Istituto MEME: Arte Terapia e riabilitazione
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Istituto MEME: Arte Terapia e riabilitazione
Istituto MEME associato a Université Européenne Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles “Arte terapia e riabilitazione: work in progress” Scuola di Specializzazione: Relatore: Contesto di Project Work: Tesista Specializzando: Arti Terapie Roberta Frison Centro diurno Puzzle Maddalena Petrozzino Anno di corso: Secondo anno Modena: 21 maggio 2011 Anno Accademico: 2010 - 2011 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 Indice dei Contenuti 1. L’introduzione 3 2. L’arte terapia 4 Le regole setting e atelier 11 La storia 12 L’arte e psicoanalisi 13 I materiali 18 L’immagine e arte terapia 20 3. Il luogo intervento 22 4. La patologia 25 5. Il project work 30 ___________________________________________________________________ 2 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 1. L’INTRODUZIONE Il project work da me sviluppato nasce dal proposito di proporre una visione di arteterapia capace di utilizzare vissuti ed emozioni non in ambito interpretativo ma come “motore immobile” attorno al quale ruota l’esperienza del benessere psicofisico del paziente e, nel caso di persone con problematiche legate a traumi celebrali, attorno al quale nasce e si sviluppa il percorso riabilitativo. La composizione creativa, il materiale utilizzato, le opere create e i vissuti da esse emersi vengono accolti e custoditi al fine di diventare, durante il percorso terapeutico, trampolini di lancio del cambiamento, sia esso legato alla percezione di sé, sia nei confronti di mantenere e, dove possibile, incrementare abilità fisiche. ___________________________________________________________________ 3 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 2. L’ARTE TERAPIA “l’arte terapia è un bellissimo e delicato strumento grazie al quale è possibile mettere in ordine i pensieri e gli avvenimenti della nostra vita attraverso l’immaginario. Mentre si disegna è naturale individuare gli eventi spiacevoli e quelli piacevoli, cercando di capire cosa può esserci successo nel corso del tempo. È un viaggio che ci riporta ai tempi dell’infanzia, per ripartire da lì percorrendo tappe, episodi di gioia e di fatica, risate e pianti, ricordi e momenti dimenticati. Un percorso che dal passato risale al presente e continua nel futuro. Tutto questo turbinio di visioni, legate a ricordi o fatti chissà se mai accaduti o semplicemente immaginati, può essere messo a riposare dentro il cuore nel momento in cui questa sequenza di immagini, che si sono caricate il peso di emozioni passate e memorie un po’ sfocate, viene con tutta semplicità esternata, messa su un foglio e colorata.”1 L’arteterapia comporta l’utilizzo di diversi materiali con cui il paziente attraversa i nodi problematici che l’hanno condotto in terapia. Terapeuta e paziente sono in relazione nel tentativo di consapevolizzare il processo creativo e il prodotto della seduta. L’oggetto creato, grazie al suo essere concreto, è una testimonianza del processo creativo che non può essere negata, cancellata o dimenticata; anzi offre riflessioni anche nel futuro. Per setting di Arte terapia intendiamo un luogo fisico carico di significato in quanto teatro di sviluppo della relazione tra paziente e terapeuta. Il concetto di spazio introduce un’immagine di relazione triangolare di Luzzato, 1 Pg 1 Raffaella Molteni, “L’arteterapia”, ed. xenia, 2007 Milano. ___________________________________________________________________ 4 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 nella quale l’arte costituisce la terza componente all’interno di una relazione tra due persone: ARTE PAZIENTE TERAPEUTA Il modo in cui può essere strutturato ed organizzato lo spazio è fondamentale in quanto deve facilitare l’incontro e la relazione, dato che lo spazio non rimanda solamente ad un aspetto materiale e pratico, ma è caratterizzato da un forte valore simbolico. Il setting potremmo dire che è la cornice definita sia in senso pratico – organizzativo (dove viene stabilito il giorno dell’incontro e l’orario) che in senso figurato di protezione per i pazienti. La terapeuta è una persona che presiede quello spazio con regolarità. La stanza dell’arte terapia offre, nella maniera più confortevole possibile, la scelta di materiali e di spazi di lavoro. Entrando nella stanza, ognuno rientra in una determinata cornice di riferimento protetta, grazie ai confini che custodiscono lo spazio. All’interno di questa cornice c’è la possibilità di esplorare preoccupazioni, disagio, ansie, attraverso la relazione con i materiali e con la terapeuta. Sono molto importanti particolari come l’illuminazione, lo spazio di movimento, l’accessibilità ai materiali, la temperatura e il poter usufruire di un posto comodo e confortevole dove sedersi per lavorare. Lo spazio deve offrire anche occasioni al gruppo o al singolo di trovare soluzioni creative, in cui la perfezione estetico teorica non deve andare a discapito del benessere del paziente fomentando sentimenti svalutanti o perdite di identità e valori in cui si identifica; una sottile ___________________________________________________________________ 5 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 linea corre tra aspetti positivi e negativi in cui il rischio è di perdere il confine. Dato che il luogo può offrire un vissuto di sicurezza è necessario considerare dove custodire i lavori creati. Possiamo quindi concludere dicendo che il setting di arte terapia deve essere un luogo che privilegia e stimola la creatività, il ritorno al gioco, dove ci si può esprimere, sperimentare e dove tutto assume un senso e si riempie di significato; fondamentale passaggio per facilitare la consapevolezza di sé, lo sviluppo emotivo e per favorire trasformazioni riguardo la propria narrazione. Durante la terapia è fondamentale l’esperienza clinica cioè il contatto con l’utente e il materiale creativo; il punto di partenza per un efficace percorso è quello di riuscire a creare un contatto emotivo con il paziente, stabilire ogni seduta un rapporto terapeutico - affettivo basato sulla fiducia, che prende vita grazie all’oggetto prodotto che ci permette di costruire tasselli per definire i bisogni e gli obiettivi della persona. L’arteterapeuta si inserisce nella vita del soggetto in punta di piedi, con delicatezza e rispetto della persona e dei vissuti senza giudicare o consigliare, è il mediatore tra il paziente e il prodotto creato; tutto questo può avvenire solo se si è creato un rapporto empatico e di fiducia tra il terapeuta e il paziente. “Quando si usano le attività creative in contesti particolari, gli operatori devono conoscere e comprendere tre fattori basilari. Devono conoscere se stessi, il loro mezzo creativo e i soggetti della seduta.”2 Il ruolo del terapeuta è fondamentale, è colui che durante la seduta orienta la persona e le permette di progredire, determina il “clima emotivo” delle sedute, fornisce istruzioni e sceglie il materiale di cui i soggetti fruiranno. L’arteterapia si può paragonare a una macchina fotografica, l’obiettivo ci permettere di guardare all’interno del soggetto e il