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23/05/2015
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tiratura:39829
Una giornata contro il dolore
Tante le iniziative sul territorio per sostenere le terapie antalgiche
L'ospedale Maria Vittoria - Servizio di terapia del dolore (direttore Emilpaolo Manno, referente Lucia Filippi,
referente direzione sanitaria per Progetti Onda Teresa Emanuele) con i presidi Amedeodi Savoia e Birago di
Vische, in collaborazione con l'Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna, secondo le indicazioni della
Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Regione Piemonte, promuove e partecipa alla XIV
edizione della Giornata Nazionale del Sollievo, indetta per il 31 maggio 2015. Le iniziative di promozione
sono finalizzate all'informazione del Cittadino su i diritti che gli competono in ottemperanza alla Legge 38 del
2010, la conoscenza della presenza di Centri riferimento di Terapia del Dolore e delle Cure Palliative nel
territorio, la comprensione del significato delle proposte di cure fruibili, da quelle farmacologiche, infiltrative,
mininvasive, all'assistenza ospedaliera e domiciliare. Giovedì 28 maggio si terrà l'open day dalle 9 alle 13
presso l'Ambulatorio di Terapia Antalgica, I piano, Padiglione G dell'ospedale Maria Vittoria, in via Cibrario
72. Saranno presenti e disponibili un medico specialista nella terapia del dolore e un'infermiera dedicata per
fornire informazioni e accogliere quesiti e richieste su tutto ciò che riguarda il dolore e le cure relative. Già da
lunedì sarà attivo il numero telefonico 0114393437 dalle 10 alle 12, per informazioni sull'iniziativa. Saranno
inoltre disponibili locandine informative sul Servizio di terapia del dolore e sulle modalità di accesso allo
stesso, sui principali farmaci del dolore cronico, sugli oppioidi, sulla Legge 38-2010 e sul dolore acuto e
cronico.
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 25/05/2015
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Maria Vittoria Appuntamento giovedì
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Pag. 26 Ed. Agrigento
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La Giornata del sollievo
Anche Agrigento celebrerà la Giornata Nazionale del Sollievo istituita nel 2001 e promossa dal Ministero della
Salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e dalla Fondazione Nazionale "Gigi
Ghirotti". Domenica 31 maggio prossimo sono in programma, in tutta Italia, manifestazioni promosse da
Regioni, strutture sanitarie ed associazioni di volontariato a sostegno della centralità della pe rsona sofferente
e del rispetto della sua dignità. L'Hospice e Clinica del dolore dell'Azienda sanitaria provinciale di Agrigento
ha organizzato per il prossimo 30 maggio al San Giovanni di Dio, una duplice iniziativa volta ad informare la
cittadinanza su tematiche e patologie di interesse per la salute femminile e a sensibilizzare l'utenza
sull'importanza della prevenzione primaria, della diagnosi precoce e delle cure. In particolare, dalle 9 alle 13,
si terrà un incontro informativo dal titolo "Separiamoci dal Dolore", che si svolgerà nell'aula conferenze del
nosocomio di contrada Consolida e, contemporaneamente, sarà possibile effettuare una serie di visite
gratuite all'ambulatorio di terapia del dolore, al secondo piano (scala A) dell'ospedale. La giornata si inserisce
anche nell'ambito dell'iniziativa "Ospedali a porte aperte- open day " organizzata dall'Osservatorio Nazionale
Sulla Salute della Donna (ONDA) all'interno del programma "Bollini Rosa". Una serie di iniziative tese,
appunto a dare sollievo non solo agli ammalati, ma anche alle loro famiglie, specie quelle alle prese con
patologie di un certo rilievo. VALENTINA ALAIMO
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 25/05/2015
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OSPEDALE SAN GIOVANNI DI DIO
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Alto consumo dei medicinali anche nell'Isola
resce in Italia l'uso di farmaci analgesici oppioidi, che hanno fatto registrare un aumento del 26% tra il 2012 e
il 2014. Lo afferma la relazione sulla legge 38/2010 sulle cure palliative e la terapia del dolore trasmessa al
Parlamento dal ministero della Salute. «Per il consumo di farmaci analgesici oppioidi - scrive il ministero permane un trend di crescita positivo; in particolare, in alcune regioni quali la Valle d'Aosta, la Lombardia, la
P.A. di Trento, il Lazio, le Marche, il Molise, la Puglia e la Sardegna, la percentuale di crescita della spesa
relativa al consumo di farmaci oppioidi nel triennio 2012 - 2014 supera il 30 per cento. A livello nazionale
l'incremento della spesa farmaceutica di questa categoria di farmaci sempre nel triennio 2012 al 2014 si
attesta intorno al 26. Alla luce dei dati è dunque ipotizzabile un utilizzo appropriato dei farmaci per la terapia
del dolore». Tra i risultati più significativi la relazione sottolinea il trend decrescente del numero di pazienti
deceduti in un reparto ospedaliero per acuti con una diagnosi di tumore. Il dato registrato nell'anno 2013 è
pari a 44.725 pazienti deceduti con diagnosi primaria o secondaria di neoplasia nei reparti per acuti rispetto a
47.537 nell'anno 2012. «Dati e tendenze - ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin - confermano un
costante miglioramento nell'attuazione della nostra legge sulle cure palliative e la terapia del dolore, che
rappresenta, lo ricordo, un'eccellenza nel panorama europeo». RIPRODUZIONE RISERVATA
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 25/05/2015
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Terapia del dolore , cresce l'uso di analgesici oppioidi
24/05/2015
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Medicina Mi spieghi dottore Lo specialista
Che cosa può provocare la sciatica ?
Il più delle volte la causa è un'ernia discale che comprime la radice del nervo
Antonella Sparvoli
Meglio non sottovalutare la sciatica, anche una volta passato il dolore, perché il rischio che il problema si
ripresenti è alto.
A che cosa è dovuta la sciatica?
«Le cause sono diverse, le più classiche sono l'irritazione o la compressione di una radice nervosa spinale
per la presenza di un' ernia discale che protrude verso la parte interna del canale spinale o nei forami
intervertebrali. L' ernia può essere accompagnata, o favorita, da alterazioni delle vertebre, di solito legate
all'artrosi - spiega Isabella Springhetti, responsabile della Divisione di recupero e rieducazione funzionale
dell'Irccs Fondazione Maugeri di Pavia -. Anche scoliosi gravi e microtraumi ripetuti possono concorrere a
deformare le vertebre o a renderle instabili, con conseguenti "spinte" o compressioni delle radici nervose.
La sciatalgia può anche avere un'origine non spinale, come nella cosiddetta sindrome del piriforme , un
piccolo muscolo nella regione del gluteo che ospita nelle sue fibre il passaggio del nervo sciatico, il quale, a
causa di contratture prolungate del muscolo in questione può rimanerne irritato o compresso. Anche posture
scorrette mantenute a lungo, come quelle di alcune categorie di lavoratori (muratori, camionisti, dentisti)
possono favorire la compressione del nervo. Più rari i casi in cui la sciatica è spia di tumori o di malattie non
muscoloscheletriche».
