scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara

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scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara
SCENARIO SANITA' NAZIONALE
Rassegna Stampa del 14 agosto 2015
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INDICE
SCENARIO SANITA' NAZIONALE
14/08/2015 Corriere della Sera - Nazionale
«Prepotenti, l'hanno soffocato» L'audio choc sul ragazzo morto
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14/08/2015 Il Sole 24 Ore
Morte dopo Tso, spunta audio: «Lo hanno fatto soffocare»
6
14/08/2015 La Repubblica - Milano
Immigrati, la Regione rivuole i soldi
7
14/08/2015 La Repubblica - Nazionale
"Se non aiutiamo le famiglie per il welfare sarà un disastro"
8
14/08/2015 La Repubblica - Torino
Gli ispettori del ministro bocciano il trattamento "Non era il tempo giusto"
9
14/08/2015 Il Messaggero - Nazionale
«Impossibile che sia uno strangolamento»
10
14/08/2015 Il Manifesto - Nazionale
Indagine dell'Onu: torna a crescere la mortalità infantile nella Striscia
11
14/08/2015 Il Secolo XIX - Genova
Sanità , valzer di poltrone alla vigilia di Ferragosto
12
14/08/2015 ItaliaOggi
Pillole create con stampanti 3D
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14/08/2015 L'Unità - Nazionale
Dall'Angola alla Nigeria gli aiuti per le popolazioni
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14/08/2015 Il Venerdi di Repubblica
ECCO IL PRIMO RAPPORTO SULLE SETTEMILA MALATTIE RARE
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14/08/2015 Il Venerdi di Repubblica
I DENTISTI CI CURANO DA 14 MILA ANNI
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14/08/2015 Corriere della Sera - Sette
Così il talento abbatte il muro del cancro
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14/08/2015 Corriere della Sera - Sette
Sanità, un'eccellenza da ripensare
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SCENARIO SANITA' NAZIONALE
14 articoli
14/08/2015
Pag. 1
diffusione:619980
tiratura:779916
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«Prepotenti, l'hanno soffocato» L'audio choc sul ragazzo morto
Bardesono
«Intervento invasivo... Lo hanno fatto un po' soffocare». È racchiusa nelle telefonate tra l'autista
dell'ambulanza e l'operatrice del 118 acquisite dai Nas la conversazione che potrebbe dare la svolta
all'inchiesta sulla morte di Andrea Soldi, il 45enne morto il 5 agosto dopo essere stato prelevato dai vigili a
Torino per un Tso. L'operatrice del 118: «Il mondo è dei furbi e dei prepotenti». a pagina 15
TORINO «Il mondo è dei furbi e dei prepotenti». Sono le parole con le quali l'operatrice della centrale
operativa del 118 torinese chiude il colloquio telefonico con uno dei colleghi a bordo dell'ambulanza che il 5
agosto scorso è intervenuta in piazza Umbria, nel parchetto dove Andrea Soldi trascorreva parte delle sue
giornate. L'uomo, il conducente del mezzo, racconta per telefono le fasi dell'intervento su Soldi condotto dai
vigili urbani e dallo psichiatra che devono sottoporlo a un Trattamento sanitario obbligatorio richiesto dalla
famiglia. Pochi minuti dopo Andrea Soldi morirà.
La telefonata comincia su un tono normale. L'operatrice all'inizio risponde indicando l'ospedale dove il
paziente deve essere trasferito: «Portatelo al Maria Vittoria». Ma non è di questo che vuole parlare l'autista
(un dipendente del 118, mentre i due barellieri sono due volontarie): «Non ho mai visto una cosa così, è
stato... un po' invasivo. Hanno preso il paziente per il collo, messo giù. Lo hanno fatto, come dire, un po'....
soffocare, soffocare. Non respira bene, non si poteva metterlo in lettiga in questo modo. Così non può
respirare e poi ha le manette». Solo a questo punto l'operatrice si rende conto che qualcosa sta andando
storto e suggerisce al collega: «Devi dirlo al medico, al medico». Che è il responsabile della somministrazione
del Tso. Ma l'intervento è già concluso, tant'è che il dipendente del soccorso risponde: «Lo abbiamo detto al
medico sia io che... (fa il nome di una collega ndr ). Lo psichiatra mi ha detto di lasciarlo a testa in giù, mi ha
ordinato di lasciarlo così e un vigile mi ha fotografato il referto con il telefonino. Non poteva. Perché?».
L'operatrice telefonica sembra non stupirsi troppo: «Cosa vuoi, il mondo è dei furbi e dei prepotenti». E quella
parola, «furbi», pare riferita proprio alla notizia che uno dei vigili «ha preteso di fotografare col telefonino il
referto appena compilato».
Tutto lo scambio di battute tra i due è stato registrato e acquisito nei giorni scorsi, su disposizione del
procuratore Raffaele Guariniello, dai carabinieri del Nas. Una telefonata choc che si aggiunge ai numerosi
indizi già raccolti dagli inquirenti a carico di tre agenti della Polizia municipale di Torino e dello psichiatra
responsabile del trattamento, che sono tutti indagati.
A questa prima telefonata, poi, si dovrebbero aggiungere nelle prossime ore altri audio che il magistrato ha
disposto di acquisire e che sono relativi alle conversazioni via radio tra i tre vigili e la loro centrale operativa.
Conversazioni giudicate «rilevanti» per determinare il grado di consapevolezza con il quale gli agenti hanno
portato a termine il loro servizio.
Non sono pochi gli aspetti di questa vicenda di interesse del magistrato. Una delle domande che si pone
Guariniello è se i vigili urbani siano formati adeguatamente. Ma anche le procedure adottate a Torino per i
Tso - nei casi urgenti il medico può firmare senza attendere l'apposita ordinanza del Comune - destano
perplessità, tant'è che saranno acquisite le carte relative a una serie di analoghi interventi.
