ETF Securities Ricerca sul mercato delle materie prime:
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Nitesh Shah Director – Commodity Strategist [email protected] 4 maggio 2016 ETF Securities Ricerca sul mercato delle materie prime: Il rialzo del petrolio regge Sintesi In un quadro di crescita della domanda e diminuzione dell’offerta, nel 2016 il mercato può trovare un equilibrio. Probabilmente molti membri dell’OPEC ridurranno l’offerta. È difficile che l’Iran incrementi la produzione fino ai livelli precedenti alle sanzioni. Per soddisfare la futura domanda di petrolio, i prezzi dovranno salire ancora. entrare in produzione in paesi come il Brasile e la Russia, prevediamo una contrazione dell’offerta in quasi tutti i paesi produttori non aderenti all’OPEC. Verso l’equilibrio di mercato Il netto miglioramento della fiducia degli investitori nei confronti del petrolio ha spinto al rialzo il prezzo del Brent da meno di 28 USD al barile in gennaio a oltre 43 USD al barile. Siamo convinti che questi aumenti di prezzo siano sostenibili e non derivino da logiche puramente speculative. In base alle previsioni sulla domanda elaborate dall’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), nel terzo trimestre 2016 registreremo verosimilmente un deficit dell’offerta globale di petrolio, anche escludendo una riduzione della produzione rispetto ai primi tre mesi dell’anno. In ogni caso continua a diminuire l’offerta proveniente da fonti non-OPEC. In buona parte la flessione va ascritta agli Stati Uniti, dove gli effetti ritardati dei tagli agli impianti petroliferi del 20142015 stanno intaccando pesantemente l’offerta. A dicembre 2015 la spesa globale per investimenti petroliferi decresceva a un tasso del 32% su base annua. Nonostante alcuni progetti importanti – in fase troppo avanzata per essere abbandonati – continuino a Si ridurrà anche quella dell’OPEC? Anche se quest’ultima non è riuscita a coordinare un blocco della produzione, ad esclusione dell’Iran la maggior parte dei suoi membri sta già attuando tagli alla produzione che riteniamo proseguiranno. L’Iran cerca di riportare i suoi volumi ai livelli pre-sanzioni (3,7 milioni di barili al giorno) e, a tal fine, ha incrementato la produzione da 2,8 milioni di barili al giorno nel primo trimestre 2015 a 3,3 milioni nel primo trimestre 2016. Riteniamo tuttavia che stenterà a innalzare i volumi oltre i 3,5 milioni di barili al Il valore degli investimenti può aumentare o diminuire e gli investitori potrebbero perdere interamente o in parte il capitale investito. I risultati passati non sono una garanzia di quelli futuri. 2 giorno entro il 2017, poiché necessiterebbe di notevoli infrastrutture, difficilmente realizzabili vista la revoca solo parziale delle sanzioni e la persistente debolezza dei prezzi del petrolio. ETF Securities Ricerca 2016 all’espansione aggressiva della capacità produttiva attuata in passato. Timori eccessivi per le scorte Le scorte statunitensi di greggio sono aumentate notevolmente successivamente al crollo delle quotazioni petrolifere del novembre 2014. Ciò malgrado, data la flessione della produzione negli Stati Uniti, siamo convinti che i limiti di stoccaggio saranno alleggeriti. Negli Stati Uniti le scorte immagazzinate hanno probabilmente raggiunto il 70-80%ii della capienza, ma considerando la possibilità di esportare il petrolio nazionale e lo sviluppo di capacità di stoccaggio in altri paesi, reputiamo eccessivi i timori dei mercati sui livelli delle scorte statunitensi. Sotto il peso dei bassi prezzi del greggio, i paesi OPEC continuano a ridurre anche la spesa pubblica. Si prevede che nel 2016 le partite correnti del Consiglio direttivo dei paesi del Golfo e dell’Algeria passeranno da un solido avanzo a un deficit dell’8% circa del PIL. Riteniamo estremamente difficile che i paesi dell’OPEC investano in un’espansione della capacità produttiva, che in tali condizioni consentirebbe di aumentare sensibilmente la produzione. Entro il 2017 la sovraccapacità produttiva è probabilmente destinata a scendere dai 3,98 milioni di barili al giorno del 2010 a 1,57 milioni di barili al giorno. A fronte di questa riduzione, sarà difficile gestire le interruzioni non programmate senza far impennare i prezzi. Episodi come questi sembrano avvenire sempre più spesso in Arabia Saudita e in Kuwait negli ultimi tempi. Oggi è soprattutto la Cina ad investire nell’ampliamento della capacità di stoccaggio. Tra il 2006 e il 2016 il paese ha accantonato riserve strategiche di petrolio pari a 200 milioni di barili. Secondo l’IEA, nel solo 2016 tali riserve cresceranno di 110 milioni di barili (a cui vanno aggiunti 35 milioni di barili a destinazione commerciale). Come soddisfare la domanda futura I black-outi, l’iperinflazione e le ferie forzate potrebbero tradursi in interruzioni sempre più frequenti dell’estrazione di petrolio anche in Venezuela. Nel suo piano “Vision 2030” l’Arabia Saudita spiega che intende ridurre la propria dipendenza economica dal petrolio. Se questo piano trovasse conferma, il paese potrebbe rinunciare A nostro parere la domanda globale di petrolio, che si attesta oggi intorno a 95 milioni di barili al giorno, potrebbe salire a 98 milioni di barili entro il 2020. I giacimenti petroliferi oggi attivi riescono a garantire appena 80 milioni di barili. Per reperire i 18 milioni di barili mancanti, i prezzi del petrolio devono salire. Il prezzo di break-even del petrolio da scisti, per esempio, è stimato in 65 USD al barile.iii Il valore degli investimenti può aumentare o diminuire e gli investitori potrebbero perdere interamente o in parte il capitale investito. I risultati passati non sono una garanzia di quelli futuri. 3 ETF Securities Ricerca 2016 i Il paese dipende fortemente dall’energia idroelettrica e la penuria di acqua ha provocato chiusure degli impianti. Gli ultimi dati sulla capacità di stoccaggio risalgono al settembre 2015. Da allora la capienza disponibile è cresciuta, ma i dati dell’EIA relativi al marzo 2016 saranno diffusi solo a maggio. ii iii La linea nel grafico rappresenta il prezzo di break-even medio ponderato del petrolio, ossia il prezzo del Brent in corrispondenza del quale il valore attuale netto è pari a zero basandosi su un tasso di sconto reale del 7,5%. Le fasce intorno al prezzo di break-even rappresentano l’intervallo di confidenza del 60%. I giacimenti produttivi presentano un punto di break-even basso per via delle spese d’investimento già ammortizzate e del petrolio mediorientale a buon mercato. Informazioni importanti Generale Se effettuata all'interno dell'Italia, la presente comunicazione è stato predisposto e pubblicato, ai sensi dell’art.21 del Financial Services and Markets Act 2000 da ETF Securities (UK) Limited (“EFTS UK”),una società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority (“FCA”) (Autorità per i servizi finanziari) del Regno Unito. Le informazioni contenute nella presente comunicazione non costituiscono un'offerta di vendita né un sollecito ad acquistare titoli. La presente comunicazione non dovrebbe essere utilizzata come base per assumere decisioni d'investimento. I rendimenti passati non sono necessariamente garanzia di rendimenti future. Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, un messaggio pubblicitario né un’eventuale ulteriore misura a sostegno di un’offerta pubblica di azioni negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli stessi. 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