Assassinio nel Fa Cattedrale di Canterbury
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Assassinio nel Fa Cattedrale di Canterbury
Assassinio nel Fa Cattedrale di Canterbury (Versione Metrica di Vittorio Pagano) Tre anni dopo la morte di Thomas Becket, l'arcivescovo trucidato dai cavalieri di Enrico 11 il giorno di Natale del 1170 , Guernes de Pont-Sainte-Maxence scrisse « LA VIE DE SAINT THOMAS LE MARTYR », un poema narrativo in dialetto anglo-normanno, il cui testo noi abbiamo consultato nell'edizione di F. Walberg, Lund, 1922. Oltre che come documento storico, quest'opera è importan tissima per i suoi eccezionali attributi di stile e di linguaggio. E' in strofe di cinque alessandrini monorbnici, d'una chiarezza e d'un vigore che annunziano il tono di Corneille. Il brano qui tradotto basta a far comprendere che ci si trova innanzi ad uno dei più indiscussi capolavori del Medioevo, anche se il metro che abbiamo adottato pecca d'infedeltà, nel tentativo di soddisfare, insieme, l'esigenza di struttura dell'originale e il gusto del lettore \moderno. Fuori si stanno i cavalieri armando : si tolgono la cotta, pende d'acciaio alla cintura il brando. Ecco che ognuno trotta sul suo destriero. Pronti all'esecrando crimine, tutti armati s'avanzano. E dal Vescovo, portando l'annunzio, molti sono già scappati. I monaci gli fanno : « Al monastero cantano i vespri. O Sire, correte, il vostro posto è lì ! Davvero vi vogliono ghermire quei turpi e trarvi morto o prigioniero. » E dice loro il pio : « Non mi vedrete scosso a un tal pensiero. Qui la sentenza aspetterò di Dio. » E dunque in armi i baccellieri, adesso, arrivano alle porte della stanza. Ma un monaco l'accesso ne vieta, ché una forte barriera, entrando, dall'interno ha messo. E i quattro lì, che intanto spingono a furia, spingono da presso, per catturare e massacrare il Santo. 95 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Ma, visto che la forza alla ruina della porta non vale, Robert du Broc esclama, serpentina mente che sa ogni male: O franchi cavalieri, o gente fina, seguitemi, altro varco vi mostrerò. » E di fianco alla cucina si muove il gruppo e penetra nel parco. Dal parco, dritta va una galleria, proprio a quell'uscio. Chiuso da tempo n'è il passaggio. Perché sia di nuovo messa in uso, si sta abbattendo lo scalone — e via già sono i carpentieri a pranzo andati. E' in questa galleria che s'addentrano i quattro cavalieri. Du Broc in casa per di là s'affretta. Agli altri tre messeri porge, per trarli sopra, una scaletta. Gli arnesi degli artieri si prendono, biségolo ed accetta, che per la scalinata servivano : con essi si progetta di rompere ogni porta inchiavardata. Udendoli, la gente del Prelato si disperde scappando come gregge per lupi, o come è stato degli Apostoli quando videro la sgherraglia di Pilato Gesù Cristo ghermire, venuto al mondo ad essere inchiodato sulla croce e la Chiesa a stabilire. Non resta un solo servo a lui davanti, ma qualche secolare, poi che ce n'è d'intrepidi e prestanti. Né teme di restare mastro Grim e non so monaci quanti. Tutti prendono il forte che siede e aspetta, calmo e senza pianti, la fine dei suoi giorni, la sua morte. Infatti, dall'esilio d'oltremare tornato lì, al cospetto di molti, come ho udito raccontare, egli aveva predetto che sarebbe spirato allo spirare '96 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce di quell'anno : ed all'anno mancavano tre dì. Sta per passare adesso il terzo — e a morte lo trarranno. Anche a Natale, innanzi a più persone, che s'erano adunate per ascoltarne al solito il sermone, egli affermò: « Sappiate che per morte tornai. » La predizione oggi si compie. E tanto bene visse e morrà, che con ragione chiamare lo si può martire e santo. Quando, inoltre, il sermone fu finito, un chierico presente, Alexandre de Galles, fu sentito profetare alla gente che s'accalcava: « Abbiamo in questo sito Sant'Alfio, veramente martire. A Dio piacendo, riverito un altro ne vedrete immantinente. » Perciò Tommaso aspetta e ha rifiutato la fuga. Nell'attesa della sua morte, è calmo, imperturbato. « Forse nessuno in chiesa oserebbe assalirmi » egli ha pensato, e quindi aspetta in quello ch'è il posto suo. Ma Dio gli ha riservato di cadere in un luogo assai più bello. Sono i fidi che vogliono sia tratto in chiesa propriamente, e non si può portarvelo che a patto d'usargli forza. O gente, se tu vedessi! Il Vescovo s'è fatto spingere, trascinare! Ma sono chiusi gli usci, il muro è intatto, e come mai faranno per passare? Ecco : contigua alle altre, è collocata una stanza e s'accede per essa al chiostro come via privata. A quell'ora si vede però che da un lucchetto è già sbarrata. Quegli esseri in piviale sono intontiti : ormai la ritirata è impedita da un blocco ovunque uguale. 