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DAILY
10 dicembre 2014
Atene spaventa i mercati
di tasso 10-30 anni al minimo da febbraio 2009. In questo contesto,
malgrado i buoni dati sul mercato del lavoro di venerdì scorso (con
segnali di recupero anche della dinamica salariale), le aspettative di
inflazione medie sul comparto decennale permangono in territorio
storicamente molto contenuto (circa l’1,75%). Gli operatori
evidentemente stanno attribuendo maggiore peso al forte calo del
petrolio. La riduzione delle aspettative di inflazione in area 1,50%
nell’estate del 2010 rappresentò il presupposto per il QE2. I membri
Fed negli ultimi giorni hanno però enfatizzato soprattutto l’impatto
positivo sulla crescita del recente calo del greggio. Oggi l’emissione
di 21Mld$ di T-note decennali rappresenterà un test per sondare
l’umore soprattutto della domanda estera. Sul fronte macro, il
sondaggio JOLTS ha confermato il buon momento del mercato del
lavoro, segnalando un intenso turnover. Sul fronte emergente,
l’inflazione cinese di novembre si è portata all’1,4%, minimo da fine
2009. Con riferimento al comparto delle obbligazioni a spread, da
Punti Principali
Tassi – Nuovi minimi sui core, in rialzo sui periferici
Valute – Dollaro peggiore valuta di ieri
Commodity – Tornano a splendere i preziosi
Azionario – Sell off sull’Europa; crolla la borsa greca
Principali indicatori
Eventi del giorno
Ora
Paese
Dato
Cons
Prec
16:30 USA
DOE Scorte greggio (000)
-2625
-3689
Tassi & Congiuntura: in area Euro l’anticipo di due mesi delle
elezioni presidenziali greche sta pesando sui tassi periferici. Il tasso
decennale italiano è tornato sopra il 2% e lo spread con l’analogo
titolo tedesco si è portato a 135 pb da 123 pb. Il decennale greco
invece, dopo cinque giorni, è tornato sopra l’8%. Nuovi minimi per il
tasso decennale ma soprattutto per il 30 anni tedesco, il cui
differenziale verso il 10 anni si è spinto al minimo dallo scorso
febbraio. I timori sull’anticipo delle elezioni presidenziali greche sono
legati alla possibilità che il candidato del governo non riesca ad avere
la maggioranza, aprendo di fatto la strada a nuove elezioni politiche,
su cui sta spingendo molto il partito d’opposizione Syriza, che
continua ad aumentare il consenso nei sondaggi. Oggi sarà
interessante seguire il collocamento di titoli greci a 3 e 6 mesi per 2,25
Mld€, necessari a coprire il mancato esborso dell’ultima tranche della
Troika. Intanto tornano a parlare i membri BCE sulle possibili nuove
manovre. Praet, in un intervento a Washington, ha dichiarato che il
forte calo del prezzo del petrolio potrebbe portare l’inflazione dell’area
Euro sotto zero nei prossimi mesi. Di conseguenza l’Istituto farà tutto il
necessario per rispettare il suo mandato sulla stabilità dei prezzi.
Praet ha dichiarato che i legali ed i risk manager della BCE stanno
lavorando sulle ipotesi di stimolo addizionale. Aggiungendo che il
mercato dei titoli di stato è l’unico la cui dimensione non pone
problemi in ottica allargamento del piano di acquisti. Il membro
slovacco Makuch ha dichiarato che nella riunione di dicembre la
maggior parte dei governatori ha supportato il QE, aumentando così
la probabilità di nuove misure non standard. Al momento le
aspettative di inflazione restano intorno all’1,75%, in lieve calo
dall’1,8% di fine novembre. Sul fronte aste oggi la Germania riaprirà
un titolo a due anni fino a 4 Mld€. Negli Usa tassi in forte calo sulle
scadenze a lungo e lunghissimo termine, sulla scia dei timori sulla
crescita cinese e dei segnali di incertezza sul fronte politico greco.
Così come per la Germania, anche negli Usa gli acquisti hanno
interessato soprattutto il comparto a 30 anni, portando il differenziale
segnalare l’ennesima debacle delle emissioni del settore Energy
High Yield Usa con lo spread al nuovo record di 880 bps. Le vendite,
ben presto, si sono estese a tutto il comparto High Yield ed il Bond
Risk Aversion (il rapporto tra High Yield ed Investment grade Usa
che tipicamente risulta essere inversamente correlato con il mercato
azionario) è tornato a salire verso i massimi di ottobre.Forte rialzo
anche dello spread dei titoli emergenti, al massimo da febbraio ’14.
