Contraffazione e criminalità organizzata
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Contraffazione e criminalità organizzata
CONTRAFFAZIONE E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA Un’attività criminale che danneggia l’economia e ci espone a molti pericoli Scuola di Specializzazione: SST in Scienze Criminologiche Relatore: Dott. Daniele Bosi Dirigente Servizio Ispettivo CCIAA Pistoia Contesto di Project Work: La contraffazione dei prodotti Tesista specializzando: Davide PACINI Anno di corso: Secondo Modena, 16 giugno 2007 Anno accademico 2006-2007 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Indice dei contenuti 1 Introduzione ..................................................................... pag. 2 1.2 Produzione ................................................................... pag. 3 1.3 I settori industriali coinvolti nel fenomeno e gli effetti pag. 5 2 La contraffazione. Studio e analisi ................................. pag. 7 2.1 I canali di vendita della merce contraffatta.................. pag. 7 2.2 Gli effetti del fenomeno contraffazione....................... pag. 8 2.3 Il concetto di Criminalità Economica .......................... pag. 10 2.4 Tecnologie legali e illegali........................................... pag. 15 2.5 Un quadro d’insieme................................................... pag. 20 2.6 La filiera del “Falso” .................................................. pag. 26 3 I Prodotti contraffatti ...................................................... pag. 31 4 Conclusioni ....................................................................... pag. 45 5 Project Work e attività svolta......................................... pag. 46 6 Bibliografia ....................................................................... pag. 64 1 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 1- Introduzione e Analisi L’industria del falso non può essere più considerata un fenomeno marginale dell’economia mondiale. Studi elaborati dal World Trade Organization e dall’OCSE stimano che il commercio di prodotti contraffatti corrisponde al 10% degli scambi mondiali per un valore pari a 450 miliardi di dollari. A questi risultati si arriva dopo un decennio di forte accelerazione del fenomeno: molte analisi valutano che in soli 10 anni il fatturato dell’industria del falso sia aumentato del 1600% . La contraffazione interessa ormai quasi tutti i settori industriali. Un’analisi della Commissione UE ha stimato che all’interno dell’Unione Europea, le merci contraffatte rappresentano: - dal 5% al 10% delle vendite di pezzi di ricambio di autoveicoli; - il 10% delle vendite dei CD e di audiocassette; - il 16% delle vendite di film (videocassette e DVD); - il 22% delle vendite di calzature e articoli d’abbigliamento; - il 25% del vendite di software; - il 17% delle vendite di cosmetici alimentari e medicinali. Il dato più preoccupante è il forte aumento delle contraffazioni di medicinali: l'OMS, l’Organizzazione Mondiale della Salute, stima che il 10% dei medicamenti consumati nel mondo siano contraffatti, con punte del 30% in Brasile e del 60% in alcuni Stati africani. 2 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 L’Europa non è immune al fenomeno: gli uffici doganali dell’UE indicano che il 10% degli oggetti falsi bloccati alle frontiere sono medicinali. 1.2 - Produzione L’Estremo Oriente è indicato come la fonte principale delle contraffazioni. La stima è che circa il 70% della produzione mondiale di contraffazioni provenga dal Sud-Est asiatico con la Cina come primo produttore, seguita da Corea, Taiwan, Thailandia, Pakistan, Malesia e altri Paesi dell'area. La destinazione di questi prodotti è per il 60% l'Unione Europea. Il rimanente 40% viene venduto in altri Paesi come America, Australia, ex URSS, Paesi Arabi, ecc.. Anche in Europa l’industria del falso è notevolmente in crescita. In Europa i Paesi “leader” nella produzione di merce “taroccata” sono l'Italia, la Spagna, la Turchia, il Marocco, e i Paesi dell’ex blocco sovietico. L’Italia è il primo paese dell’Europa per diffusione del fenomeno del lavoro irregolare (12% del totale occupati), evasione fiscale (17% del PIL), e dimensione dell’industria del falso, con un volume d’affari quantificato tra i 4 e i 7 miliardi di euro. In Italia settore più esposto alla contraffazione è quello dei prodotti della moda, che corrisponde a circa il 60% dei prodotti contraffatti in commercio, il resto riguarda giocattoli, prodotti eno-gastronomici, orologeria, componenti elettronici e meccanici, audiovisivi e software. Le aree maggiormente interessate in Italia alla produzione di merci contraffatte sono: Napoli, con particolare riferimento ai “quartieri spagnoli” ed alle zone di Ottaviano, S. Giuseppe Vesuviano e Terzigno, l’hinterland milanese e la provincia di Prato, dove la presenza di popolazione cinese ha dato luogo ad una vera e propria “Chinatown” . 3 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Fra i Paesi europei “emergenti” in questa attività criminale, un posto di particolare importanza viene occupato da Belgio ed Olanda attivi non solo come aree di transito dei prodotti contraffatti ma anche come luoghi in cui si pratica il confezionamento della merce. Al di fuori dell’Europa dobbiamo segnalare gli Stati Uniti, dove l’industria della contraffazione è presente in misura preoccupante. I prodotti più contraffatti in questo Paese sono quelli appartenenti ai settori della profumeria, degli articoli di lusso e dell’elettronica. 4 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 1.3 - I settori industriali coinvolti nel fenomeno e gli effetti La contraffazione non è sempre sinonimo di impresa marginale. Inchieste e studi sul fenomeno hanno permesso di identificare almeno due macro-tipologie di imprese per la produzione del falso: 1) Le imprese marginali e destrutturate, ovvero, quelle imprese inesistenti a livello legale, non censite da nessuna Banca Dati e delle quali possiamo solo avere una quantificazione statistica del numero, peraltro sicuramente grande, se si pensa che quelle iscritte alle Camere di Commercio ma sconosciute a Inps e Uffici IVA sono oltre 400.000. Sono “aziende” che lavorano con pochi macchinari nascosti in scantinati e che sfruttano il lavoro di cittadini extracomunitari irregolari e spesso anche di minori; 2) Le imprese ben strutturate e radicate, che combinano una attività regolare con una produzione di beni contraffatti. Spesso si tratta degli stessi operatori a cui le Case Madri affidano la fabbricazione di prodotti di marca e che realizzando quantità in eccedenza, non autorizzate. Questi prodotti, peraltro difficilmente riconoscibili dall’originale se non per numeri di serie, certificati di garanzia o documenti commerciali, sono i più ricercati dal mondo della contraffazione. In molti casi queste imprese organizzano il processo produttivo adottando il modello a rete tipico delle imprese regolari. Ci sono imprese poi che non producono, ma si limitano solo all’importazione e alla vendita di prodotti non conformi alle normative 5 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 europee sulla sicurezza. In questo caso la “cosa” più contraffatta è sicuramente la marcatura CE. Queste aziende importano prodotti come giocattoli, materiale elettrico, DPI (Dispositivi di protezione individuale), che sono stati costruiti senza il rispetto di nessuna normativa. Vi applicano la marcatura CE falsa, creano falsi certificati di conformità e li immettono in commercio con gli stessi canali dei prodotti conformi. Possiamo trovare questi oggetti ovunque, anche nei Grandi Magazzini, nei negozi e nei mercati. Molto spesso il distributore finale pensa di commercializzare prodotti sicuri ed è a sua volta anche lui una “vittima” del giro della contraffazione. Altre volte la scelta di commercializzare prodotti con certificazioni false è una scelta di “mercato” in quanto il prodotto non conforme ha un costo molto inferiore al prodotto buono e il guadagno è enormemente superiore. Si pensi a DPI come gli occhiali da sole, che spesso vengono acquistati a costi irrisori, si parla di 10, 30 centesimi di Euro l’uno. Prodotti che poi vengono commercializzati dai 3 ai 10 Euro, con guadagni anche del 10.000%. 6 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 2 - La contraffazione. Studio e Analisi 2.1 I Canali di vendita della merce contraffatta Esistono almeno tre canali attraverso i quali avviene la commercializzazione di prodotti contraffatti: - il primo, è costituito dai negozi, dove il prodotto contraffatto viene venduto assieme agli articoli originali. Si tratta quasi sempre di quei prodotti ben realizzati e quindi di difficile riconoscimento. Il negoziante spesso è complice della frode o ne è l’autore diretto, ma succede che anche lui possa a sua volta essere una “vittima”; - il secondo, è quello dei canali ambulanti, spesso controllati da vere e proprie organizzazioni criminali che sfruttano cittadini extracomunitari; - il terzo, in fase di espansione, è quello del commercio elettronico che garantisce anonimato ed elevata capacità di transazione. E’ molto sfruttato per il commercio dei prodotti cosmetici e dei prodotti farmaceutici. 