Comune di Anzola dell`Emilia

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Comune di Anzola dell`Emilia
COMUNE DI ANZOLA
Sabato, 07 novembre 2015
COMUNE DI ANZOLA
Sabato, 07 novembre 2015
Ambiente
07/11/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 26
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Ecosostenibilità ambientale, Sant' Agata prima in Italia
Cronaca
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MATTEO RADOGNA
«Minacce con spranga per rubarmi le angurie»
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Gli appuntamenti di venerdì 6: Alessandro Preziosi è Don...
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«Ronde per salvaguardare mezzi e strumenti di lavoro»
Economia e lavoro
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La lunga storia
Pubblica Amministrazione
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GIANNI TROVATI
Regioni speciali, 62% di spese in più
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GIANNI TROVATI
Deficit delle Regioni spalmati in 30 anni
07/11/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 3
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Sì ai compensi per il revisore che è sindaco in un altro ente
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Dipendenti pubblici, tanti ma non troppi
07/11/2015 Italia Oggi Pagina 23
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In sicurezza i conti delle regioni
BEATRICE MIGLIORINI
Medici, sos regioni
07/11/2015 Italia Oggi Pagina 30
Remunerabili i revisori con incarichi politici
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Il federalismo incompiuto
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FRANCESCO CERISANO
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Ambiente
Ecosostenibilità ambientale, Sant' Agata prima in
Italia
Premio nazionale per il piano d' azione cittadino
di PIER LUIGI TROMBETTA ­ SANT' AGATA ­
«UN OTTIMO lavoro di raccolta ed
elaborazione dati, trasparente e facilmente
ricostruibile nell' ambito del Paes (Piano d'
azione per l' energia sostenibile) di Sant'
Agata». È questa caratteristica che ha convinto
il comitato scientifico del Premio nazionale
A+CoM a considerare il Paes cittadino di Sant'
Agata tra i migliori d' Italia. S. Agata nel
particolare si è piazzata al primo posto nella
categoria dei Comuni tra i 5.000 e i 20.000
abitanti. La consegna del riconoscimento si è
svolta ieri alla fiera Ecomondo di Rimini nell'
ambito della cerimonia di premiazione della
quarta edizione del premio promosso da
Alleanza per il Clima e Kyoto Club e con il
patrocinio e sostegno della Fondazione
Cariplo. «Ottima ­ è stato spiegato nelle
motivazioni della vittoria ­ la parte tecnica: con
modelli si ricostruiscono indicatori di consumo
degli edifici di Sant' Agata nei vari ambiti e se
ne visualizzano su mappe i risultati».
In sostanza nelle mappe si notano le
dispersioni termiche che riguardano vecchi
edifici.
«NELL' AMBITO del Paes ­ spiega soddisfatto il sindaco di Sant' Agata Beppe Vicinelli ­ abbiamo
organizzato un percorso partecipato con i cittadini. Abbiamo istituito tavoli dove sono state portate idee
dai cittadini in tema di cosostenibilità». Il Comitato scientifico ha anche giudicato interessante la
ricognizione dei sistemi informativi territoriali in uso nei vari comuni dell' Unione di Terre d' Acqua
(Anzola, Calderara, Crevalcore, Persiceto, Sala e Sant' Agata) e la volontà di creare un sistema
integrato di monitoraggio dei dati energetici dell' intero territorio. «Il Paes ­ aggiunge Vicinelli ­ è stato
realizzato in collaborazione con i comuni limitrofi dell' Unione delle Terre d' Acqua. Un ringraziamento
va al nostro ufficio ambiente, in particolare al tecnico Giulia Manganelli.
Abbiamo fatto un lavoro di squadra che ci ha permesso di arrivare primi. Una sfida vinta».
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Cronaca
PERSICETO. NOTTI INSONNI NELLE SERRE
«Minacce con spranga per rubarmi le angurie»
­ PERSICETO ­ «NON SI FERMANO davanti
a nulla, e se provi ad opporti ai furti ricevi in
cambio minacce di morte e razzie ancora più
pesanti.
Uno dei malviventi ha cercato di colpirmi con
una spranga». Tomas Malaguti, 31 anni,
agricoltore di via Mulinazzo di Persiceto, è
stanco delle continue razzie nelle sue serre.
«Mi hanno rubato angurie per una valore di
15mila­20mila euro ­ continua Malaguti ­. Per
me le rivendono nei banchetti che si
incontrano a volte sulle strade. Oltre a rubarmi
le angurie, durante le razzie pestano le
piantine e così viene pregiudicato anche il
successivo raccolto». Malaguti è stato
costretto a installare la videosorveglianza: «Ho
speso 6mila euro e per fortuna che ho un
diploma in elettrotecnica e quindi ho fatto tutto
da solo per il montaggio». Dopo le minacce da
parte dei ladri, è sparito il furgone: «Mi hanno
portato via un mezzo da 40mila euro ­
aggiunge ­. Dopo due mesi non è stato ancora
ritrovato».
MALAGUTI non se la prende con le forze dell'
ordine: «Quando chiamo in pochi minuti arrivano.
Il problema è che i malviventi, se presi, escono quasi subito». Dopo 15 ore di lavoro trovarsi i ladri
dentro le serre è avvilente: «Ho speso una vita in campagna sempre con grande passione, ma queste
persone ti tolgono ogni voglia di andare avanti». Sono perlopiù stranieri i ladri: «Non sono mai stato
razzista e ho sempre pensato che c' è spazio per tutti ­ sbotta ­.
Ma a me è sucesso di essere stato derubato da persone dell' Europa dell' est». Gli incontri per
informare e aiutare gli agricoltori sono positivi, ma servono risultati. «Non bastano delle assemblee ­
sottolinea Malalguti ­, ci vogliono anche delle azioni concrete. Altrimenti rischiamo di parlarne fra di noi
senza risultati. È importante comunque che ci si renda conto della situazione. Almeno questi incontri
fanno capire che il fenomeno è sentito».
Matteo Radogna.
MATTEO RADOGNA
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Cronaca
Gli appuntamenti di venerdì 6: Alessandro Preziosi è
Don Giovanni
Negli ultimi cinque anni ha diretto e
interpretato Amleto e Cyrano; oggi conclude
con Don Giovanni una trilogia dedicata ai
classici seicenteschi, un percorso in un' epoca
di ipocrisie, rassegnazioni e passioni
attraverso tre personaggi tra loro lontanissimi.
