U.Saba e l`enigma donna, un viaggio tra amore e
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U.Saba e l`enigma donna, un viaggio tra amore e
Tesina di: Cariello Camilla, Calogero Ludovica, Ponzi Sara e Tenti Sara Classe : IV LE Umberto Saba e l’enigma donna: un viaggio tra amore e tormento. Immergendoci nelle poesie di Umberto Saba, abbiamo constatato come il suo poetare risulti distante da quello dei suoi contemporanei, i quali praticavano una poesia spesso difficile, sintetica, ermetica quasi esoterica e accessibile ad una ristretta èlite culturale. Al contrario, la poesia di Saba è caratterizzata da un linguaggio semplice e di facile comprensione che potrebbe avvicinarlo pericolosamente alla banalità, ma la sua forza sta proprio nel riconoscere e soprattutto nell’accettare un simile rischio. Saba si relaziona con calore alle cose che lo ispirano ,usando questo linguaggio che permette di far avvicinare il lettore ,anche l’uomo comune e di comunicare con lui. Non bisogna quindi confonderlo con uno scrittore ordinario e scontato ,poiché ogni parola è scelta con attenzione per il suo valore semantico ,ovvero per la sua capacità di esprimere oggettivamente un pensiero e non per le sue suggestioni musicali come avrebbero fatto i suoi contemporanei. Egli si ispira a temi e personaggi fortemente legati alla vita di tutti i giorni che non costituiscono né allusioni né simboli, ma evocazioni di personaggi e luoghi della sua vita, di gioie e di dolori intensamente vissuti, indirizzando l’uomo a comprendere la quotidianità e a cercare la verità sui sentimenti e sulle motivazioni che lo spingono ad agire. Per tale motivo Saba viene definito il “cantore della poesia onesta”. Infatti esso rappresenta un mondo semplice e onesto che ,pur nella consapevolezza del dolore, nasce da un sincero amore per la vita. Analizzando in particolare alcuni suoi componimenti, abbiamo notato come l’Io poetico dello scrittore si muova spesso tra due realtà opposte: tra la gioia e l’angoscia più cupa. In tal modo la poesia, concepita da tali sentimenti, non ha nulla di artefatto ma sembra piuttosto il frutto di un’emozione spontanea, che induce l’uomo a scavare nel proprio animo per trovare risposte sul significato autentico della vita. Ad una lettura più attenta e particolareggiata, ci siamo rese conto che le predette polarità psicologiche , trovano una loro specifica declinazione nella figura della donna. Ma a tale proposito ci siamo chieste: quest’ultima alla fine provoca sollievo al poeta o è anch’essa motivo di frustrazione? È per il poeta fonte di felicità o ulteriore tormento? In realtà in seguito ad una rilettura attenta e collettiva dei testi, è emersa l’idea che la donna racchiuda tutte e due i sentimenti: il tormento e il conforto. D’altra parte questa complessità scaturisce direttamente dalle vicende biografiche dell’autore influenzate principalmente dalla presenza di tre figure femminili: la madre, la balia e la moglie. Tutte loro hanno inciso in maniera diversa sulle vicende dell’uomo e del poeta Saba provocandogli un dissidio psicologico. Affronteremo ora nel dettaglio come nasce e si sviluppa questo dissidio in relazione alle tre donne precedentemente citate. 1) LA MADRE " Quando nacqui mia madre ne piangeva, sola, la notte, nel deserto letto." Soffermiamoci su questi versi estratti dalla poesia “Eroica”1 [….] “ Quando con sé mia madre poi mi volle, accanto mi pose, a guardia, il timore. Vestito più non mi vide da soldato, in visita da noi venendo, la mia balia. Assidui moniti udivo da mia madre; i casi della sua vita, dolorosi e mesti. E fu il bambin dalle calze celesti, dagli occhi pieni di un muto rimprovero, buono a sua madre e affettuoso. Schioppi più non ebbi e tamburi. Ma nel cuore io li celai; ma nel profondo cuore furono un giorno i versi militari; oggi sono altra cosa: il bel pensiero, forse, onde resto in