Comune di Anzola dell`Emilia
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Comune di Anzola dell`Emilia
COMUNE DI ANZOLA Venerdì, 11 settembre 2015 COMUNE DI ANZOLA Venerdì, 11 settembre 2015 Cronaca 11/09/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 23 1 Controlli a tappeto antiprostituzione Sport 11/09/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 8 2 Un nuovo coach per la salvezza «Tutti leader nel mio gruppo» Pubblica Amministrazione 11/09/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 6 3 Sconti Rc auto, notai, farmacie spa: primo sì 11/09/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 5 Il Viminale si riorganizza e taglia 23 prefetture 11/09/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 6 A rischio 2 miliardi di gettito senza un riordino delle regole 11/09/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 D. COL.M. MO Pa, blocco del turn over ipotesi per compensare il rinnovo del contratto 11/09/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 DAVIDE COLOMBO Spa locali, nel 2016 scure sulle prime 3.035 11/09/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 39 GIANNI TROVATI Patto di stabilità, sotto esame gli... 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 33 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 33 15 Padova fuori dall' Anci. Bitonci: non fa gli interessi degli FRANCESCO CERISANO Partecipate, incentivi ai tagli 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 34 STEFANO MANZELLI Tso, mai più vigili lasciati soli 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 34 LUIGI OLIVERI Province, esuberi ancora al palo 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 35 PAGINA A CURA DI ANDREA MASCOLINI Giubileo, scudo anticorruzione 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 35 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 36 ROBERTO LENZI Otto per mille, un' opportunità 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 36 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 37 32 L' assessore non subentra PAOLO CARBONE Lo Scaffale degli Enti Locali FILIPPO FRIZZI Project financing, limiti agli enti 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 38 DUCCIO CUCCHI Tassa rifiuti, il comune può istituire... 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 39 Bilanci, il disavanzo si fa in due 29 31 Restyling energetico 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 38 24 28 Alcotra, ecco i fondi 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 37 21 26 Opere, niente varianti Modifiche solo con gara 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 36 18 23 Progettisti senza requisiti 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 35 16 20 lo scadenzario degli enti locali 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 34 12 14 Governatori e sindaci nel nuovo senato 11/09/2015 Italia Oggi Pagina 33 9 11 Asmel, sospesa la bocciatura dell' Anac 11/09/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 39 7 LUCIANO FAZZI 34 35 37 39 11 settembre 2015 Pagina 23 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca Controlli a tappeto antiprostituzione ANZOLA PROSEGUONO, con cadenza settimanale, i servizi straordinari antiprostituzione messi in campo dai carabinieri di Anzola, con il coordinamento della compagnia di Borgo Panigale e l' apporto del V Reggimento carabinieri. L' iniziativa, la notte tra mercoledì e giovedì (dalle 18 in poi), ha visto i militari dell' Arma impegnati nel controllo dei parchi pubblici e delle zone decentrate: sono state identificate 77 persone, controllate 48 auto, elevate quattro multe ad automobilisti, una patente è stata ritirata e un uomo denunciato perché trovato alla guida del suo scooter completamente ubriaco. Tra le persone identificate anche una decina di prostitute, sempre le stesse che gravitano sul territorio. Il pattugliamento quotidiano dei carabinieri e i servizi straordinari periodici non sembrano infatti inibire troppo i clienti che usufruiscono dei servizi del mestiere più antico del mondo. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1 11 settembre 2015 Pagina 8 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Sport TITANS A MARCHIO CINTI Un nuovo coach per la salvezza «Tutti leader nel mio gruppo» Ex Budrio «Andarmene dopo sei anni è stata dura, ma ho molto entusiasmo» Bologna TUTTO PRONTO anche per la serie D emilianoromagnola, con due gironi da 16 squadre che si sfideranno per due seggi nella C Silver 2016/2017: la prima e l' ultima classificata di ciascun girone saranno rispettivamente promossa in Silver e retrocessa in Promozione, le squadre dal secondo al quinto posto giocheranno i playoff e quelle al 14° e 15° posto ricorreranno ai playout. Nel girone A si inizia venerdì 2 ottobre alle 21 con Arbor Reggio EmiliaPallavicini, mentre alle 21,15 è il turno di VoltoneVignola, prima della chiusura alle 21,30 riservata a La Torre ReggioVeni. Sabato 3 alle 18 esordiscono Nazareno CarpiCvd, alle 19,45 Atletico B o r g o S a m p o l e s e e a l l e 2 1 AnzolaAltedo. Infine domenica alle 18 Luzzara farà visita alla Vis Persiceto. Nel girone B esordio in simultanea per due bolognesi: venerdì 2 alle 21,15 scenderanno in campo Cral Mattei RavennaParty & Sport e MolinellaSantarcangelo. Sabato alle 18,30 scatta il derby Grifo ImolaGiardini Margherita, mentre alle 20,30 il Bellaria riceverà l' Olimpia Castello. Domenica alle 18 chiudono la prima di campionato TitansInternational Imola, ForlimpopoliBasket Village Granarolo e San MamoloSb Ferrara. g. g. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 11 settembre 2015 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Sconti Rc auto, notai, farmacie spa: primo sì Approvato in commissione alla Camera il Ddl concorrenza Vestager (Ue): una legge ogni anno CARMINE FOTINA ROMA Assicurazioni, professioni, energia, farmacie, telecomunicazioni, carburanti. Il disegno di legge annuale per la concorrenza taglia il suo primo traguardo il via libera delle commissioni competenti della Camera in una varietà di capitoli che rispecchia (almeno in parte) le segnalazioni dell' Antitrust. Il testo è atteso in Aula il 21 settembre e l'obiettivo è chiudere l' esame per il via libera definitivo del Senato entro l' anno. Le pressioni delle lobby non sono mancate e in alcuni casi le norme appaiono meno incisive rispetto alle ambizioni iniziali. In alcune situazioni invece l' esame delle commissioni Attività produttive e Finanze (relatori Andrea Martella e Silvia Fregolent del Pd) ha preservato le intenzioni o le ha leggermente rafforzate. Il pacchetto di liberalizzazioni, che per il governo deve rappresentare una delle leve per attrarre nuovi investimenti esteri, è tra le riforme richieste dalla Commissione europea e proprio ieri il commissario alla concorrenza, Margrethe Vestager, in audizione alla Camera, ha espresso «apprezzamento» per un provvedimento volto a ridurre le barriere regolamentari, soprattutto perché (almeno nelle intenzioni) dovrebbe trattarsi del primo Ddl di una serie da varare annualmente. Assicurazioni e banche Riassumendo il testo e le novità introdotte dalle commissioni, si può partire dall' Rc auto. Prevista una stretta anti frode contro i testimoni di "comodo". Scatteranno sconti minimi obbligatori (a determinarli sarà un provvedimento dell' Ivass) per gli automobilisti che accettano alcune condizioni, come l' installazione della scatola nera (senza costi). Saltate in commissione alcune misure su cui contavano le assicurazioni: le agevolazioni per i danneggiati che si rivolgono a riparatori convenzionati con le compagnie e il divieto di cessione (dal danneggiato al carrozziere) del credito relativo al risarcimento. Tra le modifiche di rilievo, quella che affida all' Ivass il compito di definire sconti minimi in favore di automobilisti che risiedono nelle regioni con le tariffe più elevate che non abbiano effettuato incidenti per almeno 5 anni, a condizione che abbiano installato la scatola nera. Per quanto riguarda i danni a persona non lievi restano i riferimenti attuali, con la possibilità per il giudice di concedere aumenti mirati e la risarcibilità del danno morale, ma occorrerà attendere le tabelle definitive da elaborare entro quattro mesi. Per il settore bancario si punta essenzialmente alla trasparenza con un sito sulla confrontabilità dei prodotti più diffusi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 3 11 settembre 2015 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione Obbligo di rendere poi più chiari, fin dall' inizio, i collegamenti tra polizze assicurative e finanziamenti o mutui. Professionisti Modificato il pacchetto sui notai. Le commissioni hanno eliminato la norma in base alla quale anche gli avvocati avrebbero potuto autenticare gli atti di compravendita di locali commerciali, box e e cantine di valore catastale fino a 100mila euro. Si stabilisce inoltre che il registro delle successioni sarà tenuto dal consiglio nazionale del notariato e non più dai tribunali. Ma nel frattempo si interviene sul bacino di ogni posto notarile: spariscono i riferimenti al reddito minimo garantito e alla quantità degli affari e si prevede che la popolazione minima deve essere di 5mila abitanti (e non più 7mila). Via libera poi all' ingresso di soci di capitale (non prevalenti) nelle società tra avvocati. Spazio anche alle società interprofessionali con avvocati. Energia, poste e tlc La piena liberalizzazione dei prezzi energetici, con l' eliminazione dal 2018 del regime di "maggior tutela", subisce un ridimensionamento rispetto alla versione iniziale del Ddl. Prima della svolta bisognerà aspettare il rapporto sul mercato retail che l' Authority dell' energia dovrà ultimare entro il 30 aprile 2017. Inoltre, è previsto il rispetto di una serie di disposizioni relative alla comparabilità delle offerte e alla verifica della deregulation; in caso contrario la fine della tutela slitterà di sei mesi rispetto al gennaio 2018. Per i contratti tlctv le spese previste in caso di recesso o trasferimento dell' utenza vanno rese note già al momento della pubblicizzazione dell' offerta. Sarà possibile pagare con il credito telefonico anche i biglietti per concerti, musei, mostre e spettacoli (e non solo i mezzi di trasporto pubblici). Dal 10 giugno 2016 cadrà la riserva a favore di Poste italiane per la notifica di atti giudiziari e multe. Farmacie e carburanti Per le farmacie, saltata la liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta (si veda articolo accanto), la misura più rilevante anche in chiave di possibili investitori stranieri è il via libera a società di capitali. Cade anche il divieto di essere titolari di più di quattro farmacie. Quanto ai carburanti e all'installazione di nuovi impianti di distribuzione, viene eliminato il vincolo della presenza obbligatoria del cosiddetto terzo carburante (gpl, metano o idrogeno). Obbligo di bonifica per gli impianti da dismettere solo al momento del riutilizzo dell' area. Curiosità dell' ultim' ora la norma sui "risciò" come mezzo di trasporto parificato alle "motocarrozzette": non servirà l' abilitazione professionale a chi esercita il servizio in via esclusiva. © RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 11 settembre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Interni. No dei sindacati Il Viminale si riorganizza e taglia 23 prefetture Cura dimagrante per le prefetture italiane: entro il 2016, il loro numero scenderà gradualmente dalle attuali 103 a 80, 23 in meno di oggi, in un complessivo processo di accorpamento ad altre sedi di città vicine. Lo prevede un decreto del presidente della Repubblica che contiene il Regolamento di riorganizzazione del ministero dell' Interno. Le