Quali sono i sintomi?
«Il dolore tipico parte dalla zona lombare della schiena e scende lungo il corso del nervo sciatico, passando
per il gluteo e per tutta la parte posteriore e/o laterale della coscia e della gamba, verso il calcagno, il piede, a
volte fino all'alluce. Di solito riguarda un solo lato del corpo e ha un'intensità variabile.
Talvolta sono presenti formicolii, intorpidimento e difficolta a controllare il movimento di uno o più dita del
piede. Nei pochi casi in cui il dolore è bilaterale, soprattutto sull'esterno delle cosce, può trattarsi di stenosi
del canale lombare , restringimento del canale vertebrale, che comprime anche tratti estesi di midollo o più
radici (condizione che può essere costituzionale e aggravarsi con l'età)»
Quali esami vanno fatti?
«In genere si parte dalla visita, per procedere poi, se necessario, con indagine mirate in base alla causa
sospettata. A volte non servono esami, in altri casi è utile una radiografia. Se ci si vuole focalizzare sul
tessuto nervoso si ricorre alla risonanza magnetica. La Tac è utile per valutare l'osso, l'elettromiografia
soprattutto quando, oltre al dolore, c'è difficoltà a compiere movimenti (come alzare un piede o muovere
l'alluce)».
Come si cura la sciatica?
«Poiché il rischio di ricadute è alto non bisogna limitarsi a far passare il dolore acuto, per il quale si ricorre ad
antinfiammatori, antidolorifici e miorilassanti. In chi non può assumere farmaci e in chi ha sofferenza intensa e
protratta, che non risponde alle terapie per bocca, sono utili infiltrazioni locali nel canale vertebrale con
farmaci anestetici, associate o meno a cortisonici. Può essere d'aiuto anche l'applicazione di correnti a bassa
intensità (Tens). Trascorsa la fase acuta, bisogna avviare un programma fisioterapico (si veda box in alto), al
termine del quale il paziente deve continuare una regolare attività fisica. Da riservare a casi selezionati,
è l'intervento chirurgico, per esempio, in caso di ernie discali espulse od ostruenti che comprimono
completamente una radice nervosa
o addirittura il sacco midollare».
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TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 25/05/2015
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Con il termine sciatica (o sciatalgia) si intende un dolore che s'irradia, da un solo lato del corpo, lungo il corso
del nervo sciatico, dalle sue radici alle estremità, potendo interessarne anche solo un tratto LE CAUSE Il
nervo sciatico (o ischiatico) ha origine dalle radici nervose che escono dalla colonna lombare, scorre nelle
pelvi, quindi nel gluteo fino a raggiungere il piede. Esso garantisce la sensibilità e la motilità delle gambe È
dovuta alla fuoriuscita, dalla sua sede naturale, del nucleo polposo contenuto nel disco intervertebrale I
SINTOMI LE CURE FASE ACUTA FASE SUBACUTA PREVENZIONE RICADUTE CURE MEDICHE
CHIRURGIA Il dolore tipico da sciatica parte dalla zona lombare della schiena e scende lungo il corso del
nervo sciatico, passando lungo il gluteo e la gamba, fino al piede In genere il dolore interessa un solo lato del
corpo e ha un'intensità variabile. Altri sintomi possibili sono: formicolio, intorpidimento, difficoltà nel muovere o
controllare la gamba Nella sciatalgia, l'area dolente può variare a seconda della radice nervosa interessata È
necessario il riposo in posizioni di distensione della colonna (per esempio, a letto con cuscini sotto ginocchia
e gambe) Per alleviare il dolore in genere si ricorre a un mix di farmaci antinfiammatori, antidolorifici
(somministrabili per via cutanea) e miorilassanti. Possono rivelarsi d'aiuto anche l'applicazione di correnti a
bassa intensità (Tens) e, nei casi più gravi, infiltrazioni nel canale vertebrale di anestetici e/o cortisonici
Passata la fase acuta dei primi giorni, è consigliabile un programma fisioterapico, per impedire il consolidarsi
di posizioni scorrette acquisite con il dolore, riguadagnando quelle corrette. I mezzi sono: tecniche manuali
diverse a seconda del singolo caso, massaggi, rieducazione posturale In un momento successivo, è utile
avviare un programma di attività fisica personalizzato, da condurre con regolarità, e seguendo le indicazioni
avute, a seconda della gravità del caso. • L'obiettivo è: •p revenire ricadute mantenere sia la flessibilità sia la
stabilità della colonna vertebrale, attraverso la distensione di alcuni muscoli (di solito quadrato dei lombi,
lunghi spinali, ileopsoas, ischiotibiali e surali) e il rafforzamento di altri (in genere addominali, glutei e
quadricipiti) In una minoranza di casi, in cui sono presenti ernie discali espulse od ostruenti che comprimono
radice o addirittura il sacco midollare, è necessario l'intervento chirurgico (microdiscectomia, laminectomia).
In questi casi sono presenti: disturbi persistenti della sensibilità, accompagnati da perdita di forza nel piede o
nella gamba II dolore di tipo sciatico può derivare anche da cause non spinali. È il caso della sindrome del
piriforme. Questo piccolo muscolo ospita nelle sue fibre il passaggio del nervo sciatico che, a causa di
contratture prolungate può venire irritato o compresso COLONNA LOMBARE La sciatica è dovuta
all'irritazione o alla compressione di una radice nervosa causata dall'erniazione di un disco intervertebrale
lombare verso la parte interna del canale spinale o nei forami intervertebrali STENOSI FORAMINALE La
sciatica è dovuta alla compressione delle radici nervose a livello del forame di uscita del nervo dalla colonna
spinale a causa di alterazioni vertebrali legate ad artrosi, microtraumi ripetuti o scoliosi grave Il piriforme è un
muscolo abbastanza piccolo che svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento della postura eretta
SINDROME DEL PIRIFORME LA DIAGNOSI Il primo passo è un'attenta visita specialistica in cui il medico
esegue anche alcune manovre per capire l'origine della sciatalgia (per esempio segno di Lasegue) A
seconda della causa sospettata possono essere indicati ulteriori accertamenti. Quelli a cui si ricorre più
spesso sono: risonanza magnetica, radiografia, Tac e, nel sospetto di un difetto motorio, anche
l'elettromiografia Segno di Lasègue Il test è positivo (e quindi indicativo di sciatalgia) quando il dolore
compare tra i 30 e i 60° di flessione. L'impossibilità a eseguire il movimento depone per la sofferenza di una
radice nervosa bassa (L4, L5 o S1) L'evocazione di dolore quando si ruota il piede verso l'interno è un
ulteriore segno di positività al test
L'esperto risponde
Foto: Sui temi della riabilitazione http://forum.
corriere.it/
forum-riabilitazione
Foto: Resp. Divisione
di recupero
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 25/05/2015
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24/05/2015
Pag. 22
diffusione:125215
tiratura:224026
Dolore acuto, arriva NienteMale Alert
(L. LUC.)
