Le regine della mia vita.

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Le regine della mia vita.
Motivazione: Il genere umano è accompagnato per mano dalle persone care. Anche noi riteniamo
che Saba uomo abbia percorso il cammino della vita sostenuto dalle donne più importanti, pertanto
constatiamo che Lina, Linuccia e la Balia siano le regine della sua vita.
TITOLO: “Le regine della mia vita”
Indice
Capitolo 1: Motivazione, Madre
Capitolo 2: Balia, Figlia
Capitolo 3: Figlia, Moglie
Capitolo 4: Moglie, Balia
STESURA
“E' fascino? E' disgusto? E' l'una e l'altra cosa? Chi sa? Forse a sua madre pensa, pensa se questo è
l'amore.”
Eros v.v. (7-9)
Noi abbiamo optato per questi grandi interrogativi tramite i quali vogliamo esporre il rapporto con
la madre durante la sua infanzia. La poesia “Eros” fa parte di un'enorme raccolta: Cuor Morituro,
scritta tra il 1925 e il 1930, e la scena è collocata in un cinema dove, dopo lo spettacolo, un giovane,
probabilmente Saba, osserva la Ballerina con sentimenti contrastanti; da un lato vorrebbe guardare
la donna e lasciare liberi i suoi pensieri viali, ma dall'altro è spinto da un “legge morale” imposta
dalla madre a non guardare; non volendo far prevalere alcuno dei due stati d'animo, trova un
compromesso per lasciare libere le sue spinte emotive; abbassa gli occhi, ma ascolta la musica
“popolana ed altera” come appunto la sua infanzia,e la trasforma nella “marcia guerriera” che
troviamo, di nuovo, nella poesia “Eroica”, per descrivere i giochi che il poeta faceva durante la sua
infanzia. Questo è l'unico modo per trovare un compromesso che “salvi” i sui ricordi e la sua libertà,
ma che non tradisca la madre. Questa vicenda è qui narrata considerando i giochi di guerra con i
quali il piccolo Umberto aveva potuto divertirsi finché aveva abitato con la Balia e dei quali invece
era stato successivamente privato dalla madre. Quest'ultima tendeva a reprimere, nel piccolo Saba,
con la propria severità, i caratteri della mascolinità a lei sgraditi per un'infelice esperienza
matrimoniale. Saba spesso definisce sua madre come “Madre Mesta” perché la vede come una fonte
malinconica, dolorosa e dolente poiché ha avuto un matrimonio oscuro.
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‘’Mia figlia mi tiene il braccio intorno al collo, ignudo; ed io alla sua carezza m’addormento’’
Tre poesie alla mia balia v.v (1-3)
Nella prima delle tre poesie in un momento di abbandono reso possibile dall’abbraccio e dalle
carezze protettive della figlia,Saba si addormenta come se tornasse bambino,in uno stato d’animo
regressivo. Questo abbandono viene espresso attraverso immagini di passività dolce e di piccolezza
nell’abbraccio vasto del mare. Il sogno,preparato dall’abbraccio protettivo della figlia riguarda
proprio la balia al cui ‘’primo e amoroso seno’’ egli approda come dopo aver navigato.
La seconda poesia si riferisce al bisogno che il poeta ha di recarsi a trovare la balia dopo che il
sogno l’ha ricondotta alla sua memoria.
Nella terza l’indagine della memoria conduce al momento decisivo della separazione: il ‘’bimbo’’ è
Saba bambino. La ‘’donna che va via’’ è la balia. Da notare è la drammaticità con la quale
attraverso pochissime parole viene rappresentata la scena: sulle scale mentre la balia è costretta ad
abbandonare il piccolo Umberto. Adesso,dopo quarant’anni quel bimbo è cresciuto, ormai è quasi
un vecchio,ma va a parlare con la sua nutrice in cerca di pace poiché proprio questa separazione lo
ha portato a diffidare del mondo. Il raggiungimento di quella pace che Saba cerca dalla balia si ha
negli ultimi versi,espressa da una serie di gesti. La poesia si conclude con un altro distacco dalla
balia per tornare dalla moglie: ma,questa volta,una nuova consapevolezza,una maggiore capacità di
scelta conferiscono alla separazione un significato molto diverso.
