E ora addio ma non per sempre amata infanzia

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E ora addio ma non per sempre amata infanzia
''E ora addio ma non per sempre amata infanzia''
Introduzione
La scelta del titolo da assegnare alla nostra tesina è ricaduta su due versi della lirica Infanzia di Saba
che sintetizzano, a nostro parere, tutto ciò che abbiamo racchiuso all’interno del nostro lavoro. Il tema
principale consiste dunque nel tentativo del poeta triestino di allontanarsi, o meglio di distaccarsi dalla
propria infanzia, senza mai riuscirvi.
Il nostro percorso si configura come un itinerario poetico riguardante i primi anni di vita dell’autore, in
cui si evidenziano quattro aspetti per noi molto significativi:
1. l'espiazione del peccato di essere nato;
2. la ricerca dell'identità;
3. la confessione poetica;
4. la ricerca del successo.
Per ogni argomento sono stati analizzati dei testi, ognuno dei quali è apparentemente autonomo, ma
nello stesso tempo legato alle altre poesie. Questo legame nasce da ripetuti collegamenti presenti nei
versi, voluti dal poeta stesso. La sua poesia nasce dal vissuto, dalle esperienze quotidiane, dai ricordi e
da tutto ciò che ha amato suscitando così emozioni che vengono descritte e analizzate nelle sue poesie.
Attraverso l'arte dello scrivere il poeta fa emergere la fragilità, il disordine della sua esistenza e le
aspettative, purtroppo mai realizzate. Tutto ciò fa parte della vita e deve essere accettato nonostante
spesso riservi lunghi periodi di oscurità. Lo scrittore considera se stesso un bambino che tenta di
ascoltare il proprio io, narrato nei suoi versi, considerati troppo arretrati ma che, nel tempo, si sono
rivelati tra i più moderni del ‘900.
Il suo desiderio è quello di attribuire un valore profondo alla poesia, quello di aiutare l'uomo a ritrovare
se stesso, sognando così una vera vita sociale. Tutto questo lo si può ottenere solo analizzandosi, per
poter finalmente raggiungere una totale guarigione. La psicanalisi porta il poeta ad aprirsi e conoscersi,
a riscoprire la sua infanzia come la parte più importante della sua esistenza dove amore e sofferenze
sono state le basi e le cause della sua vita e dei suoi lavori.
Sono presenti continui riferimenti ai momenti di gioia e serenità come ai momenti di tristezza e di
solitudine, alle speranze e alle aspettative che crollano davanti ad una realtà dove la ''madre balia','
testimone di affetto, purtroppo si allontana e la presenza di una ''madre morbosa''e di un padre latitante
risultano sempre presenti, anche se in sordina, nelle sue opere.
Vediamo tutte queste situazioni e questi sentimenti unirsi ed allontanarsi nei suoi versi, ruotare in
continuazione come per dimostrare quanto la sua vita ne sia legata e vincolata. La sua originalità nasce
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proprio dalla sua diversità, dalla consapevolezza che la scrittura porta verità e valore alle opere grazie
alle esperienze personali.
Tutto nasce da una verità, qualsiasi sia la circostanza. Le poesie di Saba giungono fino a noi dopo un
lungo, difficile ed elaborato lavoro svolto sulla lettura di se stesso ed alcune di queste, le più
significative, sono state riportate all’interno del nostro lavoro..
1.Espiazione del peccato di essere nato
''La mia infanzia fu povera e beata''
All'angelo custode era lasciata
sgombra, la notte, metà del guanciale;
mai più cara sua forma ho sognata
dopo la prima dolcezza carnale.
In questo sonetto il poeta descrive il suo rapporto con la balia, considerata la sua seconda madre e
colei che lo proteggeva come un angelo custode, donandogli un rifugio da una vita tormentata dai
ricordi dell'abbandono del padre e da una madre oppressiva.
Con questi versi Saba lascia trapelare il grande dolore che ha provato anche dall'abbandono di colei che
lo ha cresciuto come se fosse suo figlio, la balia.
Il poeta ha sempre vissuto con un senso di vuoto che ha tentato di colmare attraverso il lavoro e
sempre, attraverso le sue poesie, ha voluto espiare la colpa di essere nato. Scrivendo ''metà del
guanciale'' descrive come parte del suo corpo sia stata ferita e mai rimarginata, lasciando cosi un'
evidente cicatrice che lo ha segnato per sempre. Tutto ciò si riscontra in modo chiaro nella scrittura
dove spesso si rifugiava alla ricerca della serenità. Una serenità chiamata ''beata',' avuta in un periodo
breve, ma poi cancellata da una realtà colma di momenti sofferenti, da una vita ricca d'amore ma anche
di dolore. Con il termine espiazione Saba intende l'assoluzione della sua tormentata esistenza attraverso
il dono dell'arte, dove riusciva ad esprimere tutti i suoi sentimenti e le sofferenze di un' infanzia molto
difficile.