"Dottore mi fa male qui": la più comune delle frasi che il paziente rivolge al medico può essere per
quest'ultimo un enigma difficile da sciogliere, soprattutto se ci si trova nell'ambito di una visita a domicilio,
dove il clinico non dispone di particolari strumenti diagnostici. Il quadro si complica se il dolore in questione è
dolore acuto, che per definizione ha un tempo di insorgenza breve, impone un intervento rapido ed è un
sintomo aspecifico e trasversale a una molteplicità di condizioni. Proprio con l'obiettivo di facilitare
l'interpretazione delle principali manifestazioni algiche acute, in modo rapido e intuitivo, nasce NienteMale
Alert, piattaforma online, accessibile anche da smartphone tramite App, sviluppata da Edra, realtà leader
nelle soluzioni healthcare, con il patrocinio della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) e
il grant educazionale di Angelini. Grazie alla pratica rappresentazione grafica del corpo maschile e femminile,
il sistema permette di selezionare la zona interessata dal dolore e di risalire alle possibili ipotesi diagnostiche.
NienteMale Alert è accessibile online all'indirizzo www.nientemalealert.it e anche tramite app per iOS e
Android.
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 25/05/2015
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Servizio online a supporto del medico di medicina generale
25/05/2015
Pag. 14 Ed. Forli
" Insieme contro il dolore "
Terapie antalgiche: aperto da oggi il numero verde
CESENA. Ricorre domenica prossima la 14ª Giornata Nazionale del Sollievo. Si tratta, come noto, di un'
iniziativa mirata a sensibilizzare la cittadinanza, ma anche gli stessi operatori sanitari, rispetto al contrasto del
dolore inutile nel corso delle pratiche mediche, in ospedale e sul territorio, ed a promuovere una cultura del
sollievo. Come negli anni passati i Comitati " Ospedale e Territorio Senza Dolore" della varie realtà territoriali
che compongono l'Ausl Romagna, hanno dato vita ad un ricco panorama di manifestazioni, dal titolo " Tutti
insieme contro il dolore". In primo luogo da oggi a domenica attraverso il numero Verde Regionale
800.033.033, si potranno avere tutte le notizie più aggiornate sulle terapie antalgiche. In più, nella Giornata
nazionale del Sollievo (domenica) e il giorno prima (sabato 30), dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 14 alle 18, sarà
possibile contattare esperti del settore chiamando per Cesena il 366.5067753. Pr quanto riguarda Cesena e
Forlì infine è stato organizzato, in collaborazione con l' Ordine dei Medici provinciale e con la collaborazione
dei Comitati Consultivi Misti, un confronto coi cittadini attraverso un incontro pubblico che si svolgerà giovedì
28 maggio, alle ore 20.30 presso la Sala Conferenze dell' Ordine (viale Italia, 153, scala C, primo piano Forlì). Parteciperanno: Fabio Balistreri (medico di famiglia), Marco Maltoni (Direttore di " Cure Palliative
Hospice" di Forlì), Donatina Cilla (Dipartimento Cure Primarie di Forlì), Fabio Pivi (Ambulatorio Terapia
Antalgica di Cesena), Claudio Bertellini (D irettore Ginecologia e Ostetricia di Forlì), E manuele Piraccini ( Am
bulatorio Terapia del Dolore di Forlì), Gabriella Fabbri (presidente Comitato Consultivo Misto di Forlì), Antonio
Marongiu (Presidente Comitato Consultivo Misto di Cesena). Nella giornata di domenica 31, a Cesena (atrio
nuovo dell' Ospedale " Bufalini, dalle ore 9 alle ore 18), nonché all' Hospice di Savignano (stessi orari), si
terrà un banchetto con distribuzione di materiale informativo. Molteplici gli obiettivi del calendario di iniziative:
nel dettaglio, oltre a - come detto - sensibilizzare l' opinione pubblica, ma anche gli operatori sanitari sul tema
della sofferenza e del dolore di ogni tipo, si vuol sviluppare un cultura condivisa contro il dolore inutile, per
evitarne la sottovalutazione nonché dare informazioni sui percorsi aziendali diagnostico - terapeutici per la
misurazione e il trattamento del dolore. Il dolore costituisce un fenomeno patologico, una malattia nella
malattia, che influisce pesantemente sulla vita delle persone con effetti negativi sulla sfera psichica ed
emozionale, compromettendo l' autonomia, le relazioni interpersonali, i rapporti familiari e favorendo l'
isolamento della persona dal contesto sociale. E ancora, talvolta, anche i clinici non riservano al dolore
adeguata attenzione e risorse. Come indicato nella legge 38/2010 che è la prima normativa che regola ed
obbliga al trattamento della sofferenza chiunque lo necessiti ed in qualunque momento della vita, dall' età
neonatale fino all' anziano centenario, prevenire e valutare la sofferenza, il dolore e lo sconforto delle persone
e partecipare al loro sollievo è invece il principale scopo di ogni operatore sanitario. Secondo normativa, nelle
strutture sanitarie la valutazione del dolore viene effettuata in tutti i pazienti ricoverati, utilizzando le scale di
misurazione consigliate dalla Regione Emilia Romagna (Nrs e Painad negli adulti, Fps ed altre più specifiche
nei bambini). Si stima che il dolore cronico colpisca il 25 per cento della popolazione generale, vale a dire, in
Romagna, oltre trecentomila persone; ma sopra i 65 anni questa percentuale supera il 60 per cento. Il costo
in Italia per il dolore cronico è stimato in circa 11 miliardi di euro l' anno.