tutto viene messo a fuoco all’esterno attraverso l’opera d’arte. “L’espressione artistica, che sia un disegno o una scultura, un’installazione o 2 Pg.13, Bernie Warren, “L’arteterapia in educazione e riabilitazione, Ed. Erickson, 1995 Trento. ___________________________________________________________________ 6 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 un collage non deve essere necessariamente estetica, riesce a superare lo stato di coscienza facendo emergere dall’inconscio senza alcun filtro tutto quanto vi è di più nascosto ma anche di più vero dell’individuo. La ricerca della forma porta poi il soggetto alla presa di coscienza del sé come donna o uomo, in quanto la terapia dell’arte utilizza un linguaggio arcaico che supera quello verbale, perché smuove gli stati più profondi dell’inconscio e pone l’individuo di nuovo in armonia con la sua struttura primordiale.”3 3 Pg. 23 Raffaella Molteni, “L’arteterapia”, ed. xenia, 2007 Milano. ___________________________________________________________________ 7 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 Il motore dell'arteterapia è l'attivazione del processo creativo che non è altro che la somma di più elementi, graficamente si può rappresentare in questo modo: immaginazione asse ispirazione produttività asse elaborazione ascolto interno spontaneità processo creativo Possiamo esplicitare questo grafico dicendo che il processo creativo è composto da: immaginazione, capacità di giocare con l’immagini, ascolto interno, contatto personale con i propri vissuti, sentimenti, la spontaneità, l’immediatezza e naturalezza dell’azione e in fine la produttività; tutte queste aree vengono tenute unite da due assi: l’ispirazione e l’elaborazione. L’essenza dell’arte terapia consiste nel creare: il processo e il prodotto artistico. ___________________________________________________________________ 8 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 Il processo artistico facilita l’emergere di esperienze interiori e di sentimenti che possono essere espressi in una forma caotica e grezza. I materiali offrono uno strumento tangibile attraverso cui creare un ponte tra cosciente e inconscio. Il processo è il manifestarsi di una realtà individuale interiore, quindi l’espressione di un movimento inconscio. Creare un’immagine permette di esternare emozioni, per questo alla base del processo terapeutico c’è la modalità con la creazione viene accolta durante il setting. La pioniera dell’arte terapia, Naumburg, descrive l’arte come il tentativo di portare ad un senso e ad una chiarezza emozioni indefinite e povere: il riconoscimento di pensieri ed emozioni inconscie che raggiungono una forma espressiva più facilmente attraverso le immagini che attraverso le parole. “Nell’evolversi l’arte terapia riconosce il valore fondamentale della dimensione psicoanalitica: non si tratta tanto di considerare l’arte come un canale privilegiato per l’accesso alla coscienza, quanto di utilizzare strumenti della realtà esterna per facilitare il manifestarsi delle emozioni ed una loro integrazione, al fine di donare senso ad un’esistenza ferita.”4 Non tutti i soggetti credono nelle loro capacità artistiche quindi il terapeuta deve offrire diverse tipologie di stimoli: verbali, sensoriali (uditivi e tattili) e temporali, per riuscire a mettere a proprio agio il paziente e al contempo favorire fluidità al processo creativo. Per quanto riguarda i soggetti con disabilità più o meno grave spesso l’arte riveste la duplice valenza di canale comunicativo oltre che di effetto placebo al termine della seduta; spesso il malessere porta a un maggiore ascolto interno quindi una maggiore produttività creativa. La stimolazione sopra descritta è garantita dall'attivazione delle sinestesie, cioè quel processo in cui da una specifica stimolazione sensoriale vengono attivati determinati parti del cervello che attivano esperienze legati ad altri sensi, così da ottenere una percezione più completa; ad esempio lo stimolo olfattile ad 4 Pg 54 Caroline Case e Tessa Dalley, Manuale di arte terapia, Torino febbraio 2003, Ed Cosmopolis. ___________________________________________________________________ 9 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 alcune persone riporta alla mente immagini sia della vita quotidiana che di esperienze passate. In arte terapia è possibile servirsi di questo fenomeno per intraprendere un percorso riabilitativo di un deficit, stimolare la memoria e facilitare il processo creativo. La creazione in arte terapia porta a nuove scoperte e conoscenze su sé stessi, il compimento di un’immagine offre un nuovo pensiero a chi crea. ___________________________________________________________________ 10 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 LE REGOLE SETTING E ATELIER Il setting di arte terapia è quel luogo (ambiente-stanza) in cui ci sono: materiali, persone, il tempo che ne determinano il contenimento, la protezione e rassicurazione di quello che avviene. La definizione dello svolgimento delle attività, all’interno di uno spazio dedicato, con tempi programmati, esplicitati e rispettati, crea uno spazio, fisico e interiore, rassicurante in cui diventa più facile “stare” e “fare” sapendo che l’esperienza ha un inizio e una fine prestabilita. La definizione e scansione dei tempi permette al soggetto di ridurre l’ansia e separarsi più agevolmente dall’oggetto creato. Durante una seduta di arte terapia si susseguono diverse fasi ben definite e strutturate che scandiscono il riferimento spazio- temporale dell’attività: momento d’accoglienza, condivisione delle regole, consegna, scelta ed esplorazione dei materiali messi a disposizione, produzione dell’opera e infine verbalizzazione dell’esperienza. Esistono poche regole da dover condividere, ma fondamentali per l’efficacia e l’intenzionalità dell’operato: tutto ciò che avviene dentro la seduta rimane all’interno del gruppo e non verrà riportato all’esterno, evitare ogni forma di giudizio e valutazione, rispettare: se stessi, gli altri, lo spazio e il materiale e, infine, evitare (se – quando è possibile) di parlare durante l’esecuzione. L’atelier è uno spazio che dovrebbe essere percepito come sicuro e facilitante: un contenitore capace di accogliere il mondo interiore dei partecipanti. Questo spazio non è soltanto un qualcosa di fisico, ma anche e soprattutto di simbolico perché delimita e definisce il contesto favorendo l’esplorazione di problematiche ma anche permettendo l’aumento dell’autostima tramite una maggior conoscenza come individuo. ___________________________________________________________________ 11 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 LA STORIA I passaggi storici dell’arte sono stai diversi, come diversi sono stati i modi d’interpretare coloro che facevano arte: così come nella Cultura tribale l’arte assumeva poteri magici interpretati dal ruolo dello sciamano, passiamo al Romanticismo che considerava la creazione artistica un mestiere come altri. Solo tra il 1600 e 1800 il processo creativo dell’arte viene visto come una sorta di strumento terapeutico per coloro che soffrivano di epilessia: creando comunicavano il loro mondo fantastico ed evitavano la