7 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 2.2 - Gli effetti del fenomeno contraffazione Gli effetti negativi del fenomeno contraffazione sono molteplici e interessano vari aspetti dell’ economica e della vita sociale di un paese. A livello imprenditoriale basti pensare al danno economico per l’impresa legale che la contraffazione può produrre nei suoi confronti. Questa può essere misurata sia dalle mancate vendite, sia dalla perdita di immagine e di credibilità del marchio, e non in per ultimo dalle spese legali sostenute per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, o la riduzione del ritorno di denaro speso negli investimenti di ricerca, innovazione e marketing. Ricordiamo sempre che un prodotto contraffatto non è mai un prodotto sicuro. La sua produzione è determinata solo dallo scopo di ricavare denaro in grande quantità. La salute e la sicurezza del consumatore non sono mai prese in considerazione da chi produce un prodotto “taroccato”. Pensate agli sciroppi per la tosse destinati ai bambini e realizzati con liquido antigelo per auto. Ne sono state trovate migliaia di confezioni in Africa, dove hanno causato la morte e l’intossicazione di centinaia di bambini. Un grave danno alla società titolare del prodotto in quanto la contraffazione deteriora la funzione tipica del marchio che è quella di garantire all’acquirente le caratteristiche di sicurezza e qualità della sua scelta di acquisto. Possiamo quindi affermare che la contraffazione è una concorrenza sleale e illegale alle industrie, che sono la forza economica di un Paese, portata avanti con lo sfruttamento dei lavoratori, spesso cittadini extracomunitari illegali, e non di rado, minorenni. 8 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Il lavoratore, inserito nelle filiere lavorative del falso, subisce una condizione lavorativa priva dei diritti e delle tutele previsti dalla leggi e dai contratti di lavoro. Stipendi di 3/5 Euro l’ora, senza versamento di contributi, senza ferie e giorni di riposo pagati. Nessuna garanzia assicurativa in caso di incidenti sul lavoro, o malattie. La contraffazione è stata, e lo sarà anche in seguito, la causa della perdita del posto di lavoro e quindi di gravi crisi economiche familiari per molti cittadini comunitari. Secondo INDICAM1 negli ultimi 10 anni sono 270 mila i posti di lavoro persi nel mondo, di cui 125 mila nell’Unione europea e 40 mila solo in Italia, senza contare la sottrazione di risorse all’Erario pubblico attraverso l’evasione delle imposte dirette ed indirette. In Italia il falso ha determinato un mancato introito fiscale, pari all'8% del gettito IRPEF e al 21% del gettito IVA, ovvero oltre 34 miliardi di Euro, l’equivalente di una “finanziaria”. 1) Istituto di Contromarca per la lotta alla contraffazione. - Indicam rappresenta oltre 180 aziende, associazioni, enti, studi professionali, organizzazioni impegnati nella lotta alla contraffazione dei prodotti di marca. 9 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 2.3 - Il concetto di Criminalità Economica Il criminologo americano Edwin Sutherland2 indicava già nel 1940, come gli analisti tradizionalmente abbiano sempre poco preso in considerazione la criminalità economica come oggetto di analisi. "Gli economisti sono esperti nelle questioni concernenti gli affari, ma non sono abituati a considerarle dal punto di vista della rilevanza penale, d’altra parte la maggior parte dei sociologi prende in considerazione la criminalità, ma non quella che è propria del mondo economico. Al contempo però, l’oggetto trascurato si presenta per sua natura ambiguo sotto molteplici profili” (Nelken 1994)3. Il confine tra legalità e illegalità è in genere marcato in misura incerta. I comportamenti di criminalità economica non sono codificati come criminali in maniera omogenea tra i sistemi giudiziari dei vari Paesi, che spesso legano questo tipo di violazioni al diritto civile o amministrativo come avviene ad esempio per l’abuso di posizione dominante, o l’uso ingannevole della pubblicità, la produzione e il commercio di prodotti con marcatura CE contraffatta. Inoltre nel caso in cui le condotte siano sanzionate penalmente, si registra una notevole differenza tra la previsione di illiceità del Codice Penale e una diffusa accettazione dei comportamenti illeciti in ampi strati del ceto sociale, la corruzione prima di "Mani Pulite" o l’evasione fiscale possono costituire un esempio emblematico della situazione in Italia. 2) EDWIN SUTHERLAND - Withe Collar Crime, Yale University Press, New Haven - London 1983; trad. italiana: Il crimine dei colletti bianchi, Giuffrè, Milano, 1987. 3) DAVID NELKEN - Professore ordinario di Sociologia Generale - Dipartimento di Studi su mutamento sociale, istituzioni giuridiche e comunicazione Il Professor Nelken è uno dei massimi esperti mondiali della ricerca interdisciplinare in Sociologia del diritto e Criminologia comparata. E Trusteee of the Law and Society Associatio USA: Vice President of the Research Committee of sociology of law of the International Sociological Association. 10 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Ritornando all’esempio della contraffazione della marcatura CE, prima che i mass-media si interessassero al fenomeno, poche persone se non gli addetti ai lavori potevano avere una idea dei capitali mossi dall’industria del falso. In molti casi, quindi, per i crimini economici, viene a mancare del tutto nel cittadino la consapevolezza che abbia avuto luogo un reato. E’ infatti facilmente rilevabile che vittime e rei nei contesti dei reati compiuti da una criminalità economica risultano generalmente più invisibili rispetto alla facile percezione di altri delitti (Vincenzo Ruggiero 1996)3. Il commercio di un giocattolo con marcatura CE contraffatta ad esempio difficilmente crea in chi l’acquista il dubbio su cosa si “nasconda dietro”. Pochi sanno, ma dovrebbero invece saperlo tutti, che dietro un semplice giocattolo contraffatto si nasconde una o più organizzazioni criminali che per la sua produzione hanno riciclato materie plastiche tossiche, utilizzato coloranti nocivi ormai banditi da anni e realizzati con materie di scarto che sarebbero dovute essere distrutte. Doppio guadagno, smaltimento di scorie nocive e nessun costo per le materie prime. Criminali che sfruttano la mano d’opera minorile e il lavoro “nero”. Bassissimo costo salariale, nessun costo previdenziale e zero tasse da pagare. Il prodotto finirà in vendita a prezzi oscillanti tra i 5 e i 10 Euro, ma sarà costato al massimo 5, 10 centesimi di Euro. Il guadagno per chi lo ha prodotto sarà enorme. Le modalità di attuazione dei crimini economici (come per molte truffe) tendono a creare sempre una separazione di tempi e di luoghi, tra chi compie il crimine e chi ne subisce il danno. Danno che spesso si materializza senza alcun esplicito collegamento all’azione del criminale con il risulto di una difficile “risalita” al responsabile dell’azione illegale. 11 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Forse per l’effetto ambiguo che fino ad oggi ha avuto la criminalità economica sull’opinione pubblica e quindi della sua marginalità nel suo studio tra le scienze sociali, solo recentemente la sua pericolosità e il suo impatto sull’economia dei Paesi è stata pienamente percepita da tutti. Fino a pochi anni fa, parliamo degli anni ’80 solo pochi “illuminati” studiosi di economia lanciavano allarmi sulla ingerenza della criminalità organizzata negli affari e nelle attività economiche. "Non esiste una definizione generalmente accettata di criminalità economica, né un distinto segmento di letteratura teorica e pratica sulla criminalità economica" (Edmund Kitch 1983)4. Il primo concetto elaborato dell’idea di criminalità economica, attribuita al criminologo americano E.H. Sutherland, fa esplicito riferimento ai soggetti che commettono crimini economici. Nella sintesi del pensiero di Sutherland, diffusasi in letteratura, il crimine economico viene visto come "delinquenza delle classi superiori o dei colletti bianchi, cioè di professionisti rispettabili o almeno rispettati ...". “Il crimine economico o crimine imprenditoriale, tra i differenti illeciti messi in atto dai colletti bianchi, si qualifica quindi, in questa accezione, come un comportamento illecito adottato da soggetti che operano internamente a una organizzazione legittima, tipicamente un’impresa, in congruità con gli obbiettivi di questa.” (Schrager, Short 1977)5. Una seconda tipologia di definizioni a cui spesso fanno riferimento esplicitamente o implicitamente i manuali di criminologia di scuola americana, include sotto “l’etichetta di crimine” economico qualunque reato compiuto con finalità di natura economica, spostando l’analisi dagli 3) VINCENZO RUGGIERO – Professore di sociologia presso la Middlesex University di Londra e presso l’Università di Pisa Economie sporche: L’impresa criminale in Europa. - Bollati Boringhieri, Torino, 1996. - 4) EDMUND KITCH – Professore Università di Chigaco – Facoltà di diritto “Crimine economico: Teoria, in Sanford H. Kadish, ed., enciclopedia del crimine e giustizia 670 (la pressa libera, 1983). 12 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 esecutori criminali alle loro funzioni rispetto all’obiettivo dell’azione criminale. Risulta quindi un allargamento del contenuto della definizione di criminalità economica a qualunque tipologia di crimine. Allo stesso tempo si delinea un collegamento, per quanto implicito, all’idea di “criminale razionale” (Gary Becker 1968)6, che usa le sue risorse tra attività lecite ed illecite traendo il massimo il profitto derivante dalle une e dalle altre, ammortizzando così i costi e i rischi dovuti all’attività anticrimine delle Autorità. Un’ulteriore tipologia di definizioni rimanda, infine, alle modalità di esecuzione dei crimini economici: comportamenti illeciti che presentano significative analogie gestionali con attività economiche normali e del tutto lecite (Kitch 1983). Questa definizione si articola in tre differenti categorie di illeciti: 1) quelli commessi come attività all’ombra di business legali, sfruttando le opportunità illegali che si aprono nel mondo degli affari; 2) quelli associati alla gestione con strumenti illeciti dell’offerta di beni e servizi leciti ; 3) quelli, infine, tipici della gestione (ovviamente illecita) di beni e servizi, essi stessi illeciti. Tutte le definizioni, riconducibili alle precedenti tipologie, per quanto possano lasciare insoddisfatti se considerate singolarmente, contribuiscono, nel loro insieme, ad evidenziare gli elementi da combinare per la costruzione di un concetto abbastanza reale di criminalità economica: la rispettabilità dei rei, la loro tipica finalità all’arricchimento, la modalità 5) SCHRAGER, L.S., e SHORT, J.F., Toward a sociology of organza tional crime, in "Social problems", 1977, n. 25, pp. 407- 419. 