Ieri, infine, sono giunti a Torino gli ispettori inviati dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Negli uffici
dell'assessorato regionale alla Sanità, sono stati ascoltati, oltre ai familiari di Andrea Soldi, alcuni funzionari e
responsabili del 118, della Polizia municipale e dell'Asl 2. Gli ispettori, tornati a Roma, stenderanno una
relazione che verrà consegnata al ministro. Uno degli aspetti sui quali potrebbe concentrarsi l'attenzione del
ministero è quello dell'applicazione della legge che prescrive l'obbligo di eseguire un Tso sempre e solo in
presenza di un'ordinanza del sindaco o di un assessore competente.
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Marco Bardesono
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Foto: Un'immagine di Andrea Soldi quando aveva diciannove anni (Ansa/Di Marco)
Foto: In ricordo Fiori e biglietti depositati sulla panchina dei giardini di Corso Umbria a Torino dove il 5 agosto
Andrea Soldi, 45 anni, era seduto prima di essere caricato a forza su un'ambulanza e portato in ospedale per
un Trattamento sanitario obbligatorio (Tso). Andrea Soldi è morto qualche minuto dopo. Dal 1990 soffriva di
una forma di schizofrenia
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tiratura:405061
Morte dopo Tso, spunta audio: «Lo hanno fatto soffocare»
«Lo hanno preso al collo. Aveva le manette ai polsie io non volevo caricarlo, ma mi hanno ordinato di farlo.E
di portarloa pancia in giù». Diceva questo l'equipaggio dell'ambulanza alla centrale operativa del 118 durante
il trasporto in ospedale di Andrea Soldi, il quarantacinquenne torinese malato di schizofrenia morto durante
un ricovero forzato. La comunicazione, registratae trascritta,è stata acquisita dai carabinieri del Nas e
consegnata in procura, dove il pm Raffaele Guariniello sta coordinando un'inchiesta per omicidio colposo.
«L'intervento - spiegava l'operatore - è stato un po' invasivo. Lo hanno preso per il colloe lo hanno fatto un po'
soffocare». Parole pronunciate in un momento in cui Soldi era ancora vivoe non si sospettava che la
magistratura avrebbe aperto un'indagine. Gli indagati sonoi tre agenti della polizia municipale che eseguirono
l'intervento per costringere quel paziente di oltre 120 chilia staccarsi dalla panchina dove sedeva,e lo
psichiatra che ordinò il Tso (trattamento sanitario obbligatorio). L'autopsia-i cui risultati però sono stati
aspramente contestati da Roberto Testi, il consulente medico della difesa- ha messo in relazione diretta il
decesso di Andrea e una presa al collo, o alla parte alta del torace, che probabilmente è stata mantenuta
oltre il "limite di sicurezza" fissato in una quindicina di secondi. Con il paziente "a pancia in giù", inoltre, in
ambulanza nonè stata praticata alcuna forma di rianimazione. Mercoledì sono arrivati a Torino gli ispettori
inviati dal ministro della salute, Beatrice Lorenzin, per svolgere alcuni accertamenti: l'obiettivo è di esaminare,
andando anche al di là del caso Soldi, il funzionamento dei Tso. Negli uffici dell'assessorato regionale alla
sanità, la squadra ha ascoltato, oltre ai familiari di Andrea, alcuni funzionari e responsabili del servizio di
soccorso 118, del comando della polizia municipale e dell'Asl 2.
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LA GIORNATA TRE AGENTI INDAGATI PER OMICIDIO COLPOSO
14/08/2015
Pag. 5 Ed. Milano
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L'accoglienza
Immigrati, la Regione rivuole i soldi
L'assessore Mantovani annuncia un conto di 160 milioni da parte di ospedali e Asl La Prefettura aveva
proposto un accordo per versare un quarto della cifra richiesta
ALESSANDRA CORICA
UN CONTO salato: è quello che Palazzo Lombardia chiede a Roma per saldare i costi delle cure agli
immigrati senza permesso di soggiorno, erogate tra il 2002 al 2012. «Il governo - tuona l'assessore alla
Salute Mario Mantovani - deve ancora versare 160 milioni di euro, a fronte delle fatture emesse regolarmente
dai nostri ospedali. Noi continuiamo a fare il nostro dovere, ma ci aspettiamo che Renzi onori i debiti».
Quella sui rimborsi delle cure agli stranieri senza permesso è una trattativa (polemica) che va avanti da mesi.
Con al tavolo da un lato Palazzo Lombardia e dall'altro il Viminale, rappresentato dalle prefetture presenti sul
territorio. Critica soprattutto la situazione di Milano, dove in dieci anni sarebbe stato accumulato gran parte
del debito del ministero degli Interni. Ovvero, un centinaio di milioni, per assistere tra le 5 e le 10mila persone
ogni anno. Una situazione che la prefettura di corso Monforte ha cercato di risolvere ad aprile,avanzando una
proposta: 40 milioni subito, a saldo di ogni contenzioso. Proposta però molto osteggiata al Pirellone, sia da
Lega sia da Forza Italia, e per questo rimandata al mittente. Di qui, la polemica rinfocolata ieri dall'assessore
alla Salute. «Ma non si può speculare sulla salute pur di guadagnare qualche voto - ribatte il segretario
regionale Pd, Alessandro Alfieri - Sicuramente il sistema è da migliorare.
Ricordo però che curare gli immigrati senza permesso non è solo una questione di civiltà e umanità. Ma
anche di sicurezza e salute pubblica».
Oltre ai dati sulle cure (ricoveri, visite, esami) prestate in questi anni agli immigrati senza permesso, la
Regione ieri ha snocciolato anche quelli relativi all'accoglienza dei profughi. E, soprattutto, quelli
sull'assistenza sanitaria messa in campo da quando l'emergenza migranti è scoppiata a Milano.