follia. Nel 1946 venne istituito il primo incarico all'interno del servizio sanitario nazionale, ma solo nel 1981 la professione diviene ufficialmente ammessa nel Servizio Nazionale. Nel 1989 Edwards5 traccia diversi modelli di arteterapia e di atteggiamenti verso l'arte e la psicoanalisi simili alla visione delle origini: egli dimostrò come le suggestioni che provengono dal ruolo dell'arte nei rituali, dalle usanze religiose e dagli aspetti antropologici, forniscono un contesto articolato e sostanzioso per l'arteterapia, che esisteva ben prima del suo stabilirsi come professione distinta. Edwards ipotizza che la matrice dell'atteggiamento codificato e diagnostico verso il mondo delle immagini sia da ricercarsi nel Neoclassicismo del diciassettesimo secolo; è nella credenza “razionale” che lo stato psichico di una persona possa essere compreso attraverso l'analisi di una produzione artistica. Grazie all'influenza innovativa di Herbert Read6 e Adrian Hill7, le due strade dell'arteterapia hanno proceduto in parallelo: una nel contesto educativo con conseguente insegnamento artistico mentre l'altra radicata nel contesto medico evidenziando le possibilità dell'arte come strumento comunicativo e delle sue intrinseche potenzialità per il lavoro terapeutico. 5 Edwards M., “Art Therapy and romanticism”, in Gilroy A. and Dalley T. (eds) Pictures at an exhibition, London, Tavistock/ Routledge. 6 Read H. “Education through art”, 1942 London, Faber and Faber. 7 Hill A, “Art versus illness”, 1941 London, Allen and Unwin, Inscape. ___________________________________________________________________ 12 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 L’ARTE E SPICOANALISI In questo paragrafo verranno descritti brevemente alcuni dei maggiori psicoanalisti della nostra storia. La comprensione freudiana dell'arte8 e dei suoi processi è basata sul suo modello interpretativo della mente: l'apparato psichico regola le tensioni attraverso lo scarico di impulsi primitivi; questo scarico avviene sia attraverso il processo primario, tipico del pensiero inconscio ed appartenente ad una precoce fase evolutiva, sia attraverso il processo secondario, tipico del pensiero conscio che si sviluppa successivamente. Nel corso della vita, gli individui crescono rinunciando alla soddisfazione del principio di piacere e aderendo al principio di realtà. “Freud individua nell'arte il percorso che riconduce dalla fantasia alla realtà. Chi crea, gli pare oppresso dal desiderio di fama, di onore, di amore, ma privo di strumenti per raggiungere questi obiettivi. L'artista ottiene piacere dalla rappresentazione delle fantasie inconsce, grazie al sollievo dato agli istinti repressi; il prodotto nasce dalla sublimazione e dalla sostituzione degli istinti primitivi, aggressivi e sessuali. Egli considera il prodotto artistico come un prodotto sublimato, distingue tra creazioni più o meno estetiche, tra oggetti d'arte e sintomi nevrotici.”9 Freud parla di inconscio e conscio mentre Melanie Klein parla di mondo interno ed esterno, distinzione che si apprende solo durante la crescita. Il bambino impara a tollerare l'ambivalenza del fatto che il buono e il cattivo sono aspetti che caratterizzano uno stesso oggetto, che vive di vita propria, al di furori della fantasia di controllo onnipotente del bambino. Questa posizione porta al desiderio di riparare l'oggetto perduto, che è sia esterno sia interno all'Io. Il 8 Freud, “delusions and dreams in Jensen’s Gradica”, 1907, “Leonardo da Vinci and Memory of his childhood”(1910); “the moses of Michelangelo”(1917) in Art and literature, Pelican Freud Library, Harmondsworth, Penguin. “lecture XXIII: the paths to the formation of symptoms”(1916);”beyond the pleasure principle”(1920);”the ego and the I” (1923);”an autobiographical study” (1925), in standard Edition,London, the hogarth press. 9 Pg 66 caroline case e tessa dalley, manuale di arte terapia, Torino febbraio 2003, Ed Cosmopolis. ___________________________________________________________________ 13 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 lavoro di riparazione è fondamentale per la maturazione dell'uomo, secondo la Klein l’elaborazione di lutto è paragonabile al lavoro artistico: in fase di lutto, ricostruiamo sia un oggetto interno perduto, sia il nostro mondo di relazioni esterne quindi l'artista ripercorre la propria fase depressiva, anche inconsapevolmente, ricrea una nuova realtà; il prodotto artistico è la forma esterna di un movimento di riparazione interiore. “La figura di Marion Milner10 è centrale per l'arteterapia, per il suo lavoro che riunisce la psicoanalisi, la creatività ed il processo artistico. Ella parte dalla propria esperienza di pittrice dilettante, alle prese con un manuale di tecnica pittorica. Arriva così a scoprire come le rappresentazioni spaziale convogli emozioni, e come le abilità tecniche non siano atti si svolgono colo nel mondo esterno. La relazione spaziale tra oggetti disegnati ha a che fare con la relazione del sé con l'oggetto, con la distanza- separazione, con l'avereperdere. Le ambiguità emotive del dipingere si incontrano nel riconoscimento che una linea meramente artificiale separa il mondo dei fatti da quello della fantasia. La contrapposizione si genera da nuovi esperimenti pittorici, e dalla paura della follia. Lasciarsi andare ad un disegno libero conduce all'incontro con ciò che è fuori controllo: si possono scoprire le creature mostruose che abitano nel nostro immaginario. Un'ulteriore analogia tra il disegno e l'esperienza psicoanalitica proviene dalla cornice: essa offre una delimitazione tra ciò che è interno, da interpretarsi simbolicamente, e ciò che è esterno, da interpretarsi letteralmente. La terapeuta deve imparare a leggere il linguaggio privato e personale della paziente, entrandovi in contatto con la mente e con il corpo, imparando ad essere usata servire il processo. Questo processo è la cura che la paziente ha di sé stessa, acquisendo la capacità di vivere creativamente, di assumere uno stato di disattenzione vigile, per fare emergere le fantasie e disfarsi del carico del mondo esterno. L'esternalizzazione donata dal prodotto artistico porta nel 10 Milner “on not being able to paint”, 1950 London, Heinemann. “The role of illusion in symbol formation”, in Klein M. et al (eds) new directions in psychoanalysis, 1955 London, Maresfield Reprints. “the hands of the living god”, 1969 London, Virago. “ the suppressed madness of sane men”, 1989 London, Tavistock. ___________________________________________________________________ 14 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 mondo dei fenomeni uno stato interiore, che si trasforma così in un nuovo punto di partenza.”11 Riprendendo i concetti di Melanie Klein12 di “riparazione” dell’oggetto nell’esperienza infantile, D. Winnicott13 affronta la cosiddetta “fase transizionale” dello sviluppo dell’Io, introducendo nel 1951 la sua ipotesi di “gioco e realtà”. La fase transizionale, dai 4 ai 12 mesi circa di vita del bambino, è caratterizzata dalla costruzione da parte del bimbo, di un ponte comunicativo tra pura soggettività e realtà oggettiva condivisa. Per creare questo ponte, a seguito di un meccanismo di