tanto strazio vivo.” La madre è la prima donna che compare nella vita del poeta e che lo segna in maniera indelebile . Essa è ,come possiamo notare nei versi precedentemente citati, l’origine del suo dolore . Questo viene a manifestarsi proprio quando la madre, dopo averlo lasciato in custodia ad una balia, lo riprende con sé: “Quando con sé mia madre poi mi volle, accanto mi pose, a guardia, il timore.” Tale avvenimento sarà traumatico per il piccolo Umberto, che si verrà costretto a cambiare il proprio stile di vita e le proprie abitudini: “Schioppi più non ebbi e tamburi. Ma nel cuore io li celai.” Ricordando infatti la sua infanzia felice in compagnia della balia, emerge in Saba un sentimento di profonda nostalgia poichè ora deve sottostare alle regole ferree e severe della madre. E' proprio in questo momento che inizia il 1 “Eroica” - Il canzoniere di Umberto Saba . Editore: Einaudi 2005 conflitto interiore di Berto che oscilla tra due poli : Essere o Dover Essere. Egli si trova così a decidere se obbedire alla madre, comportandosi in modo affettuoso rinunciando ai suoi giochi preferiti, oppure ribellarsi subendo il “muto rimprovero” degli occhi materni e dei conseguenti sensi di colpa. Il piccolo non oserà mai opporsi alla madre ,anzi si farà carico delle sue traversie personali . Manifesto di questa difficile situazione è la poesia “L’assassino”:2 […] “Egli era gaio e leggero; mia madre tutti sentiva della vita i pesi. Di mano ei gli sfuggì come un pallone. “Non somigliare – ammoniva – a tuo padre”: ed io più tardi in me stesso lo intesi: Eran due razze in antica tenzone. ” In queste due terzine il gruppo ha riscontrato il forte contrasto tra la leggerezza paterna e la pesantezza materna, “Egli era gaio e leggero; mia madre tutti sentiva della vita i pesi”, la quale ammoniva in continuazione il pargolo di non prendere esempio dal padre: “Non somigliare – ammoniva – a tuo padre”. Lo scrittore si fa carico di tutto l’astio e il rancore provato dalla madre e sembra quasi giustificare il padre per averli abbandonati, essendo stato succube dell’atteggiamento aggressivo della donna. Tutto ciò ci ha conferito l’impressione che Saba ,ormai adulto, stesse rimproverando la madre, fulcro delle sue problematiche, poiché allontanando il marito aveva disgregato l’unità familiare. Successivamente sarà sempre lei la causa della separazione dalla balia, figura positiva e simbolo di sicurezza. Nella nostra quotidianità la madre riveste un ruolo fondamentale, un pilastro ed un punto di riferimento per ogni bambino, mantenendo sempre la propria dolcezza e premura. Al contrario, dall’analisi svolta con accurata attenzione, in Saba la figura materna risulta essere instabile e portatrice soltanto di dolore. Vediamo perciò, come la prima donna analizzata, non mostra uno spiraglio di felicità ma una negatività costante, la quale assume le sembianze di un peso che il poeta porterà con sé tutta la vita e da cui cercherà continuamente sollievo . 2 “ L’assassino “ – op. cit. 2)LA BALIA “Ed a lungo ci guardammo in silenzio; oh, così a lungo che il tempo, come in una fiaba, a noi non esisteva” Giuseppina Sabaz nutrice del piccolo Berto, ebbe un ruolo fondamentale nella realtà del poeta. Abbiamo riscontrato come essa rappresenti la sua unica fonte di conforto, dato che è considerata da Saba la madre che non ha mai avuto, ma che ha sempre sognato. Questa visione viene amplificata dal forte contrasto tra la disponibilità e la serenità che la balia suscita nel poeta, e il carattere rigido e severo della madre. La nutrice insieme al marito , definito in seguito “balio” ,trattano il giovane poeta come un figlio circondandolo di amore e garantendogli un’unità familiare completamente nuova e di cui sente fortemente il bisogno. Questo è il tipo di affetto che ogni bambino dovrebbe ricevere e per il quale Saba sarà sempre riconoscente anche