Così, sono quasi mille le prestazioni sanitarie erogate fino a fine giugno dalle Asl regionali. E a Milano sono
state accolte 786 persone, «con un impegno costante da parte dell'Asl», ricorda Mantovani. Numeri alti,
insomma. Anche se con costi, in questo caso, abbastanza contenuti: nei primi sei mesi dell'anno, Palazzo
Lombardia non avrebbe speso più di 100mila euro per comprare farmaci e materiali.
www.regione.lombardia.it www.casadellacarita.org PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: LA COPPIA Il governatore Roberto Maroni con il suo vice Mario Mantovani, vicepresidente della giunta
e assessore alla Sanità
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INTERVISTA Beatrice Lorenzin. Il ministro della Salute: "Abbiamo due problemi principali, la burocrazia e la
scarsa attenzione alla conciliazione tra lavoro e figli"
"Se non aiutiamo le famiglie per il welfare sarà un disastro"
ROSARIA AMATO
ROMA. Non si tratta solo dei congedi parentali. Secondo Beatrice Lorenzin, ministro della Salute e madre di
due gemelli di due mesi, Francesco e Lavinia, la questione va affrontata in maniera globale: non è solo un
problema delle donne, e neanche dei genitori, se non si aiutano le famiglie con figli «tra 20 anni ci sarà un
numero drammaticamente basso di giovani che lavorano e pagano i contributi» con conseguenze disastrose
sul welfare.
Anche quando le norme vengono finalmente approvate, non vengono attuate, il caso dei congedi parentali a
ore è emblematico.
«In questa vicenda ci sono due ordini di problemi: uno riguarda il modo in cui in Italia vengono attuate le
norme, la lentezza della burocrazia, e l'altro la sottovalutazione delle questioni legate alla cura dei bambini.
Comunque ho visto che il ministro Poletti è intervenuto per sbloccare la procedura e sono sicura che, come
ha annunciato nel comunicato diffuso oggi, con l'approvazione del decreto sugli ammortizzatori sociali le
norme, finora introdotte in via sperimentale, entreranno a regime anche per i prossimi anni. Però non basta: il
tema vero è quello di un piano nazionale per combattere la denatalità, io ho cominciato dal punto di vista
sanitario con il piano sulla fertilità». A quali interventi pensa in particolare? «Il tema della denatalità va visto
come questione culturale, sociale ed economica. Un Paese come il nostro con una media di 1,3 figli per
donna rischia uno svuotamento che già tra vent'anni non ci permetterà di affrontare il welfare. Bisogna
prendere consapevolezza del problema e cominciare ad affrontarlo in modo concreto, anche il decreto Poletti
va nella direzione giusta».
Neanche il decreto Poletti però innova abbastanza sotto il profilo della flessibilità: in Italia le norme di tutela
delle donne in gravidanza sono troppo rigide, però poi dopo quando i bambini crescono si fa troppo poco.
«Infatti io penso per la maternità a un monte mesi che ogni donna dovrebbe avere la possibilità di giocarsi
come vuole. La rigidità in origine era una forma di tutela, però certo adesso norme di questo tipo sembrano
decontestualizzate, in un'epoca in cui si lavora con iPad e conference call.
Servono meccanismi di flessibilità che tutelino al contempo le donne, ma c'è anche un problema di
prospettiva: la maternità deve diventare un patrimonio della comunità. L'assenza di bambini ha portato alla
diminuzione della sensibilità sociale, una volta erano in tanti a occuparsi dei piccoli, le mamme non venivano
lasciate sole. Nel resto del mondo va in un altro modo, ci sono anche top manager con tre-quattro figli».
Da noi invece c'è il tasso di occupazione femminile più basso della Ue con l'eccezione di Malta.
«Quello sull'occupazione femminile è un dato drammatico, con una differenza enorme tra Nord e Sud. Noi
sappiamo benissimo che se tutte le donne lavorassero ci sarebbe un balzo enorme della crescita. Come Ndc
abbiamo presentato il disegno di legge "Family Act", un poderoso piano di interventi per 8 miliardi di euro a
favore della famiglia che prevede molte misure di conciliazione». Flessibilità significa anche coinvolgere di più
i padri.
«Le leggi attuali prevedono anche i congedi per i padri: se non li prendono perché è un disvalore, il problema
è culturale. Quando si parla della questione femminile a volte sembra che si tratti di qualcosa di superato, e
invece è ancora una lotta quotidiana, che si sta vincendo, però la parità è ancora lontana».
I CONTRIBUTI
Tra 20 anni ci sarà un numero drammaticamente basso di giovani che lavorano e pagano i contributi
www.inps.it www.lavoro.gov.it PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: MINISTRO E MADRE Beatrice Lorenzin con il compagno Alessandro Picardi all'uscita della clinica dopo
la nascita dei due gemelli Francesco e Lavinia
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/08/2015
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14/08/2015
Pag. 3 Ed. Torino
diffusione:556325
tiratura:710716
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IL CASO
Gli ispettori del ministro bocciano il trattamento "Non era il tempo giusto"
Durante l'audizione momenti di attrito: "Andava seguito mensilmente" Il padre ha raccontato che Andrea si
trovava meglio nell'altro centro mentale
GABRIELE GUCCIONE
«UN Tso così non andava fatto». I tre ispettori mandati dal Ministero della Salute per far luce sulla morte di
Andrea Soldi si sono fatti un'idea precisa di quel che è successo mercoledì 5 agosto in piazza Umbria, tanto
precisa da anticipare al padre di Andrea, Renato, e alla sorella Cristina, la sintesi conclusiva del loro giudizio
sulla vicenda. «Quel Tso non andava fatto, non in quel modo, non in quel momento». Renato e Cristina Soldi
sono stati ascoltati per circa due ore, ieri pomeriggio, nella sede della Direzione regionale della Sanità, in
corso Regina Margherita.
