Istituto MEME: LE SETTE IN ITALIA
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Istituto MEME associato a Université Européenne Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles TESI SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE LE SETTE IN ITALIA Scuola di Specializzazione: Relatore: Tesista Specializzando: Anno di corso: Scienze Criminologiche Dott. Giulio Roffi Tomassina Polverari Primo Modena: 15/06/2014 Anno Accademico: 2013 - 2014 1 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO A UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013 - 2014 INDICE DEI CONTENUTI 1. Le sette e le loro tipologie .......................................................................................3 2. Perché si aderisce ad una setta .............................................................................6 3. Manipolazione mentale e culti distruttivi .........................................................8 4. Aspetti criminologici di una setta ..................................................................... 26 5. Le sette in Europa e in Italia................................................................................ 28 6. Satanismo .................................................................................................................. 32 7. Libertà di religione e plagio ................................................................................ 39 8. Il viminale.................................................................................................................. 45 9. La testimonianza ..................................................................................................... 47 10. Consigli, come se ne esce ................................................................................... 49 11. Conclusioni ............................................................................................................. 56 12. Bibliografia ............................................................................................................. 57 13. Sitografia ................................................................................................................. 58 2 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO A UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013 - 2014 1. Le sette e le loro tipologie Secondo il dizionario italiano Sabatini Coletti, per setta si intende un raggruppamento di persone unite da un credo ideologico, religioso o politico, professato in modo radicale e intransigente e talvolta in contrapposizione esplicita alla comunità e all‟ideologia dominante. Barresi, nel libro “Sette religiose criminali”, mette in evidenza come sia difficile dare una definizione di setta esponendo la definizione che ne ha dato il Ministero dell‟Interno nel 1998 che cita: “tutte quelle aggregazioni di origine relativamente recente, ispirate alla predicazione del capo spirituale o a dottrine di tipo iniziatiche, i cui principi appaiono diversi da quelli delle confessioni religiose tradizionali (cristianesimo, ebraismo, islamismo, buddismo, induismo, confucianesimo) e dei grandi sistemi filosofici occidentali”.1 Sempre nel suo libro, Barresi cita la definizione della Barker (1992) secondo la quale le sette sono gruppi che possono fornire ai loro membri risposte ultime o domande fondamentali (come il significato della vita o il ruolo di ciascuno nella natura). 2 In ultimo, sottolinea Barresi, a noi serve dare una definizione a questi gruppi che possono porre in essere condotte criminali, e definisce le sette come “gruppo di persone che professano una dottrina politica, filosofica, religiosa in contrasto o in opposizione a quella riconosciuta, o professata dalla maggioranza”.3 L‟autore individua fondamentalmente 4 tipi di sette: A) Sette radicali: rifiutano completamente il mondo, il leader aiuta gli adepti ad uscire dal mondo per condurli alla purezza estrema; B) Sette ascetico-intramondane: gli adepti costruiscono in terra il nuovo regno, sempre ispirati a ideali di purezza; C) Sette mistico1 Barresi F., “Sette religiose criminali. Dal satanismo criminale ai culti distruttivi”, EdUP, Roma, 2006. 2 Ibidem. 3 Ibidem. 3 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO A UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013 - 2014 realistiche: si ispirano alla spiritualità orientale, distaccate dal mondo reale, con tecniche ascetiche si implementa la ricerca spirituale; D) Sette terapeutiche e sincretiche: l‟intento è quello di rinnovare la chiesa o costruirne un‟altra. La difficoltà nel trovare una definizione di setta e la necessità di cercare di raggrupparle a seconda della filosofia che le distingue riflettono intrinsecamente la complessità del fenomeno, ma esistono comunque caratteristiche comuni che concorrono alla creazione di una setta e sono: 1. la leadership, molto spesso rappresentata da un leader carismatico, un capo, con forte ascendenza sugli adepti; 2. l‟ideologia, che si traduce in pratiche e norme che regolano la vita all‟interno del gruppo; 3. il controllo degli adepti, che può essere più o meno intenso, e che in alcuni casi dà vita a tribunali interni in grado di emettere sentenze e punire i trasgressori; 4. la richiesta di un impegno totale dell‟adepto e del suo lavoro volontario e gratuito; 5. l‟isolamento: la difficoltà di vivere un rapporto familiare sereno per chi è all‟interno di un‟aggregazione settaria (per il familiare esterno diventa quasi impossibile vivere una normale relazione affettiva con il suo congiunto all‟interno del raggruppamento); 6. l‟imposizione di recidere i legami con il passato e soprattutto con la famiglia d‟origine. Quando le pretese del gruppo iniziano ad aumentare, chiedendo tempo, denaro, impegno, è un campanello d‟allarme. Fondamentale per ogni setta è il primo contatto con il potenziale adepto, cui si promette una felicità a portata di mano, una serenità facilmente raggiungibile e lo si circonda d‟amore (love bombing). In molti casi si parla non soltanto di un benessere mentale, ma anche fisico. E poi nuovi amici, migliori di quelli che si avevano prima. In alcuni casi, si può arrivare al paradossale: si promette una palingenesi planetaria, (cioè, con paroloni incomprensibili, si promettono cose irragiungibili). Basta soltanto seguire alla lettera gli insegnamenti del guru. Di fatto si verifica che “sette” o “autoreligioni” nella fase di proselitismo e in quella di indottrinamento 4 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO A UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013 - 2014 usano sistemi scientifici studiati per aggirare le difese psichiche delle persone irretite, inducendole ad atteggiamenti acritici e obbedienza cieca. 5 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO A UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013 - 2014 2. Perché si aderisce ad una setta Il proliferare delle sette è un fenomeno tipico della modernità che si è affacciato nella storia degli altri paesi già da molto tempo. L‟Italia, feudo traballante del Cattolicesimo, tra poco non avrà più niente da invidiare alla California, patria conclamata delle iniziazioni esoteriche. Il fatto è che, nell‟ambito della modernità, i nuovi soggetti sociali si trovano a vivere una molteplicità di esperienze che, se giovano come stimoli all‟agire, creano nel contempo un‟identità culturale fluida, imprecisa e fragile. Il crollo non tanto dei valori, quanto di una gerarchia organica di valori, di un sistema etico coerente, è il vero dramma della coscienza moderna. Ai personaggi incapaci di portare il peso di questo fardello le conventicole esoteriche offrono uno spazio alternativo di salvezza. Tali movimenti propongono tre linee di forza: il ricorso ad un‟esperienza “interiore”, un messaggio di salvezza, l‟aderenza ad una comunità. L‟esperienza interiore dovrebbe condurre all‟autorealizzazione, ad un miglioramento delle capacità mentali, all‟equilibrio psico-fisico. Il messaggio di salvezza comporta la scoperta di una verità misteriosa e segreta, di origine mistica. Infine i movimenti pretendono di essere comunità consacrate in grado di ridefinire non solo l‟identità del soggetto, ma l‟intera realtà. Le sette, infatti, propongono tutte un rinnovamento, una trasformazione a livello mondiale delle relazioni sociali, individuali e simboliche. Tutti gli adepti pensano di essere il “sale della terra”. Infine si potrebbe ipotizzare che la causa di fondo del sorgere di nuovi culti sarebbe proprio la protesta contro la modernità e contro la sua più lacerante contraddizione che oppone una sfera pubblica razionale, astratta, impersonale a una sfera privata priva di orientamenti e che pure deve decidere del proprio destino. I soggetti confluiscono nelle sette stimolati da: la polemica antiscientista e anti-tecnologica con punte di diamante nettamente “ecologiche”; la critica radicale al cattolicesimo perché è arido, stantio, impelagato col potere e artefice dei roghi dell‟Inquisizione; l‟importanza data all‟individuo: l‟uomo è il grande miracolo, l‟uomo contiene tutta la verità; la promessa di un potere magico e 6 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO A UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013 - 2014 di un sapere segreto. La gente frustrata riceve dal gruppo esoterico la possibilità di una gratificazione: tutti si sentono importanti e chiamati a una significativa missione. Il tipo ideale dell‟esoterico italiano degli anni „90 è un frustrato della modernità che però ha molte ore libere da dedicare allo studio della dottrina segreta, mentre un tempo avrebbe lavorato in fabbrica o nei campi per 12 ore al giorno; è un vegetariano che sessanta anni fa avrebbe sofferto di sottoalimentazione e che ora disprezza la carne proprio perché la può comprare; è una casalinga che usa i contraccettivi ma che odia la scienza e la medicina ufficiale; è un giovane assediato dalla solitudine perché tutti in famiglia lavorano per permettergli beni di consumo che detesta perché non se li guadagna sudando; è un reduce dei gruppetti del „68 che odia il prete ma non può fare a meno di porsi domande sulla spiritualità. Su tali situazioni di base gioca il carisma dei capi, che danno risposte buone per tutte le stagioni, e lusingano i creduloni, sostenendo che possono diventare simili a Dio.4 Va da sé che i maestri sono il più delle volte in mala fede e pretendono una sottomissione per brama di potere e, soprattutto, per motivi economici. Un vertiginoso giro di miliardi è infatti legato a tutti i gruppi, alle sette e alle organizzazioni esoteriche. Di fronte alle figure dei maestri, gli adepti si fanno sottomessi, fiduciosi, si privano di ogni senso critico e diventano succubi, pronti a essere manipolati in ogni senso. L‟esoterismo non dà strumenti veri di liberazione, ma in nome della libertà e del soggettivismo, ripropone la dipendenza intellettuale. L‟uomo vuole un capo carismatico che in nome della libertà gli dia invece schiavitù in quanto vittima di manipolazione mentale. Sintetizzando, le motivazioni di adesione sono sociali e psicologiche, le prime abbiamo detto dipendono dalla crisi dei valori e dalla difficoltà di vivere la modernità galoppante, le seconde, non difficile da comprendere, dipendono dal fatto che esistono individui facilmente influenzabili o con problemi psicologici che vengono risolti dall‟appartenere ad una setta (facilità di tessere rapporti, anche sessuali, conforto dell‟appartenenza ad un gruppo di simili, liberazione dall‟ansia di decidere, demandata al leader, ecc...). 4 Gatti Strocchi C., larepubblica.it 7 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 3. Manipolazione mentale e culti distruttivi Il concetto di manipolazione mentale è di grande complessità sia sul piano della definizione che sul piano dell‟identificazione specifica in ambito psicologico. Prendendo in considerazione i due termini (manipolazione e mentale) vediamo subito che abbiamo a che fare con un concetto di per sé molto articolato e complicato come la mente e un concetto ambiguo come quello espresso dal termine “manipolare”. Manipolare riguarda dunque l‟azione di “condizionare qualcuno, alterare o contraffare, falsificare dati o notizie, alterare…”5. Applicato alla mente pone subito il problema da risolvere: la mente umana, per come è costituita, per quel che se ne conosce, è manipolabile? Che cosa intendiamo per mente? Gli studi psicologici evidenziano in molteplici direzioni aspetti costitutivi della mente; in realtà la psicologia si configura proprio come scienza che studia la mente, il comportamento, questa offre molte riflessioni, esperimenti, teorie sui modelli della mente, arrivando a descrivere le modalità di funzionamento del cervello e di questa. Le discipline psicologiche affrontano con notevole circospezione e cautela tutto ciò che riguarda particolari stati di alterazione della coscienza e dunque del mentale, facendo attenzione, soprattutto negli approcci sperimentali, a trovare corrispondenze comportamentali rilevanti per poter mettere a punto le ipotesi su stati di alterazione tipicamente complessi sia da individuare che da descrivere. Per affrontare il difficile tema della manipolazione mentale è utile partire dal comprendere in che cosa consistono le alterazioni degli stati di coscienza nell‟individuo. Possiamo descrivere diversi stati della coscienza6: La veglia “vigile” caratterizza lo stato di allerta (a differenza del sonno) di un individuo che percepisce gli stimoli e li può codificare. 