Istituto MEME: L`animale Totem

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Istituto MEME: L`animale Totem
Istituto MEME
associato a
Université Européenne
Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles
L’ ANIMALE TOTEM
Scuola di Specializzazione:
Relatore:
Tesista Specializzando:
Anno di corso:
Arti Terapie
Dott.ssa Roberta Frison
Sara Alberini
Secondo
Modena 9 Settembre 2012
Anno Accademico 2011 - 2012
ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES
SARA ALBERINI – SST IN ARTI TERAPIE – (SECONDO ANNO) A.A. 2011 – 2012
“ Bisogna conoscere se stessi: quand’anche non servisse a trovare la
verità, giova per lo meno a regolare la propria vita; non c’è nulla di più
giusto.”1
[B. Pascal]
1 Pensieri Les pensées, Aforismario “Aforismi e aforisti”1670.
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Indice dei Contenuti
1. Introduzione
5
2. Le arti terapie che cosa sono?
11
2.1 Arte e Creatività
13
2.2 Che cos’è un’emozione?
20
2.3 La regolazione delle emozioni in arte terapia “IL CAMMINO” 23
3. Arte e guarigione nel mondo antico
27
3.1 Lo sviluppo dell’Arte Terapia
29
4. Perché promuovere l’idea dell’autoterapia?
31
4.1 Che cos è l’autoterapia?
34
4.2 Altre forme auto-terapiche conosciute
34
5 Breve storia dei nativi d’America
5.1 Pillole di saggezza
42
47
6 Il Totem
50
7 La simbologia degli animali mitologici per i nativi d‘America
54
7.1 L’animale e le quattro direzioni
60
7.2 Animale Totem e la ruota di medicina
62
7.3 Animali
64
8 Proget work: Metodologia (Dalla scelta del proprio animale spirituale,
allo studio grafico, alla creazione della costruzione del medesimo)
80
9 Obiettivi
80
10 Tecniche per sapere il proprio animale di potere
80
11 La scelta del Totem
84
12 Materiali e percorso grafico e scultoreo
87
13 Considerazioni e conclusione lavoro
98
14 Bibliografia
100
15 Sitografia
101
3
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Bisogna gettarsi anima e corpo nella lotta, battersi contro tutte le scuole,
tutte senza distinzione, non certo denigrandole ma con altri mezzi,
confrontarsi non soltanto con l'arte ufficiale ma anche con gli
impressionisti, i neo-impressionisti, il pubblico vecchio e nuovo far propria
l'astrazione più spinta, fare tutto ciò che è proibito, e ricostruire più o
meno felicemente, senza paura di esagerare, anzi esagerando.
Imparare da capo e poi, una volta appreso, imparare ancora. Vincere ogni
timore, a costo del ridicolo.
Davanti al cavalletto il pittore non è schiavo né del passato né del presente,
nè della natura nè del suo vicino. E' se stesso, ancora se stesso, sempre se
stesso. Non dovete arrendervi mai, qualunque cosa accada"
[Paul Gauguin]
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INTRODUZIONE
… ”ma come fare a non perdersi, come Teseo, nel labirinto? Perché un
insieme di esperienze si componga in un racconto occorre il lavoro
biografico: l’occhio che vede e la mano che raffigura producono“oggetti”
che l’ Io narrante, come una voce fuori campo, trasforma in significato.”
Egli ci conduce per una via per la quale il nostro vissuto si fa
consapevolezza.
La pittura, la scultura e la pagina scritta saranno le tessere di un mosaico
che ci aiuterà a sfogliare le pagine del libro della nostra vita.
“Nell'atto di creazione di ciascun individuo l'arte nutre l'anima, coinvolge
le emozioni e libera lo spirito e questo può incoraggiare le persone a fare
qualcosa semplicemente perché vogliono farlo.
L'arte può motivare tantissimo, poiché ci si riappropria, materialmente e
simbolicamente, del diritto naturale di produrre un'impronta che nessun
altro potrebbe lasciare ed attraverso la quale esprimiamo la scintilla
individuale della nostra umanità"2
(da "Arteterapia in educazione e riabilitazione", Bernie Warren)
Dove va la mano là seguono gli occhi
Dove guardano gli occhi là si dirige la mente
Dove posa la mente là nasce l'emozione
Dove palpita l'emozione là si realizza l'essenza dell'arte.
(Abhy Naya Darpana, Trattato Indiano)
2 Bernie Warren “Arteterapia in educazione e riabilitazione” Edizioni Erickson 1995.
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Durante il mio percorso mi son sempre chiesta come mai proprio l’Arte
come terapia?
Ho cercato dentro di me e trovato risposte; leggendo e conoscendo mondi e
culture diverse.
L'arte è per sua natura sensoriale, cioè corporea (sensazioni visive,
acustiche,
tattili,
olfattive,
percezione
ed
organizzazione
dello
spazio),coinvolge emozioni e processi cognitivi che attraverso vari
linguaggi creativi ed il processo di simbolizzazione trovano espressione,
dando forma all'esperienza. L'arte è, in sostanza, un uso particolare di
linguaggi in cui l'organizzazione dell'esperienza sensoriale si carica di
profondi contenuti interni alla persona.
Mi piace pensare ai “sensi”come a “parti” attraverso le quali l'uomo
conosce il mondo, lo porta dentro di sé, lo rielabora in una propria
rappresentazione, per poi restituirlo e comunicarlo di nuovo all'esterno,
in un processo circolare di continua decostruzione e ricostruzione. In
questo modo, i canali sensoriali diventano le prime vie attraverso le quali
stimolare l'apprendimento (funzioni cognitive), ma anche attraverso le quali
comprendere le rappresentazioni interne del mondo degli individui e
sostenerne il processo di trasformazione.3
Nelle arti-terapie, il fulcro è legare gestualità, espressività, immaginazione,
emozioni, attraverso esperienze di pittura, danza, musica nella forma della
produzione diretta; oltre a ciò, il lavoro arte-terapeutico non può essere
indipendente da un lavoro sul “contatto personale” che anima tutte le
esperienze effettuate con i diversi linguaggi.4
L'arte rende possibile “vedere” ed “esprimere” molto più di quello che le
3 http://www.artecometerapia.it (visionato 8-08-2012)
4 Raffaella Molteni “L’Arteterapia” Xenia, Tascabili, 2007.
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parole possono fare, poiché si tratta di una comunicazione densa di
significato intrinseco, che viene percepita emotivamente, anche da chi ne
fruisce, in modo diretto.
Essa incorpora idee, sentimenti, sogni, aspirazioni; narra e veicola
un'ampia gamma di emozioni, da immensa gioia a profondo dolore,
dal trionfo al trauma. In tal senso l'arte serve come mezzo di
comprensione, di attribuzione di senso e al fine di chiarire esperienze
interiori senza parole, che spesso sono insufficienti o mancano nel
descrivere i propri vissuti, oppure possono servire da copertura e come tali
non permettere un contatto profondo con il proprio mondo interiore.
Non si tratta dunque di creare un semplice atelier artistico (in cui il
prodotto finale assume solitamente importanza prevalente) o di occuparsi di
animazione creativa oppure di istituire un "corso di disegno e pittura"
(prettamente didattico), bensì di coniugare le procedure e teoria artistiche
con orientamenti e fondamenti delle teorie della psicoanalisi, della
psicologia, della pedagogia, dell'antropologia e della comunicazione nonverbale, in una disciplina chiamata “Arti-terapie”, che concentra la propria
attenzione sul processo artistico-espressivo.
Attraverso le arti-terapie si ha la possibilità di attivare risorse che tutti
possediamo: la capacità di elaborare il proprio vissuto, dandogli una forma,
e di trasmetterlo creativamente agli altri.
Condividere l'esperienza di un laboratorio espressivo di arti terapie offre ai
partecipanti l'opportunità di godere del piacere di creare con materiali
artistici, di esprimere e rielaborare sentimenti, pensieri, vissuti, attraverso il
linguaggio non-verbale dell'arte visuale e plastica.
Non essendo finalizzata alla produzione di un “bell'oggetto”, aspetto più
ricreativo ed artigianale relativo ad altri ambiti e metodologie d'intervento,
le arti -terapie rende possibile comunicare e scambiarsi impressioni, ricordi,
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stati d'animo, immagini reali o fantastiche.
"Il linguaggio di forma e colore - dice lo psichiatra Vittorino Andreoli - va
privilegiato in una società tutta incentrata sul linguaggio parlato e scritto".
Infatti, mentre le parole implicano la concettualizzazione e la
verbalizzazione del disagio, e possono mentire, nascondere, o dimenticare,
le immagini non mentono: sono immediate, autentiche, partono dal
profondo ed è più facile esprimerle perché non creano barriere di difesa.
Tutto ciò avviene in un contesto sicuro e di incontro con altri esseri umani,
in cui l'attività viene facilitata dalla relazione fra un arte-terapeuta, i
partecipanti e il gruppo. Questo è un aspetto fondamentale e delicato di
ogni contesto educativo poiché non esiste crescita al di fuori di quell'humus
fertile che sono le relazioni costruttive tra persone.
Il mio percorso di lavoro si svolge attraverso un filo sottile che mi ha
accompagnato in tutti questi anni di approfondimento di me stessa: l’amore
per l’ arte, per la creatività e il mettermi alla prova sempre e in ogni
momento.
Attirata dal mondo spirituale dei Nativi d’America
e dai loro Totem
(oggetto rituale, solitamente raffigurante un animale) ho voluto
approfondire in un modo auto-terapico questo mondo che mi ha sempre
affascinata.
In passato molte culture consideravano gli animali come loro alleati e
invocavano il loro potere, indossando le loro pelli e le loro maschere,
mimando i loro movimenti ed elevando loro preghiere di ringraziamento
per il nutrimento che essi rappresentavano per la tribù o per il clan.
Tali atti rituali, permettevano di mantenere un legame con lo spirito degli
animali, accettando il potere e gli insegnamenti che essi offrivano.
Gli Indiani d’America ad esempio credevano che tutti gli animali fossero
fratelli, sorelle, cugini, e soprattutto i loro insegnanti ed amici. Oggi, con lo
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sfruttamento delle risorse da parte dell’essere umano, il rispetto e la
consapevolezza che gli animali “Totem” rappresentano sono andati perduti.
Ma nonostante questo, gli animali continuano a rappresentare per noi una
fonte di potere e conoscenza alla quale possiamo e dobbiamo attingere.
Dobbiamo recuperare la nostra memoria spirituale e ricordare che siamo
tutti uno.5
Gli animali vengono da noi perché hanno una lezione che dobbiamo
imparare e un potere che essi sono disposti a condividere. Essi cercano di
darci un dono di comprensione, d’amore universale e di conoscenza. Ogni
animale ha il proprio speciale messaggio di potere, e ogni animale
rappresenta una particolare “medicina”, come dicevano gli Indiani
d’America.
Gli animali vengono considerati dagli Indiani d'America come degli
antenati mitici e secondo molte leggende sono loro che aiutano gli umani a
vivere (regalandogli il fuoco, il cibo, ecc.) è attraverso questa chiave di
lettura che possiamo capire il perchè del profondo rispetto verso la natura
che li circondava. Gli animali intervenivano nelle visioni degli uomini
(come una sorta di messaggeri di Wakan Tanka) e da quel momento
diventavano gli spiriti protettori di quella persona infondendole le loro doti:
forza, saggezza, agilità ecc.6
Ogni totem aveva due ali perché gli indiani pensavano di essere “angeli
che hanno un corpo”. Inoltre, vi erano sempre incise le fattezze di alcuni
animali.
Gli spiriti erano i grandi protagonisti della religione.
5 Anna Ranieri “Totem Tabù”, dispense 1° anno arti-terapie, 2008-2009 Istituto MEME.
6 Levi Strass C., “Il totemismo oggi “Feltrinelli Milano, 1964.
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Ho cercato di lasciarmi trasportare per apprendere al meglio il loro
significato ”Totem”, per poi poterlo trasmettere agli altri.
“FARE UN PERCORSO DI ARTI TERAPIE SIGNIFICA ANCHE FARE
ESPERIENZA DEI PROPRI LIMITI”
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2- LE ARTI-TERAPIE CHE COSA SONO?
Le arti-terapie includono l'insieme delle tecniche e delle metodologie che
utilizzano le attività artistiche visuali (e con un significato più ampio, anche
musica, danza, teatro, marionette, costruzione e narrazione di storie e
racconti) come mezzi terapeutici, finalizzati al recupero ed alla crescita
della persona nella sfera emotiva, affettiva e relazionale.
E' dunque un intervento di aiuto e di sostegno a mediazione non-verbale
attraverso l'uso dei materiali artistici e si fonda sul presupposto che il
processo creativo messo in atto nel “fare arte” produce benessere, salute e
migliora la qualità della vita. Attraverso l'espressione artistica facilitata da
un arte-terapeuta adeguatamente formato è possibile incrementare la
consapevolezza di sé, fronteggiare situazioni di difficoltà e stress,
esperienze traumatiche, migliorare le abilità cognitive e godere del piacere
che la creatività artistica, affermando la vita, porta con sé7.
L'intervento tende ad attivare diverse modalità di comunicazione che
aumentano l'autostima e la possibilità di percepirsi, da parte di chi ne
usufruisce, come individuo capace di fare e di esprimere, in un contesto di
relazione con il gruppo in cui è inserito.
Attraverso le arti-terapie si ha la possibilità di attivare risorse che tutti
possediamo: la capacità di elaborare il proprio vissuto, dandogli una forma,
e di trasmetterlo creativamente agli altri. Si tratta di un processo educativo,
laddove “educare” sta per “portare fuori”: far emergere la consapevolezza
ed una maggior conoscenza di sé mediante la pratica espressiva,
l'osservazione ed il confronto.
Nell'orientamento di Edith Kramer (artista e arte-terapeuta, che già dagli
7 Raffaella Molteni “L’Arteterapia” Xenia tascabili, 2007.
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anni '30 e '40 ha praticato da iniziatrice questo approccio), l'arte come
terapia viene concepita come mezzo di sostegno dell'Io, ed espressione del
Sé, in grado di favorire lo sviluppo di un senso di identità e promuovere
una generale maturazione ed integrazione.8
Viene posta grande attenzione al processo artistico, senza interpretare il
prodotto (questo significa quest'altro), poiché è l'atto di produrre
un'impronta creativa a rendere terapeutico il percorso verso l'integrazione.
Queste impronte (i prodotti dell'attività creativa) possono poi certamente
dare all'operatore una chiave per capire il modo in cui l'individuo incontra e
decifra la realtà, e aiutarlo nel fare chiarezza, ma questo non è che una
traccia, un'indicazione delle possibilità che si aprono in una fase successiva
del processo.
Per poterla praticare, non sono necessarie precedenti esperienze o
competenze di tipo artistico; non è questo il contesto in cui possano
emergere giudizi di tipo estetico, poiché ogni espressione dell'anima e della
propria umanità, fosse anche solo un semplice segno o un insieme caotico
di linee e colori, è manifestazione autentica di un sentire profondo e come
tale, di valore inestimabile.
La cosa più importante è viverla in primis al massimo per poterla poi
trasmetterla e portare alla trasformazione di persone che ci possono
presentare davanti a noi come problematica.
Esso si mostra infatti per poter essere, nel processo creativo, portato alla
luce, trasformato, compreso, portando l'individuo ad una migliore relazione
con se stesso e con gli altri.
… ”Anche se non è in grado di eliminare la causa della tensione o di
contribuire direttamente alla soluzione del conflitto, l'arte serve come
8 http://www.artecometerapia.it/arteterapia/cosa_arteterapia.asp (visionato il 08-08-2012).
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modello del funzionamento dell'Io: diventa una zona franca in cui è
possibile esprimere e saggiare nuovi atteggiamenti e risposte emotive,
anche prima che queste modificazioni abbiano luogo a livello di vita
quotidiana.”9
Le arti-terapie ci tuffano pienamente dentro tale processo vitale
permettendoci di godere del piacere di creare, di lasciare le nostre tracce, di
dare forma e trasformare, di superare, di crescere. Ci avvicina alla nostra
umanità e contemporaneamente lascia che percepiamo la nostra forza.10
2.1 - ARTE E CREATIVITA’
Magritte (1959)
9
Edith Kramer al sito http://arteesalute.blogosfere.it/2008/01/dallinfanzia-e-ritorno.html
(visionato il 8-08-2012).
10 Bernie Warren “Arteterapia in educazione e riabilitazione” editore centro studi Erickson
Milano, 1997.
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Quando ci imbattiamo in un disturbo fisico, un malessere o un disturbo
psicologico, in una malattia più o meno grave, è come se si interrompesse il
corso normale delle nostre vite, è un problema che blocca in qualche modo
l’evoluzione, la crescita, paralizza temporaneamente la nostra capacità di
creare. La malattia compromette un equilibrio psico-fisico raggiunto, ma
perché? Talvolta essa ci riporta con i piedi per terra, ci costringe a fermarci
e a prenderci cura di noi, altre volte sembra un evento perfettamente inutile,
noioso o inopportuno.