Foto: Il dolore cronico colpisce circa il 25% della popolazione, che sale al 60% negli over 60
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 25/05/2015
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SALUTE Iniziative in serie aspettando la 14ª giornata di sensibilizzazione di domenica
25/05/2015 16:36
Sito Web
WallStreetItalia
Roma, 25 mag. (AdnKronos Salute) - E' l'analgesico più amato dagli italiani e svetta al primo posto con oltre
2,8 mln di confezioni tra i farmaci di automedicazione più venduti in Italia nel 2014. Il paracetamolo è stato da
sempre considerato un principio attivo economico, sicuro ed efficace. Ma ultimamente diversi studi lo hanno
messo sul banco degli imputati, indagando sui rischi correlati al suo utilizzo sopratutto per periodi prolungati e
per le donne in gravidanza. Una ricerca dell'Università di Edimburgo, pubblicata di recente su 'Science
Translational Medicine reports', ha evidenziato che le donne incinte che assumono il popolare antidolorifico
potrebbero mettere a repentaglio la salute del feto, se è maschio, aumentando il rischio che in futuro possa
sviluppare malattie come l'infertilità o il cancro. "Ho un mal di testa? Mi prendo un po' di paracetamolo. Così
come quando ho brividi e freddo. Purtroppo le persone spesso non leggono le indicazioni sul bugiardino afferma Andrew Moore, ricercatore dell'Università di Oxford University al 'Guardian' - La dose massima infatti
nelle 24 ore è di 4 grammi, perché superare i 5 grammi può causare alcune gravi complicazioni al fegato". Il
successo del paracetamolo nasce nel 1960, sulla scia dei timori che l'aspirina e altri farmaci antinfiammatori
non steroidei (Fans) potessero causare ulcere e procurare altri gravi effetti collaterali all'intestino. Mentre il
farmaco acquistava sempre più mercato, alcuni scienziati ne indagavano diversi aspetti. Nel 2011, Michael
Doherty, un reumatologo all'Università di Nottingham, pubblica uno studio su circa 900 pazienti (over 40)
abituali consumatori di paracetamolo, ibuprofene o una combinazione di entrambi per combattere il dolore
cronico al ginocchio. Confrontando i dati dei partecipanti dopo 13 settimane, nota che un paziente su cinque
che aveva assunto ibuprofene aveva perso una unità di sangue per una emorragia interna. Ma la vera
sopresa è scoprire che la stessa cosa era accaduta nei pazienti che assumevano paracetamolo. "Il
paracetamolo può effettivamente essere una farmaco molto pericoloso - spiega John Dickson, ex medico di
famiglia in pensione di Northallerton (North Yorkshire) - Può causare problemi ai reni e al fegato, e
sanguinamento gastrointestinale, come accade con i Fans". Nel 2013 la Food and drug administration (Fda)
ha stabilito che l'assunzione di paracetamolo può, in alcuni rari casi, provocare una malattia della pelle,
potenzialmente fatale, chiamata sindrome di Stevens-Johnson. Vale la pena allora prendere il paracetamolo?
Una revisione del 2006 della Cochrane Collaboration su 7 studi che hanno confrontato la molecola con il
placebo, ha evidenziato che in due ricerche non c'era nessuna differenza quando veniva somministrato l'uno
o l'altro. Mentre gli altri studi hanno provato un miglioramento in media del 5% in chi aveva preso
paracetamolo. "Per la maggior parte delle persone è un placebo", osserva Dickson. In conclusione, il
messaggio degli esperti è che non si dovrebbe utilizzare il paracetamolo abitualmente. "C'è un notevole
ritardo da parte dei medici e degli assistiti - conclude Dickson - nella gestione del dolore cronico. Si dovrebbe
spiegare ai pazienti che questa condizione di per sé non fa alcun danno e spesso non si può curare con una
sola pasticca".
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 26/05/2015
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Farmaci: rischi paracetamolo, sotto accusa analgesico più venduto
26/05/2015
Pag. 66 N.23 - 1 giugno 2015
diffusione:284517
tiratura:349050
CURATI CON LA LA MUSICA
È la terapia più piacevole che esista. Ed è molto efficace: si utilizza persino in ospedale. Vuoi provarla? Segui
le dritte dell'esperto per scegliere le melodie giuste
Rossana Cavaglieri
Ci sono brani capaci di funzionare come veri farmaci per moltissimi disturbi. «Oltre che sul cervello e il
sistema nervoso, le melodie influiscono sul battito cardiaco, la pressione del sangue e la respirazione»,
conferma Gabriele Traverso, psicoterapeuta ed esperto di musicoterapia. Sono inoltre un toccasana contro
l'ansia e la tensione nervosa, perché abbassano il livello degli ormoni dello stress come il cortisolo e
aumentano le endorfine, i neurotrasmettitori del benessere». Insomma, ce n'è abbastanza per fare il pieno di
note. Ma quali? Tieni conto che i suoni bassi rilassano di più, mentre un brano dai timbri forti è più
energizzante di una melodia soft. Le armonie consonanti, come quelle della musica classica, danno un senso
di calma, quelle dissonanti (presenti per esempio nella contemporanea) invece possono creare tensione.
Attenzione a non farti guidare nella scelta dalle emozioni e dai ricordi che ti può suscitare una canzone: sono
importanti, ma non "curano". Anzi, in certi casi possono essere controproducenti. Qui trovi le indicazioni per
utilizzare la musicoterapia per 5 problemi molto comuni. Su starbene.it. puoi anche ascoltare gratis degli
"assaggi" dei brani composti dal musicoterapeuta Filippo Massara (e raccolti in una serie di cd di Ludi
Sounds) per curare questi disturbi. i . insonnia il problema i brani ok santi», Fai fatica ad addormentarti,
oppure di notI brani ok te ti svegli spesso. Risultato: la mattina sei uno straccio e durante la giornata non
combini niente. Il sonno arretrato non perdona e, a lungo andare, provoca il calo delle difese immunitarie e
una stanchezza "cronica". la soluzione musicale In questi il problema «Per ristabilire il corretto ritmo il
problema te, Variazione n° 32. di accompagnare sonno veglia devi prima di tutto curare la fase di
addormentamento», suggerisce il dottor Gabriele Traverso. «Svuota la mente da ogni pensiero ed evita di
cercare il sonno a ogni costo». melodie dolci, ripetitive, con ritmi lenti i brani ok la soluzione musicale Cecilia
Chailly, Lonesome Lullaby; W. A. Mo«Sono utili i brani capaci zart, Sonata per pianoforte K 310, Andante
cantabile stanchezza spiega il dottor Gabriele Traverso. il problema Per facilitarti il relax scegli Stai vivendo i
mesi più difficili dell'anno, con la musica del tamburo è la fatica accumulata dall'inverno e le vacanze ancora
lontane. «In questi casi puoi avvertire la stanchezza a livello fisico e mentale», spiega il nostro esperto. «Ti
senti debole anche senza aver fatto sforzi particolari, ti svegli già stanca e fai fatica a carburare. Inoltre hai la
mente vuota, ogni pensiero ti costa fatica e ti sembra inutile, uno stato che assomiglia alla temuta
depressione». la soluzione musicale «Ti aiutano le melodie rilas«Per ricaricarti fisicamente e mentalmente
ascolta brani molto ritmati, con una prevalenza di percussioni: J. S. Bach, Variazioni Goldberg per
pianoforquella che assomiglia di più al battito cardiaco», difficoltà di concentrazione il problema Quando sei
poco concentrata, per quanto la soluzione musicale ti sforzi, non combini niente. Così ogni obiettivo di studio
o lavoro diventa irraggiungibile. Un dramma, se hai in vista degli esami o scadenze importanti per cui ti devi
preparare. Se la mente gira a vuoto, anche casi basta affidarsi alle percezioni fisiche: tentare di concentrarsi
su un brano musicale diventa una fatica inutile. Ma non è necessario farlo. « i brani ok timbri musicali e le
armonie sono vibrazioni che possono addirittura modificare il funzionamento delle cellule», dice il dottor
Gabriele Traverso. Ludwig van Beethoven, Sonata per piano op. 53, n° 21 Introduzione, molto adagio; J.