forbici del Viminale riguarderanno anche le questure ed i comandi dei vigili del fuoco delle sedi interessate: Teramo (accorpata a L' Aquila), Chieti (Pescara), Vibo Valentia (Catanzaro), Benevento (Avellino), Piacenza (Parma), Pordenone (Udine), Rieti (Viterbo), Savona (Imperia), Sondrio (Bergamo), Lecco (Como), Cremona (Mantova), Lodi (Pavia), Fermo (Ascoli Piceno), Isernia (Campobasso), Asti (Alessandria), VerbanoCusioOssola (Novara), Biella (Vercelli), Oristano (Nuoro), Enna (Caltanissetta), MassaCarrara (Lucca), Prato (Pistoia), Rovigo (Padova), Belluno (Treviso). Il riassetto, peraltro previsto dalla riforma Madia della Pubblica amministrazione approvata dal Parlamento ai primi di agosto, è stato trasmesso dal governo ai sindacati, scesi subito sul piede di guerra contro la riforma delle sedi prefettizie. FpCgil, CislFp e UilPa hanno chiesto un incontro urgente al ministro dell' Interno, Angelino Alfano, e annunciano una mobilitazione per il 22 settembre con assemblee in contemporanea in tutte le sedi a rischio chiusura. «In un momento di massima emergenza per la gestione dell' immigrazione e della sicurezza attaccano il governo pensa di chiudere 23 prefetture. Un arretramento inaccettabile dello Stato dal territorio, che rischia di lasciare nel caos cittadini e lavoratori». In pressing sul Viminale anche molti politici. Proteste arrivano dal sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano (Ncd), che ha chiesto di «continuare la riflessione tenendo presente le sedi storiche e quelle delle aree interne come nel caso di Benevento», e sollecitando «in ogni caso» un indennizzo ai territori. Per l' eurodeputato Alberto Cirio (Fi) «il Piemonte paga un prezzo troppo alto» per l' accorpamento in vista: «Tre pezzi di Stato che vanno via con disagi notevoli per i cittadini, come già accaduto per la chiusura dei tribunali». © RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 11 settembre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Giochi. Nasce l' Osservatorio sulla legalità A rischio 2 miliardi di gettito senza un riordino delle regole roma Senza un vero riordino del mercato dei giochi, l' Erario rischia una perdita di circa 2 miliardi per gare sulle commesse sportive, bingo, riduzione degli apparecchi e soprattutto per più di un contenzioso in atto come quello con la Regione Lombardia. È il grido d' allarme lanciato ieri a Roma da Sistema Gioco Italia (SgI), la federazione di filiera dell' industria del gioco e dell' intrattenimento che aderisce a Confindustria, nel presentare la nascita dell' Osservatorio sui Giochi. L' Osservatorio, istituito in collaborazione con la Fondazione Bruno Visentini e l' Università Luiss, si vuole porre come interlocutore trasparente e collaborativo delle Istituzioni e delle forze dell' ordine nella lotta all' illegalità. Come ha spiegato il presidente di SgI, Massimo Passamonti, alla presenza del sottosegretario all' Economia Pier Paolo Baretta, l' osservatorio articolerà la sua attività su due direttrici: la lotta all' illegalità e il riordino delle regole. La mancata attuazione della delega, senza alcun intervento nell' attuale "giungla normativa" che gli operatori sono chiamati a seguire tra leggi nazionali e territoriali, ordinamenti e decreti direttoriali, ha lasciato spazio al mercato illegale del gioco. Un mercato che secondo gli ultimi dati vale 23 miliardi di euro, la maggior parte del quale attiene alla cosiddetta "piazza virtuale" (Rapporto Coop 2015). «Le mafie prosperano col gioco illegale ha spiegato Ranieri Razzante, presidente dell' Osservatorio Luiss sull' antiriciclaggio e sul finanziamento del terrorismo . I requisiti per partecipare agli affidamenti d i concessioni sono più formali che sostanziali». Il nuovo Osservatorio punterà, dunque, al riordino di una legislazione farraginosa, complessa, che ha concluso Passamonti «varia con un' accelerazione impossibile da seguire, gravata da conflitti di competenza tra Stato, regioni e comuni e da confusioni di competenza tra ministeri». E che spesso mette in fuga investitori esteri. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 6 11 settembre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Verso la manovra. La local tax si farà con il nuovo catasto Pa, blocco del turn over ipotesi per compensare il rinnovo del contratto roma Per compensare la spesa imprevista del rinnovo dei contratti del pubblico impiego (1 1,6 miliardi) il Governo potrebbe ricorrere a un nuovo blocco del turn over. Non solo. Lavori in corso per il superamento n e l 2 0 1 6 d e l patto d i stabilità interno in previsione d e l p a r e g g i o d i bilancio. E s u l fronte delle tasse sul mattone nuovo rinvio della local tax da realizzare soltanto con la riforma del catasto. Mentre il presidente dell' Anci, Piero Fassino, chiede a Renzi di istituire un tavolo di confronto su come tagliare le tasse sulla casa senza penalizzare Comuni e contribuneti. Prosegue la marcia di avvicinamento della prossima legge di stabilità e con qualche ambizione in più per i tecnici e i consiglieri del presidente del Consiglio. Soprattutto se sarà confermata la tendenza emersa in questi giorni, ossia che nel 2015 la crescita sarà più alta dello 0,7% «lo 0,9% non è impossibile» per il commissario alla spending review Yoram Gutgel. La Nota di aggiornamento del quadro macroeconomico previsto nel Def esce la settimana prossima e contrariamente agli anni precedenti «per la prima volta faremo meglio delle previsioni iniziali» ha detto ieri il Commissario alla spesa. Che sul tema ha confermato senza indugi tutti gli obiettivi che si è prefissato il Governo da una spending da 10 miliardi al taglio delle tasse in tre anni fino a 50 miliardi di euro. Intanto dai confronti tra i tecnici dell' Economia e quelli degli altri ministeri si allunga la lista dei possibili interventi da realizzare. Tra questi anche l' ipotesi, come detto, di un nuovo blocco del turn nover. Ipotesi, quest' ultima, valutata con tutte le condizionalità del caso. Anche perché ha dalla sua una forte coerenza non solo con l' obiettivo di tenere sotto controllo i tendenziali di spesa ma, anche, di sostenere l' attuazione della riforma Madia, che prevede un riordino delle amministrazioni centrali e periferiche che prevede tagli di unità territoriali, mobilità del personale e passaggio alla definizione dei nuovi fabbisogni delle amministrazioni abbandonando per sempre le vecchie dotazioni organiche. Attualmente il turn over per le amministrazioni centrali le agenzie e gli enti pubblici non economici prevede la possibilità di assumere solo fino al 40% dei contingenti cessati l' anno scorso. Interventire con un nuovo congelamento di quel decalage (al netto della mobilità in corso del personale delle provincie) produrrebbe una riduzione del personale nel triennio a venire capace, almeno in parte di compensare l' onere dei rinnovi contrattuali, che potrebbero essere effettuati proponendo aumento scalettati a crescere sempre nel triannio. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 7 11 settembre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione Tecnici al lavoro anche su una altro tema caro ai Comuni, ovvero il superamento del patto di stabilità interno. Al Tesoro si stanno analizzando gli indebitamenti degli 8mila comuni per dire addio a quei vincoli di bilancio giudicati troppo stretti per molti sindaci che spesso non hanno potuto utilizzare risorse disponibili. Un obiettivo che, se centrato, andrebbe incontro alle richieste dell' Anci che proprio ieri ha sottolineato come a fronte della volontà di dare nuovo impulso alla crescita «il 2016 dovrà essere anche l' anno del definitivo superamento del Patto di stabilità, aprendo immediatamente un confronto tecnico con l' obiettivo primario di sbloccare risorse ingenti spendibili per investimenti, oggi invece congelate dai vincoli del Patto». Per le tasse sulla casa il Governo è sempre più intenzionato a rinunciare all' introduzione della local tax, rinviandola alla riforma del catasto rimasta al momento lettera morta. E dopo aver detto a no a possibili partite di giro sulle tasse che gravano sugli immobili proprio con la local tax, il segretario di Scelta civica, Enrico Zanetti, mette sul tavolo del dibattito sull' addio a Tasi e Imu sull' abitazione principale il ritorno a un' imposta unica sugli immobili, appunto l' Imu, «con aliquota esattamente pari alla somma delle due attuali , Tasi e Imu». In vista dell' avvio del nuovo regime, secondo l' Anci sono però necessarie «scelte di base» soprattutto «per elaborare il nuovo assetto e per procedere rapidamente nella condivisione dei singoli aspetti di merito». Fassino nella missiva inviata ieri a Renzi ne elenca alcune: «condivisione del totale da compensare integralmente, che a una prima stima appare non inferiore a 5 miliardi; necessità di contenere il rischio di una eccessiva pressione fiscale sugli altri immobili ed in particolare quelli produttivi; assicurare un sistema di compensazione e riequilibrio fra i Comuni che superi i meccanismo di trattenute del gettito; semplificare il rapporto con il contribuente». © RIPRODUZIONE RISERVATA. D. COL.M. MO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8 11 settembre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Spa locali, nel 2016 scure sulle prime 3.035 Nel mirino le partecipate con più consiglieri che dipendenti Gutgeld: trasporti locali, riforma già in legge di stabilità roma Le amministrazioni pubbliche potranno mantenere la partecipazione in società c h e producono beni o servizi solo se «strettamente necessarie per il perseguimento dei propri fini istituzionali». In particolare le partecipate p o t r a n n o p r o d u r r e servizi d i i n t e r e s s e generale, progettare o realizzare opere o g e s t i r e servizi p u b b l i c i i n r e g i m e d i p a r t e n a r i a t o , p r o d u r r e beni o servizi strumentali all' ente che le controlla oppure svolgere funzioni amministrative proprie dell' ente (o degli enti) di controllo. E nel caso di acquisizione di quote in società attive in altri settori la Pa non potrà superare la quota del 40%. Sono questi i limiti imposti dalla bozza di Testo unico in materia di società partecipate che il ministero della Semplificazione sta mettendo a punto in vista del varo in uno dei prossimi Consigli dei ministri. Proprio dalle partecipate potrebbe partire, infatti, il treno dell' attuazione della delega Madia, pubblicata in Gazzetta a fine agosto. Un' azione con la quale si intende razionalizzare un sistema che conta quasi 8mila società in cui lavorano più di 250mila dipendenti. Nella comunicazione che ha accompagnato il varo definitivo della riforma, il presidente del Consiglio aveva indicato come obiettivo la riduzione della partecipate a non più di mille, con risparmi per il momento non quantificati ma che andranno a completare i primi saldi 2016 della spending review. Nel corso di un convegno organizzato da ProDemos ieri alla Camera, il commissario alla spending review, Yoram Gutgeld, ha detto che per le partecipate attive nei servizi pubblici locali si stanno valutando interventi «già nella Legge di Stabilità». Gutgeld ha espresso l' intenzione di ridurre il numero di revisori e amministratori, di intervenire sulle regole e «dare il giusto incentivo per vendere o accorpare o aumentare la concorrenza». Poi ha fatto l' esempio del trasporto pubblico locale: «Assorbe 6,5 miliardi di sussidi, è il più sussidiato di tutt' Europa e non è proprio il migliore». Una volta varato il Testo unico le amministrazioni avranno tre mesi per effettuare una ricognizione delle società controllate per alienare entro un anno quelle che non rientrano nei criteri generali. Ma la razionalizzazione