5 6 Dizionario di italiano, Sabatini Coletti, 2008. http://www.ordiniavvocatipiemonteaosta.it/sito/sito/downfile.php?id=1046&it=10122 8 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 L‟attenzione, che è un processo cognitivo attivato tutte le volte in cui, in stato di evidente allerta, prestiamo appunto attenzione ad un dato stimolo che acquista rilevanza (es. quando all‟improvviso qualcuno pronuncia il nostro nome). Il sonno, uno stato opposto a quello della veglia, in cui il “sistema attenzione” è deconnesso dagli stimoli esterni e si verifica invece uno specifico tracciato elettroencefalografico tipico del ritiro dalla realtà esterna. Il sonno con i sogni, presenta la variante, rispetto al sonno in cui non vi sono manifestazioni oniriche, di porre l‟individuo in diretto contatto con “stimoli interni” che animano le scene oniriche spesso attraverso i cosiddetti “resti diurni” o per contatto con contenuti inconsci (secondo la Psicoanalisi). Il coma, più profondo del sonno, spesso legato a stati patologici o indotto per motivi clinici, è dato da un tracciato elettroencefalografico che evidenzia il ritiro dal contatto con la realtà esterna, può durare per tempi diversi e comporta un distacco dalla realtà e una impossibilità di attenzione. La suggestione comporta un primo livello di alterazione degli stati di coscienza. La persona può essere completamente vigile (nelle forme blande) o in uno stato di “obnubilamento” (nelle forme più cospicue). In realtà esistono vari livelli della suggestione da quella leggera a quella che invece comporta tipologie di influenze più significative. L‟ipnosi, procedimento di influenzamento degli stati di vigilanza che può andare da una tipologia lieve con mantenimento di quote di vigilanza alla cosiddetta “trance” o ipnosi profonda nella quale, inducendo uno stato simile al sonno o di inibizione comunque profonda si stabilisce una comunicazione con il soggetto ipnotizzato che viene, ad esempio, utilizzata nell‟intervento sulle dipendenze ecc., ma che talvolta è utilizzata a scopi non precisamente costruttivi per chi vi si sottopone. Va sottolineato che la tendenza a lasciarsi ipnotizzare varia da persona a persona e che contro la volontà della persona stessa è impossibile qualsiasi induzione. 9 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 La descrizione, se pur molto sommaria, serve a comprendere meglio a cosa ci si riferisce quando si parla di “manipolazione mentale”. Abbiamo a che fare, come accennato, con un complesso e complicato fenomeno che si riferisce ad alterazioni degli stati mentali di “normale” stato di allerta vigile, di pieno possesso delle proprie facoltà mentali, per sfumare in processi che possono comprendere fenomeni di suggestione semplice, di suggestione più cospicua, di ipnosi superficiale ecc. Il tutto in un risultato di influenzamento dell‟andamento e del fluire del funzionamento delle facoltà mentali di un individuo. Il processo di manipolazione avviene in uno scenario dinamico che vede una relazione fra chi pone in atto la manipolazione stessa e chi la subisce. Abbiamo dunque almeno un manipolatore e una vittima, spesso più di uno., il manipolatore avvicina la vittima e inizia il suo percorso. Naturalmente il manipolatore è animato da intenti criminogeni che possono essere di vario tipo: desiderio di potere, desiderio di sfruttamento sessuale, motivazioni economiche, esaltazioni e fanatismi. D‟altro canto la vittima è scelta per essere una persona caratterizzata da fragilità psicologica e debolezza. Come abbiamo visto spesso sono persone isolate, che attraversano difficili momenti della vita: lutti, separazioni, passaggi esistenziali complessi, crisi di valori ecc. L‟incontro avviene sulla base della messa in comune di questi opposti sistemi motivazionali: da una parte il desiderio di controllo del “guru” per asservire ai propri scopi, dall‟altra il profondo bisogno di trovare risposte al dolore, di sentire un punto di riferimento di reperire un sostengo alla propria disperazione. Si verifica così la sottomissione della donna addolorata per la perdita precoce del figlio per una malattia incurabile, irretita da un “santone” che le promette di metterla in contatto con il figlio in una comunicazione ultraterrena; alla giovane madre che ha il figlio con una malattia terminale e viene convinta dell‟esistenza di un malocchio per togliere il quale, sempre il “santone” chiede sacrifici economici cospicui; oppure ancora un uomo che entra in contatto con gli adepti di una setta, avvicinato durante incontri di un circolo filosofico non meglio specificato, e convinto a lasciare moglie, figli e amici per entrare in una setta dove verrà sottoposto a riti di digiuno, prolungata esposizione alla luce o al buio, ritmi assordanti, docce gelate, presentati come riti purificatori e così via. L‟aspetto interessante è che le vittime non sono necessariamente persone incolte o 10 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 sprovvedute, spesso sono persone di elevato livello sociale e con riferimenti culturali di buon livello, appartengono a differenti fasce di età, diversi sono minori, adolescenti per lo più. Infatti, non sono gli aspetti cognitivi la variabile rilevante, bensì quelli emotivi. Il disperato bisogno di trovare appigli nella disperazione e nell‟isolamento, le emozioni negative e di dolore che si attivano in certe situazioni. Il numero di coloro che, a seguito di manipolazione mentale, vengono irretiti ed entrano in quello che possiamo definire come un vero e proprio incubo è difficile da definire. In alcuni casi ci sono denunce e si avviano procedimenti legali, in altri i parenti e gli amici gestiscono la situazione senza aiuto e non denunciano. Abbiamo a che fare con un numero oscuro la cui entità ha proporzioni non note. A giudicare dalle segnalazioni che arrivano alle Forze dell‟Ordine, alle associazioni specializzate (ad esempio quella di Don Ciotti), agli esperti, sembra si tratti di numeri di una certa entità. Occorre aggiungere che in questi fenomeni le vittime non sono soltanto coloro che vengono fatti oggetto della manipolazione, ma anche i loro parenti e amici che vedono il loro caro cambiare di giorno in giorno sotto i loro occhi senza poter fare nulla, che spesso vedono il loro caro scomparire per entrare nella setta o allontanarsi fisicamente e mentalmente in modo irreparabile, infatti, spesso, sono proprio i parenti a contattare le associazioni. L‟isolamento è proprio la condizione che creano e sfruttano i manipolatori per poter operare meglio: il malcapitato viene convinto che tutti coloro che ha intorno vogliono il suo male e soltanto il guru vuole il suo bene, dunque ha inizio il progressivo “ritiro” di investimento affettivo che genera un dolore terribile in chi, senza strumenti, vede l‟allontanarsi del proprio coniuge, del figlio, del padre, della madre, della sorella ecc. e non trova ascolto perché il fenomeno è talmente delicato e complesso da essere di difficile comprensione per i possibili interlocutori non esperti e perché, come vedremo più avanti, non esistendo più il reato di plagio, per poter inquisire gli organizzatori di una setta, occorre che si macchino di qualche altro reato. Il controllo mentale distruttivo è quella caratteristica che differenzia le sette criminali dalle organizzazioni con finalità che non nuocciono all‟integrità e alla libertà individuale. Possiamo riassumere le caratteristiche principali di un culto distruttivo in 7 punti: 11 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 1) manipolazione del comportamento e del carattere di una persona; 2) leadership carismatica (con auto-proclamata divinità o conoscenza suprema e richiesta di obbedienza incondizionata). La leadership può essere individuale o basata su un nucleo centrale all‟interno della setta; 3) separazione degli adepti dalle famiglie, dagli amici e dalla società in generale; 4) visione del gruppo come una nuova famiglia con la quale stabilire un rapporto esclusivo; 5) forti e sempre crescenti richieste di denaro; 6) richiesta di firmare un testamento che nomini la setta o il suo leader come unico o prevalente erede; 7) richieste di attività e comportamenti sessuali devianti. Come abbiamo visto, in genere i gruppi settari si costituiscono intorno alla figura di un leader mentre nelle sette sataniche la fedeltà degli adepti spesso non è rivolta al culto della personalità carismatica, bensì alla stessa dottrina satanista che promette il conseguimento del potere, del successo e del piacere attraverso determinati rituali di profanazione della liturgia cattolica, le cosiddette messe nere, che si esplicano molto spesso in chiese sconsacrate o all‟aperto dove si officiano rituali sacrificali che prevedono l‟uccisione di animali; l‟esaltazione satanica criminale può arrivare a concepire nel nome del maligno anche sacrifici umani e l‟accoppiamento con giovani vergini che precede rituali orgiastici collettivi. Quando si investiga sulla sparizione di un individuo, tra le tante piste certamente non va trascurata nemmeno l‟ipotesi del satanismo almeno per poterla scartare con certezza visto il preoccupante proliferare, anche nel territorio del nostro stato, di gruppi la cui presenza è stata accertata da organismi ufficiali, quali il Ministero dell‟Interno, e nei quali potrebbero verificarsi nel tempo delle degenerazioni che potrebbero sfociare anche in crimini violenti. Ci può essere, infatti, una sorta di assuefazione nella ricerca del piacere e del potere, la cui ombra può contenere in germe futuri sviluppi distruttivi difficilmente prevedibili quando si rasenta il confine labile del bene e del male e quando sono presenti evidenti dinamiche di onnipotenza che alla fine possono rompere gli argini e dare il via ad istinti dagli esiti nefasti. Quando poi, e molto spesso è così, nei rituali satanici è previsto l‟uso di sostanze stupefacenti allucinogene i rischi si fanno ancora più fondati. E‟ storia recente la drammatica vicenda delle cosiddette Bestie di Satana e se possibile l‟ancora più drammatica ed interminabile cronaca giudiziaria del Mostro di Firenze 12 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 che sta angosciando con i suoi inquietanti risvolti l‟opinione pubblica del nostro paese da molti decenni: anche in questo caso, se le ipotesi investigative degli inquirenti saranno verificate e comprovate al di là di ogni ragionevole dubbio ci si troverebbe di fronte ad una sconcertante serie di omicidi rituali a sfondo satanico. Queste organizzazioni, infatti, possono attirare o essere addirittura fondate da personalità connotate da pericolose caratteristiche antisociali che possono palesarsi nell‟ambito di un gruppo che le cova e le fomenta ed è noto quanto le dinamiche di gruppi con queste caratteristiche possano agevolare la formazione di comportamenti violenti e distruttivi che poi sopprimono in sé la volontà individuale che viene annullata dalla volontà del gruppo soprattutto se, appunto, guidato da un leader carismatico profondamente disturbato. È nota a tutti la vicenda di Charles Manson e della sua cosiddetta Famiglia. A differenza di altri gruppi settari, al culto satanista, come scrive Francesco Barresi7, gli affiliati si accostano per convinzione personale e non tanto a causa di fattori persuasivi esterni, tranne, i casi in cui sono coinvolti minori o persone affette da patologie psichiche tali da offuscare la loro capacità di intendere e di volere o da profili di personalità tali da renderli particolarmente suggestionabili e manipolabili. L‟autore, sociologo e criminologo appartenente alla Polizia di Stato, scrive che un altro aspetto fondamentale che caratterizza il satanismo è la segretezza, aspetto questo che rende particolarmente difficoltose e indagini delle Forze dell‟Ordine e anche la ricerca sul fenomeno. A tal proposito sottolinea che è necessario adottare delle adeguate metodologie investigative, sia dal punto di vista preventivo che repressivo, ed è fondamentale prestare particolare attenzione alla presenza di segni e simboli esoterici sulla scena di eventuali crimini per poter eventualmente indirizzare le indagini verso una pista satanica8. Inoltre vorrei a questo punto segnalare la suddivisione che propone lo stesso Barresi delle varie forme in cui si può manifestare il fenomeno satanico basata sulla modalità comportamentalemotivazionale del satanista: satanismo religioso: culto satanico in cui l‟adepto si dimostra realmente devoto alla divinità infernale e in questa crede realmente; 7 Barresi F., “Aspetti criminologici ed investigativi del satanismo criminale”, in STRANO M., Manuale di Criminologia Clinica, SEE, Firenze, 2003, p. 472. 8 Ibidem. 13 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 satanismo ludico: culto satanico a cui l‟adepto si accosta più per gioco che per convinzione fideistica; satanismo sessuale: culto satanico a cui il soggetto si rivolge per estrinsecare le sue pulsioni sessuali; satanismo acido: satanismo di tipo adolescenziale a cui l‟adepto si avvicina per consumare droghe di vario genere, fra le quali rientrano anche gli abusi di alcol; satanismo schizofrenico: culto satanico a cui l‟adepto si rivolge spinto da gravi psicopatologie.9 La letteratura psicologica fornisce, come abbiamo visto, a individui senza scrupoli, ottimi strumenti da utilizzare per manipolare ai loro scopi altri individui più vulnerabili e suggestionabili: soprattutto le tecniche ipnotiche e tutto ciò che concerne le dinamiche e le tecniche di persuasione e condizionamento sopra citate che, se utilizzate con finalità genuinamente terapeutiche, possono ottenere risultati positivi per la salute e la crescita psicologica delle persone, nelle mani sbagliate, invece, possono diventare strumenti veramente pericolosi. Lo stesso autore10 delinea le ragioni che spingono un individuo ad avvicinarsi a un gruppo di sette religiose criminali suddividendole in variabili sociali e psicologiche. Le variabili sociali segnalate sono: processo di secolarizzazione della Chiesa cattolica e conseguente apertura di spazio di culto per movimenti religiosi alternativi; diffusione di ideologie ecologiste e antitecnologiche nel tessuto sociale e pronta acquisizione di tali connotazioni ideali da parte di sette di varia estrazione, soprattutto di matrice new age; progressivo slittamento culturale dal collettivismo all‟individualismo, dovuto alla crisi delle grandi ideologie di matrice socialista, con conseguente maggiore richiesta di culti e pacchetti valoriali riferiti alla sfera intima, emotiva e psicologica dell‟individuo; disagio generalizzato dovuto all‟impatto aggressivo del progresso, talvolta di difficile inserimento nella sfera antropologica degli individui, con conseguente nascita di simpatia nei confronti di poteri magici e segrete conoscenze che permettano di governare la sovrastimolazione, la frenesia sociale e la generica incertezza per il futuro; diffusa 9 Ibidem. Strano M., “Criminologia, sette sataniche e controllo della mente”, in M. STRANO, Manuale di Criminologia Clinica, SEE, Firenze, 2003, p. 455. 