Per quanto riguarda i disturbi psicologici e i disturbi psicosomatici come
l’ansia, la depressione, le fobie, la rabbia, l’insonnia, la psoriasi, il colon
irritabile, la cefalea e altre problematiche di origine psichica, si tratta di un
vero e proprio campanello d’allarme che ci dice che non siamo in linea con
le nostre predisposizioni, che non diamo voce ai nostri bisogni profondi. Il
nostro daimon che ci portiamo appresso dalla nascita, quel piccolo
spiritello che abbiamo ricevuto in dono dalle Moire (Platone), portatore del
nostro destino, che snocciola lentamente lungo il tempo della nostra
esistenza la nostra vera “vocazione”, il nostro segreto, l’essenza della
nostra anima che dovremmo e potremmo realizzare in questa vita, ecco
quel daimon, si arrabbia e si fa sentire, come se fosse inascoltato, come se
continuasse a urlarci la strada da seguire e noi continuassimo ad ignorarlo.
Ma il nostro cuore custodisce l’immagine del nostro destino e non si
stancherà mai di chiamarci ad esso (J.Hillman 1996).11 Quindi i disturbi
psichici sono in realtà una vera e propria benedizione, certo un penoso
ostacolo da superare, ma grazie al quale potremmo ricontattare il nostro
daimon e cambiare completamente il nostro modo di funzionare per vivere
in modo più sereno. Per quanto riguarda la malattia fisica alcune teorie
11 James Hillman ”Il Codice dell'Anima” edizione gli Adelphi Milano, 2010.
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sostengono che l’organo colpito abbia comunque qualcosa da comunicarci
e che la sua funzione sia stata troppo a lungo trascurata da sviluppare una
patologia cronica o degenerativa, questa idea però non è applicabile sempre
in modo lineare, alcune malattie, soprattutto quelle letali, sembrano arrivare
in modo completamente irrazionale o per cause biologiche, ambientali o
comunque diverse da quelle psichiche.
Per questo non è corretto psicologizzare sempre e comunque la malattia a
volte “essa è semplicemente come un dio, orribile, misterioso e
imperscrutabile che ci chiede in sacrificio la vita, contro il quale dobbiamo
lottare per riconquistarla o morire in battaglia dignitosamente”.12
Una delle tante strategie per reagire alla malattia è riaprire la porta della
propria creatività. Per creatività non s’intende che tutti dobbiamo diventare
artisti, pittori, scrittori, ma mi riferisco ad un atteggiamento psicologico di
apertura, che abbandona il vittimismo e che comincia a vedere i problemi
come delle opportunità, comincia a vedere quel masso che ostacola il
cammino come qualcosa di utile per la propria vita, comincia ad attivare un
pensiero che anziché perdersi nel vuoto della disperazione o nell’attacco
brutale della rabbia, s’ingegna a trovare il modo per trasformare il dramma
in occasione di cambiamento.
Secondo Freud la creatività avrebbe appunto origine da un conflitto
psichico, quindi sarebbe un modo nuovo per risolvere un problema,
secondo il maestro della psicanalisi, i lavori creativi sarebbero originati da
desideri, frustrazioni, disagi che si trasformano in opere d’arte, musica,
poesia, del resto i desideri insoddisfatti sono la forza motrice della nostra
fantasia.
La creatività oltre ad avere una funzione riparativa e compensatoria molto
12 F. Nanetti “Superare i momenti di crisi” edizione Pendragon, 2006.
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importante per la persona, nasconde in sé anche un livello più profondo.
Jung infatti sosteneva che la creatività avesse anche un aspetto “visionario”
oltre che quello psicologico studiato da Freud. La modalità visionaria
nell’uomo sgorga dalle profondità dell’inconscio collettivo e attinge da
memorie, simboli e tracce storiche collettive. La straordinaria importanza
dell’atto creativo per Jung risiede nel fatto che esso risveglia un archetipo
sopito in noi, trascendendo le esperienze della vita dell’individuo e spesso
assumendo significati universali che neppure l’artista riesce a spiegare.
La capacità creativa dell’uomo è come una scintilla divina che fa di esso un
essere straordinario nella sua peculiarità di creatura e lo collega col tutto.
Certo ognuno ha una sua dimensione creativa e sarebbe un errore
ricondurre la nostra forma creativa solo a discipline artistiche, occorre
scoprire in quale settore siamo particolarmente dotati e svilupparlo.
Potremmo avere talento per gli affari, per la cucina, per la moda, per
l’elettronica, un particolare gusto estetico o altro ancora…
A tal proposito Ginette Paris, nel suo libro “Vita interiore” (2008) ricorda
13
una donna che aveva una capacità straordinaria di organizzare banchetti,
cene, decorare a tale scopo gli ambienti e far sentire le persone a proprio
agio durante questi momenti conviviali, quando andò in analisi, stava male,
smise di fare tutto ciò e cominciò a dipingere, i suoi quadri non erano un
granchè, ma aldilà di ciò, che è irrilevante per la terapia perché l’arte viene
usata per trovare dei significati reconditi, il danno fu che smise di
organizzare banchetti, finì per canalizzare la sua creatività in un settore per
cui non era così naturalmente portata, un vero peccato.
Le persone che hanno un atteggiamento creativo o che sono creative sono
in genere più indipendenti, autonome, sensibili, risolute, avventurose con
13 Ginette Paris, “Vita interiore” edizione Moretti & Vitale, 2008.
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una maggiore capacità di accettare sé stesse (C. A. Malchiodi 2007)14 ma è
dimostrato anche che la creatività correla positivamente con un certo grado
di depressione, di stima e di follia. Dallo studio di A. Ludwing che il 73%
dei creativi manifestano alterazioni dell’umore, nei poeti in particolar modo
nel 87% dei casi (A. Oliverio 2006). Mentre in un altro studio di J. L.
Karlson si è trovato che tra i parenti di primo grado di pazienti psicotici,
c’era un’alta percentuale di persone di successo e creative. Questi studi al
di là di proporre l’esistenza di basi biologiche della creatività, correlano
anche in modo importante la creatività alla malattia mentale.
Quando compare nella vita il disagio allora sembrano chiudersi le porte
della creatività e della fantasia, il dolore e lo sgomento diventano un fortino
dentro al quale ci barrichiamo con la speranza di vincere la battaglia che ci
pone la malattia, il disturbo, il problema di relazione. La malattia è
caratterizzata da un profondo mutamento e un intenso malessere
psicologico, essa s’impossessa della nostra persona e ci sottrae ogni
vitalità, frantuma i nostri sogni, ci deruba della vitalità, spegne il desiderio,
sconquassa il nostro mondo e ci pone maledettamente a faccia a faccia con
la morte, come diceva Seneca “in ogni malattia ci sono tre cose gravi: la
paura della morte, il dolore fisico, l’interruzione dei piaceri” (A. Malliani
2007)15.
Ecco che all’affacciarsi alla porta della malattia, la psiche si abbatte, perde
la sua capacità creativa perché tutto il suo sforzo è vedere una luce oltre il
velo nero della morte, così, come espresse egregiamente Vincent Van Gogh
nelle sue lettere al fratello Teo “nel disagio ci si sente prigionieri, esclusi
dal partecipare ad un opera o all’altra e ciò che è necessario diventa
14 Malchiodi C. A., “ Arteterapia. L’Arte che cura” edizione GIUNTI, 2007.
15 www.psicolab.net (visionato il 08-08-2012). Malliani A., “Sopravviviamo per le tracce che
lasciamo” edizione EDBUR 2007.
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inaccessibile”.
Con la malattia si allarga in noi una ferita, un distacco doloroso tra le nostre
potenzialità, i nostri progetti e il destino, che ci frappone un temibile
ostacolo il cui superamento ha esito incerto. Ovviamente tale ferita non è
ad appannaggio esclusivo della persona che si ammala ma anche di chi
l’ama e le sta vicino. Quando si ha un forte legame con un altro individuo
si soffre insieme e ci si preoccupa tanto quanto, o forse di più per colui che
soffre. La prospettiva del distacco, reale o presunto, per chi ama, è un
immagine devastante tanto quanto la malattia.
Ecco che la creatività è il farmaco allopatico di cui avremmo bisogno
proprio in questi momenti, cioè avremmo bisogno di forzare i limiti, usare i
problemi per creare soluzioni nuove, abbattere le barriere, rifiutare i nostri
preconcetti e aprirci al nuovo, permetterci di provare, di sbagliare pur di
esprimerci in qualche modo, amplificare l’attenzione a tutto ciò che
potremmo trovare al mondo che ci possa aiutare a uscire alla malattia.
La creatività ci aiuta ad esplorare diversi modi di essere, differenti
materiali, modificare le immagini della nostra mente e avventurarci verso
l’ignoto.
Ma per esprimersi in modo creativo è necessario prima raggiungere una
prerogativa essenziale: sentirsi liberi, liberi quel tanto che basta da non
preoccuparsi di quello che pensano gli altri, sospendere il giudizio di noi
stessi, poiché esso ci aliena, né avere la mania di realizzare qualcosa di
giusto, sbagliato, bello o brutto, ciò che conta è liberare le immagini
interiori in una forma che ci sia consona, il risultato non conta, ciò che
conta è il processo.
Allentando le briglie che ci siamo posti nel tempo, possiamo finalmente
lasciarsi condurre dal Flusso Creativo, come lo definiva Mihaly
Csikszentmihalyi, uno stato di eccellenza in cui il lavoro e l’ispirazione ci
18
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assorbe completamente e finiamo per essere un tutt’uno con i materiali, lo
strumento, le idee, le immagini e l’attimo presente.
La psicoterapia serve a sanare questa voragine che si crea tra la passività
della malattia e la creatività della guarigione. Il terapeuta accompagna chi
sta male verso una nuova dimensione vitale, un nuovo modo di vedere le
cose, un modo nuovo di utilizzare le proprie immagini mentali e la
possibilità di crearne altre di positive, con le quali si può anche lasciar
andare il sintomo, perché esso perde la propria funzione di segnale di
allarme, che chiedeva di occuparci, di ascoltare il nostro corpo, le nostre
aspirazioni e il nostro demone interiore. In quei casi in cui la gravità della
patologia non consente la guarigione, la psicoterapia è ancora più
importante, non tanto per guarire quanto per “salvarsi”. Realizzare sé stessi
nonostante il male che mi trovo a vivere senza motivo, significa non
smettere di portare il nostro vessillo, credere nel significato della nostra
esistenza, non arrendersi, non subire passivamente la malattia ma lottare
ogni minuto per dar più vita ai giorni e non solo più giorni alla vita.
Quando si affievolisce la creatività nelle nostre vite, la malattia, il
malessere, prendono il sopravvento sull’anima soffocata, viceversa quando
l’anima deborda dagli argini, ci travolge e non riusciamo più a contattare la
realtà, la follia, la confusione incedono e la creatività è l’unico mezzo per
riportarci a contatto con la materia. I problemi sono quindi importanti per la
nostra evoluzione e la creatività è un mezzo straordinario per trasformarli
in occasioni.
Si tratta di cogliere, come direbbe il grande filosofo Martin Buber,16 «ogni
percorso di autentico cambiamento personale in un "iniziare in se stessi"
16 Franco Nanetti “La Via della Trasformazione Interiore Dall'infanzia ferita alla responsabilità
del divenire adulti” edizione Pedrangon, 2010.
19
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che non finisce in se stessi». Ogni percorso di evoluzione interiore che
intraprendiamo per migliorarci o per raggiungere una condizione di
maggiore benessere deve quindi porsi come dono, come atto sociale che
ingloba tutte le realtà viventi, perché tutti, "piante, uomini, animali e dei",
per usare le parole di James Hillman, possano beneficiare insieme a noi
delle piccole e grandi conquiste esistenziali.
2.2 CHE COS’E’ UN’ EMOZIONE?
L’emozione è qualcosa che altera il nostro stato abituale è un’onda che ci
attraversa, che ci scuote dalla nostra condizione. E’ ciò che ci rende vivi,
che ci fa intraprendere strade, che ci permette di stupirci e scoprire ogni
cosa. Insomma l’emozione ci fa vivere senza dar niente per scontato.
E’, inoltre, il termometro della nostra anima e l’unico strumento che ci dice
come e dove siamo in un preciso momento.
Nel linguaggio quotidiano usiamo il termine “Emozione” per riferirci a
sentimenti e a stati d’animo e al modo con cui essi vengono espressi nei
comportamenti e nelle risposte somatiche dell’organismo.
L’Emozione è intesa come esperienza che produce sentimenti o affetti (“mi
sento felice”), presenta delle modificazioni fisiologiche in risposta
determinati stimoli (un aumento del battito cardiaco ad esempio), è dotata
di correlati cognitivi (come la valutazione degli stimoli emotigeni) ed ha
infine risvolti sul piano del comportamento.
Troviamo due aspetti fondamentali che definiscono la natura delle
emozioni:
- il coinvolgimento di modificazioni fisiologiche;
- la presenza di sentimenti soggettivamente esperti che implicano la
20
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consapevolezza dell’oggetto.
l’emozione rappresenta un comportamento di risposta profondamente
legato alle motivazioni, che si manifesta a tre diversi livelli:
 Psicologico.
 Comportamentale.
 Fisiologico.
Il primo sistema, detto “psicologico”, comprende i resoconti verbali relativi
all’esperienza soggettiva, come ad esempio: “ho provato una intensa
sensazione di rabbia quando...”.
Il secondo sistema, denominato ”comportamentale”, riguarda invece le
manifestazioni motorie dell’emozione, come ad esempio il comportamento
di esitamento, di avvicinamento, di attacco e la fuga ecc., e le
modificazioni dell’atteggiamento posturale e dell’espressione facciale.
Infine, vi è il livello ”fisiologico”, prevalentemente rappresentato delle
modificazioni fisiche: ad esempio negli effettori innervati dal sistema
nervoso autonomo, quindi alterazioni della frequenza cardiaca, della
pressione arteriosa, dell'irrorazione vascolare facciale
(l’arrossire),
l’aumento della sudorazione delle mani, o le modificazione del ritmo
respiratorio. Tutte queste variazioni sono connesse con, e anche indotte da,
modificazioni di tipo endocrino, per esempio del sistema ipofisicorticosurrenale (ACTH e cortisolo) o della midollare del surrene
(adrenalina e noradrenalina).
Nessuno di questi tre sistemi (psicologico, comportamentale e fisiologico)
è prioritario rispetto agli altri, ma piuttosto ognuno risulta strettamente
connesso agli altri in una globale risposta emozionale. I tre sistemi cioè
interagiscono tra loro pur essendo parzialmente indipendenti.
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Concludendo, l’emozione risulta essere un “insieme di risposte”17.
Quante e quali sono le emozioni? Possiamo ipotizzare che la moltitudine
delle esperienze emotive sia spiegabile mediante una decina di emozioni
fondamentali o primarie. Plutchik (1970, 1980) ha suggerito un modello
efficace (parzialmente verificato sul piano empirico per la classificazione
delle espressioni facciali). Tre sono le fondamentali dimensioni
rappresentate in questo modello: intensità, polarità e somiglianza.
Il cerchio rappresenta la somiglianza e la polarità delle otto emozioni primarie.
Immagini relative a Robert Plutchik
17 Michela Balconi “Neuropsicologia delle emozioni “edizione Carrocci Le Bussole, 2004.
22
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Il cerchio rappresenta la somiglianza e la polarità delle otto emozioni
primarie. L’intensità può variare su un asse ortogonale al cerchio, per
esempio la paura aumentando può divenire terrore, diminuendo può
divenire apprensione.18
2.3 REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI IN ARTE
TERAPIA
Perché la creatività è terapeutica?
Il CAMMINO
Chi soffre di disturbi psicologici vive un’esperienza che non sempre è
agevole ricondurre alla ragione ordinaria. Egli sperimenta sintomi poco o
punto comprensibili: ossessiva coercizione a ripetere riti irragionevoli,
angoscia di non essere «davvero» se stessi, paura di fronte allo spazio
aperto o chiuso, terrore irrazionale di avere malattie o di stare per morire
ecc.; oppure sentimenti dolorosi, talvolta catastrofici: la depressiva
sensazione di essere delle nullità, di vivere in un mondo mostruoso, di aver
18 http://www.benessere.com/psicologia/emozioni/emozioni.htm (visionato il 08-08-2012).
23
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commesso colpe imperdonabili, di essere giudicati in modo negativo dagli
altri. la sofferenza psicologica - pur in apparenza così complessa - deriva da
qualcosa di molto, molto semplice: deriva cioè dal fatto che l’io è coinvolto
in menzogne che gli inibiscono la possibilità di esprimere desideri e bisogni
autentici, che lo facciano sentire vivo e reale e perciò onesto con se stesso.
Non è facile far comprendere che l’identità può essere «alienata», cioè
falsa, forzosamente adattata a modelli di vita inadeguati ai più profondi
bisogni personali.
Il grado di falsità dell’io può essere estremo ed essere talmente radicato
nella coscienza da sfuggire ad ogni attività autoriflessiva. In questi casi, nei
quali la falsificazione di sé è una dinamica condannata a restare inconscia,
è solo la sofferenza psichica ad attestare e dimostrare che l’io non è in pace
con se stesso, che si tormenta per qualcosa che gli sfugge.