Pachelbel, Canone in Re maggiore. asma Sei allergica ai pollini o hai altri disturbi respiratori che ti creano il
broncospasmo dell'asma. Naturalmente non puoi rinunciare ai farmaci antistaminici, ma la musica ti può
aiutare a ritrovare l'armonia del ritmo respiratorio. la soluzione musicale respirazioni profonde, complete, con
ritmi lenti», esperto. «Ascolta le melodie mentre ti concentri sul respiro, così impari a controllarlo». G.
Meyerbeer, dall'opera Dinorah l'aria Ombra leggera con la voce della Callas; W.A. Mozart, Concerto per
pianoforte e orchestra in La maggiore K 414, Andante. disturbi digestivi Mangi troppo in fretta, sotto stress:
alla fine digerisci male e ti senti gonfia. È un segnale che dice che sfoghi l'ansia con il cibo. Se mangi con
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 26/05/2015
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MEDICINA DOLCE
26/05/2015
Pag. 66 N.23 - 1 giugno 2015
diffusione:284517
tiratura:349050
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 26/05/2015
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calma, masticando bene, il pasto ti dà più soddisfazione e non ti abbuffi. dice l'esperto. «Sono le
composizioni che facilitano la concentrazione sul gusto dei cibi». I brani ok G. Paisiello, Concerto in Fa
maggiore per pianoforte e orchestra, Largo; C.W. Gluck, Danza degli spiriti beati. GETTY
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sono gli studi che dimostrano che la musica giusta ha effetti sul dolore cronico e sull'ansia
SI USA ANCHE IN CORSIA Il musicoterapeuta è ormai una presenza fissa nei reparti dove si curano
malattie come la SLA, l'Alzheimer, il Parkinson o l'autismo. «La musica è una terapia complementare che, nel
caso del Parkinson, migliora la coordinazione motoria e aiuta a recuperare il ritmo dei movimenti», spiega la
neurologa Francesca Mancini, presidente dell'Associazione Officina Salute che a Milano fa riabilitazione in
diversi ospedali. Nelle sedute i pazienti in gruppo suonano strumenti a scelta, oppure si dedicano all'ascolto
di brani selezionati.
Foto: CONSULTA GRATIS IL NOSTRO ESPERTO
Foto: Gabriele Traverso psicoterapeuta esperto di musicoterapia. Tel. 02-70300159 il 4 giugno, ore 12-14
Foto: trovi i brani di musicoterapia gratis su starbene.it
27/05/2015
Pag. 37
diffusione:556325
tiratura:710716
"Ma i pazienti usano già droghe per combattere i dolori peggiori"
(e.d.)
IPAZIENTI, disperati, ne fanno uso. E lo confessano».
Cherubino Di Lorenzo, neurologo della Sapienza di Roma, ha coordinato una ricerca su 54 italiani malati di
"cefalea a grappolo" che trovano sollievo nelle sostanze illegali, pubblicata ad aprile su Cephalalgia . «Ma
che fatica far accettare il nostro studio», dice.
Cosa usano questi pazienti? «Dopo aver provato senza grandi benefici i farmaci tradizionali, in 34 hanno
cercato sollievo usando cannabis, in 13 cocaina, in 8 eroina, in 18 psilocibina, in4 Lsde in 12 Lsa, la sua
versione naturale».
Sono persone che già conoscevano le droghe? «No. Chi aveva già usato droghe per uso ricreativo è stato
escluso dal nostro studio. Sono persone che lavorano, hanno famiglia: mai avrebbero pensato di usare
sostanze illegali».
Perché rimedi tanto drastici? «Perché la "cefalea a grappolo" è una malattia tanto terribile quanto trascurata.
Nelle fasi acute, gli attacchi rappresentano la forma di dolore più grave che esista. Sono stati paragonati
all'amputazione di un arto senza anestesia».
E le droghe funzionano? «I pazienti trovano più efficaci Lsd e Lsa, anche in dosi che non provocano
allucinazioni, rispetto a cannabis e oppiacei in dosi ricreazionali».
Come trovano le sostanzei pazienti? «Via internet, scambiandosi informazioni su come produrre Lsa
partendo da una pianta, su come coltivare funghi, su quali centri all'estero accettano di curarli con
allucinogeni. Nel mondo una parte della comunità medica è molto favorevole alla sperimentazione di queste
sostanze».
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 27/05/2015
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IL NEUROLOGO/R2
27/05/2015
Pag. 18 Ed. Gorizia-monfalcone
diffusione:44247
tiratura:212000
Neurologia e nefrologia, ok per i primari
Neurologia e nefrologia, ok per i primari
L'ospedale di Gorizia riesce a salvare i due reparti, ora si aspetta solo che la Regione completi la
riorganizzazione
RISCONTRI POSITIVI Non ci sono pericoli di smantellamento nemmeno per anestesia e rianimazione che
varà dieci posti-letto di Francesco Fain Il timore, nemmeno troppo velato, era che la scure sui primariati si
abbattesse anche su Neurologia (decretandone la morte del reparto) e su Nefrologia e Dialisi, specialità
importanti dell'ospedale di Gorizia. La preoccupazione era così elevata che nella maxi-mozione presentata
dal capogruppo del Pd Giuseppe Cingolani e "fatta propria" dal sindaco Ettore Romoli nell'ultima seduta del
Consiglio comunale si faceva riferimento alla scarsa chiarezza del Pal (Piano attuativo locale) sul futuro di
questi reparti. Ma oggi arrivano solide rassicurazioni dall'Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina. Per
quanto riguarda il primariato di Neurologia, «le procedure di concorso per l'individuazione del responsabile
della struttura - spiega la direzione generale - saranno avviate non appena la Giunta regionale approverà le
schede relative alle strutture operative complesse delle aziende sanitarie». Il primario, dunque, verrà
nominato. Per quanto riguarda, invece, la funzione di Neurologia «è previsto il suo mantenimento con letti di
degenza in sede organizzati in Area medica e attività ambulatoriale nell'altra sede». Preoccupazioni infondate
anche riguardo al primariato di Nefrologia e Dialisi. Innanzitutto, è previsto il mantenimento della funzione,
appunto, di Nefrologia e Dialisi con letti di Day hospital in area medica. «Anche in questo caso, le procedure
di concorso per l'individuazione del responsabile della struttura - ribadiscono i vertici dell'Ass unica - saranno
avviate non appena la Giunta regionale approverà le schede relative alle Strutture operative complesse delle
aziende sanitarie». Solo una questione di tempistica, quindi. Ma la direzione generale dell'Ass Bassa
Friulana-Isontina dice anche altro. La Regione prevede per il presidio di Gorizia-Monfalcone «una struttura di
Chirurgia Generale e una di Ortopedia e traumatologia con attività programmata e di ricovero in entrambe le
sedi. È prevista altresì una modesta riduzione dei posti letto chirurgici e un aumento dei posti letto di
riabilitazione. Tale riorganizzazione è giustificata in parte dagli attuali tassi di occupazione dei posti letto del
dipartimento chirurgico, in parte ai fini dell'adeguamento agli standard ospedalieri sui posti letto per acuti e