Con il "Don Giovanni" di Molière, in scena fino
a domenica, Alessandro Preziosi apre stasera
(ore 21) la stagione di prosa del Duse. Una
immersione nel Seicento che preziosi spiega
così: «È un secolo che assomiglia a quello che
stiamo vivendo, con figure come Amleto e
Cyrano che si contrappongono al pensiero
dominante e altre come Don Giovanni
portatrici di passioni travolgenti. Tre ruoli che
racchiudono un' epoca complessa e incerta,
figli del teatro classico al quale in fondo si
torna sempre, perché la società non è
cambiata». L' intervista nell' edizione in
edicola. Il sax secondo Mark Turner. Dopo
Kenny Garrett, un altro cinquantenne
sassofonista americano di talento è alla ribalta
del Bologna Jazz Festival: Mark Turner sarà
alle 21.30 all' Unipol Auditorium (via
Stalingrado 37, info 334 7560434), affiancato
da un ottimo gruppo, con Avishai Cohen
tromba, Joe Martin contrabbasso e Obed
Calvaire batteria. Californiano, poi trasferitosi
a Boston per seguire il Berklee College, Turner è cresciuto avendo come modello Warner Marsh, poi è
arrivato nella scena di New York, suonando con James Moody, Jimmy Smith e Joshua Redman. Quindi
l' esordio nel 1995 su disco come solista, evidenziando quel percorso post­bop che è diventato il suo
marchio stilistico a partire dall' album "Turner" del 1998. Dieci anni fa ha fondato il trio Fly, con Larry
Grenadier e Jeff Ballard, facendosi conoscere a livello internazionale con questo progetto parallelo. Dal
2012 incide per la Ecm, e oltre ad essere stato chiamato da Stefano Bollani per un disco insieme a Bill
Frisell e la ritmica danese, ha inciso l' applaudito "Lathe of Heaven" con la formazione con cui lo
presenta dal vivo, per un jazz con suggestioni più cameristiche. Aterballetto a Reggio. Aterballetto all'
insegna del rinnovamento continuo del proprio repertorio. Dopo l' importante periodo, ormai conclusosi,
che ha visto Mauro Bigonzetti quale suo autore principale, l' ensemble diretto da Cristina Bozzolini
sfodera un variegato carnet di ballo invitando a confezionare nuove creazioni sia affermati nomi
internazionali sia giovani di casa. Ne è un esempio il programma di stasera alle 20.30 al Teatro
Municipale Valli di Reggio Emilia per Aperto Festival che, oltre al dirompente "Antitesi" di Foniadakis,
registra due prime assolute con 14'20" di Jirí Kylián, duetto estratto dall' opera 27'52" dove l' accento è
posto sul tempo non solo come durata ma anche in senso lato, e "L' eco dell' acqua" di Philippe Kratz,
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Cronaca
quest' ultimo danzatore in seno alla compagnia e qui in veste di autore per un titolo ispirato alle poesie
di Goethe. A Ferrara il mondo di Abbado. Alfa e omega di Claudio Abbado vengono racchiusi stasera
alle 20.30 nel primo appuntamento di Ferrara Musica nel Teatro Comunale che dallo scorso anno porta
il nome dell' indimenticato direttore d' orchestra. Sul palco salirà Andris Nelsons alla guida della
Lucerne Festival Orchestra, l' ultima compagine che Abbado diresse nella Nona di Bruckner nell' agosto
2013; al pianoforte, invece, l' atteso ritorno di Martha Argerich nel Terzo Concerto di Sergej Prokofiev, il
primo lavoro che la pianista argentina e Abbado registrarono insieme nel 1967 per Deutsche
Grammophon. Completa il programma la Quinta Sinfonia di Gustav Mahler, altro monumento sonoro
decisivo nel repertorio abbadiano. Il programma del concerto viene eseguito a Ferrara in esclusiva per l'
Italia. Musica DEBUSSY E RAVEL Alle 18 nell' Oratorio di S. Cecilia (Zamboni 15), "Clair de lune"
concerto di Stefano Delle Donne violino e Mari Fujino al piano, musiche di Debussy e Ravel. VERDENA
Alle 22 all' Estragon (Stalingrado 83), concerto dei Verdena che presentano i brani del nuovo album
"Endkadenz Vol. 2", 13 euro. THE HANGOVERS Alle 19,30 alle Officine Patelli (via P. Bonafede 15/a),
The Hangovers presentano il nuovo album "Different Plots", gratuito. THE GUARDRAILS Alle 19,30 al
Cortile Caffè (Nazario Sauro 24/b), aperitivo a buffet e dalle 22 rock' n roll con il live dei The Guardrails.
DIOGENES Alle 22 all' Arterìa (vicolo Broglio 1/e), live dei Diogenes, a seguire Razor Get Sharp, alle 23
Fabrizio Mammarella aka Black Spuma, in apertura Lauer. NEI CLUB Alle 23 al Locomotiv Club (Serlio
25/2), "BIG ­ Bolo Inner Ground" viaggio nella musica soul, hip hop, funk e disco. Alle 22 al Sottotetto
Sound Club (Viadagola 16), Smif N Wessun + Buckshot, 15 euro. Alle 22 al Covo Club (Zagabria 1)
funk psichedelico con il musicista americano Ahmed Gallab in arte Sinkane. WILLIAM MANERA Alle 21
al Teatro Alemanni (Mazzini 65), William Manera presenta "Un pianista per tutte le stagioni". LISCIO
Alle 20,30 al centro Bacchelli (Galeazza 2), serata di ballo liscio e moderno a cura degli Amici del
Bacchelli. Teatro CECHOV AL DEHON Oggi e domani alle 21 al Teatro Dehon (Libia 59), la compagnia
Teatroaperto porta in scena "Il canto del cigno" di A. Cechov, con Guido Ferrarini e Aldo Sassi, 19­22
euro. IO E CHOPIN Oggi e domani alle 21 al Teatro dei 25 (Abba 6/A), Alessandro Pilloni in "Io e
Chopin", con Nicola Fabbri nella parte del pianista polacco, 10 euro. POCO POCO Alle 21 all' ITC
Teatro di San Lazzaro, "Poco poco ovvero L' ambasciatore Mamma mia" di e con Samuel Hili, vincitore
del bando "TeatroVoce della società giovanile", gratuito. BOSTON MARRIAGE Alle 21 al teatro Calcara
di Crespellano, "Boston Marriage" di David Mamet con la compagnia Nove Teatro, 6­12 euro.
ROCCHETTA MATTEI Alle 21 alla Rocchetta Mattei di Grizzana Morandi, "Le Triplette di Belleville", con
Tita Ruggeri, 7 euro, gratis fino a 5 anni, 5 euro da 6 a 12 anni. Incontri RONCHI SOUND DESIGNER
"Green is the colour. Una agreste selezione floydiana 1968­2015" è il titolo dell' incontro a cura dell' ex
assessore Alberto Ronchi, dalle 19.30 alle 21.30 da Semm, il negozio di dischi in via Oberdan 24.