10 14 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 ricerca di esclusività in antagonismo schizofrenico alla ricerca di standardizzazione e conformità. Le variabili psicologiche: antagonismo alla frustrazione di inadeguatezza sociale attraverso l‟appartenenza ad un gruppo (la setta) che volutamente ingenera negli adepti la convinzione di essere viceversa importanti, naturalmente solo all‟interno della setta stessa; carisma dei capi e complementare richiesta di potere carismatico da parte di soggetti insicuri; riduzione dell‟ansia (es. della morte) attraverso il convincimento acquisito di esistenze ultraterrene, immortalità, ecc.; aumento dell‟autostima a seguito dell‟apprendimento di poteri magici che consentono una rinnovata capacità di determinare eventi e controllare l‟ambiente esterno; riduzione dell‟angoscia in situazioni di grande dolore psicologico (seguente ad esempio ad un lutto familiare), soddisfazione di bisogni di dipendenza e sottomissione da parte di soggetti con particolari profili di personalità; opportunità di relazioni interpersonali (anche sessuali) per soggetti con particolari difficoltà relazionali; solitudine e disgregazione familiare; particolare sensibilità alle tecniche di suggestione e di condizionamento operante (rinforzo sistematico di comportamenti utili da parte del leader carismatico). Venendo ora ad affrontare nello specifico gli aspetti criminologici delle sette è necessario sottolineare che la motivazione alla base della fondazione di molti gruppi pseudoreligiosi non è per niente religiosa quanto invece basata su interessi ben più materiali e utilitaristici. Il controllo mentale distruttivo abbiamo detto che nuoce all‟integrità e alla libertà individuale. “Quando ero nel culto di Moon i miei amici e familiari mi dicevano spesso che ero stato „plagiato‟, o che mi trovavo sotto „controllo mentale‟. All‟epoca pensavo che “controllo mentale” significasse essere ammanettato, torturato e interrogato sotto luci violente, e sapevo che a me non era accaduto. Così quando mi chiamavano „robot plagiato‟ pensavo che mi stessero semplicemente perseguitando per le mie convinzioni e credenze. E i loro commenti negativi finivano per rafforzare la mia dedizione al gruppo. Come qualsiasi altro membro di un gruppo distruttivo, prima di riuscire a capire che vi ero stato sottoposto avevo bisogno di capire che cos‟è davvero il controllo mentale e come viene usato. Nel 15 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 corso della mia deprogrammazione,11 il libro del 1961 di Robert Jay Lifton, “Thought Reform and the Psychology of Totalism” mi fornì il primo sistema di riferimento per comprendere il controllo mentale.” Nel capitolo 22 del suo libro Lifton identifica otto criteri che contraddistinguono l‟uso della „riforma del pensiero‟ o controllo mentale: controllo di milieu, manipolazione mistica, richiesta di purezza, culto della confessione, scienza sacra, linguaggio caricato, dottrina contro persona e dispensazione dell‟esistenza. Lifton scrive che mentre molti gruppi mostrano alcuni di questi punti, il gruppo che mostri tutti e otto questi criteri sta usando controllo mentale distruttivo. Esaminiamo brevemente gli otto criteri di Lifton12. Controllo del milieu: controllo dell‟ambiente e della comunicazione all‟interno dell‟ambiente. Comprende non solo la comunicazione tra le persone, ma anche come il gruppo si inserisce nella mente dell‟individuo e controlla il suo dialogo interno. Manipolazione mistica: costruzione artificiosa di esperienze per inscenare eventi apparentemente spontanei e “sovrannaturali”. Tutti manipolano tutti per uno scopo più elevato. Richiesta di purezza: stabilire standard di prestazioni impossibili da raggiungere, creando perciò un ambiente di colpa e vergogna. Indipendentemente da quanto duramente una persona ci provi, non vi giunge mai, sta male e lavora ancora più sodo. Culto della confessione: distruzione dei confini personali e attendersi che ogni pensiero, sentimento o azione – passati o presenti – non conformi alle regole del gruppo vengano condivisi o confessati. Queste informazioni non vengono dimenticate o perdonate, ma usate piuttosto per controllare. Scienza sacra: la convinzione che il dogma del gruppo sia assolutamente scientifico e moralmente vero, senza spazio per domande o punti di vista alternativi. 11 12 www.psicologi-italia.it/psicologia/psicologia-investigativa/861/manipolazione-mentale.html Hassan S., “Come uscire da una setta”, Roma, Avverbi ed., 1999. 16 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 Linguaggio caricato: uso di un vocabolario che limita i pensieri del membro verso un assoluto, un bianco – e nero, verso “cliché blocca pensiero” capiti unicamente dagli interni. Dottrina contro persona: imposizione delle credenze del gruppo su esperienza, coscienza e integrità individuali. Dispensazione dell‟esistenza convinzione che i membri del gruppo abbiano diritto di esistere mentre tutti gli ex membri, i critici o i dissidenti non l‟abbiano. Gli studi di Psicologia Sociale, inoltre, sono fondamentali per comprendere come i culti utilizzano i processi di influenza sociale, ad esempio la pressione da parte del gruppo e l‟obbedienza all‟autorità, per controllare i propri membri. Nell‟ambito della Psicologia Sociale un nome d‟eccellenza è sicuramente quello di Kurt Lewin: la sua teoria del campo, i suoi studi sulla coesione, sui processi decisionali nei gruppi, sulle differenze tra autoritarismo e democrazia, sulle tecniche di modificazione dell‟atteggiamento e sulla risoluzione dei conflitti sono fondamentali per approcciarsi al tema del controllo mentale settario e hanno influenzato la formazione di Steven Hassan così come gli studi del Dott. Philip Zimbardo sul potere dei processi di influenza sociale che condusse un esperimento, diventato famoso, sulla psicologia sociale dell‟imprigionamento, nel quale, riproducendo con estrema cura e verosimiglianza l‟esperienza della prigionia riuscì a dimostrare quanto l‟identità della persona dipenda dal ruolo che sta recitando, dal modo in cui gli altri la trattano, da quale uniforme o abbigliamento indossi. Hassan scrive che Zimbardo gli ha insegnato la più importante regola della psicologia sociale, cioè “l‟errore fondamentale di attribuzione”. Soprattutto nelle culture come quella statunitense dove viene ampiamente valorizzata l‟individualità, le persone in genere presumono di agire sempre in base alla propria idea piuttosto che in base all‟influenza esercitata da forze esterne. Invece la psicologia sociale ha dimostrato che tutti siamo profondamente influenzati dal nostro ambiente e che è naturale per l‟essere umano adattarsi a ciò che viene percepito come un comportamento corretto. Secondo Hassan il controllo mentale non è un processo ambiguo, mistico, bensì è 17 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 un concetto riferibile a una specifica serie di metodi e tecniche come l‟ipnosi o il blocco del pensiero che influenzano il modo in cui una persona pensa, sente ed agisce. In sé non è buono né cattivo: a determinare la sua qualità in un senso o nell‟altro è l‟utilizzo che se ne fa e le finalità che si prefigge. Diventa distruttivo, infatti, quando viene utilizzato per minare la capacità di pensare e di agire autonomamente. Scrive l‟autore: “Il controllo mentale, come viene utilizzato dalla maggior parte dei culti distruttivi, non cerca di fare altro che intralciare l‟identità vera dell‟individuo – comportamento, pensieri, emozioni – e ricostruirla ad immagine del leader. Lo si fa controllando rigidamente la vita fisica, intellettuale, emotiva e spirituale del membro. Unicità e creatività della persona vengono soppresse. Il controllo mentale settario è un processo sociale che incoraggia obbedienza, dipendenza e conformità. Scoraggia autonomia e individualità immergendo i principianti in un ambiente che reprime la libera scelta. I dogmi del gruppo diventano l‟unica preoccupazione della persona. Qualsiasi cosa o chiunque non rientri in questa realtà rimodellata diventa irrilevante.” In questo suo lavoro Hassan cita un‟altra autorevole studiosa del fenomeno settario, Margareth Singer, che negli anni ‟50 studiò gli effetti della riforma del pensiero sui prigionieri di guerra coreani. Le sei condizioni che la Singer ritiene indispensabili perché si possa parlare di riforma del pensiero sono: acquisire il controllo sul tempo personale individuale, in particolare sul tempo dedicato alla riflessione e all‟ambiente fisico; creare senso di impotenza, paura e dipendenza, fornendo contemporaneamente modelli che dimostrino il nuovo comportamento che la leadership vuole produrre; manipolazione di premi, punizioni ed esperienze al fine di sopprimere precedenti comportamenti e atteggiamenti sociali, compreso l‟utilizzo di stati alterati di coscienza per manipolare l‟esperienza; manipolazione di premi, punizioni ed esperienze per provocare comportamenti e atteggiamenti voluti dalla leadership; creazione di un sistema fortemente controllato, con un sistema logico molto ristretto in cui chi dissente viene fatto sentire come se i suoi interrogativi indicassero che esiste qualcosa di intrinsecamente sbagliato in lui; mantenere i membri inconsapevoli e non informati sul fatto che esiste un‟agenda tesa a controllarli e modificarli. La leadership non potrebbe portare avanti un programma di riforma del pensiero se il membro fosse al pieno delle sue capacità e avesse dato 18 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 il suo consenso informato. Per Steven Hassan13, lavaggio del cervello (“brainwashing” in inglese) e controllo mentale non sono sovrapponibili: “il termine lavaggio del cervello viene spesso associato a comportamenti apertamente coercitivi, esemplificati dall‟immagine di un prigioniero nelle mani di carcerieri che abusano di lui. All‟inizio del processo di “lavaggio del cervello” il soggetto considera gli “agenti di influenza” come “nemici”, e viene costretto ad obbedire. Nel caso del controllo mentale gli “agenti di influenza” vengono visti come amici o mentori, il che porta all‟abbassamento delle difese rendendo le persone più vulnerabili alla manipolazione. La chiave del successo del controllo mentale risiede nella sua sottigliezza, astuzia, nel modo in cui promuove la “illusione di controllo”. L‟individuo crede di “prendere decisioni autonome” quando in realtà è stato socialmente influenzato a disinserire la mente critica e la capacità di prendere decisioni indipendenti. Quando l‟individuo fa un passo indietro e valuta oggettivamente la grande quantità di influenza sociale esercitata per portarlo alla resa, il grado di manipolazione diventa molto evidente.” Un altro studioso che ha contribuito alla comprensione dei processi di controllo mentale è lo psicologo Leon Festinger con la sua teoria della dissonanza cognitiva il cui principio base è il seguente: “Se cambiate il comportamento di una persona, i suoi pensieri e sentimenti cambieranno per minimizzare la dissonanza.”14 Hassan riprende nel suo lavoro questa teoria e spiega che per Festinger “la „dissonanza‟ è la tensione psicologica che si crea quando il comportamento entra in conflitto con le convinzioni. Così come la fame, questa tensione è uno stato di disagio che porta a prendere misure tese a ridurla. Si preferisce avere comportamento, pensieri ed emozioni reciprocamente coerenti, e si possono tollerare solo piccole discrepanze tra queste tre componenti della nostra identità. La ricerca psicologica ha dimostrato che se una qualsiasi di queste tre componenti cambia, le altre due si modificheranno per ridurre la dissonanza cognitiva.” Quindi il controllo del comportamento, il controllo dei pensieri e il controllo delle emozioni sono gli strumenti che le sette distruttive utilizzano per manipolare mentalmente i loro adepti. A queste tre componenti Hassan aggiunge il controllo delle informazioni 13 14 Hassan S., Mentalmente Liberi – Come uscire da una setta, Roma, Avverbi, 1999. Von Foerster H., "Costruire una realtà", in Aa. Vv., La realtà inventata, Feltrinelli, Milano 1994, p. 38. 19 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 finalizzato a limitare le capacità di pensiero indipendente dell‟individuo. Riporto di seguito e integralmente gli schemi esemplificativi con cui Hassan illustra le modalità di controllo del comportamento, controllo dell‟informazione, controllo del pensiero e controllo delle emozioni utilizzate dai culti distruttivi: Il controllo del comportamento: 1. Regolazione della realtà fisica dell‟individuo: a. dove, come e chi il membro vive o frequenta, b. che tipo di abbigliamento, colori, acconciatura indossa, c. che cibo mangia, beve, adotta e rifiuta, d. quanto tempo per dormire riesce ad avere, e. dipendenza finanziaria, f. poco o inesistente tempo libero per i piaceri, il divertimento. 2. Dedicare molto del proprio tempo a sedute di indottrinamento e rituali del gruppo 3. Deve chiedere l‟autorizzazione per decisioni importanti 4. Deve riferire ai superiori pensieri, sentimenti e attività 5. Premi e punizioni (tecniche di modificazione comportamentale – positivo e negativo) 6. Individualismo scoraggiato: prevale il pensiero di gruppo 7. Regole e regolamento rigidi. Il controllo delle informazioni: 1. Uso dell‟inganno: a. trattenere deliberatamente informazioni, b. distorcere le informazioni per renderle più accettabili, c. palesi menzogne. 2. Scoraggiare o minimizzare fonti informative esterne al gruppo: a. libri, articoli, giornali, riviste, TV, radio, b. informazioni critiche, c. ex membri, d. mantenere i membri così occupati da non avere il tempo per pensare o per controllare personalmente. 3. Compartimentazione dell‟informazione: dottrine per esterni, dottrine per interni a. l‟informazione non è liberamente accessibile b. l‟informazione varia a missioni e livelli diversi in un ambito piramidale. 4. Incoraggiare lo spiarsi a vicenda: a. appaiamento con un sistema di “amici” per osservare e controllare, b. riferire alla leadership pensieri, sentimenti e azioni devianti, c. comportamento individuale osservato dall‟intero gruppo, d. la leadership decide chi “ha bisogno di sapere” cosa e quando. 5. Uso estensivo di informazioni e propaganda auto – generate: a. bollettini, riviste, pubblicazioni, audiocassette, videocassette ed altri mezzi, b. citazioni erronee, affermazioni di fonti esterne presentate fuori contesto. 