L’individuo
affetto
da
una
sofferenza
psichica
è
permeato
di
condizionamenti ambientali assorbiti sin dalla più tenera infanzia e mutuati
dagli affetti più intimi e necessari; in più, egli si sente obbligato a non
trasgredirli, pena una intollerabile sofferenza affettiva e psicosomatica (il
ben noto senso di colpa).
Nel corso del suo sviluppo e della sua vita adulta questi condizionamenti
gli appaiono sempre più contraddittori rispetto ai suoi veri sentimenti, ma
non può modificarli né tantomeno liberarsene. Anzi, più avverte la loro
crescente estraneità, più si costringe a subirli, difendendoli al prezzo della
propria integrità morale, della propria salute, talvolta della propria vita. Se
è vivace e provocatorio, si piega ad essere timido e passivo; se è coraggioso
e indipendente, si lega a doppio nodo ad ogni affetto - anche il più
avvilente - e finisce per diventare prima un bambino/adolescente
dipendente poi un responsabile (e tormentato) uomo (o donna) di famiglia;
se è originale e creativo, sceglie una vita ordinaria. E paga ogni sua nuova
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scelta, ogni rinnegamento di se stesso, con la produzione o l’aumento dei
sintomi.
L’interpretazione che ho appena dato circa la sofferenza psichica, intesa
come effetto di una profonda e invisibile mimesi conformistica, è
necessaria per capire perché la creatività può rappresentare un formidabile
fattore terapeutico.
La creatività risponde a un processo nella cui genesi non v’è nulla di
armonico e innocuo: essa di fatto coincide con un processo di distruzione e
ri-creazione degli oggetti mentali che prima di pervenire a una qualunque
forma di armonia attraversa i più differenti e radicali stadi del caos.
Per poter creare una qualunque cosa un individuo deve essere in grado di:
1) trasgredire le regole ordinarie dell’armonia;
2) assistere con piacere alla disgregazione dell’ordine armonico pregresso;
3) accettare la possibilità che dalla distruzione così avviata non sortisca
nulla;
4) immaginare un ordine armonico alternativo a quello pregresso;
5) realizzare questo nuovo ordine attraverso un oggetto estetico personale;
6) accettare di vivere le conseguenze (psicologiche e sociali) del proprio
atto di distruzione creativa.
Per riuscire ad essere creativo, dunque, l’individuo deve saper promuovere
in se stesso queste scomode e poco invidiabili caratteristiche:
1) la trasgressività;
2) la distruttività;
3) il nichilismo;
4) l’immaginazione;
5) la fattività;
6) il coraggio morale, cioè l’eticità.
Come si vede, si tratta di attitudini mentali e qualità morali che mettono
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l’individuo nell’obbligo di dirsi la verità circa il bene e il bello, cioè
nell’obbligo di dirsi la verità (per poi dirla agli altri) circa i bisogni umani
secondo i quali gli sembra giusto e bello vivere.
Essere creativi significa, in sintesi, mettersi in una posizione nonconformista, dunque scomoda. Dal momento che l’ordine armonico
pregresso (il «gusto» di un gruppo o di un’epoca...) è vissuto da tutti coloro
che lo condividono come il «bene comune» e come la «verità oggettiva», è
evidente che non si diventa artisti, o comunque persone creative, se non si
desidera stare in un rapporto privilegiato con la sfida alla morale e alla
verità correnti mediante la creazione di nuovi valori e nuove verità.
Un’esigenza di «pro-vocazione», di dibattito culturale e di mutamento
storico-sociale è dunque implicita in ogni persona creativa; un’esigenza che
senza dubbio coinvolge quell’individuo nel rapporto che intrattiene con le
regole sociali, ma solo nella misura in cui egli sia coinvolto, a maggior
ragione e innanzitutto, in un rapporto veritiero con se stesso.
Liberata nelle sue caratteristiche, la creatività si rivela un fattore
terapeutico decisivo. Se per creatività intendiamo l’impulso alla
trasformazione e alla personalizzazione della vita, essa è il vero fattore
terapeutico. Infatti, intesa come libera attività di trasformazione delle forme
(affettive, psichiche e sociali), la creatività costituisce il nucleo vitale
dell’io, quello stato centrale dinamico il cui fine essenziale è difendere la
vita dell’io dalle contraffazioni esterne per consentirgli di crescere,
maturare e prosperare.19
19 www.psyche.altervista.org/autoter_creat.htm (visionato il 09-08-2012).
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3 - ARTE E GUARIGIONE NELL MONDO ANTICO
L’arte come uso terapeutico è basata principalmente sulla psicologia, questi
due elementi si uniscono evolvendosi in un'unica nuova entità. Ma è arduo
dire che si tratti di una pratica del tutto moderna, poiché arte e guarigione si
intrecciano già nel mondo antico.
In effetti lo sviluppo dell'arte come terapia viene intesa come disciplina
organizzata e può essere vista come l'applicazione formale di tradizioni
umane la cui origine si perde nella notte dei tempi, influenzate dalle
tendenze intellettuali e sociali dei nostri giorni.
Il desiderio dell'uomo di lasciare la propria impronta e di esprimere le
immagini mentali nasce con lui; basti pensare ai graffiti rupestri, alle prime
forme in terracotta, all'arte della maschera, ai riti e misteri della musica e
della danza.
Gli sciamani (Nativi d‘America) utilizzavano già queste forme per le loro
pratiche di guarigione ed in qualche paese ancora i guaritori le attuano con
modalità del tutto simili, come per esempio in Sudamerica.
Nella nostra cultura l'arte entra agli inizi del XIX° secolo negli ospedali
psichiatrici ed è ampiamente documentato il crescente interesse della
psichiatria in quel periodo, per l'espressione delle forme date alle proprie
immagini mentali, da parte dei malati. Gli strumenti erano quelli consueti
del disegno, della pittura, della scultura, musica, danza, recitazione.
Da qui hanno origine il binomio “arte e follia” che rappresenta un vero e
proprio stereotipo letterario, così come il termine "arte psicopatologica" che
ha prodotto una fiorente letteratura sull'argomento. In effetti la ricerca
andava allora nella direzione di trovare corrispondenze tra i sintomi tipici
delle patologie psichiatriche ed i segni e figure prodotti dai malati nelle
loro opere, atteggiamento che oggi sappiamo discutibile ed artificioso.
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Molti grandi autori che s'interessarono a questo tema criticarono comunque
già allora tale approccio. Risale all'inizio degli anni '20 il saggio“
“Bildnerei des Geisteskranken” (tradotto “arte il malato di mente”) dello
psichiatra tedesco Hans Prinzhorn con il quale egli sfidò sia la psichiatria
che le Belle Arti a riconsiderare le loro nozioni di malattia mentale ed arte,
contribuendo ad orientare l'osservazione sul mondo interno, sulla necessità
interiore di esprimere, sulla corrispondenza non tra sintomo e forma, ma tra
forma ed affetti.
Per gran parte della storia dell'uomo, la malattia mentale è stata guardata
con paura e fraintendimento come manifestazione di forze sia divine che
demoniache. Le tendenze della psicologia del XIX° e XX° secolo creano
invece un contesto più umano per il malato psichiatrico. Freud e Kris,
insieme ad altri autori contribuiscono a tale riumanizzazione teorizzando
che la produzione di fantasie rivela significative informazioni sull'unicità
del mondo interiore di chi le ha prodotte. Altri autori iniziano a riconoscere
il potenziale dell'arte quale strumento da utilizzare nel trattamento
riabilitativo.
Presto, il termine "arte-terapie" inizia ad essere utilizzato per descrivere
una forma di psicoterapia che pone l'intervento a mediazione artistica,
insieme a quello verbale, tra le modalità centrali di trattamento
(Naumburg, 1950/1973).20
Una delle tendenze che emergono con più forza in questo periodo
all'interno della moderna psicologia è stata l'attenzione su metodi
standardizzati di diagnosi e ricerca. Parlando dell'opera di un artista o di un
individuo malato di mente, Kris (1952) pensa che entrambi mettano in atto
lo stesso processo psichico e cioè “portare un'esperienza interiore,
un'immagine interiore, nel mondo esterno. Questo “metodo della
20 http://www.artecometerapia.it/arteterapia/un_po_di_storia.asp (visionato il 09-08-2012).
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proiezione” rappresenta la base concettuale per i test di disegno proiettivo
che si sono evoluti in psicologia durante il XX° secolo.21
3.1 - LO SVILUPPO DELL’ ARTE –TERAPIA
Tra i principali autori universalmente riconosciuti per aver contribuito allo
sviluppo dell'arteterapia a partire in particolare dagli anni '40 possiamo
citare Margaret Naumburg ed Edith Kramer, i cui testi continuano ad
essere usati quali fonti preziose nella letteratura sull'arteterapia
contemporanea.
Margaret Naumburg, attraverso il suo lavoro pionieristico nell'innovativa
scuola statunitense Walden ebbe modo di sviluppare le sue idee, iniziando
negli anni '40 a scriverne. A suo agio con il pensiero sia di Freud che di
Jung, la Naumburg concepiva la sua “arteterapia dinamicamente
orientata” come largamente analoga alla consuete pratiche psicoanalitiche.
Le produzioni artistiche dei suoi clienti erano viste come comunicazioni
simboliche di materiale inconscio poste in una forma diretta, concreta,
senza censure, che lei pensava avrebbe aiutato nella risoluzione del
transfert. La sua "arte come terapia" enfatizzava il potenziale terapeutico
insito nel processo creativo ed il ruolo centrale che il meccanismo di difesa
della sublimazione gioca in tale esperienza. Altri autori sono in seguito
intervenuti a documentare le esperienze e le evoluzioni di tale disciplina,
fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui l'arteterapia viene colorata da vari
approcci che pongono l'attenzione su elementi di volta in volta differenti,
21http://danilopicchiotti.blogspot.it/2009/02/arte-e-guarigione-nel-mondo-antico.html
(visionato il 08-08-2012).
29
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che possono essere integrati anche a seconda degli obiettivi da raggiungere.
Tra questi abbiamo quello psicodinamico, quello umanistico, quello
dell'apprendimento e dello sviluppo, quello sistemico e della terapia
familiare. Attualmente l'arteterapia viene applicata all'interno di molteplici
realtà e con molteplici finalità; per esempio con bambini, adolescenti,
adulti, anziani, in contesti educativi, sociali, riabilitativi, legali, con finalità
di recupero, superamento di traumi, sostegno emotivo ed affettivo, sviluppo
delle facoltà creative.22
22 http://www.artecometerapia.it/arteterapia/un_po_di_storia.asp ( visionato il 09-08-2012)
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4.PERCHE’
PROMUOVERE
L’IDEA
DELL’ARTE
TERAPIA?
Leonardo da Vinci. ”studio di mani” Windsor, Castel.
Tantissime persone soffrono di disturbi emotivi e la totale dipendenza dalla
psicoterapia, dipendenza espressa con il fare il nome del proprio terapista o
del metodo che questo adotta, come un esorcismo contro la paura di non
farcela coi propri mezzi. (Quando dico coi propri mezzi non intendo dire
che sia necessario fare «da soli»; con l’espressione «farcela coi propri
mezzi» intendo dire che si può avere un proficuo contatto psicoterapeutico
senza tuttavia perdere di vista il fatto che siamo noi, coi nostri mezzi e la
nostra inventività ora ad ammalare, ora a guarire.)23
In conseguenza di queste osservazioni l’autore dell’libro “Autoterapia” in
base alle sue esperienze personali, pian piano è uscito dal soffocante
paradigma (dall’«archetipo», direbbe Jung) della terapia, per trovare punti
di
contatto
con
quello
della
formazione
e
più
precisamente
dell’autoformazione.
23 www.psyche.altervista.org/autoter_creat.htm (visionato il 9-08-2012).
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Ho cercato, insomma, di allentare l’idea che come nella medicina organica
anche nella psicoterapia si abbia a che fare con un corpo malato ridotto alla
passività, per sostituirla con l’idea che la psiche sia sofferente non
propriamente per malattia ma per «ignoranza di se stessa» e quindi per via
di una gestione confusa e contraddittoria delle proprie caratteristiche. E che
pertanto la «guarigione» non sia un processo che riguardi una mente
incapace farcela coi propri mezzi» incontrollabile se non da personale
specialistico, ma sia piuttosto l’apprendimento a conoscere la psiche e
gestirla come si conosce e si gestisce il proprio corpo non-malato, un corpo
da amministrare perché stia in salute, dia benessere, sia armonioso e dia il
meglio di sé.
Il libro ”Autoterapia” (Franco Angeli, 2005) è nato per studiare e quindi
suggerire ai lettori l’abbondanza di risorse di cui disponiamo per
comprenderci a fondo e per gestire coi nostri mezzi le nostre caratteristiche
psicologiche. Ogni individuo dispone di una sensibilità innata che lo rende
abile a conoscersi nelle proprie sofferenze meglio di chiunque altro, sì da
poter diventare, con una preparazione adeguata, il miglior diagnosta e il
miglior terapeuta di se stesso.
Ogni individuo, inoltre, custodisce dentro di sé un potenziale creativo che,
liberato dalle inibizioni psicopatologiche, lo mette in grado di fare della
propria vita un’esperienza sana, ricca e gratificante24.
Con questo nuovo approccio terapeutico/formativo lo scrittore non intende
«sostituire» la psicoterapia, ma compendiarla con un sistema più
liberatorio, meno centrato sulla delega e sulla dipendenza, che sono spesso
le condizioni di base su cui s’instaura una malattia psicologica. Pertanto,
nel corso del libro indica come affrontare i propri disturbi psicologici
24 Nicola Ghezzani “Autoterapia“ Franco Angeli edizione Le comete, 2005.
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pregressi, ma allo stesso tempo suggerisce come evitare o superare
la malattia iatrogena, cioè la malattia involontariamente creata dal medico.
Di conseguenza, suggerisco perché e in quali modi «uscire» da una
psicoterapia, terminandola al momento giusto, cosa questa su cui è stato
scritto poco o nulla per ovvi e imbarazzanti motivi di omertà culturale.
Il libro, dunque, è nato per servire questo scopo, per avviare una nuova
politica di gestione della sofferenza psicologica, che spesso è curata bene,
ma sulla base di un presupposto (la dipendenza dal terapista) che è parte del
problema stesso, e che dopo molti anni di terapia o dopo molte terapie
mediche e psicologiche senza successo diventa il problema stesso.
Un tempo i medici curavano negli ospedali e nei loro ambulatori senza
accorgersi che intanto infettavano i pazienti con le mani e gli ambienti
sporchi, sicché avvenivano decessi che la scienza riteneva inspiegabili. Poi
un giorno un certo dr. Semmelweiss ha svelato l’arcano: bastava lavarsi le
mani e creare un ambiente settico, pulito, e i pazienti non si ammalavano.
Ecco la dipendenza dalla psicoterapia è oggi come l’infezione da mancanza
di igiene del secolo scorso. Genera patologie invisibili che sono parte del
problema.
Il libro, dunque, è utile al paziente che vuole imparare come non esser più
tale, come non esser più un paziente, ovviamente guarendo; ma è utile
anche allo studente di psicologia che si sente intrappolato dalla macchina
implacabile di formazioni lunghissime, oppressive e molto costose.
Ciò che intende suggerire è che anche a livello psicologico esiste una
malattia di tipo iatrogeno, cioè prodotta dalla stessa pratica terapeutica
(malattia della quale i curanti perlopiù non si accorgono); questa malattia
iatrogena è la dipendenza dal terapista e dall’interminabile, ricerca di una
cura. (chiamiamo la «iatrodipendenza»). Contro questa invisibile malattia
c’è solo lo strumento dell’autocoscienza e della coscienza culturale, ma per
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usare questo strumento occorre saper abbattere dei tabù e la conseguente
paura di essere colpevoli di superbia e di sbagliare.
Infine, la capacità auto-organizzativa di cui ciascuno di noi è dotato per
natura, sia in quanto individuo singolo che attraverso la pratica della vita
sociale e delle comunicazioni di rete.25
4.1CHE COS è L AUTOTERAPIA
Possibilità e limiti
In senso generale, il termine “autoterapia” si riferisce a qualsiasi tentativo
di porre rimedio a un proprio disagio senza fare riferimento ad alcuna
figura professionale. Spesso, le persone, prima di ricorrere all’aiuto di un
professionista, cercano di alleviare il proprio stato di malessere da sole, con
rimedi basati sulla propria esperienza passata o su quella di amici o parenti.
In questo senso possono essere considerate forme di autoterapia il tentativo
di alleviare la tosse con una tisana preparata su consiglio di un amico o il
fatto di combattere l’ansia leggendo un libro che insegni ad affrontare
efficacemente tale stato o, ancora, il fatto di “curare” l’eccesso di
colesterolo seguendo una dieta letta su una rivista.
Ogni persona conosce propri metodi per affrontare i malesseri più comuni
e, nel corso della vita, ognuno impara a conoscersi e a capire quali rimedi
funzionano meglio per determinati disturbi o problemi.
Tale bagaglio di conoscenze personali, costruito soprattutto mediante la
propria esperienza, si arricchisce attraverso le relazioni con gli altri e
quindi attraverso il “passaparola” che ognuno fa dei propri metodi di
autoterapia.