difesa contro l’angoscia da separazione dalla madre, il bambino si serve di un oggetto, tipo una copertina, appartenente alla realtà esterna, che si costituisce come una rappresentazione simbolica, ma reale, dell’ambito felice di fusione con la madre e pertanto un conforto nel momento del suo allontanamento temporaneo. Tale oggetto transizionale è il precursore del fenomeno dell’illusione, ossia quell’area intermedia tra ciò che è soggettivo e ciò che è oggettivamente percepito. La sostanza dell’illusione è il presupposto della creatività e dell’esperienza artistica. L’oggetto transizionale simbolizza un viaggio in due direzioni, una che crea l’oggetto percepito oggettivamente ed una che crea l’Io sono, ossia la rappresentazione oggettiva del soggetto. In questa illusione, nasce la prima idea di gioco. Il gioco per Winnicott è una fondamentale esperienza indice di sanità che permette di vivere in una continuità di spazio e di tempo; esso avviene in uno spazio potenziale, intermedio tra gli oggetti concepiti e percepiti; è una modalità fondamentale del vivere, alla base delle regole, della socialità. 11 Pg 70 caroline case e tessa dalley, manuale di arte terapia, Torino febbraio 2003, Ed Cosmopolis. Klein M, “infantile anxiety situations reflected in a work of art and in the creative impulse, in contributions to psycho-analysis 1921-1945, London, The hogarth press and and the institute of psychoanalysis. 13 Winnicott, “The pigole”,1980; “playing and reality”, 1988 Harmondsworth, Penguin. 12 ___________________________________________________________________ 15 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 Il giocare creativo mette in campo un’energia finalizzata e presuppone l’uso del simbolo, connesso alla vita relazionale sociale e alla futura vita culturale del soggetto. Gioco, esperienza e creatività sono infatti per Winnicott fortemente interconnessi: il giocare prelude al fantasticare, al pensare creativo (sono i cosiddetti fenomeni transizionali). Da questo concetto di gioco nasce con Winnicott anche un nuovo modo di fare psicoterapia: per lui essa esiste laddove si sovrappongono due aree di gioco, quella del paziente e quella del terapeuta, che s’incontrano e comunicano in quello “spazio potenziale” transizionale, ossia in quello spazio ed in quel luogo in cui poter sperimentare, attraverso il gioco, un modo alternativo e creativo a proprio esistere. Tale modalità presuppone un clima di fiducia e di rilassamento, in cui cadono le barriere difensive e la creatività può esprimersi liberamente. Anche l’esperienza culturale dell’individuo adulto avviene in questo spazio potenziale tra individuo e ambiente, in questa “terza area” del gioco. Essa inizia con il vivere creativo ed è determinato dalle esperienze di vita del soggetto che hanno avuto luogo nei primi stadi di esistenza e nei modelli di attaccamento con la figura materna. L'obiettivo è rendere il paziente capace di giocare; nel gioco, bambini e adulti sono liberi di creare; la creatività è la scoperta ed è il pieno uso di sé. L'arte, come la religione e la filosofia, in quanto esperienze culturali, hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo adattativo dell'individuo: sono il luogo dell'incontro tra realtà interna ed esterna. L'arte ci mantiene in vita quando l'esperienza ci prova fino all'estremo: il conflitto tra gli impulsi e la sicurezza rimane eterno, ed attraverso di esso si snoda la nostra interna esistenza. Infine Jung14 con la terapia propone di riunire ciò che è scisso, attraverso l'attivazione della funzione trascendente, creatrice di simboli. “Egli considera la psiche come un sistema che si autoregola, quanto più la coscienza agisce in 14 Jung, “Mysterium coniunctionis”, 1955; “Two essays on analytical psychology”, 1966; “Modern Man in search of a soul”, 1970 London, Routledge and Kegan Paul. ___________________________________________________________________ 16 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 modo unilaterale, tanto più l'inconscio si attiva a creare un'immagine globale dello stato soggettivo; i sogni possono essere interpretati come la compensazione dell'atteggiamento cosciente:l'energia psichica è un gioco di opposti. Jung differenzia gli obiettivi propri dei diversi stadi esistenziali:nella prima metà della vita l'obiettivo è la realizzazione nel lavoro, nella famiglia, nelle relazioni sociali; nella seconda metà l'obiettivo è la ricerca di un significato, che generalmente scaturisce dal alto fino ad allora rifiutato o non sviluppato pienamente. Il processo di individuazione è un viaggio psichico durante cui in incontriamo le nostre ombre e gli archetipi dell'inconscio collettivo. Grazie al contatto e al riconoscimento di queste figure, il sé raggiunge l'autorealizzazione e la propria completezza:l'Io è parte del sé. L'attività creativa avvicina al lato giocoso della vita, e sostiene l'obiettivo primo della terapia: far percepire al paziente uno stato di fluidità, cambiamento e crescita, in cui nulla sia più eternamente fissato o pietrificato. L'arte del fare attraverso il non fare, ed il lasciare che le cose accadano, è tipica dell'arte terapia. Proprio perché è consapevole di quanto sia difficile raggiungere questo atteggiamento mentale di assenza di giudizio,a dispetto di tutte le voci che continuamente si alzano ad invocare chiarezza e puntualità, Jung suggerisce di usare strumenti figurativi, la danza o la scrittura.”15 15 pg. 74-75 Caroline Case e Tessa Dalley, Manuale di arte terapia, Torino febbraio 2003, Ed Cosmopolis. ___________________________________________________________________ 17 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 I MATERIALI I materiali hanno un’importanza fondamentale nell’arte terapia e possono essere usati in innumerevoli modi. Ogni strumento ha caratteristiche particolari che devono essere tenute presenti nel momento in cui viene proposto uno strumento piuttosto che un altro. Il materiale ha la funzione di veicolo di emozioni e sentimenti attraverso cui il mondo interiore può manifestare la sua forma quindi è importante che ce ne sia di molteplici varietà per consentire da un lato di rispecchiare l’interiore con le immagini e dall’altro che l’uso di appropriati materiali conduca a smuovere ciò che si è cristallizzato nel tempo per portarlo alla luce. La scelta di una tecnica e di un materiale piuttosto che un altro, essendo vettori d’emozioni, ha un significato che dipende sai dalla specificità del soggetto che dal processo creativo: o Plasmare la creta stimola il corpo e rilassa i movimenti, ma può al tempo stesso l’effetto contrario. Aiuta ad abbandonare le difese e sentirsi più liberi di sperimentare. Potrebbe essere funzionale il suo utilizzo nel caso in cui siamo davanti a un blocco creativo. o La pittura, in quanto materiale fluido, offre più possibilità trasformative rispetto ai pennarelli; ma potrebbe risultare ansiogena per la sua gestione. La sua consistenza potrebbe servire per sciogliere la rigidità. o I pennarelli sono facili da usare, danno sicurezza e permettono di controllare l’ansia. o Il disegno ha un valore proiettivo e permette di esplicitare conflitti e ansie che trovando una loro forma potrebbe