6. Uso immorale della confessione: a. “peccati” usati per abolire i confini dell‟identità, b. il passato usato per manipolare 20 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 e controllare; nessun perdono o assoluzione. 7. Bisogno di obbedienza e dipendenza. Il controllo del Pensiero: 1. Si deve interiorizzare la dottrina del gruppo come “Verità”: a. adottare la mappa della realtà del gruppo come “Realtà” (mappa = realtà), b. pensiero in bianco – e – nero, c. bene contro male, d. noi contro loro (interni contro esterni). 2. Utilizzo di un linguaggio caricato (ad esempio, “cliché blocca – pensiero”). Le parole sono gli strumenti che usiamo per pensare. Questo “linguaggio” speciale limita invece che espandere la comprensione e può addirittura bloccare il pensiero in generale. Serve a ridurre la complessità dell‟esperienza in poche parole banali e piatte. 3. Vengono incoraggiati soltanto pensieri “buoni” e “appropriati”. 4. Utilizzo di tecniche ipnotiche per indurre stati mentali alterati. 5. Manipolazione dei ricordi, si inculcano falsi ricordi. 6. Uso di tecniche blocca – pensiero per impedire il “test della realtà” bloccando i pensieri “negativi”, e permettendo soltanto pensieri “positivi”: a. negazione, razionalizzazione, giustificazione, illusione (pii desideri), b. litanie, c. preghiere, d. parlare in gergo, e. cantare o mormorare. 7. Rifiuto dell‟analisi razionale, del pensiero critico, della critica costruttiva. Nessuna domanda critica su Leader, dottrina o politica sembra essere legittima. 8. Nessun sistema di credenze alternativo è considerato legittimo, buono o utile. Il controllo emotivo: 1. Manipolare e restringere la portata dei sentimenti personali 2. Fare in modo che la persona pensi che se esistono problemi è sempre colpa sua, mai del leader o del gruppo 3. Uso eccessivo del senso di colpa: a. colpa per l‟identità I. chi sei (non stai vivendo secondo il tuo potenziale), II. il vostro passato, III. le persone che frequentate, IV. i vostri pensieri, sentimenti, azioni; b. colpa sociale; c. colpa storica. 4. Uso eccessivo della parola passivo: a. paura di pensare in modo indipendente, b. paura del mondo esterno, c. paura dei nemici, d. paura di perdere la propria salvezza, e. paura di lasciare il gruppo o di essere cacciato dal gruppo, f. paura della disapprovazione. 5. Picchi emotivi eccessivi verso l‟alto o il basso. 6. Rituali e frequenti confessioni pubbliche dei “peccati”. 7.Indottrinamento alla fobia: inculcare paure irrazionali sull‟uscita dal gruppo, o addirittura sulla 21 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 critica all‟autorità del leader. La persona soggetta a controllo mentale non riesce a visualizzare un futuro positivo e soddisfacente fuori dal gruppo: a. nessuna felicità o appagamento fuori dal gruppo, b. se ve ne andate subirete conseguenze terribili: suicidio, pazzia, 10.000 reincarnazioni, ecc., c. evitare chi se n‟è andato; paura di essere rifiutato da amici, pari, famiglia, d. non esiste mai una ragione legittima per andarsene. Secondo il punto di vista del gruppo chi se ne va è “debole”, “indisciplinato”, “non spirituale”, “terreno”, “plagiato da famiglia o assistenti” o “sedotto da denaro, sesso, rock and roll”. Creazione dell‟identità settaria: il controllo del comportamento, dell‟informazione, del pensiero e delle emozioni, scrive Hassan15, hanno ciascuno in sé il potenziale per alterare in modo significativo l‟identità della persona ma quando queste quattro forme di controllo vengono utilizzate insieme l‟effetto è molto più estremo. Le sette, continua Hassan16, manipolano in modo consistente gli elementi che formano l‟identità individuale e il controllo mentale settario dissocia la persona dalla sua identità autentica, e rende la sua nuova identità settaria dipendente dal gruppo. Dal punto di vista della salute mentale, il controllo mentale settario scompone gli elementi della psiche individuale in un‟altra personalità distinta e l‟adepto arriva a mostrare la sintomatologia classico di un “disordine dissociativo” come definito nel DSM IV e il suo comportamento può anche far pensare ad un disordine da personalità-dipendente. È per questo che le famiglie dell‟adepto e i suoi amici rimangono colpiti e preoccupati dal cambiamento radicale della personalità del loro caro tanto da stentare a riconoscerlo: per diventare un buon adepto è stato indottrinato a manipolare e sopprimere il vecchio sé. Per facilitare questo processo gli è stato affidato un nome nuovo, abbigliamento nuovo, nuova acconciatura, un nuovo modo di parlare, una nuova “famiglia”, nuovi “amici”, nuovi pensieri, nuove emozioni e una nuova relazione con Dio. L‟adepto, spiega Hassan17, perde così completamente qualsiasi punto di contatto con la sua realtà familiare e sociale e comincia ad operare con i criteri della nuova 15 Hassan S., Mentalmente Liberi, Roma, Avverbi 1999. Hassan S., Releasing the Bonds, Freedom of Mind Press, Somerville, MA. 17 Ibidem. 16 22 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 identità settaria con cui sarà difficile entrare in contatto con gli usuali punti di vista validi per la maggior parte delle persone perché l‟uso di tecniche di controllo mentale distruttivo lede la possibilità di qualunque condivisione con chi non appartiene all‟universo circoscritto della setta. Per entrare ancora più nello specifico della creazione dell‟identità settaria Hassan ci fa sapere che il metodo più comune per modellare l‟identità settaria è accoppiare un nuovo membro con uno anziano. Il nuovo membro, definito “bambino spirituale”, viene istruito a imitare in tutto e per tutto il “genitore spirituale” fino ad arrivare ad imitarlo anche nella voce. La finalità di questa manipolazione, ci spiega Hassan, è quella di creare tanti cloni del leader. In pratica, possiamo dire che l‟adepto sottoposto a manipolazione mentale cade in un profondo stato regressivo ed inizia ad attivare, come il bambino piccolo con i genitori dai quali è in tutto e per tutto dipendente, meccanismi imitativi che lo portano a voler pensare come il leader, ad agire come lui, a sentire come lui, a parlare come lui, a camminare come lui. Steven Hassan nella sua analisi dei processi di manipolazione mentale riprende il lavoro di Edgan Schein “Coercive Persuasion”. Tutti e due, comunque, si rifanno al modello di riforma del pensiero di Kurt Lewin che descrive il processo di controllo mentale suddividendolo in tre fasi: Scongelamento: il processo di scomposizione della persona. Cambiamento: il processo di indottrinamento. Ricongelamento: il processo di consolidamento della nuova identità. Steven Hassan adatta ed espande questo modello. L‟autore da una descrizione schematica dei tre stadi dell‟acquisizione del controllo della mente: 1.Scongelamento a. disorientamento/confusione b. privazione sensoriale e/o sovraccarico sensoriale c. manipolazione fisiologica I. privazione del sonno II. privazione della privacy III. cambiamento di dieta d. ipnosi I. regressione II. visualizzazioni III. raccontare leggende e metafore IV. doppi sensi linguistici, uso della suggestione V. meditazione, litanie, preghiere, canti e. portare la persona a criticare la propria identità f. ridefinizione del passato individuale (inculcare falsi ricordi, dimenticare i ricordi positivi del passato) 2. Cambiamento. a. creazione ed imposizione graduale di una nuova “identità” I. formalmente con sedute di 23 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 indottrinamento II. informalmente da membri, nastri, libri, ecc. b. uso di tecniche di modificazione comportamentale I. premi e punizioni II. uso di tecniche blocca – pensiero III. controllo dell‟ambiente c. manipolazione mistica d. uso di tecniche ipnotiche o che alterano la mente in altro modo I. ripetizione, monotonia, ritmo II. uso eccessivo di salmodie, litanie, preghiere, ordini visualizzazioni uso di confessioni e testimonianze, studi individuali, attività di gruppo. 3 Ricongelamento a. consolidamento della nuova identità, abbandono della vecchia I. separazione dal passato; diminuzione o eliminazione dei contatti con famiglia e amici II. rinuncia a beni importanti e donazione del patrimonio III. inizio di attività della setta: reclutamento, raccolta fondi, trasferimento e convivenza con altri membri. b. nuovo nome, nuovo abbigliamento, nuova acconciatura, nuovo linguaggio, nuova “famiglia” c. appaiamento con nuovi modelli guida, sistema del compagno d. l‟indottrinamento continua: seminari, corsi, ritiri Nella fase dello scongelamento, quindi, la propria identità inizia a sciogliersi, a liquefarsi. Questo accade nella fase del reclutamento. Durante il cosiddetto indottrinamento inizia ad avvenire il cambiamento che poi porta al ricongelamento nella nuova identità settaria. Aiutare una persona che è stata manipolata mentalmente significa quindi dover sciogliere il falso sé strutturatosi attraverso la manipolazione e lavorare attraverso un viaggio nella memoria alla riscoperta del sé più autentico che nessun culto distruttivo, per quanto potente, può cancellare del tutto18. NOTE BIBLIOGRAFICHE. (1) Francesco Barresi, “Aspetti Criminologici ed Investigativi del Satanismo Criminale”, in “Manuale di Criminologia Clinica” a cura di Marco Strano, Firenze, SEE, 2003, 472 (2) Op. cit., 472 (3) Op. cit., 472 (4) Marco Strano, “Criminologia, Sette Sataniche e Controllo della Mente”, in “Manuale di Criminologia Clinica” a cura di Marco Strano, Firenze, SEE, 2003, 455 (5) Op. cit., 455 – 456 (7) Op. cit., 457 (8) Op. cit., 458 (9) Op. cit., 458 (10) Steven Hassan, “Mentalmente Liberi – Come uscire da una setta”, Roma, Avverbi Ed., 1999, 173 (11) Op. cit., 173 – 174 (12) Op. cit. 175 (13) Steven Hassan, “Che cos‟è il Controllo Mentale Distruttivo?”, tratto dal volume “Releasing the Bonds”, 18 Hassan S., Releasing the Bonds, Freedom of Mind Press, Somerville, MA. 24 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 Freedom of Mind Press; Marco Strano, “Manuale di Criminologia Clinica”, Firenze, SEE, 2003 Steven Hassan, “Mentalmente Liberi – Come uscire da una setta”, Roma, Avverbi, 1999, Adolf Guggenbuhl-Craig, “Al di sopra del malato e della malattia”, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1987 Angelo Zappalà, “Delitti rituali”, Torino, Centro Scientifico Editore, 2004 Carlo Serra, “Proposte di Criminologia Applicata”, 2000, Milano, Giuffrè Editore, 2000, Chiara Bini, Patrizia Santovecchi, “Figli di un Dio Tiranno”, Roma, Avverbi, 2002 Ed. Sander, Francesco Barresi, “Sette religiose criminali – Dal Satanismo Criminale ai Culti distruttivi”, Roma, EdUP, 2000; Massimo Introvigne, “Il lavaggio del Cervello: realtà o mito?”, Torino, Editrice Elledici, 2002, Heinz von Foerster, "Costruire una realtà", in Aa. Vv., “La realtà inventata”, Feltrinelli, Milano 1994, p. 38. 25 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 4. Aspetti criminologici di una setta Sempre Marco Strano19 elenca la seguente lista di „interessi‟ che in alcuni casi possono sconfinare nell‟illegalità: acquisizione di ricchezze attraverso le quote di adesione degli adepti o, in alcuni casi, attraverso l‟espoliazione dell‟intero patrimonio degli adepti; acquisizione di ricchezze attraverso la vendita agli adepti di materiale bibliografico e rituale e l‟organizzazione di corsi e seminari; soddisfazione di desideri sessuali e perversioni; acquisizione di vantaggi provenienti dalle singole attività professionali degli adepti; acquisizione di informazioni sensibili in campo industriale, finanziario-mobiliare e politico-istituzionale da parte degli adepti che ricoprono incarichi professionali e istituzionali elevati. Tali informazioni possono essere in seguito utilizzate dalla setta per speculazioni, ricatti, ecc. L‟autore continua affermando che, soprattutto nei culti distruttivi, sono configurabili due categorie di crimini: i crimini commessi ai danni degli adepti e i crimini commessi dagli adepti ai danni di altri adepti o di persone esterne alla setta sotto l‟influenza di condizionamenti da parte del gruppo a cui appartengono. Per quanto riguarda i crimini commessi dai leader ai danni degli adepti che li subiscono con diversi gradi di consapevolezza elenca questa serie di reati: 1) truffe e frodi, 2) minacce, 3) estorsioni, 4) sequestri di persona di durata variabile, 5) sfruttamento del lavoro e della prostituzione, 6) lesioni procurate nel corso di rituali, 7) violenze fisiche di vario tipo, 8) spaccio di stupefacenti, 9) pedofilia, 10) abusi sessuali, 11) induzione al suicidio, 12) omicidi. Per quanto riguarda invece i crimini commessi dagli adepti ai danni di altri adepti o di persone esterne alla setta, commessi in un generico quadro di alterazione della coscienza, l‟autore20 segnala i seguenti reati: 1) reati familiari (es. mancato 19 20 Strano M., “Manuale di criminologia clinica”, SEE, Firenze, 2003. Ibidem. 26 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 sostentamento, abbandono, ecc.), 2) violenze e lesioni ad altri adepti nel corso di rituali, 3) detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, 4) abusi sessuali e pedofilia, 5) profanazione di cimiteri, 6) maltrattamento di animali, 7) furti (es. ostie e altri oggetti nelle chiese), 8) concorso in truffe e frodi, 9) furto di informazioni, 10) danneggiamenti (chiese e altri locali). C‟è da aggiungere inoltre che ogni setta presenta dei reati ricorrenti: 1) sette transnazionali: truffe, spoliazione economica degli adepti, acquisizione di informazioni, ecc.; 2) sette sataniche: violenza sessuale, pedofilia, lesioni, detenzione e spaccio di stupefacenti, maltrattamento di animali, azioni contro il buon gusto (sanzionate penalmente), profanazione di cimiteri, minacce, ecc.; 3) psico-sette: esercizio abusivo della professione di medico/psicologo, truffe. 