La sua opera ha un effetto catartico in quanto Saba cerca per tutta la sua vita di rasserenare il suo animo
tormentato. Durante l'infanzia attraversa momenti molto difficili: nella poesia analizzata scrive ''la mia
infanzia fu povera e beata di pochi amici, di qualche animale; con una zia benefica ed amata come la
madre ,e in cielo Iddio immortale''. Si sentiva solo, e non c'è cosa più triste che ritrovarsi, nel periodo
dell'infanzia dove i bambini non devono far altro che giocare ed essere spensierati, ad affrontare invece
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una situazione di abbandono e infelicità. Infelicità scaturita dalla madre con i suoi momenti difficili che
riversa su suo figlio dandogli modo di pensare che anche la sua vita sarà inutile.
Il poeta descrive ciò che veramente prova, emozioni sia di gioia che di amarezza, esprimibili, secondo
lui, con una ''poesia onesta''. La poesia rappresenta dunque il modo più semplice per cercare la verità e
quindi la felicità.
I greci con il termine atarassia indicavano la felicità assoluta che andava ricercata e da qui possiamo
capire che anche Saba, scrivendo poesie, probabilmente cercasse di raggiungere l'atarassia.
2.Ricerca dell’identità
''Il bimbo è un uomo adesso.''
Il bimbo
è un uomo adesso, quasi vecchio, esperto
di molti beni e molti mali. E' Umberto
Saba quel bimbo.
In questi versi Saba propone l'immagine di un bambino che piange, in quanto strappato dalla sua
spensierata infanzia. Ormai è diventato un uomo, ha vissuto molte esperienze positive e negative che lo
hanno portato ad una maturità adulta. Un uomo tormentato che non ha più vissuto quei brevi momenti
di gioia come quando era con la dolce balia, confidente, amica di cui lui si fidava. Un raggio di luce
che illuminava la sua triste oscurità. Tesi dimostrata già da questi pochi versi dove la sincerità nel cuore
esprime tutto il suo essere bambino ed il suo essere adulto.
Si tratta di un dialogo tra il piccolo Berto e Saba cinquantenne. Il poeta ripercorre la sua infanzia,
ricordando ''una tragedia infantile adorabile'' e trasformando i ricordi in poesia. Questo grazie al suo
percorso psicologico eseguito con lo psicanalista Edoardo Weiss che gli fece tirar fuori i traumi
infantili, oggettivandoli nelle sue poesie. Attraverso gli avvenimenti della sua vita, senza un padre, con
problemi interiori che causavano gravi conflitti, si trovò vicino al suicidio.
Un'altra figura all'interno della poesia è il balio, marito della nutrice che ha rappresentato nella prima
parte della sua infanzia una figura paterna. Il poeta lo descrive come “dolce” e prova un profondo
affetto nei suoi confronti; in lui e nella moglie aveva trovato quell'amore di una famiglia che non ha
mai avuto o meglio sentito.
L'unica soluzione per raggiungere la serenità era eliminare il piccolo Berto, simbolo dei suoi tormenti e
dei tristi ricordi dell'infanzia. In realtà il poeta non raggiunge mai il suo scopo di guarigione, ma se così
fosse stato, non avrebbe più avuto l'ispirazione giusta per scrivere le sue poesie. Grazie ad una parziale
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ripresa riesce a vedere con più chiarezza se stesso e, di conseguenza, il mondo esterno.
Con questi versi Saba ricorda la sua giovinezza come un rifugio dove si rispecchia la serenità ma nello
stesso tempo l'amaro cammino trascorso. Qui il poeta descrive un qualcosa che nasce in modo positivo
ma che poi si evolve, dando vita forse al suo più grande tormento: il distacco dalla nutrice.
Inoltre nei suoi ricordi lo scrittore immagina di dialogare con la balia. Quest'ultima cerca di far capire
che è ora di tornare alla realtà e ciò emerge nel verso: ''E' tardi, torna da tua moglie Berto.''
Questo invito rappresenta finalmente il distacco tra l'età infantile e l'età adulta.
3. Confessione poetica
''Il poeta''
Il poeta ha le sue giornate
contate,
come tutti gli uomini; ma quanto,
quanto beate!