non avverrà una volta sola: si prevede una sorta di annual review sulle società controllate con il fine di procedere a piani di riassetto, fusione o soppressione laddove necessario e sempre finalizzati a contenere i costi di funzionamento delle controllate. Piani che dovranno necessariamente scattare in caso di partecipazioni non necessarie alle finalità dell' ente pubblico (in particolare se le quote di controllo sono sotto la soglia del 10%), per le società senza dipendenti o con Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 9 11 settembre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione un numeri di amministratori maggiore di quello dei dipendenti (sarebbero 3.035 quelle con meno di sei dipendenti). Sul fronte della gestione finanziaria, cambiano i meccanismi per i quali, in caso di risultati negativi di bilancio delle loro partecipate, gli enti locali dovranno accantonare in un fondo vincolato importi per ripianare i saldi; mentre per le partecipate di maggioranza titolari di affidamento diretto da parte degli enti controllanti di attività per l' 80% dei ricavi, in caso di 2 anni di perdite di bilancio scatta il taglio del 30% dei compensi degli amministratori; tra l' altro due anni in perdita è considerata «giusta causa per la revoca degli amministratori». Nasce poi un organo di Vigilanza amministrativa, presso il Dipartimento Funzione pubblica, che controllerà il rispetto delle nuove norme con poteri ispettivi. Mentre in casi di gravi irregolarità o inefficenze non sanate all' interno della società partecipata, Funzione pubblica potrà proporre al Mef l' avvio di una fase di amministrazione straordinaria che può finire con la liquidazione coatta della società. Per consentire l' attuazione dei piani di riordino e chiusura delle società non più idonee sono previsti strumenti di gestione del personale in esubero che spaziano dalla mobilità tra aziende partecipate (con oneri a carico delle società cedenti per il 30% del trattamento economico in via transitoria) fino alla «reintenalizzazione» di dipendenti delle amministrazioni passate alle società. Il sottosegretario della Funzione pubblica Angelo Rughetti, presente al convegno ProDemos, ha spiegato che nelle partecipate «lavorano milioni di persone, hanno uno stipendio più alto dei dipendenti pubblici e non hanno alti standard di produttività». © RIPRODUZIONE RISERVATA. DAVIDE COLOMBO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 10 11 settembre 2015 Pagina 39 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Appalti. La controversia Asmel, sospesa la bocciatura dell' Anac Nella battaglia delle sospensioni arriva una nuova puntata della vicenda Asmel, la società consortile nata per aggregare gli appalti dei Comuni da mesi al centro di una intricata controversia sulla sua legittimità. La partita è enorme (sono 882 i Comuni aderenti alla centrale di committenza, che ha sviluppato transazioni per quasi un miliardo di euro s e c o n d o l a società) e n a s c e d a l provvedimento (delibera 32/2015) con cui ad aprile l' Autorità anticorruzione ha stabilito che la società non ha i requisiti per essere né una stazione appaltante né un soggetto aggregatore. A giugno, con l' ordinanza 2544/2015, il Tar Lazio ha confermato la decisione dell' Anac ma ora in campo arriva il Consiglio d i S t a t o , c h e c o n l ' o r d i n a n z a 4016/2015 cambia linea e sospende l' efficacia della delibera Anac. La decisione del Consiglio di Stato non chiude la vicenda, e anzi i giudici sollecitano il Tar Lazio a tagliare i tempi in vista della decisione di merito sul fatto che la società consortile risponda o meno ai parametri fissati dall' articolo 33, comma 3bis del Codice degli appalti per i soggetti aggregatori. Anche al Tar Napoli sono pendenti altri ricorsi, che saranno discussi nel merito fra ottobre e novembre, quindi in ogni caso l' ultima parola non è destinata ad arrivare a stretto giro. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 11 settembre 2015 Pagina 39 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Pa. Ancora inutilizzati 500 milioni per i pagamenti degli enti locali Patto di stabilità, sotto esame gli incentivi delle Regioni MILANO Il «Patto verticale» finisce sotto l' esame dell' Economia, per evitare che gli spazi finanziari destinati a favorire i pagamenti ai fornitori degli enti locali restino sulla carta: in soldoni, ci sono in gioco 500 milioni che le Regioni devono liberare nei prossimi giorni a f a v o r e d i Comuni, Città metropolitane e Province dei loro territori. Il punto è stato fatto ieri negli incontri tecnici fra Governo e amministratori locali, da cui risulta che finora è rimasto bloccato il 60% delle risorse previste a favore delle Province e Città metropolitane e un terzo di quelle destinate ai Comuni. Risorse, è importante ricordarlo, che sono coperte per l' 83% dallo Stato, e che quindi non si traducono in un esborso diretto per le Regioni. A bloccare questi soldi, quindi, sono stati soprattutto ostacoli "tecnici": la crescente complessità dei meccanismi del Patto, quest' anno caratterizzato anche da un lungo processo di riforma, e il fatto che le regole previste per il 2015 avevano riservato gli spazi finanziari al pagamento di vecchi debiti, escludendo così una serie di enti che avevano già risolto il problema con le altre misure sbloccapagamenti. La correzione, che ha previsto la possibilità di onorare per questa via anche le fatture 2015, è arrivata solo in estate con il decreto enti locali, per cui ora l' accelerazione finale diventa indispensabile. La prima scadenza è martedì prossimo, giorno entro il quale le Regioni devono ricevere dagli enti locali le richieste di spazi finanziari, ma la datachiave è quella del 30 settembre, termine per le comunicazioni delle Regioni alla Ragioneria sulla nuova geografia degli obiettivi di Patto. Il monitoraggio deciso ieri serve per arrivare a fine mese avendo liberato tutte le risorse a disposizione. Da evitare c' è però anche l' altro problema e cioè che una volta sbloccati, questi soldi restino bloccati negli enti in difficoltà a gestire il Patto. Secondo la Corte dei conti, nel 2014 il paradosso dei risparmi in eccesso è costato 1,6 miliardi (di questo overshooting si è parlato sul Sole 24 Ore del 17 agosto) di pagamenti che le amministrazioni avrebbero potuto effettuare senza sforare i vincoli di finanza pubblica. Quest' anno, complice un Patto molto più leggero e flessibile, il problema dovrebbe essere molto più leggero, ma per evitarlo si ipotizza la possibilità di interventi in corsa (per esempio una riapertura dei meccanismi di flessibilità in autunno). Sempre ieri, i tavoli tecnici hanno raggiunto l' intesa per la distribuzione del fondocuscinetto (29 milioni) in favore dei Comuni che per effetto dei nuovi meccanismi si sono visti ridurre le risorse di somme Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 12 11 settembre 2015 Pagina 39 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione superiori all' 1,3% delle risorse base (rappresentate da Imu, Tasi e fondo di solidarietà 2014). L' accordo prevede l' assegnazione ai Comuni fino a 60mila abitanti che si trovano in queste condizioni di una quota proporzionale al taglio subito, e qualche miniaiuto ad alcuni enti più grandi: all' intesa, però, manca il via libera politico, perché nel Governo si spinge su un' ipotesi alternativa che restringa il campo dei beneficiari ai Comuni più piccoli. La Conferenza StatoCittà è convocata per il 24 settembre e la discussione pare quindi ancora aperta: è ovvio che al variare della platea cambiano anche le cifre indirizzate a ogni ente, per cui la decisione è urgente per dare qualche certezza soprattutto alle amministrazioni più piccole. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIANNI TROVATI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13 11 settembre 2015 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Governatori e sindaci nel nuovo senato Il senato delle autonomie non va snaturato. Nessun passo indietro, dunque, sul superamento del bicameralismo perfetto e sull' istituzione di una camera che esprima compiutamente il punto di vista dei territori, senza però arrivare all' elezione diretta dei senatori. Una soluzione per garantire maggiore rappresentatività alle autonomie potrebbe essere prevedere la presenza di diritto a palazzo Madama dei presidenti di regione e dei sindaci delle città metropolitane. Il governatore del Piemonte e presidente della Conferenza delle regioni, Sergio Chiamparino, in audizione sulle riforma del senato, ha difeso le scelte del governo Renzi. «A me sembra che la questione di fondo sia distinguere ciò che rappresenta il pluralismo politico locale, che finirà per rispondere a quello nazionale, da quello che è il punto di vista di territori», ha osservato. «Ciò potrebbe verificarsi se nel nuovo senato vi fosse «la presenza degli esecutivi delle regioni e una rappresentanza delle minoranze territoriali. In mancanza di questo credo che la presenza di diritto dei presidenti e dei sindaci di città metropolitane farebbe sì che la nuova Camera rappresenti i territori». «Se si andasse in questa direzione», ha proseguito, «si potrebbe aprire il tema delle eliminazione di tutte le conferenze» (statoregioni e Unificata, ndr) che rappresentano una delle iperboli burocratiche del nostro sistema». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 14 11 settembre 2015 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Padova fuori dall' Anci. Bitonci: non fa gli interessi degli enti. Fassino: sconcertato Padova fuori dall' Anci. Ad annunciare lo strappo il sindaco Massimo Bitonci che punta il dito contro la presidenza di Piero Fassino, reo di essere troppo filogovernativo e di «non opporsi ai provvedimenti sbagliati del governo». La decisione del sindaco leghista è il culmine di un malcontento strisciante in seno all' associazione che già a giugno (si veda ItaliaOggi del 18/6/2015) aveva portato a dure contestazione verso Fassino, a cui in consiglio nazionale era stato apertamente chiesto di «spogliarsi della pettorina del Pd». A guidare la «secessione» verso l' Anci nazionale è soprattutto il Veneto, dove molti altri sindaci, rivela Bitonci, hanno già lasciato l' associazione di via dei Prefetti o stanno meditando di farlo. Bitonci li elenca uno per uno: Albignasego, Arquà Petrarca, Brugine, Campo San Martino, Candiana, Carceri, Carmignano di Brenta, Cinto Euganeo, Cittadella, Correzzola, Limena, Maserà, Mestrino, Montagnana, Saletto, San Giorgio in Bosco, Pontelongo, San Pietro in Gu, Terrassa Padovana. «Proporrò loro di lavorare insieme ed, eventualmente, di pensare a un' Associazione di comuni che sia snella, a costo zero, senza staff, con una sede itinerante e si ponga, quale scopo unico, quello di difendere, nella piena collaborazione degli aderenti, gli interessi specifici dei residenti. Cosa che l' Anci non ha mai fatto fino in fondo». «Non sono stato eletto», ha proseguito Bitonci, «per chinare il capo di fronte ai desiderata dei funzionari di Stato che non fanno gli interessi dei miei concittadini. In più l' Anci, oltre a essere inutile, è troppo costosa: 35.000 euro all' anno di iscrizione». Parole dure a cui ha risposto con analoga durezza Piero Fassino che si è detto «sconcertato» per la decisione del sindaco di Padova, un sindaco, ha osservato, «che nei pochi mesi dalla sua elezione non ha mai partecipato ad alcuna riunione né tecnica né politica e ad alcuna attività istituzionale dell' Associazione, non rappresentando quindi mai la propria opinione e le proprie esigenze di amministratore locale». «Mi auguro», ha proseguito il sindaco di Torino, «che Bitonci ci ripensi sottraendosi alla tentazione di atti strumentali e di sapore elettoralistico». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15 11 settembre 2015 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Il commissario Gutgeld: si partirà dai servizi pubblici locali. Largo alle aggregazioni Partecipate, incentivi ai tagli Il comune che dismette potrà ripianare i debiti e investire Dismettere le partecipate per ripianare i debiti e sbloccare gli investimenti. Sulla falsariga di quanto accaduto per le dismissioni immobiliari, potrebbe essere questa la ricetta del governo da inserire nella prossima legge di stabilità per invogliare i comuni a liberarsi di carrozzoni spesso inutili e dannosi in termini di sperpero di risorse pubbliche. Ad anticiparlo è stato il nuovo commissario alla spending review, Yoram Gutgeld, nel corso di un convegno alla camera dei deputati organizzato dall' associazione di cultura politica ProDemos. Il deputato del Pd, e consigliere economico del premier Matteo Renzi, ha annunciato un deciso cambio di passo rispetto alla logica del mero disboscamento che aveva portato il suo predecessore, Carlo Cottarelli a minacciare il taglio delle partecipate «da 8.000 a 1.000». «Il numero non è importante», ha detto Gutgeld, «importante è concentrare gli interventi sulle società che presentano un maggior impatto economico, ossia quelle che gestiscono servizi pubblici locali» . L a g a l a s s i a d e l l e 7 . 7 0 0 partecipate ( 7 . 4 2 0 p e r l a C o r t e c o n t i , addirittura 10.000 per la presidenza del consiglio) , s i p r e s e n t a i n f a t t i q u a n t o m a i variegata. Un migliaio di società (circa il 12% del totale) svolge attività strumentali per gli enti azionisti, mentre circa 1.800 operano nel settore dei servizi pubblici locali (acqua, gas, energia, rifiuti, trasporto pubblico locale). Il restante 64% (circa 5.000 realtà) opera nei settori più disparati. Dall' industria alle infrastrutture, dalle farmacie comunali alle banche, dal turismo all' edilizia, dal commercio al magazzinaggio, dalla gestione delle strade ai parcheggi, dalle terme ai servizi professionali. È qui che, secondo ProDemos, bisogna intervenire, iniziando a dismettere le cosiddette «scatole vuote» (in circa 3.000 società i dipendenti sono meno di sei, quindi meno dei componenti del cda, mentre 1.300 hanno un fatturato inferiore a 100 mila euro). Per quanto riguarda i piccoli comuni, osserva il presidente di ProDemos e direttore dell' Ifel, Pierciro Galeone, «è opportuno prevedere delle dimensioni minime, indicando una soglia ragionevole che potrebbe essere rappresentata un mix di fattori, dal fatturato al numero dei dipendenti, per giustificare i costi connessi alla detenzione delle partecipate». Altrimenti bisognerà procedere ad aggregazioni. La razionalizzazione delle partecipate partirà dalla definizione di precisi ambiti territoriali, ha spiegato Gutgeld, «in modo che tutti i servizi pubblici locali Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 16 11 settembre 2015 Pagina 33 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione abbiamo una scala minima». «Il paese deve essere diviso in circa in 80 aree. Se in un' area si trovano 10 società di raccolta rifiuti bisognerà prevedere un processo di aggregazione». Nel 2012 le perdite lorde di questa categoria molto variegata di società si aggiravano intorno ai 513 milioni di euro. Meno delle partecipate operanti nei servizi pubblici locali che hanno bruciato 572 milioni nonostante siano un terzo delle prime. Ecco perché il governo ha deciso di iniziare proprio da qui. E c' è da scommettere che il primo settore a essere oggetto di interventi sarà quello che tra le utility presenta le maggiori criticità: il trasporto pubblico locale. «Stiamo valutando interventi già nella legge di stabilità per completare il quadro, poi, con un probabile intervento successivo ad hoc», ha dichiarato Gutgeld, spiegando che gli effetti saranno visibili «nel mediolungo termine, mentre è illusorio pensare a ripercussioni immediate». Anche perché dismettere le partecipate significa inevitabilmente doverne ricollocare i dipendenti. E il governo, già impegnato nella difficile gestione degli esuberi provinciali, vuole procedere con cautela. Ne è convinto il sottosegretario alla Funzione pubblica Angelo Rughetti secondo cui il trasferimento dei dipendenti «non si può fare dall' oggi al domani». Rughetti ha poi annunciato che i primi decreti attuativi della riforma Madia (legge 124/2015) arriveranno a ottobre e riguarderanno «i rapporti tra la p.a. e i cittadini. Il secondo pacchetto, sull' organizzazione della macchina amministrativa, avrà bisogno di qualche settimana in più». FRANCESCO CERISANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17 11 settembre 2015 Pagina 34 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Circolare della polizia municipale di Torino dopo gli ultimi, tragici, fatti di cronaca Tso, mai più vigili lasciati soli È necessaria la richiesta, e la presenza, di un medico Prima di intervenire con la forza su un malato di mente occorre che il sanitario formalizzi una richiesta scritta attestante lo stato di necessità. E partecipi all' operazione di persona per gestire con competenza e immediatezza medica tutti i dettagli dell' emergenza. Lo ha evidenziato il comando della polizia municipale di Torino con la circolare n. 85 del 13 agosto 2015, immediatamente successiva ai tragici fatti di cronaca che hanno riportato alla ribalta la complessità della questione. La ripartizione delle competenze in materia di ricovero coatto è da sempre oggetto di dispute molto accese tra strutture sanitarie e forze di polizia. E questo per l' apparente lacunosa definizione normativa degli ambiti di intervento in riferimento, in particolare, all' accompagnamento forzato del soggetto. L' iniziativa in materia di accompagnamento coattivo del malato di mente spetta ai medici qualificati che procedono alla redazione della proposta di ricovero ai sensi della legge 833/1978. Il sindaco, nella sua qualità di autorità sanitaria locale, dispone quindi, con ordinanza motivata, il provvedimento di trattamento obbligatorio. Nell' esecuzione di un' ordinanza di ricovero coatto la presenza del personale sanitario è indispensabile per la tutela della salute del paziente, la cura della persona nonché il possibile recupero di un suo eventuale consenso. Solo quando è conclamata e persistente la determinazione di rifiuto, gli operatori sanitari possono richiedere l' uso della coazione fisica alla polizia. Nell' immediatezza dell' intervento delle forze dell' ordine e degli operatori sanitari si mantiene comunque una netta separazione dei ruoli. L' uno dedicato alla garanzia del rispetto delle norme nell' eventuale uso della forza e l' altro, obbligatorio, sempre mirato alla tutela della salute e al recupero dell' eventuale consenso del paziente. La demarcazione delle competenze deve sempre tener conto della necessità della massima collaborazione in ordine agli adempimenti da espletare per l' esecuzione dell' ordinanza sindacale di adozione del trattamento sanitario obbligatorio, che si traduce nella necessità di azione congiunta e presenza contestuale degli operatori sanitari e di polizia, sia pure con distinti ambiti di intervento e di responsabilità. E senza la necessaria presenza degli organi di polizia in caso di situazioni ordinarie. Nella pratica operativa però succede esattamente il contrario. Molti interventi di emergenza vengono curati solo dagli organi di polizia mentre altri, pur debitamente Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 18 11 settembre 2015 Pagina 34 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione qualificati come interventi sanitari obbligatori, sono delegati principalmente agli organi di polizia. In questo caso a parere del comando torinese prima di mettere mano sulle persone il medico dovrà almeno attestare lo stato di necessità. E continuare a presenziare per verificare scrupolosamente lo stato di salute del malato. Nel caso di intervento di emergenza senza medici sul posto spetterà comunque alla polizia decidere, in attesa di un sanitario. STEFANO MANZELLI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 19 11 settembre 2015 Pagina 34 Italia Oggi Pubblica Amministrazione lo scadenzario degli enti locali GIOVEDÌ 10 SETTEMBRE Personale. Entro oggi effettuare il versamento all' Inpdap delle quote dovute per il mese precedente per l' ammortamento delle sovvenzioni in conto concessione del quinto delle retribuzioni, cumulativamente per tutti i dipendenti, sul c/c postale n. 980004. MARTEDÌ 15 SETTEMBRE Monitoraggio debiti commerciali. Le pubbliche amministrazioni comunicano, m e d i a n t e l a piattaforma elettronica d e l M e f p e r l a certificazione dei crediti i dati relativi ai debiti non estinti, certi, liquidi ed esigibili per s o m m i n i s t r a z i o n i , f o r n i t u r e e appalti e obbligazioni relative a prestazioni professionali, per i quali, nel mese precedente, sia stato superato il termine di scadenza senza che ne sia stato disposto il pagamento. LUNEDÌ 21 SETTEMBRE Modello 770. Presentazione all' Agenzia delle entrate della dichiarazione Modello 770 Ordinario e semplificato relativo all' anno solare precedente. MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE Personale. Emettere i mandati di pagamento degli stipendi al personale dipendente e curarne la consegna al Tesoriere comunale. M E R C O L E D Ì 3 0 S E T T E M B R E Bilancio Consolidato. Termine per l' approvazione del bilancio consolidato 2014 per gli enti che hanno partecipato alla sperimentazione contabile. Bilancio di previsione 2015 province e Città metropolitane. Termine per l' approvazione del bilancio di previsione per l' anno 2015 (termine ulteriormente differito dal decreto mininterno 30/07/2015 pubblicato nella G.U. 175 del 30/07/2015). Unioni di comuni. Le unioni di comuni e le comunità montane svolgenti l' esercizio associato di funzioni comunali, devono inviare la richiesta del contributo di cui al dm 1° settembre 2000, n. 318 entro il 30/9 dell' anno di costituzione, per la relativa attribuzione entro il successivo 31 ottobre. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 20 11 settembre 2015 Pagina 34 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Province, esuberi ancora al palo I trasferimenti dei dipendenti in sovrannumero delle province restano ancora al palo. Il dpcm 26 giugno 2015, contenente la «Definizione delle tabelle di equiparazione fra i livelli di inquadramento previsti dai contratti collettivi relativi ai diversi comparti di contrattazione del personale non dirigenziale» registrato dalla Corte dei conti e ora in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, non è in grado di risolvere i problemi posti dalla riforma delle province, che restano tutti sul tappeto e, anzi, si aggravano. Mobilità al palo. Il Dpcm che tra breve entrerà in vigore da molti è considerato la chiave per aprire le procedure di mobilità intercompartimentale e sbloccare, quindi, la s i t u a z i o n e d e i c i r c a 2 0 m i l a dipendenti provinciali in sovrannumero. Le cose non stanno così. Il Dpcm è utile solo per le tabelle di equiparazione nel caso di trasferimenti tra diversi comparti della p.a., ma di per sé non fornisce alcuna spinta al complicatissimo processo di ricollocazione dei dipendenti provinciali in sovrannumero. Del resto, in attesa che si avvii la piattaforma telematica per gestire la mobilità prevista da un altro Dpcm ancora fermo per l' opposizione delle regioni, i dipendenti provinciali avrebbero potuto senza alcuna necessità di tabelle di equiparazione passare a comuni e regioni, che fanno parte del medesimo comparto. Le mobilità tra province e altri enti locali, invece, ci sono state col contagocce, anche perché la gran parte delle province non ha formalmente approvato liste nominative dei propri dipendenti in sovrannumero. Trattamento economico. Il Dpcm sulle tabelle di equiparazione garantisce ai dipendenti che passino da un' amministrazione all' altra «il trattamento economico fondamentale e accessorio ove più favorevole limitatamente alle voci con carattere di generalità e natura fissa e continuativa». Non si rispetta, per quanto riguarda i provinciali, la previsione di cui all' articolo 1, comma 96, lettera a), della legge 56/2014, che invece garantisce ai dipendenti provinciali l' intero trattamento economico, ponendone il finanziamento a carico delle province. Il governo ha inserito questa clausola che modifica l' assetto normativo consapevole che la legge 190/2014, avendo imposto un prelievo forzoso di 3 miliardi a regime alle province non consente di prelevare da esse le risorse per finanziare anche integralmente il personale da trasferire (la cifra si aggira intorno agli 840 milioni). Tuttavia, è evidente che non essendo stato abolito l' articolo 1, comma 96, della legge Delrio ciascun dipendente ha un diritto fondato dalla legge a non vedersi decurtato lo stipendio e potrebbe rivolgersi giudizialmente avverso la provincia, per ottenere da questa il trasferimento delle risorse che finanziano il trattamento economico verso l' ente di destinazione. Anche in questo caso il rischio di un contenzioso incontrollabile è enorme e altrettanto Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 21 11 settembre 2015 Pagina 34 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione grande è la probabilità di un salasso per le province. Bandi in corso. C' è poi il problema dei bandi di mobilità in corso, quelli che ai sensi della circolare 1/2015 della Funzione pubblica si sono considerati legittimi se riservati ai dipendenti provinciali in sovrannumero. Di particolare delicatezza è quello per 1031 posti presso il ministero della giustizia, la cui procedura si avvicina verso i colloqui selettivi. Oltre a non essere stato interamente riservato ai dipendenti provinciali, il bando e la connessa procedura sono particolarmente delicati perché hanno partecipato moltissimi dipendenti provinciali e di città metropolitane non formalmente inseriti nelle liste dei soprannumerari. LUIGI OLIVERI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 22 11 settembre 2015 Pagina 35 Italia Oggi Pubblica Amministrazione nei raggruppamenti temporanei Progettisti senza requisiti Negli appalti integrati di lavori, i progettisti indicati non assumono la qualità di concorrenti e non sono tenuti alla dimostrazione dei requisiti e agli adempimenti prescritti per i raggruppamenti temporanei. Lo stabilisce il Tar Piemonte sez. II con la sentenza del 14 agosto 2015 n.1335 rispetto a un ricorso nel quale si eccepiva che il raggruppamento di progettisti indicato dall' impresa partecipante a un appalto integrato di progettazione e costruzione, non fosse in possesso dei requisiti di capacità previsti dal disciplinare di gara per i raggruppamenti di progettisti indicato dalle imprese. I giudici hanno respinto il ricorso affermando che le norme del regolamento del codice (dpr 207/2010) «si riferiscono ai soggetti che presentano l' offerta in associazione temporanea e che assumono la qualifica di concorrenti (prima) e di contraenti (poi, in caso di aggiudicazione) con la stazione appaltante». La sentenza chiarisce che se i progettisti indicati non assumono la qualità di concorrenti, non sono tenuti alla dimostrazione dei requisiti e agli adempimenti prescritti dalla normativa vigente per i raggruppamenti temporanei. Da ciò discende, dice la sentenza, che le regole sulla conformazione interna dei raggruppamenti e sulla qualificazione in misura maggioritaria del progettista capogruppo risultano direttamente applicabili soltanto ai veri e propri raggruppamenti temporanei di progettisti. E non possono essere estese in modo cogente alle ipotesi in cui la concorrente si avvalga, per l' appalto integrato, di uno staff di progettisti indicati in sede di offerta, ai quali non può imporsi il rispetto di determinate forme organizzative. Per i progettisti indicati, secondo i giudici, la stazione appaltante ha lasciato libertà organizzativa, limitandosi a richiedere il possesso globale e cumulativo delle qualificazioni nelle classi e categorie di progettazione, senza imporre percentuali minime o maggioritarie di fatturato per il capogruppo e per i mandanti. Ancora di più è legittimo che il giovane professionista (obbligatorio nei raggruppamenti di progettisti) non abbia indicato alcun servizio utile alla qualificazione, in considerazione della peculiarità delle figura all' interno del raggruppamento e dello scopo perseguito dal legislatore. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 23 11 settembre 2015 Pagina 35 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Verifiche di Cantone sugli appalti del Campidoglio come per Expo senza rallentare i cantieri Giubileo, scudo anticorruzione Imprese scelte a caso dal computer per lavori sotto il milione di Controlli preventivi, da attuare in tempi rapidi, sugli atti di gara predisposti della stazione appaltante e sulla fase di esecuzione dei contratti con esclusione degli affidamenti sotto i 40 mila euro. Sono questi i controlli che l' Autorità nazionale anticorruzione (Anac) applicherà, secondo lo schema della vigilanza collaborativa, agli appalti che il comune di Roma dovrà affidare per la realizzazione degli interventi connessi al prossimo Giubileo straordinario che prenderà il via l' 8 dicembre 2015. Si tratterà di 33 interventi per i quali sono previsti 50 milioni di stanziamento, ma non è escluso che la lente di ingrandimento di Cantone possa essere indirizzata anche su altri appalti connessi all' evento. Il modello delineato nel protocollo siglato l' 8 settembre da Cantone e Marino è mutuato dall' esperienza di Milano e degli appalti di Expo 2015 che ha portato la task force Anac (con l' UosUnità operativa speciale composta anche da funzionari della Guardia di finanza) a intervenire in base ai poteri speciali assegnati dal decreto 90/2014. Con la sigla del protocollo Anaccomune di Roma il presidente dell' Authority può così dire ormai realizzato l' obiettivo che si era posto mesi fa di valorizzare ed estendere l' esperienza della cosiddetta vigilanza collaborativa negli appalti pubblici. Anche in questo caso verrà creato per una amministrazione locale, una sorta di scudo anticorruzione che, senza bloccare o rallentare i cantieri, permetterà all' Autorità di verificare in via preventiva gli atti e la documentazione di gara per l' affidamento e l' esecuzione delle opere. L' obiettivo è quello di accompagnare la realizzazione delle opere, che devono essere portate a termine, ma senza sbavature o illegalità e non più di intervenire ex post bacchettando l' operato della stazione appaltante, senza peraltro una particolare efficacia. La prima esperienza di questo tipo di vigilanza fu sostanzialmente imposta nel caso dell' Expo: nel caso di Roma e del Giubileo ci si arriva con un protocollo che ha anche un valore politico. A Milano, per Expo 2015, l' operazione è stata resa possibile anche dall' utilizzo di una piattaforma informatica che ha consentito di esaminare tutte le procedure nel giro di sette giorni (i rilievi di illegittimità dell' Uos riguardarono il 71% degli affidamenti). Tornando al Giubileo saranno sottoposti a verifica preventiva le proposte di determina a contrarre Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 24 11 settembre 2015 Pagina 35 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione precedenti all' avvio delle vere e proprie gare e tutti gli atti connessi all' affidamento: bandi di gara, lettere di invito, disciplinari, capitolati e schemi di contratto, provvedimenti di nomina dei commissari di gara e di costituzione della commissione aggiudicatrice, atti di verifica e esclusione delle offerte anomale e, ovviamente, i provvedimenti di aggiudicazione. Non solo. Sarà controllata dall' Anac anche la fase esecutiva del contratto: perizie di variante di importo superiore al 5% e proposte di perfezionamento di accordi bonari o transattivi. Anche sul fronte del contenzioso occorrerà che il comune di Roma si attivi tempestivamente per comunicare l' insorgere di controversie giudiziali e stragiudiziali. Saranno esclusi dai controlli gli affidamenti di servizi e forniture sotto i 40 mila euro, le varianti al di sotto del 5%, gli ordini di servizio dei direttori dei lavori relativi ad «aspetti di dettaglio» che non comportino aumento dell' importo contrattuale, le sponsorizzazioni e altri atti che non comportano spese. La scelta delle imprese esecutrici per importi al di sotto del milione di euro avverrà casualmente utilizzando un sistema informatico e con rotazione degli affidamenti. © Riproduzione riservata. PAGINA A CURA DI ANDREA MASCOLINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 25 11 settembre 2015 Pagina 35 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Anac: affidamenti negoziati in casi urgenti per evitare danni Opere, niente varianti Modifiche solo con gara In un appalto pubblico è illegittimo ricorrere alla variante in corso d' opera se cambia lo stato dei luoghi dopo l' aggiudicazione del contratto e occorre rinnovare la procedura di gara. È, invece, ammesso l' affidamento dei lavori a trattativa privata per prevenire ulteriori danni. È quanto ha precisato l' Autorità nazionale anticorruzione con il parere del 22 luglio 2015 (52/2015) che delinea con precisione i limiti per l' applicazione dell' istituto della variante in corso d' opera. Il caso esaminato dall' Autorità su richiesta di parere della stazione appaltante riguardava la possibilità di procedere alla stipula di un contratto d' appalto integrato, avviando immediatamente dopo, con ordine di servizio da impartire all' aggiudicataria, le procedure della variante progettuale in corso d' opera nell' ambito della somma aggiudicata. Era accaduto che la stipula del contratto era stata ritardata da un contenzioso maturato a valle dell' aggiudicazione e nel frattempo era avvenuto un crollo che aveva modificato lo stato dei luoghi. L' idea della stazione appaltante era stata quella di proporre all' aggiudicatario una variante al progetto originario da fare rientrare nel prezzo del contratto che si sarebbe dovuto stipulare. L' Autorità, preliminarmente, ha ricostruito il quadro normativo all' interno del quale è ammesso il ricorso alla variante in corso d' opera che è possibile (ai sensi dell' articolo 132 del codice dei contratti pubblici) per introdurre in un progetto in corso di esecuzione variazioni non previste dal contratto e che danno luogo ad alterazioni del prezzo d' appalto. La normativa circoscrive le fattispecie di variante perché le modifiche o le estensioni apportate all' oggetto del contratto dopo l' aggiudicazione o dopo la stipula sono illegittime per violazione delle direttive comunitarie e delle norme nazionali che dispongono l' obbligo della gara pubblica a garanzia della concorrenza. Nel caso di specie, quindi, la stazione appaltante non poteva ordinare una variante in primo luogo perché l' evento era sopravvenuto prima della stipula del contratto e perché tale circostanza aveva reso il contratto non più coerente, in ragione delle circostanze sopravvenute, con lo stato di fatto alla base del progetto e, dunque, non più rispondente alle esigenze dell' amministrazione. In secondo luogo, l' Autorità ritiene che il ricorso alla variante non sia possibile anche perché le variazioni al progetto posto a base di gara, dopo il crollo, non erano di scarsa entità. In sostanza la presenza di modifiche progettuali di non scarsa importanza, idonee con ogni probabilità a condurre a un esito diverso della procedura selettiva (diverso aggiudicatario e diverso prezzo di aggiudicazione), imponevano anche ai sensi della giurisprudenza comunitaria, la rinnovazione della Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 26 11 settembre 2015 Pagina 35 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione procedura di gara. L' Anac ha riconosciuto invece alla stazione appaltante, per fare fronte con estrema urgenza a una situazione che appariva avviata a un progressivo deterioramento, senza potere attendere i tempi imposti dai termini delle procedure delle gare, la possibilità di affidamento tramite procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando. Ma per il resto occorreva ricominciare con una nuova gara. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 27 11 settembre 2015 Pagina 36 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Alcotra, ecco i fondi Scadrà il 15 settembre 2015 il termine finale per accedere al primo bando per la presentazione di progetti singoli sul Programma Interreg VA FranciaItalia «Alcotra». Le risorse messe a bando ammontano a oltre 18,6 milioni di euro. Le proposte depositate devono riferirsi a uno dei seguenti obiettivi specifici (OS): Obiettivo specifico 2.2 «Aumentare la resilienza dei territori Alcotra maggiormente esposti ai rischi», Obiettivo specifico 3.1 «Incrementare il turismo sostenibile nell' area Alcotra» e Obiettivo specifico 4.1 «Favorire lo sviluppo di servizi sociosanitari per la lotta contro lo spopolamento delle aree montane e rurali». Il programma copre l' intera frontiera alpina tra l' Italia e la Francia e quindi i territori di Liguria, Piemonte, Valle d' Aosta, Provenza Costa Azzurra e Rhône Alpes. Ogni amministrazione elabora un dossier di domanda di contributo Fesr al 85% per le spese che la riguardano e porta un autofinanziamento o delle contropartite nazionali a copertura del restante 15%. Le attività e le spese le dovranno essere realizzate entro 18 mesi dalla concessione del contributo. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 28 11 settembre 2015 Pagina 36 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Gli enti hanno tempo fino al 30/9 per presentare progetti a valere sulle risorse statali Otto per mille, un' opportunità Cultura, calamità, assistenza, contrasto alla fame Beni culturali, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, contrasto alla fame nel mondo e edilizia scolastica sono gli ambiti dei progetti finanziabili a valere sui fondi dell' otto per mille a gestione statale. G l i enti locali su tutto il territorio nazionale hanno tempo fino al 30 settembre 2015 per la presentazione dei progetti, con esclusione dell' ambito edilizia scolastica. Solo le istanze per la categoria relativa alla ristrutturazione, il miglioramento, la messa in sicurezza, l' adeguamento antisismico e l' efficientamento energetico degli immobili adibiti ad istruzione scolastica non potranno essere ammesse. Per effetto di quanto previsto dall' articolo 1, commi 160 e 172, della legge 13 luglio 2015, n. 107 le risorse per l' edilizia scolastica, saranno destinate agli interventi necessari, a seguito di eventi eccezionali e imprevedibili, individuati annualmente con decreto del ministro dell' istruzione, dell' università e della ricerca. Gli enti possono presentare progetti negli altri ambiti come riportato di seguito. Interventi su beni culturali I comuni possono presentare progetti per la conservazione di beni culturali, riconosciuti ai sensi del Codice dei beni culturali. I fondi sono rivolti al restauro, alla valorizzazione, alla fruibilità da parte del pubblico di beni immobili o mobili, anche immateriali, che presentano un particolare interesse, architettonico, artistico, storico, archeologico, etnografico, scientifico, bibliografico e archivistico. La priorità è assegnata in base al rischio di perdita del bene, nonché al valore e alla fruibilità pubblica. Progetti per contrastare le calamità naturali I progetti possono riguardare la realizzazione di opere, lavori, studi, monitoraggi finalizzati alla tutela della pubblica incolumità da fenomeni geomorfologici, idraulici, valanghivi, meteorologici, di incendi boschivi e sismici. È finanziabile anche il ripristino di beni pubblici, inclusi i beni culturali, danneggiati o distrutti dalle medesime tipologie di fenomeni. Per il 2015 la priorità è assegnata in base al livello di rischio del sito oggetto di intervento e della relativa popolazione a seguito di un evento o un dissesto idrogeologico. Accoglienza dei rifugiati Altro tema caldo, che può beneficiare dei fondi, riguarda l' assistenza ai rifugiati. Le risorse sono dirette ad assicurare l' accoglienza, la sistemazione, l' assistenza sanitaria e i sussidi previsti dalla legge a coloro cui sono state riconosciute legalmente forme di protezione internazionale o umanitaria. I progetti possono rivolgersi anche a soggetti che hanno fatto richiesta di protezione internazionale, purché privi di mezzi di sussistenza e ospitalità in Italia. Sono prioritari i Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 29 11 settembre 2015 Pagina 36 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione progetti che si rivolgono alle categorie deboli e i progetti destinati alle categorie deboli e quelli che prevedono la destinazione diretta delle risorse utilizzate per l' intervento in favore dei beneficiari. Combattere la fame nel mondo Le risorse possono essere anche destinate a finanziare interventi per il contrasto alla fame nel mondo. Si tratta di interventi diretti alla realizzazione di progetti finalizzati all' obiettivo dell' autosufficienza alimentare nei paesi in via di sviluppo, nonché alla qualificazione di personale locale, da destinare a compiti di contrasto delle situazioni di sottosviluppo e denutrizione. Il personale può essere destinato anche a seguito di pandemie e di emergenze umanitarie che minacciano la sopravvivenza delle popolazioni locali. Questa è l' unica tipologia di interventi i cui progetti possono svolgersi anche all' estero. Domande entro il 30 settembre 2014 La presentazione delle domande deve avvenire entro e non oltre il 30 settembre 2015 direttamente alla Presidenza del consiglio dei ministri a mezzo raccomandata al seguente indirizzo: presidenza del consiglio dei ministri, dipartimento per il coordinamento amministrativo, presso Ufficio accettazione corrispondenza di palazzo Chigi, piazza Colonna 370, 00187 Roma. Possono anche essere trasmesse via Pec a [email protected]. ROBERTO LENZI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 30 11 settembre 2015 Pagina 36 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Restyling energetico La regione Lombardia ha pubblicato il bando per la riqualificazione energetica degli edifici di proprietà dei comuni con popolazione sino a mille abitanti, delle comunità montane, delle fusioni e delle unioni d i comuni. Il bando è stato emanato nell' ambito del Programma operativo regionale 20142020 Asse prioritario IV «Sostenere la transizione verso un' economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori» e porta in dote uno stanziamento di 7 milioni di euro. Possono presentare domanda i comuni con popolazione sino a mille abitanti, le unioni d i comuni, le comunità montane e i comuni nati da fusione di comuni istituiti a decorrere dal 1° gennaio 2011. Sono considerati ammissibili i progetti di riqualificazione energetica, anche mediante demolizione e ricostruzione, che consentano di migliorare le prestazioni energetiche di edifici di proprietà pubblica, destinati all' uso pubblico, con l' esclusione degli edifici adibiti a residenza e assimilabili. La domanda dovrà essere presentata a partire dalle ore 12 del 16 novembre 2015, sino all' avvenuto esaurimento della dotazione finanziaria. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 31 11 settembre 2015 Pagina 37 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Il primo dei non eletti voleva prendere il posto di un consigliere deceduto L' assessore non subentra L' ex membro della giunta decade dal consiglio U n consigliere comunale, risultato primo dei non eletti alle ultime consultazioni amministrative, può subentrare, in qualità di componente del consiglio comunale, a u n consigliere eletto nella medesima lista e successivamente deceduto? Nella fattispecie in esame, il primo dei non eletti di una lista ha chiesto al sindaco e al p r e s i d e n t e d e l consiglio d e l l ' ente d i riconoscere il proprio diritto a subentrare, in qualità di componente del consiglio comunale, a un consigliere eletto nella medesima lista e successivamente deceduto. Già in precedenza i l consiglio comunale aveva provveduto a deliberare la surroga di altro consigliere eletto sempre nella medesima lista e che lo stesso richiedente, in tale circostanza, non è stato tenuto in considerazione ai fini della surroga, in quanto, pur risultando primo dei non eletti, era stato nominato assessore del medesimo ente. Essendosi successivamente dimesso dalla carica assessorile, il predetto ha chiesto di poter subentrare al consigliere deceduto in qualità di surrogante, atteso che, a suo avviso, nei suoi confronti non avrebbe spiegato effetti l' art. 64, comma 2, del decreto legislativo n. 267/00 che prevede, per i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, la cessazione dalla carica del consigliere che abbia accettato la nomina ad assessore della rispettiva giunta. Ciò in considerazione della circostanza che non sarebbe mai stato «proclamato eletto» e pertanto, non avrebbe acquisito lo status di consigliere comunale. Ai sensi del citato art. 64, comma 2, nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, «qualora un consigliere comunale o provinciale assuma la carica di assessore nella rispettiva giunta, cessa dalla carica di consigliere all' atto dell' accettazione della nomina, ed al suo posto subentra il primo dei non eletti». Il Consiglio di stato, sezione prima, con parere n. 2755 del 13 luglio 2005, reso in ordine all' art. 64 del decreto legislativo n. 267/2000, a suo tempo diramato dal ministero dell' interno con circolare n. 5 del 13 settembre 2005, ha evidenziato che, per i comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, la cessazione dalla carica di consigliere costituisce un effetto legale automatico, cui segue, sempre ex lege, la sostituzione del consigliere nominato assessore con il consigliere risultato primo dei non eletti nella medesima lista. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 32 11 settembre 2015 Pagina 37 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione Nella vicenda prospettata, l' avvenuta accettazione dell' incarico di assessore da parte del primo degli eletti nella lista, nelle ultime consultazioni elettorali, ha determinato, ex lege, l' acquisizione dello status di consigliere da parte dello stesso. Tuttavia, la nomina contestuale di quest' ultimo a membro della giunta ha determinato automaticamente la decadenza dello stesso dalla carica di consigliere comunale. QUORUM STRUTTURALE Qual è il quorum strutturale necessario per la validità delle sedute del consiglio comunale? Se tra la fonte statutaria e quella regolamentare si determina un contrasto, quale delle due disposizioni dovrebbe essere applicata? L' art. 38, comma 2, del Tuel n. 267/00 demanda al regolamento comunale, «nel quadro dei principi stabiliti dallo statuto» la determinazione del «numero dei consiglieri necessario per la validità delle sedute», con il limite che detto numero non può, in ogni caso, scendere sotto la soglia del «terzo dei consiglieri assegnati per legge all' ente, senza computare a tale fine il sindaco e il presidente della provincia»; quest' ultimo assunto deve essere inteso nel senso che, limitatamente al computo del «terzo» dei consiglieri, il sindaco deve essere escluso. Nel caso di specie, alcuni consiglieri comunali hanno evidenziato un contrasto tra la previsione recata dello statuto comunale e il regolamento sul funzionamento del consiglio del citato ente locale. La prima delle due fonti normative, infatti, prevede la presenza della metà dei consiglieri assegnati al fine della validità delle sedute (cinque componenti); mentre, ai sensi della norma regolamentare, il consiglio potrebbe validamente deliberare con la presenza di «almeno sette consiglieri». Si sarebbe, pertanto, determinato un contrasto tra la fonte statutaria e quella regolamentare. In base al principio della gerarchia delle fonti, conformemente anche all' articolo 7 del decreto legislativo n. 267/00, che disciplina l' adozione dei regolamenti comunali «nel rispetto dei principi fissati dalla legge e dallo statuto» (cfr. sentenza Tar Lombardia, Brescia, n. 2625 del 28 dicembre 2009, Tar Lazio, n. 497 del 2011) la citata disposizione regolamentare dovrebbe essere disapplicata, prevalendo la norma statutaria. Tuttavia, appare opportuna la revisione delle disposizioni statuarie e regolamentari che disciplinano i quorum e le maggioranze necessarie per il funzionamento del consiglio, al fine di comporre la discrasia evidenziata tra le disposizioni richiamate e consentire il corretto adeguamento alle disposizioni di legge che hanno innovato in merito alla riduzione del numero dei componenti del consiglio comunale. inserire tassello. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 33 11 settembre 2015 Pagina 37 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Lo Scaffale degli Enti Locali Autore Paolo Carbone Titolo Riserve, transazione e accordo bonario negli appalti di lavori, servizi e f o r n i t u r e C a s a e d i t r i c e Maggioli, Rimini, 2015, pp. 400 Prezzo 46 Argomento Mentre per l' appalto di opere pubbliche la normativa regolamentare sulle riserve ha avuto una lunga elaborazione giurisprudenziale, quest' ultima manca negli appalti d i servizi e di forniture in ordine alle contestazioni di cui il dpr n. 207/2010, che contiene solo una disciplina appena embrionale, lasciando all' autonomia privata la più dettagliata regolamentazione dei tempi e delle modalità di formulazione di esse, sebbene sia facile presumere che i principi relativi alle riserve saranno applicati anche per le contestazioni. Il libro in questione offre quindi una completa ricostruzione del quadro normativo sugli istituti della riserva, della transazione e dell' accordo bonario negli appalti d i l a v o r i , servizi e f o r n i t u r e , illustrandone le applicazioni giurisprudenziali nella loro evoluzione. Il primo capitolo, dedicato all' analisi degli aspetti teorici e pratici dell' istituto della riserva, consente di individuare la corretta soluzione operativa per le molteplici questioni sul terreno, in relazione alla linea teorica scelta. La transazione e l' accordo bonario sono invece affrontati rispettivamente nel secondo e nel terzo capitolo, che rappresentano la naturale continuazione del discorso iniziato nel primo. Vengono illustrati nel dettaglio i due istituti, enucleando gli elementi di specificità che li contraddistinguono in relazione alla disciplina comune. Anche in questo caso l' esame degli aspetti teorici è sempre congiunto all' esposizione delle conseguenze di ordine pratico che ne discendono. L' accurato apparato di note riporta tutte le più rilevanti pronunce della giurisprudenza amministrativa sulla materia e i principali provvedimenti relativi ai tre istituti trattati. L' opera rappresenta un utile strumento operativo per i soggetti operanti nello scenario esecutivo dell' appalto, dagli appaltatori ai committenti, fino ai professionisti che li assistono. Gianfranco Di Rago. PAOLO CARBONE Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 34 11 settembre 2015 Pagina 38 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Per il Consiglio di stato il comune non può appropriarsi dei beni dell' azienda Project financing, limiti agli enti L' autotutela della p.a., se la società fallisce, va circoscritta Dal Consiglio di stato arriva uno stop per gli enti pubblici concedenti all' esercizio di poteri d i n a t u r a pubblicistica n e l l ' a m b i t o d e l l e concessioni d i l a v o r i pubblici realizzate in project financing. Con la sentenza n. 3631 del 21 luglio 2015, i giudici di palazzo Spada hanno esaminato il ricorso presentato dalla curatela fallimentare di u n a società m i s t a i n c a r i c a t a d e l l a realizzazione e gestione di un parcheggio in finanza di progetto contro il provvedimento con il quale il comune concedente, nonché socio di maggioranza della società, esercitando i poteri di autotutela demaniale ex articolo 826 codice civile, acquisiva l' area su cui insiste il parcheggio al proprio patrimonio indisponibile. La società mista concessionaria, al momento del fallimento, risultava titolare di due distinte concessioni: u n a a v e n t e a d o g g e t t o l a costruzione e gestione di un parcheggio multipiano e una avente ad oggetto esclusivamente la gestione di aree pubbliche di sosta. In seguito al fallimento, il comune procedeva a dichiarare la società decaduta da entrambe le concessioni e, con provvedimento successivo, accertava la caducazione automatica di tutti gli accordi accessori alle concessioni, tra i quali il contratto di cessione del diritto di superficie sulle aree adibite ai parcheggi, ordinandone, di conseguenza, lo sgombero e disponendone l' acquisizione al proprio patrimonio indisponibile. Nell' accogliere le motivazioni su cui si basa l' impugnativa al Consiglio di stato da parte degli organi del fallimento, i giudici richiamano la precedente sentenza n. 1600 del 14 aprile 2008, con la quale viene chiarito che la distinzione tra concessione di lavori pubblici e concessione di pubblico servizio si fonda su un criterio di tipo «funzionale», oltre a quello della «prevalenza economica». Di conseguenza, si configura una concessione di lavori pubblici qualora la gestione del servizio si renda strumentale alla costruzione dell' opera, in quanto funzionale al reperimento dei mezzi finanziari necessari alla sua realizzazione; d' altra parte, una concessione si qualifica di servizio pubblico nei casi in cui la realizzazione dei lavori è necessaria a garantire la gestione di un servizio, il cui funzionamento è comunque assicurato da un' opera esistente. Nel caso in questione, quindi, la concessione per la realizzazione e gestione del parcheggio si inquadra nell' ambito delle concessioni di lavori pubblici: il parcheggio multipiano interrato, infatti, aumentando la capacità di spazi di sosta sul territorio comunale, si configura come opera di pubblica utilità, la cui costruzione non è imposta da alcuna norma di legge e Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 35 11 settembre 2015 Pagina 38 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione per la cui realizzazione mediante project financing viene fatto ricorso principalmente a capitali di origine privata. Viceversa, la concessione per la gestione delle aree pubbliche di sosta risulta essere strumentale alla gestione di un servizio previsto dal Codice della strada, quello della riscossione dei proventi dei parcheggi a pagamento, afferendo così alla categoria delle concessioni di servizio pubblico. Sulla base della suddetta distinzione, i giudici amministrativi procedono a chiarire le diverse conseguenze del fallimento della società sulle due concessioni in essere. Sebbene venga riconosciuta la legittimità da parte del comune a dichiarare la decadenza di entrambe le concessioni, solo relativamente alla concessione di servizio pubblico, ovvero quella consistente nella gestione delle aree pubbliche di sosta, l' ente concedente può procedere, al fine di far fronte all' interruzione di pubblico servizio, all' acquisizione in autotutela delle aree in concessione. Viceversa, per quanto riguarda la concessione per la costruzione e gestione del parcheggio multipiano, la riacquisizione delle aree al proprio patrimonio indisponibile comporterebbe l' appropriazione illegittima da parte del comune di un bene privato, essendo il parcheggio realizzato su un' area concessa dal comune con diritto di superficie alla società concessionaria, che ne risulta pertanto proprietaria ai sensi dell' articolo 952 codice civile. A questa conclusione si giunge anche nel caso in oggetto, in cui l' amministrazione comunale possiede la maggioranza nella società mista fallita: non appare, infatti, ammissibile che il Comune possa sollevarsi dal rischio di impresa implicitamente assunto al momento della costituzione della società, ricorrendo alle prerogative proprie degli enti pubblici, quali l' esercizio dell' autotutela demaniale. I giudici di Palazzo Spada, accogliendo le istanze della curatela, rilevano anche la violazione del principio della par condicio creditorum, dal momento che l' amministrazione comunale, soddisfacendo le proprie ragioni di credito derivanti dal fallimento tramite l' esercizio dei propri poteri autoritativi, sottrae alla massa passiva dei creditori l' unico cespite patrimoniale caduto nella procedura concorsuale. Infine, l' impossibilità per il comune di agire in autotutela emerge anche in merito alla realizzazione delle opere tramite project financing: infatti, dal momento che il ritorno per i finanziatori del progetto è garantito esclusivamente dai flussi finanziari derivanti dall' investimento stesso, appare necessario prevedere forme di garanzia patrimoniale che consentano a questi di mitigare gli effetti negativi di un eventuale default del concessionario. In conclusione, il ricorso da parte del Comune ai propri poteri di autotutela al fine di riacquisire le aree adibite alla costruzione del parcheggio multipiano in finanza di progetto, non solo risulta essere in conflitto con la natura privata del bene, ma lede anche il principio della par condicio creditorum e indebolisce il sistema di garanzie a tutela dei finanziatori, minando pericolosamente le basi stesse del project financing. FILIPPO FRIZZI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 36 11 settembre 2015 Pagina 38 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Tassa rifiuti, il comune può istituire tariffe differenziate per i B&B Il comune può del tutto legittimamente, ai fini delle determinazione delle tariffe Tarsu, se lo ritenga opportuno, stabilire una differenziazione tra l' attività di bed and breakfast (B&B), svolta in una civile abitazione, rispetto alla tariffa ordinariamente dovuta da quest' ultima. Questa è la massima di una recente sentenza della Corte di cassazione (Cass. 19 Agosto 2015 n. 16972), che inerisce la Tarsu, che come è noto, è stata ormai sostituita prima dalla Tares e poi, attualmente dalla Tari, istituita con l' art. 1 c. 639 della legge 147/2013. La giurisprudenza in esame riguarda il ricorso avverso l' avviso di accertamento di un ente locale, di un contribuente che, nell' immobile censito al catasto come civile abitazione, dove risiede esercita congiuntamente l' attività di bed and breakfast: tale attività consiste nell' erogazione dei servizi d i a l l o g g i o e n e l l ' erogazione della prima colazione, includendo in essa anche la biancheria, la conseguente pulizia dei locali e la fornitura dei beni d i consumo, inclusi i beni igienicosanitari e alimentari messi a disposizione degli avventori, da parte del proprietario che le gestisce avvalendosi