27 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 5. Le sette in Europa e in Italia Il 22 Giugno del 1999 il Consiglio d‟Europa ha adottato all'unanimità una relazione in materia di sette del Comitato per gli Affari Legali e i Diritti Umani. Nel documento, si mette in evidenza che sarebbe necessario riflettere sulle conseguenze legali della manipolazione mentale e che uno sforzo particolare dovrebbe essere fatto nei paesi dell'Europa in cui non esistono ancora centri di informazione o associazioni per le vittime di gruppi di natura religiosa, esoterica o spirituale. In questi paesi l'informazione e l‟educazione sono ancora più urgentemente necessari. Nel 1998, il Rapporto sulle sette redatto dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno ha elencato 137 gruppi settari operanti in Italia, di cui 76 religiosi, con circa 78.500 membri, e 61 magici, con 4.600 circa membri. I gruppi considerati più preoccupanti sono le cosiddette psicosette: 15 in Italia, con 8.500 aderenti. Molti hanno sottovalutato le sette, considerandolo un fenomeno occasionale. I fatti di cronaca che hanno interessato l'Italia dimostrano che, evidentemente, così non è. La psico-tecnologia della riforma del pensiero non è destinata a sparire, e tanto meno è innocua come i difensori delle sette vorrebbero far credere. In Italia le sette attive e operative sono tante e, sebbene differenti tra di loro per quella che possiamo chiamare “professione di fede”, non si distinguono tra loro per alcuni aspetti peculiari che risultano essere, dunque, comuni a tutte le organizzazioni settarie. Per psico-sette o “movimenti di sviluppo del potenziale umano” si intendono quei movimenti, dai più diffusi ai meno noti ma radicati in ambito locale sotto le sigle più diverse, che mirano essenzialmente a sviluppare o potenziare le capacità psicorelazionali avendo come target di riferimento sia individui , ai quali viene promesso generalmente un miglioramento affettivo, professionale e relazionale, sia aziende, alle quali vengono proposti corsi di potenziamento del personale, in genere partendo dai dirigenti e quadri, fino ai corsi-base per gli operai. Eccone un elenco, 28 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 sulla base dello studio del ministero dell'Interno sulla religiosità alternativa nel nostro paese: Scientology: 41 sedi, oltre 7000 aderenti è la più grande e conosciuta, nasce in America e si sviluppa in tutto il mondo raccoglie e diffonde l'insieme delle credenze e pratiche ideate da L. Ron Hubbard nel 1954 basate sul precedente sistema di auto-aiuto denominato Dianetics. Life discovery principles: (Ldp) è una psico-setta a carattere spiritualistico, nata a Vicenza alla fine del 1981. Il fine dichiarato è il rilancio dei valori fondamentali della persona, con corsi di psicosessuologia, "memory" (tecniche mnemoniche per l'efficienza mentale). Silva mind control: l‟omonimo metodo nasce nel 1966 a Laredo (Texas) e si caratterizza come "tecnica del controllo mentale". Attraverso ipnosi e autoipnosi si accede a stati mentali caratterizzati da frequenze cerebrali diverse da quelle ordinarie di veglia, chiamate "onde beta". Sede a Torino. Fellowship of friends: Associazione Usa riconosciuta come religiosa, il cui fine è "la liberazione e la piena consapevolezza dell'essere". Per cooptare proseliti inserisce segnalibro all'interno delle opere scelte nelle librerie specializzate in testi metafisici di tutto il mondo. Secondo voci non verificate i dentisti della comunità inserirebbero nelle protesi narcotico a lento rilascio. Tutti gli adepti devono versare il 10% del reddito e donazioni speciali al fondatore Robert Burton, che afferma di essere in contatto con 44 angeli tra cui Gesù, Platone, Goethe e Lincoln. Sedi a Firenze, Roma, Venezia, Palermo. 50 aderenti. Centro "Evocris": è un'associazione religiosa che risiede in una lussuosa villa fuori Roma e prende il nome dalla santona che lo presiede. La dottrina propugnata dalla donna mirerebbe a raggiungere lo stato "Alfa" a collegarsi con la Mente Universale, per viaggiare "in astrale" con gli extraterrestri, di cui Carolina farebbe parte. Ma secondo fonti indirette alcuni adepti finiscono sottomessi a lavorare oltreoceano nelle proprietà terriere ove si organizzano pellegrinaggi. Sede a Bracciano (Roma). Oltre 500 aderenti. Associazione di "Ontopsicologia": il promotore è un pluripregiudicato, ex frate francescano, coniugato con una ex religiosa, anch'essa pluripregiudicata. 29 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 Dichiara agli adepti di aver fondato l‟“ontopsicologia”, una sorta di psicoterapia non riconosciuta dalla scienza ufficiale. Secondo alcune segnalazioni, nel sodalizio si attuano metodi per modificare il carattere e ottenere la devozione totale nei confronti del fondatore. Sedi: Roma, Scandriglia (Rieti), Perugia. Aderenti:500. Ergoniani: è un'associazione conosciuta anche con il nome di "Sapientia" fondata nel 1936 con lo scopo di preparare "superuomini e superdonne" seguendo l'ideologia dell'Ergos: Energia Radiante Governante Ogni Scienza. Il fondatore sostiene di aver creato un impianto capace di irradiare la bioenergia dei corpi (misurata in "Ergon"), costituito da una grande sonda con due apparati captatori che permettono di capire se una persona è "equilibrata". La sede mondiale (ed unica) degli ergoniani si trova in provincia di Viterbo in un casale ove sono stati allestiti studi televisivi, emittenti radio e laboratori per sperimentare i raggi cosmici. Sede a Sutri (Viterbo). La geografia delle religioni alternative in Italia, secondo il rapporto del Ministero dell'Interno è la seguente: tra le città italiane è proprio la sede del Papato quella che ospita il maggior numero di culti parareligiosi e magici, 36 in tutto, mentre il record regionale spetta alla Lombardia, 81 gruppi, tra 71 religiosi e 17 magici. I capoluoghi con minor presenza di “guru improvvisati” e dottrine esotiche risultano Campobasso (2), Potenza (1) e Matera (1). Tra le regioni, l‟Abruzzo (9 gruppi), il Molise (2) e la Basilicata (2). Il rapporto traccia una distinzione tra i nuovi movimenti religiosi e quelli magici: tra i primi vengono identificati alcuni "profetici" o cosiddetti di "risveglio" nell'ambito della confessione di appartenenza. Altri finiscono con non avere nulla a che fare con il cristianesimo come quelli messianici, i sincretisti, le "false chiese". Quelli magici rientrano nella vasta gamma dei movimenti esoterici ed occultistici, dove mancano precise categorie di riferimento. Per questo si va dai gruppi iniziatici agli ordini Rosacrociani, gruppi gnostici e di spiritismo oltre ai culti ufologici, satanisti e luciferini. Tra i movimenti religiosi, quelli di matrice cristiana sono il 40%. I cosiddetti gruppi di sviluppo potenziale (come Scientology) il 20%. Il resto 30 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 sono di tendenze orientaleggianti, di importazione (24%) o nati in Italia (16%). Tra i nuovi movimenti magici la parte del leone (45%) la fa il fenomeno New Age, frazionato in 38 gruppi, con oltre 4.600 aderenti (ma i dati sono incerti e in continua evoluzione). Gli esoterici e occultisti costituiscono il 30%, con 18 diversi gruppi. Marginali le organizzazioni di ufologi e spiritisti, mentre il 9% (circa 200 adepti) fa parte di sette sataniche. Sul satanismo lo studio del dipartimento della pubblica sicurezza fa delle distinzioni: c‟è quello razionalista, il luciferino e quello acido. In quest'ultimo il richiamo è un "mero pretesto per dare sfogo ad intime perversioni, attraverso esperienze drogastiche, orgiastiche o atti di violenza". È questo, sottolinea il rapporto, "il fenomeno più incontrollabile e pericoloso". Oltre a "Bambini di Satana", "Iod astrum aurum", "Luce degli inferi", "Chiesa nera luciferina" e "Setta del Laterano", il Viminale cita il gruppo denominato "Orgasmo nero", i cui responsabili "farebbero uso, durante i riti, di sangue umano e sostanze stupefacenti" e sottoporrebbero gli adepti a minacce psicologiche e fisiche di varia natura per condizionarne il comportamento.21 21 www.larepubblica.it 31 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 6. Satanismo Prendiamo ora in considerazione il satanismo in quanto a questo fa riferimento l'uomo della strada quando si parla di sette, poiché considerato il settarismo più spaventoso e pericoloso Si possono distinguere quattro correnti di satanismo, a ciascuna delle quali si ispirano poi i vari gruppi, anche se poi, nella pratica la distinzione non è mai così netta e spesso riti e motivazioni si mescolano: Satanismo razionalista: Satana è semplicemente il simbolo del Male, di una visione del mondo anticristiana, edonista e immorale. Satanismo occultista: accetta la visione del mondo descritta dalla Bibbia, la storia della Creazione, la cacciata dal Cielo degli Angeli ribelli poi divenuti demoni, però schierandosi "dall'altra parte", al servizio del diavolo. Satanismo acido: i riti si basano sull'uso di sostanze stupefacenti, orge e abusi psicologici e sessuali. Il culto del diavolo è semplicemente una scusa per eccessi e depravazioni. Luciferismo: è il satanismo di derivazione manicheo gnostica. Lucifero e satana sono oggetto di venerazione all'interno di cosmogonie che ne fanno un aspetto "buono", o comunque necessario, del sacro. In Italia, Torino, capoluogo piemontese, vanta la comunità di satanisti più attiva d'Italia, 40.000 seguaci secondo il responsabile di una delle sette cittadine, molti di meno secondo le indagini del professor Introvigne, che parla di non più di 5-600 adepti, divisi in due Chiese22. Le loro messe nere hanno un rituale meno macabro di quello di altri gruppi: niente orge o abusi sessuali, ma celebrazioni nel corso delle quali viene gridato l'odio a Dio, attraverso la profanazione del Crocifisso e l'uso di amuleti. Confraternita Luciferiana: con sede a Roma, questa setta guidata dall'occultista 22 Introvigne M., “I satanisti. Storia, riti e miti del satanismo”, SugarCo, Milano, 2010. 32 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 Efrem del Gatto segue il culto di Lucifero, ritenuto il "principe perfetto" di gran lunga superiore a Satana. Nei riti si eseguono flagellazioni liberatorie e durante le messe nere si tagliuzzano mani e braccia per offrire sangue al loro signore. Gli adepti sono circa 150. Cerchio satanico: una setta clandestina, ispirata al pensiero e alle azioni di Charles Manson, con sede a Bassano del Grappa. Figli di Satana: setta clandestina, attiva in Piemonte, e dedita soprattutto alla profanazione dei cimiteri di campagna. Ierudole di Ishtar: un misterioso gruppo satanista tutto femminile, di cui si è scoperta traccia a Pescara. Tempio di Set: è il più importante gruppo satanico americano, fondato nel 1975 da Michael Aquino. La filiale italiana si trova a Napoli, ed è stata accusata di aver organizzato una messa nera nei sotterranei dello Stadio San Paolo. Gli appuntamenti del calendario demoniaco: un calendario parallelo, con le sue feste, la sua liturgia e i suoi "santi". Gli adoratori di Satana hanno precisi appuntamenti, durante i quali le varie sette, nonostante le loro differenze, svolgono più o meno gli stessi riti. Ecco le principali scadenze: 31 ottobre: è il Capodanno di Satana, notte di Sabba e di inizio del nuovo anno. In questa occasione si svolgono molte cerimonie di propiziazione, poiché si ritiene che questa sia la notte in cui ogni richiesta verrà esaudita. 21 dicembre: prima notte di Tregenda, durante la quale i riti demoniaci si mescolano con quelli pagani precristiani. 2 febbraio: è la notte di Candelora, con un Sabba dedicato alla consacrazione delle candele e dei lumi che verranno utilizzati nei riti dei mesi successivi. Ma è anche la notte nella quale gli apprendisti stregoni hanno la loro cerimonia di iniziazione. 21 marzo: altra data importante, quella dell'equinozio di primavera, che si festeggia con la seconda notte di Tregenda. 30 aprile: segna l'inizio dell'estate esoterica, con il Sabba dedicato ai riti propiziatori all'accumulo di denaro e al successo. 24 giugno: terza notte di Tregenda, con riti di protezione per gli aderenti alla setta e lancio di anatemi e malefici contro i nemici. 33 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 31 luglio: si svolge uno dei Sabba più importanti, con il quale si respingono gli influssi malefici esterni. 29 settembre: quarta e ultima notte di Tregenda, in occasione dell'equinozio di autunno. È l'appuntamento più colto, quelle nel quale si inneggia alla conoscenza demoni.23 Diverse sono le ideologie “religiose” ed i credi che aleggiano tra gli appartenenti ad una setta satanica, per la maggior parte confuse, prive di un vero retroterra culturale o di una tradizione storica ed esprimono una fusione di credenze, miti, idee pseudoreligiose ed invenzioni new age. In alcuni casi non vi è nemmeno la credenza nel diavolo, per lo meno non come visto dalla normale tradizione cattolica. A volte è considerato come il simbolo di una libertà interiore, una libertà psicologica e di costume ed è proprio questo che sovente spinge verso comportamenti illegali. In altre occasioni, il diavolo è considerato come il portatore di qualche bene misterioso e di salvezza dell‟animo umano. Infine, ed è questo il significato più noto e ricercato, la sua adorazione rappresenta la forma più alta, più potente di trasgressione e di anticonformismo sia sociale sia psicologico. Adorare il diretto nemico di Dio, effettuare sacrifici in suo onore, agire nel suo nome, conferisce al satanista una sorta di privilegio, una sensazione di diversità e di onnipotenza. Queste sono le caratteristiche più comuni e superficiali che delineano il quadro degli appartenenti ad una setta satanica. L‟adepto cerca, appunto, sente la gratificazione di sentirsi privilegiato rispetto ai comuni mortali. Ma dietro la ricerca di tutto questo ci sono delle condizioni psicologiche ben precise, a volte solo di debolezza e di solitudine, a volte di vere e proprie psicopatologie. Non esiste un profilo unico dell'adepto satanico, esigenze di varia natura possono spingere ad entrare in un tipo di setta, anche se quelle sataniche sostengo e alimentano le esigenze più estreme. Il bisogno di appartenenza ad un gruppo è la motivazione più semplice. Purtroppo questo sviscerato bisogno di farsi accettare 23 Barresi F., “Sette religiose criminali” EDUP, 2006. 