25 http://psyche.altervista.org/autoter_creat.htm (visitato il 9-08-2012).
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Applicato all’area del disagio psicologico, il temine autoterapia si riferisce
in particolare a una forma di auto-aiuto che riguarda in modo specifico la
cura autonoma di disturbi mentali. In questo ambito, l’autoterapia
rappresenta un tentativo di ritrovare un proprio equilibrio e benessere per
mezzo di un lavoro personale che passa prevalentemente attraverso letture,
riflessioni e scrittura.
Nella terapia cognitivo comportamentale esistono esercizi o schede da
compilare già pronte che aiutano, per esempio, a riconoscere i propri
pensieri disfunzionali o i pensieri che possono accentuare emozioni
negative o ancora le situazioni collegate a sensazioni di ansia o
depressione. Tali “esercizi” sono facilmente reperibili nei libri che seguono
tale indirizzo teorico. L’uso di schede o esercizi è generalmente
accompagnato dalla lettura di testi di argomento psicologico (biblioterapia)
che già di per sé, al di là dell’uso delle schede, rappresenta una forma di
autoterapia.
All’interno della RET/Terapia Razionale Emotiva esistono manuali di
autoterapia che permettono alla persona di compiere un percorso personale
in più fasi (dalla teoria alla pratica), consentendo di applicare e verificare,
tramite l’uso di schede, quanto appreso. Naturalmente l’autoterapia
costituisce qualcosa di diverso dall’incontro con un professionista, ma nel
caso di disturbi lievi o in fase iniziale può rappresentare una modalità di
aiuto efficace e lo stesso aspirante auto terapista può applicarlo su se
stesso. La lettura è una valida forma di auto-aiuto anche nel caso in cui non
siano presenti disturbi mentali, ma semplicemente, possono essere utili
determinate conoscenze o informazioni su specifici argomenti. Ci sono libri
che forniscono informazioni e spunti di riflessione per aiutare le persone ad
affrontare determinati momenti della propria vita o situazioni particolari,
come, ad esempio, i problemi dell’adolescenza, una crisi di coppia o i
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problemi alimentari nei figli… ecc.26
4.2 TROVIAMO ALTRE FORME DI AUTO-TERAPIA
Immagine del sito:27
FIORITERAPIA
Per la sua semplicità ed innocuità, la fioriterapia di Bach si presta molto
bene ad essere usata senza l’aiuto di un terapeuta per la cura dei disturbi
quotidiani, delle piccole indisposizioni e per la prevenzione generale di
qualsiasi malattia.
Prima di intraprendere tentativi personali, è opportuno che un medico o
un naturopata chiarisca completamente i disturbi fisici, perché dietro
sintomi innocui talvolta si può nascondere una malattia seria.
Il dolore è un segnale d’allarme del corpo, che dovrebbe possibilmente
venir curato solo quando se ne conosce la causa.
Quando la malattia si è ormai manifestata chiaramente, si può combinare
senza alcun problema la floriterapia di Bach con altri metodi terapeutici,
perché non pregiudica l’efficacia di altri medicinali, persino degli
omeopatici ad alte potenze.
26 Nicola Ghezzani “Autoterapia. guarire la propria psiche con strumenti personali“ edizione Le
Comete, 2005.
27 http://www.artecometerapia.it/arteterapia/cosa_arteterapia.asp (visionato il 08-08-2012).
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I fiori di Bach accelerano il processo di guarigione e rafforzano l’efficacia
degli altri metodi terapeutici. In pratica agiscono spesso al pari di un
catalizzatore. Se la malattia non è grave, di norma i rimedi della medicina
naturale sono da preferire a quelli allopatici, perché questi ultimi spesso
reprimono i sintomi a livello fisico, mentre con la floriterapia di Bach la
persona si sforza di superarli a livello profondo.
Se i problemi interiori sono gravi, il nostro consiglio è di non cercare di
fare da soli e rivolgersi invece ad un terapeuta esperto, perché in questi casi
è necessario avere grande esperienza e grande sensibilità.
I problemi psicologici profondi e i conflitti interiori non possono essere
curati in prima persona.
Già il fatto che nessuno è mai completamente sincero con se stesso
rappresenta spesso un ostacolo insormontabile nella ricerca dei fiori
appropriati.
Controllare l’efficacia di una combinazione floreale da soli, interpretare in
modo corretto i sogni o le reazioni post-assunzione, per esempio
l’eventuale peggioramento iniziale ecc., supera le possibilità del singolo
individuo.
Poiché, il mondo circostante reagisce al cambiamento di comportamento
della persona, è necessario l’intervento di qualcun altro, che valuti
oggettivamente l’intera problematica con un certo distacco.
L’esperienza ci ha dimostrato che le persone affidatesi in un primo tempo
ad un terapeuta per individuare i rimedi floreali opportuni, sono poi state in
grado di continuare a curarsi da sole.
Ciò è stato possibile perché nel frattempo avevano imparato a riconoscere
le loro motivazioni, i loro punti di forza e le loro debolezze, quindi erano in
grado di individuare da sole qual era l’atteggiamento sbagliato nei nuovi
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problemi che vivevano.
Noi crediamo fortemente che l’obiettivo di una terapia dovrebbe sempre
essere quello di aiutare il paziente a diventare mano a mano autonomo.
Come dice un proverbio della medicina naturale, il compito di un terapeuta
è quello di diventare, col tempo, superfluo...
"Chi ha poco tempo per curare la propria salute
un giorno utilizzerà molto del suo tempo per curare la propria malattia"
-TRASFORMARE LA SCONFITTA IN VITTORIA-
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Un giorno l'asino di un contadino cadde in un pozzo. Non si era fatto male,
ma non poteva più uscirne. L'asino continuò a ragliare sonoramente per ore,
mentre il proprietario pensava al da farsi. Finalmente il contadino prese una
decisione, crudele: concluse che l'asino era ormai molto vecchio e che non
serviva più a nulla, che il pozzo era ormai secco e che in qualche modo
bisognava chiuderlo. Non valeva pertanto la pena di sforzarsi per tirare
fuori l'animale dal pozzo. Al contrario chiamò i suoi vicini perché lo
aiutassero a seppellire vivo l'asino. Ognuno di loro prese un badile e
cominciò a buttare palate di terra dentro al pozzo. L'asino non tardò a
rendersi conto di quello che stavano facendo con lui e pianse
disperatamente. Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di
palate di terra, l'asino rimase quieto. Il contadino alla fine guardò verso il
fondo del pozzo e rimase sorpreso da quello che vide”.
CINEMATERAPIA
Roman Polansky dal film L’inquilino del terzo piano
Francia 1976.
Un altro modo di auto-terapia sono sicuramente i film particolari come da
'Spider' a 'L'inquilino del terzo piano”, alcuni film offrono ottimi spunti
all'interno della terapia delle malattie mentali e permettono ai medici di
aiutare i pazienti ad aprirsi.
Ecco come anche gli psichiatri vanno al cinema. Ma a caccia di film da
mostrare a futuri medici e pazienti. È il caso di Matteo Balestrieri,
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direttore
clinica
psichiatrica
psicofarmaco-terapia,
università
trattamenti
-
integrati',
convegni
ha
'Psicoterapia,
presentato
il
suo
personalissimo uso del cinema nel lavoro quotidiano.
"Il cinema non è un trattamento della malattia", precisa subito lo psichiatra
per evitare fraintendimenti. "Da diversi anni offre però ottimi spunti
all'interno della terapia."
Es: “Il solitario Spiderm” protagonista dell'omonima pellicola di David
Cronenberg, o “il visionario Telkovsky” interpretato da Roman Polansky
nel suo “Inquilino del terzo piano” (1976). Sono alcune delle pellicole in
cui emergono casi estremi di psicosi, che Balestrieri ama mostrare in
terapia o nelle ore di formazione all'università. Ma Cronenberg e Polanski
non sono gli unici registi ad essere riusciti a portare la malattia mentale sul
grande schermo in modo abbastanza convincente da poter essere sfruttato
in ambito psicoterapico.
COME FUNZIONA.?
"Oltre a 'Spider' o 'L'inquilino del terzo piano', - aggiunge Balestrieri - un
altro film che faccio vedere spesso è 'The Hours' (2002), in cui le
protagoniste vivono momenti depressivi, pensano al suicidio e investono il
tempo in hobby. Questi 'flash' - sottolinea l'esperto - diventano nella terapia
con il paziente spunti sui quali la persona si apre. Dove il soggetto
commenta le scelte dei protagonisti e come si sarebbe comportato lui
stesso. E così si attiva una discussione".
Secondo Balestrieri: "E' importante aiutare con un mezzo assai efficace
come il cinema lo sviluppo di pensieri nei pazienti. In molte pellicole
spiega dove la storia è incentrata su un soggetto psicotico, lo specialista ha
la possibilità di far vedere al paziente, grazie ai prodigi tecnologici del
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mezzo, il mondo 'distorto' “visto da chi soffre di questo tipo di patologie".
"Così - suggerisce l'esperto - si ha uno strumento molto efficace per
coinvolgere chi spesso ha problemi anche nel comunicare la grave
difficoltà che sta vivendo. E ci si possono osservare ottimi miglioramenti
da parte dei pazienti che si appassionano alle storie e ai volti del grande
schermo".
MEGLIO DELLA CINEMATERAPIA “FAI DA TE”!
Tutti, in fondo, abbiamo sperimentato almeno una volta quanto possa
aiutare a capire qualcosa di più su se stessi un film in cui il protagonista o
le vicende raccontate assomigliano in qualche modo a ciò che viviamo tutti
i giorni sulla nostra pelle. Soprattutto se si tratta di vissuti dolorosi.
Qui c'è però un aiuto in più dato dalla presenza del terapeuta che sceglie il
film in base ai nostri problemi e ci guida nel passaggio dalla realtà
cinematografica alla realtà del nostro quotidiano. Giusto perché
l'immedesimazione non finisca solo per riaprire nuove o vecchie ferite
rimanendo fine a se stessa. Cinematerapia, insomma, ma mediata dalla
presenza di una figura guida.28
28 http://arteesalute.blogosfere.it/arte_e_salute/arteterapia/ (visionato il 9-08-2012).
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5. BREVE STORIA DEI NATIVI D’AMERICA
Immagini di lupi dei Nativi Americani
IL NOME
Sbagliando, li hanno chiamati Indiani e Pellirosse. Loro si definiscono
orgogliosamente e giustamente "I VERI AMERICANI". A chiamarli
Indiani fu per primo Cristoforo Colombo che sbarcato il 12 ottobre 1492 su
un'isola dei Caraibi, convinto di avere raggiunto le Indie, scrisse sul suo
diario:"appena sbarcato sull'isola ho preso molti prigionieri indiani".
A definirli Pellirosse fu invece Giovanni Caboto che incontrò i Beothue,
che avevano la pelle tinta con ocra rossa per una cerimonia importante.
LA STORIA
Immagini di Indiani d America 29
29
http://yaqui.forumfree.it/?t=54880532 (visionato il 27-08 2012).
42
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Agli inizi del secolo XVI, quando giunsero i primi coloni europei, il NordAmerica era abitato da circa un milione di Pellerossa raggruppati in 400
tribù e in circa 300 famiglie linguistiche. Nelle fertili regioni orientali
vivevano tribù di agricoltori sedentari, come gli Irochesi e i Cherokee;
anche le calde terre del sud-ovest erano abitate da popoli di agricoltori,
come i Navajo e gli Hopi. Più dure invece le condizioni di vita delle tribù
sparse nei deserti dell'ovest dove la principale fonte alimentare era
costituita da radici e tuberi; ancora più a ovest le tribù indiane si
dedicavano soprattutto alla pesca del salmone e alla caccia, ma il gruppo
più numeroso di tribù era nelle grandi praterie dove vivevano Sioux,
Cheyenne, Comanche ed altri. Questi indiani nomadi cacciavano negli
sterminati spazi della prateria daini,antilopi, ma soprattutto bisonti. Dai
bisonti ,infatti gli indiani delle praterie ricavavano quasi tutto il necessario
per vivere. Quando i bianchi penetrarono nella regione delle praterie,
praticarono una caccia spietata ai bisonti che diminuirono rapidamente di
numero e rischiarono di estinguersi. I cacciatori bianchi contribuirono così
all'estinzione dei popoli pellerossa che non potevano vivere senza questi
animali. Ma lo sterminio dei popoli indiani fu portato a termine soprattutto
dagli eserciti americani e inglesi che pur di espandersi all'interno del Nord
America cacciarono ingiustamente i nativi americani dalle loro terre e
proprietà compiendo veri e propri massacri senza risparmiare donne e
bambini. I Pellerossa vennero letteralmente annientati attraverso uno
spietato genocidio.Oggi gli indiani non formano più una nazione, non sono
più un popolo padrone della terra in cui vive, capace di esprimere una sua
cultura e una sua civiltà. Infatti una parte di essi si è integrata
completamente nella civiltà bianca, mentre un'altra parte vive in alcune
centinaia di riserve sparse nel territorio statunitense e in quello canadese.
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LA DANZA DEL SOLE
Nel periodo della caccia estiva al bisonte la maggior parte delle popolazioni
delle pianure organizzava la Danza del Sole, la loro cerimonia più
importante. I riti si differenziano a seconda della tribù, ma lo scopo comune
era quello di ringraziare il Grande Spirito per l'aiuto ricevuto in passato e
pregarlo per i doni futuri.
GUERRA E PACE
Nelle grandi pianure la guerra faceva parte della vita, ma raramente
comportava grandi battaglie tra le tribù. Piccole bande di guerrieri
compivano incursioni per rubare cavalli o per vendicare un morto, ma
sempre per motivi di onore. L'audacia e il coraggio erano tenuti in grande
considerazione e le imprese venivano giudicate in base al sistema dei coups
: si trattava di impadronirsi di uno scalpo, rubare un cavallo o uccidere un
nemico in battaglia. La battaglia fra tribù era una prova del coraggio
personale e del potere spirituale e non una lotta per il controllo politico e
territoriale condotta da soldati disciplinati. E' noto infatti come il Popolo
del Grande Spirito era prevalentemente pacifico.
CACCIA AL BISONTE
Prima di usare i cavalli, i cacciatori delle Pianure uccidevano i bisonti
facendoli fuggire a centinaia sulle alture. Un solo nativo camuffato da lupo,
strisciava fino a che il bisonte era a portata di tiro del suo arco. Poi i nativi
a cavallo si avvicinavano furtivamente finchè la mandria cominciava a
correre, quindi cavalcavano a fianco degli animali per colpirli a distanza
ravvicinata.
IL GRANDE SPIRITO
Il mondo delle popolazioni delle Pianure era pieno di spiriti che
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possedevano potenza e abitavano persone,animali,oggetti e luoghi.
Moltissime tribù native credevano che tutto avesse origine dal Grande
Spirito. Le persone potevano invocare l'aiuto degli spiriti con canti, o
cercare, tramite privazioni, di avere una visione che avrebbe trasmesso loro
qualche potere sacro. Chi otteneva questo potere diventava "Uomo di
Medicina", cioè guida della tribù e consigliere.
UNA DONNA SACRA
Le donne native oltre a tagliare l'albero sacro di pioppo nero, cantavano
durante le diverse danze e portavano doni ai danzatori. Nella tribù dei Piedi
Neri il rituale della cerimonia dipendeva da una Donna Sacra. Chiunque si
era impegnato in una Danza del Sole doveva comprare un fagotto di Natoas
che veniva consegnato alla Donna Sacra durante un rito particolare. Il
fagotto conteneva i diversi oggetti sacri, tra i quali pitture per il viso e
sonagli, ma i più importanti erano un copricapo e un bastone sacro.
I TETON - SIOUX
Alla metà dell'800 i dominatori delle pianure settentrionali erano i Teton Sioux, chiamati Sioux dagli europei (da una parola chippwa che significa
"nemico"). La nazione era suddivisa in tre branche principali: Lakota
(Teton), Dakota (Santee) e Nakota (Yankton e Yanktonai); la loro vita
dipendeva dalla caccia al bisonte e l'estinzione delle grandi mandrie
significò la fine delle loro indipendenza.
ARMI PER LA DISTANZA
Fino a quando le tribù delle Pianure acquistarono fucili dagli europei, archi
e frecce erano le uniche armi efficaci per le lunghe distanze. Costruiti in
legno duro ricurvo, rinforzato con lacci di tendine, gli archi scoccavano
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frecce fornite di punte in pietra, erano lunghi solamente 1m circa per poter
essere facilmente utilizzati da cavallo.
LA NAZIONE INDIANA
Attualmente gli Indiani d'America sono circa un milione e mezzo, ma
soltanto metà di loro conservano l'orgogliosa identità delle tribù d'origine e
si definiscono appartenenti alla "nazione" indiana, di cui difendono
tradizioni, credenze religiose, lingue e abitudini. Le guerre indiane sono
finite da oltre un secolo, ma non è finita la dura lotta delle tribù per la
riconquista dei loro diritti. Tra le tante vertenze ancora aperte tra indiani e
governo americano me spiccano alcune:
Sioux: gli eredi di quelli che furono i più valorosi guerrieri indiani, lottano
da anni per riottenere le Paha Sapa. Si tratta di un'area montagnosa al
confine tra South Dakota e Wyoming, che spetta ai Sioux in base al trattato
di Fort Laramie del 1868.