6) GARY S. BECKER – Nobel nelle scienze economiche - Crimine e punizione: Un metodo economico Il giornale di economia politica, volume 76, no 2. (Marzo - apr. 1968), pp. 169-217. 13 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 "imprenditoriale" dell’azione criminale. Resta vero tuttavia che una semplice contrapposizione dei tre elementi lascia insoddisfatti ad un attenta analisi. La rispettabilità non sempre è una caratteristica del reo, ma può divenirlo a seguito del successo ottenuto nella professione di criminale economico. La finalità di arricchimento può combinarsi ad obiettivi di acquisizione di potere o di rispettabilità, e manifestarsi, non rispetto ad un singolo comportamento criminale, ma ad un insieme concatenato di reati. La modalità "imprenditoriale", può a volte concretizzarsi nell’utilizzo di un’impresa formalmente legittima per la commissione del reato, come invece può manifestarsi nella stabile organizzazione razionale del lavoro di un gruppo di individui per la conduzione di un’attività criminale, senza per questo assumere la natura formale di impresa. Un reato può quindi essere commesso usufruendo di strumenti resi disponibili dal ruolo che il criminale ricopre all’interno di un’impresa legittima, oppure organizzando parallelamente una forma di divisione del lavoro tra individui, che, seppure di natura imprenditoriale, nulla ha a che fare con l’impresa in cui il criminale, eventualmente assieme ai suoi soci, opera. Il problema centrale per la costruzione di una definizione di criminalità economica è quindi quello di trovare una strada per "articolare" la complessità delle numerose possibili combinazioni delle diverse qualificazioni relative alle tre componenti: rispettabilità degli autori dei reati, ruolo della finalità economica dei crimini, significato della natura "imprenditoriale" della modalità di attuazione del crimine. 14 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 2.4 - Tecnologie legali e illegali Per districarsi in questa fitta rete di possibilità gli economisti moderni utilizzano il concetto di "tecnologia", che è alla base degli studi sulla teoria economica, nel suo significato più generale e astratto di capacità di combinare fattori produttivi come lavoro, capitale, conoscenza, … etc, al fine di realizzare un determinato obiettivo. La criminalità economica può quindi essere individuata come un insieme di attività che vengono gestite utilizzando tecnologie illecite. Il successo nell’attività economica è, nelle società moderne, associato ai percorsi della promozione sociale. La “rispettabilità” del criminale economico sarà quindi il risultato della sua capacità di utilizzare la tecnologia illegale per gestire la sua attività economica. La finalità del profitto non è attribuibile direttamente ad ogni singolo atto criminale, ma è connessa alla gestione con tecnologia illegale dell’attività economica nel suo complesso. Il concetto di crimini economici e la gestione delle attività economiche è fondato sulla valutazione del crimine come quella di una tecnologia che lega i vari fattori di produzione. In tal senso la forma imprenditoriale, nel suo aspetto legale, è molte volte, lo strumento di gestione. Il riferimento alla criminalità come "tecnologia" non è utile unicamente per capire le definizioni tradizionali di criminalità economica, ma offre l’opportunità di riportare ad una unica causa una serie di elementi emersi dalla ricerca e dall’attività investigativa nel corso dell’ultimo ventennio e di quelli che emergeranno dall’analisi della criminalità negli anni a venire. 15 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 La gestione criminale del fattore lavoro ha assunto un’importanza sempre più determinante sia per gli equilibri dei mercati illegali, come quello della prostituzione o del traffico di stupefacenti, che per l’evoluzione di segmenti di mercato legale totalmente o parzialmente sommersi. La gestione criminale della manodopera ha superato negli ultimi anni la dimensione strettamente locale e nazionale, per assumere una scala transnazionale, sviluppando legami sempre più stretti con il traffico internazionale di migranti (Savona, Lasco, Di Nicola, Zoffi 1997). Nel management del fattore capitale, la rilevanza delle tecnologie illegali di gestione è cresciuta di pari passo con lo sviluppo dei processi di globalizzazione e con il diffondersi del loro impatto a livello locale. L’evoluzione del riciclaggio internazionale evidenzia sempre più come tale fenomeno non risponda unicamente alla logica di copertura dell’origine illecita dei flussi finanziari, ma risulti governato dalla dinamica dei rendimenti e della rischiosità dei diversi impieghi. Come le tecnologie lecite di gestione, anche quelle illecite determinano cambiamenti e mutamenti dei flussi internazionali in risposta alle variazioni delle politiche di repressione e controllo, che ne alterano le convenienze relative (Savona, De Feo 1997). Anche sul piano delle strategie competitive, le tecnologie illegali si caratterizzano come un’alternativa al management con strumenti leciti della concorrenza di mercato. L’uso della violenza criminale costituisce lo strumento concorrenziale estremo, per la possibilità che offre, a chi ne fa uso, di competere con i concorrenti sulla definizione stessa dei diritti di proprietà sulle risorse e sui prodotti oggetto dell’attività economica (Lasco 1997). Ma anche frodi (Levi 1981), contraffazione di marchi, corruzione (Van Duyne 1997) costituiscono elementi di uno strumentario competitivo criminale, la cui funzionalità può emergere nello svolgimento di attività economiche sia illecite che invece perfettamente legali, almeno sotto il 16 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 profilo formale. Le frodi possono assumere un ruolo importante anche nella gestione dei rapporti con fornitori e clienti, costituendo un elemento rilevante del meccanismo di regolazione dei legami tra i vari settori industriali. Analizzare il crimine economico come attività commerciale gestita utilizzando tecnologie illecite mette a disposizione dell’analista gli strumenti indispensabili per far luce su due fenomeni emergenti nello scenario della criminalità economica: la progressiva sovrapposizione tra criminalità organizzata e criminalità economica e lo sviluppo di crescenti collegamenti di dipendenza tra i principali reati economici (Savona, Lasco, Di Nicola, Zoffi 1997). Le organizzazioni criminali convenzionali, tradizionalmente dedite allo sfruttamento criminale del territorio in cui sono localizzate (tramite l’estorsione generalizzata, il controllo degli appalti pubblici e dei mercati illegali locali) o al traffico di stupefacenti, si muovono verso nuovi business tipici della criminalità economica (frodi, contraffazione, … ecc.), tanto più che le "tecnologie illegali", su cui è costituita la loro attività tradizionale (violenza e corruzione), divengono strumenti utili a ridurre i costi di gestione di tali nuovi business e per competere con gli altri concorrenti illegali. Dobbiamo inoltre tenere conto che le nuove opportunità per i criminali economici tradizionali sono ora caratterizzate da una più ampia dimensione geografica delle attività (basti pensare alle frodi internazionali o a quelle contro gli interessi della Comunità Europea) ma anche da una maggiore complessità delle procedure necessarie ad attuare il crimine, rendono indispensabile, per un loro efficace sfruttamento, una struttura criminale organizzata in grado di operare su scala internazionale. Similmente, l’accresciuta complessità delle opportunità di affari per la criminalità economica rende necessario gestire concatenazioni anche 17 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 complesse di differenti condotte illecite, nelle quali la frode, la corruzione, il riciclaggio e la violenza costituiscono tasselli indispensabili per il successo dell’intera attività. La combinazione di tali condotte illegali interdipendenti può assumere la forma di transazioni tra differenti soggetti criminali, generando veri e propri mercati di servizi illegali, oppure può materializzarsi in accordi di cooperazione tra differenti soggetti criminali più o meno stabili ed efficaci, ovvero ancora può portare alla creazione di strutture organizzate in grado di governare al proprio interno le differenti fasi dell’attività illecita. Considerare la criminalità economica utilizzando il concetto di "tecnologia" illegale per la gestione delle attività economiche, sollecita, rispetto all’analisi dei due trend descritti sopra, due quesiti strettamente connessi tra loro. In quali condizioni la "tecnologia" illegale richiede organizzazione per essere attivata efficientemente, ovvero in quali condizioni richiede una divisione del lavoro criminale? Quali legami esistono tra differenti "tecnologie" illegali (la frode, la corruzione, la violenza, … etc.) e a quali condizioni tali legami si manifestano all’interno di una stessa struttura organizzata, ovvero assumono la forma di transazioni tra strutture differenti? La teoria economica dell’organizzazione industriale ha costruito strumenti analitici per rispondere a domande simili in relazione a tecnologie lecite, ma tali strumenti, se opportunamente riconsiderati (Fiorentini, Peltzman 1995) possono fornire elementi di riflessione utili per analizzare le "tecnologie illegali". La nuova agenda per la ricerca in tema di criminalità economica è ancora tutta da scrivere e richiede che gli economisti si abituino a considerare gli affari anche dal punto di vista della rilevanza penale, e che i sociologi e i criminologi prendano sempre più in considerazione la criminalità propria 18 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 del mondo economico. Fare tesoro di quanto detto da Sutherland è, oggi più che mai, una via obbligata! 