Valute: deprezzamento generalizzato del dollaro Usa in un contesto
negativo per i listini mondiali azionari. L’euro/dollaro era riuscito a
spingersi fin sopra area 1,24 per poi ritracciare leggermente durante
la sessione Usa. Oggi non sono attesi eventi di rilievo per cui
potrebbe prevalere una volatilità piuttosto contenuta. La prima
resistenza si colloca sui massimi toccati ieri in area 1,2450. Yen in
apprezzamento sia vs euro sia vs dollaro ieri con il cross vs
quest’ultimo che si è spinto fino a quota 118. Il cambio vs euro invece
si è riportato in prossimità del supporto in area 147. Sul fronte
emergente, si è assistito ieri ad un recupero delle principali valute
del comparto ad eccezione del rublo che continua ad essere
penalizzato dall’andamento del greggio. Tra le migliori valute figura il
rand che beneficia del rialzo delle quotazioni dell’oro.
Commodity: rimbalza l’indice generale delle materie prime (0,8%)
favorito dal recupero del comparto energia (+%). Stamani le
quotazioni petrolifere hanno però già eroso i guadagni di ieri visto
che l’Iran ha segnalato la possibilità di una caduta dei prezzi vs i
40$/barile qualora la solidarietà tra i membri del cartello Opec
venisse meno. I protagonisti sono stati comunque i preziosi (3,3%)
con l’oro tornato ad oscillare sopra i 1230$/oncia (massimo da un
mese e mezzo) grazie anche alla debolezza generalizzata del
biglietto verde ed agli acquisti in ottica di bene rifugio in
concomitanza con le vendite sostenute sulle borse mondiali. In rialzo
anche l’argento salito di oltre il 5%. Bene anche i metalli industriali
(0,5%) tra i quali spicca il rame (1,2%) su attese di imminenti scioperi
(probabilmente domani) nelle miniere in Perù. Ancora invariate le
agricole: in ribasso grano (su attese di condizioni meteo favorevoli in
Russia) e cotone, positive tutte le altre.
A cura del team Market Strategy
MPS Capital Services
MPS CAPITAL SERVICES S.P.A. Sede Legale:Via Pancaldo, 4 - 50127 Firenze - Direzione Generale: Via Panciatichi, 48 - 50127 Firenze - www.mpscapitalservices.it - Tel. 055.24981 - Fax 055.240826 - Cap. Soc. €276.434.746,28 - Cod. Fisc.,P.IVA e N. Iscr. Reg. Imp. Di Firenze 00816350482
Società soggetta all'attività di direzione e coordinamento di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. - Codice banca 10643.5 - Codice Gruppo 1030.6 - Aderente al Codice di comportamento del settore bancario e finanziario - Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo
Nazionale di Garanzia - Iscritta all'Albo delle Banche della Banca d'Italia n.4770
DAILY
10 dicembre 2014
Azionario: giornata nera ieri per le borse mondiali, in particolare in
Europa ed in Asia a causa delle notizie negative in arrivo da Cina e
Grecia. Gli Usa invece hanno recuperato nel finale. Volumi elevati
sulla maggior parte dei listini. In Europa ieri è stata una giornata di
profondo rosso sui listini a causa dei timori di elezioni anticipate nel
2015 in Grecia. La borsa greca è letteralmente crollata perdendo il
13%, peggior ribasso da 27 anni. Forti cali hanno interessato tutti i
principali listini con perdite superiori al 2%. Il peggiore è stato quello
spagnolo (-3,8%), seguito da quello italiano (-2,8%). L’indice europeo
Stoxx 600 ha perso il 2,3% con tutti i settori in territorio negativo. Tra i
ribassi peggiori troviamo tempo libero (-3,2%), utility (-3,1%) ed i
bancari (-3%). In Italia la borsa ha chiuso in forte calo con marcate
vendite sul settore bancario (-3,2%) che ha risentito anche della
debolezza del debito sovrano. Le vendite hanno colpito anche i titoli
petroliferi (Eni -2,1%), gli industriali (FCA -4,2%; Pirelli -2,1%) e le
utility (Enel -4,4%). Forti cali anche nel lusso con Yoox (-5,1%) a
guidare il ribasso. In controtendenza Mediaset (2,8%) grazie a segnali
positivi dalla raccolta pubblicitaria in Italia. Questa mattina le borse
europee stanno mettendo a segno un timido tentativo di rimbalzo
incoraggiate probabilmente dalla chiusura di Wall Street, mentre la
borsa greca ha aperto ancora in forte calo.
