eccezione dei contribuenti minimi (persone fisiche che si
avvalgono del regime agevolato di cui all' art. 27, primo e secondo comma, dl n. 98/2011).
Sono inoltre esonerati, limitatamente alle operazioni degli anni 2012 e 2013, lo stato, le regioni, le
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province, i comuni e gli altri organismi di diritto pubblico; a decorrere dal 1° gennaio 2014, questi enti
sono tenuti a comunicare le operazioni non documentate dalla fattura elettronica prevista per i rapporti
con le pubbliche amministrazioni.
Le suddette operazioni, se documentate da fattura, devono essere comunicate sempre; in deroga a
questo principio, però, i soggetti esonerati dall' obbligo di fatturazione e le agenzie di viaggi, per gli anni
2012 e 2013, possono limitarsi a compilare le fatture attive di importo non inferiore a 3.600 euro. In
mancanza di fattura, invece, l' obbligo è limitato alle operazioni di importo non inferiore a 3.600 euro.
Operazioni con paesi black list. Il modello polivalente deve essere utilizzato anche per altre
comunicazioni, che seguono però la disciplina particolare per esse prevista, e non quella dello
spesometro. È il caso, ad esempio, della comunicazione delle operazioni con soggetti economici
stabiliti in paesi black list, autonomamente disciplinata, anche agli effetti sanzionatori, dall' art. 1 del dl
n. 40/2010 e dai relativi decreti attuativi. Difatti, tale comunicazione, da redigere ora compilando il
quadro BL del modello polivalente, deve essere effettuata anche per le seguenti operazioni che sono
invece escluse dallo spesometro cessioni all' esportazione, importazioni, cessioni e acquisti
intracomunitari, operazioni non territoriali, se assoggettate all' obbligo di registrazione in quanto
sottoposte all' obbligo di fatturazione, prestazioni di servizi extraterritoriali, rese o ricevute. In base al
principio di non duplicazione, le operazioni ricadenti nell' area della comunicazione black list sono
escluse dall' ambito dello spesometro e non devono pertanto essere riportate negli altri quadri del
modello polivalente. Questo vale anche per le operazioni di importo fino a 500 euro, escluse per motivi
di semplificazione dall' obbligo della comunicazione black list. La comunicazione delle operazioni black
list va comunque inviata con la periodicità e nei termini stabiliti dal dm 30 marzo 2010.
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ROBERTO ROSATI
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Italia Oggi
pubblica amministrazione
italiaoggi risponde.
I terreni in enti montani dribblano l' appuntamento
del 24
Domanda. Sono proprietario di un terreno
agricolo. Sui terreni si deve pagare la mini
Imu? Risposta. La mini Imu, da pagare entro
venerdì 24 gennaio prossimo, è dovuta solo
sui terreni agricoli, nonché su quelli non
coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori
diretti e dagli imprenditori agricoli professionali
iscritti nella previdenza agricola, fatta
eccezione per i terreni collocati in comuni
montani e parzialmente montani. L' aliquota di
base sulla quale operare il confronto è il 7,6
per mille. Pertanto, nel caso in cui il comune
abbia previsto un' aliquota più bassa, nulla
sarà dovuto.
Se, viceversa, il comune ha previsto una
maggiorazione, occorrerà calcolare e versare
la differenza, considerando anche il sistema di
riduzioni previsto dall' art. 13, comma 8­bis,
del dl 201/2011. Non devono versare la mini
Imu, invece, i terreni agricoli non posseduti e
condotti da coltivatori diretti e iap. Tali
immobili, infatti, sono soggetti al pagamento
dell' intero saldo 2013, da calcolare con le
modalità indicate dalla Faq Finanze n. 7: esso
corrisponde alla differenza fra l' imposta
annuale 2013 e la prima rata non versata
(quest' ultima, a sua volta, è pari al 50% dell'
importo pagato nel 2012). Il pagamento
andava effettuato entro il 16 dicembre scorso, ma è possibile ravvedersi senza sanzioni e interessi
entro il 16 giugno prossimo. Restano fuori dalla mini Imu anche i fabbricati rurali strumentali (in quanto i
comuni non possono aver fissato aliquote superiori allo 0,2% di legge).
CASA DATA DAI GENITORI IN COMODATO Domanda. Vivo in un casa di proprietà dei miei genitori,
che me l' hanno concessa in comodato. Devo pagare la mini Imu?