riabilitativi previsti dal decreto "Balduzzi". Al momento la carenza di posti letto riabilitativi rende necessaria a
volte la conduzione della fase riabilitativa presso strutture private accreditate. L'organizzazione per "intensità
di cure" è già di fatto sostanzialmente avviata presso i presidi di Gorizia e Monfalcone in quanto l'assistenza è
organizzata a livello dipartimentale con una sezione di Week Surgery». Non ci sono pericoli di
smembramento nemeno per Anestesia e Rianimazione. «Tale funzione viene garantita, come previsto dalla
delibera della giunta regionale, con una struttura presso ciascuna sede del presidio ospedaliero di GoriziaMonfalcone con 10 posti letto intensivi (4-6 per sede) da organizzarsi in un'area comune di degenza (Area di
Emergenza)». Ma il Consiglio comunale, attraverso la mozione Cingolani, venga aumentato il numero degli
infermieri per l'Assistenza domiciliare integrata (Adi), il cui tasso di presenza nel nostro Distretto è tra i più
bassi in regione. «Dopo la chiusura del dipartimento materno-infantile di Gorizia, il personale non medico che
vi lavorava è stato impiegato solo in minima parte per potenziare i servizi territoriali. Si crei un servizio sovra
distrettuale per la terapia del dolore e le cure palliative, in grado di garantire gli interventi sul territorio almeno
per 5 giorni alla settimana in entrambi i Distretti, secondo quanto previsto dalla Legge di riordino»,
rammentano i consiglieri comunali goriziani ©RIPRODUZIONE RISERVATA.
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 27/05/2015
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Neurologia e nefrologia, ok per i primari L'ospedale di Gorizia riesce a salvare i due reparti, ora si aspetta
solo che la Regione completi la riorganizzazione RISCONTRI POSITIVI Non ci sono pericoli di
smantellamento nemmeno per anestesia e rianimazione che varà dieci posti-letto
28/05/2015
Pag. 18 N.272 - giugno 2015
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tiratura:728829
La marijuana? La fa lo Stato
La cannabis terapeutica funziona. Per questo il governo ha deciso di farla coltivare in Italia. Dall'Esercito. Fra
camici e divise, siamo entrati nella prima serra militare.
IN MANI SICURE. Le prime piantine di cannabis nella serra pilota militare a Firenze: il tecnico sta verificando
il Ph del terreno all'interno dei vasi. vederle nei loro vasi sotto la luce arancione delle lampade si stenta quasi
a credere che queste piantine dall'aria macilenta siano 'sorvegliate speciali". Siamo allo Stabilimento chimico
farmaceutico militare di Firenze, e i vegetali oggetto di insolite attenzioni sono un'ottantina di talee di canapa
che daranno il via alla prima coltivazione italiana della marijuana per uso medicinale. Un compito delicato
sotto molti punti di vista (scientifico, legale ed economico) e per questo affidato dai ministeri della Salute e
della Difesa a un organismo militare. Se tutto va come previsto, entro l'inizio dell'anno prossimo i pazienti
dovrebbero avere a disposizione il farmaco che oggi viene importato dall'Olanda tra mille difficoltà. Perché i
motivi per assumere, in dosaggi controllati, la cannabis, sono davvero tanti. Primo fra tutti: combattere il
dolore. DA DROGA A FARMACO. Da ormai diversi anni si sono accumulati dati clinici a sostegno dell'idea
che la cannabis possa essere un rimedio utile nel trattamento di alcune forme di dolore cronico e della
spasticità che deriva da malattie o traumi del sistema nervoso. C'è chi ritiene che il suo potenziale si estenda
anche a diverse altre malattie, dal morbo di Parkinson all'epilessia fino ad alcuni tumori. Le legislazioni in
molti Paesi del mondo - dalla Francia alla Germania agli Stati Uniti - si sono adattate per regolamentare e
decriminalizzare il suo uso per scopi medici, o addirittura per consentirlo per scopo ricreativo, come hanno
fatto la Spagna o gli Stati di Washington, Oregon, Alaska e Colorado, negli Usa. Il dibattito è acceso tra chi la
considera un ausilio medico efficace e chi ritiene i benefici limitati, e comunque inferiori al rischio che la sua
diffusione come farmaco faciliti l'uso come droga. Il New England Journal of Medicine ha analizzato di
recente in un articolo il caso del Colorado, dove dal primo gennaio 2014 è permesso coltivare in casa le
piante e detenere l'equivalente di 50 sigarette di marijuana: secondo i primi dati, il consumo tra gli adolescenti
è rimasto stabile o è leggermente sceso, mentre l'entrata in commercio di prodotti alimentari a base di
cannabis - dolci, caramelle, bevande ha fatto registrare alcune ingestioni accidentali di dosi elevate e
avvelenamenti da parte di bambini. LEGALITÀ LIMITATA. In Italia l'uso terapeutico della cannabis è previsto
dal 2007, ma nella pratica per i pazienti non è mai stato semplice procurarsi i medicinali, sia per la lunga
trafila burocratica necessaria, sia per i costi: i farmaci a base di cannabis devono essere importati dall'estero
ed erano, fino a poco tempo fa, interamente a carico del paziente. L'anno scorso un decreto legge ha
semplificato le cose, consentendo ai medici di base di prescriverli, e undici regioni (Toscana, Puglia, Veneto,
Liguria, Marche, FriuliVenezia Giulia, Abruzzo, Sicilia, Umbria, Basilicata, Emilia-Romagna) hanno introdotto
leggi specifiche sui medicinali a base di cannabis, accollando i costi al servizio sanitario regionale per l'uso in
alcune patologie. E in questo contesto più favorevole che si è deciso di partire con una produzione made in
Italy e "di Stato" della cannabis medicinale, affidandola all'officina farmaceutica militare di Firenze. Nelle
intenzioni lo scopo è risparmiare sui costi dell'importazione, "centralizzare" la produzione, e sottrarla alle
iniziative fai-da-te. «I medicinali basati sulla cannabis sono di fatto un farmaco orfano: utile per alcune
patologie ma importabile solo dall'Olanda con difficoltà e a caro prezzo», spiega il generale Giocondo
Santoni, fino a pochi mesi fa direttore dello stabilimento di Firenze e ora a capo della business unit
"farmaceutico" dell'Agenzia Industrie Difesa da cui l'impianto dipende, e che ha investito circa un milione di
euro nell'operazione. GITA IN SERRA. Il giorno che abbiamo visitato lo Stabilimento, le talee di cannabis
erano appena arrivate dal Cra-Cin di Rovigo, il Centro di ricerca per le colture industriali che ha avviato dieci
anni fa i programmi di sviluppo delle varietà per la canapa medicinale a scopo di ricerca (le piante coltivate, a
fine studio, vengono distrutte). Con cure degne di neonati cagionevoli, le piantine sono state trasferite nella
"serra" sperimentale, in realtà una stanza chiusa in un seminterrato dello stabilimento a temperatura e
umidità controllate e con aria filtrata, in cui irrigazione e nutrimento arrivano tramite un sistema di tubature.