I gesti che Saba compie e di cui parla la terza poesia hanno tutti un profondo significato simbolico:
significativo è l’atto di regolare l’orologio,in quanto questo era compito del ‘’balio’’ (il marito della
donna),che consente al poeta di prenderne il posto idealmente,cosi da sentirsi l’unico uomo della
casa; potendosi,inoltre,identificare con una figura paterna positiva come gli era stato invece
precluso dalla mancanza del padre e dalle recriminazioni antimaschili della madre. Lo stesso può
dirsi per l’accensione del lume. La frase con la quale si conclude la poesia ha poi un valore ancora
più rilevante: la separazione violenta della balia,imposta dalla madre,è vissuta ora in modo
equilibrato e consapevole. L’altra donna è ora,anziché la madre,la moglie,ma questa somiglia
piuttosto alla balia che alla madre,dal momento che la balia stessa a suggerire al poeta di andare da
lei.
“La mia bambina con la palla in mano, con gli occhi grandi colore del cielo, e dell’estiva
vesticciola: babbo, mi disse, voglio uscire oggi con te.”
“Il ritratto della mia bambina” v.v. (1-3)
La protagonista della poesia è la piccola figlia di Saba, e ricorda un giorno estivo, in cui la figlia
indossava un vestito leggero azzurro come i i suoi occhi e il cielo e di quando con tono naturale gli
disse che quel giorno voleva uscire con lui. Il poeta colpito dalla richiesta, si mise a pensare a quali
elementi della natura potesse assomigliare “la sua bambina”. Le immagini hanno tutte in comune
l’idea della leggerezza e della notevolezza. In questa poesia Saba manifesta senza dubbio
l’importanza per la sua famiglia e, soprattutto in questo caso, per la sua bambina. Nel titolo
utilizzando il termine “ritratto”, il poeta mette in risalto la bellezza interiore e in parte quella
esteriore, di sua figlia, grazie ad un’opera che richiede molto impegno: egli non ha realizzato un
semplice frego anche perché da esso non sarebbe stato possibile enunciare delle notizie attraverso le
quali precisare le caratteristiche del soggetto ritratto; Saba infatti ha fatto molto di più, non ha
messo in evidenza la descrizione fisica nella quale ha menzionato soltanto gli occhi. Tutto ciò
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emerge grazie all’utilizzo di un’aggettivazione, ad esempio si può notare l’attributo “grandi”, che
raffigura una piccola bambina che guarda il mondo senza malizie e pregiudizi.
“Mio tenero germoglio, che non amo perché sulla mia pianta sei rifiorita, ma perché sei tanto debole
e amore ti ha concesso a me; o mia figliola, tu non sei dei sogni miei la speranza; e non più che per
ogni altro germoglio è il mio amore per te.”
A mia figlia v.v. (1-7)
In quanto la poesia sia strutturata in tre strofe, nella prima parte il poeta spiega la ragione per cui
ami tanto sua figlia. Il suo amore, più che altro per il fatto di essere di una figlia, germoglio della
sua pianta, nasce dalla fragilità di questa bambina, la fragilità che è caratteristica di tutti i germogli;
in altre parole è il suo bisogno di protezione e generare l’amore del padre.
“La mia vita mia cara bambina, l’erta solitaria, l’erta chiusa dal muricciolo, dove al tramonto solo
siedo, a celati miei pensieri in vista. Se tu non vivi a quei pensieri in cima, pur nel tuo mondo li fai
divagare; e mi piace da presso riguardare la tua conquista.”