in tarda età. Il componimento che simboleggia il forte legame di Saba con la balia è “Nutrice”.3 “ Guardo, donna, il tuo volto incoronato di capelli bianchissimi, più duro delle pietraie del tuo Carso, inciso di rughe, come di solchi la terra. So che il prodigio a cui m’attendo, un attimo, scioglie delle tue labbra la minaccia, quei solchi appiana, gli occhi grigi illumina, o mia madre di gioia, o tu cui devo la dorata letizia onde il mio canto si vena, che una gloria oggi incorona, che ignori, come i tuoi capelli bianchi.” Dallo studio di tale poesia abbiamo desunto che l’emergere di una seconda figura materna è un aspetto decisamente significativo perché delinea una netta contrapposizione fra la “madre di gioia” e la “madre mesta”. Quest’ultima corrisponde alla madre biologica, mentre, la “madre di gioia” rappresenta indiscutibilmente la nutrice Peppa Sabaz per la quale il poeta continuerà a nutrire un profondo ed 3 “Nutrice”- op.cit. immutato affetto in tutto il Canzoniere. I predetti versi ci sembrano caratterizzati da una costante antitesi : la rigidità delle rughe presenti sul volto della donna, simili ai solchi montuosi “il tuo volto incoronato di capelli bianchissimi, più duro delle pietraie del tuo Carso, inciso di rughe, come di solchi la terra” ,e la dolcezza con la quale si comporta nei confronti del giovincello. Questa attitudine è riconducibile , secondo l’opinione del gruppo , ad una serie di eventi passati che hanno segnato la vita della Balia; primo fra tutti la perdita del primogenito. Nonostante ciò essa non si abbatte ,bensì conserva quel senso di maternità che viene ad essere riversato su questo figlio acquisito ovvero Umberto Saba. Il sentimento di salvezza e sollievo è quindi reciproco , dato che Saba viene visto dalla balia come un nuovo inizio che “ quei solchi appiana, gli occhi grigi illumina “. I due si completano a vicenda essendo l’uno per l’altra fonte di felicità e motivo di conforto. Manifesto del forte legame condiviso dai due è il componimento “Il piccolo Berto”4. "...Un grido s’alza di bimbo sulle scale. E piange anche la donna che va via. Si frange per sempre un cuore in quel momento. Adesso sono passati quarant’anni. Il bimbo è un uomo adesso, quasi un vecchio, esperto di molti beni e molti mali. E’ Umberto Saba quel bimbo. E va, di pace in cerca, a conversare colla sua nutrice; che anch’ella fu di lasciarlo infelice, non volontaria lo lasciava. Il mondo fu a lui sospetto d’allora, fu sempre (o tale almeno gli parve) nemico. Appeso al muro è un orologio antico così che manda un suono quasi morto. Lo regolava nel tempo felice il dolce balio; è un caro a lui conforto regolarlo in suo luogo. Anche gli piace a sera accendere il lume, restare da lei gli piace, fin ch’ella gli dice: “E’ tardi. Torna da tua moglie, Berto”. ____________________________ 4 .”Il piccolo Berto”- op. cit. In questi versi il poeta sottolinea ancora una volta il suo forte legame con la balia, una figura che Saba ha portato e porterà sempre con sé. Da notare è l’efficacia drammatica con la quale, attraverso pochissime parole, è rappresentata la scena nella quale i due si separano: lui che piange sulle scale a causa dell'abbandono della donna che ha sempre considerato come una madre: “Un grido [..] E piange anche la donna che va via. Si frange per sempre un cuore in quel momento.” Siamo rimaste molto colpite dall’intensità di quest’ultima frase “Si frange per sempre un cuore in quel momento” perché con questa è possibile riassumere il dolore che diventerà una costante nella vita del poeta , perché è qui che nasce il tormento e Saba ormai adulto ce lo racconta con un tale fervore e in modo così realistico che ci fa capire come questo avvenimento non potrà mai essere dimenticato .Infatti la stabilità e la serenità provata in gioventù saranno difficili da recuperare , e questo porterà il poeta a vivere con un