Ronchi guida alla scoperta o riscoperta del mito dei Pink Floyd, facendo rivivere i capitoli di una vicenda
che ha segnato per sempre la storia della musica moderna con capolavori quali "The Piper At The
Gates Of Dawn" e "The Dark Side Of The Moon". LIBRI E AUTORI Alle 18 alla libreria Coop
Ambasciatori (Orefici 19), per il festival Gender Bender, Nicla Vassallo presenta "Il matrimonio
omosessuale è contro natura. Falso!", interviene Vincenzo Branà. Alle 21 alla libreria Modo Infoshop
(Mascarella 24/b), "I senza stato. Potere, economia e debito nelle società primitive" di Andrea Staid. Alle
18 alla libreria Irnerio Ubik (Irnerio 27), "Il pianto di Camilla" di Elena Gaiardoni. Alle 18 alla libreria
Trame (Goito 3/C), "Ripartire da casa. Lavori e reti dallo spazio domestico" di Sandra Burchi. Alle 18
alla biblioteca Casa di Khaoula (Corticella 104), "Racconti in cucina" di Delia Altavilla. CITTA' BENE
COMUNE Oggi e domani all' Opificio Golinelli (Paolo Nanni Costa 14), conferenza internazionale "The
City as a Commons". BOLOGNA MEDIEVALE Alle 17 alla Casa della Conoscenza di Casalecchio, per il
ciclo "Il Medioevo a Bologna", conferenza di Marco Poli su "Il Boom economico della Bologna
medievale". Eventi SCRIBA FESTIVAL "Scriba", il festival dedicato alle scritture di mestiere si apre alle
18 in Salaborsa con Carlo Lucarelli, Enzo Ciconte e Margherita Asta e Lorenzo Frigerio (di Libera
Informazione", protagonisti dell' incontro "Raccontare la mafia" mentre all' Enoteca Divinis si parlerà
della scrittura su TripAdvisor con Lorenzo Trenti e di etichette di vini con Davide Turrini e Sandro
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Cronaca
Santori. GENDER BENDER Alle 11 al Salone Marescotti (Barberia 4), "Olè!", conversazione con Laura
Kumin e i coreografi spagnoli. Alle 17 alla Coop di P.za Martiri, "Jukebox" azione teatrale di Teatro
Sotterraneo. Alle 18 al Nosadella.Due, "Matrimonio all' italiana", presentazione contest. Alle 20 al
cinema Lumière (Azzo Gardino 65/A), "San Cristobal" di Omar Zuniga Hidalgo e "Radiant sea" di Stefan
Butzmuhlen. Alle 21 all' Arena del Sole (Indipendenza 44), "Yellow place" di M. Russo e A. De Rosa, a
seguire "I see the problem, not the solution" di M. De Duenas e I. Mijacevic. Alle 23 al Cassero (Don
Minzoni 14), "Feed the Bear Party" special guest Pet Shop Bears dj; a seguire "Full service" di Daniel
Hellmann. EROS DEGLI ARTISTI Al Teatro del Navile ­ Spazio Arte di Bologna, in via Marescalchi 2/b,
dalle ore 18 alle ore 20, inaugurazione della mostra d' arte "L' Eros degli Artisti". MONDO IN MUSICA
Dalle 17 alle 19 presso l' Happy Center della Bolognina (via A. Di Vincenzo 26/f) inaugurazione del
progetto "Il mondo in musica" con un laboratorio di costruzione di strumenti musicali, a cura di
Aprimondo. MERCATINO Oggi dalle 21, domani e domenica ore 9,30­12 e 16­19 alla Parrocchia di San
Pio X (via Dickens 1), mercatino dell' usato e dell' antiquariato a favore delle opere parrocchiali.
BAMBINI E RAGAZZI Alle 17,45 in Salaborsa Ragazzi (p.za Nettuno 3), "In trappola col lupo" letture da
4 a 7 anni; alle 17,30 "Film in biblioteca" (dai 3 anni). Domani alle 10 alla biblioteca Lame (Marco Polo
21/13), "Nati per leggere" (3­7 anni). ASCESA E DECLINO Alle 21 alla biblioteca di Anzola, Emanuele
Felice presenta il suo libro "Ascesa e declino", per la rassegna Dialoghi a Chiare Lettere. FESTE E
SAGRE Da oggi a domenica a Villa Beatrice ad Argelato, Sagra dei tartufi, specialità bolognesi a base
di tartufo e musica dal vivo: questa sera "Non solo zero" serata dedicata a Renato Zero. Da oggi fino al
12 novembre a Casalecchio, Festa di San Martino. Regione RUFUS WAINWRIGHT Alle 20,30 al Teatro
Regio di Parma, per il Barezzi Festival, concerto del pianista Rufus Wainwright, in apertura Guido Maria
Grillo, 15­35 euro. A mezzanotte nel ridotto del teatro After Tanquerary N° Ten e Django' s Finger
quartet. GIOVANI TALENTI Alle 20,45 al teatro Comunale di Russi, per la rassegna Giovani Talenti,
doppio concerto del duo piano­violoncello Burbassi­Zanconi e del duo piano­clarinetti Succi­Santià, 9­
13 euro. TRIO ECCENTRICO Alle 20,30 al teatro Rossini di Lugo (RA), concerto del Trio Eccentrico,
con Massimo Ghetti flauto, Alan Selva clarinetto, Javier Adrian Gonzalez fagotto, musiche di Mayr,
Schubert, Mozart, Beethoven, gratuito. HOMICIDE HOUSE Oggi e domani alle 21, domenica alle 17 al
Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia, "Homicide House" di Emanuele Aldrovandi, 12­14 euro;
repliche dal 13 al 15 novembre. NUZZO DI BIASE Alle 21 al Teatro Petrella di Longiano (FC), "Gli
impiegati dell' amore" del duo comico Nuzzo Di Biase, 20 euro.
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Cronaca
«Ronde per salvaguardare mezzi e strumenti di
lavoro»
«DAL LUGLIO scorso, dalla Valsamoggia a Persiceto,
molti agricoltori per sventare il crimine non dormono per
vegliare su campi e attrezzature».
Confagricoltura sottolinea come incide sulla vita delle
persone il fenomeno della microcriminalità. «Altri
coltivatori si improvvisano sentinelle ­ spiegano dall'
associazione ­ e insieme organizzano ronde per la
sorveglianza e il presidio del territorio. Ci sono altri poi
che addirittura collaborano con le forze dell' ordine nell'
intento di smascherare furti di ogni genere. È questa la
situazione di massima allerta nelle campagne
bolognesi, dalla Valsamoggia a San Giovanni i n
Persiceto. Le nuove ronde del territorio servono per
evitare i furti di trattori».