Con questi versi Umberto Saba vuole sottolineare quanto sia breve la vita, facendo altresì una
distinzione tra l'esistenza di una persona abulica, priva di emozioni, e quella di un poeta che, da parte
sua, prova sensazioni sempre nuove. Il poeta trova un legame tra la sensibilità dello scrittore e la
quotidianità, conciliando quindi il suo mondo con quello di altri uomini al fine di condividere con loro
le sue esperienze.
Secondo lo scrittore, pensare alla morte e a ciò che avviene dopo di essa, ci spinge a realizzare nel
presente i nostri obiettivi e a vivere valorizzando tutte le esperienze e le vicissitudini della vita. Non
dobbiamo temere la realtà, ma affrontarla con coraggio dando sempre il meglio di noi stessi e vivendo
ogni giorno come se fosse l'ultimo.
Per lui la poesia è vita, paragonata a bolle di sapone che nel salire rappresentano la fase positiva
dell’esistenza e, nello scendere, rappresentano la fase negativa. Da ciò si deduce che la nostra esistenza
alterna momenti sereni a periodi bui, ma occorre sempre superarli senza alcuna incertezza.
Il pensiero del poeta, non è del tutto esatto. La vita, è vero, va vissuta in ogni suo istante, ma senza
soffermarci troppo sull'idea che la morte possa giungere in qualsiasi momento. Avere questo pensiero
costante potrebbe suscitare l'effetto contrario. Ansia e paura può essere solo un'accoppiata pericolosa
nella nostra quotidianità che porterebbe solo ad una vita in balìa di qualcosa di forte che, prima o poi,
accadrà ma che vive perenne con noi. E’ come un'ombra oscura pronta a colpire quando meno ci si
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aspetta, senza dare alcuna possibilità di vivere nel modo più semplice e sereno in armonia con se stessi
e le nostre esperienze.
Quindi, al contrario di quanto afferma il poeta, bisogna vivere una vita nella tranquillità e non una vita
nell'irrazionalità e nell’ oscurità .Ma, d'altronde, si riesce anche a comprendere da dove i suoi pensieri
scaturiscano, da un’infanzia irrequieta, trascorsa tra malinconia, tristezza e solitudine.
4.Ricerca del successo
Epigrafe
Parlavo vivo a un popolo di morti.
Morto alloro rifiuto e chiedo oblio.
Per quanto riguarda la ricerca del successo, come descritto nel primo verso dell'Epigrafe, Saba
esprime la propria difficoltà a riportare la sua esperienza di vita in quanto, la maggior parte dei
contemporanei difficilmente comprendevano la sua poesia onesta, tormentata dai traumi legati
all'infanzia.
I poeti contemporanei erano abituati ad una poesia ricca di parole “finte”, nate dall'ambizione o
dall'esagerazione. Così Saba spera inizialmente che il suo modo di scrivere sulla esperienza della vita
possa essere compreso, ma poi si rende conto di essere caduto nell'oblio, di essere stato ignorato o
dimenticato. Parla dell'alloro come il successo tanto aspettato e sperato ma mai raggiunto.
Nonostante ciò, ha sempre creduto nelle sue poesie malinconiche e tristi, ma anche ricche di amore, pur
non essendo apprezzate in quanto ritenute poco interessanti. Non ha ceduto a chi non ha capito e a chi
non ha creduto in lui. Ha continuato a portare avanti i suoi pensieri, l'amore per gli uomini, per la
natura, per la sua città ma anche momenti particolari della sua vita che non avrebbe potuto rinnegare.
Le cose andavano riportate per quelle che esse erano. Il successo, per lui, non era elemento
fondamentale. Tra la gloria che equivaleva ad essere accettato e così anche ad espiare il peccato di
essere nato e l'essere dimenticato, preferì l'oblio.
La ricerca della verità era più importante della ricerca del successo. Era poesia vera dove analizzare era
più interessante che descrivere, cosa che invece apparteneva a quella cerchia di uomini che ritenevano
incomprensibile il suo modo di fare poesie. Ma lui con queste liriche volle ugualmente continuare il
suo cammino verso la conoscenza.
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Bibliografia
Autore:
SABA Umberto
Titolo:
Il Canzoniere (1900-1954)
Anno di pubblicazione:
Collana:
Casa editrice:
Numero pagine:
2014
ET Poesia
Einaudi 9^ edizione
636
Umberto Saba, Tutte le prose, a cura di A. Stara, Mondadori, Milano, 2001
Il Portolano, periodico trimestrale di letteratura, n.49/50, 2007
Classe III B indirizzo linguistico
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