della normale organizzazione dei propri familiari. La Cassazione ricorda che il comune può istituire, ai sensi dell' art. 49 del dlgs n. 22 del 1997, tariffe differenziate per fasce di utenza che distinguano l' uso domestico e quello non domestico, previo accertamento dell' uso effettivo dei relativi immobili, essendo irrilevante la classificazione catastale (cfr. Cass. sez. 5, sentenza n. 18501 del 10/8/2010). L' applicazione della tassa smaltimento rifiuti di cui al dlgs n. 507/1993, come ricordano i giudici della Cassazione, è disciplinata dal regolamento comunale i n materia e dai provvedimenti allo stesso correlati, con particolare riferimento alla determinazione del costo complessivo del servizio, della percentuale di copertura del medesimo, nonché alla individuazione e strutturazione delle categorie di contribuenza e alla loro specificazione, e quindi alle valutazioni e accertamenti effettuati in merito alla effettiva produzione dei rifiuti, che risultano differenziati in relazione alle peculiari caratteristiche di ciascun territorio comunale. Ricordando che l' attività esercitata di B&B non necessita di una modifica di destinazione d' uso dell' immobile in cui detta attività è esercitata, i giudici hanno ritenuto che quindi sarebbe illegittima una tassa relativa ai B&B determinata con le stesse modalità di quella dovuta dagli alberghi, in quanto le Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 37 11 settembre 2015 Pagina 38 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione due fattispecie non sono assimilabili a tali fini, in quanto i bed & breakfast, svolgendo attività ricettiva in maniera occasionale e priva di carattere imprenditoriale, non possono, per espressa previsione normativa, essere equiparati alle strutture ricettive che svolgono l' attività professionalmente come alberghi, hotel ecc. Invece ciò che risulta effettivamente rilevante ai fini di cui trattasi sono le qualità e quantità di rifiuti prodotti e non la destinazione d' uso dell' immobile. Infatti le attività di accoglienza ricettiva esercitate da privati che, in via occasionale o saltuario, senza carattere di imprenditorialità e avvalendosi della organizzazione familiare utilizzano parte della propria abitazione fino a un numero massimo di camere o posti letto, fornendo ai turisti alloggio e prima colazione sono classificate come B&B. Deve, quindi, ritenersi legittimo da parte del comune istituire, pur nell' ambito della destinazione a civile abitazione, una tariffa differenziata per l' uso che si fa di un immobile, a prescindere dalla destinazione catastale, verificando l' utilizzo in concreto da parte del proprietario di servizi come il cambio della biancheria, la pulizia dei locali, la fornitura del materiale di consumo a fini igienico sanitari, la manutenzione ordinaria degli impianti e gli altri analoghi, quando tali servizi non siano riferibili solo al proprietario, ma anche ai clienti della struttura adibita a bed & breakfast. E s s e n d o l ' imposta correlata alla capacità produttiva di rifiuti (come ricordato anche dalla giurisprudenza europea), deve ritenersi legittima la determinazione, assunta con la delibera commissariale citata, di prevedere una sottocategoria con valori e coefficienti di quantità e qualità intermedi tra le sottocategorie di civile abitazione e alberghi che tenga conto della promiscuità tra l' uso normale abitativo e la destinazione ricettiva a terzi. Non si ravvisano, quindi, profili di illegittimità nella delibera dell' ente locale, che possa tener conto dei principi illustrati dalla Cassazione e finora illustrati. DUCCIO CUCCHI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 38 11 settembre 2015 Pagina 39 Italia Oggi Pubblica Amministrazione È l' effetto dell' applicazione della nuova contabilità. Segnalazioni alla Corte conti Bilanci, il disavanzo si fa in due Ordinario o straordinario, il ruolo dei revisori è cruciale Per la prima volta nel corso di quest' anno gli enti territoriali si possono essere trovati a gestire due diversi tipi di disavanzo di amministrazione: il disavanzo «ordinario» previsto dall' art. 188 del Tuel e un disavanzo «straordinario» che può essere derivato dall' operazione di riaccertamento straordinario dei residui effettuato ai sensi dell' art.3 del dlgs 118/11. Partiamo dal disavanzo previsto dal Tuel. Con l' approvazione del rendiconto della gestione si determina il risultato di amministrazione. Tale risultato risulta dalla somma algebrica tra il fondo di cassa al 31/12 aumentato del valore dei residui attivi e diminuito dei residui passivi alla stessa data. A partire dal 2015 il dettato normativo del Tuel, modificato recentemente dal dlgs 126/14 a seguito dell' entrata in vigore della riforma della contabilità armonizzata, chiarisce che «tale risultato non comprende le risorse accertate che hanno finanziato spese impegnate con imputazione agli esercizi successivi, rappresentate dal fondo pluriennale vincolato determinato in spesa del conto del bilancio». La norma chiarisce che l' eventuale disavanzo che possa scaturire dall' approvazione del rendiconto di gestione deve essere immediatamente applicato all' esercizio in corso di gestione contestualmente all' approvazione del rendiconto. Se il disavanzo fosse accertato in costanza di esercizio provvisorio, l' ente è obbligato ad approvare il bilancio di previsione per la copertura del suddetto disavanzo. Infatti il disavanzo accertato ai sensi dell' art. 186 del Tuel può essere ripianato nel primo esercizio o negli esercizi successivi al primo previsti nel bilancio di previsione ma comunque non oltre la durata della consiliatura (il disavanzo deve essere «applicato» al bilancio prime di tutte le altre spese). Il ripiano del disavanzo deve essere oggetto di una specifica delibera consiliare nella quale sono individuate le modalità e i tempi del ripiano stesso. Tale delibera deve essere sottoposta al preventivo parere dell' Organo di revisione. Semestralmente il sindaco o il presidente del consiglio presentano una relazione, accompagnata da un ulteriore parere dell' organo di revisione, con la quale danno atto del rispetto del piano di rientro approvato. Per fare fronte alla copertura del disavanzo l' ente può utilizzare: economie di spesa e/o maggiori entrate, escludendo quelle derivanti da indebitamento e quelle con specifico vincolo di destinazione, nonché i proventi derivanti dalle alienazioni di beni patrimoniali disponibili e altre entrate in c/capitale Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 39 11 settembre 2015 Pagina 39 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione per coprire gli squilibri di parte capitale. Inoltre in deroga a quanto previsto dall' art.1, comma 169, della legge 296/2006, è concesso all' ente di modificare, con apposita delibera da allegare al bilancio d i previsione e al rendiconto, le tariffe e le aliquote relative ai tributi di propria competenza per coprire il disavanzo di amministrazione. Le regioni ripianano il disavanzo «ordinario» di amministrazione secondo quanto previsto dall' art.42, comma 12 del dlgs n118/11 che sostanzialmente ricalca quanto previsto per gli enti locali. Altra cosa è invece il disavanzo «straordinario» o il maggior disavanzo che si può generare a seguito dell' operazione di riaccertamento straordinario dei residui. Infatti il comma 7 dell' art.3 del dlgs n118/11 recita così: «Al fine di adeguare i residui attivi e passivi risultanti al 1° gennaio 2015 al principio generale della competenza finanziaria enunciato nell' allegato n. 1, le amministrazioni pubbliche di cui al comma 1, escluse quelle che hanno partecipato alla sperimentazione nel 2014, con delibera di giunta, previo parere dell' organo di revisione economicofinanziario, provvedono, contestualmente all' approvazione del rendiconto 2014, al riaccertamento straordinario dei residui». L' operazione di riaccertamento straordinario, con la rideterminazione del risultato di amministrazione a seguito dell' attuazione del comma 7 (cancellazione e reimputazione dei residui attivi e passivi oltre che l' accantonamento di una quota del risultato di amministrazione al 1° gennaio 2015 al fondo crediti di dubbia esigibilità) può generare un disavanzo di amministrazione o un maggiore disavanzo rispetto a quanto risultante dal rendiconto 2014. Nelle more dell' emanazione di un decreto che definisca, ente per ente, i tempi e le modalità del ripiano del disavanzo tenendo conto dell' entità del fenomeno e della dimensione demografica e di bilancio dei singoli enti, il comma 16 dell' art.3, così come modificato dalla legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di Stabilità 2015), stabilisce che l' eventuale maggiore disavanzo di amministrazione possa essere ripianato in non più di 30 esercizi in quote costanti. L' aggiornamento del testo normativo apportato della legge 190/14, ridetermina il periodo di copertura del disavanzo in trent' anni anche per gli enti sperimentatori per i quali inizialmente la norma prevedeva un termine di dieci anni. Per le modalità di copertura un ulteriore decreto prevede che nel caso in cui il disavanzo da riaccertamento straordinario coincida con il disavanzo del rendiconto 2014, gli enti provvedano al ripiano con le stesse modalità previste dall' art.188 del Tuel. Per far fronte, invece, al maggior disavanzo (rispetto al risultato 2014) possono svincolare quote vincolate del risultato di amministrazione quando il vincolo sia stato formalmente attribuito dall' ente, utilizzare la quote dell' avanzo di amministrazione genericamente destinate agli investimenti eliminando anche in questo caso il vincolo (escluse le quote finanziate con debito) o utilizzare i proventi derivanti dall' alienazione dei beni patrimoniali disponibili. In questo ultimo caso le entrate da alienazioni patrimoniali vengono accertate secondo quanto previsto dal principio applicato 4/2 concernente la contabilità finanziaria. Nelle more della realizzazione dei suddetti proventi, il citato decreto prevede un accantonamento tra le spese di un fondo di pari importo da stornare al momento dell' accertamento dell' entrata. L' Organo di revisione, come già accadeva per il ripiano del disavanzo «ordinario» ha un ruolo importante in quanto deve segnalare alla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti e, nel caso degli enti locali anche al Prefetto, la mancata adozione della delibera consiliare e/o la mancata applicazione delle quote del disavanzo al bilancio di previsione in corso di gestione. In caso di esercizio provvisorio l' applicazione delle quote del disavanzo avviene al momento dell' approvazione del bilancio di previsione. La prima verifica del ripiano delle singole quote applicate al bilancio si fa in occasione dell' approvazione del rendiconto della gestione 2015. Se dalla verifica risulta che il disavanzo applicato al bilancio non è stato recuperato in tutto o in parte, la quota non recuperata deve essere interamente applicata al primo esercizio del bilancio di previsione 2016/2018 e così a regime negli anni successivi fintanto che non risulta ripianato tutto il disavanzo da riaccertamento straordinario. Sia in occasione della redazione della relazione sulla gestione che accompagna il rendiconto sia nella nota integrativa che accompagna il bilancio di previsione, si deve dare atto del ripiano dell' eventuale Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 40 11 settembre 2015 Pagina 39 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione disavanzo di amministrazione tenendo distinti il disavanzo «ordinario» e quello da riaccertamento straordinario. *presidente Ancrel Toscana e Liguria. LUCIANO FAZZI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 41