19 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 2.5 - Un quadro d’insieme Con un volume d’affari annuo pari a 7 miliardi di euro, la contraffazione è ormai nel nostro Paese, un vero e proprio “sistema industriale” e commerciale con i suoi centri di produzione e di trasformazione, con i suoi canali di vendita, le reti distributive e i suoi consumatori casuali o affezionati. Un settore che non conosce crisi che da pochi articoli “griffati” si è esteso, in questi ultimi anni, a prodotti e merci di vario tipo compresi molti che influenzano la vita e la salute delle persone, parliamo di giocattoli, alimenti e bevande, medicinali e cosmetici, apparecchiature elettriche di uso domestico, utensileria, ricambi per automobili e persino per aerei. Un settore che agisce ormai nel mercato globale, spostando i centri di produzione laddove i costi sono meno cari, avvalendosi di professionisti dell’export, di mediatori internazionali, appoggiandosi a centri di transfert money tanto da poter affermare che la contraffazione è l’altra faccia della globalizzazione. L’Italia, si conferma fra i primi Paesi coinvolti nell’affare sia per quanto attiene la produzione sia per quanto riguarda la commercializzazione di merci falsificate, con un costo altissimo per l’economia, che incide sulla realtà sociale del Paese, penalizzando il made in Italy, la ricerca e la produzione industriale ed intellettuale, la concorrenza e il mercato del lavoro, con mancate entrate rilevanti in termini di evasione ed elusione fiscale. 20 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Un settore in continua crescita come testimoniano le operazioni delle forze di polizia e l’attività della Agenzia delle dogane, che pur aumentando in maniera esponenziale, sembrano appena scalfire un fenomeno tanto esteso quanto sommerso. Nel 2006 solo la Guardia di Finanza ha effettuato oltre 15.000 interventi anticontraffazione, con il sequestro di circa 89 milioni di articoli contraffatti Se i prodotti legati alla moda rappresentano circa il 50% del valore economico dell’insieme delle merci sequestrate, la quantità maggiore di pezzi riguarda cd di videogiochi, dvd di film e cd di file musicali. La pirateria musicale. tradizionale e on line, con un giro d’affari annuo superiore a 80 milioni di euro, ha riportato l’Italia nuovamente tra i primi 10 del mondo ove il fenomeno risulta più esteso. Il primo in Europa. Ma sono farmaci e giocattoli i prodotti che nel corso del 2005 e nel primo semestre 2006 hanno conosciuto trend di crescita davvero impressionanti. La contraffazione dei farmaci è cresciuta a livello mondiale dal 2004 al 2005 del +40%, arrecando un danno economico di oltre 2 miliardi di euro. Nel 2005 le Dogane hanno bloccato oltre un milione giocattoli in ingresso sul nostro territorio, mentre sono oltre sette milioni i giocattoli non conformi alle norme di sicurezza sequestrati sul mercato dalle forze di Polizia. Si stima che il 12% dei giocattoli messi in commercio siano contraffatti. A tal proposito è intuitivo immaginare quali siano i rischi per la sicurezza e la salute dei cittadini e dei bambini che entrano in possesso di questi prodotti, considerato che è altamente probabile se non certo che i beni in questione siano realizzati in violazione delle più elementari norme di sicurezza. Nella varietà di merci contraffatte compaiano gli oggetti più disparati dalle lamette da barba alle minimoto, dalle serrature ai personal computer. 21 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 In tale ambito, la contraffazione può manifestarsi attraverso la violazione dei diritti di marchio, del design, oltre che dei diritti d’autore. Per quanto concerne specificamente la violazione del diritto d’autore, è opinione consolidata, sia in giurisprudenza sia in dottrina, che il diritto d’autore tutela il personaggio di fantasia come opera dell’ingegno. Ne consegue che ai sensi dell’art. 12 legge n. 633/41, l’autore ha il diritto di utilizzare il personaggio in ogni forma e modo e in particolare di sfruttarne la notorietà innanzitutto a fini commerciali. Quindi, anche chi crea un nuovo giocattolo, che riproduce le sembianze di un personaggio di fantasia tutelato dal diritto d’autore, senza l’autorizzazione dell’autore del personaggio riprodotto, incorre in una violazione del diritto d’autore. Con il termine contraffazione, si intende fare riferimento a un insieme di reati riconducibili alla produzione e commercializzazione di merci che recano illecitamente un marchio identico ad un marchio registrato e a produzioni di beni che costituiscono riproduzioni illecite di prodotti coperti da copyright. Tutti le azioni commerciali condotte in violazione di un diritto di proprietà intellettuale e/o industriale come i marchi d’impresa ed altri segni distintivi, i brevetti per invenzione, i modelli di utilità, l’industrial design, le indicazioni geografiche e le denominazioni di origine di molti prodotti alimentari, i diritti d’autore, … ecc., indipendentemente dalle modalità con cui si manifestano, sono pertanto ascrivibili al fenomeno della contraffazione. E’ la stessa Comunità Europea che all’ articolo 2 sub 1 lettera a) del Regolamento CE n.1383 del Consiglio Europeo, del 22 luglio 2003, relativa all’intervento dell’Autorità doganale nei confronti di merci sospettate di violare taluni diritti di proprietà intellettuale e alle misure da adottare nei confronti di merci che violano tali diritti, che fornisce una linea guida dettagliata delle “merci contraffatte” e delle “merci usurpative”. 22 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Il valore stimato dal 2003 ad oggi, secondo numerose indagini svolte da associazioni del settore e dalla Confesercenti e tenuto conto delle operazioni compiute dalle Forze di polizia, si può affermare che il volume d’affari annuo della contraffazione è notevolmente cresciuto raddoppiandosi negli ultimi anni dai 3,5 del 2003 agli oltre 7 miliardi di Euro del 2006. Oltre il 50% del fatturato della contraffazione si riferisce a prodotti d'abbigliamento e di moda (tessile, pelletteria, calzature), seguito da quello derivante dalla pirateria musicale, audiovisiva e software, il resto da giocattoli, beni di consumo, componentistica, cosmetici, senza tenere conto della contraffazione dei prodotti alimentari e dei medicinali. In Italia le aree maggiormente interessate dalla produzione di merci contraffatte risultano concentrate nel napoletano. La Regione Campania, con quasi la metà dei 74,7 milioni di prodotti sequestrati su tutto il territorio nazionale, guida con largo margine la classifica delle Regioni nelle quali il fenomeno si è maggiormente manifestato. Segue la Lombardia con 25,3 milioni di pezzi sequestrati (in special modo l’hinterland milanese) con a ruota la provincia di Prato (dove è preponderante la presenza di cinesi). E’ stato rilevato che in Lombardia si produce principalmente componentistica elettronica e profumi in Veneto occhialeria e calzature, in Toscana e nelle Marche oggetti di pelletteria, in Campania Cd e DVD nonché abbigliamento e beni di largo consumo, in Puglia Cd e giochi elettronici. Il 69% della produzione si concentra nelle Regioni del sud. Una lettura attenta dei dati sui sequestri può consentire di sviluppare un’analisi anche sui luoghi di commercializzazione dei falsi. Il fenomeno è presente uniformemente su tutto il territorio nazionale con punte in Lombardia, nel Lazio e nella riviera romagnola. 23 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Nel nostro Paese il fenomeno della contraffazione è strettamente legato quello dell’abusivismo commerciale il cui giro d’affari annuo si attesta intorno ai 13 miliardi. I dati sopra riportati sono contenuti nella “Comunicazione sul fenomeno della contraffazione” redatta dal Comando generale della Guardia di Finanza. Una recente indagine condotta sul “campo” dalle Confesercenti delle province romagnole e marchigiane ha stimato il numero delle presenze di postazioni abusive itineranti ed in sede fissa lungo la riviera adriatica. Da questi dati e alle segnalazioni giunte dalle altre regioni su scala nazionale si può stimare che gli abusivi impiegati nel commercio siano oltre 400.000, di cui 100.000 “stagionali” e facendo una stima prudenziale degli incassi in 150 euro giornaliere, si può valutare in 13 miliardi il giro d’affari annuo che ruota intorno all’abusivismo, una quota rilevante di questo denaro finisce soprattutto nelle tasche delle mafie italiane e straniere che controllano la produzione, la distribuzione e anche la vendita al minuto di prodotti contraffatti. Gli effetti del fenomeno sono molteplici e colpiscono interessi di diversa natura. La contraffazione provoca, infatti: un danno economico per le imprese connesso alle mancate vendite, alla riduzione del fatturato, alla perdita di immagine e di credibilità, alle rilevanti spese sostenute per la tutela dei diritti di privativa industriale a scapito degli investimenti e di iniziative produttive (numerose imprese si avvalgono dell’aiuto di agenzie investigative); un danno e/o un pericolo per il consumatore finale, relativo alla sicurezza intrinseca dei prodotti; un danno sociale legato allo sfruttamento di soggetti deboli (disoccupati o, prevalentemente, cittadini extracomunitari) assoldati attraverso un vero e proprio racket del lavoro nero, con evasioni contributive e assenza di coperture assicurative ed alla 24 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 conseguente perdita di posti di lavoro; un danno all’Erario pubblico attraverso l’evasione dell’I.V.A. e delle imposte sui redditi. Un danno al mercato consistente nell’alterazione del suo funzionamento attraverso una concorrenza sleale basata sui minori costi di produzione; il re-investimento degli ingenti profitti ricavati da questa attività illecita in altrettanto proficue attività delittuose (edilizia, droga, armi) da parte di organizzazioni malavitose. Interi settori sono oggi vivono un profondo stato di crisi quello del tessileabbigliamento-calzaturiero, quello della ceramica, con cali del fatturato fino al 40%, gravi anche le perdite nel settore agroalimentare soprattutto per le aziende esportatrici di marchi tutelati. Un danno rilevante ne consegue per l’intera industria del settore che, investendo considerevoli risorse economiche nella ricerca e nelle invenzioni, si vede usurpare una notevole fetta di mercato a causa del regime di concorrenza sleale generato dai prezzi ridotti dei prodotti contraffatti e/o piratati. Specie in alcuni settori come quello farmaceutico, automobilistico e alimentare, dove la contraffazione, inoltre, determina un ulteriore grave danno ingannando i consumatori, svilendo la funzione tipica del marchio che è quella di garantire la qualità e l’origine commerciale dei prodotti. 