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Il Resto del Carlino
Economia e lavoro
La lunga storia
NATA a Portomaggiore, Ferrara, nel 1905, la Premiata
Distilleria Liquori G. Fabbri si sposta a Borgo Panigale
nel 1914. Nel 1935 il capostipite, Gennaro Fabbri,
muore. Poco prima, acquista il Bar Centrale, aperto 24
ore su 24, ritrovo della più ricca borghesia bolognese.
Nel '33, la ditta cambia il nome in 'Ditta G. Fabbri di
Aldo e Romeo Fabbri'.
Un' ulteriore trasformazione avviene negli anni del
dopoguerra e nel '60­70 con il boom della gelateria, la
nascita della G. Fabbri spa e l' entrata della terza
generazione di famiglia, Fabio, Giorgio e Stefano. E' il
tempo della creazione del nuovo stabilimento di Anzola
dell' Emilia (180mila metri quadri). Borgo Panigale resta
sede di rappresentanza.
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Regioni speciali, 62% di spese in più
Uscite correnti più alte rispetto agli enti a statuto ordinario ­ Ma solo al Nord servizi più
efficienti
MILANO Il primo compito del quarto governo
Crocetta, diventato subito "quater­bis" dopo l'
ennesimo mini­rimpasto avviato nelle sue
prime ore di vita, sarà quello di salvare la
Sicilia dall' ennesimo rischio dissesto. Giusto
ieri, ha fatto sapere Davide Faraone che è
sottosegretario all' Istruzione ma soprattutto è
il riferimento di Renzi sull' Isola, il Cipe ha
sbloccato 780 milioni di euro pescati dai Fondi
di sviluppo e coesione per tamponare le falle
di quest' anno. Alle porte, però, c' è un 2016
tutto in salita.
Come spesso le capita, insomma, la Sicilia
riassume a tinte più forti una crisi della finanza
regionale che domina in questi giorni il
dibattito nazionale. Anche quella a Statuto
speciale, in realtà, è un' Italia divisa in due,
formata da due parti distantissime fra loro per
condizioni economiche e stato di salute dei
bilanci, ma unite da un filo rosso: quello della
spesa. Una spesa che nelle piccole autonomie
del Nord, con l' eccezione parziale di un Friuli
Venezia Giulia un po' meno "speciale" degli
altri nelle forme di finanziamento e quindi nelle
dimensioni delle uscite, alimenta apparati
politici e burocratici imparagonabili con quelli
dell' Italia "ordinaria", ma anche servizi spesso di alto livello e un welfare capillare. In Sicilia e Sardegna,
invece, gli Statuti autonomi non hanno decentrato le funzioni svolte dallo Stato, ma hanno moltiplicato i
costi fissi degli apparati burocratici e degli organici pubblici: proprio quelli che, ancora una volta, stanno
schiacciando i conti siciliani.
Come accade per le Regioni ordinarie (su cui si veda Il Sole 24 Ore del 4 novembre), i numeri sono l'
arma migliore per individuare il problema, anche se nel caso delle Autonomie speciali hanno bisogno di
qualche spiegazione in più.
Le cifre parlano di una spesa corrente pro capite che dove lo Statuto è autonomo si attesta a 3.750 euro
all' anno, cioè a un livello superiore del 62% rispetto ai territori ordinari, ma sono figlie della media fra
due situazioni molto diverse: quella del Nord, Valle d' Aosta e Trentino Alto Adige in testa, dove le
Autonomie svolgono in prima persona anche molte funzioni statali, e difendono i propri livelli di spesa
(più di 9mila euro ad abitante in Valle d' Aosta, tra i 5.500 e i 6.500 euro pro capite a Trento e Bolzano)
anche con i primati nell' assistenza ai propri cittadini. Sulle Isole, invece, la spesa rimane più alta di
quella delle Regioni ordinarie (la differenza è del 40%) ma non spinge in alto i servizi.
A gonfiare i bilanci delle Autonomie del Nord è lo scambio tra funzioni statali gestite direttamente e
tributi erariali trattenuti sul territorio. È la «regola del 90%», che lascia direttamente alle Regioni i 9/10
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
dei principali tributi statali, e il 100% di altri gettiti "minori": a questa regola si è progressivamente
avvicinato anche il Friuli Venezia Giulia, che di riforma in riforma ha visto crescere dal 40 al 91% l' Iva e
dal 40 al 60% l' Irpef "trattenuta", due voci che si accompagnano al 45% dell' Ires e al 90% delle imposte
sull' elettricità e delle accise sui tabacchi. In Regioni con un Pil pro capite più alto della media, un
meccanismo del genere ingigantisce le entrate e porta in alto le risorse a disposizione degli abitanti. Da
qui arriva il super­welfare, che sarebbe insostenibile se ne avessero diritto anche i cittadini dell' Italia
"ordinaria", ma arriva anche la generosità delle istituzioni verso i loro politici. Anche dopo gli
adeguamenti recenti, per esempio, in Valle d' Aosta assessori e consiglieri regionali e comunali costano
140 euro ad abitante, cioè dieci volte la media italiana. In Trentino Alto Adige, dove le indennità 2014
sfiorano i 60 euro ad abitante, è ancora in corso la guerra dei super­vitalizi: cancellato fra le polemiche il
logaritmo pensato nella scorsa legislatura che avrebbe assicurato vitalizi fino al milione di euro ai
consiglieri con più mandati in curriculum, si è accesa la battaglia legale sul recupero delle somme già
erogate in base a quella regola, e all' appello mancano ancora 13 milioni di euro.
I numeri oversize della politica sono il tratto che unisce le Autonomie ricche del Nord e quelle disastrate
del Sud, dove invece il quadro offerto da bilanci e servizi è più che fosco.
La Sicilia, si diceva, ha appena ottenuto un salvagente da 780 milioni, che con un paradosso evidente
serviranno in gran parte serviranno a garantire il «contributo alla finanza pubblica» nazionale chiesto
alla Regione. Scavallato il 2015, però, l' impresa titanica di tenere in piedi i conti gravati da costi di
personale e apparati fuori misura ricomincia. Nelle settimane scorse l' assessore all' Economia
Alessandro Baccei ha preparato una bozza di finanziaria regionale con 300 milioni di euro di tagli, e gli
amministratori dell' Isola stanno facendo la spola con Palazzo Chigi nel tentativo di spuntare un nuovo
«salva­Sicilia» (il prossimo incontro è in calendario per lunedì).
La crisi finanziaria della Regione ricade a domino su quella di molti Comuni, anche loro alle prese con l'
emergenza delle casse vuote paradossalmente aggravata dal mancato arrivo dei fondi nazionali:
centinaia di Comuni siciliani, infatti, non hanno inviato in tempo al ministero dell' Interno i certificati sui
rendiconti del 2014, e quindi sono incappati nella sanzione che blocca il fondo.