A mia figlia v.v.(8-17)
Nella seconda parte il poeta presenta un’altra analogia tra la propria vita e uno spessore solitario
chiuso da un muricciolo. Saba rivela alla sua bambina che essa non è il centro dei suoi pensieri ma è
comunque capace di farli attenere nel suo mondo, ovvero di allontanarli quando il padre è con lei.
La figlia fa così questa grande conquista.
“Ti conquisti la casa a poco a poco, e il cuore della tua selvaggia mamma. Come la vedi, di gioia si
infiamma la tua guancia, ed a lei corri dal gioco. Ti accoglie in grembo una sì bella e pia mamma, e
ti gode. E il suo vecchio amore oblia.”
A mia figlia v.v.(19-24)
Nella prima parte invece, il poeta lascia trasparire un sentimento di gelosia, perché parla appunto
della bambina che in poco tempo è riuscita a conquistarsi la casa.
“Tu sei come la rondine che torna in primavera. Ma in autunno riparte: e tu non hai quest’arte. Tu
questo hai della rondine: le movenze leggere: questo che a me, che mi sentiva ed era vecchio
annunciavi un’altra primavera.”
A mia moglie v.v. (69-76)
Questa poesia Saba la scrisse nel 1911 dedicandola a sua moglie Lina con la quale ha sempre avuto
un amore profondo. Il poeta ha scelto questi animali poiché sono sereni, ovvero coloro che si
avvicinano a Dio; e di questa scelta egli coglie le migliori qualità. Tutto il componimento si
diffonde da un sentimento di tenerezza e dolcezza, entrambe accentuate da un tono ingenuo, quasi
infantile: Saba osserva il mondo della natura con occhi semplici ricavando in essa le migliori qualità
e la maggiore vicinanza a Dio. Il poeta eleva questa poesia alla vita quotidiana, famigliare e che da
gli altri è considerato ignobile, facendo uso di un linguaggio della lingua parlata. Egli fa un uso
consueto delle figure retoriche e fa ricorso alla rima baciata. Dagli altri poeti è ritenuta un’entità
banale.
La poesia è strutturata in sei strofe: le prime cinque righe applicano un confronto tra la moglie del
poeta e una femmina di animale, mentre nell’ultima strofa c’è una reminiscenza verso due
animali:la formica e l’ape. Nei primi versi troviamo una concentrazione maggiore del messaggio
che il poeta vuole esprimere attraverso il suo cuore. In questa poesia viene esposto anche un
messaggio religioso perché si ricollega alla divina provvidenza nella prima e nell’ultima strofa in
cui paragona la moglie ad una creatura in grado di affiancarsi a Dio; quest’ultimo è all’origine della
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stessa vita. Saba riscontra un comportamento simile a quello di una gallina; ovvero un portamento
eretto e furbo, mentre il vento scombina i capelli come le piume alla gallina, e la sua dolce voce si
avvicina molto al chiocciare nei pollai. La comparazione con la giovenca allude alla sua
componente materna, affettuosa ma nello stesso tempo anche un po’ triste. Lina, come la coniglia,
compie degli atti di gentilezza e di cura a lei rivolti, mentre si chiude in se stessa e si abbandona.
Essa appare indifesa e con uno spirito altruista totale. La moglie è colei che come la rondine fa
tornare la primavera nella vita amareggiata e vecchia del poeta; ma, a differenza dell’uccello
migratore, ella non lascia la sua casa, poiché è fedele.
“Per l’altezze l’amai del suo dolore; perché tutto fu al mondo, e non amai scaltra, e tutto seppe, e
non se stessa amare.”