25 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 2.6 - La filiera del “Falso” Al pari del sistema produttivo e commerciale legittimo anche nel mercato del falso è possibile individuare una filiera in cui distinguere i diversi momenti della catena produttiva e distributiva. L’attività di produzione in Italia, sino a poco tempo fa, era concentrata soprattutto in alcune zone circoscritte del territorio. In essa sostanzialmente agivano due soggetti uno essenzialmente criminaleocculto e l’altro in cui il confine tra attività legale e illegale era molto sottile. Si trattava molte volte di imprese e imprenditori che avevano acquisito un know how produttivo elevato, spesso nell’indotto delle grandi marche in qualità di terzisti, con capacità ed esperienze nel settore industriale che mettevano a disposizione sia del mercato legale che di quello delle falsificazioni. Oggi siamo di fronte a cambiamenti notevoli, il mercato si è globalizzato, le produzioni si sono spostate nei Paesi asiatici ed in quelli dell’est Europeo e quindi la gran parte delle merci passa attraverso le dogane come prodotti finiti o semilavorati. Spesso nei centri di falsificazione Italiani i prodotti vengono semplicemente etichettati. I controlli alle frontiere sono insufficienti a fermare l’ondata di prodotti che giornalmente arriva nei nostri porti e alle nostre frontiere a bordo di 15.000 conteiners (sono oltre 5 milioni all’anno). Di questi conteiners, per convenzione internazionale ne vengono ispezionati solo il 3% provenienti dai paesi extra U.E. e il 5% di quelli provenienti dalla Cina e dal sud-est asiatico. 26 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Esiste ora un processo di delocalizzazione produttiva alla base dello sviluppo di questa industria, che ha saputo avvantaggiarsi dei nuovi processi produttivi e dell’uso di sofisticate tecnologie di comunicazione. L’acquisto della merce direttamente all’estero abbassa i rischi e i costi delle “imprese a rete” che operano nel campo del falso che non hanno quindi bisogno di centri di produzione, di grandi magazzini di stoccaggio o di manodopera che per quanto “a nero” e per quanto “sottopagata” costa sempre più di un lavoratore orientale. Acquistano e vendono su “catalogo”, rendono immateriale la loro attività e dimezzando i rischi d’impresa, soprattutto quelli derivanti dall’azione investigativa. Facendo un raffronto tra il valore delle merci contraffatte e le persone arrestate e denunciate i rischi penali nei quali può incorrere un criminale economico, sono praticamente nulli. Per quanto riguarda la distribuzione si rileva che, pur restando fondamentalmente due i canali attraverso i quali avviene la commercializzazione dei prodotti contraffatti e/o piratati, si va anche in questo caso verso alcune trasformazioni. Resta prioritario l’impiego di cittadini extracomunitari, in particolare senegalesi e nordafricani, presenti in maniera massiccia su tutto il territorio nazionale, ma la diffusione di internet, ha creato nuovi canali di distribuzione per i prodotti contraffatti, specie per quei beni facilmente veicolabili sulla rete. Questa modalità si va sempre più affermando. Infatti diminuiscono i sequestri a carico degli ambulanti abusivi (che nel 2004 rappresentavano il 74% del totale contro il 58% nel 2005), mentre aumentano quelli effettuati a privati (20% nel 2004, 16% nel 2005), soggetti spesso attivi anche sulla rete internet o con offerte abusive su siti di aste on line. 27 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Si stima che complessivamente il 30% dei prodotti venduti via internet sia contraffatto. Infine un terzo canale è quello che utilizza la rete distributiva tradizionale imponendo ai commercianti l’acquisto di merce contraffatta con minacce e ricatti tipici della criminalità organizzata. Questa attività si va affermando sempre più nelle aree a “controllo mafioso” affiancando o sostituendo il pagamento del pizzo. Il commerciante non ha il coraggio di opporsi o trova meno “devastante” rischiare il sequestro della merce e pagare una grossa multa piuttosto che opporsi al ricatto criminale. L’insieme di questi canali sono gestiti da organizzazioni criminali che hanno trasferito nel settore della contraffazione canali e tecniche di diffusione già collaudati con successo nel campo del contrabbando di tabacchi lavorati esteri e dello spaccio di stupefacenti. Il peso ed il ruolo della criminalità organizzata in questo nel campo è rilevante. Gran parte dei 7 miliardi di Euro finiscono ad organizzazioni criminali di stampo mafioso. Secondo il Comandante Provinciale della GdF di Roma i margini di guadagno della contraffazione sono più alti di quelli derivanti dal traffico di sostanze stupefacenti. Il commercio elettronico (E-commerce), infatti, offre ai contraffattori ed ai distributori elevate garanzie di anonimato nonché un’elevata capacità di transazione. Negli ultimi anni le organizzazioni criminali hanno cambiato il loro modo di agire creando un collegamento sempre più stretto tra organizzazioni mafiose nostrane, Camorra e ‘Ndrangheta per prime, e criminalità straniera, soprattutto le Triadi Cinesi, riuscendo a creare reti organizzative occulte. Attraverso un meccanismo di “scatole cinesi” riescono a riciclare i denari creando società fittizie, le cosiddette “cartiere” che hanno sedi anche in 28 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Italia e che sono intestate a nullatenenti o a nomi di fantasia. All’estero, soprattutto nei paesi off-shore vengono utilizzati spesso conti correnti aperti attraverso banche e finanziarie compiacenti. Un intreccio fra criminalità nostrana e straniera che opera nel mercato del falso delle holding criminali internazionali. Tutto ciò spiega la crescita quantitativa e qualitativa del fenomeno nonostante l’intensa attività normativa in materia di proprietà intellettuale che ha interessato di recente l’ordinamento comunitario e quello nazionale e gli sforzi delle forze dell’ordine e dell’Autorità delle Dogane, come ad esempio il già citato Regolamento n. 1386/2003 del Consiglio del 22 luglio 2003, relativo all’intervento dell’autorità doganale nei confronti di merci sospettate di violare taluni diritti di proprietà intellettuale e alle misure da adottare nei confronti di merci che violano tali diritti e alla Direttiva 2004/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, direttiva intesa a rafforzare gli strumenti di lotta alla contraffazione e a definire un quadro generale per lo scambio di informazioni e la cooperazione amministrativa. Ciò è dovuta alla forte diversificazione dell’industria del falso, ormai estesa a quasi tutti i settori manifatturieri, allo sviluppo dell’innovazione tecnologica applicata anche a questa attività, alla capillarità dei canali e delle reti di commercializzazione, e all’ abitudine consumatori italiani di comprare questi tipi di prodotti. A livello nazionale, oltre alle disposizioni di recepimento della normativa comunitaria di armonizzazione, si segnalano alcuni recenti interventi normativi, come ad esempio le misure a sostegno del settore agricolo e dei prodotti nazionali contenute nella legge Finanziaria del 2004, la quale ha introdotto un marchio “Made in Italy” a tutela delle merci integralmente prodotte sul territorio italiano. L’uso illecito di tale marchio è penalmente sanzionato ai sensi del libro secondo, titolo VII, capo II, del Codice Penale. 29 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 E’ stato inoltre prevista l’istituzione presso le sedi dell’Istituto per il Commercio con l’Estero (ICE) e presso le rappresentanze diplomatiche e consolari, di uffici di consulenza per la tutela del marchio Made in Italy. Altre normative specifiche vengono continuamente varate per tutelare i diritti delle imprese, come il Decreto Legge n. 72/2004 noto come “Decreto salva cinema”, approvato dal Consiglio dei Ministri il 22 marzo 2004 e convertito nella legge n. 128 del 21 maggio 2004. Tale decreto, che all’art. 1 reca misure di contrasto alla diffusione telematica abusiva di opere cinematografiche ed assimilate, costituisce allo stato attuale la normativa antipirateria audiovisiva più severa d’Europa. Essa arriva infatti a colpire con sanzioni amministrative anche i singoli utenti, dunque i consumatori, che attraverso programmi di file-sharing diffondono via Internet opere cinematografiche o assimilate, protette dal diritto d’autore. Altra importante normativa è il Decreto Legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, conosciuto come il “Codice della proprietà industriale”. Si tratta di un corpus normativo che riunisce tutte le disposizioni legislative in materia di proprietà industriale ed in particolare quelle concernenti brevetti per invenzioni, modelli di utilità, disegni e modelli, nuove varietà vegetali, topografie dei prodotti a semiconduttori, marchi d’impresa ed altri segni distintivi, indicazioni geografiche, denominazioni di origine, informazioni aziendali riservate. 