Negli Usa le borse hanno chiuso miste intorno alla parità recuperando
nella parte finale le perdite accumulate nelle prime ore di scambi. Forti
acquisti sui titoli a piccola capitalizzazione con il Russell 2000 che ha
guadagnato l’1,8% dopo un’apertura in ribasso. Il Nasdaq 100 ha
guadagnato lo 0,4%, mentre l’indice S&P500 ha chiuso invariato. A
livello macrosettoriale l’andamento è stato misto con 5 dei 10
macrosettori dello S&P500 in negativo. Il calo maggiore ha colpito le
telecomunicazioni (-3,2%) seguito a grande distanza dal ribasso
limitato dell’healthcare (-0,4%). In rialzo il settore energetico (0,9%),
utility (0,5%) e tecnologici (0,5%). Nonostante il recupero degli indici
nel finale, la volatilità misurata tramite l’indice VIX è salita toccando
temporaneamente il massimo da fine ottobre oltre il 16%.
Sul fronte emergente l’indice MSCI EM (-1,2%) ha chiuso in calo per
il terzo giorno consecutivo guidato al ribasso dal crollo delle azioni
cinesi che ha impattato negativamente sull’Asia e sugli altri mercati.
Vendite marcate sui listini mediorientali penalizzati dalla debolezza
recente del greggio. In forte calo anche Sud Africa (-2,1%) ed
Argentina (-7,2%). Cali più moderati per importanti listini come quello
russo (-0,4%) e brasiliano (-0,2%). Questa notte in Asia i listini sono
stati contrastati. Le vendite sono state sostenute sul Giappone (2,3%) penalizzato dal terzo giorno di apprezzamento dello yen. In calo
anche altri importanti mercati come Taiwan e Sud-Corea. In
controtendenza i listini domestici cinesi (oltre il 3% di rialzo) su attese
di ulteriori stimoli economici in arrivo dalle autorità dopo la frenata
dell’inflazione scesa a novembre al minimo da 5 anni.
INFORMAZIONI DI STAMPA SU TITOLI
ANIMA – Positiva la raccolta netta di novembre, attestatasi a
520Mln€, con i Funds under Management in crescita del 23% a
57Mld€.
CARIGE – La fondazione ha avviato contatti con gli investitori in vista
del prossimo aumento di capitale da 650Mln€. In base a quanto
dichiarato dal Corriere della Sera, il presidente della Fondazione,
Momigliano, ha affermato che il progetto dell'ente è di attestarsi
almeno al 5%, stringendo patti di sindacato "con investitori interessati
a un piano industriale di respiro".
ENEL – In base a quanto riportato da un quotidiano locale, Green
Power cederebbe al governo salvadoregno il 36% detenuto nella
società di geotermia Lageo per 280Mln$, ponendo fine alla disputa in
corso con il governo stesso. L’agenzia di rating S&P ha confermato il
rating della compagnia a BBB, con outlook stabile.
MEDIOLANUM – L’istituto bancario ha realizzato a novembre una
raccolta netta pari a 153Mln€, per un totale da inizio anno pari a
3,5Mld€, in aumento del 26% rispetto allo stesso periodo del 2013.
MEDIASET – La compagnia televisiva ha riferito ieri di aver registrato
nel mese di novembre un incremento della pubblicità del 7% circa,
portando al 3,8% il calo cumulato da inizio anno. La notizia potrebbe
avere un impatto positivo sull’utile d’esercizio.
SAIPEM – In base a quanto riferito dalla Commissione Europea,
l’unione ha chiesto un chiarimento al governo russo in relazione
all’interruzione “non ufficiale” del progetto South Stream.
TELECOM – Secondo quanto scritto da Il Sole24Ore, la vendita delle
attività portoghesi e ungheresi di Portugal Telecom da parte di Oi è
stata ceduta ad Altice per un EV di 7,4Mld€. Secondo Il Messaggero,
l’adviser di Oi avrebbe proposto a Telecom una fusione Tim Brasil –
Oi. Al fine di detenere un pacchetto di maggioranza, la compagnia
italiana dovrebbe comprare il 15-20%, per cui Oi avrebbe richiesto un
premio di 2,9 reais contro il valore corrente di 1,3 reais; proposta
giudicata inaccettabile dai vertici Telecom.
UNICREDIT – Il Ceo dell’istituto di credito, Ghizzoni, ha auspicato un
accordo per la cessione di Uccmb (banca del gruppo per la gestione
dei crediti anomali) entro fine anno o al massimo entro fine 2015.
JPMORGAN – Secondo quanto dichiarato dal vicepresidente FED
Fischer, la banca sarebbe l’unica nell’ambito delle 8 principali negli
Usa ad avere carenze di capitale per 21Mld$. La proposta della FED
prevede il rientro di tale carenza nel periodo 2016-2019.
Fonte: infoproviders
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