Un'ora prima, alle 14, dalla stessa sala riunioni al secondo piano della palazzina "D" erano usciti dopo 3 ore
e mezza i vertici dell'Asl 2, la direttrice sanitaria Caterina Mineccia, il direttore del Dipartimento di salute
mentale, Elvezio Pirfo, il direttore della Medicina legale, Roberto Testi, e un referente del Pronto soccorso. È
durante la loro audizione che nella saletta si sono accesi gli animi. Le urla si sentivano dal corridoio. «Il Tso si
fa così, la convalida, la convalida...», ha gridato qualcuno, segno che proprio sulle procedure autorizzative del
ricovero coatto, massima forma di privazione della libertà personale prevista dallo Stato, si è avuto da ridire.
Gli ispettori, «gentilissimi e molto competenti», a detta di tutti coloro che sono stati sentiti, non ultimo il vertice
del 118, sono stati affiancati dal dirigente regionale Vittorio Demicheli, coordinatore dei servizi psichiatrici
della Regione. «La psichiatria deve trovare il modo per assistere i pazienti senza ricorrere al Tso, ma
seguendoli e convincendoli alle cure - si sono sentiti dire dagli ispettori i familiari di Soldi - È impensabile che
un paziente possa restare 7 mesi senza terapia e che debba essere il padre a doverla sollecitare contattando
i servizi territoriali». Per la prima volta il signor Renato, il padre ottantenne di Andrea, ha messo da parte per
un due ore il dolore composto che per una settimana l'ha ammutolito, e ha parlato di fronte agli ispettori
mandanti dal ministro Lorenzin. «Quando Andrea frequentava il centro di salute mentale di via Massaia 11
non aveva mai avuto problemi - ha raccontato l'uomo - Dalla dottoressa Petruzzelli andava volentieri, e
veniva seguito con comunicazioni ravvicinate».
Anche il comandante dei vigili urbani, Alberto Gregnanini, è stato sentito dagli ispettori ministeriali. Non si è
entrati nel dettaglio dell'inchiesta sul caso Soldi. «Non avrei potuto dire nulla e nulla ho detto, c'è l'inchiesta di
Guariniello», dice una volta uscito dalla Direzione regionale alla Sanità, il comandante. Il colloquio si è
concentrato principalmente sulle procedure adottate dal Comune di Torino per i Tso. Procedure che, al
contrario di quanto prescrive una circolare del 2009 della Conferenza Stato-Regioni, anticipano l'esecuzione
del Tso in assenza dell'ordinanza del sindaco, che di solito arriva soltanto in un secondo momento. «Da parte
degli ispettori - aggiunge Gregnanini - c'è stata molto attenzione su queste procedure per verificare
l'eventualità di assumere dei provvedimento legislativi per evitare che fatti come questi in futuro possano
ripetersi».
Altri servizi sul caso Soldi sono sul sito torino.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: I FUNERALI La sorella di Andrea Soldi, Maria Cristina, con il padre Renato ai funerali del fratello
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/08/2015
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14/08/2015
Pag. 12
diffusione:210842
tiratura:295190
«Impossibile che sia uno strangolamento»
La relazione completa sull'autopsia di Andrea Soldi sarà sul tavolo del pm Guariniello solo tra alcuni giorni. Ci
sono ancora esami tossicologici da fare, ma la relazione parlerà di uno «shock da compressione laterolaterale al collo». Compressione che sarebbe confermata dalla presenza di un ematoma sottocutaneo. Il
problema, secondo il medico legale, è che quel tipo di presa non può durare più di una quindicina di secondi:
altrimenti provoca una riduzione del flusso di sangue al cervello e la perdita di coscienza e problemi
respiratori. Conclusioni contestate da Roberto Testi, il consulente medico dello psichiatra indagato con i tre
vigili intervenuti sul posto, per omicidio colposo: «Non è stata un'asfissia meccanica determinata da
compressione sul collo. La causa del decesso non può essere quella. In nessun caso. Se strangoli qualcuno,
la morte è immediata. Altro che venti o trenta minuti», che è poi il tempo che è passato dal prelevamento di
Andrea e il decesso. Intanto, a seguito delle minacce comparse sulla panchina dove si trovava il 45enne
prima di essere portato in ospedale, è stata presentata una denuncia contro ignoti.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/08/2015
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La difesa degli indagati
14/08/2015
Pag. 7
diffusione:24728
tiratura:83923
Indagine dell'Onu: torna a crescere la mortalità infantile nella Striscia
Michele Giorgio GERUSALEMME
Igiornali israeliani riferiscono di nuovo di trattative segrete per una tregua di 8-10 anni tra Hamas e Israele
che includerebbe l'apertura di una via marittima tra la Striscia di Gaza e Cipro. Magari è vero o forse è la
solita storia dell'accordo «fatto» dietro le quinte ma poi privo di seguito concreto. Sono voci che si scontrano
con la realtà quotidiana di Gaza che si aggrava giorno dopo giorno. L'Unrwa (Onu) che aveva già annunciato
il possibile rinvio dell'apertura delle scuole per i profughi palestinesi (non solo a Gaza) a causa di deficit di
101 milioni di dollari, ha diffuso nei giorni scorsi un rapporto allarmante che è passato senza fare rumore per
le redazioni di buona parte dei mezzi d'informazione: il tasso di mortalità infantile a Gaza è tornato a salire. Il
numero dei piccoli di Gaza morti prima di un anno di età era sceso nettamente nel corso degli ultimi decenni
passando da 127 su 1000 nascite nel 1960 a 20.2/1000 nel 2008. I ricercatori dell'Unrwa invece hanno
registrato nell'ultima indagine del 2013 che è tornato a salire al 22.4/1000. Ed in crescita è anche la mortalità
neonatale che da 12/1000 del 2008 è passata a 20.3/1000 del 2013. Akihiro Seita, direttore del programma
sanitario dell'agenzia dell'Onu, non si sbilancia più di tanto sulle cause di questa pericolosa inversione di
tendenza. Spiega che «È difficile conoscere l'esatta causa dell'aumento». Teme che sia parte di un trend più
ampio. «Ci stiamo ora occupando dell'impatto del lungo blocco sulle strutture sanitarie, il rifornimento di
medicine e le attrezzature a Gaza», ha aggiunto. Un giro di parole che porta alla causa principale: il blocco di
Gaza dal 2007 (da quando Hamas ha preso il potere nella Striscia) da Israele e negli ultimi due anni anche
dall'Egitto. Senza dimenticare che dal 2008 Gaza ha subito tre ampie offensive militari israeliane e altre
«minori». Della responsabilità del blocco è convinta la dottoressa Federica Iezzi, cardiochirurgo pediatra,
esperta della sanità a Gaza dove, nel quadro dei programmi di intervento della Ong PCRF, ha operato molti
bambini palestinesi. «L'impatto a lungo termine dell'assedio a Gaza con la conseguente carenza di materiale
sanitario e di farmaci è un aspetto correlato all'aumento dei tassi di mortalità neonatale e infantile», spiega.