30 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 3 - I prodotti contraffatti Se guardiamo i resoconti delle operazioni condotte dalle Forze di Polizia, possiamo vedere come la contraffazione colpisca su tutti i fronti. Anche tra i prodotti “più semplici” possiamo trovare merce contraffatta. Come ad esempio quando a giugno 2006, a seguito di un incidente accorso ad un agente della GDF, rimasto ferito dall’utilizzo inconsapevole di una lametta “clonata” le Fiamme Gialle di Ascoli Piceno hanno sequestrato in più depositi una fornitura di 140.000 lamette false di marca Gillette, pronte per essere vendute al dettaglio a ignari acquirenti, potenziali vittime di irritazioni, dermatiti e infezioni. Qualche giorno prima, 35.000 prodotti di illuminazione con marchi contraffatti e non conformi agli standard di sicurezza comunitari e nazionali sono stati sequestrati sull’intero territorio nazionale. L’iniziativa, diretta tra l’altro a scongiurare rischi di incendio, shock elettrico o termico, è stata condotta dal ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con la GDF, attraverso l’operazione “Luce Gialla”. Oggetto dell’operazione impianti e apparecchi elettrici pericolosi per la salute e l’incolumità dei consumatori. Nel 2006, sono oltre 2.000.000 i prodotti con marcatura CE contraffatta sequestrati dalla Camera di Commercio di Pistoia. Gli ispettori hanno accertato l’assenza sulle confezioni dei prodotti, principalmente giocattoli, materiale elettrico e occhiali da sole, la totale assenza della marcatura comunitaria che viene posta a garanzia dei prodotti e dei consumatori. Al suo posto si trovava un ingannevole marchio che viene utilizzato come abbreviazione di China Export. Ma vediamo nel dettaglio quali altri prodotti in attesa di distruzione hanno riempito i magazzini delle Forze dell’Ordine. 31 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Un settore che lambisce quello dei giocattoli e che ad esso viene impropriamente ricondotto è quello delle mini-moto. Solo nel 2005, denuncia la Commissione europea, si sono registrati cinque incidenti mortali in Gran Bretagna e uno in Svezia nel 2006. In Italia nel marzo scorso ha perso la vita un bambino di 7 anni che era in sella ad una minimoto. Ad aprile sono state sequestrate nel porto di Genova-Voltri oltre 4.000 moto con marcature CE contraffatte, di fabbricazione cinese contenute in 13 container, oltre a 2.200 pezzi di ricambio. Le mini-moto arrivano in Italia a un costo di 50 euro per essere rivendute al consumatore finale ad un prezzo attorno ai 300/400 Euro, creando un grave danno a quelle di produzione nazionale, certificate e conformi alla normativa europea e quindi italiana sulla sicurezza, ma il cui costo si aggira attorno ai 1000 euro. Bruxelles ha invitato tutti gli stati membri “a informare d’urgenza i loro consumatori dei rischi potenziali rappresentati da questi manufatti, e a rafforzare i test al fine di ritirare dal mercato i prodotti contraffatti che presentano seri rischi per la salute”. Nel novembre del 2006 è stato scoperto un laboratorio nella provincia di Roma che produceva articoli cosmetici e profumi ad imitazione delle più note griffe internazionali. La GdF ha sequestrato oltre 600.000 confezioni di prodotti contraffatti. Oltre alla contraffazione del marchio, questi prodotti, nascondo una grave insidia per la salute. Non si sa con quali componenti chimici siano stati realizzati e molto spesso se non sono direttamente tossici possono essere la causa di pericolose reazioni allergiche. A dicembre 2006 sempre la Guardia di Finanza di Alcamo ha sequestrato 138 tonnellate di oli minerali contraffatti già confezionati in fusti e lattine da 1 e 5 litri perfettamente identici a quelli usati da note marche produttrici. 32 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Cresce anche il commercio di farmaci falsi. Nel 2004, esso rappresentava il 10% circa del commercio mondiale dei medicinali. L'anno scorso, sono state sequestrate alle frontiere europee oltre 800.000 confezioni di prodotti farmaceutici contraffatti. La maggior parte erano destinati verso i paesi più poveri del mondo. Complessivamente nel 2005 sono stati ben oltre 11 milioni i prodotti contraffatti sequestrati dall’Agenzia delle Dogane. La contraffazione dei farmaci è cresciuta dal 2004 al 2006 del +60%, e ciò verosimilmente costituisce una sottostima di un fenomeno preoccupante. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, questi prodotti provengono principalmente dalla Russia, seguita da Cina, Corea del Sud, Perù, Colombia, Stati Uniti e Regno Unito. Oltre a provocare la perdita di 17.000 posti di lavoro, ivi compreso l’indotto farmaceutico, e un danno economico pari a oltre 2 miliardi di euro, il fenomeno reca in sé uno dei rischi più insidiosi per la salute dei consumatori. Si tratta di un commercio molto lucrativo. Stando infatti ai dati di un Rapporto del Centro sui Farmaci statunitense, il giro d’affari atteso per il 2010 è pari a 75 miliardi di dollari, con un aumento vertiginoso: esattamente del 92% rispetto al 2005. A condurre la lista dei farmaci più contraffatti, in Europa e in America sono il Viagra e il Prozac, il famoso antidepressivo della Lily. Nei Paesi in via di sviluppo ad essere contraffatti sono prodotti come gli antiretrovirali contro l’Hiv, gli antibiotici, gli antipertensivi, i cortisonici, i sedativi e persino gli antitumorali, con conseguenze di facile intuizione. Il successo nella lotta alla contraffazione dei farmaci è riposto principalmente nello sviluppo di una banca dati multimediale dei prodotti autentici integrata nel sistema informativo doganale (progetto FALSTAFF) e da un costante dialogo con tutti i portatori di interessi sui diritti di 33 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 proprietà intellettuale attraverso un comitato tecnico (tavolo “impresaconsumatori-dogane”) che con frequenza pressoché mensile discute sulle implementazioni delle procedure di controllo e sui connessi sviluppi tecnologici. Una ricerca presentata nel mese di febbraio 2006 dal Movimento Consumatori, oltre a confermare i dati sopra riportati, segnala che i casi in cui la contraffazione si traduce nella semplice assenza di qualsiasi principio attivo del farmaco ammontano a poco più della metà, la rimanente percentuale è divisa tra componenti di dosaggio errato o componenti totalmente diverso e spesso tossico. Pastiglie di Viagra apparentemente identiche all’originale reclamizzate tramite “spam” a mezzo di internet, dove a cambiare può essere un dettaglio quasi impercettibile della confezione, come un colore di tonalità diversa o la grandezza di un carattere. Il principio attivo è però nella totalità dei casi assente e le false pastiglie contengono il più delle volte solo borotalco compresso. Non dissimile è il caso di altri farmaci, come gli antibiotici, che in Paesi dove le modalità di spedizione e stoccaggio, sono spesso caotiche e precarie, impediscono di distinguere tali prodotti in base alle differenze che possono esserci tra le confezioni. Tuttavia, spiega in una circolare il Vice Direttore Generale dell’ OMS, pur trattandosi di falsi sofisticati, la contraffazione dei farmaci non richiede come viene da credere, mezzi tecnologicamente all’avanguardia, né una rete criminale particolarmente complessa. I contraffattori spesso preparano i prodotti in casa o in garage. Come spiegato il problema dei farmaci contraffatti è un dramma che riguarda principalmente i Paesi poveri, ma gli oltre 500.000 medicinali contraffatti sequestrati dalle autorità doganali europee, ci avverte che il fenomeno batte alle porte dell’Europa. 34 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Per quanto riguarda il nostro Paese, desta preoccupazione l’incremento degli acquisti on-line, per cui ogni cittadino riceve via e-mail mediamente tre proposte di acquisto alla settimana che hanno ad oggetto prevalentemente farmaci funzionali al miglioramento delle prestazioni fisiche e mentali. L’operazione dal nome emblematico “Farmacista fai da te”, alla quale hanno lavorato dieci Procure italiane, ha consentito, nel corso di numerose perquisizioni di sequestrare oltre 15.000 pasticche di Stamina Rx, un afrodisiaco definito “naturale” ed alla denuncia di 16 persone. Erano invece rivolte essenzialmente al mercato dei cittadini Cinesi in Italia le 46 mila confezioni di farmaci sequestrate dalla GdF di Catania, con etichettatura ed istruzioni in lingua orientale. Erano pronte per essere distribuite in tutta Italia, aggirando qualsiasi tipo di autorizzazione. L’operazione che ha portato alla denuncia di 312 persone, avrebbe portato oltre 50 milioni di Euro nelle tasche di una fitta rete sotterranea di distributori e ambulatori che forniscono medicinali commercializzati in Cina, ma assolutamente fuori norma in Italia. Cambiando completamente genere di prodotto, vediamo che ancora oggi, uno delle attività principali della criminalità economica, è rivolta alla contraffazione del denaro, sia questo in forma metallica che cartacea. Stando ai dati diffusi dalla Banca Centrale Europea, è stato ritirato dalla circolazione un totale di 565.000 banconote in Euro contraffatte. Il biglietto da 20 euro è quello che ha fatto registrare il più elevato numero di contraffazioni superando in questa particolare classifica le banconote da €50 e €100. Nella seconda metà del 2006 i tagli da €20 e €50 rappresentano, insieme, l’67% del totale dei falsi individuati in circolazione. Va rilevato che il livello di contraffazione si mantiene stabile da oltre due anni. 35 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Per quanto riguarda le monete quelle ritirate nel 2006 sono state 164.000, nel 2005 erano 100.000. Le monete da 2 euro sono di gran lunga le più falsificate con oltre 141.000 pezzi ritirati. Un altro comparto produttivo particolarmente danneggiato dal fenomeno contraffazione è quello dell’elettronica (CD o DVD, computer, supporti materiali sui quali vengono fissate opere dell’ingegno, programmi software, ecc.). Il settore (oltre 10 milioni di pezzi sequestrati dalla GdF nel biennio 2003 - 2004) appare il più colpito a livello mondiale. Secondo alcune indagini svolte da associazioni di categoria, la percentuale dei prodotti contraffatti sarebbe pari al 25% nell’industria degli audiovisivi, al 35% nell’industria informatica. Tale indice salirebbe addirittura al 46% su scala mondiale nel settore del