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Joshpreet Tiwana
Associate - Product Specialist
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Market Insight – Mercati Forex
Dollaro in calo
30 gennaio 2017
Frenata dello slancio
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Venerdì prossimo, la pubblicazione del primo rapporto 2017 sull’occupazione non agricola potrebbe segnare il destino del
dollaro USA nel breve periodo. Il seguitissimo indice del dollaro USA (DXY) ha registrato nel mese una correzione del 2,9%,
cedendo parte del marcato rialzo del 7,1% messo a segno nel quarto trimestre dello scorso anno. Un dato occupazionale
robusto potrebbe riaccendere le aspettative di aumento dei tassi e rimettere in discussione l’esito dell’assemblea della Federal
Reserve (Fed) di marzo (le probabilità di un rialzo dei tassi sono ora stimate al 20% circa*), mentre un risultato debole
potrebbe corroborare la previsione di una Fed più accomodante rispetto ad oggi. Allo stato attuale, il dollaro USA è esposto a
ulteriori ribassi potenziali nei prossimi mesi poiché la Fed resterà a guardare (cioè non apporterà rialzi dei tassi a marzo) e le
forti posizioni speculative sono in via di riassorbimento. È questo lo scenario più verosimile rispetto alla GBP e all’EUR,
mentre il JPY ha già registrato una marcata correzione e le valute dei paesi produttori di petrolio continuano a patire difficoltà
legate all’offerta.
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Anche le posizioni espresse dal governo USA, e in particolare da Trump e da Steven Mnuchin designato segretario del Tesoro,
possono influenzare gli umori dei mercati sul biglietto verde. Entrambe queste figure hanno sottolineato le ripercussioni
negative di un “dollaro USA troppo forte” sull’economia americana nel suo complesso e ulteriori dichiarazioni potrebbero
accentuare le dinamiche ribassiste attualmente associate alla divisa.
Fonte: Bloomberg, ETF Securities
Livelli elevati ed eccessivi
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I dati sulle posizioni speculative nei futures evidenziano una parziale diminuzione delle posizioni lunghe nette sul dollaro USA
nelle ultime settimane. Tuttavia, le posizioni lunghe lorde sul biglietto verde restano particolarmente elevate e quelle corte
vicine ai minimi storici (cfr. Figura 1); un’ulteriore correzione rimane dunque potenzialmente verosimile. Da un punto di vista
tecnico, ad inizio anno gli indicatori del momentum hanno registrato una frenata per il dollaro USA, ma conservano una
tendenziale linea ribassista e una certa distanza da un’inversione di rotta. La coppia EUR/USD si attesta a 1,07, con un
ritracciamento di Fibonacci di poco inferiore al 38,2%, e ogni rottura potrebbe avvicinare il cambio verso la sua media mobile
*Tutti i dati citati sono tratti da Bloomberg salvo diversa indicazione.
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giornaliera (MMG) a 100 giorni pari a 1,082. In parallelo, il fixing GBP/USD ha recentemente superato la sua MMG a
50 giorni ed è potenzialmente in grado di raggiungere il livello di 1,28, con un ritracciamento di Fibonacci del 38,2%.
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