«Ne sono un esempio gli antibiotici, Israele non autotizza l'ingresso di tutti gli antibiotici a Gaza. È perciò
largamente usata la ciprofloxacina. Utilizzando a tappeto sempre gli stessi antibiotici, per ogni tipo di
infezione, si creano resistenze. Dunque i microrganismi diventano sempre meno sensibili (agli antibiotici)
facendo crescere i tassi di mortalità». Gli esempi legati al blocco sono molti, aggiunge Iezzi, come «le
complicate procedure di ingresso di vaccini contro rosolia, morbillo, parotite e poliomielite che potrebbero
incidere sulle campagne di vaccinazione». Israele sostiene di non incidere in alcun modo sulla sanità a Gaza.
Le ricerche però sembrano dire l'esatto contrario. Le politiche di occupazione, restrittive e punitive, non
possono non avere un impatto sulla vita di milioni di persone. E altrettanto si deve dire anche delle decisioni
che prendono le strutture civili collegate all'occupazione militare. I palestinesi in questi giorni, in cui il caldo
estivo è più intenso, denunciano che la società idrica israeliana «Mekorot» ha tagliato le forniture nelle aree a
nord di Nablus, in Cisgiordania. Già la scorsa settimana gli abitanti di Kufr Qaddum, Salfit, Qarawat Bani
Hassan, Biddya e Sarta avevano denunciato di essere senza acqua. Secondo la Ong «Ewash» gli israeliani,
compresi i coloni, hanno accesso a 300 litri di acqua al giorno mentre la media dei palestinesi in Cisgiordania
è di circa 70 litri, sotto il minimo di 100 litri raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/08/2015
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Gaza / IN CISGIORDANIA VILLAGGI PALESTINESI SENZ'ACQUA
14/08/2015
Pag. 16 Ed. Genova
diffusione:103223
tiratura:127026
Sanità , valzer di poltrone alla vigilia di Ferragosto
Quaglia verso la direzione della Regione. Alla Asl 3 confermato Bottaro, arriva Bertorello dal Galliera
GUIDO FILIPPI
RAFFICA DI NOMINE nelle Asl e nella sanità ligure proprio alla vigilia di Ferragosto. Il direttore generale
dell'Agenzia regionale sanitaria Francesco Quaglia sarà, salvo ribaltoni dell'ultima ora, il direttore generale
dell'assessorato alla Salute. Dopo che alcune trattative con manager lombardi non sono andate a buon fine,
la Regione ha pubblicato il bando che sembra ritagliato su misura per Quaglia che in questi giorni ha
accompagnato l'assessore Sonia Viale agli incontri con i vertici di Asl e ospedali liguri. In casa Asl 3 Luciano
Grasso , in carica da dieci giorni come commissario straordinario (dal 2000 al 2005 era stato direttore
generale), ha completato la sua squadra. Alla guida della direzione sanitaria è stato confermato Luigi Bottaro
, molto apprezzato negli ospedali e nei distretti sanitari per il suo lavoro e il suo impegno. Il responsabile
amministrativo è Luigi Roberto Bertorello : da anni legato a Grasso, arriva dal Galliera dove è stato per anni
direttore del personale. Completano il gruppo come sub-commissario amministrativo e sanitario, Mariangela
Canepa (già molto legata all'ex manager Corrado Bedogni , ora direttore all'ospedale di Cuneo) e il direttore
del distretto ponente Filippo Parodi . Queste sono le nomine ufficiali che sono state deliberate ieri mattina, ma
ce ne sono altre all'orizzonte: Rosa Placido , Riccardo Rebagliati , Cristina De Lucis e Cristina Cenderello . A
fine mese rientra alla Asl di Cuneo l'ormai ex direttore amministrativo Piero Reinaudo che lavorerà anche per
la Regione Piemonte come gli ha chiesto il direttore generalle Fulvio Moirano, ma resterà comunque sempre
legato a Genova. Nomine d'agosto anche in Regione: l'assessore alla Salute Sonia Viale ha scelto i tre
membri che rappresenteranno la Liguria nella commissione paritetica con la Lombardia su lista d'attesa,
fughe di pazienti e altri fronti. Sono Claudia Morich (direttore delle Risorse finanziarie della Regione), Luciano
Grasso (commissario Asl 3) e Francesco Quaglia (direttore dell'Agenzia regionale sanitaria): la prima riunione
è prevista ad inizio settembre. Poltrone che cambiano anche all'ospedale Galliera. Con la partenza di
Bertorello - fino a qualche mese fa era destinato alla direzione amministrativa ma poi gli è stato preferito il
chiavarese Roberto Viale - il manager Adriano Lagostena deve nominare il direttore del Personale: in prima
fila c'è Marina Rebori, ora responsabile delle Risorse umane della Asl 4 chiavarese, ma ci sono almeno tre
dirigenti interni che ambiscono al posto: Maria Laura Zizzo , Francesco De Nicola e Marco Esposti . La
decisione entro settembre. Cambio della guardia all'orizzonte anche all'Evangelico che gestisce anche
l'ospedale San Carlo di Voltri: in prima fila per fare il direttore sanitario c'è Eliano Delfino (ora alla Asl 1
imperiese) che puntava a fare il commissario alla Asl 3 e alla Asl 4. [email protected] © RIPRODUZIONE
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Foto: Luciano Grasso
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Foto: Roberto Bertorello
Foto: Claudia Morich
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/08/2015
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NOMINE E PROMOZIONI IN REGIONE E NELLE AZIENDE GENOVESI IL RETROSCENA
14/08/2015
Pag. 13
diffusione:88538
tiratura:156000
Pillole create con stampanti 3D
La nuova tecnologia permette di fabbricare pelle artifi ciale
SIMONETTA SCARANE
La nuova tecnologia delle stampanti 3D potrà rivoluzionare il settore della sanità. Già adesso è possibile