software. Recentemente è' stata annunciata dal Dipartimento del Commercio USA la lista annuale, nota come "Special 301", degli Stati che - a causa delle inadeguate misure adottate in tema di lotta alla pirateria e alla contraffazione – procurano gravi danni alle imprese titolari di diritti di proprietà intellettuale. Russia e Cina sono i Paesi dove il fenomeno desta maggiore allarme. Secondo il rapporto americano, il nostro Paese mantiene alti livelli di pirateria e contraffazione di software, musica e film ben oltre i livelli medi degli Stati dell'Europa Occidentale. Il rapporto ne individua le origini nella mancata o inadeguata efficacia deterrente delle sanzioni previste dalla legislazioni vigente. In Russia, in particolare, oltre alla tradizionale contraffazione di cd e dvd, va segnalata l'attività abusiva del sito di download musicale http://www.allofmp3.com che le autorità russe non hanno ancora efficacemente contrastato. Tale caso rischia di mettere in serio pericolo i negoziati di accesso della Russia al WTO. 36 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Ancora più recente è la pubblicazione da parte di IFPI (International Federation of Phonographic Industry) del Piracy Report 2006, che individua i 10 paesi ove il fenomeno della pirateria musicale risulta più esteso. La classifica dei priority countries è stilata in base a tre criteri: l’importanza del mercato legale, i trend locali e il grado di efficacia dell’azione dei governi intrapresa contro il problema della pirateria musicale. I Paesi che figurano nella top ten sono: Brasile, Canada, Cina, Grecia, Indonesia, Italia, Corea, Messico, Russia e Spagna. Per quanto riguarda l’Italia, che risulta purtroppo nuovamente tra i primi posti della classifica dopo alcuni segnali incoraggianti manifestatisi nel 2005, si evidenzia il ruolo di guida che il crimine organizzato continua a ricoprire in seno al mercato illegale, che dell’intero comparto rappresenta il 26% con un giro d’affari annuo pari a 80 milioni di dollari. I dati processuali e l’esperienza acquisita dai comparti operativi delle Forze dell’ordine del nostro Paese confermano che la criminalità organizzata ha consolidato nel settore un ruolo di primo piano, attraverso la gestione della fase di produzione e della successiva distribuzione dei beni illecitamente riprodotti, fasi nelle quali sono impegnati prevalentemente venditori extracomunitari, da dove ricavano facili guadagni che finiscono per essere utilizzati per finanziare altre attività criminali Secondo i dati diffusi dalla Federazione contro la Pirateria Musicale nel 2005 sono stati sequestrati 1.675.349 di CD musicali pirata, oltre 6 milioni di supporti vergini pronti per la riproduzione illegale e quasi 900 mila DVD musicali masterizzati. Cambiano, sia pure in misura non consistente, i canali utilizzati per smerciare i prodotti abusivi: diminuiscono i sequestri a carico degli ambulanti abusivi (che nel 2004 rappresentavano il 74% del totale contro il 58% nel 2005), mentre aumentano quelli effettuati a carico di privati (16% 37 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 nel 2004, 20% nel 2005), soggetti talvolta protagonisti di offerte abusive su siti di aste on line. Colpite molte centrali e laboratori di masterizzazione (6% del totale nel 2004, 15% nel 2005) anche se cala il numero complessivo di duplicatori sequestrati (-10%). Nel 2005, rispetto all'anno precedente, sono aumentate anche le denunce (+ 36%) e gli arresti (+7%). La Campania si conferma la capitale italiana nella produzione e diffusione di prodotti musicali contraffatti con 1.334.701 sequestri, seguono il Lazio (532.570), la Sicilia (364.968), la Lombardia (205.754), la Toscana (42.450) e l' Emilia Romagna(44.784). I dati comunicati dalla Guardia di Finanza testimoniano la notevole incidenza del fenomeno della pirateria informatica ed elettronica nel mare magnum della contraffazione, e al contempo del primato che il sud del nostro Paese continua a detenere nel settore, come risulta confermato dal numero di sequestri operati nel corso del 2005. Dall’analisi comparativa dei risultati conseguiti nel contrasto alla contraffazione posto in essere dalla GDF negli anni 2004/2005, è interessante osservare come il comparto della pirateria informatica, ascrivibile alla voce elettronica, registri lo scorso anno un incremento pari addirittura al 300% rispetto all’anno precedente. Ciò a fronte di una flessione del numero complessivo di prodotti sequestrati che scende dagli oltre 95 milioni del 2004 ai 75 milioni del 2005. E’ facile individuare la principale causa dell’espansione del fenomeno dei CD contraffatti, nell’elevata differenza di prezzo tra questi prodotti e i prodotti originali. La comparazione fra gli elementi che compongono il prezzo del CD pirata con quello originale indica che l’uscita di un nuovo CD musicale costa in media dai 18 ai 21 euro, mentre quello pirata dai 4 ai 6 euro. 38 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Il prezzo di quest’ultimo è essenzialmente costituito da: - costi di produzione pari a 0,50 euro (prezzo del supporto vergine + copia della copertina e bustina di plastica); - guadagno dell’abusivo pari a 2 euro; - margine dell’organizzazione criminale pari a 3,50 euro. Il prezzo del CD originale, invece, è dato dalla somma di molteplici voci. Secondo la Federazione Italiana Strumenti Musicali Elettronici Dischi (FISMED-CONFESERCENTI), per l’uscita di un nuovo CD musicale solo i costi di registrazione variano dai 100.000 ai 250.000 euro. Ad essi si aggiungono i costi di realizzazione della copertina che oscillano fra i 20.000 ed i 40.000 euro, quelli di marketing e pubblicità che vanno dai 50.000 ai 400.000 euro ed infine le royalties corrisposte dalle case discografiche agli artisti, calcolate in misura percentuale al prezzo di vendita e che, a seconda dell’importanza dell’artista variano dai 36.000 al 1.500.000 euro. A questi costi occorre poi sommare l’IVA pari al 20%. Per quanto concerne l’Ue, le statistiche aggiornate sulla contraffazione e sulla pirateria informatica sono rinvenibili al seguente indirizzo web: http://europa.eu.int/comm/taxation_customs/customs/customs_controls/cou nterfeit_piracy/statistics/index_en.htm La legge 31 marzo 2000, nr. 78, per il riordino delle Forze di Polizia, ed i successivi decreti di attuazione hanno confermato e rafforzato il ruolo della Guardia di Finanza quale polizia economica e finanziaria a competenza generale, ai fini della prevenzione, della ricerca e della repressione delle violazioni in danno del bilancio dello Stato, delle Regioni, degli Enti locali e dell’Unione Europea. Inoltre, un ulteriore punto a “vantaggio” del CD pirata è rappresentato dal rischio d’impresa, di fatto assente nella produzione clandestina, dal momento che sono clonate soltanto le opere di successo. 39 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Infine occorre osservare che gli incessanti sviluppi dei new media sono alla base della preoccupante diffusione che il fenomeno della criminalità informatica ha conosciuto negli ultimi anni. L’information technology agisce sulla criminalità modificando forme delinquenziali classiche, introducendo forme criminali nuove e alterando i processi di percezione del crimine. L’avvento di internet e dell’informatica ha così portato a rinnovare il modus operandi di molte attività criminali da tempo radicate nel tessuto sociale come i furti di informazioni e spionaggio, truffe e frodi, gioco d’azzardo, prostituzione, traffici vari (armi, droga, organi), molestie, minacce, pedofilia (adescamento, pornografia), pedofilia organizzata, criminalità organizzata (riciclaggio, comunicazioni), terrorismo, proselitismo delle sette sataniche, usufruendo a pieno delle potenzialità illegali del nuovo mezzo tecnologico. La diffusione di internet ha favorito l’affermarsi di nuove forme di attività criminale, capaci di diffondersi solamente all’interno dei nuovi sistemi di comunicazione digitale: cyberpedofilia (scambio di pedopornografia), cyberterrorismo, hacking, diffusione di virus informatici, truffe telematiche via email, spamming, violazione della privacy da parte di aziende, netstrike, on-line gambling, diffusione di informazioni illegali on-line (violenza, razzismo, esplosivi, droghe, sette sataniche, pedofilia). Caratteristica peculiare delle nuove forme criminose è la “distanza” tra i cybercriminali e le loro vittime potenziali. La condotta delittuosa può concretizzarsi in più azioni svolte in tempi diversi o contemporaneamente, da più soggetti o da uno solo, in luoghi diversi o in uno spazio virtuale. La condotta innesca più processi elaborativi e di trasferimento di informazioni che passano, in tempi lunghi o in tempo reale, attraverso spazi indeterminati. 40 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Se l’era digitale ha dato notevole impulso al fenomeno della contraffazione, l’innovazione tecnologica ha anche messo a disposizione dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale nuovi strumenti per arginare la pirateria. Si tratta di dispositivi tecnici volti a proteggere e garantire l’autenticità dei loro prodotti o servizi, come il watermarketing, che aggiunge una sorta di tatuaggio digitale o di marchio digitale all’opera, le tecniche di criptografia, che consentono la fruizione dell’opera solo a chi è in possesso della chiave per effettuare la decriptazione, il metering sysetm che registra gli utilizzi dell’opera, ecc. È anche vero però che i professionisti della contraffazione riescono non solo a rimuovere agevolmente tali dispositivi, ma sono anche in grado di riprodurli. Questo è il motivo per il quale si è avvertita la necessità di tutelare adeguatamente questi dispositivi introducendo il divieto di violazione, manipolazione o neutralizzazione degli stessi. Così, in seguito al recepimento della direttiva n. 2001/29/CE, sono state inserite nella legge n. 633/41 sul diritto d’autore gli artt. 102-quater e 102-quinquies al fine di disciplinare le misure tecnologiche di protezione e le informazioni sul regime dei diritti. Un capitolo a parte riguarda la contraffazione dei prodotti alimentari: qui il danno economico e quello alla salute dei consumatori è legato a filo doppio. Il fenomeno che è veramente imponente non si limita solo alla falsificazione e contraffazione, ma anche alla imitazione del prodotto e più complessivamente dalla utilizzazione illecita di simboli e nomi del “Made in Italy”. A differenza del “mercato del falso” nel quale ci confrontiamo con un consumatore spesso consapevole del suo acquisto, in questo crimine il consumatore è sempre raggirato e messo in pericolo. 