«La Regione è diventata il padre padrone di tutto», conferma Pietrangelo Buttafuoco, lo scrittore e
giornalista catanese che con «Buttanissima Sicilia» ha avviato la battaglia contro lo Statuto speciale
oggi al centro dell' appello ai «coraggiosi» (insieme al parlamentare ex Sel Claudio Fava e il deputato
regionale Davide Ferrandelli, dimessosi a luglio) per le dimissioni contestuali dei consiglieri e
conseguente commissariamento.
Una prospettiva analoga a quella del Campidoglio, «ma ­ rimarca Buttafuoco ­ numeri e metro alla
mano il caso Sicilia è dieci volte più grave, anche se è circondato da un silenzio agghiacciante. L'
autonomia ­ attacca ­ ha creato una casta burocratica in continua crescita, perché procede per aggiunte
e non per spoils system, ed è fallita proprio sulle specialità più delicate: è assurdo che la Sicilia non sia
la prima vetrina d' Italia con il suo patrimonio storico e culturale, come è assurda la condizione dell'
agricoltura».
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GIANNI TROVATI
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Deficit delle Regioni spalmati in 30 anni
Il Consiglio dei ministri vara il decreto salva­bilanci ­ Chiamparino: bene il governo
MILANO Il Governo approva il decreto
«salva­Regioni» e arriva subito il «grazie» dei
Governatori per bocca di Sergio Chiamparino,
che oltre a guidare la conferenza dei
presidenti regge le sorti del Piemonte, cioè la
prima Regione interessata dal salvagente
dopo che la Corte costituzionale ne aveva
bocciato i conti 2013 aprendo un disavanzo
vicino ai 6 miliardi. Il provvedimento, che era
comunque atteso dall' ampia maggioranza
delle Regioni, non offre fondi aggiuntivi, ma
spegne il fuoco acceso dalla gestione dei fondi
sblocca­debiti anticipati dal Governo nel 2013.
Il salvataggio arriva con due mosse: l'
orizzonte di 30 anni per ripianare i disavanzi di
amministrazione, e l a c o s t i t u z i o n e n e l l a
colonna delle spese dei bilanci regionali di un
«fondo anticipazioni» non impegnabile e
pagabile, per evitare che si aprano nuovi buchi
in futuro.
Nel provvedimento, quattro articoli in tutto
destinati a confluire nella manovra per la
conversione in legge, non trova invece spazio
a l c u n a m i s u r a p e r i Comuni, p e r c h é l a
sanatoria sulle aliquote dei tributi approvate in
ritardo è stata esclusa dal testo (come
anticipato sul Sole 24 Ore di ieri) per il «non possumus» di Palazzo Chigi. Anche le nuove regole sulla
gestione dei fondi sblocca­debiti riguardano solo le Regioni, per cui non possono aiutare anche i
Comuni che fossero incappati nello stesso problema: una prospettiva, denunciata qualche settimana fa
dalla Corte dei conti, su cui però i magistrati contabili hanno appena cominciato l' analisi.
La questione è ad altissima caratura tecnica, ma ha anche evidenti ricadute sostanziali e politiche. In
molte Regioni, in base a scelte che secondo i governatori erano state avallate a suo tempo dai tavoli
con il Governo, i prestiti assicurati dal ministero dell' Economia per consentire alle Regioni di pagare le
fatture arretrate sono stati trattati nei bilanci in modo tale da consentire l' aumento degli spazi per nuova
spesa corrente. Un effetto illegittimo, ha spiegato la Corte costituzionale quando si è occupata del
Piemonte, perché i vecchi debiti da finanziare dovevano già essere iscritti nei conti, sotto forma di
«residui passivi», per cui i soldi dell' Economia non avrebbero potuto in alcun modo migliorare i saldi e
alimentare nuova spesa.
Nascono da qui i disavanzi, che secondo le stime circolate in queste settimane avrebbero raggiunto i 9
miliardi di euro e che senza l' intervento governativo avrebbero schiacciato i conti regionali con le rate
necessarie a ripianarli: con 30 anni di tempo, in base a un calendario analogo a quello che governa la
restituzione degli anticipi arrivati dal ministero dell' Economia, la rata annuale si abbassa drasticamente,
e quindi si evita il rischio di dissesti a catena delle Regioni.
Dopo l' entrata in vigore del provvedimento, le amministrazioni dovranno correre per aggrapparsi alla
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scialuppa di salvataggio, perché dopo il 30 novembre i bilanci di quest' anno non si possono più
modificare. La stessa scadenza riguarda quei Comuni che, non potendo contare sugli aumenti fiscali
deliberati dopo il 30 luglio (con proroga al 30 settembre solo per la Sicilia), devono trovare un' altra
strada per far quadrare i conti.
Il via libera al decreto è importante sul piano politico anche perché toglie dal tavolo delle trattative fra
Governo e Regioni sulla manovra un ostacolo ingombrante, che ha parecchio contribuito al drastico
scaldarsi dei toni seguito da una pacificazione altrettanto repentina. Con il provvedimento approvato,
tutti gli occhi tornano a volgersi sulla partita dei 111 miliardi del fondo sanitario, che con i lavori
parlamentari della manovra potrebbero salire di 500 milioni (anche se non manca chi, come la
minoranza Pd, punta a un incremento più forte limitando il raggio d' azione dell' addio alla Tasi sulla
prima casa) per siglare la nuova pace fra presidenti e Governo.
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GIANNI TROVATI
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Il Sole 24 Ore
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.
Il federalismo incompiuto
Con la legge di stabilità che ­ lo hanno sottolineato i tecnici di
Camera e Senato ­ impone risparmi effettivi alle Regioni nel
triennio 2017­2019 per 17 miliardi (3,6 miliardi nel 2016), la
questione della contabilizzazione dei debiti pregressi risolta
ieri per decreto andava affrontata in effetti con urgenza. Il
punto è che siamo tuttora alle prese con un federalismo
incompiuto, con le conseguenze nefaste di una riforma del
Titolo V della Costituzione del 2001, e dei suoi successivi
epigoni, nata male e gestita ancor peggio.Continuapagina 3
Dino Pesole Una riforma immaginata per ridisegnare i confini
delle competenze tra Stato e Regioni, ma che nei fatti ha
prodotto l' inevitabile lunghissima sequenza di ricorsi inviati
alla Consulta: 120 l' anno, uno ogni tre giorni, un contenzioso
infinito fatto di oltre 1.500 impugnazioni di leggi, che hanno
generato quasi mille sentenze dei giudici. Dal 2001 al 2014,
lo Stato ha sollevato il conflitto di attribuzione davanti alla
Corte costituzionale per 871 leggi regionali. Non si può non
rilevare questa clamorosa anomalia, quando si mette in
campo una manovra di finanza pubblica c h e n e l 2 0 1 6
produrrà risparmi per 7,3 miliardi su una spesa totale che
ammonta a 831 miliardi (il 50,9% del Pil).