Risposta. Per gli immobili concessi in comodato a parenti in linea retta entro il primo grado, la mini Imu
è dovuta solo se il comune ha adottato nel 2013 la deliberazione che li ha assimilati a prime case,
sempre che l' aliquota applicabile sia superiore a quella base del 4 per mille. In tal caso, il calcolo va
fatto solo sul secondo semestre, poiché l' assimilazione vale solo dal 1° luglio 2013; di conseguenza,
anche l' importo della detrazione va dimezzato. Stesso discorso vale per gli immobili appartenenti al
personale di forze armate, polizia, vigili del fuoco e carriera prefettizia (in tal caso, l' assimilazione è,
però, ex lege): l' eventuale mini Imu deve essere calcolata solo sulla differenza tra l' Imu calcolata con
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Italia Oggi
pubblica amministrazione
aliquote e detrazione 2013 rapportata al periodo luglio­dicembre e l' Imu calcolata con aliquote e
detrazione di base, corrispondente agli stessi mesi (si veda la Faq n. 6 riportata sul portale delle
Finanze).
VERSAMENTO SOTTO I 10 EURO Domanda. Dai miei calcoli, la mia mini Imu è pari a soli 10 euro.
Devo versarla comunque, anche se si tratta di un importo inferiore al minimo di 12 euro fissato dalla
legge? Risposta. In molti casi, la mini Imu risulta inferiore all' importo minimo al di sotto del quale il
versamento non è dovuto. Ricordiamo, però, che tale importo, che la legge fissa a 12 euro, può essere
ulteriormente ridotto dai comuni. Occorre, quindi, verificare quanto eventualmente deciso dal proprio
comune.
Come chiarito dalla Faq Finanze n. 3, inoltre, l' importo minimo deve intendersi riferito all' imposta
complessivamente dovuta con riferimento a tutti gli immobili situati nello stesso comune dal medesimo
contribuente. Per fare un esempio, si pensi ad un cittadino possiede, oltre all' abitazione principale, un
piccolo terreno su cui nel 2013 l' Imu dovuta era inferiore a 12 euro: se l' importo della mini Imu
sommato a quello non versato supera tale soglia, egli dovrà versarla entro il 24 gennaio (a rigore,
sarebbe tenuto anche a ravvedimento sull' importo in precedenza non versato).
CASA ACCATASTATA A1 Domanda. La mia prima casa è accatastata nella categoria A1. Devo pagare
la mini Imu?
Risposta. La risposta è negativa.
La mini Imu è dovuta solo sulla abitazioni principali e relative pertinenze diverse da quelle classificate
nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, che sono rimaste pienamente soggette all' Imu secondo la
disciplina generale. Va evidenziato che la prime case «di lusso» continueranno a essere soggette all'
Imu anche nel 2014.
GENITORE IN CASA DI RIPOSO Domanda. Mia madre è ricoverata in una casa di riposo. Deve pagare
la mini Imu sulla sua vecchia abitazione? Risposta. I comuni possono assimilare ad abitazione
principale anche le case di anziani e disabili ricoverati in istituti e case di cura.
Negli enti che hanno adottato un simile provvedimento, la mini Imu è dovuta sempre che l' aliquota
vigente nel 2013 sulle prime case fosse superiore al 4 per mille. Viceversa, se il comune non ha
adottato la deliberazione di assimilazione, l' Imu 2013 era dovuta per intero (come se l' immobile fosse
una seconda casa) entro il 16 dicembre, mentre non deve essere pagata la mini Imu in scadenza al 24
gennaio.
LETTERA FIRMATA
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Italia Oggi
pubblica amministrazione
Il commissario straordinario Inea, Cannata, svela a ItaliaOggi il suo piano di salvataggio.
Accorpare gli enti non serve
Bisogna farli lavorare assieme. La spending review è sterile.
La sua nomina è giunta a ridosso di
Capodanno, come un fulmine a ciel sereno:
Giovanni Cannata è il nuovo commissario
straordinario Inea, l' Istituto nazionale di
economia agraria.
Un atto d' urgenza, deciso dal ministro alle
politiche agricole Nunzia De Girolamo, per far
fronte alla pericolante gestione dell' ente. La
missione: raddrizzare la barca, per evitare che
affondi. Al timone, Cannata ci arriva dopo una
vita in ateneo. Rettore dell' Università del
Molise il suo ultimo incarico, terminato il 31
ottobre scorso.
ItaliaOggi lo ha raggiunto, per capire in quali
condizioni versi l' ente e come intenda
rilanciarlo, per sottrarlo alla ghigliottina della
spending review. D. Perché il
commissariamento? R. È avvenuto a seguito
delle osservazioni sulla gestione dell' istituto
elaborate da una commissione ministeriale e
sulla scorta di relazioni della Corte dei conti.
Viste le risultanze il ministro ha provveduto.