97 7 - LA ZAGAGLIA Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Ma all'uscio della stanza va un chiercuto, il lucchetto afferrando con le due mani. E Dio gli porge aiuto. Miracolo! Allorquando lo tocca, nelle mani gli è caduto quel lucchetto, da solo, quasi fosse col vischio sostenuto. Il monaco apre l'uscio. Entra lo stuolo. Allora il Santo è trascinato in chiesa, egli che la sua morte di buon grado aspettava. E' in una presa che non s'allenta : forte lo tirano, lo spingono a contesa. Nel chiostro sono entrati senza indugio, così, tutti d'intesa. Per due volte, però, si son fermati. Poiché, toccando terra, non appena i piedi posa a terra, il Vescovo protesta a voce piena scacciando chi l'afferra: « Perché tirarmi qui con tanta lena? Perché spingermi tanto? Lasciatemi! » Ma infine lo si mena dov'è deciso — e nella chiesa è il Santo. E come nella chiesa lo depone la sua devota scorta, i cavalieri, in pugno lo spadone, valicano la porta del chiostro con il giaco a protezione. E c'è con loro un tale Hugues Mauclere, ed egli ha per padrone Robert du Broc : è fradicio di male. Vengono i quattro a compiere il reato. Li seguono da lunge ancora quattro. Ed Hugues s'è accodato al primo gruppo e giunge al tempio. L'altro gruppo ch'è arrivato non entra, sta lì attorno: esso nel chiostro, poi, sarà incontrato da quei figli del diavolo, al ritorno. Contro di loro è messa, ora, un'adatta spranga alla porta. Ha urgenza Tommaso invece di vederli, e scatta: « Per la santa obbedienza, s'apra! La loro volontà sia fatta. Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Sono ciechi e ignoranti. Se per voi di resistere si tratta a quell'uscio, io non faccio un passo avanti. Né ròcca né fortezza né torrione deve nessuno fare della casa di Dio, vero Padrone. Ma noi dovremo stare in sua difesa, sempre, noi persone di chiesa, servitori e suoi ministri, e i corpi all'occasione ci tocca opporre contro i malfattori ! » Sgombra la porta e l'apre, così detto, e respinge la schiera dei fidi avversi al perfido progetto. Poi parla in tal maniera : « Cosa temete? » E quelli : « Ecco, in assetto di guerra non vedete i cavalieri? » Ed egli fa : « M'affretto ad incontrarli. » Ed essi : « Non ci andrete ! » Sopra i gradini a nord è spinto adesso. Sotto la protezione dei Corpi Santi vogliono sia messo. « A Dio la decisione ! » dice il Vescovo ai monaci : « Qui presso nulla da fare avete. Lasciatemi tranquillo con me stesso. Cantate í vespri in cantorìa, correte! » E la banda di Satana ha varcato proprio allora la chiesa. Nel pugno destro il brando è sfoderato, mentre la scure è presa con il sinistro. Il quarto s'è portato il biségolo. E' tolta però la vista, agli empi, del Prelato da un pilastro che regge l'alta vòlta. Tre cavalieri, a quel pilastro accanto, cercano il « traditore del re » (così lo chiamano). Frattanto Raynaud, con gran furore, dall'altra parte interroga un affranto monaco : « Dov'è andato il vescovo? » E a quel punto dice il Santo: « Raynaud, se tu mi cerchi, m'hai trovato. » 99 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Di « traditore » il nome il buon Prelato non ode. Quando sente però accennare al « vescovo », drizzato in piedi, prontamente, lascia il gradino. E il reo che l'ha chiamato vede e va incontro a quello: « Raynaud, se tu mi cerchi, m'hai trovato. » Raynaud l'afferra all'orlo del mantello. « Raynaud, di bene te n'ho fatto tanto! » dice il pio : « Reclamarmi tu perché mai, così, nel luogo santo, e qui venire in armi? » E Raynaud, figlio d'Urs, l'assale a schianto e grida : « Lo sapete! » E l'attira