Il decreto varato ieri dal Consiglio dei ministri sana un
pasticcio contabile insorto attorno ai criteri di
contabilizzazione dei fondi anticipati dal Governo alle
Regioni, per far fronte ai debiti contratti con i fornitori.
Risorse che in alcuni casi sono state impiegate per
alimentare la spesa corrente. Una vicenda che trae origine
dal decreto legge 35 del 2013, attraverso cui sono stati
stanziati 40 miliardi per accelerare i pagamenti pregressi
delle amministrazioni pubbliche.
Questione complessa, finita davanti alla Corte costituzionale
che si è pronunciata nel giugno scorso, con la Corte dei conti
che ha certificato di conseguenza un deficit del Piemonte di
circa 6 miliardi, e che ora si chiude con la decisione di
consentire alle Regioni di restituire in 30 anni i fondi girati
dallo Stato per pagare i fornitori.
Pasticcio contabile, ma non solo. La vera questione ha ancora
una volta a che fare con scelte politiche chiare e coraggiose.
Una vera e incisiva spending review non può che passare
attraverso la ridefinizione dei diversi centri di spesa, e la contestuale riallocazione e razionalizzazione
sia delle risorse di competenza delle amministrazioni centrali che di quelle in capo alle autonomie
territoriali. In caso contrario non potrà che continuare a prevalere la logica dei tagli lineari o semilineari,
e a ogni varo della legge di stabilità si assisterà al rituale balletto di cifre sul miliardo in più o in meno
che viene assegnato alla sanità, sia rispetto all' anno precedente (nel caso della manovra all' esame del
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Il Sole 24 Ore
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Senato un miliardo in più da 110 a 111 miliardi), sia rispetto alle intese sottoscritte in corso d' opera (in
questo caso 2 miliardi in meno, dai 113 miliardi promessi ai 111 stanziati).
Riformare e riqualificare il perimetro e il raggio di azione delle amministrazioni centrali e periferiche:
ecco il compito primario di una vera spending review, esercizio politico a tutto tondo che se ben
condotto consente di riprogrammare la spesa attraverso il criterio della riqualificazione delle risorse.
Finora non è andata esattamente così: negli anni del risanamento forzato, le manovre sulla spesa sono
state indirizzate pressoché integralmente al riequilibrio dei conti pubblici. Al pari degli interventi sul
versante delle entrate, magna pars delle tre manovre correttive varate nel 2011 per spegnere l' incendio
che stava travolgendo la nostra economia. Il punto è che le vere riforme (e la spending review è riforma
strutturale di prim' ordine) vanno impostate e realizzate per quanto possibile al di fuori di un' ottica di
emergenza. È possibile affrontare il tema fondamentale della riqualificazione della spesa pubblica non
più con la «veduta corta», di cui parlava Tommaso Padoa­Schioppa, che peraltro una spending provò a
metterla in campo?
Da questo punto di vista, la manovra "espansiva" varata dal Governo, pur apprezzabile da diversi punti
di vista (il primo è il taglio della pressione fiscale), offre risposte ancora parziali sul versante della
spesa. A conti fatti, se si escludono i 2 miliardi ascritti alla voce "ulteriori efficientamenti", l' asticella della
"spending" si ferma a poco più di 5 miliardi.
Il processo di spending review «continua e non ci sono singhiozzi», rassicura il ministro dell' Economia,
Pier Carlo Padoan, e vi è da augurarsi che così sarà poiché nel 2017 occorreranno risorse ben più
consistenti, per disattivare le clausole di salvaguardia che nel 2017­2018 ammontano a circa 35 miliardi.
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Il Sole 24 Ore
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Comuni e Province
Sì ai compensi per il revisore che è sindaco in un
altro ente
Il ministero dell' Interno dà il via libera ai
compensi per i revisori dei conti di Comuni e
Province che sono anche amministratori in un
altro ente. Il parere del Viminale interviene su
un tema dibattuto da tempo, aperto dall'
articolo 5 del Dl 78/2010 che ha imposto il
gettone simbolico da 30 euro per gli incarichi
conferiti dalle Pa ai titolari di cariche elettive.
Sul punto si sono espresse in passato alcune
sezioni regionali della Corte dei conti,
giudicando applicabile la norma anche ai
revisori, ma il ministero va in senso contrario:
sono esclusi, secondo la lettura del Viminale,
gli incarichi ricevuti da sindaci e amministratori
in genere nell' ambito della loro attività libero­
professionale e quindi scollegati dal loro ruolo
pubblico.
«È un' interpretazione che sosteniamo da
sempre ­ commenta soddisfatto Gerardo
L o n g o b a r d i , p r e s i d e n t e d e l Consiglio
nazionale dei dottori commercialisti ed esperti
contabili ­ in un confronto sereno con il
ministero che evidentemente ha dato i suoi
frutti». «Il decreto ­ aggiunge il vicepresidente
del Cndcec, Davide Di Russo ­ è ispirato dalla
finalità di ridurre il costo degli apparati politici,
fra cui non rientrano certo i revisori». Con il parere dato a un Comune lombardo, il Viminale si rivolge
anche alla Corte dei conti perché ­ come spiega il direttore centrale della Finanza locale, Giancarlo
Verde ­ «esiti interpretativi diversi potrebbero configurarsi per i revisori come un ostacolo allo
svolgimento della loro professione. Un effetto certo non voluto dalla legge».
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Il Sole 24 Ore (Plus)
Pubblica Amministrazione
DIETRO I NUMERI
Dipendenti pubblici, tanti ma non troppi
La stucchevole esortazione a ridurre la spesa
pubblica "improduttiva" si accentra spesso sul
numero di dipendenti pubblici, che sono troppi
e non lavorano. Certamente, scandalosi fatti di
cronaca come nel caso degli ormai famosi 35
impiegati assenteisti del Comune di Sanremo,
sembrano portar acqua al mulino di quanti
vorrebbero tagliare e sfrondare.
A queste facili accuse si potrebbe obiettare:
primo, dato che in Italia la qualità dei servizi
pubblici lascia a desiderare, quel che si
dovrebbe fare è costringere gli assenteisti a
lavorare al servizio del cittadino, invece di
andare alla spiaggia.
Licenziarli può essere una punizione
adeguata, ma poi bisognerebbe assumere
qualcuno per fare quel lavoro che non
facevano bene.