D. La sua nomina è stata decisa a ridosso di
Capodanno, a riflettori spenti.
La cosa ha fatto rumore.
R. Non sta a me parlarne.
Il ministro ha fatto una ricognizione e,
suppongo, ha deciso subito di conseguenza.
Un commissariamento, va ricordato, è come una decretazione d' urgenza. Il dato oggettivo che emerge
da questa vicenda è che le istituzioni vanno presidiate da persone che hanno titoli per farlo.
D. In che condizioni ha trovato l' Inea?
R. Va ristabilito un clima di tranquillità. La condizione finanziaria non è buona, bisogna intervenire. L'
Inea ha esposizioni verso le banche per anticipazioni connesse al fatto che sulle commesse in atto non
ci sono i rientri nei tempi previsti.
D. In sostanza, i «clienti» non pagano nei tempi...
R. Già ma il personale lavora. E a fine mese cosa gli si racconta? Una poesia?
D. Un po' di numeri?
R. Il volume d' affari di Inea è sui 28 mln.
L' esposizione, invece, è più contenuta; i dati definitivi li stiamo accertando.
Non abbiamo cifre esatte: si tratta di alcuni milioni di euro.
D. Che ne sarà dell' istituto?
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Italia Oggi
pubblica amministrazione
R. Io lavoro per il positivo, senza esimermi dal lavorare sui limiti. Lavoro per non far disperdere il
patrimonio accumulato da quest' ente. Vede, Inea non è un ente inutile.
Anzi. Trova sponde positive negli assessorati regionali all' agricoltura e all' ambiente con cui ci
rapportiamo. Eroghiamo servizi alle regioni in tutta Italia.
D. Il suo progetto di rilancio?
R. In primis puntiamo sull' assistenza in fatto di progettazione e attuazione della Pac. Presto
affronteremo i temi della differenziazione produttiva e ambientale delle regioni italiane. Ma intendiamo
anche espanderci in segmenti inesplorati, come la responsabilità sociale agricola e l' agricoltura sociale.
È un' operazione che contiamo di fare anche in collaborazione con i portatori di interessi: le
organizzazioni professionali agricole, per noi molto importanti.
D. Si tolga un attimo la giacca di commissario Inea e torni nei panni dello studioso: la
situazione degli enti vigilati Mipaaf è a dir poco tragica. Tra accorpamenti e commissariamenti
sono davvero pochi quelli virtuosi. La sua ricetta?
R. Guardi, fondere istituti che non c' entrano nulla l' uno con l' altro è folle; semmai vanno accorpati
istituti simili. E allora, perché questa esigenza?
È legata forse alla spending review? Ma di sola spending non si cammina! Bisogna invece rovesciare il
paradigma: le risorse umane, peculiari a ciascuna realtà, vanno usate per ciò a cui servono. Faccio un
esempio: un tecnologo alimentare all' Inea serve a poco. Se ne avessi la necessità, a quel punto farei
progetti col Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura). Non ne assumerei uno. Se
invece il nodo è tagliare i costi della politica, beh, a quel punto si taglino quelli degli organi di
governance e i costi amministrativi.
D. Che ne pensa di un accorpamento tra Inea e Cra, previsto da alcune proposte di legge in
parlamento?
R. Le missioni di Inea e Cra sono differenti: il primo ente accompagna la trasformazione tecnologica e l'
innovazione dell' agricoltura italiana, mettendo a punto economie e politiche di innovazione. Il secondo
ente nasce per la sperimentazione agricola e, in seguito, ha implementato la ricerca applicata. Fossi io
a dover decidere non perderei tempo negli accorpamenti che, peraltro, generano fibrillazioni sindacali.
Piuttosto, farei lavorare assieme i due enti su singoli progetti. Non bisogna buttare a mare un
patrimonio.
LUIGI CHIARELLO
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La Voce di Romagna
sport
Dalla Bassa a New York La favola dello scatto fisso
CICLISMO I pionieri del Supernova­Low Romagna a fine marzo gareggeranno nella
Grande Mela, la patria della specialità. Con grandi ambizioni: "Possiamo entrare nei
primi 5" Gli atleti di punta sono gli ex dilettanti Poli e Reati.