34 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 più spingere addirittura una personalità particolarmente debole a commettere qualche atto illecito. L‟effettuare qualcosa di estremo è un rituale di iniziazione tipico di qualche setta , se non lo si commette si è fuori se lo si commette si diventa ricattabili. Per un giovane a caccia di valori che lo rendano unico e riconosciuto nello stesso tempo, ad esempio un'adolescente, il commettere un atto estremo assume un‟importanza straordinaria, una prova per il gruppo e soprattutto per se stesso. Il bisogno di dipendenza e di protezione è un altro elemento che spinge ad aderire ad una setta satanica. L‟adepto è in continua ricerca di figure protettive forti e, tali ,considera gli adoratori del diavolo. Chi può garantire una protezione assoluta dal male se non, paradossalmente, chi lo professa? In questa occasione l‟individuo è incapace di vivere in modo autonomo, di prendere decisioni ed ha il continuo bisogno di una supervisione potente che solo questo tipo di gruppo è in grado di dargli. Un‟altra esigenza presente tra gli appartenenti ad una setta è quella di ricercare simboli significativi che possano dare colore alla propria vita. Si tratta di particolari individui che vivono una condizione di solitudine anche nell‟ambito della famiglia all‟interno della quale sono svalutati, non considerati e dalla quale non hanno avuto la possibilità di creare una immagine di sé forte. Questi cercano all‟esterno dei valori in grado di gratificarli, non ha importanza quale sia il contenuto di questi valori, l‟importante è aderirvi e più essi sono speciali più fanno presa. In questa particolare condizione psicologica un simbolo che nega i valori come il rispetto e la solidarietà, rappresentato dalla figura del diavolo, è fortemente accettato ed interiorizzato. Rifiutare i più naturali valori sociali rappresenta, in questo caso, il rifiuto dei valori della propria famiglia. La paura del diavolo rappresenta un ennesimo elemento che spinge paradossalmente ad adorarlo. Un‟educazione religiosa particolarmente rigida. 35 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 GLOSSARIO Abusi rituali: Uno degli elementi centrali dei riti satanici. Si tratta di abusi psicologici, fisici o sessuali commessi da due o più persone della setta (in genere il Gran sacerdote e il suo assistente), il cui scopo dichiarato è di creare intorno al Sabba un alone di malignità in grado di rendere più facile l'evocazione del demonio. Nella realtà però quasi tutte le sette sataniche ricorrono a una simulazione di questi abusi, senza spingersi fino in fondo. Apocalittico: Un culto che considera il mondo e la società come inguaribilmente "malati", e il cui scopo è sostanzialmente quello di preparare gli adepti ad una imminente fine del mondo. Culto: Almeno quattro gli usi comuni di questa parola, oltre a quello, più comune, di insieme delle liturgie e delle credenze di una Chiesa. 1) uso sociologico: un piccolo gruppo religioso che vive in uno stato di tensione con una religione predominante; 2) uso generale: un piccolo e recente gruppo religioso che non si pone come variante di una delle religioni tradizionale, spesso guidato da un unico leader carismatico; 3) uso evangelico: un gruppo religioso che non accetta Cristo come Dio e salvatore e rifiuta il concetto di Trinità; 4) uso popolare: un piccolo e "malvagio" gruppo religioso o pseudoreligioso, guidato da un leader carismatico che usate tecniche di controllo della mente e di lavaggio del cervello. Culti di controllo della mente: i gruppi religiosi che usano severe tecniche di dominazione e manipolazione per tenere i seguaci sotto rigido controllo. Questi culti sono spesso molto piccoli, lasciano poco spazio alla libertà individuale dei loro membri e hanno un leader nel quale si concentra tutto il potere. 36 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 Esoterismo: È la dottrina o l'insieme di dottrine segrete riservate solo agli iniziati, cioè a una cerchia ristretta di discepoli, in contrapposizione alla parte di dottrina invece accessibile a tutti. Esempi di esoterismo sono la Kabala ebraica e il Sufismo islamico. Magia: In senso stretto è la ricerca di poteri soprannaturali da parte di movimenti strutturati e gerarchizzati. Ai poteri magici si accede per iniziazione, in genere attraverso l'apprendistato e la trasmissione "ereditaria" da un maestro. Si distingue in bianca (benevola) e nera (malvagia). Millenarismo: Era la dottrina che profetizzava la fine del mondo per l'anno Mille dell'era cristiana. Passata la fatidica data senza che nulla accadesse, è diventata sinonimo del regno millenario che Cristo instaurerà per i suoi seguaci. Per molti dei movimenti spirituali attuali, come la New Age, il millenarismo annuncia l'imminente era dell'Acquario. Satanismo: Una religione basata sull'adorazione di Satana, che può essere inteso sia come unico Dio che come avversario del Dio cristiano. Le principali chiese di Satana sono tutte americane: Temple of Set, Church og Satanic Liberation, Churc of Satan. Contrariamente a quanto comunemente si crede non tutti i satanisti sono anti cristiani. Setta: Un piccolo gruppo religioso che si è recentemente separato dal corpo centrale di una delle religioni tradizionali. E' interessante osservare che la chiesa cristiana originale al momento della sua nascita, e per molti decenni, è stata di fatto considerata una setta del Giudaismo. 37 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 Spiritismo: È la "fede" di coloro che credono di poter stabilire grazie a poteri psichici, non soprannaturali ma semplicemente latenti, un ponte o un "passaggio" tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Ufologia: Come per lo spiritismo si tratta del tentativo di stabilire un ponte tra mondi altrimenti incomunicabili. In questo caso non tra i vivi e i morti, ma tra i terrestri e gli extraterrestri, che sceglierebbero alcuni illuminati dotati di poteri medianici per comunicare con gli esseri umani. 38 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 7. Libertà di religione e plagio Ad oggi è veramente molto difficile tutelare i soggetti che cadono nelle maglie di una setta e di loro famigliari. Esiste un limite sottile tra la libertà di religione ed il plagio. A proposito della libertà di religione la costituzione cita: Art. 19. Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume Art. 20. Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività. Quindi la libertà di espressione e di culto per la costituzione Italiana è un diritto fondamentale della persona. Il concetto di "plagio psicologico" esiste solo in Italia e deriva dall'articolo 603 del Codice Rocco che recitava: Chiunque sottopone una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione, è punito con la reclusione da cinque a quindici anni. L'articolo 603 del codice penale fu voluto da Alfredo Rocco, Ministro guardasigilli del governo Mussolini che ha inserito nel codice questa nuova fattispecie di reato, allora unica al mondo e senza precedenti in venti secoli di storia del diritto. Il ministro non aveva tenuto in alcun conto il voto contrario della Commissione Parlamentare competente, né le opinioni contrarie delle commissioni reali degli avvocati e procuratori che si erano pronunciati al riguardo. Inserire nel codice la norma che puniva il plagio era imperativo, come la reintroduzione della pena di morte. Era, allora come ora, una necessità ideologica introdurre una figura di reato che punisse chi convinceva altri con le proprie idee, magari di libertà. Come scrisse l‟avvocato Mellini (che ebbe gran parte del merito nell‟eliminazione di questo reato dal codice) in un articolo di qualche anno fa su questo stesso argomento, “viviamo 39 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 in un paese in cui antiche vicende di criminalizzazione di interi gruppi o categorie di persone sembra si riflettano in una prorompente fantasia nell‟invenzione di nuovi reati associativi, la voglia di reato plagio si manifesta e si propone in relazione alla esistenza di gruppi, categorie, fedi religiose, „sette‟”. Questo era vero nell‟Italia fascista di Alfredo Rocco ed è la base ideologica del “nuovo plagio”, ribattezzato “manipolazione mentale” che ripropongono oggi. Dichiarandone l‟illegittimità costituzionale, la Consulta, aveva ampiamente descritto come questa norma fosse avulsa da ogni codice di tutti i paesi civili e di tutti i tempi, riferendo anche come la sua approvazione fosse stata quanto meno controversa. In seguito venne sarcasticamente definita una "fattispecie penale apparente". L‟uso ideologico del reato di plagio Molti ricordano il plagio in relazione al “processo Braibanti”. L‟unico che in cinquant‟anni di plagio si è concluso con una condanna, essenzialmente perché il rapporto omosessuale (ovviamente contrastato e denunciato dai genitori dell‟amico di Braibanti) fu considerato come condizione e strumento di plagio. Processo ideologico e sentenza di condanna ideologica dell‟Italia omofobica di quel tempo, resi possibili perché esisteva il reato di plagio, ora illegittimo. Ma pochi ricordano che la Corte Costituzionale non dichiarò l'illegittimità costituzionale dell'art. 603 c.p. in relazione al caso Braibanti. Infatti la sentenza della consulta enunciò l'illegittimità del plagio intervenendo sul caso del sacerdote cattolico Don Emilio Grasso, fondatore della Comunità Redemptor Hominis, accusato da alcuni genitori di aver plagiato i loro figli. Anche quello era un processo ideologico, frutto dell‟intolleranza esacerbata dai conflitti famigliari causati da una scelta di vita dei figli che non era gradita dai genitori denunciati. Don Grasso, al contrario di Braibanti, ha potuto salvarsi da una condanna per plagio, grazie alla pronuncia della Consulta e dirige ancora la sua comunità carismatica. Alcuni degli odierni legislatori, cogliendo l‟eredità di Alfredo Rocco, insistono che il plagio dev‟essere reintrodotto, ad allungare la lista delle "fattispecie penali apparenti" quali, ad esempio, la circonvenzione di incapace. 40 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 Ma cos‟era il plagio del codice Rocco e cosa stanno proponendo i suoi eredi oggigiorno? L‟articolo 603 del codice Rocco recitava: “Chiunque sottopone una persona al proprio potere, in modo di ridurla in totale stato di soggezione, è punito con la reclusione da cinque a quindici anni". Cosa dice invece il testo del Disegno di legge n. 569, primo firmatario Antonino Caruso, che chiede l‟introduzione dell‟articolo 613bis? Testualmente: “Chiunque, mediante tecniche di condizionamento della personalità o di suggestione praticate con mezzi materiali o psicologici, pone taluno in uno stato di soggezione continuativa tale da escludere o da limitare grandemente la libertà di autodeterminazione è punito con la reclusione da due a sei anni”. Hanno aggiunto qualche parola in più rispetto al dettato del precedente articolo, ma la sostanza è la stessa, identica: “qualcuno assoggetta qualcun altro al suo potere, suggestionandolo, e viene punito per questo”. Eppure i magistrati della Consulta avevano già obiettato che "non si conoscono né sono accertabili i modi con i quali si può effettuare l'azione psichica del plagio né come è raggiungibile il totale stato di soggezione che qualifica questo reato". "L'indeterminatezza della norma" richiamata nella sentenza della Consulta, non era ritenuta tale per questioni semantiche. La norma era (e lo è quella che viene proposta oggi) indeterminata perché non vi erano (e non vi sono ora) "criteri sicuri per separare e qualificare" la persuasione dalla suggestione, né è "possibile graduare e accertare in modo concreto fino a qual punto l'attività psichica del soggetto esternante idee e concetti possa impedire ad altri il libero esercizio della propria volontà". Aggiungere l'avverbio "grandemente" (molto, assai), in riferimento alla limitazione della libertà di autodeterminazione, non porta maggior chiarezza alla definizione del risultato. Quanto grandemente dev'essere limitata la libertà di autodeterminazione per divenire reato? E come si valuta e si misura l'esclusione o la diminuzione dell'autodeterminazione? E chi lo fa? Gli odierni legislatori rincarano la dose aggiungendo un comma che prevede una maggiorazione della pena per coloro che promuovono e praticano la manipolazione 41 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 mentale/plagio come parte di un gruppo organizzato: “Se il fatto è commesso nell‟ambito di un gruppo che promuove o pratica attività finalizzate a creare o sfruttare la dipendenza psicologica o fisica delle persone che vi partecipano, ovvero se il colpevole ha agito al fine di commettere un reato, le pene di cui al primo comma sono aumentate da un terzo alla metà”. Ecco il reato associativo, un vero 416 tris applicato ai presunti abusi psichici. A quando il concorso esterno? E' da notare che, non sono puniti solo coloro che praticano queste presunte attività di abusi psicologici, ma anche coloro che le “promuovono”. Chi limita maggiormente la libertà, coloro che praticano la manipolazione mentale o chi propone una legge siffatta? Nel 2001, prima del disegno di legge n. 569, a distanza di 75 anni dalla nascita della legge di Alfredo Rocco, il senatore di Alleanza Nazionale Mariano Delogu aveva già presentato un disegno di legge identico (DDL n. 800 S.) e aveva ottenuto l'approvazione della Commissione Giustizia del Senato, ma fu fermato dal termine della legislatura. Nella sua presentazione del testo di legge proposto, Meduri partiva da lontano sfruttando l‟onda emotiva dell‟11 settembre (era il 6 novembre 2001), nel dire che dai “recenti atti terroristici compiuti negli Stati Uniti d‟America, dovremmo trarre motivo di riflessione profonda sulle «ragioni» che possono spingere un essere umano a diventare un «kamikaze»”. Ma poi non approdava a nulla di nostrano e non diceva perché nel nostro paese dovremmo introdurre una fattispecie di reato utile a punire i manipolatori dei kamikaze. Ma, precisa: “riteniamo che sarebbe opportuno attribuire maggiore valenza alla perizia psichiatrica che, oltre a comportare un primo livello di indagine volto a definire le caratteristiche di personalità della supposta vittima, al fine di dedurne in astratto la sottoposizione a meccanismi plagiari, dovrebbe articolarsi in un successivo livello di indagine, volto ad analizzare il rapporto personale tra supposto autore e supposta vittima”. In breve, suggeriva una figura di reato applicabile sulla base di una deduzione “in astratto dei meccanismi plagiari” svolta da uno psichiatra, e poi un‟analisi psichiatrica del “rapporto personale tra supposto autore e supposta vittima”. 