costante sentimento di rimpianto e incertezza ” Il mondo fu a lui sospetto d’allora, fu sempre (o tale almeno gli parve) nemico” . Quel bimbo, ormai cresciuto, va tuttora alla ricerca della sua nutrice, la quale dopo quarant'anni rappresenta ancora l'unico modo per raggiungere la pace “E va, di pace in cerca, a conversare colla sua nutrice”. Dall'analisi abbiamo appurato come Saba la ritroverà solo negli ultimi versi, attraverso una serie di gesti, che era solito compiere quando era ancora un pargolo “Lo regolava nel tempo felice il dolce balio; è un caro a lui conforto regolarlo in suo luogo”. Infine osserviamo come il poeta affronti in maniera più consapevole ed equilibrata il "secondo" distacco dalla balia, causato da un'altra donna. Essa è ora la moglie, che somiglia piuttosto alla balia che alla madre, dal momento che è la balia stessa a suggerire al poeta di andare da lei: “E’ tardi. Torna da tua moglie, Berto”. Questa separazione tra Saba e la balia, provocata dalla moglie, risulta così meno violenta rispetto a quella voluta dalla madre . Ci è sembrato come se Saba avesse in qualche modo sostituito la Balia con la moglie ,colmandone ,in questo modo, la mancanza. 3)LA MOGLIE “So che per quanto alla mia vita hai tolto, e per te stessa dovrei odiarti. Ma poi altro che un bacio non so darti quando t'ascolto. “ Lina, moglie di Umberto Saba , è l’ultima figura femminile che andremo ad analizzare. Dalla lettura attenta delle poesie dedicate a questa donna il gruppo ha constatato come Saba abbia un duplice comportamento nei confronti della moglie: da una parte la elogia ,avendo trovato in essa una sostituta della sua amata balia ; dall’altra la vede come motivo di sconforto ed infelicità. Noi siamo rimaste molto colpite da questo atteggiamento e cercheremo di dimostrare questa attitudine di Saba nei confronti della moglie mediante l’analisi di alcune poesie. Manifesto del sincero e appassionante amore di Saba per Lina sono le ultime due terzine del componimento “Ed amai nuovamente”5 “[…] Ogni altro conobbi umano amore; ma per Lina torrei di nuovo un’altra vita, di nuovo vorrei cominciare. Per l’ altezze l’amai del suo dolore; perché tutto fu al mondo, e non mai scaltra, e tutto seppe, e non se stessa, amare.” Il poeta ci presenta una dichiarazione d’amore pura e con una disarmante semplicità in cui esalta Lina ed il forte legame che ha con essa, sin dal principio della loro relazione amorosa. Il suo profondo sentimento emerge soprattutto nella prima terzina “Ogni altro conobbi umano amore; ma per Lina torrei di nuovo un’altra vita, di nuovo vorrei cominciare” nella quale è visibile come Saba sia totalmente preso da questa donna ,tanto da voler rivivere la sua stessa vita solo per stare con lei . Nonostante abbia conosciuto altri piaceri della vita “Ogni altro conobbi umano amore” e abbia affrontato numerosi travagli ,quali la mancanza del padre , le persecuzioni razziali e le difficoltà matrimoniali, egli ammette che ne è valsa la pena . Tutto il dolore diventa sopportabile se Lina gli è accanto . Quest’ultima sarà sempre la sua “prima scelta” e , malgrado gli svariati tradimenti, ne esalta l’altruismo, la mancanza di malizia e furbizia e l’incapacità di amarsi opposta alla disponibilità nei confronti degli altri “tutto fu al mondo, e non mai scaltra, e tutto seppe, e non se stessa, amare.” Il componimento, incentrato su quest’ultima figura femminile, risulta così colmo di dolcezza. Il poeta dipinge la sua amata come un qualcosa di reale ,non perfetto ma unico senza il quale non può vivere. Ad opporsi a questo sentimento di totale dedizione vi è la visione più tormentata e cruda dell’animo dello scrittore . Noi ragazze ,analizzando quest’ultima donna abbiamo notato come il bifrontismo interiore di Saba viene amplificato e reso maggiormente visibile agli occhi del lettore . Tutto ciò è palesato nella poesia “Dico al mio cuore”.6 5 .”Ed amai nuovamente “- op. cit. “Dico al mio cuore, intanto che t’aspetto: scordala, che sarà cosa gentile. Ti vedo, e generoso in uno e vile, a te m’affretto. So che per quanto alla mia vita hai tolto, e per te stessa dovrei odiarti. Ma poi altro che un bacio non so darti quando t’ascolto. Quando t’ascolto parlarmi d’amore sento che il male ti lasciava intatta; sento che la tua voce amara è fatta per il mio cuore.” Completamente diversa dalla precedente testimonianza d’affetto sono questi versi“Dico al mio cuore, intanto che t’aspetto: scordala, che sarà cosa gentile. “, in cui l’amore passionale viene sostituito da uno più crudele , sofferto ,quasi straziante . Benché questo sentimento sia così duro l’amante non riesce a staccarsi da esso sentendosi ancora vincolato alla donna ,alla quale non riesce a rinunciare “Ti vedo, e generoso in uno e vile,a te m’affretto.” Nella poesia la donna viene descritta in modo amaro e aspro ,come se Saba plasmasse su carta tutta la sofferenza da lei causata .Tutto l’astio viene però a dissolversi quando i loro occhi si incontrano e la tristezza lascia spazio solo al ricordo dei tempi felici. Benché questo non sia un amore sano per il poeta ,quest’ultimo sente di appartenere a questa donna “Quando t’ascolto parlarmi d’amore […] sento che la tua voce amara è fatta per il mio cuore.”,ne riconosce la voce e la considera adatta a lui. Nella memoria del poeta sono ancora vivi i segni della felicità passata ,della spensieratezza provata nei primi tempi della loro relazione .Le memorie del loro amore sono riproposte nella poesia “ A Lina “7 . “Primieramente udii nella solenne notte un richiamo: il chiù. Dell’amore che fu, Lina, mi risovvenne. _____________________________ 6.”Dico al mio cuore” - op. cit. Quanti suoni risposero a quel suono, quanti canti a quel canto! Strinse il cuore un rimpianto di te; ti chiesi dell’oblio perdono. Ultimamente udii nella solenne notte un gemito: il chiù. Del dolore che fu, Lina, mi risovvenne.” Nella prima quartina Saba viene richiamato dal chiù , un assiolo , il quale riporta alla luce i sentimenti per Lina accantonati ormai da tempo “[…] udii nella solenne notte un richiamo: il chiù. Dell’amore che fu,Lina, mi risovvenne”. Il suo melodioso canto catapulta il poeta nel passato, facendogli ripercorrere i momenti salienti della loro vita insieme; dal primo incontro fino alla nascita della piccola Linuccia . Questo breve momento di gioia viene rimpiazzato dal senso di colpa per aver dimenticato la moglie “[...] Strinse il cuore un rimpianto di te;ti chiesi dell’oblio perdono” e per tale motivo le chiede venia. Tanto profondi sono i ricordi che il rimpianto provato dal poeta non riesce ad essere estirpato. Nell’ultima strofa egli ode nuovamente il verso del chiù “Ultimamente udii nella solenne notte un gemito: il chiù”ma questa volta lo avverte come un gemito e si ricorda del dolore che provò “[...] Del dolore che fu,Lina, mi risovvenne.” Tutta la vicenda, il ricordo di Lina e il dolore per qualcosa di indefinito, è quindi collocata tra due distinti momenti: dal "primieramente" della prima quartina all’"ultimamente" della terza. In conclusione possiamo affermare che nei confronti della moglie, Saba prova dei sentimenti contrastanti: da una parte gli provoca dolore come la madre, dall’altra invece è motivo di sollievo, come fu la dolce balia. Questo conforto è però fugace poiché lo ritrova solamente nel ricordo degli anni in cui sbocciò il loro amore. Riprendendo le domande con le quali abbiamo iniziato il nostro percorso, cercheremo di ricapitolare i punti salienti del nostro elaborato al fine di dimostrare la tesi da noi argomentata. Citando alcuni versi della poesia “Io non credo alla donna”8 vogliamo affermare come essa rappresenti per questo autore motivo di frustrazione. “Io non credo alla donna. Alcun insulto non le