41 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 E’ necessario distinguere il mercato mondiale dell’agro alimentare piratato, da quello interno. E’ infatti all’estero e soprattutto nel nord America, che da solo rappresenta il 70% del mercato della pirateria agro-alimentare, che si concentra il maggior danno per le imprese italiane. Il fenomeno delle contraffazioni delle produzioni agroalimentari italiane e dell'uso improprio dei marchi di indicazione geografica (DOP, DOCG, IGT, DOP etc.) ha assunto negli ultimi anni una dimensione preoccupante. Secondo stime dell'Ismea - Federalimentare (dati 2003) il valore dell'export di prodotti di imitazione italiana nel mondo è stato di circa 13.945 milioni di euro, mentre il loro valore al consumo è stato di circa 53.500 milioni di euro. Questi dati trovano riscontro nell'area NAFTA (Canada, Stati Uniti e Messico) all'interno di uno studio condotto dalle Camere di Commercio Italiane di New York, Montréal e Città del Messico nel corso del triennio 2003-2005 per conto dell'INDIS (Istituto sugli Studi del Settore della Distribuzione Commerciale). Da questo studio emerge che la percentuale dei prodotti italiani contraffatti sul totale delle esportazioni sul mercato americano è di circa il 70%, per un valore 1,2 miliardi di dollari. In sostanza, le vendite di prodotti che imitano o utilizzano un qualsiasi riferimento all'Italia "Italian sounding" superano di circa dieci volte quelle dei prodotti effettivamente italiani. Il motivo principale per i quali i prodotti italiani vengono imitati è legato al fatto che l'utilizzo, in un prodotto di qualità media, di un nome, marchio o qualunque cosa che richiami l'Italia, consente di posizionare tale prodotto sul mercato con un prezzo superiore di circa il 50%. Basta pensare ad una confezione di pasta prodotta negli USA, che viene venduta con un prezzo al pubblico di 1 dollaro. Se sulla confezione vi è un riferimento all'Italia, il 42 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 prezzo sale a 1 dollaro e 50 cent. Una confezione di pasta realmente prodotta in Italia viene venduta intorno ai 2 dollari. Un altro problema è che negli USA i marchi di indicazione geografica, essendo equiparati a dei marchi ordinari, non godono di una specifica tutela come succede invece nell'UE, dove la registrazione di questi è consentita solo a soggetti collettivi (consorzi di tutela e associazioni di produttori). Dallo studio effettuato dalla Italy-America Chamber of Commerce, i marchi ad indicazione geografica registrati correttamente presso l'USPTO sono 12, su un totale di 149 prodotti DOP e IGT. Vi è quindi una larga parte di marchi non ancora registrati, e, di conseguenza, "a rischio". Viene stimato che il fatturato dell’Italian souding, cioè dei prodotti percepiti dai consumatori come italiani, sia pari a 6 miliardi di euro e che solamente 2 derivano da prodotti effettivamente italiani. Nel mondo intero su 5 prodotti presenti nei supermercati si stima che solo 1 sia autentico mentre gli altri traggono in inganno i consumatori sfruttando immagini, simbologia e denominazioni italiani. Federalimentari e CENSIS hanno quantificato in 50 miliardi di euro il fatturato mondiale delle imitazioni alimentari italiane su 56 miliardi complessivi di giro d’affari dell’export agroalimentare. Diversi i prodotti tutelati oggetto di contraffazione e imitazione. L’esempio più noto è quello del “Parmesan”, conclusasi con una sentenza che ha messo fine all’utilizzo di questo termine, ma non alla sua vendita effettiva. Oppure il Gorgonzola venduto come “Cambozola”, o il Prosciutto di Parma venduto come “Parma Ham”. Ma in giro per il mondo possiamo trovare di tutto. Dai pomodori “San Marzano” coltivati in Argentina, ai vini Chianti e Barbera prodotti in California. Anche in Italia il fenomeno, è in crescita, anche se non ha le dimensioni del mercato internazionale. 43 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Nel 2005 sono state 37.330 le ispezioni delle varie Autorità di polizia impegnate nella repressione delle frodi. 12.800 le persone segnalate alla Magistratura, oltre 55 milioni e mezzo le confezioni di prodotti sequestrati per un valore di circa 110 milioni di euro. Più di un terzo delle Notizie di Reato riguardano il sud. Tra le categorie più colpite sono i sughi pronti per la pasta (97%), i pomodori in scatola (76%), il caffè (51%), la pasta (28%), l’olio di oliva, le mozzarelle, specialmente quelle di “bufala” o “fior di latte”. Le organizzazioni dei coltivatori denunciano cifre allarmanti. Sono oltre 2 miliardi di chili il latte e la crema di latte importate dall’estero, formaggi e latticini venduti con marchi italiani appiccicati nei porti. Ettolitri di olio di sansa o di colza che si trasformano in olio extavergine di oliva. I cinesi sono da sempre, i campioni del prodotto contraffatto. Sono 35.000 le confezioni i funghi sott’olio di venduti come italiani, ma anche funghi e tartufi essiccati, noccioline, e aglio, quest’ultimo risultato alle analisi anche tossico, mentre per quanto riguarda i pomodori conservati dopo l’obbligo di indicare in etichetta l’origine, le importazioni sono calate drasticamente del 40%. La frutta e verdura proviene quasi elusivamente dai paesi nordafricani. L’olio, oltre che dalla Turchia che ci invade con le sue nocciole, arriva dal Cile e dal Sud America, così come il vino. 44 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 4 - Conclusioni E’ evidente che sono sempre più necessarie politiche di maggior tutela delle aziende con conseguente garanzia di tutela per i marchi e i design depositati ed un investimento di risorse mirato all’informazione sul fenomeno e sulle sue conseguenza sulla crescita del Paese rivolto ai cittadini perché si rivolgano ad una scelta di prodotti che porti ad un consumo più consapevole. Non è utile innalzare barriere protezionistiche che a loro volta scatenerebbero altre guerre commerciali, ma occorre tolleranza zero nei confronti della concorrenza sleale fondata sulla falsificazione e sul dumping sociale e lavorare in funzione della trasparenza, della qualità, dell’innovazione. E’ infatti una vecchia consuetudine italiana quella di presentare la “contraffazione” solo come una “frode” nei confronti di consumatori. Il 70% di questi acquistano consapevolmente merce contraffatta, giustificando la scelta per il prezzo, ovvero di accontentandosi di un similvero, assolutamente incurante non solo dei danni economici che un tale prodotto crea, ma anche del fatto che i suoi denari andranno a finanziare altre attività criminali. In Italia la contraffazione è in grande crescita perché c’è una sua forte richiesta sul mercato, che purtroppo e “tollerato” dalle autorità. Viene quindi dato all’opinione pubblica, grazie anche ai mass media che non affrontano mai il problema dal fronte della sicurezza, l’immagine di un fenomeno con caratteristiche principalmente di impatto sociale piuttosto che l’insieme di gravi reati penalmente perseguibili. 45 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 5 - Project Work e attività svolta In qualità di Ispettore per la sicurezza dei prodotti e la tutela del consumatore in servizio presso la Camera di Commercio di Pistoia, mi sono fatto promotore con la mia Amministrazione per una campagna informativa da portare presso i consumatori e gli studenti della provincia pistoiese. Saranno quindi tenuti presso istituti scolastici pistoiesi dei seminari informativi sui pericoli e le conseguenze della contraffazione. Per l’evento ho predisposto il pieghevole, di sotto riportato che verrà distribuito nelle scuole e presso centri commerciali e mercati della provincia. E’ stata da me realizzata inoltre una presentazione in Power Point, di seguito riportata, che verrà proposta durante il seminario nelle scuole. 46 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Articolo dell’iniziativa anticontraffazione apparso sul quotidiano LA NAZIONE in data 18 maggio 2007 47 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 48 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 Pagine esterne ed interne del pieghevole realizzato per essere diffuso presso Centri commerciali, mercati e scuole della provincia di Pistoia 49 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 PRESENTAZIONE IN POWER POINT La seguente presentazione verrà profetata nelle scuole durante i seminari informativi 50 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 51 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 52 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 53 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 54 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 55 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 56 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 57 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 58 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 59 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 60 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 61 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 62 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 63 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES DAVIDE PACINI – SST IN SCIENZE CRIMINOLOGICHE - SECONDO ANNO A.A. 2006/07 6 - Bibliografia EDWIN SUTHERLAND Il crimine dei colletti bianchi, Giuffrè, Milano, 1987. 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