42 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 In sostanza, aggirava il problema sollevato dalla Consulta sulla possibile eccessiva arbitrarietà del giudice nel decide sul plagio/manipolazione mentale, delegando la decisione ad un consulente tecnico del Tribunale. Non risolveva l‟arbitrarietà potenziale, la spostava esautorando i giudici. Ignorava un dettaglio che non può essere tralasciato, già annotato dalla Consulta nella sentenza del 1981, quando scriveva che non sono “ammesse nel nostro ordinamento perizie sulle qualità psichiche indipendenti da cause patologiche”. Pochi anni dopo, nel 2008, il senatore Antonino Caruso, raccoglieva l'eredità del ministro Rocco, ripresentando lo stesso testo di Meduri come disegno di legge n. 569. Anche lui citava nella presentazione gli atti di terrorismo dei kamikaze, che si presume siamo stato indotti alla violenza da manipolatori mentali ma, a differenza di Meduri, citava gli omicidi delle bestie di satana e varie notizie giornalistiche su altri incidenti non meglio specificati. Egli scriveva: “Il caso italiano, che ha colpito il territorio della provincia di Varese e che è stato solo pochi anni fa sgominato dalla magistratura e dalle autorità di polizia, per il quale è stato celebrato un processo che ha potuto concludersi con gravi condanne”. Ergo, anche senza il plagio la giustizia ha potuto stabilire le responsabilità e comminare pene severe ai colpevoli. E non avrebbe certo prevenuto i delitti compiuti se il plagio fosse esistito nel codice, visto che la tragedia di Varese è venuta alla luce solo quando i cadaveri sono stati scoperti. Per il resto, a parte riferimenti a generiche notizie mediatiche riferite peraltro con varie formule dubitative, il senatore Caruso non adduceva alcun vero motivo per cui il plagio, o manipolazione mentale, dovrebbe essere introdotto nel codice penale. In definitiva la corte costituzionale, con la sentenza dell'8giugno 1981, n.96 ha abrogato l'articolo 603 c.p., introdotta ne 1930 ad opera de Codice Penale Rocco. L'articolo 603 avrebbe contemplato la punibilità di un fatto non verificabile nella realtà concreta e il cui evento non sarebbe stato accertabile con metodo logico razionale. Il giudice della consulta definì la fattispecie del plagio come una “mina vagante“ nel nostro ordinamento, potendo essere applicata a qualsiasi fatto che implichi 43 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 dipendenza psichica di un essere umano da un altro essere umano, quindi, così concepita la legge 603 c.p. Lo stato di soggezione provocato dall'azione plagiante, non necessariamente deve comportare la totale soppressione della libertà di autodeterminarsi. Inoltre, così concepita la fattispecie di plagio, esiste un concreto pericolo di arbitrio da parte del giudicante. In effetti, ad oggi, l'ipotesi di una totale soggezione psicologica di un soggetto nei confronti del suo plagiante pare di difficile riscontro pratico, in quanto, né gli studi medico-psichiatrici, né quelli psicologici consentono di riconoscere una relazione intersoggettiva caratterizzata da un soggetto assolutamente dominante su un soggetto assolutamente dominato. Imperniandosi quindi, su un evento non scientificamente definibile, la consumazione o meno del reato, il giudice ha potere di definire arbitrariamente l'avvenuta consumazione del reato24. 24 Bini C. e Santovecchi P., “Menti in ostaggio i familiari raccontano”, ED. Avverbi Roma 2005. 44 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 8. Il viminale Nonostante l‟attuale vuoto legislativo sulla gestione e la punibilità delle sette, gli organi competenti non abbassano di certo la guardia sulla pericolosità di queste. Un documento del Ministero dell‟Interno, stilato in seguito ad una richiesta di studio del fenomeno sette, in vista del giubileo, dedica molto spazio a Scientology (41 sedi e 7.000 aderenti), dove si legge, tra l‟altro: “Coloro che decidono di proseguire la terapia, sono indotti a frequentare corsi sempre più onerosi, durante i quali sono sottoposti a stress fisici (lavori logoranti, diete ipervitaminiche e ipoproteiche) e psicologici (letture forzate, pressioni e intimidazioni)”. Contro organizzazioni di questo tipo, sottolinea il rapporto, l‟azione penale rischia di non avere strumenti sufficienti: non esiste ancora il reato di “aggressione alla libertà” psichica e non è più previsto quello di plagio. Le sette, secondo il Viminale, non mettono a rischio solo la libertà degli adepti: sono un potenziale pericolo pubblico in vista, appunto, del Giubileo. Il rapporto non esclude l‟eventualità che qualche esaltato “cosciente nella circostanza che l‟Italia assurgerà a palcoscenico e megafono internazionale, decida di commettere un atto eclatante per lanciare „un messaggio‟ all‟intera umanità”. Molte delle nuove sette importate dall‟estero, sottolinea il rapporto, hanno assunto una fisionomia molto diversa da quella della patria di origine, come il gruppo induista Ananda Marga, considerato in India terrorista o la “Soka Gakkai” italiana, che “sembra sia stata scomunicata dalla casa madre in Giappone”. Il rischio, per il Viminale, è che qualche gruppo “decida di tentare soluzioni „forti‟ per imporre ad altri la propria „verità‟”. Il primo censimento del Ministero degli Interni sulle religioni alternative è del 1994: secondo quel rapporto sono attive sul territorio italiano 366 sette ufficiali. Ma le cifre non ufficiali sono ben più inquietanti: circa 800 tra sette, circoli e culti vari, concentrati in prevalenza tra Torino, Roma e le città del Veneto. Enorme il giro d‟affari. Altissimo è, inoltre, il rischio di perdita del senso critico e di contatto con la realtà, come nel caso della setta di Damanhur (il cui leader, dicono, è la 45 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 reincarnazione del dio egizio del sole, Horus), attiva in un piccolo paesino in provincia di Torino. Si legge, infatti, sul sito ufficiale della comunità 25: “le linee sincroniche sono i canali di energia che percorrono il nostro Pianeta […] Le linee sincroniche trasportano pensieri e idee e attraverso di esse è possibile collegarsi a qualsiasi punto del Pianeta. Damanhur […] sorge dove si incrociano quattro di queste linee principali […] Sono state individuate con viaggi fisici e sistemi medianici”. E, guarda caso, quest‟incrocio magico avviene proprio a Vidracco, sede della comunità. E, ancora, è il caso del Movimento Umanista che si propone, addirittura, di cambiare il mondo per salvarlo, di “umanizzarlo”, appunto. Il fine è quello di sconfiggere guerre, terrorismo, sfruttamento, malattie. Propositi altissimi, ci mancherebbe. Peccato, poi, che il sistema interno alla setta sia profondamente gerarchico e che tagliare i ponti, semmai uno volesse, sia a dir poco complicato, viste le pressioni psicologiche a cui si è sottoposti. 25 www.Damanhur.info 46 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 9. La testimonianza La pericolosità delle sette è data dal fatto che non si accetta affatto il senso critico, né dei partecipanti, né dei fuoriusciti. Non si accettano critiche. E l‟atteggiamento immediato che hanno è quello di denunciare, minacciare, molestare tutti i soggetti che risultano essere critici. Un atteggiamento che abbiamo riscontrato nelle parole di un‟altra fuoriuscita che chiameremo Paola: “Ho cominciato ad avere dubbi – ci rivela – circa quattro anni dopo essere entrata attivamente in Scientology. Se n‟erano accorti semplicemente perché avevo espresso perplessità su una delle nostre giornate di lavoro e di formazione. In pratica mi hanno messo sotto pressione: venivano a casa anche cinque volte al giorno, mi chiamavano continuamente, insistevano affinché io partecipassi alle riunioni. Alla fine, probabilmente più per sfinimento che per altro, ho soppresso i miei dubbi. Solo un anno dopo sono riuscita ad uscire, anche se gradualmente, da Scientology” ed aggiunge che quando è entrata in Scientology aveva poco più di diciotto anni e viveva ancora a casa dei suoi genitori. “I miei – ci dice – in un primo momento hanno lasciato correre; dopo però hanno cominciato a esprimere perplessità. Hubbard (leader scientologo, ndr) fornisce a chi è a contatto con una persona antiscientology due soluzioni: o risolvere la situazione o tagliare i ponti. Così ho fatto: sono andata via di casa. Sentivo i miei genitori soltanto nei periodi di feste” 26. Un classico. Il santone di turno inculca ai neofiti l‟idea secondo cui soltanto ora si è nella verità, male persone a noi vicine non capiranno questo grado di consapevolezze raggiunto. Ed ecco la profezia che si autodetermina, “i neofiti torneranno a casa e cominceranno a stimolare discussioni su argomenti che mai avrebbero affrontato prima, più per stimolare una lite che la discussione pura e semplice. Parleranno con un linguaggio diverso, proprio del gruppo, si vestiranno in maniera diversa addirittura. Tutti questi cambiamenti repentini risulteranno a dir 26 Gazzani C., l'infiltrato.it 47 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 poco strani per i genitori e gli amici. Diranno “ma come mai questi cambiamenti? Non è che ti stanno facendo il lavaggio del cervello?”27 E lì arriva la rottura, di colpo questi ragazzi prendono, fanno le valige e vanno via di casa. A volte, addirittura, i genitori non sanno più dove vanno a finire i figli proprio per via di questa rottura. Non a caso diverse sono le storie di uomini che, entrati nelle sette, hanno abbandonato la propria fidanzata, di genitori che non rivedono i propri figli oramai da anni. È il caso di Monica, mamma di una ragazza di Chivasso (in provincia di Torino), racconta una storia dai tratti profondamente drammatici: “non vedo mia figlia oramai da un anno. E non solo lei non torna più a casa, non solo non risponde praticamente mai al telefono, ma se andiamo a cercarla noi, non ci permettono di avere contatti. Ci dicono o che non c‟è o che è impegnata o che in questo momento non vuole vederci. Ogni giorno penso a lei e ogni notte, prima di andare a letto, passo per la sua camera che è rimasta ancora così come lei l‟ha lasciata. Ogni volta non posso far altro che piangere.”28 27 28 Gazzani C.: l'infiltrato.it Ibidem. 48 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 10. Consigli, come se ne esce E' importante capire in tempo cosa sta succedendo e chiedere aiuto alle varie Associazioni. Non tutti i culti sono "distruttivi", non tutte le sette cercano i plagiare i loro aderenti. Anzi, molti culti sono espressioni di sincere e positive esigenze spirituali. Ma spesso la persona che viene contattata e reclutata non è in grado di vedere la differenza e saper scegliere perché si trova in un momento di debolezza o di vulnerabilità psicologica. Tocca allora a parenti e amici stare attenti, vegliare sul loro caro e cercare di tirarlo fuori dalla rete nella quale è rimasto impigliato. Ecco una breve guida ai "sintomi", per riconoscere gli effetti su una persona di un culto potenzialmente pericoloso. Come cambia il comportamento: 1) perdita della volontà individuale; 2) aumento della dipendenza e ritorno ad un comportamento quasi infantile; 3) perdita della spontaneità e del senso dell'umorismo; 4) incapacità di instaurare amicizie al di fuori del gruppo; 5) peggioramento delle condizioni fisiche; 6) deterioramento psicologico (tra le altre cose: allucinazioni, ansia, paranoia, disorientamento). Cosa fare: 1) registrare tutti i nomi, indirizzi, numeri di telefono delle persone che si sa appartengono alla setta; 2) mantenere una cronologia scritta di tutti i fatti che riguardano l'attività del proprio familiare o amico all'interno della setta; 3) rispondere a tutte le comunicazione del proprio parente con amore, sincerità e senza eccedere nelle critiche dirette e aggressive; 4) raccogliere tutte le possibili informazioni, articoli e pubblicazioni sul gruppo, in modo da conoscerne strategie e composizione; 5) chiedere aiuto ad una delle tante associazioni che riuniscono famiglie nella stessa situazione. 49 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 Cosa non fare: 1) non spedire soldi al proprio parente. Meglio mandare doni non in denaro, vestiti, biglietti aerei o ferroviari non rimborsabili; 2) non spendere grandi somme per corsi o seminari di riabilitazione se non se conoscono bene finalità e programmi; 3) non dimenticare mai che la personalità del proprio caro non è scomparsa, ma è solo stata momentaneamente sopraffatta; 4) non sentirsi soli. Si tratta di un problema comune a migliaia di perone in tutto il mondo, in tutti gli ambienti religiosi ed economici. E‟ importate agire su diverse linee.1. La prevenzione. Del fenomeno si deve parlare. Nelle Scuole, nelle Associazioni, nei luoghi idonei occorre informare i giovani, i genitori, gli insegnanti, sulla lettura di alcuni indicatori che devono far scattare un segnale di allarme. Se assistiamo ad un improvviso isolamento di un adolescente, o se lo stesso è in comunicazione in internet, su un social network con qualcuno che gli impone l‟isolamento o lo induce ad azioni di un certo tipo occorre intervenire fino a che questo è possibile, tenendo conto che più passa il tempo più diventa difficile contrastare l‟azione di manipolazione e irretimento. 2. L‟azione di informazione attraverso i mezzi di comunicazione idonei. Stampa, televisione, rete internet possono essere canali per mettere in guardia. Tenere viva l‟attenzione sui segnali di pericolo; anche attraverso le storie di chi ha avuto queste terribili esperienze. Le persone, se vengono informate, hanno strumenti per riconoscere i segnali di pericolo ed eventualmente anche per aiutare coloro che possono trovarsi in queste situazioni. 