Dalla Bassa Romagna a New York la strada è
più semplice di quel che sembra: basta una
bici a scatto fisso, di quelle con un unico
rapporto e senza freni, e anche il sogno più
improbabile si avvera. E' successo ai ragazzi
del Supernova­Low Romagna team: nel 2012
si sono avvicinati alla spicciolata alla nuova
specialità delle due ruote a pedali; nel 2013
hanno fatto le prime trasferte all' estero; il
prossimo 29 marzo gareggeranno a New York,
nel Red Hook criterium, una delle quattro
tappe del 'mondiale' di specialità. La più
prestigiosa, perché è proprio nella Grande
mela che è nata questa andrenalinica
disciplina nella quale, in pratica, bici da pista
girano per strada. Così una mezza dozzina di
funamboli romagnoli sfideranno il resto del
mondo sulle strade dove per primi i postini
newyorchesi hanno lanciato la moda.
Proprio nel quartiere Red Hook, quello che dà
il nome al circuito che nel corso del 2014
toccherà anche Barcellona, Amsterdam e
Milano.
Tutte gare da poco più di 30 km su anelli di
mille metri scarsi ma colmi di curve a gomito e
trabocchetti vari.
Naturalmente non si tratta di una passeggiata.
Un po' per la pericolosità ­ le cadute non si
contano ­, un po' perché a fine marzo ci sarà il meglio del meglio. Il Supernova team, che fa base al
Deka di Sant' Agata sul Santerno, schiera Matteo Manzi, Emanuele Poli, Augusto Reati, Andrea
Pirazzoli, Gabriele Tassinari, Valerio Catellini, Adriano Gallerani, Matteo Zoli e Stefano Babini. Tutti
ragazzi nati, cresciuti e residenti tra Russi, Lugo, Massa Lombarda e Imola. Il primo obiettivo è già stata
raggiunto: esserci. Il secondo sarà divertirsi e in questo senso comunque vada sarà un successo. Il
terzo è passare le selezioni per poi schierarsi nella gara vera e propria. Manzi si sbilancia: "Gli ex Il
Supernova team approda a New York Foto Massimo Placca Bacci dilettanti Poli e Reati sono le nostre
punte. Credo che possano arrivare fra i primi dieci, anzi diciamo pure fra i primi cinque".
Lo scatto fisso ormai imperversa tra gli amanti del ciclismo e le fila degli adepti si ingrossano di giorno
in giorno. A questo proposito Manzi a nome dei compagni di squadra lancia un invito: "Chi vuole
provare venga il lunedì sera nel piazzale del Deka. Alla bici ci pensiamo noi".
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22 gennaio 2014
Pagina 9
Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
sport
Eccellenza Grande Faenza con il Castenaso.
Dardozzi, Placci, Tonini: gli ?ex' si sono vendicati
Faenza «LA VENDETTA dell' ex? No
assolutamente, non ho di queste rivalse». Così
Ivo Dardozzi, allenatore del Faenza dopo il
successo casalingo sul Castenaso.
«Con una parte di ragazzi del Castenaso ho
vinto un campionato di Eccellenza salendo in
serie D e di Castenaso mi è rimasto un ricordo
piacevole». Dardozzi non era l' unico ex: «c'
erano Placci e Tonini ed hanno fatto tutti e due
bene, oltretutto Tonini (nella foto) ha segnato
una doppietta e Placci ha fatto l' assist a Tonini
per il gol del 2­0. Ma tutta la squadra ha
giocato bene, ci tenevamo tutti a far bene e
abbiamo fatto una buona prestazione. Era
quella che volevo vedere e sono rimasto
soddisfatto». Dardozzi analizza la prova della
sua squadra. «La partita l' avevamo preparata
bene, sapendo come gioca il Castenaso.
Dovevamo sfruttare molto le fasce e questo l'
abbiamo fatto. Dovevamo sfruttare i ?tagli' e
secondo me abbiamo fatto quasi tutto bene.
Anche la fase difensiva è da elogiare, sono
proprio contento».
IL FAENZA aveva finito bene il 2013
(chiudendo l' anno in nona posizione, con 24 punti) e adesso ha iniziato nel migliore dei modi anche il
2014. «Sì, ma non dimentichiamo ­ afferma Dardozzi ­ che sarà durissima per noi. Però se manteniamo
alta la concentrazione, se restiamo uniti e riusciamo a lavorare bene, continuando in questo modo,
penso che otterremo i risultati che ci siamo prefissi: però ­ avverte Dardozzi ­ non dobbiamo
dimenticare che dovremo lottare tutte le domeniche». E già per domenica prossima è in programma
una partita di grande impegno, il ?derby' a Russi con gli arancioni di Bagnara. «Ci attende un match
sicuramente complicato, sul campo di un Russi che viene da una vittoria in trasferta, una vittoria non
certo da poco ­ spiega Dardozzi ­ a Castel Maggiore contro il Progresso. E' una partita che dovremo
preparare proprio al meglio. In questi giorni vedremo le condizioni degli acciaccati, degli infortunati».
a.m.
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