Ed amai nuovamente v.v.(10-12)
Con il percorso che abbiamo scelto di illustrare vogliamo esprimere l’amore che il poeta prova nei
confronti di sua moglie. Attraverso questi versi Saba rappresenta Lina come la figura femminile
dominante, quella che il poeta stesso definisce se non la sola, certo la più importante, la regina. Si
erano conosciuti nel 1904, durante una licenza del servizio militare, grazie ad un suo amico che per
primo parlò al poeta di una ragazza che, da anni, era in attesa di un fidanzato scappato a causa di
una repressione austriaca. Si sposarono il 28 Febbraio 1909. Nonostante le varie divergenze Lina è
sempre stata nel cuore del poeta. La poesia è un’appassionata e sincera lode d’amore verso la sua
donna amata. Nei primi versi il poeta rappresenta sua moglie avvolta in uno scialle rosso come la
vide al loro primo incontro. Nei versi successivi c’è la descrizione di Lina madre la cui maternità è
dichiarata dalla bimba che viene ricordata attraverso gli occhi azzurri. Nella prima terzina Saba
introduce i suoi due grandi amori: sua moglie e la sua città. La seconda terzina continua il discorso
con il poeta il quale afferma che,per stare insieme alla sua donna,viverebbe un’altra vita. L’ultima
terzina termina il quadro a Lina,evidenziandone il malinconico,segnato da un profondo dolore:
Saba,della sua donna,riconosce la furbizia,l’altruismo e la mancanza di malizia,i quali sono estranei
totalmente a quello che è; e l’incapacità di amarsi opposta alla vocazione di dedicarsi agli altri.
La terzina si conclude con una meravigliosa dichiarazione d’amore: l’anima del poeta è sempre
stata connessa dal primo incontro con la moglie,alla sua,e questa connessione non è ancora finita.
La lirica è ricca di dolcezza,concentrata su una donna normale e unica. Il poeta non la inventa e non
la dipinge come un angelo sceso in terra o una ‘’femme fatale’’; eppure,con pochi tratti evidenzia la
sua unicità,la sua femminilità,maternità,caparbietà,e canta la sua dedizione alla dona di tutta la sua
vita. Saba è il poeta delle entità quotidiane il quale ci insegna che non ci deve essere per forza
qualcosa di particolare che faccia rendere speciale una persona.
“Il bimbo è un uomo adesso, quasi un vecchio, esperto di molti beni e molti mali. E' Umberto Saba
quel bimbo. E va, di pace in cerca, a conversare colla sua nutrice.”
Poesia alla mia balia v.v. (7-11)
Con queste righe vogliamo esprimere la sofferenza che il poeta prova nel momento in cui è stato
cresciuto dalla Balia poiché la madre ha affidato la crescita del suo piccolo per un periodo di tre
anni ad un'allevatrice soprannominata “Peppa”. Il poeta la considera “madre di Gioia” perché
questa donna riversa sul poeta tutto l'amore di cui egli aveva bisogno, poiché non ha avuto accanto
a sé una figura materna la quale gli dava una carica positiva per affrontare le ingiustizie della vita.
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“Nella mia prima infanzia militare schioppi e tamburi erano i miei giocattoli, come gli altri una
fiaba, io la canzone amavo udire dei coscritti.”
Saba si trovava davanti a una grande decisione: se tornare dalla madre rinunciando ai giochi che
rappresentavano simbolicamente impulsi libidici, oppure ribellarsi a quest'ultima per seguire i suoi
impulsi stando con la sua Balia. Entrambe le soluzioni risultano inaccettabili per l'inconscio del
poeta, a cui non resta altro che mettere in atto una formazione di compromesso, così non gioca più
con schioppi e tamburi, obbedendo alla madre anche se, tuttavia, difende i giochi preferiti dentro di
sé, esprimendo poi ribellione nei confronti della madre in altri momenti e luoghi.
Bibliografia
-
Autobiografia. I Prigioni, in "Primo Tempo", 9-10 ottobre 1923
-
Il Canzoniere (1900-1945), Einaudi, Torino 1945
-
Il piccolo Berto 1923-1931, Mondadori, 1961
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Colloqui Fiorentini
Sezione Triennio
Scuola Liceo James Joyce linguistico – scienze umane
Carlotta Cicconi, Giulia Tuzzi, Verdiana Isopo, Silvia Lecce
Docente Referente: Alessandra Ducci email: [email protected] cellulare: 3383065758
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