Piedi Neri: Un tempo tra gli indiani d'america più coraggiosi e bellicosi, i
Piedi Neri, che vivono oggi nel Montana, sono impegnati a difendere la
pace e la sacralità del loro territorio contro le grandi imprese petrolifere che
hanno ottenuto dal Governo il permesso di poter installare nella zona "sacra
a Manitù" pozzi e raffinerie.30
30 http://www.indianiamericani.it/animali_totem/ (visionato il 9-08-2012).
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FRASI CELEBRI
5.1 PILLOLE DI SAGGEZZA
CI FU UN TEMPO IN CUI IL NOSTRO POPOLO COPRIVA LA TERRA TANTO QUANTO LE
ONDE DI UN MARE INCRESPATO DAI VENTI COPRIVANO I LORO FONDALI COPERTI
DI CONCHIGLIE. ORA, PERO' QUESTO TEMPO E' PASSATO E DA MOLTO. E CON ESSO
E' SVANITA ANCHE LA POTENZA E LA FORZA DI QUESTE TRIBU'. OGGI QUESTE COSE
SONO TRISTI RICORDI E BASTA.
[Seattle]
DA QUANDO SIAMO STATI CONDOTTI IN QUESTA RISERVA, IL MIO POPOLO HA
DOVUTO MORIRE DI FAME. TU NON PUOI PIU' MINACCIARE SOLO CON LA PAURA
DELLA FAME. IERI HO VISTO BAMBINI DISPERATI CHE MANGIAVANO ERBA. VUOI
PORTARE VIA ANCHE L'ERBA DA MANGIARE A QUESTI BAMBINI?
[Piccolo Lupo]
CHE COS'E' LA VITA? LO SFAVILLARE DI UNA LUCCIOLA NELLA NOTTE, IL RESPIRO
SBUFFANTE DI UN BISONTE NELL'INVERNO, LA BREVE OMBRA CHE SCORRE SOPRA
L'ERBA E SI PERDE DENTRO IL SOLE.
[Piede di Corvo]
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LUNGO IL CAMMINO DELLA VOSTRA VITA FATE IN MODO DI NON PRIVARE GLI ALTRI
DELLA FELICITA'. EVITATE DI DARE DISPIACERI AI VOSTRI SIMILI, MA AL CONTARIO,
VEDETE DI PROCURARE LORO GIOIA OGNI VOLTA CHE POTETE!
[Proverbio Sioux]
VOI VI DIFFONDETE COME OLIO SULLA SUPERFICIE DELL'ACQUA, NOI CI
SCIOGLIAMO COME NEVE SOTTO IL SOLE DI PRIMAVERA. NOI NON IMPARIAMO LA
VOSTRA ARTE, COSI' CHE IL POPOLO DEI PELLEROSSA E' PERDUTO E I SUOI GIORNI
SONO CONTATI.
[Piccola Tartaruga]
NOI SIAMO DISARMATI. COMUNQUE SIAMO DISPOSTI A DARVI CIO' CHE CHIEDETE A
CONDIZIONE CHE VOI VENIATE A NOI IN PACE E NON CON SPADE E FUCILI, COME
SE STESTE ANDANDO IN GUERRA CONTRO UN NEMICO.
[Powathan]
IL MIO CUORE E' PIENO DI CRUCCI, QUANDO IO GUARDO ME STESSO E QUANDO
VEDO IL MIO POPOLO, NELLA SUA ATTUALE SITUAZIONE. UNA VOLTA UN POPOLO
UNITO E PIENO DI POTENZA, ORA DISPERSO E DEBOLE. LA SITUAZIONE DELLA MIA
GENTE MI RIEMPE DI ANGOSCIA.
[Giacca Rossa]
RISPARMIATE DONNE E BAMBINI! NON SONO LORO QUELLI CONTRO I QUALI
STIAMO CONDUCENDO LA GUERRA E USIAMO IL COLTELLO DA SCALPO. NOI
COMBATTIAMO CONTRO GLI UOMINI. E VOGLIAMO COMPORTARCI DA UOMINI.
[Osceola]
IO NON HO MAI RIVENDICATO IL DIRITTO DI POTER FARE CON LA TERRA QUELLO
CHE RITENGO GIUSTO. L'UNICO CHE HA UN TALE DIRITTO E' COLUI CHE L'HA
CREATA.
[Capo Giuseppe]
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DARE LA DIGNITA' ALL'UOMO E' ALL'ORIGINE DI TUTTE LE COSE.
[Proverbio nativo]
SIETE GIUNTI NELLA NOSTRA TERRA E SIETE STATI ACCOLTI AMICHEVOLMENTE. CI
FIDAVAMO DEL FATTO CHE ERAVAMO FRATELLI E CHE VOI ERAVATE STATI ACCOLTI
COSI' COME NOI VI AVEVAMO ACCOLTO.
[Mangas Coloradas]
QUANDO AL MATTINO TI SVEGLI, RINGRAZIA IL TUO DIO PER LA LUCE
DELL'AURORA, PER LA VITA CHE TI CHE HA DATO E PER LA FORZA CHE RITROVI NEL
TUO CORPO. RINGRAZIA IL TUO DIO ANCHE PER IL CIBO CHE TI DA' E PER LA GIOIA
DELLA VITA. SE NON TROVI UN MOTIVO PER ELEVARE UNA PREGHIERA DI
RINGRAZIAMENTO, ALLORA VUOL DIRE CHE SEI IN ERRORE.
[Tecumseh]
IL SOLE SI LEVA. BRILLA PER LUNGO TEMPO. TRAMONTA. SCENDE ED E' PERSO.
COSI' SARA' PER GLI INDIANI. PASSERANNO ANCORA UN PAIO DI ANNI E CIO' CHE
L'UOMO BIANCO SCRIVE NEI SUOI LIBRI SARA' TUTTO CIO' CHE SI POTRA' ANCORA
UDIRE A PROPOSITO DEGLI INDIANI.
[Geronimo]
NON CONOSCO ALCUNA SPECIE DI PIANTA, UCCELLO O ANIMALE CHE NON SI SIA
ESTINTA DOPO L'ARRIVO DELL'UOMO BIANCO. L'UOMO BIANCO CONSIDERA LA VITA
NATURALE DEGLI ANIMALI COME QUELLA DEL NATIVO SU QUESTO CONTINENTE:
COME UN FASTIDIO NON C'E' ALCUN TERMINE NELLA NOSTRA LINGUA CON IL
SIGNIFICATO DI "FASTIDIO".
[Orso in piedi]31
31 http://il-fantamondo.com/pilloledisaggezza.htm (visionato il 08-08-2012).
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6 IL TOTEM
I Nativi Americani credevano che i Totem, simboli di animali,
rappresentassero verità essenziali e agissero da collegamento con le forze
naturali.32
Totem oggetto naturale, solitamente un animale o una pianta che gode di un
particolare venerazione da parte di un gruppo sociale che riconosce uno
specifico legame tra sé e il Totem, assunto come emblema del gruppo
,fondamento della sua mitologia e garanzia della sua solidarietà.Il termine è
stato introdotto nel 1791 da J. K. Long, un viaggiatore inglese che ricava il
termine dal vocabolario “ototeman”, che nella lingua degli indiani dei
Grandi Laghi significa: “E’ del mio clan” usata dai nativi americani
Ojibway. In alcune tribù native nordamericane, dei tronchi d'albero spesso
di Acero venivano scolpiti e decorati in modo da raffigurare una serie di
totem sovrapposti, così da formare dei pali di totem. Tali pali vengono
spesso erroneamente chiamati "Totem" essi stessi.33
Il Totem, che solitamente è un animale, commestibile, innocuo, oppure
pericoloso e temuto, più raramente una pianta o un elemento della natura
32 Kenneth Meadows “I segni di nascita secondo i Nativi Americani” edizioni Armenia,
Milano, 1998.
33 Anna Ranieri “Totem Tabù” dispense anno 2008 2009 – Istituto MEME.
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(pioggia, acqua) legato a tutto il clan da un rapporto particolare, è in primo
luogo il capostipite del clan benché in genere rappresenti solitamente un
pericolo, risparmia i suoi figli. Il Totem non rappresenta un singolo essere,
ma tutti gli individui di quella specie, periodicamente vengono celebrate
feste in suo onore, nelle quali i membri del clan, rappresentano imitano
attraverso balli, i movimenti e le caratteristiche del loro totem. Il Totem è
ereditario in linea materna o in linea paterna, appartenere a un Totem è più
importante dell’appartenenza alla tribù: il legame totemico è più forte del
legame di sangue o famigliare nel senso moderno del termine”.
Il Totem non è legato al territorio o all’ubicazione: coloro che condividono
lo stesso Totem vivono separati gli uni dagli altri e convivono
pacificamente con coloro che ne hanno un altro.
Sono i quattro Totem delle direzioni (i punti cardinali), legate ai corpi fisico
(Ovest), mentale (Nord), spirituale (Est) ed emozionale (Sud).
Seguono: il Totem di destra, guerriero, che ti affianca nelle battaglie di ogni
tipo; il Totem di sinistra femminile, che ti sostiene nel tuo ruolo in famiglia,
o comunque quando devi entrare più in contatto col tuo femminile; il Totem
del mondo di sotto, che ti aiuta a mettere e tenere le tue radici; il Totem del
mondo di sopra che ti protegge durante il sonno.
Da ultimo c'è il Totem più importante: il Totem del Cuore, il protettore del
nostro Spazio Sacro: chiedi il suo aiuto quando hai bisogno di essere
rispettato nei tuoi spazi, o quando ti senti in qualche modo "invaso" dagli
altri. Uno tra questi è quello che ci rappresenta di più.
Poi ci sono Totem alleati che stanno con noi per un certo periodo della vita,
una sorta di Guida energetica-spirituale.
Riconoscere e contattare questi archetipi ci permette di attivare
completamente le nostre energie, oltre a poter attingere all'energia di
sostegno dell'Animale.
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A volte i nostri Animali Totem sono quelli che abbiamo, per i quali
abbiamo preferenze fin da bambini, a volte giungono totalmente inaspettati.
La loro ricerca va fatta in modo da escludere la mente ordinaria, che
potrebbe produrre animali a piacimento. Va fatta lavorando in uno stato di
coscienza superiore.34
Ci sono poi i Totem di nascita. Nel giorno in cui si nasce c'è l'influenza di
un animale e di molte altre cose che simboleggiano determinati tipi di
energie.
Il Totem di nascita rappresenta il potenziale naturalmente molti fattori
intervengono a completare l'essere in tutta la sua totalità, molti influssi e
situazioni di vita.
Gli Animali Totem sono uno strumento molto potente che ci permette di
conoscere noi stessi in profondità, nei nostri aspetti più reconditi e ci aiuta
a riscoprire la nostra parte più autentica.
“Se un uomo vuole avere successo, non deve lasciarsi guidare dalle
passioni, bensì dalla comprensione del modo di agire degli animali”35
[Massima sioux-teton]
34 http://www.cittadiluce.net/gli-animali-totem (visionato il 8-08-2012).
35 www.animalitotem.wordpress.com/ (visionato il 8-08-2012).
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I TOTEM degli Indiani d’America erano presenti in ogni cosa: dagli
uomini, alle piante, agli animali. Il più importante era “Il Grande Spirito”. I
sacerdoti di questa religione si chiamavano sciamani e avevano il potere di
comunicare con gli spiriti e di guarire gli uomini dalle malattie.
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7 SIMBOLOGIA DEGLI ANIMALI MITOLOGICI
Nell’immaginario collettivo, l’animale non era necessariamente un essere
reale. Gli antichi, soprattutto gli egizi, i greci e i babilonesi, avevano creato
figure animali mitologiche, popolando di mostri e belve il loro pantheon.
L’animale fantastico dunque poteva essere il risultato di un’anomalia della
natura, oppure come simbolo di un evento straordinario, incarnare attributi
mistici o divini. Il mostro può allora testimoniare l’irruzione del divino
nella dimensione dell’uomo. Essendo il segno di una realtà diversa,
affascinava e incuteva timore, e poteva volare nei cieli, nuotare negli abissi
marini, o nascondersi nel ventre della terra. Come diceva lo psicologo C. G.
Jung, i miti vivono nella coscienza dell’uomo e come tali sono eterni. Ecco
perché ancora oggi subiamo il fascino di animali mitologici, che visitano
nostri sogni o fanno irruzione nel nostro immaginario quotidiano.
LA FENICE
Il simbolo della Fenice trova le proprie origini nell’antico Egitto ove
assumeva il significato solare associato alla città di Heliopolis. In essa
veniva onorato il dio Sole che ogni giorno sorgeva e tramontava. Dopo aver
vissuto per 500 anni la Fenice sentiva sopraggiungere la sua morte, si
ritirava in un luogo appartato e costruiva un nido sulla cima di una quercia
o di una palma. Qui accatastava ramoscelli di pregiate piante balsamiche,
con le quali intrecciava un nido a forma di uovo. Infine vi si adagiava,
lasciava che i raggi del sole l’incendiassero, e si lasciava consumare dalle
sue stesse fiamme mentre cantava una canzone di rara bellezza. Dopo 3
giorni rinasceva dalle sue ceneri e rinnovata nel corpo e nello spirito,
volava ad Heliopolis e si posava sopra l’albero sacro. Per questo è diventata
simbolo non solo dell’anima immortale e della resurrezione, ma anche di
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trionfo e di rinascita a nuova vita (o ad un nuovo stile di vita). Tale
leggendaria immagine di longevità ed immortalità costituì, durante il
Medioevo, un parallelo con l’immortalità e la resurrezione di Cristo dal
Santo Sepolcro.
LA FENICE COME ANIMALE TOTEM
Se senti affinità con questo magico uccello di fuoco, significa che sei
attratto dall’alchimia, intesa come processo di trasmutazione. Può
significare che ciclicamente senti il bisogno di purificarti e rinnovarti.
Questo processo di evoluzione può richiedere di sacrificare e bruciare una
vecchia identità a favore di una nuova immagine o di un nuovo stile di vita
che deve affiorare. Altre implicazioni simboliche possono essere le
seguenti: la Fenice, dal momento che si crea da sé, non vuole avere alcun
Maestro. Essendo un uccello unico (ne esiste soltanto una per volta), è un
essere solitario. E’ ancora più solitario per via del fatto che non si
riproduce. Può vivere centinaia d’anni, ma sempre da sola, senza nessuno
dei suoi simili. Pur essendo lo scopo della sua vita quello di riportare la
felicità sulla Terra, lei stessa ha dovuto rinunciare alla sua felicità personale
e alla possibilità di amare, dal momento che una Fenice vivendo più a
lungo dei comuni mortali, può avere difficoltà a trovare un compagno per
la vita.
L’ UNICORNO
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L’unicorno o liocorno è un animale immaginario dal corpo di cavallo con
un singolo corno in mezzo alla fronte. Nell’iconografia medioevale
l’Unicorno era descritto come animale piccolo (a rappresentare l’umiltà)
ma invincibile. Simbolo di saggezza, nell’immaginario cristiano poteva
essere ammansito solo da una vergine, simbolo della purezza. Unendo la
potenza della spada divina alla purezza di un manto immacolato, l’unicorno
rappresentava la Vergine fecondata dallo Spirito Santo. Si credeva che se il
corno fosse stato rimosso, l’animale sarebbe morto. Nella tradizione
medievale, il corno a spirale è detto alicorno, e gli è attribuita la capacità di
neutralizzare i veleni. Nel Bestiario medioevale la simbologia riguarda
anche l’ambito erotico. Lo psicologo Carl Gustav Jung definisce
l’unicorno, una raffigurazione simbolica della congiunzione dei due sessi.
Il corno, magari cavo all’interno, è una sorta di doppia rappresentazione del
fallo maschile e del sesso femminile, la punta che penetra e ferisce e la
coppa femminile che riceve.
L’immagine dell’unicorno è diffusa in quasi tutte le culture antiche ed ebbe
molta fortuna nel tempo.
L’UNICORNO COME L’ANIMALE TOTEM
Se sei attratto dall’unicorno, significa che devi unire gli opposti dentro di
te. Può trattarsi di compiere una sintesi tra la tua sensualità e la tua
spiritualità, oppure di combinare la tua forza con la gentilezza. L’unicorno
compare nei momenti in cui dobbiamo sviluppare la nostra volontà. Il tuo
cuore ardente assieme alla determinazione e alla forza che possiedi, ti
aiuteranno a superare gli ostacoli, proteggendo le persone che ami. Il corno
è come una spada che deve essere sguainata per difendere il tuo spazio
sacro o per far trionfare la giustizia. Devi solo accendere la scintilla che è
dentro di te e far divampare il fuoco del tuo potere personale. L’unicorno è
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connesso ai poteri della magia e della luce: permetti a questo spirito di
guidarti attraverso il bosco delle tue paure, per seguire le aspirazioni del tuo
cuore.