essere affrontate e leggerle diversamente. o Acquarello esalta la spontaneità, esprime le sfumature dell’affettività e dei sentimenti;evoca il mondo del sensibile. ___________________________________________________________________ 18 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 o Collage e materiale di riciclo sono utili per quelle persone che si sentono minacciare da un’attività creativa libera oppure in soggetti con deficit cognitivo per stimolare il concetto di realtà. o Creta stimola il fenomeno sinestetico per i suoi forti odori, la manipolazione è utile nei soggetti con handicap per riabilita e stimola il motorio. Avendo ognuno una caratteristica e funzione è bene avere in atelier tutti i tipi di materiale per offrire agli utenti la possibilità di sperimentare e stimolare parti diversi del proprio corpo. Il materiale è il mediatore tra l’utente e l’arte terapeuta per questo il suo utilizzo e il successivo prodotto offrono nozioni importanti al fine della conoscenza del soggetto e della sua storia. Il fascino delle arti terapie (arte, musica e danza) è proprio la capacità e potenzialità riabilitativa perché ogni volta partecipano aree del cervello e parti del corpo diverse; nei soggetti affetti da handicap questo aspetto è ancora più evidenziato. ___________________________________________________________________ 19 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 L’IMMAGINE E ARTE TERAPIA “ la forza dell’immagine non è da sottovalutare, essa nasconde vicende passate, elaborazioni, aspetti psicosomatici e infiniti altri segreti che solo chi disegna a volte può svelare. Ogni opera è un messaggio anche se non sempre voluto consciamente; certi problemi, emozioni e dolori vengono trascinati dalle linee e dai colori. In ogni disegno ci sono due parti: una in primo piano e una più nascosta. Quella che si vede è detta consapevole, l’altra è quella dei piccoli particolari che raccontano una vita in cui ci sono mistero e magia. L’utente prova una certa soddisfazione quando riscontra tra la propria opera e i suoi intenti rappresentativi una certa corrispondenza. È importante che egli riconosca cosa si muove dentro di sé e che tipo di emozioni vive capendo se sono sensazioni di paura, di gioia, di rabbia, di frustrazione o di altro genere.“16 La funzione dell’immagine è di farsi mezzo di comunicazione tra due realtà che utilizzano linguaggi diversi: digitale la comunicazione verbale e il pensiero, analogico il mondo sensibile e l’immaginazione; inoltre è un ponte tra il mondo esterno e quello interno per cui attraverso qualcosa di concreto si può venire a contatto con ciò che non si può: dire, fare e ascoltare.17 Le immagini parlano per se stesse, a diverse livelli di profondità, che non sempre sono esprimibili a parole; l’immagine ascolta e racconta. L’arte terapia si distingue tra le altre forme di terapia verbale e dalla psicoterapia in quanto l’immagine non viene utilizzata per accedere al verbale e nemmeno solo per agevolare la relazione, ma ha un valore in sé. L’immagine prodotta diventa strumento di comunicazione in quanto il processo creativo rende possibile l’emergere e il riconoscimento di emozioni, sentimenti, esperienze interiori attraverso la loro espressione a volte anche in forma caotica e grezza; inoltre permette di sperimentare da 16 17 Pg 21. Raffaella Molteni, “L’arteterapia”, ed. xenia, 2007 Milano. Riferimento a dispense: ”laboratorio di arte terapia, da dentro e fuori in un eterno ritorno” di Claudia Olivi. ___________________________________________________________________ 20 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 un lato l’annullamento dei confini del sé: aiuta ad esprimere in una forma simbolica universale percepibile qualcosa di molto intimo, e dall’altro il senso di separazione e di distacco emotivo da ciò che, in modo diverso, fa soffrire o crea conflitto e che può essere osservato da un altro punto di vista nell’immagine.18 L’immagine e il prodotto artistico possono essere paragonati all’oggetto transizionale diventando ponte tra i due mondi e accogliere positivamente la nuova lettura. L’arte terapeuta deve essere in grado di stimolare il fare senza indirizzare l’attività perché l’obiettivo che si deve porre è quello di favorire maggiore consapevolezza del mondo esterno. L’arte terapeuta deve maturare la capacità d’attendere e osservare il processo creativo, non dovrebbe intervenire fin quando non si ha la certezza che l’opera sia finita. Durante l’osservazione deve tener presente l’utente e le sue trasformazioni e sensazioni, l’arte terapeuta deve saper accogliere le sue difficoltà emotive e dargli una nuova lettura quindi una connotazione positiva. Nella mia breve esperienza mi sono resa conto che spesso è utile durante il processo creativo far staccare l’utente dall’immagine e dargli quella giusta distanza terapeuta con finalità di lettura e sedimentazione. 18 Riferimento a dispense: ”Laboratorio di arte terapia, da dentro e fuori in un eterno ritorno” di Claudia Olivi. ___________________________________________________________________ 21 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 3. IL LUOGO D’INTERVENTO La Cooperativa Puzzle, centro diurno per traumatizzati cranici e gravi cerebrolesioni acquisite di età compresa tra i diciotto anni e sessantacinque, sita in via Cimabue 2 in Torino, è stata costituita da un gruppo di familiari e di volontari che hanno, per necessità, voluto creare una struttura che potesse avviare un continuum terapeutico- riabilitativo con le strutture sanitarie, coinvolte nella presa in carico del paziente nella fase acuta e post acuta, inserendosi quindi su un ultimo tassello di un lungo e faticoso percorso. Tale esigenza nasceva, quindi, da una necessità mirata a restituire al paziente ed al familiare un ritorno alla vita il più possibile dignitoso e “normale” che, altrimenti, finita la riabilitazione post acuta, si sarebbe consumata all’interno di mura domestiche impreparate a far fronte a delle problematiche, in particolare neurocomportamentali, proprie del trauma. Costituita nel 1998 ed inaugurata nel Luglio 2001 è stata la prima struttura in Italia ad occuparsi esclusivamente dei traumatizzati cranici e delle gravi cerebrolesioni acquisite. La Puzzle nasce con l’intento, quindi, di seguire il paziente e il familiare, in prospettiva di un inserimento socio-lavorativo del primo con un monitoraggio ed una supervisione continuativa durante tutto il percorso. La famiglia rappresenta l’interlocutore privilegiato, all’interno del processo di cambiamento, contemplato nel progetto terapeutico. I familiari vengono attivamente coinvolti in un programma volto alla gestione relazionale univoca del caso. I feedback restituiti dalla famiglia permettono il vero riscontro rispetto all’evoluzione del progetto terapeutico centrato sull’utente in un contesto ecologico. Le modalità di coinvolgimento avvengono attraverso: incontri periodici individuali gestiti dai case manager (referente del caso che verrà individuato all’atto dell’inserimento), focalizzati sul proseguimento delle regole ___________________________________________________________________ 22 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 