faccio, se dico che se l'uomo ha un nemico questo è ancora la donna. […]” __________________ “A Lina“- op. cit. 7 Come si evince da questi versi, Saba prova profondo astio e disprezzo per la figura femminile definendola il peggior nemico dell’uomo. Discutendo è emersa la certezza che tale sentimento sia stato provocato da tutte le peripezie che il poeta ha dovuto affrontare. Il mondo femminile è il motore primo che sconvolge l’universo di Saba. Da essa parte tutto poiché come abbiamo visto fu la madre che, separandolo dalla balia , diede inizio al tormento interiore di Saba. Successivamente, abbandonando il tetto materno ,esso tenterà di liberarsi da questa oppressione ricercando la felicità nella consorte. Anche in questo caso possiamo dire che il tentativo fu fallimentare poiché il poeta, vittima di tradimenti e scontri matrimoniali, perde quella stabilità che si era creata in lui. Per tale motivo il gruppo afferma che la donna è, non solo il centro catalizzante di tutte le sue vicende , ma anche il punto di arrivo del suo dissidio . Un dissidio al quale trova parzialmente rimedio tramite dei ricordi che lo riportano al passato, ai giochi con la sua balia o al suo grande amore, proprio come viene raccontato nel componimento “Donna”9 : “Quand'eri giovinetta pungevi come una mora di macchia. Anche il piede t'era un'arma, o selvaggia. Eri difficile a prendere. Ancora giovane, ancora sei bella. I segni degli anni, quelli del dolore, legano l' anime nostre, una ne fanno. E dietro i capelli nerissimi che avvolgo alle mie dita, più non temo il piccolo bianco puntuto orecchio demoniaco.” Umberto Saba, ricorda la giovinezza della donna amata, gli inizi del loro amore in cui lui provava a conquistarla e lei non sembrava voler cedere alle sue lusinghe “Quand'eri giovinetta pungevi […]Eri difficile a prendere” . Ripensa a lei con affetto ,come se gli anni non siano passati ed ai suoi occhi appare bella come lo era da ragazza “Ancora giovane, ancora sei bella” . Lo scrittore sembra quasi ringraziare il tempo poiché , nel suo trascorrere, gli ha permesso di conoscere questa donna, ha concesso ad entrambi l’occasione di amarsi ed è inoltre riuscito ad unirli “I segni degli anni, quelli del dolore, legano l' anime nostre, una ne fanno”. Ma la dolcezza, in questi versi, si coniuga con qualcosa di misterioso e persino diabolico “E dietro i capelli nerissimi che avvolgo alle mie dita, più non temo il piccolo bianco puntuto orecchio demoniaco”. Sembra quasi che la donna abbia un’ombra che un tempo ha spaventato lo scrittore ed è stata per lui motivo di dolore (facendo forse riferimento agli episodi biografici precedentemente citati). Benché non lo intimorisce più come una volta e nonostante il ricordo dei tempi felici con la sua amata ,che sembrano compensare in qualche modo questa sensazione di inquietudine , il poeta non riuscirà mai ad allontanarsi da tale sofferenza. Per tale motivo, possiamo affermare il fallimento della donna come sollievo ,perché essa rimarrà sempre, nella vita di Umberto Saba, portatrice di tormento . Quest’ultimo verrà ad alternarsi a momenti di felicità ,dovuti alla rievocazione dei tempi passati, i quali però rimarranno sempre un qualcosa di passeggero che non permetteranno all’autore di raggiungere la stabilità e la pace interiore. _________________________________ 8 “Io non credo alla donna” - op. cit. 9 “Donna”- op. cit. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE Titolo Il canzoniere di Umberto Saba Editore Collana Data di edizione Einaudi Einaudi tascabili. Poesia 2005 SITOGRAFIA http://www.riccati.altervista.org/anto_ita/testi_af/saba http://www.skuola.net/appunti-italiano/umberto-saba/ http://www.oilproject.org/lezione/vita-poetica-umberto-saba-canzoniere http://balbruno.altervista.org/index-537.html http://www.skuola.net/appunti-italiano/umberto-saba/saba-umberto-ed-amai-nuovamente.html