IL DRAGO
I draghi sono creature mitico-leggendarie, presenti nell’immaginario come
esseri sia malefici sia benefici. La presenza del drago in moltissime culture,
fa supporre che la sua immagine emerga dall’inconscio collettivo, che
conserva la memoria degli animali preistorici. In oriente il drago era una
vera e propri divinità, tanto che il trono dell’imperatore cinese era detto il
Trono del Drago, e la sua faccia il Volto del Drago. Le credenze cinesi
affermano anche che alla morte di un imperatore, esso volasse in cielo sotto
forma di drago, e che quando un drago si alza in volo la pressione delle
zampe sulle nuvole provoca la pioggia. Secondo la mitologia le uova di
drago si schiudevano dopo cinquecento anni, mentre, per diventare adulto
impiegava ventimila anni. Al contrario dell’oriente, per l’iconografia
cristiana il drago rappresenta il Diavolo e deriva da un drago babilonese,
chiamato Tiamat, di sesso femminile. Nel Libro di Giobbe, è citato il
Leviatano, leggendario drago marino. La leggenda più nota è quella di San
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Giorgio, patrono dell’Inghilterra, che a seconda delle versioni uccide il
drago, liberando una fanciulla. Per i Celti invece il drago era l’animale più
forte, più sacro, il simbolo del comando e della figura del leader. Pendragon
è la parola celtica per indicare il capo. Simbolo di protezione e ricchezza il
drago non è un mostro da superare, ma il supremo guardiano del tesoro.
Nella psicologia junghiana il drago rappresenta l’ombra, la parte oscura di
noi stessi che dobbiamo conoscere e integrare; alla fine, l’unico vero
nemico siamo solo noi stessi.
IL DRAGO COME ANIMALE TOTEM
Se ti piacciono i draghi, significa che sei attratto dalla magia e dal
soprannaturale. Hai molta energia psichica e sei saggio e profondo. Potresti
essere un
catalizzatore di energie spirituali di
cambiamento e
trasformazione, per te stesso e per gli altri. A volte puoi sorprendere gli altri
per la tua capacità intrinseca di affrontare prove o cambiamenti che
sembrano impossibili. Al momento opportuno, puoi diventare un feroce
protettore delle tue cause e dei tuoi diritti. Esistono quattro differenti tipi di
draghi:
Drago di fuoco: trasmutazione, maestria, energia.
Questo potente totem porta vitalità, entusiasmo e coraggio. Aiuta a superare
gli ostacoli e conferisce qualità di leadership e di padronanza.
Può accendere la scintilla dell’entusiasmo e della passione per dare vita a
nuovi progetti.
Drago d’aria: ispirazione, intuizione, benessere.
Questo totem deve essere trattato con grande rispetto. Legato alla psiche e
all’intelletto, favorisce gli eventi sincronici, sviluppa la consapevolezza e
porta lampi di genio e d’illuminazione. Il drago d’aria risveglia l’intuizione
e aiuta a risolvere i problemi, portando chiarezza. Ascolta tua voce
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interiore.
Drago di terra: forza, potenziale, ricchezza.
Questo totem rivela il nostro potenziale, la nostra ricchezza e mette in luce
i nostri talenti. Con il suo aiuto, possiamo scoprire la bellezza e la forza,
che si trovano dentro di noi. Vive nel profondo della Terra e ci aiuta a
canalizzare le energie per produrre risultati concreti. Quando lo si invoca,
occorre visualizzarlo lento e pesante, che si muove verso di noi per
portarci l’abbondanza di madre terra.
Drago d’acqua: passione, profondità, emozione.
Un drago d’acqua porta alla luce emozioni, ricordi e desideri, dimenticati o
rimossi. Aiuta a lavorare sulle emozioni irrisolte e offre sostegno per
affrontare dolorose esperienze del passato. Questo totem può aiutarci a
raggiungere un senso di pace e di equilibrio nella nostra vita. Aiuta a
perdonare, ritrovando la compassione e il coraggio di lasciar andare il
passato.
ANIMALI TOTEM DOMESTICI
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IL CANE
Il cane è stato il servo e il soldato che fin dai primordi ha custodito le
abitazioni della tribù, facendo la guardia e proteggendo i villaggi
dagli attacchi di sorpresa. Per i Greci simboleggiava ancora una volta un
tutore, Cerbero, il cane a tre teste, che custodiva le porte di Ade. In India, il
cane è stato un simbolo di tutti i sistemi di casta e per i primi cristiani, era
un vigile custode e anche un simbolo del sacerdote, in quanto preservava il
suo gregge. Il cane rappresenta la fedeltà, il servizio e l’amore
incondizionato. Anche dopo essere stato picchiato o maltrattato, continua a
servirci, mostrando una compassione e una tolleranzaanche superiore a
quella di un essere umano. Se il cane è un tuo animale Totem,sentirai il
bisogno di aiutare gli altri, prestando il tuo servizio. Favorisce le attività di
volontariato, e le professioni inerenti ai servizi sociali, come ad esempio
l’infermiere, l’insegnante, l’assistente sociale, il poliziotto e il soldato. Il
messaggio che il cane sta cercando di darti è che devi scavare in profondità
in te stesso, per scoprire in che modo puoi essere utile al tuo prossimo. Il
lato ombra della medicina del cane è legato al servilismo e alla tendenza
eccessiva di assecondare gli altri. Potresti permettere alle persone di
approfittarsi di te a causa della tua natura troppo gentile. Il cane ti insegna
anche che la lealtà va usata anche con se stessi, trovare la propria verità ed
essere coerenti. A volte bisogna riuscire a dire di no.
7.1 L’ANIMALE E LE QUATTRO DIREZIONI
Nella tradizione indiana ogni uomo è legato a nove animali, che lo
accompagnano sul suo cammino e dai quali egli ottiene le proprie capacità
naturali e il suo talento.
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Ognuno dei nove animali insegna la saggezza di una delle sette direzioni:
Est, Ovest, Nord, Sud, l'Alto, il Basso, e l'Interno.
A questi si aggiungono i due compagni per la Destra e la Sinistra.
Essi ci visitano da lunghissimo tempo durante i sogni.
Una semplice tecnica oracolare, come spiega Heike Owusu. Se si desidera
sapere quali sono i propri animali-totem, si può farlo tramite piccoli
foglietti di carta, dove si scriverà l’animale da cui siamo attratti; poi
piegarli e mescolarli, quindi estrarne uno dal mucchio nove con la mano
sinistra originari di altri continenti o di altre culture e diversi da questi
classici della tradizione degli Indiani del Nord America, potete aggiungere
tranquillamente i loro nomi al mucchio.
Essendo tutti gli esseri legati gli uni agli altri tramite la forza creatrice o il
Grande Spirito è anche possibile evocare direttamente gli animali prescelti
e la loro forza particolare.
Condizione necessaria è solo la disposizione adatta, cioè il rispetto e la
disponibilità ad accettare l'aiuto che venga offerto.
Mediante la concentrazione fissata su un determinato animale e l'intenso
desiderio di metterci in contatto con la sua forza, viene a essere creato il
rapporto diretto che ci lega ad esso.
Una descrizione dei singoli rituali dei totem, spesso molto complessi e
delle numerose differenze esistenti a questo proposito tra le diverse tribù
andrebbe ben oltre gli scopi che qui ci siamo prefissi.
Nel caso decideste di intraprendere un lavoro o una ricerca spirituale
facendo uso degli animali-totem, potete anche provare a sviluppare un
vostro rituale proprio.
L'importante è che esso abbia un significato chiaro e preciso per voi stessi e
che vi vengano comprese la forza e le caratteristiche tipiche dell'animale di
volta in volta prescelto.
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Il fascino di uomini senza tempo, un viaggio nel mondo degli indiani
d'America... sfortunate tribù annientate attraverso uno spietato genocidio...
un piccolo omaggio a un grande popolo!
Non lasciamo che i nostri ideali ci rendano soddisfatti di noi stessi.
Ognuno di noi, in scala più o meno grande contribuisce allo sfruttamento e
alla distruzione della terra, allo spreco e all'inquinamento.
Abbiamo semplicemente la possibilità di camminare più vicino alla Buona
Strada.
Non di colpo, ma tappa per tappa in questa direzione, finché non riusciamo
a tornare su questo sentiero.
Per coloro che sanno ascoltare, le voci parlano ancora.
7.2 ANIMALE TOTEM E LA RUOTA DI MEDICINA
Per gli Indiani d’America “medicina” significava potere, completezza,
integrità e conoscenza: forze energetiche vitali cui si poteva attingere al
fine di incanalarle per ottenere beneficio per il corpo e l’anima. Il termine
“ruota di medicina” è stato applicato per la prima volta al “Medicine
Wheel”, sulle montagne del Big Horn in Wyoming, uno dei siti del genere,
tra i più antichi che si conoscano, situato a quasi 3000 metri di altitudine e
risalente a circa 200-500 anni fa, essa è una ruota costruita con grosse
pietre bianche con un diametro di 28 metri e 14 raggi. La ruota di medicina
veniva costruita con pietre o bastoni sulla base delle quattro sacre direzioni
dello spazio. A volte viene chiamata il Sacro Cerchio. Da questa semplice
definizione è possibile comprendere I due aspetti fondamentali della Ruota:
essere insieme specchio dell’Universo e dell’uomo.
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Attraverso la simbologia della Ruota è possibile entrare in contatto e
comprendere se stessi e il mondo, in base al principio fondamentale dei
nativi: “Come è dentro, così è fuori”. Essa funge da specchio: guardandola,
si può vedere un riflesso dell’universo e del Grande Mistero, la Mente
Universale che ha creato tutto ciò che esiste. Ci si può leggere il
funzionamento dell’universo, giungendo ad una comprensione delle
esperienze della vita e delle leggi cosmiche e naturali, dei principi e delle
forze che modellano e animano la vita umana.
Le quattro sacre direzioni: NORD, OVEST, EST, SUD
NORD: conoscenza e saggezza
Il colore del Nord è il bianco, il colore della purezza e dell’equilibrio. Esso
è la somma di tutti I colori dello spettro solare e rappresenta perciò la
perfezione e la completezza. L’elemento associato è l’aria. Essa trasporta I
nostri pensieri, sogni e aspirazioni. Perciò l’Aria è associata alla mente e
alla comunicazione. Essa è legata anche al vento che sfiora l’anima di tutte
le cose viventi e porta nei suoi viaggi una particella di tutto ciò che tocca.
Questo elemento è associato all’attività mentale e alla comunicazione. La
parola chiave è: ricevere con la mente.
Il Nord viene poi associato all’inverno e alle stelle, che per I Nativi erano
simbolo di universalità e protezione divina. Essi credono infatti di
discendere dal Popolo delle Stelle, che li portò sulla Terra milioni di anni
fa. Il Nord è il Luogo degli Anziani, della conoscenza e della saggezza.
Conoscenza significa “ciò che è conosciuto” e per i Nativi comprende
filosofia, religione, scienza, che si devono integrare reciprocamente nella
vita. L’animale Totem connesso a questa direzione è il bisonte.
Il Bisonte era l’animale più importante per I Nativi Americani perché si
donava completamente per permettere all’uomo di vivere, fornendogli tutto
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ciò di cui ha bisogno.
EST: illuminazione
Il colore dell’Est il Giallo, la stagione è la Primavera, e il corpo celeste ad
esso associato è il Sole. Queste tre cose sono simboli di vita, di continua
trasformazione e rigenerazione, di Illuminazione e luce interiore.
L’elemento associato è il fuoco. Al fuoco era associato lo spirito, e infatti la
Natura era vista come la condensazione, la manifestazione materiale del
Grande Spirito. La parola chiave è: determinare con lo spirito. L’Est era
chiamato dai Nativi “Il Luogo della Vista Lunga”, perché qui si poteva
avere una vista “panoramica” della vita. Qui si trova infatti la Porta d’Oro
che l’uomo varca alla sua morte.
Il Potere dell’Est è il Potere della Luce, dell’illuminazione mentale e
spirituale e della visione interiore che deriva dalla coscienza dell’unità di
tutte le cose viventi e che ci dà coraggio. L’animale totem associato all’est
è l’aquila. L’Aquila è il simbolo della libertà da tutte le forme di ignoranza
e bigottismo, della chiaroveggenza e della preveggenza. Essa custodisce la
dimora degli ideali più nobili, è più vicina a Nonno Sole e si bagna
nell’amore della sua luce; l’Aquila riesce a guardare direttamente il Sole
senza esserne abbagliata.
SUD: fiducia e innocenza
Il Sud è legato all’Estate e al colore Rosso, il colore del sangue ossigenato.
E’ associato alla vitalità, alla salute, al vigore, al coraggio, all’energia fisica
e alla potenza sessuale. L’elemento associato è l’acqua. L’acqua fisica è
fluida e se viene versata in un contenitore ne prende la forma: essa
rappresenta perciò la fluidità e l’adattabilità.
L’Acqua elementale rappresenta anche la vita: senza il movimento fluido e
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penetrante dell’acqua, la Terra si asciugherebbe e diventerebbe arida e nulla
potrebbe crescere. Analogamente, l’uomo senz’acqua morirebbe in breve
tempo. La parola chiave è: dare con le e mozioni. Il Sud è chiamato “La
Via del Bambino”. Noi veniamo concepiti a Sud-Est e nasciamo a Sud,
secondo la visione dell’uomo dei Nativi; quindi cresciamo percorrendo la
Ruota in senso orario, toccando le diverse direzioni a seconda delle fasi
della nostra vita. Così il Sud corrisponde all’infanzia, l’Ovest all’adulto, il
saggio Nord alla vecchiaia e ad Est c’è la Porta d’Oro che il nostro spirito
varca alla nostra morte. Le caratteristiche principali del bambino sono la
fiducia e l’innocenza, lo stupore e l’entusiasmo che ci fanno vedere la vita
come un’esperienza meravigliosa. L’animale totem connesso al su è il topo:
Il topo rappresenta la capacità di prendere coscienza delle cose
avvicinandosi ad esse con le sensazioni e il tatto. Il Sud insegna ad agire
nello stesso modo, con fiducia nel nostro intuito, nelle nostre sensazioni e
nelle nostre emozioni.
OVEST: introspezione e trasformazione
L’elemento collegato all’ovest è la terra. Le caratteristiche della Terra
Elementale sono solidità, inerzia, stabilità. L’Ovest è il luogo della materia,
delle apparenze, del mondo della forma, della manifestazione fisica ed il
luogo dell’esperienza dove si impara e si cresce. Spesso la Terra è
rappresentata dalla sua forma più duratura, la pietra. La natura della Terra è
sostentatrice, dà conforto, costanza e sicurezza.
L’Ovest è associato all’Autunno e come corpo celeste è legato alla Terra,
mentre il colore dell’Ovest è il Nero, il colore della non-forma da cui tutto
ha origine. Esso assorbe tutti I colori dello spettro in sè, immagazzina ed è
protettivo. Nere erano infatti le Tende della Luna, I tepee dove le donne
Native si ritiravano durante le mestruazioni, per ascoltare nelle profondità
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del loro corpo il potente contatto con la Madre Terra, che si manifesta con
grande forza attraverso il corpo della donna durante il ciclo.
La parola chiave è: trattenere con il corpo. Attraverso il corpo ci è
consentito di immagazzinare energie e nutrimento, ma nel corpo si possono
anche conservare le vecchie ferite che ci hanno fatto soffrire nelle
emozioni, nella mente o nello spirito e che qui si fissano raggiungendo una
forma finalmente visibile: la malattia. L’animale totem associato alla
direzione dell’ovest è l’orso. Il Grizzly, Orso Grigio, è conosciuto per la
sua grande forza. La forza che questo Totem ci permette di contattare è
quella di chi sa riconoscere il giusto momento per ritirarsi a recuperare le
forze e riorganizzare i propri pensieri. Solo così è possibile preparare nuove
e fertili strategie di azione.36
ANIMALI
Animali dalla A alla D
AIRONE BLU – Presenza divina. Ci insegna a vivere la vita con una
profonda consapevolezza spirituale. Porta serenità, accettazione e fiducia
nel piano divino. Per creare e mantenere una costante comunione con lo
Spirito.
ALCE – Autostima. Permette di connettersi con l’energia della terra e ci
aiuta a credere in noi stessi, nelle nostre capacita. Favorisce una libera
espressione del proprio io e ci incoraggia a camminare a testa alta,
annunciando agli altri i nostri successi
AQUILA - Il guerriero spirituale. Per ottenere una prospettiva più ampia e
maggiore chiarezza. Aiuta a percepire la verità più profonda nel cuore di
36 Kenneth Meadows Tratto da:” La Ruota di Medicina” edizioni L’età dell’Aquario 1997.
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SARA ALBERINI – SST IN ARTI TERAPIE – (SECONDO ANNO) A.A. 2011 – 2012
una situazione. Rafforza la visione spirituale e creativa e favorisce
l’ispirazione. Per collegarsi con il Sé Superiore.
ARMADILLO – Protezione suprema. Ti aiuta a corazzarti e a difendere i
tuoi
confini.
Insegna
l’inespugnabilità
permettendo
di
sentirsi profondamente al sicuro. Per sentirsi fiduciosi e sicuri in qualsiasi
ambiente e situazione.