neurocomportamentali adottate nel centro che devono essere poi mantenute in ambito familiare e territoriale, incontri di gruppo, finalizzati alla riflessione e all’interscambio di esperienze condivise ed informazioni preziose volte al miglioramento del servizio, colloqui di sostegno psicologico, volti all’elaborazione dei vissuti emotivi dei singoli caregiver. Il centro può rappresentarsi come anello di congiunzione tra il territorio e l’utente. E’ per tale ragione che i rapporti vengono costantemente mantenuti non solo per verificare l’andamento progettuale e la permanenza al centro dell’ospite, ma anche per costruire insieme, nella quotidianità una risorsa sempre più raffinata pronta ad accogliere l’inserimento sociale, lavorativo e scolastico del trauma cranico e della gravecerebrolesione acquisita. Gli incontri vengono concordati con il responsabile di struttura circa ogni tre mesi o secondo la necessità del caso. Le visite di aggiornamento vengono sempre documentate attraverso relazioni neuropsicologiche/educative. Le attività neuropsicologiche, che si susseguono durante la giorante oltre alla logopedia e fisioterapia, mirano al ripristino, mantenimento e potenziamento delle abilità corticali secondo tecniche che derivano dalla teoria cognitivista. Gli scopi sono quelli di integrare i miglioramenti cognitivi con le attività di vita quotidiana, di indirizzare all’uso di strategie atte a compensare e superare il deficit. Le attività di neuropsicologia si svolgono in individuale e in gruppo, favorendo il ripristino e potenziamento di: o Attenzione. o Memoria. o Funzioni frontali: riguardanti il versante più propriamente cognitivo e il versante. ___________________________________________________________________ 23 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 o Neurocomportamentale. Il trattamento logopedico consiste in un approccio globale che contempla: o rieducazione della deglutizione o rieducazione della disfagia o stimolazione della deglutizione o rieducazione del linguaggio verbale o rieducazione del linguaggio non verbale o riabilitazione del linguaggio pragmatico. Il trattamento neuromotorio con metodo perfettiano (quando le competenze cognitive lo consentono) e tecniche Bobath per consentire al soggetto senza o con scarsa deambulazione approcci passivi e attivi per limitare la spasticità e l’ipertono e la coordinazione in azioni finalizzate alla gestione della vita quotidiana. L’attività motoria adattata mira al recupero delle capacità motorie residue per permettere ai soggetti di svolgere in autonomia gli spostamenti di vita quotidiana. Verrà affiancata l’idroterapia per operare in contesti più rilassanti e consoni al paziente.19 19 Riferimento carta dei servizi del centro “Puzzle”. ___________________________________________________________________ 24 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 4. LA PATOLOGIA I traumi cerebrali possono risultare da una lesione chiusa alla testa oppure da una lesione penetrante alla testa, e sono uno dei due tipi di lesioni cerebrali acquisite (in inglese acquired brain injury). L'altro sottotipo sono le lesioni cerebrali non traumatiche (per es. ictus, tumori,abuso di sostanze, meningite, anossia). Parti del cervello che possono essere danneggiate includono gli emisferi cerebrali, il cervelletto, il midollo spinale. I sintomi del trauma cranico possono essere lievi, moderati, oppure gravi, dipendendo dall'estensione del danno al cervello. L'esito può variare dal recupero completo di tutte le funzioni fino alla disabilità permanente oppure la morte. Con il termine "grave cerebrolesione acquisita" (GCA) si intende un danno cerebrale, dovuto a trauma cranioencefalico o a cause di natura diversa come l'anossia, insufficienza di ossigeno nei tessuti, tale da determinare una condizione di coma e/o menomazioni a livello sensoriale, motorio, cognitivo o comportamentale, che sono la causa di gravi disabilità. Il "trauma cranico", che rappresenta la causa principale di questa grave patologia, consiste in un evento acuto determinato dall'azione violenta di agenti esterni che hanno colpito la scatola cranica: la struttura ossea che contiene e protegge l'encefalo, ovvero le parti più importanti e vitali del sistema nervoso, come il cervello, il cervelletto e il tronco encefalico. Tale danno può determinare una diminuzione o alterazione del livello di conoscenza e menomazioni a livello cognitivo fisico ed emotivo (BLAA 1986). I traumi cranici sono un problema rilevante di salute pubblica, per l'impatto sociale ed economico che ne consegue e per l'elevata risonanza emotiva nell'opinione pubblica oltre che per le conseguenze devastanti per le persone che lo subiscono e per il loro familiari. Ogni anno, in Italia, si calcolano circa 250 traumi cranici per 100.000 abitanti/anno, escludendo quelli lievi. ___________________________________________________________________ 25 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 Le circostanze in cui si determina il trauma cranico possono essere diverse (infortuni sul lavoro, cadute accidentali, suicidio, lesioni sportive, ecc.) ma la causa principale del trauma cranico è sicuramente ricollegabile all'incidente stradale. In Italia, nel 2002, sono decedute quasi 7000 persone per trauma cranico: di queste, tre quarti erano uomini e la causa del trauma era ascrivibile nel cinquanta per cento dei casi ad incidente della strada. Nelle gravi cerebrolesioni acquisite traumatiche, la responsabilità dell'incidente stradale sale all'ottanta per cento. L'analisi dell'incidenza del trauma cranico mostra che i soggetti maggiormente colpiti sono quelli in età giovanile (soggetti fra i 14 e i 30 anni).Il trauma cranico resta pur sempre la prima causa di morte in questa fascia di età. Se l'impatto è di entità modesta, il cranio riesce a mantenere la propria integrità e a svolgere con efficacia l'azione protettiva nei confronti del cervello e delle tre componenti del tronco encefalico (mesencefalo, ponte e bulbo). Nel trauma cranico lieve, perciò, il cervello non subisce danni strutturali, non si realizzano fratture ossee, non vi è perdita di coscienza e, il più delle volte, la sintomatologia risulta modesta e transitoria (cefalea, vertigini, conati di vomito, ecc.). In altre circostanze si va incontro ad una condizione definita come commozione cerebrale, dove il soggetto presenta una totale o parziale perdita di coscienza, di breve durata, accompagnata da pallore, ipotensione, cefalea, rallentamento dei riflessi. Dopo la ripresa di coscienza può seguire uno stato di "stupor" per cui il soggetto si mostra attonito, incapace di esprimersi correttamente, e con un transitorio blocco dell'attività psicomotoria. Invece la contusione cerebrale è causata da un impatto di forte intensità, per cui il cervello ed il restante contenuto della scatola cranica vanno incontro a lesioni ___________________________________________________________________ 26 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 e a seguito dell'urto possono realizzarsi versamenti emorragici all'interno del tessuto cerebrale con la conseguenza che può comparire un edema cerebrale. La raccolta di sangue in questa zona può