replicare un farmaco personalizzandolo sulle esigenze del paziente utilizzando i macchinari innovativi che
stampano in tre dimensioni. Negli Stati Uniti è stato autorizzato un esperimento che è una prima mondiale. La
Food and drug administration (Fda) ha dato il via libera alla commercializzazione di un medicinale fabbricato
grazie alla stampante 3D. Spritam sarà immesso sul mercato all'inizio del 2016 secondo quanto annunciato
dal piccolo laboratorio americano Aprecia. Sul piano chimico Spritam non ha niente di rivoluzionario. Il
principio attivo che contiene, il levetiracetam, è in commercio da 15 anni per trattare l'epilessia, e farmaci
generici sono disponibili dal 2008. La novità consiste nel modo di fabbricazione. Dalla metà del XIX secolo, le
compresse sono generalmente prodotte mescolando diversi componenti e compattando la polvere ottenuta in
due punzoni o con una pressa. Qui la ricetta non cambia. Al levetiracetam sono sempre aggiunte la glicerina,
zucchero artificiale, aroma di menta e altri eccipienti, ma l'assemblaggio è effettuato con una stampante 3D
che li deposita stato per strato in maniera estremamente sottile. Questo permette di ottenere un medicamento
con una struttura interna predeterminata con estrema precisione. Aprecia ha fatto in modo che la pillola sia
estremamente porosa in maniera da dissolversi con qualche goccia d'acqua in meno di quattro secondi così
da inghiottirla facilmente. Un elemento importante secondo l'azienda, perché questa nuova formulazione sarà
d'aiuto a tutti gli epilettici che hanno diffi coltà a deglutire. Con questo miglioramento potranno seguire meglio
le proprie cure. La famiglia Arington, che controlla Aprecia, scommette molto sul proprio procedimento
protetto da una serie di brevetti. Il laboratorio dell'Ohio ha molti altri farmaci di questo tipo in preparazione. La
nuova tecnologia permette di fabbricare compresse dosate in maniera specifi ca in funzione delle necessità di
ciascun paziente. Tutte le forme di pillole sono ugualmente possibili. Al di là dei farmaci, la stampante 3D ha
la possibilità di rimescolare le carte in una serie impressionante di attività legate alla salute. Un incredibile
fermento provocato dalla caduta dei prezzi delle stampanti e il nuovo mercato che sta nascendo grazie alle
applicazioni della 3D nel campo della salute non supera gli 825 milioni di dollari (760 milioni di euro) nel 2014
secondo le stime dell'istituto Visiongain, ma potrà arrivare a 2,9 miliardi di dollari dal 2019. Dagli impianti
dentari e le protesi acustiche, che sono il più dell'attività attuali, si aggiungeranno le protesi ortopediche,
mandibole in titanio. A Digione il servizio di chirurgia maxillo-facciale dell'ospedale gioca un ruolo pioneristico.
Partendo dallo scanner dei pazienti, l'équipe stampa in 3D le repliche in plastica dei loro crani, cosa che
permette di preparare al meglio le operazioni. A Pessac, nella regione della Gironda, Fabien Guillemot,
ricercatore dell'istituto francese di ricerca medica, lavora su tutt'altra applicazione della stampante 3D nella
propria società biotech Poietis per fabbricare la pelle artifi ciale. Le sue stampanti non depositano strati di
plastica o di polvere medicamentosa, ma di cellule viventi. Cellula per cellula possono produrre tessuti umani
utilizzabili per esempio per testare futuri cosmetici evitando di ricorrere alla sperimentazione sugli animali. I
grandi gruppi, e anche General Electric, si interessano a questo mercato. E la loro capacità di mezzi
dovrebbe dare un'accelerata a questo mercato che oggi sconta ancora i prezzi più alti rispetto alla
fabbricazione tradizionale. Guillemot ha siglato di recente un accordo con la tedesca Basf. A maggio, L'Oréal
ha fi rmato un contratto dello stesso tipo con Organovo, il grande concorrente americano rivale della pmi
biotech di Pessac.© Riproduzione riservata
Foto: Stampante 3D per i farmaci
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/08/2015
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Negli Stati Uniti la Fda ha dato il via libera alla commercializzazione di un farmaco per l'epilessia
14/08/2015
Pag. 13
L'Unità
diffusione:54625
tiratura:359000
Dall'Angola alla Nigeria gli aiuti per le popolazioni
I progetti di sostenibilità della società in vari Paesi africani sono tanti e diversi: qui ne riassumiamo solo
alcuni. ENERGIA, ACQUA, SALUTE Angola Varie iniziative e progetti a favore dello sviluppo locale
sostenibile. Tema: Salute delle comunità. Il progetto di sviluppo delle risorse umane - rafforzamento dei
servizi sanitari nell'area urbana di Luanda (Comune di Kilamba Kiaxi) ha l'obiettivo di sostenere la
qualificazione degli operatori sanitari in accordo con i piani di formazione permanente ed in collaborazione
con il governo locale. Attività: organizzazione di sessioni di formazione per paramedici nelle seguenti
discipline: nursery, pediatria, ginecologia, malnutrizione, laboratorio. Congo Diverse iniziative e progetti a
favore dello sviluppo locale sostenibile. Il Progetto Integrato Hinda, per esempio, è teso a migliorare
condizioni di vita delle comunità nell'area intorno al campo onshore di M'Boundi, Distretto di Hinda (circa
25.000 persone) riducendo la percentuale di popolazione che vive sotto la soglia di povertà, attraverso
interventi in settori chiave per lo sviluppo, quali la salute, l'agricoltura, l'accesso all'acqua e all'energia,
l'educazione affiancati da attività di formazione, capacity building e animazione sociale. Ghana Nel gennaio