BALENA - Profondità di pensiero. Per esplorare il “quadro” della realtà da
una prospettiva più profonda, connettendosi con piani superiori di
coscienza al di là della terra. Calma e tranquillizza la mente, aiuta a rendere
più profonda la meditazione, e favorisce il sonno. Per collegarsi con
“l’antica conoscenza dei secoli”.
BOMBO - Forza e la fiducia nelle proprie capacità. Ti aiuta a credere in te
stesso e ti conferisce la forza per raggiungere ciò che potrebbe sembrare
impossibile.
BRADIPO - Ideale per rallentare e per riposare, ci aiuta ad apprezzare il
riposo e il tempo libero. Adatto per chi non riesce a fermarsi e si sente
stressato.
BUFALO – Abbondanza, preghiera, gratitudine. Ti aiuta a rallentare e a
entrare in contatto con sacralità della Terra. Nutre un senso di fratellanza e
la consapevolezza che siamo tutti parte di un piano divino. Da un senso di
profondo radicamento e incoraggia la quiete interiore, la calma e la
contemplazione.
CASTORO – Realizzazione di progetti. Ti aiuta a pensare con chiarezza, a
pianificare la stesura di piani di lavoro e a trovare soluzioni creative per la
risoluzione dei problemi. Soprattutto di supporto agli inizi di nuovi progetti
e iniziative.
CAVALLO – Potere personale. Fornisce supporto per coloro che sono soli,
depressi, e sentono di aver “perduto il cuore”. Nutre un senso di amorevole
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apertura, di appartenenza, e la connessione con gli altri. Delicatamente
apre il chakra del cuore.
CERBIATTO – Pace e benevolenza. Ti aiuta a divenire consapevole dei
tuoi moti interiori e a sviluppare dolcezza e gentilezza. Per muoversi con
consapevolezza e calma, cambiando direzione senza perdere il proprio
centro. Per coltivare l’umiltà, l’arrendevolezza e la fiducia.
CIGNO – Per l’accettazione della propria bontà e bellezza. Rappresenta
l’armonia tra il cielo e la terra, dona intuito e sviluppa la creatività.
Accresce l’autostima e favorisce i legami affettivi e familiari
COCCINELLA – Espansione, fiducia e protezione. Ti aiuta e ti protegge
nelle fasi di cambiamento, quando è propizio creare qualcosa di nuovo
nella tua vita. Compare quando è il momento di esprimere concretamente
idee o progetti che erano in una fase d’ibernazione. Favorisce una
comunicazione efficace
e
t’insegna
come
risolvere
i
problemi,
trasformando le tue paure in pensieri positivi. Affidandoti al processo di
trasformazione in atto, imboccherai la strada verso nuove forme di
prosperità e di successo.
COCCODRILLO – Maestro del tempismo. Ti aiuta a leggere attentamente
le situazioni, sviluppare suprema pazienza e sapere il momento giusto per
agire. Per coloro che sono ansiosi e impulsivi, il coccodrillo insegna il
potere dell’ attesa.
COLIBRI – Gioia e celebrazione. Aiuta a coltivare una visione di gioia e
di bellezza Ci incoraggia a vedere la bellezza in ogni cosa e ad apprezzare
il dono della vita. Utile in tempi di transizione (viaggi, cambiando casa /
lavoro, ecc).
COLOMBA – Per nutrire sentimenti di pace, serenità, tranquillità ed essere
in armonia con se stessi e con gli altri. Permette di acquietare la mente e di
sperimentare la gloria di Dio nel momento presente. Alimenta il senso della
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presenza del divino e ci aiuta ad accettare la vita come una benedizione.
CONIGLIO – Per sostenere la creazione della ricchezza, a tutti i livelli
della vita. Incoraggia e promuove la creatività. Aiuta a superare le paure e a
coltivare la fiducia nella propria capacità di realizzare i sogni.
CORVO – Magia e potere sciamanico. Ti aiuta a sviluppare il tuo intuito e
a vedere oltre la realtà del quotidiano. Per imparare a fidarsi della propria
voce interiore imparando a muoversi tra i vari regni, superando la barriera
che separa il regno materiale da quello spirituale. Aiuta anche a condividere
i propri doni spirituali con gli altri.
COYOTE – Il briccone sacro. Ti aiuta a prenderti meno sul serio e ad
allargare il tuo punto di vista. Può diventare la tua spina nel fianco,
costringendoti a ridere delle tue debolezze e portandoti a vivere situazioni
paradossali, per costringerti a esplodere in una sonora risata.
DELFINO – Gioco e amore incondizionato. Ti aiuta a sentire col cuore, a
lasciare andare le tensioni e a divertirti, godendo del momento presente.
Rafforza i sentimenti di gioia e di piacere e accresce l’empatia e la
compassione. Approfondisce i doni psichici, sviluppa il potere di
guarigione e aiuta a ricordare i sogni.
Animali dalla E alla L
ELEFANTE – Per creare un profondo radicamento e favorire l’espansione
spirituale. Aiuta ad ascoltare, sia se stessi che gli altri. Per onorare la
natura intuitiva femminile. Ci incoraggia nel bisogno ad assistere i nostri
familiari e a guarire la nostra storia personale.
FAGIANO – Fertilità. La comparsa del fagiano annuncia che è in atto un
rinnovamento. E’ un simbolo di nascita e rinascita e ti aiuta a progredire,
con la consapevolezza che il cambiamento in atto ti aiuterà a esprimere il
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tuo valore e i tuoi talenti. Evoca anche il recupero di energia sessuale e
potere.
FALCO – Messaggero. Consente di sviluppare chiarezza interiore e di
diventare più attenti ai segnali che l’universo ci sta inviando. Con la sua
vista perfetta ci aiuta a sapere esattamente dove siamo. Favorisce la
comunicazione e la creatività.
FARFALLA – Un catalizzatore per la trasformazione. Ti aiuta nelle fasi di
transizione. Un sostegno per lasciare andare il passato, progredire e
lasciarsi trasportare con fiducia sulle ali del vento. Incoraggia i sentimenti
di leggerezza, di grazia e alimenta la capacità di dare e ricevere.
FENICOTTERO – Spiritualità. Il fenicottero arriva quando c’è la necessità
di equilibrare la spiritualità con la consapevolezza del momento presente.
Ti aiuta a tenere saldamente i piedi a terra, quando sei impegnato a elevarti
spiritualmente.
FOCA –
Arrendersi
al
divino.
Aiuta
a
lasciare
andare
lo
sforzo, permettendo alle cose di accadere con naturalezza. Per imparare a
fluire attraverso la vita con grazia e facilità. Ti aiuta a recuperare
un’immagine positiva del tuo corpo.
FORMICA – Lavorare in modo efficiente. TI aiuta a lavorare
instancabilmente con grande produttività in quei periodi in cui le cose
devono essere fatte. Porta impegno e mirabile efficienza. Aiuta a prestare
servizio all’interno della comunità.
GABBIANO – Libertà. Ti aiuta a sentirti sempre libero, in virtù della
natura dello spirito, priva di legami materiali. Per ricercare la verità,
seguendo nuovi sentieri o intraprendendo un viaggio interiore. Per chi
desidera elevarsi al di sopra delle regole e della routine della vita
quotidiana.
GAZZELLA – Fornisce supporto per affrontare la vulnerabilità. Per sentirsi
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sicuri nel mondo. Aiuta a sviluppare un senso profondo di vigilanza e
sensibilizzazione. Per camminare nel mondo con gentilezza e fiducia.
GHEPARDO – Efficienza. Per la realizzazione di compiti che richiedono,
velocità, efficienza, e messa a fuoco. Ti aiuta a ritrovare lo scatto e la
capacità di muoverti o reagire nei momenti in cui ti senti attaccato o
bloccato. Fornisce supporto per il sistema nervoso di coloro che vivono
stile di vita dinamico o frenetico.
GIAGUARO – Lo sciamano. Per la connessione con il potere
sciamanico.Ti aiuta a sviluppare intuizione e a fidarti della tua capacità di
vedere ciò che gli altri non vedono. Profondo conoscitore dell’animo
umano il giaguaro vede i segreti e col suo ruggito svela la verità.
GIRAFFA – Elevazione e radicamento. Col suo lungo collo la giraffa vede
da una panoramica allargata e coglie la verità da una prospettiva
spiritualmente evoluta. Rafforza la visione spirituale e al tempo stesso
mantiene la connessione con la terra. Permette di equilibrare l’altezza del
pensiero con i sentimenti del cuore.
GNU – Gruppi. Come lo gnu si sente a proprio agio nella mandria, così ti
aiuta a sentirti al tuo posto nella comunità dove vivi. Ti dà un senso di
appartenenza al contesto sociale e favorisce la consapevolezza di sentirsi a
casa, godendo del qui e ora.
GORILLA – Forza. Il Gorilla dona suprema forza interiore e fiducia in se
stessi. Insegna che la forza nasce da dentro, come risultato della coscienza
di sé. Ti aiuta a esprimerti con sicurezza e a esercitare il tuo potere
personale.
GUFO – Saggezza. Vedendo chiaramente nel buio, il gufo dà il potere della
visione e della chiaroveggenza. Permette di dissipare la confusione e di
vedere la verità nascosta dietro il velo della nebbia che avevi creato. Ti
aiuta ad agire con introspezione e sapienza, dando attenzione a situazioni
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che necessitano di chiarezza.
IPPOPOTAMO – Sicurezza. Aiuta a radicarsi e dà sostegno per affrontare
le questioni emozionali irrisolte. Ti aiuta a sentirti a tuo agio a livello
emotivo e a esprimere con serenità quello che provi. Sviluppa il lato
femminile e il senso materno.
LEONE – Potere. Conferisce un senso di benessere e di forza. Aiuta a
sviluppare coraggio e consente di affrontare le paure. Alimenta e rafforza la
fiducia in se stessi. Incoraggia la leadership, aiuta a promuovere una
visione di realizzazione e di successo.
LEOPARDO DELLE NEVI – Il leader spirituale. Ti aiuta ad applicare
concretamente le tue conoscenze mistiche, trovando il coraggio di
assumere un ruolo di guida per gli altri. Rafforza il senso della direzione e
dona il coraggio necessario per avanzare sul cammino della realizzazione.
LIBELLULA – Rivelazione. Se compare significa che hai bisogno di
dissipare il velo d’illusioni che hai creato, rivelando a te stesso una verità
nascosta. Forse hai necessità di riscoprire la tua creatività o di esprimere
concretamente qualche tuo talento. Ti aiuta anche a ricaricarti a livello
energetico e a riposare più tranquillamente.
LINCE - Segreti. La lince è la detentrice della conoscenza occulta e si dice
che sia in relazione con le conoscenze delle antiche confraternite di iniziati.
Ti aiuta a sviluppare i poteri della visione e della chiaroveggenza, per
guardare all’interno delle persone e delle situazioni.
LOMBRICO – Umiltà. Se incontri un lombrico, significa che per
progredire nel tuo cammino, devi scavare dentro te stesso, in quanto le sue
qualità sono proprio quelle di viaggiare dentro le viscere della terra. Ti
aiuta a sentirti sicuro e protetto e a integrare le tue qualità maschili e
femminili.
LONTRA – Giocare. Ti aiuta a risvegliare il bambino interiore e a
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espandere la gioia, tramite il gioco e il divertimento. Ti riconnette al lato
femminile dell’energia (amore, empatia, armonia e grazia). Ti aiuta
prendere più tempo per te stesso, coltivando le tue passioni o facendoti dei
regali.
LUPO – Il Maestro. Ti aiuta a stabilire una connessione col tuo leader
interno, riconoscendo il tuo ruolo di guida o insegnante. Ti insegna la
strategia e la perseveranza per raggiungere gli obiettivi, affrontando le sfide
della vita. Protegge i tuoi confini, bilanciando il tuo individualismo col
senso di appartenenza alla famiglia e al gruppo.
Animali dalla M alla R
MANTIDE RELIGIOSA – Spiritualità e distacco. La mantide dà
una connessione con il regno spirituale. Include il concetto di sacrificio e ti
aiuta a distaccarti da quello che non supporta la tua evoluzione. Sviluppa il
potere del femminile e la capacità di ascolto interiore.
MEDUSA – Fluire con le maree della vita. La medusa ti connette con i
misteri dell’inconscio e ti permette di fidarti del ciclo della vita. Crea
connessione con il mare, con l’acqua, e insegna a lasciare andare le
resistenze per fluire con le correnti della vita.
OCA - POLARE – Consapevolezza e direzione spirituale. Ti aiuta a sentirti
parte di un cerchio sacro e ti supporta nel sapere dove stai andando.
Favorisce un ritorno in se stessi e la sensazione di sentirsi sempre a casa.
Sostiene coloro che hanno perso la via spirituale.
OPOSSUM – Protezione. L’opossum ti insegna la strategia dell’immobilità,
nei momenti in cui devi proteggerti da influenze esterne non desiderate.
Con la sua spiccata teatralità difende il tuo bambino interiore e ti aiuta a
sdrammatizzare.
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ORCA – Coscienza cosmica. L’orca crea un ponte verso altri mondi e ti
aiuta a incarnare la coscienza dell’universo. Favorisce l’espansione
spirituale e incanala le energie aggressive trasformandole in azione e
creatività.
ORSO – Introspezione. Ti aiuta a radicarti e a diventare introspettivo in
modo da realizzare concretamente le idee, i progetti e i sogni che hai in
incubazione. Conferisce forza, radicamento, e acquisizione di potere.
ORSO-BIANCO – Maestro sciamano. Ti aiuta l’arte della sopravvivenza
muovendoti con esperienza sui ghiacci della vita. Ti indica la direzione per
conseguire la tua realizzazione spirituale, conferendoti forza e potere.
PASSERO – Semplicità. Porta gioia e leggerezza e libera dalle
preoccupazioni, creando un senso di fiducia nella vita. Favorisce la
consapevolezza che ogni cosa andrà per il verso giusto. Aiuta a diventare
più gioiosi e tranquilli.
PAVONE – Completezza. Favorisce l’autostima e dà un senso di
completezza e di pienezza in sé. Per rivendicare l’autenticità e l’autorità.
Rafforza la fiducia e aiuta ad esprimere la propria bellezza, interiore ed
esteriore. Utile nei momenti in cui il nostro ego è stato ferito.
PECORA DI MONTAGNA - Potere personale. Ti aiuta con la sua regalità a
reclamare il tuo potere e la tua dignità personale. Ti riconnette alla
saggezza insita nella natura. Per rivendicare la tua autorità all’interno del
tuo spazio sacro.
PETTIROSSO – Un foriero di primavera, di speranza e di felicità in sé.
Contribuisce a creare l’armonia e sostiene chi sta guarendo da un trauma
emotivo. Sostiene la capacità di essere un genitore amorevole, migliorando
l’armonia familiare.
PICCHIO – Persistenza. Evoca i poteri del guerriero nei momenti di
preoccupazione e col suo picchiettare conferisce la determinazione per
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affrontare gli ostacoli. Quando appare significa che ti viene chiesto di usare
la tua forza e il tuo potere, per affrontare un cambiamento in atto.
PIPISTRELLO – Rinascita. Ti prepara al cambiamento, aiutandoti
a prendere contatto con le parti oscure di te stesso, con le tue ombre. Ti
conferisce la fiducia per affrontare le tue paure. La volontà di affrontare le
tenebre personali permette di uscire dal tunnel, favorendo la rinascita e la
guarigione.
PROCIONE – Ruoli. La sua mascherina è un simbolo di camuffamento e ti
aiuta a scoprire e ad accettare i tuoi lati nascosti. Dona curiosità,
leggerezza e senso dell’umorismo. Per muoversi con facilità in ruoli di vita
differenti (ad esempio: la madre, la moglie, il dipendente, il marito, ecc).
PUMA - Leadership. Ti incoraggia a manifestare il tuo potere, rimanendo
fedele a te stesso. Ti aiuta ad accettare un ruolo di leader, assistendoti e
incoraggiandoti lungo il percorso, attraverso il recupero della tua autostima.
PUZZOLA - Attrazione. In riferimento alla sua proverbiale capacità di
emanare odori, la puzzola, rappresenta il carisma, la sensualità e il
magnetismo personale. Ti aiuta ad attrarre le persone, ma ti aiuta anche a
difenderti da attenzioni indesiderate.
RAGNO – Integrità. Facilita la connessione interna e aiuta a collegare
armoniosamente parti in conflitto. Sostiene la creatività, aiutando a uscire
dai vicoli ciechi della routine. Aiuta chi si sente alienato o chi vive dualità
apparentemente inconciliabili, come ad esempio forza e dolcezza,
spiritualità e concretezza etc.
RANA – Purificazione. Ti aiuta a lasciare andare lo stress accumulato, nei
momenti in cui ti senti stanco, oppresso o sovraccaricato. Permette di
vedere la vita come un miracolo, dove l’unica costante è proprio il continuo
mutamento. Se è il tuo animale totem, può indicare le tue abilità di
guaritore spirituale.
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RINOCERONTE – Manifestazione. Porta consapevolezza dei costanti
progressi si stanno compiendo. Con la sua forza e la sua calma ti aiuta a
rallentare e a superare l’impazienza in relazione ai risultati che a poco a
poco stanno prendendo forma nella tua vita.