svolgere un'azione compressiva, tale da richiedere la pronta rimozione chirurgica. In occasione di un evento traumatico molto forte il cranio può andare incontro ad un cedimento strutturale, le fratture di norma sono localizzate nella sede in cui ha agito l'impatto, anche se a volte si possono verificare in zone lontane da quella direttamente colpita dal trauma. Sono due le principali conseguenze del trauma cranico:l'ematoma extradurale, cioè la raccolta di sangue che proviene dalla rottura traumatica di un'arteria, che si raccoglie fra la parete ossea interna del cranio e la dura madre. La raccolta di sangue tende ad aumentare e nel giro di poche ore può effettuare una compressione così imponente sul cervello che può divenire letale se non si interviene immediatamente per svuotare l'ematoma e bloccare l'emorragia. Per esempio, un soggetto che cade dalla bicicletta e batte il capo sul marciapiede, non perde coscienza, rientra a casa; dopo alcune ore inizia un forte mal di testa, vomito, le pupille appaiono "anisocoriche" (cioè il diametro dell'una è più grande del diametro dell'altra) e conseguente perdita di coscienza. L'ematoma subdurale, presenta un'emorragia più lenta ed insidiosa che si riversa nel cosiddetto spazio subdurale, ovvero fra la dura madre ed il cervello. Questo ematoma può presentarsi sia in forma acuta che cronica, ma è quest'ultima che decorre in maniera più insidiosa perchè, abitualmente, dà segno dopo molto tempo. Se il cervello "si gonfia" per edema o per la presenza di un ematoma interno oppure se viene compresso dall'esterno ad opera di un ematoma extradurale o subdurale, non ha purtroppo alcuna via di fuga, poiché la scatola cranica non è espandibile per cui l' unica possibilità è la riduzione di volume del liquor che lo circonda, ma ciò rappresenta soltanto una via d'uscita limitata. Quando ciò non si realizza si determina la cosiddetta ipertensione endocranica, che testimonia il ___________________________________________________________________ 27 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 livello di sofferenza delle strutture nervose compresse all'interno di un contenitore rigido. Per effetto del violento impatto e per lo scuotimento del contenuto nervoso endocranico si può realizzare anche una compromissione prolungata dello stato di coscienza, che potrebbe protrarsi per vari giorni (sino ad un massimo di circa tre mesi) allora si parla di coma (dal greco "sonno profondo"). La condizione di coma può esitare verso il risveglio ma, nei casi più sfavorevoli, vira verso una situazione clinica definita stato vegetativo persistente in cui il soggetto è apparentemente "sveglio" ma è totalmente privo della coscienza. In casi molto più rari si può realizzare una condizione clinica definita locked-in sindrome in cui il soggetto presenta una paralisi totale della muscolatura dei quattro arti, un'incapacità ad esprimersi verbalmente e una paralisi di gran parte dei nervi cranici, ma uno stato di coscienza conservato: il paziente vede, ascolta, prova emozioni, però non può muoversi ne' parlare. Una persona affetta da una grave cerebrolesione acquisita a carico di un trauma necessita di ricovero ospedaliero per trattamenti neurochirurgici o di rianimazione la cui durata può variare da alcuni giorni ad alcune settimane. Il numero di persone che presentano tali problemi è in costante aumento, tanto che le gravi cerebrolesioni rappresentano una delle cause principali di disabilità fisica, cognitiva e psicologica e una delle più importanti limitazioni alla partecipazione sociale nelle persone in giovane età. Le gravi cerebrolesioni determinano spesso un drammatico cambiamento dello stile di vita della persona che ne è affetta, nonché profondi sconvolgimenti dell'intero nucleo famigliare. Il percorso riabilitativo delle gravi cerebrolesioni acquisite, è infatti un lungo percorso riabilitativo che necessita di interventi differenziati nel tempo che devono proseguire con differente intensità anche dopo la dimissione ospedaliera.20 20 www.rinascitaevita.it Papagno, “Neuropsicologia della memoria”, 2010 Bologna, Il Mulino. ___________________________________________________________________ 28 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 Gli interventi mirano a recuperare il massimo delle competenze funzionali e a contenere il più possibile la disabilità, a recuperare la massima autonomia possibile, a sviluppare le competenze cognitive e sociali necessarie al reinserimento sociale e ad acquisire abilità di base di tipo occupazionale e lavorativo. ___________________________________________________________________ 29 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 5. IL PROJECT WORK La motivazione che mi ha spinto a proporre un’attività di arte terapia in questo centro è partita da una curiosità: volevo sperimentare arte terapia con soggetti gravi per valutarne la capacità riabilitativa della disciplina. L’avventura è iniziata ad ottobre 2010, dopo un colloquio iniziale con la direttrice, ho iniziato a frequentare il centro per due giorni alla settimana (martedì pomeriggio e venerdì mattina). Dopo un periodo d’osservazione passiva e partecipata, ho presentato il primo progetto che non è stato avvallato perché secondo l’opinione delle dottoresse era eccessivamente legato aspetti “troppo psicologici” per un arteterapista; dopo aver valutato le richieste del centro, intervallato da due mesi d’infortunio lavorativo, ho proposto il secondo progetto. È stato difficile far capire alle neuropsicologhe il mio ruolo e il mio lavoro, così com’è risultato molto complesso innescare delle novità e dei cambiamenti nella programmazione settimanale e nel collaborare nella gestione degli spazi e, infine, nella scelta e costante partecipazione degli utenti. A differenza dell’Emilia a Torino il mio ruolo viene interpretato come tirocinante quindi trovo che sia professionalmente svalutante imporre certe idee e ideologie riguardante la mi attività laboratoriale. Ho vissuto mesi frustranti, ma avendo interiorizzato l’interpretazione del mio ruolo ho pensato che l’approccio migliore fosse quello di pormi in deuteroapprendimento21 per evitare conflitti e cogliere l’occasione nel portare avanti il mio primo progetto d’arte terapia. IPOTESI: a causa del trauma cranico gli utenti hanno una percezione di sé e del mondo che lo circonda falsata o non appropriata. 