2015 Eni, insieme con Vitol e Ghana National Petroleum Corporation (GNPC), hanno firmato con le autorità
nazionali un accordo per procedere con lo sviluppo di un progetto integrato a olio e gas che garantirà
l'energia necessaria a supportare la crescita economica del Paese. I campi gas di OCTP potranno rifornire
con Continuità il sistema di generazione termoelettrica del Ghana. Inoltre è stata avviata la formazione base
di 19 professionisti coinvolti nel settore Oil & Gas e delle Risorse Naturali e la creazione di un Core Team
multi settoriale di 8 membri già specialisti in varie discipline. Mozambico In Mozambico, nelle aree di Pemba e
di Palma interessate dai progetti di sviluppo industriale sono in corso diversi progetti finalizzati a migliorare le
condizioni di vita e il benessere delle comunità locali e promuovere uno sviluppo socioeconomico equo e
inclusivo. Il "Water programme", per esempio, mira a migliorare le condizioni di vita e di salute della
popolazione dell'area di Raima attraverso un accesso sostenibile e duraturo all'acqua potabile. Nigeria Nel
corso degli anni, Eni in Nigeria si è impegnata attivamente nel promuovere lo sviluppo socio-economico del
benessere delle comunità del Delta del Niger, in collaborazione con gli stakeholder locali. L'azienda è da
sempre impegnata a stabilire rapporti proficui e un dialogo costruttivo con oltre 330 comunità, lavorando per
individuare insieme soluzioni per promuovere uno sviluppo sostenibile nel paese, sulla base delle loro
esigenze (dagli interventi infrastrutturali per opere civili all'acqua). Eni Foundation in Angola progetto
sanitario-nutrizionale Kilamba Kiaxi a favore della popolazione materno infantile a Luanda. Nel Ghana
progetto sanitario per il rafforzamento dei servizi di medicina primaria infantile e materna che mira alla
riduzione della mortalità materno-infantile. In Mozambico progetto sanitario per il rafforzamento dei servizi di
emergenza infantile nel distretto di Palma. Nel Congo il progetto Kento Mwana per la prevenzione della
trasmissione dell'HIV-AIDSda madre a figlio, e il Salissa Mwana a favore dell'infanzia nelle aree rurali. Per
seguire tutte le tappe del progetto «Il Teatro fa bene», dal diario di viaggio ai preparativi
http://www.ilteatrofabene.it
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/08/2015
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I progetti Eni
14/08/2015
Pag. 49 N.1430 - 14 agosto 2015
diffusione:687955
tiratura:539384
ECCO IL PRIMO RAPPORTO SULLE SETTEMILA MALATTIE RARE
Antonella Barina
Malattie rare: quelle che non colpiscono più di cinque persone ogni 10 mila abitanti. Rare, ma numerose:
l'Organizzazione mondiale della Sanità ne ha contate più di settemila. Il problema è che, proprio in quanto
rare, sono poco conosciute e difcili da diagnosticare e curare. Ma anche che non sempre la rete di assistenza
territoriale funziona: in Italia ci sono forti disparità tra regioni. Basterebbe ad esempio uno screening
neonatale a individuare gran parte delle malattie metaboliche congenite (che delle rare fanno parte),
consentendo di prendere rapidi provvedimenti. Ma non tutte le Regioni lo prevedono per un ampio numero di
patologie. Così molti neonati non sono subito sottoposti a terapia, con gravi rischi per lo sviluppo
neuromotorio (e, a volte, della vita). Ora Uniamo , la federazione che raggruppa un centinaio di associazioni
che si occupano di malattie rare ( uniamo.org ), ha presentato MonitoRARE , il primo rapporto sulla
condizione delle persone con questo tipo di patologie in Italia: dati e notizie che interessano un numero di
pazienti difcile da quantifcare, ma stimato tra le 450 e le 670 mila persone, rappresentate da 1.079
associazioni. A quanto pare, non siamo messi troppo male, nel contesto europeo. Giochiamo un ruolo
importante nella ricerca - solo Germania e Francia ci hanno superati nel 2014 - vantiamo diversi centri
d'eccellenza, l'accessibilità ai farmaci è discreta... Ma aspetti critici sussistono. Disparità regionali in testa:
può capitare ad esempio di ottenere un piano terapeutico da un centro specializzato che però la tua Asl (se è
in una regione diversa) non riconosce. E poi carenze di formazione: spesso pediatri e medici di base non
sanno interpretare sintomatologie complesse, con ritardi diagnostici di anni. Nonché alti costi economici e
sociali: alcune terapie non sono riconosciute dal Sistema sanitario, alcuni genitori devono lasciare il lavoro
per assistere il fglio malato, si può venire drammaticamente emarginati... Manca infne l'informazione. Benché
le fonti ci siano: un numero verde (800-896949) dal lunedì al venerdì (9-13); un portale (malatirari.it ) e, per i
più esperti, orphanet-italia.it . CIRCOLARE INFORMATI Si chiama Circolando il progetto gestito dalla
Cooperativa Cento Fiori, che ogni sabato sera gira la Riviera romagnola per spiegare ai ragazzi i rischi di
alcol e droghe, evitare che si mettano alla guida ubriachi, caldeggiare l'uso del proflattico... Un servizio che
l'estate scorsa è stato contattato spontaneamente da 6.748 giovani: coopecentofori.it . UN MARE DA
AMARE DI PIÙ Benché rappresenti solo lo 0,82 per cento degli oceani di tutto il mondo, il Mediterraneo
ospita il 7,5 delle specie marine conosciute, che per un quarto vivono solo qui. Ma è anche il mare più
trafcato, minacciato dalle trivellazioni, dalla troppa pesca, dai cambiamenti climatici. Ne parla il Wwf tutta
l'estate su mybluemes.org e sui social con lo slogan #MyBlueMed . ALDO SOLIGNO / ECHO