SALAMANDRA – Rigenerazione. Rappresenta la metamorfosi e può
essere invocata nei momenti in cui si sta affrontando un cambiamento.
Rafforza il collegamento con i misteri della Terra e ti aiuta a mantenere il
distacco, nei momenti in cui ti senti sopraffatto dalle emozioni.
SALMONE – Direzione. Le sue capacità di navigazione possono essere
invocate per trovare la propria strada, o per mantenere la direzione e la
perseveranza nel momento in cui è stata fatta una scelta molto
importante. Ti aiuta anche a trovare il significato spirituale dell’esistenza e
a comprendere lo scopo della tua vita.
SCIMPANZE’ – Semplicità e socievolezza. Ti aiuta a riconnetterti con la
gioia di essere vivo. Fornisce supporto a coloro che si sentono socialmente
inibiti o scollegati dai loro bisogni fisici ed emotivi. Nutre giocosità,
curiosità, e aiuta ad esprimersi liberamente, cogliendo il momento presente.
SCOIATTOLO – Integra lavoro e gioco. Ti insegna a sfruttare l’energia del
tuo bambino interiore e dona un approccio gioioso alla vita. Nel momento
in cui ti senti appesantito dagli oneri della responsabilità o del lavoro, ti
aiuta a sdrammatizzare, ritrovando la fiducia, la curiosità e la gioia.
SERPENTE – Iniziazione. Sostiene nei momenti di trasformazione
profonda, quando si sta “cambiando pelle”. Aiuta ad affrontare un processo
terapeutico, quando si stanno affrontando le proprie ombre. Dona a sua
volta il potere di aiutare gli altri a crescere, a migliorare e a guarire.
STERNA ARTICA - Compiere grandi imprese. Ti aiuta a farti carico
di molti compiti con facilità quando devi fare grandi cose. Ti permette di
arrivare a destinazione nel viaggio della tua vita.
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TACCHINO – Generosità. Come il bisonte che offre tutto se stesso, anche
il tacchino ci connette coi valori dell’altruismo e della compassione. Aiuta
a trascendere l’ego e a condividere i tuoi doni con gli altri.
TARTARUGA – Stabilità. Aiuta a stare coi piedi per terra, essendo presenti
nel qui e ora. Favorisce la sincronia tra cuore, mente e spirito. Aiuta a non
forzare le situazioni e fornisce protezione emotiva e psichica, quando si
affrontano persone o situazioni troppo intense.
TASSO – Rabbia salutare. Ti aiuta a sentire e a esprimere la tua rabbia.
Incoraggia ad essere totali, a non reprimere le sensazioni. Per avere accesso
alle dinamiche dell’aggressione, quando questo è necessario.
TIGRE – Potere, passione, conoscenza. Favorisce la concentrazione e
sviluppa il potere personale. Permette di muoversi senza paura nella realtà
circostante, affrontando se necessario situazioni o scelte difficili. Mette in
contatto con le energie fisiche e istintuali; liberando il nostro corpo
emozionale dalla sua gabbia, risveglia le passioni favorendo una libera
espressione della sessualità.
TUCANO – Espressione, auto-immagine, visibilità. Ti aiuta a esprimere la
tua originalità e soddisfa il tuo bisogno di essere visto e considerato nel tuo
ambiente sociale. Alimenta la tua autostima equilibrando le percezioni che
hai di stesso, riguardo alla comunicazione, al tuo aspetto fisico e al bisogno
che hai di attrarre l’attenzione degli altri.
VOLPE - Mimetismo. Ti aiuta a scivolare nelle situazioni, senza essere
visto quando è necessario. Supporta lo sviluppo dell’indipendenza di
pensiero. Ti incoraggia a trovare nuove soluzioni, per spezzare le catene del
condizionamento e per trovare la tua strada.
ZANZARA - Suono primordiale. Il suo ronzio sottile, ma persistente ti
aiuta a sintonizzarti con la vibrazione primordiale dell’universo. Sostiene la
tua fragilità e la incanala verso forme di instancabile altruismo. Conferisce
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la tenacia e la caparbietà necessaria per raggiungere le mete più ambiziose.
ZEBRA – Per l’integrazione degli opposti all’interno di se stessi. Ti aiuta a
non vedere solo in termini di bianco e nero. Per vedere la verità dietro a ciò
che potrebbe sembrare una maschera. Sostiene il tuo diritto di essere
diverso dagli altri e favorisce il mantenimento dell’individualità nei gruppi.
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Non mi interessa cosa fai per vivere, Voglio sapere quello che desideri
ardentemente e se osi sognare quello che il tuo cuore brama…
Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ti renderesti ridicolo per
amore, per i tuoi sogni, per l’avventura di esistere.
Non mi interessa quanti pianeti quadrano la tua luna, voglio sapere se hai
toccato il centro della tua sofferenza, se i tradimenti della vita ti hanno
aperto o se ti hanno accartocciato e chiuso per paura di altro dolore…
Voglio sapere se puoi stare col dolore mio o tuo, senza muoverti per
nasconderlo, logorarlo o ripararlo…. Voglio sapere se puoi stare con la
gioia, mia o tua, se puoi…
[SAUPAQUANT, WAMPANOAG]
«Il tuono non è più la voce di un dio furente né il fulmine è l'arma della sua
vendetta. Nessun fiume contiene uno spirito né l'albero è il principio vitale
di un uomo, i serpenti non sono personificazione di saggezza né alcuna
grotta di montagna è dimora di grandi demoni.
Nessuna voce parla più all'uomo, oggi, venendo da pietre, piante o animali,
né l'uomo si rivolge ad essi convinto che lo possano udire».
[C. G. Jung]
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8 PROGET WORK: METODOLOGIA
- Scelta di immagini varie di animali
Scelta del mio Animale Sacro (nelle tradizioni dei Nativi d‘America)
Disegno a matita del mio Animale Sacro
Creazione del mio Animale Sacro (cartoni, fogli di disegni animali colore a
tempera, colla …)
9 OBIETTIVI
- Educare alla diversità
Sviluppare il concetto di amicizia e fratellanza
Maggior controllo globale ,segmentario e oculo-manuale
Costruzione del Totem
Invenzione di una piccola danza da inserire nella festa conclusiva
(altro obiettivo è poter impegnare questo progetto con bambini dai 6 anni
in poi)
10 TECNICHE PER SAPERE IL PROPRIO ANIMALE DI
POTERE
Esistono altre varie tecniche per scoprire i propri animali di potere, come
ad esempio visualizzazioni guidate o veri e propri viaggi sciamanici.
Un metodo che ho trovato molto efficace: si basa su un questionario di
domande.
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Rispondere al questionario mi ha aiutato a scoprire quali animali Totem
possono essere presenti nella mia vita. Nel rispondere alle domande ho
individuato più di un animale per ciascuna risposta, ma ho cercato di
sintonizzarmi con le mie emozioni, indicando solo gli animali che sono
davvero importanti per me. Prima di compilare il questionario, ho pensato
opportuno crearmi un ambiente protetto, e ho preso almeno una
mezz’oretta da dedicare all’esercizio, in totale privacy e tranquillità.
Ho cercato di non lasciarmi condizionare dagli animali che ho trovato
suggestivi o belli esteticamente, nel rispondere, ho ascoltato il mio cuore, e
ho lasciato che si presentassero animali che mi comunicassero veramente
qualcosa. Alla fine, ho esaminato il questionario e preso nota degli animali
che ho citato più frequentemente, sicuramente tra questi ci sono i miei
Animali Totem.
1- Quando eri bambino, ricordi di avere raccolto qualche animale, o di
essere stato attratto da qualche animale che ancora oggi attira la tua
attenzione?
2- Di tutti gli animali, anche non domestici, se potessi tenerne uno come
animale da compagnia, quale animale sarebbe?
3- Quando andavi allo zoo, da quale animale ti sentivi attratto e osservavi
più a lungo?
4- Se potessi essere un animale che animale vorresti essere?
5- Quale animale è comparso più frequentemente nei tuoi sogni, fin
dall’infanzia?
6- Quale animale hai raffigurato in modo significativo nei tuoi disegni,
scritti o poesie?
7- A quale animale ritieni di assomigliare?
8- Quale animale ti sei sempre soffermato a guardare a lungo?
9- Nelle opere d’arte o nei gioielli, c’è qualche animale che ti ha sempre
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attirato?
10- Quando sei in mezzo alla natura c’è qualche animale che ti capita di
osservare con particolare attenzione o che senti in sintonia con te?
11- Che animale hai iniziato a vedere di tanto in tanto, che non hai mai
notato prima?
12- C’è qualche animale che recentemente ti si avvicina come se fosse
attratto da te?
13- Stai sognando o hai sognato qualche animale ultimamente?
14- Stai pensando o hai visualizzato un animale ultimamente?
15- Nelle ultime due settimane quali animali hai visto o hai sognato più
volte?
16- Che animale hai visto oggi?
17- Che animale, vorresti essere oggi?
18- Che animale vorresti avere con te oggi?
19- Sei mai stato attaccato o morso da qualche animale?
20- Hai subito qualche spavento o altro evento traumatico, legato a qualche
animale?
21- Vedere quale animale ti provoca sentimenti di paura o moti di
repulsione?
22- Quale animale proprio non ti piace o trovi antipatico e perché?
23- In sogno hai avuto qualche incubo legato alla figura di un animale?
24- Quando guardi un film, o un documentario alla TV c’è un animale che
ti fa paura?
25- Elenca gli animali che sono presenti nella tua casa sotto forma di:
immagini, foto, poster, quadri, pupazzi, figurine, sculture, animali
impagliati, portachiavi ecc.. e sottolinea quali di questi animali senti più
tuoi?
26- Porti o hai portato un ciondolo o un anello che raffigura un animale?
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27- Hai qualche animale che vive in casa con te?
Ricorda che puoi evocare i tuoi animali Totem anche studiando le loro
abitudini, tenendo le loro immagini in casa tua, mettendo una foto sul
desktop del tuo pc, vedendo dei documentari, o andando dove vivono, per
vederli dal vivo.
Oltre alle domande ho adottato un metodo visivo: osservando immagini di
animali.
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11 LA SCELTA DEL TOTEM
AQUILA REALE IN VOLO
Aquila: è sicuramente uno degli animali più importanti presso la cultura dei
Nativi. L'aquila infatti volando più alto di tutti gli altri, è il più vicino al
Grande Spirito ed è il messaggero che porta le preghiere dell'uomo alle sue
orecchie e al suo cuore. Il potere dell'aquila era riservato ai capi e il suo
spirito presiedeva i consigli, le battute di caccia e le spedizioni di guerra37.
COBRA SPUTATORE ROSSO
37 http://spiritodellanatura.forumfree.it, (visionato il 8-08-2012).
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L‘AQUILA CHE DOMINA IL SERPENTE…
Ho provato a rispondere ad alcune delle domande per poi arrivare alla
scelta del mio Animale Sacro…
1- Scimmia, Cavallo
2- Puma
3- -----4- Aquila
5- Cavallo
6- Cavallo
7- Aquila
8- Leone
9- Aquila
10- Capriolo
11- Leone, Ippopotamo
12- --13- --14- Aquila
15- -16- Pavoni, Caprioli
17- Aquila
18- Leone
19- -20- -21- Serpenti, Cinghiali
22- Puma, Leonesse
23- -24- Iene, Leoni
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25- Cani, Gatti, Conigli, Papere
26- Aquila
27- Gatto
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MATERIALI
E
PERCORSO
GRAFICO
E
SCULTOREO
PRIMO SCHIZZO TOTEM
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SECONDO SCHIZZO TOTEM
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BASE TOTEM
BASE CILINDRICA DEL TOTEM
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FASE DELLA COSTRUZIONE
“IL BASTONE SERPENTE “
Bastone a forma di serpente
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“TOTEM” IN VOLO
Cartone tempera carta stagnola.
Ali di colore diverso che vogliono rappresentare il Bene e il Male.
Il negativo e il positivo che fanno parte di noi.
Particolare del Totem (testa dell‘aquila e testa del serpente)
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Credevo di aver concluso il mio elaborato, ma più passavano i giorni, più
mi convincevo che doveva essere modificato.
Cosi dopo qualche giorno riprendo il mio Totem e lo modifico con molto
piacere.
Doveva essere esplosivo, rendere veramente esplosivo ciò che avevo
sperimentato.
Mi son accorta che ero arrivata molto stanca al mio operato e così lo avevo
concluso per metà.
La ricerca del proprio animale di potere mi ha aiutata a comprendere lo
stato in cui mi trovavo e cosa, al momento, si farebbe bene a sviluppare in
noi, prendendo ad esempio la qualità dell’animale che si presenta.38
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Carla Fleischli Caporale “La via del guerriero”, Edizioni Verdechiaro 2003.
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CONCLUSIONE
L’AQUILA E’ LA MIA FORZA E IL MIO
VENTAGLIO
Particolari di collage con fotocopie d’immagini dell’aquila e dei serpenti.
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IL COLLAGE
La scelta del collage mi ha reso possibile creare movimento dando volume
e forza alla mia scultura.
Quando si fa un collage non ci sono regole. Le proporzioni non si
considerano più avanti, dietro, sotto di lato, piccolo, grande.
Fa parte del gioco infrangere quelle regole logiche. Il collage è un medium
legato all’immagine, è fatto da tanti pezzi che vengono messi insieme senza
un significato logico.39
39 Raffaella Molteni “L’Arteterapia” edizione Xenia tascabili, (2007).
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13 CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONE LAVORO
Mi son trovata come ospite di un mondo, un mondo da cui la mia pelle il
mio cuore le mie sensazioni son sempre state attirate ,un mondo pieno di
anima, pieno di spirito pieno di saggezza.
Ho cercato qui nella solitudine nella concentrazione il mio animale sacro.
Così mi sono immersa nel significato più magico e profondo degli animali;
ho condiviso il silenzio e la magia di ogni creatura vivente.
Ho percepito quanto è difficile mettersi in contatto con il proprio io con
tutti i problemi che ci circondano.
Durante la creazione e durante la scelta del mio animale, son venuti a
sfiorarmi persone (anime nere) che in questo momento mi stanno
rincorrendo.
Una notte calda nel mio sonno più profondo mi è apparso in sogno il mio
Totem.
Io Aquila animale combattente predatore che con il suo becco trova la sua
preda oscura che la minaccia e con un sol boccone afferra l‘animale più
pericoloso il serpente “Cobra”.
Ascoltando con gli occhi il naso le orecchie ed il cuore si riesce a
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raggiungere la guarigione di questo animale che mi insegue e che non mi
dà tregua.
E’ la luce che consente di vedere, la luce disperde le tenebre, la luce
illumina la mente.
Immagini usate come collage dal libro “Uccelli di Sogno”
40
40 - David Ogden-Jody Bergsman “Uccelli di Sogno” edizioni Il Punto d’incontro, 2010.
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14 Bibliografia
- Anna Ranieri “Totem Tabù” (dispense 1° anno arti-terapie 2008-2009),
Istituto MEME.
- Bernie Warren “Arteterapia in educazione e riabilitazione” centro studi
Erickson, 1995.
- David Ogden-Jody Bergsman “Uccelli di Sogno” edizioni Il Punto
d’incontro, 2010.
- Carla Fleischi Caporale “La via del guerriero” edizioni Verdechiaro,
2003.
- F. Nanetti ”La Via della Trasformazione Interiore dall'infanzia ferita
alla responsabilità del divenire adulti“ edizione Pendragon, Bologna,
2010.
- F. Nanetti “Superare i momenti di crisi” edizione Pendragon, 2006.
- James Hillman ”Il Codice dell'Anima” edizione gli Adelphi Milano,
2010.
- Kenneth Meadows ”I segni di nascita secondo i Nativi Americani”
edizione Armenia, Milano, (1998).
- Kenneth Meadows ”La Ruota di Medicina la via amerindiana alla
conoscenza di sé” edizioni L’età dell’Acquario, 1997.
- Levi Strass C., “Il totemismo oggi“ edizione Feltrinelli Milano, 1964.
- Michela Balconi “Neuropsicologia delle emozioni“ edizione Carrocci Le
bussole, 2004.
- Nicola
Ghezzani “Autoterapia. Guarire la propria psiche con
strumenti personali“ edizione Le Comete, 2005.
- Raffaella Molteni “L’Arteterapia” Xenia tascabili, 2007.
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15 Sitografia
- www.psyche.altervista.org/autoter_creat.htm
- www.artecometerapia.it
- www.animalitotem.wordpress.com/
- www.indianiamericani.it/animali_totem/
- www.cittadiluce.net/gli-animali-totem(http://spiritodellanatura.forumfree.it)
- www.arteesalute.blogosfere.it/arte e salute/arteterapia/
- www.psicolab.net
- www.benessere.com/psicologia/emozioni/emozioni.htm
-http://arteesalute.blogosfere.it/2011/11/cinema-e-psichiatria-dacronenberg-a-polanski-quando-i-film-aiutano-la-cura.html
-http://danilopicchiotti.blogspot.it/2009/02/arte-e-guarigione-nel-mondoantico.html
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