Secondo, nell' aggregato in Italia i dipendenti
pubblici non sono troppi. In percentuale dei
clienti (la popolazione) sono meno che negli
Stati Uniti, che certo non è un Paese statalista.
T e r z o , i dipendenti pubblici s t a n n o g i à
diminuendo e non da ieri. Il blocco del turnover
ha funzionato. Il grafico mostra come, negli
ultimi vent' anni ­ facendo 100 il 1995 ­ l'
occupazione privata (in termini di unità di
lavoro, che riducono il tempo parziale a unità
di tempo pieno) sia aumentata, mentre i numeri dei dipendenti pubblici sono massicciamente scesi.
L' occupazione privata si è ridotta a partire dal picco pre­crisi (2007), anche se la discesa si è fermata l'
anno scorso, quando il 2014 ha perfino segnato una leggera risalita. Ma l' occupazione pubblica è
andata indefessamente calando lungo tutto il periodo e anche l' anno scorso. Complice la debolezza del
Pil, non è però calata di molto la spesa per le retribuzioni pubbliche, che si situa nel 2014 al 10,1% del
Pil, contro il 10,5% del 1995.
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Italia Oggi
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CONSIGLIO DEI MINISTRI/ Varato il dl. Sfuma ancora la sanatoria delle delibere comunali
In sicurezza i conti delle regioni
Scongiurato il rischio default. Restituzioni in 30 anni
FRANCESCO CERISANO, MATTEO
BARBERO ­ Conti delle regioni in sicurezza,
ma lo stesso non si può dire per quelli dei
comuni. Il consiglio dei ministri di ieri ha varato
il decreto legge che sana il pasticcio contabile
apertosi nei bilanci d e l l e regioni d o p o l a
sentenza della Corte costituzionale di giugno
che ha bocciato il modo in cui i governatori
hanno contabilizzato i fondi stanziati dal
decreto sblocca­debiti (dl 35/2013).
Un' approvazione «necessaria», come
sottolineato dal sottosegretario alla presidenza
d e l consiglio, C l a u d i o D e V i n c e n t i , c h e
scongiura il rischio «che le regioni dovessero
restituire due volte le somme che lo stato
aveva anticipato per pagare i debiti con i
fornitori».
Si tratta, dunque, di un provvedimento
«contabile» ed estremamente tecnico, ma dall'
alto significato politico visto che l' accordo
ricompone il dissidio tra governo e regioni
apertosi nelle scorse settimane sui tagli alla
sanità.
Dal provvedimento è, invece, nuovamente
saltata la sanatoria delle delibere s u i tributi
locali approvate dai comuni oltre la dead line
del 30 luglio.
A pesare è stato il no di palazzo Chigi
contrario a una misura che di fatto avrebbe rischiato di sanare eventuali aumenti delle aliquote disposti
in extremis dai sindaci, in alcuni casi (com' era accaduto nel 2013 con la cosiddetta mini Imu) per
usufruire di rimborsi erariali più cospicui. La prospettiva di un aumento delle aliquote in vista degli ultimi
appuntamenti fiscali dell' anno (su tutti il saldo Imu­Tasi di dicembre) sarebbe stata percepita dall'
opinione pubblica come un segnale in controtendenza rispetto alla decisione del governo di congelare
le tasse locali per tutto il 2016. Di qui la decisione di limitare le misure alle norme salva­regioni e a
quelle in materia farmaceutica (cosiddetto pay­back dei farmaci).
«Il governo ha mantenuto l`impegno di chiarire una norma che la stessa Corte costituzionale ha
giudicato ambigua e che aveva dato origine a una contabilizzazione non corretta di debiti passati», ha
osservato il presidente della conferenza delle regioni Sergio Chiamparino. «Ringraziamo l' esecutivo
perché questo consente di ridare certezze ai bilanci di tutte le regioni e di conseguenza al bilancio dello
stato».
«Evitiamo però di definire questo decreto come salva­Piemonte o salva­regioni.
L`obiettivo di questo provvedimento è semplicemente quello di determinare condizioni di certezza nella
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
contabilizzazione delle risorse».
Cosa prevede il decreto. Tecnicamente, il decreto disciplina innanzitutto le modalità di contabilizzazione
delle anticipazioni di liquidità, conformandosi alle indicazioni fornite dalla Corte dei conti e dalla
Consulta nella sentenza n. 181/2015. In tal senso, va indirettamente a sanare anche una lacuna dello
stesso dl 35/2013, che fin dall' origine aveva manifestato qualche problema di compatibilità con la
normativa costituzionale (come fra le righe affermato anche dagli stessi giudici delle leggi).
L' obiettivo è sterilizzare l' entrata sul lato della competenza, garantendo che non fornisca copertura per
nuove spese o per ridurre l' eventuale disavanzo. A tal fine, la norma impone di iscrivere nel titolo di
spesa riguardante il rimborso dei prestiti un «fondo anticipazioni di liquidità» di importo pari alle somme
incassate, fondo che non è né impegnabile né pagabile e che a fine esercizio confluisce nel risultato di
amministrazione come quota accantonata. Il fondo deve essere poi ribaltato in entrata sul preventivo
dell' anno successivo e nuovamente iscritto in spesa (sempre come posta non impegnabile) al netto
della quota rimborsata nell' anno. L' eventuale quota del fondo eccedente il disavanzo al 31 dicembre
2014 è utilizzata secondo le modalità previste dall' art. 2, comma 6, del dl 78/2015.
In secondo luogo, il decreto consente di regolarizzare le registrazioni contabili operate negli anni scorsi
dalle Regioni in modo non conforme alla disciplina appena descritta. A tal fine, sono previste due
modalità leggermente diverse per le amministrazioni che hanno partecipato alla sperimentazione
prevista dal dlgs 118/2011 e per le altre. Le prime sono autorizzate a rideterminare il proprio risultato di
amministrazione disponibile al 31 dicembre 2014 definito ai fini del rendiconto 2014, anche se
approvato dal Consiglio; le seconde a ricalcolare il proprio risultato di amministrazione disponibile al 1
gennaio 2015 definito nell' ambito del riaccertamento straordinario dei residui. In entrambi i casi, dovrà
essere accantonato in spesa un fondo anticipazioni di liquidità per un importo pari alle anticipazioni
acquisite nel 2013 e nel 2014, al netto delle quote già rimborsate.