PHOTOJOURNALISM
Foto: Robertina, una piccola paziente colpita da Sma, atrofa muscolare spinale, una delle malattie rare
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/08/2015
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SOLIDARIETÀ ECONOMIE
14/08/2015
Pag. 59 N.1430 - 14 agosto 2015
diffusione:687955
tiratura:539384
I DENTISTI CI CURANO DA 14 MILA ANNI
TRACCE DI UN INTERVENTO SU UN MOLARE CARIATO IN UNO SCHELETRO PREISTORICO
Alex Saragosa
Contro il mal di denti l'umanità si è attrezzata presto. Molto prima di quanto non si immaginasse finora. Un
gruppo di ricercatori coordinati da Stefano Benazzi, paleoantropologo dell'Università di Ferrara, ha analizzato
un molare cariato in uno scheletro di 14 mila anni fa, trovato nel 1988 presso il riparo Villabruna, nelle
Dolomiti venete. Esaminando al microscopio a scansione le pareti della cavi tà, i ricercatori hanno visto
striature su tutta la superficie, come se qualcuno avesse ripulito il dente dal tessuto infetto. Per verificare che
non fossero i segni dell'uso di rudimentali stuzzicadenti, i ricercatori hanno efettuato prove su denti moderni:
solo una piccolissima scheggia in pietra avrebbe potuto produrre scanalature come quelle. La conclusione è
che già 14 mila anni qualcuno ha combattuto un mal di denti con un attrezzo «specializzato». Si pensava che
le cure dentistiche fossero nate con l'agricoltura, quando il consumo di cereali fece esplodere le carie.
Evidentemente gli antenati dei dentisti erano all'opera già molto tempo prima.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/08/2015
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SCIENZE
14/08/2015
Pag. 79 N.33 - 14 agosto 2015
Così il talento abbatte il muro del cancro
Gmdp cura i malati di tumore investendo sui giovani creativi
Andrea Milanesi
Garantire supporto alla cura dei malati di tumore e investire sulla creatività dei giovani talenti: è questa la
doppia missione della neonata associazione Gmdp - Design for Life, dedicata alla memoria di Giuseppe
Marco Di Paolo, designer, direttore artistico, giornalista e docente universitario del Politecnico di Milano
stroncato da un linfoma nell'agosto 2014 a soli 36 anni. La sua visione creativa del lavoro e la sua spinta
ideale e continuano così a rimanere in vita attraverso la rete di amici e parenti che hanno deciso di
promuovere attività che spaziano dalla pubblicazione e dalla diffusione di opere letterarie, fotografche e
fonografche nel campo del design e dell'architettura fno all'aiuto concreto sul campo a chi soffre nelle corsie
di un ospedale. Sin dalla sua fondazione, Design for Life sostiene infatti due progetti specifci, strettamente
legati ai suoi principi ispirativi: il primo è legato a una donazione al Cro (Centro di Riferimento Oncologico) di
Aviano, a favore dei malati di cancro lungodegenti ospitati presso questo istituto di ricovero e cura a carattere
scientifco; il secondo si è concretizzato in una borsa di studio di seimila euro per il miglior giovane progettista
del Master Progea dell'Accademia Fiera Milano 2015, il corso che forma le fgure dell'Exhibition and Event
Manager per il quale Di Paolo ha ricoperto il ruolo di docente e coordinatore tecnico.
Foto: [email protected]
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Buon Incontri /
14/08/2015
Pag. 79 N.33 - 14 agosto 2015
Sanità, un'eccellenza da ripensare
Paola Severini Melograni
Protezione della salute «Ogni individuo ha il diritto di accedere alla prevenzione sanitaria e di ottenere cure
mediche alle condizioni stabilite dalle legislazioni e prassi nazionali» Aldo Morrone, art. 35 Carta dei Diritti
Fondamentali Ue ( Manuale dei Diritti Fondamentali e Desiderabili, Oscar Mondadori) Il welfare sanitario
europeo, risultato della nostra storia comune e della nostra cultura, si trova oggi di fronte a una grande sfda.
E questo accade nonostante il successo del modello di Servizio sanitario in Italia e dei rispettivi servizi
pubblici negli altri Paesi comunitari. Sono tutti modelli solidaristici: il nostro in particolare è mediamente
eccellente (anche se esistono isole di malgoverno locale, che rappresentano in ogni caso eccezioni). I grandi
medici italiani, conosciuti in tutto il mondo, rappresentano l'orgoglio della nostra scienza e dei nostri policlinici
universitari. In merito però alla tutela della salute delle fasce socialmente ed economicamente svantaggiate
della popolazione, in Italia come in Europa (e qui mi riferisco ai poveri e ai "nuovi poveri", agli anziani, agli
immigrati da Africa, Asia e Sudamerica) le diffcoltà principali si incontrano nell'accesso ai servizi di base, con
il conseguente ritardo nella diagnosi e nella successiva defnizione delle terapia: questo provoca una diversità
nell'erogazione dei servizi e una oggettiva diffcoltà di applicazione degli standard minimi garantiti. Quando,
nel lontanissimo 1978, quasi quarant'anni fa, Tina Anselmi frmò la riforma, il nostro Paese era ricco di giovani
e di opportunità: ora ci si ammala di più a causa della senescenza della popolazione e della aspettativa di vita
che è enormemente cresciuta. Anche la legge migliore ha bisogno di una messa a punto e la protezione della
salute non può essere lasciata all'impegno di alcune nazioni ma deve marciare coordinando Europa, singole
nazioni, regioni ed enti locali, coinvolgendo tutte le politiche e non solo quelle sanitarie.
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Diritti Desiderabili