3. La costituzione di Reti sinergiche di Esperti che possano trattare i fenomeni in questione. Forze dell‟Ordine, Associazioni non governative specializzate, religiose o laiche ma competenti sugli specifici fenomeni. L‟uso di numeri verdi e centri di ascolto per il sostegno alle vittime e ai loro parenti o amici.4. Reti adeguate per il sostegno a coloro che escono dalle sette e hanno bisogno di trovare luoghi competenti per riappropriarsi delle loro facoltà psicologiche ed elaborare le problematiche di dipendenza che li hanno condotti nel baratro. Questo per evitare ricadute nelle stesse situazioni. Le persone vanno protette, potrebbero in questa fase subire 50 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 minacce o induzioni a rientrare nella setta stessa. Opportuni strumenti legislativi che assicurino alla giustizia i criminali che traggono profitto dallo sfruttamento delle vittime e che possano basarsi su tecniche adeguate per descrivere i fenomeni, accertarli con accuratezza e quindi contrastarli nel modo più adeguato. E‟ necessario, quindi, che la criminologia e la psicologia giuridica si occupino con particolare attenzione del fenomeno settario : secondo Marco Strano, quando alcuni crimini vengono progettati ed eseguiti all‟interno di tali organizzazioni, la rilevanza che questi fatti assumono da un punto di vista criminologico richiede uno studio accurato del particolare clima psicologico che si viene strutturando all‟interno della setta, laddove alcuni leader ingeriscono pesantemente sui processi decisionali degli adepti, per cercare di interpretare i crimini che si verificano in questi ambienti esoterici ed occulti iniziando, a tal proposito, con lo studiare gli aspetti antropologici ed organizzativi delle sette per poter comprendere l‟ambito in cui trova origine la condotta delittuosa, per poter mettere a fuoco gli aspetti psicosociali che favoriscono l‟avvicinamento degli individui a tali realtà e per cercare di comprendere la capacità dell‟atmosfera esoterica di interferire nei processi percettivi e di significazione che sono alla base del comportamento criminale. Per capire quanto sia complicato uscire dalla spirale della manipolazione mentale, mi sembra inevitabile fare riferimento a Steven Hassan autore di importanti lavori sul controllo mentale distruttivo come ad esempio “Mentalmente Liberi” racconta di un ragazzo di 19 anni che venne reclutato da adepti della Chiesa dell‟Unificazione di Moon, gruppo settario molto potente negli Stati Uniti. In poco tempo arrivò a ricoprire importati cariche ai vertici dell‟organizzazione fino a quando, in seguito ad un incidente, causato probabilmente dal sovraccarico di stress al quale era sottoposto per poter assolvere ai compiti strenui che gli venivano continuamente affidati per reperire soldi e reclutare nuovi adepti, i suoi genitori riuscirono a riportarlo a casa e a sottoporlo ad un programma di deprogrammazione che ebbe buon esito. Nei 14 anni che seguirono alla sua fuoriuscita dalla setta si è completamente dedicato alla sensibilizzazione e alla divulgazione dei problemi legati al fenomeno dei culti distruttivi facendo una mirabile opera di prevenzione rispetto al rischio vittimologico che le persone corrono soprattutto nei momenti di 51 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 maggiore vulnerabilità. Ha conseguito un Master in Psicologia del Counseling presso il Cambridge College ed ha aperto la strada ad un nuovo approccio terapeutico denominato „Exit Counseling non coercitivo‟ finalizzato al recupero e alla riabilitazione di ex adepti, alternativo alla deprogrammazione alla quale lui stesso venne sottoposto e che considera eccessivamente violenta. Il suo approccio terapeutico, indirizzato alla vittima di un culto distruttivo, è finalizzato ad evidenziare questi quattro punti 1. dimostrargli che è caduta in una trappola, cioè che si trova in una situazione nella quale è psicologicamente senza difese e dalla quale non può uscire; 2. farle notare che non ha mai scelto volontariamente di entrare in quella trappola; 3. informarla del fatto che altre persone in altri gruppi si trovano in trappole analoghe; 4. comunicarle con fermezza che può uscire da quella trappola. Come fa notare l‟autore questi quattro punti così ovvi a chi non si trova a vivere l‟esperienza di un culto distruttivo sulla sua pelle non lo sono altrettanto per chi si trova a vivere una condizione di assoluto controllo mentale. Il suo approccio terapeutico si basa su dei convincimenti di base relativi alla natura umana: le persone hanno bisogno e desiderio di crescere e sono orientate verso direzioni capaci di sviluppare e incoraggiare la loro crescita; 2. è importante che le persone si concentrino sul qui e ora e non rimangano avvinghiate al passato: che non si concentrino sugli errori commessi o su ciò che non hanno fatto bensì su ciò che possono fare adesso per cambiare in meglio la loro situazione; 3. le persone sceglieranno sempre e in qualsiasi momento ciò che reputano essere per loro la cosa migliore: sono entrate in una setta perché credevano o volevano credere, perché ne avevano bisogno, che la dottrina divulgata dalla setta poteva rappresentare un vantaggio; 4. ogni persona è unica e ogni situazione è diversa dall‟altra, per questo l‟approccio di Hassan è totalmente centrato sul cliente e si adegua ai bisogni della singola persona e prevede, inoltre, che il consulente comprenda a fondo la persona che si trova di fronte: quali sono i suoi valori, i suoi bisogni, cosa vuole e come pensa. IL consulente, secondo Hassan, deve essere in grado di entrare nella mentalità del cliente per poterlo capire veramente e aiutarlo a fare ciò che lui e nessun altro vuole. Il suo approccio si basa sul convincimento che anche il seguace più indottrinato nel suo intimo in realtà voglia uscire dalla setta; 5. l‟approccio è basato sulla famiglia degli adepti; è la famiglia, infatti, che viene 52 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 travolta drammaticamente quando un congiunto, perlopiù i figli, viene reclutato in un culto distruttivo, ed è la famiglia stessa a rappresentare una risorsa fondamentale per la risoluzione positiva del caso. È necessario, a tal fine, insegnargli accuratamente le tecniche della comunicazione che gli permettano di essere efficaci nell‟approccio con il loro congiunto per indurlo a collaborare. È evidente che tutto questo richiede da parte della famiglia molto impegno e dedizione: disponibilità nell‟imparare nuovi modi di comunicare e accettare di elaborare le problematiche inconsce che in questa fase possono risvegliarsi. È infatti necessario affrontare e possibilmente risolvere eventuali problemi tra i familiari prima di tentare qualsiasi intervento. A questo proposito: “Quando l‟attenzione viene centrata sulla famiglia tutti subiscono un cambiamento: dal canto suo il seguace del culto si rende conto che fuori dal gruppo stanno accadendo cose positive, mentre i familiari imparano a costruire un rapporto di fiducia e a fare in modo che il loro caro si interroghi sul suo operato. L‟affetto di una famiglia è molto più forte di quello condizionato che gli adepti di un culto ricevono da parte dei loro dirigenti. Mentre la famiglia appoggia il diritto individuale di crescere e diventare un adulto autonomo e in grado di prendere da solo le proprie decisioni, l‟affetto che un affiliato riceve dal culto ha lo scopo di mantenerlo per sempre in uno stato adolescenziale e di dipendenza, minacciandolo di far venir meno ogni forma di affetto nel caso prendesse decisioni che non collimano con quanto ordinatogli dal capo. Quando i familiari imparano a interagire in maniera efficace, l‟aiuto che possono fornire è molto elevato e nel corso di un intervento questo fattore può diventare cruciale.” Nel suo approccio Steven Hassan non cerca mai di far allontanare l‟affiliato dal gruppo o viceversa perché altrimenti lo stesso si sentirebbe minacciato; ciò che invece cerca di fare è presentargli altri modi per crescere sottoponendogli diverse prospettive e possibilità. Aiuta le persone a vedere alternative che non sapevano esistessero poi le incoraggia a fare ciò che pensano sia meglio per loro e cerca di fare in tutti i modi per fargli sentire di avere in mano il pieno controllo della situazione infatti, “… il controllo mentale esercitato dai culti non riesce mai a cancellare del tutto il vero Io della persona (John-John). E‟ certamente vero che impone una identità dominante fornita dal culto (John-l‟adepto) che cerca continuamente di reprimere il vero 53 Io. Quale seguace della Chiesa ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 dell‟Unificazione pensavo veramente di essere „morto a me stesso‟; lo Steve moonista pensava che il vecchio Steve Hassan fosse morto. Ma il mio vero Io si è risvegliato durante la deprogrammazione: era sempre stato lì. Fui in grado di ricordare tutte le contraddizioni, i conflitti e le promesse non mantenute da Moon che nel periodo in cui ero un adepto avevo sperimentato – ma non elaborato – e tale presa di coscienza mi permise di uscirne fuori. Dentro di me l‟avevo sempre saputo. Riuscire a mettersi in contatto con il nucleo centrale e profondo di un individuo è ciò che mi permette di aiutare qualcuno a uscire da un culto. Se quel nucleo centrale è felice e contento del suo impegno nel gruppo, c'è assai poco da fare. Quella persona non si trova affatto sotto controllo mentale. Egli ha scelto di essere là. Ma non sono questi i casi che mi vengono normalmente sottoposti. Le famiglie mi chiamano quando si accorgono che sta succedendo qualcosa di terribile. E ho constatato che quando un individuo schiavizzato viene messo in condizione di poter scegliere, si guarda bene dallo scegliere di fare lo schiavo: perlomeno non quando è in grado di decidere da solo della propria vita, avere normali rapporti che non subiscano limitazioni di sorta e curare i propri sogni e interessi. Questo approccio terapeutico presenta altri aspetti molto ben definiti. Come prima cosa si concentra sul processo di cambiamento. Ciò significa che il come una persona arriva a cambiare è ben più importante di che cosa o perché cambia. Poi, nella convinzione che le persone siano interessate a crescere e a imparare persegue finalità educative e cerca di insegnare nozioni utili di psicologia, la comunicazione, i problemi del controllo mentale e lo stile di altri culti distruttivi, come pure la storia di un particolare gruppo, le contraddizioni dottrinali operate al suo interno e la sua dirigenza. In „Releasing the Bonds‟, Hassan presenta lo sviluppo del suo exit counseling. Il nuovo approccio terapeutico viene definito „Strategic Interaction Approach‟ (in italiano Approccio di Interazione Strategica) finalizzato ad aiutare e a comprendere meglio l‟affiliazione di chi è coinvolto in una setta distruttiva. Inoltre presenta nuovi strumenti operativi anche per i familiari e gli amici delle vittime di manipolazione mentale e introduce inoltre un intervento in tre parti sulla fobia, elemento fondamentale che tiene legato l‟affiliato alla setta che gliel‟ha inculcata.:”29 Il SIA differisce poi dall‟exit counseling per l‟enfasi 29 http://www.psicologi-italia.it/psicologia/psicologia-investigativa/861/manipolazione-mentale.html 54 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 posta sul processo di cambiamento, piuttosto che sul puro contenuto informativo. Il modello dell‟exit counseling partiva dal presupposto che l‟assistente possedeva informazioni difficili da ottenere. Tutto questo è cambiato perché al giorno d‟oggi critici ed ex membri di diversi gruppi stanno pubblicando sul web informazioni su sette e controllo mentale. Con l‟avvento di internet chiunque abbia un computer e un modem può mettersi in contatto con altre famiglie, ottenere l‟assistenza di esperti ed ex membri, trovare informazioni in modi fino a poco tempo fa impossibili. Ora che l‟informazione è diventata così accessibile, possiamo dedicare il nostro tempo a sviluppare un‟accurata comprensione del membro, del gruppo a cui appartiene, degli amici e familiari che lo amano. Inoltre nel Strategic Interaction Approach apprendiamo come identificare i fattori che rendono più vulnerabili al controllo mentale, come ad esempio disordini di apprendimento, problemi sessuali irrisolti, o fobie preesistenti da cui le sette possono trarre vantaggio. Creiamo un modello delle varie parti del sé autentico del nostro caro che sono state coltivate per reclutarlo nell‟identità settaria. Comprendere queste sub – personalità aiuta ad entrare in relazione con l‟identità settaria, e ci aiuta anche ad identificare e incoraggiare quegli aspetti dell‟identità settaria che vale la pena preservare. 55 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 11. Conclusioni Abbiamo a che fare con uno dei fenomeni psichici più complessi che richiede lo studio, la ricerca, l‟attenzione di esperti che provengano da vari settori (psicologi, avvocati, criminologi, Forze dell‟Ordine) per essere affrontato con la probabilità di successo che possa veramente costituire la base per aiutare quanti si trovano nella più dolorosa delle esperienze: quella di avere perso la “libertà del pensiero” la “libertà dell‟arbitrio” e non sapere più neppure riconoscere i propri desideri, la propria volontà da quella “instillata e indotta” da altri attraverso sofisticati meccanismi di manipolazione, meccanismi di cui purtroppo i criminali di cui sopra sono profondi conoscitori. Ho scoperto sulla mia pelle, e solo a posteriori, facendo ricerche per questo lavoro, quanto sia insidioso per chiunque il pericolo di cadere vittima di una setta. In un momento di difficoltà, la mamma di un compagno di scuola di mio figlio, mi propose di partecipare alle funzioni, pseudo religiose, di un personaggio con nessun titolo ecclesiastico, spiegandomi che era un‟ambiente dove tutti aiutavano tutti, gente buona, che si sarebbe presa cura di me e che sicuramente mi avrebbe aiutato a raggiungere una certa serenità, come era già accaduto a lei. Partecipava alle riunioni col suo nuovo compagno, che per amore l‟aveva seguita e spesso andava anche suo figlio, amico, appunto del mio. Fortunatamente non accolsi l‟invito, non per la consapevolezza di quello che sarebbe potuto succedere a me e soprattutto a mio figlio, che era in fase adolescenziale, semplicemente perché non sono mai stata attratta da questo genere di compagnie. Come dicevo, solo a posteriori, studiando il fenomeno per questo lavoro, mi sono resa conto che il pericolo è accanto a noi, praticamente invisibile. 56 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Tomassina Polverari - SST in Scienze Criminologiche (1 anno) A.A. 2013/2014 12. Bibliografia Asher Colombo, “Etnografia di un‟economia clandestina. Immigrati algerini a Milano”, Il Mulino, Bologna, 2002. Barbagli M., “Immigrazione e reati in Italia”, Il Mulino, Bologna, 2002. Chiara B. e Santovecchi P., “Menti in ostaggio i familiari raccontano”, ED. Avverbi Roma. Barresi F., “Aspetti criminologici ed investigativi del satanismo criminale”, in “Manuale di criminologia clinica” a cura di Strano M., Firenze SEE, 2003. Strano M., “Manuale di Criminologia Clinica”, SEE, Firenze, 2003. Hassan S., volume “Releasing the Bonds”, Freedom of Mind Press, Sommerville. 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