21 Il Deuteroapprendimento è un concetto introdotto da Gregory Bateson nella sua analisi del comportamento umano ed animale, per descrivere il processo, contestuale a quello dell'imparare, attraverso cui si "impara ad imparare". ___________________________________________________________________ 30 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 RIFERIMENTO TEORICO La percezione del sé. Il verbo percepire deriva dal latino “percipio” il cui significato primo è afferrare, impadronirsi di qualcosa, ad indicare un forte legame biunivoco che si crea tra colui che prende, afferra, e il soggettooggetto-situazione in questione. Un legame forte al punto di diventare sinolo inscindibile in cui il “possessore” e il “posseduto” arrivano a unire le proprie caratteristiche quasi al punto di fonderle vicendevolmente. Secondo le principali discipline che si sono occupate di percezione (psicologia, la medicina e la filosofia) essa viene definita come “il processo psichico che opera la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato. Gli assunti allo studio della percezione variano a seconda delle teorie e dei momenti storici”. In particolari il fenomeno della percezione a cui faremo riferimento trova i suoi capisaldi nel modello Helmholtz, nella teoria della Gestalt, e della Fenomenologia. In campo applicativo legato all’arte la percezione rappresenta un potente indicatore del vissuto emotivo e motivazionale dell'individuo, oltre che essere strettamente legato al modo che ha di vivere aspetti–situazioni quotidiane e, in conseguenza, alla sua personalità in senso globale, nei suoi aspetti consapevoli e inconsapevoli. OBIETTIVO GENERALE Riattribuzione adeguata della realtà partendo da azioni e luoghi della vita quotidiana. OBIETTIVO SPECIFICO Incremento della capacità memonica davanti allo stimolo di un oggetto o immagine proposta dall’arte terapista. ATTORI Dopo un periodo d’osservazione si è valutato di proporre quest’attività a: F1, F2, il martedì pomeriggio mentre A. e F3. il venerdì mattina. Per quanto riguarda la gestione dell’attività la sottoscritta si occuperà della ___________________________________________________________________ 31 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 parte espressiva(ricerca del materiale e il loro utilizzo) mentre un operatore del puzzle aiuterà a gestire i signori sopra indicati. DESCRIZIONE ATTIVITÀ L’attività si svolgerà tutte le settimane il martedì dalle 14.00 alle 16,30 e il venerdì dalle 9.00 alle 12; durante queste due ore il primo quarto d’ora verrà allestita la stanza mentre l’ultimo verrà redatto un diario di verifica. Per raggiungere l’obiettivo sopra descritto i signori verranno esposti ad alcuni stimoli visivi e manuali della nostra vita quotidiana utilizzano la fotografia scattata da loro oppure ricercata dalla terapista. Per iniziare si ipotizza di catturare una scena di vita quotidiana all’interno del centro “Puzzle”, come ad esempio: il laboratorio di cucina, il laboratorio di musica e quello d’estetica. Fatte le foto di questi momenti verrà proposto ai partecipanti, osservando la fotografia in questione, di disegnare quello che percepisco da essa o eventuali ricordi scaturiti sul momento. Una volta scelto insieme all’equipe quali momenti della vita del puzzle proposti si possono sviluppare altri temi che si svolgono all’esterno come ad esempio:il mercato, il supermercato, il bar, la mostra etc. ___________________________________________________________________ 32 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 ELABORATI F1: DATA ELABORATO DESCRIZIONE SETTING Aprile- Argomento: F1 maggio autoritratto con riconosce 2011 ausilio fotografico foto, tecnica: sia non si nella crede un parente. che mio Alcune risulta matita e acquarelli volte disorientato nella titolo: moi riproduzione (es. doppio collo). F1 sostiene di aver prodotto una schifezza. Aprile Argomento: F1 non riconosce 2011 autoritratto con i segni della sua espressività, ausilio fotografico tecnica: stato è necessario utilizzare lo F1 matita e acquarelli specchio. chiede all’arte terapista disegnarsi. ___________________________________________________________________ 33 di ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 ELABORATI F3: DATA ELABORATO DESCRIZIONE SETTING Aprile Argomento: libero F3 è 2011 Tecnica: libera contento fare Titolo: pesca d’altura molto questa attività e mi chiede n° lavoro 1 centro. Argomento: libero Tecnica: libera lavori per quanto tempo rimarrò Titolo: di in corso n° lavoro 2 ___________________________________________________________________ 34 al ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 DATA ELABORATO DESCRIZIONE SETTING Argomento: libero Ha bisogno di Tecnica: libera sapere se è di mio Titolo: tramonto gradimento. marino Utilizza n° lavoro 3 matita la come se fosse un pennello Aprile Argomento: F3 è contento 2011 fare la cartellina di avere questo spazio tecnica: libera per disegnare n° lavoro 1 ___________________________________________________________________ 35 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 DATA ELABORATO DESCRIZIONE Argomento: SETTING la F3 riporta una musica per me canzone di Tecnica: libera Renato Zero. Ha bisogno di n° lavoro 2 sapere se è di mio gradimento Argomento: libero Tecnica: libera n° lavoro 3 ___________________________________________________________________ 36 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 DATA ELABORATO DESCRIZIONE SETTING Aprile Argomento: F3 F3 per la 2011 disegna F prima volta mi Tecnica: libera dedica un elaborato. Titolo: nessuno F3 N° lavoro 1 risulta molto irriquieto, riporta per due volte un evento poco piacevole che è accaduto ieri. Mi chiede di ripetere il mio nome (F3 ricorda il mio nome) Argomento: F3 F3 per la disegna F prima volta Tecnica: libera riporta una Titolo: il fiore e il ragno piemontese) N° lavoro 2 (in difficoltà di gestione del proprio corpo: ”con una mano sola è difficile che un lavoro venga bene”. ___________________________________________________________________ 37 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 DATA ELABORATO DESCRIZIONE Argomento: SETTING Pur avendo la con fotografica ausilio fotografico dell’intero corpo autoritratto F3 si concentra Tecnica: libera solo sul viso e Titolo: nessuno impacchetta a N° lavoro 1 modi di uovo pasqua. Argomento: F3 libero delle ha portato penne nuove da casa e Tecnica: libera N° lavoro 2 vuole provarle. Primo disegno in cui non compaiono scritte, ma riporta sempre l’aspetto naturalistico ___________________________________________________________________ 38 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 DATA ELABORATO DESCRIZIONE SETTING Maggio Argomento: F3 sembra un po’ 2011 il centro puzzle spiazzato tecnica: libera n° lavoro 2 alla mia richiesta, non affronta l’argomento della sua disabilità e il motivo del suo inserimento. Ho provato ad arrivare trasversalmente Per riuscire a parlare della sua percezione del corpo. Rigido nei movimenti Argomento: treno Percepita Tecnica: libera pesantezza la del primo lavoro ho N° lavoro 2 pensato di farlo lavorare su una sua passione. ___________________________________________________________________ 39 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 Gli elaborati di A e F2 sono tuttora in esecuzione a causa dei loro tempi di reazione molto lenti. ___________________________________________________________________ 40 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Maddalena Petrozzino - SST in Arti Terapie (Secondo anno) A.A. 2010-2011 Bibliografia: o Raffaella Molteni, “L’arteterapia”, ed. xenia, 2007 Milano. o Bernie Warren, “L’arteterapia in educazione e riabilitazione, Ed. Erickson, 1995 Trento. o Caroline Case e Tessa Dalley, Manuale di arte terapia, Torino febbraio 2003, Ed Cosmopolis. o Costanza Papagno, “Neuropsicologia della memoria”, 2010 Bologna, Il Mulino. o Carta dei servizi del centro “Puzzle”. Sitografia www.rinascitaevita.it ___________________________________________________________________ 41