Infine, il decreto prevede che l' eventuale disavanzo di amministrazione derivante dall' accantonamento
al fondo di anticipazione di liquidità possa essere ripianato annualmente, a decorrere dal 2016, per un
importo pari all' ammontare dell' anticipazione rimborsata nel corso dell' esercizio precedente,
consentendo il riassorbimento in un orizzonte temporale pari a quello dell' ammortamento delle
anticipazioni, ossia trentennale. Completano il decreto due norme ad hoc in materia di spesa
farmaceutica e commissariamento delle strutture sanitarie private accreditate con il Servizio sanitario. Il
cdm, ha spiegato il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha dato il via libera alla «sanatoria per il
pay­back dei farmaci che permette di iscrivere a bilancio le somme delle regioni già specificate». Infine,
i provvedimenti di commissariamento legati al cosiddetto decreto Cantone (art. 32 dl 90/2014) vengono
estesi non solo alle imprese coinvolte in vicende di corruzione, ma anche alle strutture sanitarie private
accreditate che versano in situazione di anomalia gestionale e condotte illecite.
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Italia Oggi
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Enti in affanno in vista della scadenza del 25/11
Medici, sos regioni
Sugli orari intervenga il governo
Regioni inadempimenti e camici bianchi
esasperati. Questo lo scenario all' interno del
quale si sta consumando, in prossimità della
scadenza del 25 novembre prossimo prevista
dalla legge 161/2014, la vicenda relativa ai
turni in corsia a cui sono sottoposti i medici. La
dead line per l' applicazione della regola delle
48 ore massime di lavoro a settimana e delle
11 ore consecutive di riposo, infatti, è sempre
più vicina e né le regioni né le parti in causa
hanno fatto nulla affinché si potesse arrivare a
una rivisitazione del Ccnl di categoria. Un'
azione in questo senso, infatti, avrebbe per lo
meno consentito di introdurre, con delle
deroghe sugli orari di lavoro e nei riposi, un
regime più conforme a quello previsto dalle
regole europee e meno pesante per in medici
di quello attuale gravato dal blocco del
turnover e dai tagli alla sanità. Ed ecco, quindi,
che per limitare i danni dagli enti territoriali è
arrivata la richiesta di un preciso intervento del
governo sul tema. Non è, infatti, possibile che
l' Aran e i sindacati di categoria riescano entro
i prossimi giorni a portare a termine la
rivisitazione del Ccnl del comparto sanitario
per dare applicazione alle regole previste dalla
direttiva Ue 2003/88, se pur riviste alla luce
delle necessità del sistema. Ecco, quindi, che
il governo ha due opzioni. La prima consistente nell' introdurre nel primo testo utile al vaglio del
parlamento uno proroga tout court della scadenza del 25 novembre.
Così facendo, intanto il nuovo Ccnl potrebbe vedere la luce in modo completo. In alternativa, invece, l'
esecutivo potrebbe scegliere di entrare nel merito della questione e, sempre con una norma di legge ad
hoc da inserire nel primo testo utile al vaglio del parlamento, andare a disciplinare direttamente ogni
possibile deroga circa l' applicazione della regola delle 48 ore settimanali e delle 11 ore di riposo. Così
facendo, però, se da un lato sarebbe concesso più tempo per arrivare al miglior contratto collettivo
possibile, dall' altro lato le regioni potrebbero non sentirsi più in dovere di affrontare la questione nei
tempi previsti, forti del fatto che le deroghe sono già state stabilite dai ministeri del lavoro e della
semplificazione della pubblica amministrazione. Cambiando l' ordine degli addendi, però, il risultato non
cambia. Infatti, come sottolineato da Consulcesi, la società leader nel settore della difesa dei camici
bianchi, qualsiasi sarà la strada scelta, i medici potranno in ogni caso fare ricorso per la mancata
applicazione della direttiva Ue che non prevede alcun tipo di deroga all' applicazione delle 48 ore
settimanali e alle 11 di riposo.
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7 novembre 2015
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
BEATRICE MIGLIORINI
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7 novembre 2015
Pagina 30
Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Remunerabili i revisori con incarichi politici
Il divieto di cumulo degli emolumenti per i
titolari di cariche elettive non riguarda i
compensi percepiti dagli amministratori locali
nell' ambito della propria attività professionale
e corrisposti da enti diversi da quello di
appartenenza.
La stretta, operata dal dl 78/2010, punta invece
a ridurre i costi degli apparati politici e per
questo deve intendersi limitata «ai costi e alle
spese necessarie per l' esercizio degli
incarichi conferiti all' amministratore in
relazione alla carica elettiva e quindi all'
esercizio del munus pubblico».
Di conseguenza, i titolari di incarichi di
revisione che rivestano al contempo una carica
elettiva negli enti locali avranno diritto a
percepire il compenso. È questo il senso del
parere reso dal ministero dell' interno a un
comune bergamasco (nota n. 0010313 del 5
novembre) nel quale il dipartimento affari
interni e territoriali del Viminale (direzione
centrale per gli uffici territoriali del governo e
per le autonomie locali) ha precisato l' ambito
di applicazione dell' art.5, comma 5 del dl
78/2010, dandone una lettura discordante con
quanto finora affermato dalle sezioni regionali
della Corte dei conti, sostenitrici, invece, di
una interpretazione più restrittiva della norma.
Si tratta, com' è noto, della disposizione che per ridurre i costi della politica, vieta il cumulo degli
emolumenti per i titolari di carica elettiva (sindaci, consiglieri comunali) che possono percepire solo il
rimborso spese e gettoni di presenza di importo non superiore a 30 euro a seduta. Il comune chiedeva
di sapere se «la norma faccia riferimento ai soli incarichi conferiti al titolare di una carica elettiva nell'
esercizio del munus pubblico e quindi se debbano essere esclusi quegli incarichi conferiti all'
amministratore, in relazione alla propria attività libero professionale, da enti pubblici diversi da quello di
appartenenza».
La risposta del Viminale è stata affermativa. Secondo la direzione guidata da Carmen Perrotta «fatti
salvi eventuali profili di incompatibilità espressamente previsti, sono esclusi dalla portata applicativa
della disposizione quegli incarichi, eventualmente conferiti all' amministratore nell' ambito della sua
attività libero professionale da enti diversi da quello di appartenenza».
Il parere del ministero è stato accolto con soddisfazione dal presidente del Consiglio nazionale dei
dottori commercialisti e degli esperti contabili, Gerardo Longobardi. «È un' interpretazione che
sosteniamo da sempre e sulla quale abbiamo instaurato con il ministero un sereno confronto», ha
dichiarato.
L' auspicio del numero uno dei commercialisti è che ora «anche la magistratura contabile si convinca ad
applicare la norma in senso non rigorosamente letterale». «L' art.5 comma 5 è ispirato dalla finalità di
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Pubblica Amministrazione
ridurre il costo degli apparati politici», ha osservato il vice presidente dei commercialisti, Davide Di
Russo. Per questo «il divieto di remunerazione non può operare rispetto a incarichi di revisione, che
certo non sono annoverabili tra i costi politici», ha proseguito.
FRANCESCO CERISANO
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