e lo scrolla tutto quanto: « Traditore del re, con me verrete! » Pensa di trarlo fuori dalla chiesa, ed ora giustamente il Vescovo s'indigna. Troppa offesa gli fa quel malvivente: la sua persona è spinta, è scossa, è lesa. Uno strattone il Santo gli dà — e Raynaud, ch'è colto di sorpresa, rincula e perde dalle mani il manto. Tommaso esclama: « Via di qua, reietto ! Traditore non sono e quest'accusa non te la permetto ! » Allora, in altro tono, Raynaud, che ha meditato in sé un pochetto, dice così: « Fuggite ! » Ma il Santo gli risponde: « No, vi aspetto. Qui sarà svolto il crimine che ordite. » All'ala nord il nobile Prelato s'è voluto portare, e sotto una colonna sta appoggiato. Si leva fra un altare e l'altro la colonna : consacrato fu il primo al nome schietto della Madre di Dio, vide innalzato il secondo per sé San Benedetto. E s'avventano lì gl'indemoniati contro il Vescovo buono: « Ora assolvete gli scomunicati e quelli che si sono tratti per voi al capestro o imprigionati! » 100 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Ma dice il Santo : « Niente farò che già non feci. » Gli arrabbiati di morte lo minacciano aspramente. E fa Tommaso : « No, non ho timore della vostra minaccia. All'estremo martirio ho pronto il cuore. Ma i fidi miei vi piaccia lasciarli andare via senza dolore. Fate di me soltanto ciò che dovete fare. » Anche se muore, non scorda il gregge suo il pastore santo. Sul Monte degli Olivi, a notte nera, nostro Signore, quando v'andò a pregare, fece in tal maniera. Domandarono urlando, quelli che lo cercavano, dov'era il Cristo. E dolcemente : « Io sono qui, » diss'egli a a quella schiera « ma lasciate che vada la mia gente. » Mastro Grim prende il Santo a protezione fra le braccia, vedendo gettarsi i cavalieri all'uccisione. Contro l'assalto orrendo, a tutti saldo e intrepido s'oppone. E' il solo dei presenti che non fugge: fuggiti, all'invasione, sono i chierici, i monaci e i serventi. Ed egli a scudo di Tommaso resta finchè dura l'offesa. E dice ai rei : « Cosa volete? Questa è rabbia! Siete in chiesa, e in un giorno festivo ! Oh che funesta colpa infierire tanto sul Vescovo ! » Ma quelli, tempio o festa, non accennano più a lasciare il Santo. E il Santo il suo martirio sa vicino. Con le mani davanti agli occhi, si rimette al suo divino Padre, affidando ai Santi e specie a San Dionigi il suo destino e quello della Chiesa: Dionigi è il santo martire che sino ad oggi, o dolce Francia, t'ha difesa. Provincia di Lecce - Mcdiateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Guillaume avanza e a Dio non rende onore. Può muoversi leggero, ché non ha più l'usbergo. II « traditore del re » cerca quel fiero. Poi che non può gettare il pio pastore fuori di là, in istrada, il capo gli percuote a gran furore con un colpo terribile di spada. In cima la corona n'è spaccata, e quella santa testa è rotta gravemente e fracassata. Ferita anche ne resta la spalla, la sinistra, ov'è calata l'arma che il manto straccia e le vesti e la pelle, forsennata, a Grim tagliando quasi in due le braccia. E Grim il corpo lascia, a quel fendente. Rugge Guillaume : « Addosso ! » E Raynaud, figlio d'Urs, lui nuovamente, colpisce a più non posso. Ma non s'abbatte il Vescovo. E furente altri colpi gli sferra Guillaume de Tracy: sanguinolente schizzano le cervella — e il Santo è a terra... Mentre i vili allo scempio e all'uccisione si sono accesi tanto, straziandolo così con lo spadone, né gemito né pianto ha fatto udire il pio, né implorazione. E un piede od una mano non ha tirato a sé: nella passione, rimesso ha il suo coraggio a Dio sovrano. Hugues de Moreville è corso fuori: respinge il subentrato popolo che rivela i suoi timori di perdere il Prelato. Fors'egli, nei rimorsi accusatori, vede chiaro in se stesso e vuole riscattarsi dagli orrori che poco fa, sacrilego, ha commesso... Hugues Mauclerc, che dopo gli altri è entrato, con il piede s'arresta sul collo di Tommaso martoriato. Gli stacca dalla testa con la spada il cervello — e l'ha scagliato sul pavimento. Poi si mette a urlare: « Andiamo via. E' passato. Egli mai più risorgerà fra noi! » 102 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce