ETF Securities - Ricerca azionaria
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James Butterfill Executive Director – Head of Research & Investment Strategist Aneeka Gupta, CFA Associate – Equity & Commodities Strategist [email protected] 10 maggio 2016 ETF Securities - Ricerca azionaria Il buono, il brutto e il cattivo dei mercati cinesi Sintesi Gli indicatori macroeconomici cinesi segnalano un punto di svolta positivo, ma l'eccesso di debito rappresenta un rischio incombente. La Cina deve trovare il giusto equilibrio tra la nuova economia trinata dai consumi e il rallentamento della vecchia economia basata sugli investimenti per frenare il ritmo di espansione del credito. I P/E ridotti delle società finanziarie a controllo statale danno un quadro distorto delle valutazioni azionarie cinesi. L’unico modo per riportare gli investitori internazionali sui mercati azionari cinesi è attraverso una maggiore trasparenza e chiarezza nelle comunicazioni sulle politiche economiche. Segnali di una ripresa incipiente Dopo un inizio d’anno difficile, i dati macroeconomici ufficiali pubblicati dalla Cina su variabili quali il PIL, gli investimenti in immobilizzazioni, la produzione industriale e le vendite al dettaglio (trainate da auto ed e-commerce) suggeriscono che l’economia potrebbe aver raggiunto un punto di svolta. Un intervento concertato da parte delle autorità volto a stimolare la crescita nel settore immobiliare tramite la riduzione dei tassi ipotecari e degli acconti e un aumento dei prestiti ha favorito una ripresa delle vendite di abitazioni. L’aumento della superficie degli edifici in costruzione costituisce un altro segnale dell’accelerazione in atto nel comparto edile. Ad aprile l’attività d’impresa complessiva in Cina ha registrato un’espansione per il secondo mese consecutivo, sia pur a un ritmo più lento rispetto a marzo. Il tasso di crescita dei nuovi ordinativi ha raggiunto il livello più alto dell’ultimo trimestre. Chiaramente un’economia trainata dai consumi interni sta cercando di colmare il vuoto lasciato dall’attività manifatturiera. Anche se nel miglioramento della maggior parte degli indicatori macroeconomici si scorgono segnali di una ripresa incipiente, il livello di debito persistente e crescente costituisce una grave minaccia per l’economia cinese. 237% e oltre I tassi di crescita straordinari registrati finora dalla Cina sono stati finanziati tramite debito. Il volume del credito in Cina è balzato dal 164% del PIL nel 2008 all’attuale 237%, superando nettamente il dato corrispondente di altri mercati emergenti e continuando a crescere. Benché altri paesi presentino livelli di debito più elevati, il caso cinese suscita timori per via del recente ritmo di espansione del credito, che si accompagna a una diminuzione della qualità. L’interrogativo che si pongono le autorità cinesi è se la nuova economia trainata dai consumi possa continuare a crescere anche a fronte di una riduzione del credito al settore privato. Entro la fine del 2016 in Cina giungeranno a scadenza obbligazioni in valuta locale per 3700 mrd di yuan (567 mrd di USD), proprio in una fase in cui la fiducia degli investitori risulta indebolita dalle notizie riguardanti le inadempienze di sette società che si sono succedute dall’inizio dell’anno. I prestiti deteriorati hanno raggiunto la cifra record di 1300 mrd di yuan, equivalenti all’1,7% dei prestiti complessivi, e fatti non confermati Il valore degli investimenti può aumentare o diminuire e gli investitori potrebbero perdere interamente o in parte il capitale investito. I risultati passati non sono una garanzia di quelli futuri. 2 ETF Securities Ricerca 2016 suggeriscono che il dato sia più elevato di quanto ufficialmente dichiarato. Mentre nella maggior parte degli altri paesi la crescita dei prestiti deteriorati ha evidenziato di recente una diminuzione, la Cina rimane un’eccezione come evidenziato dal grafico in basso. Il saldo dei prestiti in essere in percentuale della capitalizzazione di mercato alla stessa data si attestava a un massimo storico del 4,09%. Nel 1999 alcune società di gestione create allo scopo alleggerirono le quattro grandi banche statali dei rispettivi prestiti deteriorati, acquistando tali crediti mediante obbligazioni decennali garantite dallo Stato. La rapida espansione registrata dall’economia cinese nel decennio successivo contribuì a ridurre il livello del debito dal 20% a quasi il 5% del PIL. Tuttavia, dato che tali obbligazioni sarebbero giunte a scadenza nel pieno della crisi finanziaria del 2009, al tempo si ritenne prudente estendere le scadenze (al 2019) anziché riconoscere le perdite. Le autorità cinesi hanno recentemente annunciato l’intenzione di occuparsi dei prestiti deteriorati nel settore bancario con una conversione dei crediti in capitale di rischio e la cartolarizzazione di tali prestiti. La conversione permetterà alle banche di sostituire i crediti deteriorati nei loro portafogli con partecipazioni azionarie nelle società in difficoltà. Tale misura consentirà senz’altro agli istituti bancari di ridurre gli accantonamenti per perdite su crediti, favorendo un impiego migliore del loro capitale, ma è difficile valutare quanto tempo occorrerà alle società in difficoltà per rimettersi in sesto. Riteniamo che queste soluzioni non siano esaustive, ma servano semplicemente a rinviare l’inevitabile a una data futura. Volatilità di mercato amplificata dal margin trading L’aumento stratosferico dei prestiti a margine, cresciuti del 3057% dal settembre 2012, ha spinto l’MSCI China A Index al livello record di 5458,9 pt nel giugno 2015. Livelli di leva così elevati spiegano la rapida ascesa del mercato verso il picco e la brusca flessione registrata successivamente. L’aumento dei corsi azionari ha permesso inizialmente di pagare agevolmente gli interessi sui prestiti contratti, ma non appena le quotazioni hanno cominciato a diminuire le perdite degli investitori hanno iniziato a superare le somme dovute, costringendo molti di essi a liquidare rapidamente le proprie posizioni azionarie e aggravando la tendenza al ribasso. Nel tentativo di arginare tali rischi, le autorità di vigilanza hanno posto per la prima volta un limite alle operazioni di margin trading e short selling, fissandolo a 4 volte il patrimonio netto di un intermediario. Dall’inizio del 2016 il saldo delle operazioni a margine in essere è diminuito del 35%, con ripercussioni dirette sul mercato. Attività di trading indebolita dall’interferenza delle autorità I mercati azionari cinesi hanno avuto un inizio d’anno turbolento che ha costretto a una sospensione delle contrattazioni per ben due volte in una settimana, con l’attivazione di un nuovo “circuit breaker” in seguito ad altrettanti ribassi del 7%. Benché fosse stato adottato con l’intenzione di evitare le vendite da panico, il meccanismo si è dimostrato controproducente ed è stato rimosso a pochi giorni dalla sua introduzione. La scarsa trasparenza dimostrata dall’autorità di regolamentazione del mercato finanziario ha Il valore degli investimenti può aumentare o diminuire e gli investitori potrebbero perdere interamente o in parte il capitale investito. I risultati passati non sono una garanzia di quelli futuri. 3 ETF Securities Ricerca 2016 fatto più male che bene, intaccando la fiducia degli investitori. Valutazioni azionarie non proprio convenienti Il P/E dell’MSCI China A Index si attesta attualmente a quota 18, un livello apparentemente interessante. In realtà, tuttavia, tale multiplo è artificialmente ridimensionato dai titoli finanziari, che rappresentano il 35% dell’indice e presentano valutazioni contenute, pari a 4 volte gli utili. Eliminando il settore finanziario e considerando lo scarto di valutazione (la differenza tra il P/E dell’MSCI China A Index, finanziari esclusi, e quello dell’MSCI China Financial Index) otteniamo un valutazione più realistica per l’MSCI China A Index, pari a 28 volte gli utili. Conclusioni Nonostante le crescenti indicazioni che la politica monetaria accomodante abbia favorito un miglioramento della maggior parte degli indicatori macroeconomici, riteniamo che la Cina presto o tardi dovrà fare i conti con il continuo aumento del proprio onere debitorio. Il ritmo allarmante di espansione del credito, abbinato al deterioramento della qualità dei prestiti, impone alla Cina di attuare una transizione da un’economia basata sugli investimenti a una trainata dai consumi. La mancanza di chiarezza e trasparenza da parte delle autorità di regolamentazione del mercato azionario ha raffreddato la fiducia degli investitori. Le azioni cinesi sono meno convenienti di quanto appaiono, poiché le loro valutazioni sono rese più appetibili dai multipli risicati dei titoli finanziari. Per il momento restiamo prudenti sulle azioni cinesi, in attesa di un consolidamento dei segnali di ripresa. Il valore degli investimenti può aumentare o diminuire e gli investitori potrebbero perdere interamente o in parte il capitale investito. I risultati passati non sono una garanzia di quelli futuri. 4 ETF Securities Ricerca 2016 Informazioni importanti Generale Se effettuata all'interno dell'Italia, la presente comunicazione è stata predisposta e pubblicata, ai sensi dell’art.21 del Financial Services and Markets Act 2000 da ETF Securities (UK) Limited (“EFTS UK”), una società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority (“FCA”) (Autorità per i servizi finanziari) del Regno Unito. Le informazioni contenute nella presente comunicazione non costituiscono un'offerta di vendita né un sollecito ad acquistare titoli. La presente comunicazione non dovrebbe essere utilizzata come base per assumere decisioni d'investimento. I rendimenti passati non sono necessariamente garanzia di rendimenti future. 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