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/05/2015
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Medicina
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TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/05/2015
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Possiamo entrare solo dopo avere indossato camice da laboratorio e calzari. I militari di Firenze, per quanto
entusiasti di illustrare il progetto, prendono molto sul serio l'aspetto "sicurezza" - «agiamo nell'ambito della
normativa sugli stupefacenti», sottolinea il colonnello Antonio Medica, direttore dello Stabilimento - e pertanto
non divulgano dettagli troppo specifici sulle procedure di coltivazione e consentono un accesso limitato alla
serra. Tante precauzioni, dicono, sono necessarie anche per la salute dei vegetali, in particolare per evitare
che dall'esterno arrivino pollini che le fecondino e facciano perdere parte del raccolto. Le piante, di una linea
genetica selezionata, sono infatti tutte femmine (le uniche • da cui si ricavano i fiori) e cloni (identiche tra loro)
per l'esigenza di arrivare a un prodotto il più possibile standardizzato. Inoltre, mentre in natura la canapa è
resistentissima, quasi un'infestante, quella così selezionata è molto più delicata. «La cannabis è una pianta
annuale che in condizioni controllate viene forzata a sviluppare un ciclo completo in 90-120 giorni, per
produrre a regime tre raccolti l'anno», spiega Medica. DALLA SERRA AL BARATTOLO. Ma a cosa serve
questo ulteriore passaggio in serra sperimentale, dopo che in realtà la coltivazione è stata fatta per anni a
scopo di ricerca? È una tappa essenziale anche per ragioni burocratiche: consente infatti di ottenere le
necessarie autorizzazioni all'uso come farmaco, e di standardizzare il raccolto. A fine estate partirà la
coltivazione su più larga scala per la produzione effettiva in serre del tutto simili a quella sperimentale. La
parte utile della pianta, l'infiorescenza, verrà essiccata, setacciata e macinata, mentre tutto il resto - foglie e
fusto - verrà smaltito. Il risultato finale arriverà (secondo le previsioni entro la fine dell'anno o l'inizio del
prossimo) in barattolini di circa cinque grammi alle farmacie, che poi lo confezioneranno in cartine o cialde
nelle dosi richieste per ogni paziente. Probabilmente il poco fantasioso nome del prodotto iniziale sarà
Cannabis SM2, quello del farmaco che verrà ricavato in un secondo momento Cannabis SM19. La prima
varietà a essere coltivata sarà quella che contiene i due principi attivi di interesse medico, il
tetraidrocannabinolo (THC), la sostanza che da gli effetti psicotropi (ma non alle concentrazioni tipiche di
questa varietà), e il cannabidiolo (CBD) in rapporto circa pari, a una concentrazione del 5 e 6 per cento sul
peso (l'equivalente di uno dei farmaci attualmente importati dall'Olanda). Successivamente, dovrebbe partire
la sperimentazione e la coltivazione della seconda varietà, che contiene invece solo tetraidrocannabinolo a
una concentrazione di circa il venti per cento. Nella marijuana da strada, le concentrazioni dei principi attivi
possono essere anche molto diverse e, soprattutto, altamente imprevedibili. GLI STUDI CONTINUANO. Dalla
coltivazione della cannabis nostrana si dovrebbero ricavare i cento chili di farmaco l'anno ritenuti necessari ai
pazienti italiani. «Si stima che ne abbiano bisogno circa 3mila persone, ma è un dato fortemente aleatorio»,
dice Medica. «C'è chi la usa ma magari ora la compra sul mercato illegale, e c'è chi la userebbe ma non lo fa
perché è difficile procurarsela». Proprio sul fabbisogno le cose non sono così chiare, e molto dipenderà dal
favore che incontrerà presso i medici, dalle indicazioni più o meno restrittive che le singole regioni porranno
per il rimborso, dal costo finale per il paziente. Paolo Poli, direttore dell'Unità operativa di terapia del dolore
all'Azienda ospedaliero-universitaria pisana (Aoup), è tra gli esperti passati dallo scetticismo all'entusiasmo.
«Inizialmente pensavo: "ci sono farmaci assai più potenti per il controllo del dolore: perché usare la
cannabis?"», racconta. Dopo che i suoi collaboratori hanno cominciato a proporla ai pazienti e a ricevere
reazioni positive, ha organizzato un'osservazione più sistematica dei risultati. Nell'ambulatorio dedicato
presso l'Aoup, la cannabis medica di provenienza olandese viene ad oggi fornita a circa seicento pazienti di
diverse regioni italiane affetti da "dolori cronici" di varia natura e per cui altre terapie hanno dimostrato scarsa
efficacia: spasticità ma anche artrosi, cefalea, fibromialgia, una forma di dolore muscolare accusato
specialmente dalle donne e spesso neppure riconosciuto come malattia. La maggior parte di loro la assume
sotto forma di decotto (la legge proibisce in modo specifico di fumarla). «A dodici mesi di distanza abbiamo
osservato valori del dolore su una scala da zero a dieci che, per patologie come la cefalea, era dimezzato. La
cannabis medica non da sballo, e scarsissimi effetti collaterali», afferma Poli. Nella sua esperienza, la
cannabis si è dimostrata utile anche nel migliorare la qualità del sonno e l'appetito, mentre è risultata poco
efficace nel controllo del dolore oncologico. I detrattori sostengono che la sua efficacia sia mitizzata e che
l'evidenza scientifica in suo favore sia finora troppo debole. Anche per i sostenitori sarebbero necessari nuovi
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TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/05/2015
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studi, e meglio organizzati. Gli stessi studi che, però, finora è stato molto difficile condurre proprio per le
restrizioni legate alla classificazione della cannabis come sostanza stupefacente, e per il pregiudizio nei suoi
confronti. D'ora in avanti, dovrebbe essere più facile dirimere la questione. Q Chiara Palmerini ROBERTO
CACCURI, CONTRASTO
In Italia è
legale. Mai costi, spesso, sono a carico del paziente
AL LAVORO. Il reparto dello Stabilimento militare dove si preparano gli zaini di pronto soccorso in dotazione
ai dottori e agii infermieri delle forze armate (sotto, un particolare).
FARMACI "ORFANI" ED EMERGENZE SANITARIE PRIMA C'ERA IL CHININO. La coltivazione della
cannabis per uso medico è una sorta di ritorno alle origini per lo Stabilimento chimico farmaceutico militare
(Scfm) di Firenze: tra i suoi prodotti "storici" più famosi c'è il chinino, ricavato dalla corteccia dell'albero della
china per la cura della malaria. La sua storia inizia a Torino, dove nel 1853 fu fondato un Deposito di farmacia
militare con annesso laboratorio che, anni dopo, nel 1931, venne trasferito a Firenze. Il laboratorio aveva il
compito principale di produrre medicinali per le forze armate. Nel corso del tempo la sua missione però si è
ampliata ed estesa alla società civile. Oggi lo Scfm si dedica alla produzione di alcuni farmaci "orfani",
impiegati nella cura di malattie rare, e per i quali non c'è interesse commerciale da parte delle industrie. Si
pensi al ketoconazolo, una molecola antifungina utilizzata anche per la sindrome di Cushing (eccesso di
cortisolo nell'organismo); o alla colestiramina, per la sindrome di Crigler-Najjar (malattia del metabolismo).
NIENTE PANICO. Lo Scfm è sceso in campo più volte nelle emergenze di salute pubblica. Nel 1986, dopo
l'incidente di Chemobyl, produsse in un fine settimana cinquecentomila compresse di ioduro di potassio, che
servono a evitare il rischio di accumulo nella tiroide di iodio radioattivo (fornite anche dopo Fukushima). Nel
1998 approntò in tutta fretta i farmaci della presunta terapia anticancro di Di Bella, di cui il ministero della
Salute aveva deciso di avviare la sperimentazione. Sei anni fa, nel momento del panico per l'influenza suina,
ebbe l'incarico di incapsulare 30 milioni di dosi dell'antivirale oseltamivir, ancora stoccato - e ben poco
utilizzato presso gli ospedali (e di cui è stata appena prorogata la data di scadenza).
Le ricerche a favore della canapa ci sono, ma servono altri studi: e, d'ora in poi, sarà più facile avviarli
COSÌ AGISCE SUL NOSTRO ORGANISMO DAL FUMO AL FARMACO. L'interesse medico per la cannabis
è nato con l'osservazione di alcuni pazienti che ne facevano uso ricreativo oppure alternativo alla medicina
tradizionale. Sulla scia delle prime osservazioni sono stati organizzati studi clinici in piccoli gruppi di pazienti.
Dai dati raccolti, la cannabis sarebbe utile ad alleviare il dolore neuropatico refrattario ad altri farmaci, a
migliorare la spasticità che deriva da malattie come la sclerosi multipla, a ridurre la nausea indotta dalla
chemioterapia e a migliorare l'appetito dei malati oncologici e di Aids. La canapa deve le sue proprietà ad
alcuni composti che si legano a recettori presenti sulla superficie delle cellule dell'organismo, che a sua volta
produce molecole, gli endocannabinoidi, coinvolte in diverse funzioni (appetito, metabolismo, memoria,
riproduzione). SICURI. Si pensa di agire sul sistema endocannabinoide, magari anche utilizzando i composti
attivi della cannabis come terapia di diverse altre malattie: glaucoma, artrite reumatoide, Parkinson, epilessia.
Quanto agli effetti collaterali, nell'uso medico sono irrilevanti. Diverso il caso dell'abuso di cannabis. Spiega
Maurizio Bifulco, dell'Università di Salerno: «I possibili danni legati all'uso ricreazionale di cannabis sono
notevoli nei ragazzi: problemi neurocognitivi, disturbi della memoria, dell'apprendimento e della plasticità
neuronaie. Per gli adulti invece non sembrano esserci rischi neurocognitivi a lungo termine».
IL PRINCIPIO ATTIVO È NEL FIORE. La raccolta di canapa in una piantagione di Israele, dove la cannabis è
consentita a scopo terapeutico. Sotto, la speciale cappa sotto la quale avverrà la fase di essiccatura delle
infiorescenze nello stabilimento di Firenze.
28/05/2015
Pag. 36 N.40 - giugno 2015
Inganna il cervello quando il malessere persiste
Se il dolore è di quel tipo che persiste a lungo, finisce per influenzare in misura maggiore o minore anche la
biochimica del sistema nervoso centrale che fa sì che la sensazione di dolore permanga anche se lo stimolo
che lo provoca è sparito. I motivi che fanno sì che ciò accada non sono chiari, anche se si nota sempre di più
una forte correlazione con l'emotività di una persona. COCCOLATI UN PÓ Concediti la tranquillità. Rispondi
prima a questa domanda: che cosa ti rilassa più di ogni altra? Per esempio, ascoltare la musica preferita, fare
esercizi yoga, camminare in un prato: qualunque attività che ti porti in una condizione di pace interiore
contribuirà a evitare anche che il tuo dolore cronicizzi. Infatti, è accertato che lo stress favorisce la produzione
di adrenalina, un ormone che fa sì che tu avverta dolore. Un recente studio pubblicato da JAMA International
Medicine dimostra che le tecniche di meditazione aiutano ad allontanare i sintomi dolorosi. Un altro lavoro
dell'Università dello Utah (Stati Uniti) dimostra che ascoltare musica ha un effetto immediatamente
analgesico. Dormi bene e riposa. Il 70% di chi soffre di dolore cronico ha problemi a dormire, come riporta lo
Studio Internazionale PainSTORY, che ha coninvolto migliaia di pazienti, ma le ricerche scientifiche hanno
anche dimostrato che le persone che non hanno un sonno ristoratore sono più inclini a soffrire di dolore
cronico perché si alzano con rigidità muscolare. TRASFORMA IL PROBLEMA Muoviti. Anche se ti sembra
che nei momenti in cui senti dolore non riesci a muoverti, la realtà è diversa. Infatti la kinesifobia (la paura di
muoversi da parte di persone con dolore cronico) è controproducente. Infatti quando fai un po' d'esercizio
produci endorfine, ormoni che riducono il dolore. Se nel tuo caso è dovuto all'artrosi, fai attività dolci (come
camminare) per migliorare la mobilità del tuo corpo. Cerca di essere positiva. Il dolore cronico può
condizionare molto la qualità della vita (spesso ti impedisce di fare quello che vorresti, senti che gli altri non ti
capiscono), ma a sua volta, la tristezza peggiora il problema: secondo i ricercatori dell'Università di Oxford, le
persone che soffrono di depressione percepiscono con maggiore intensità il dolore, rispetto a quelle che non
lo sono. Inoltre gli psicologi hanno osservato che lo sconforto fa pensare di non essere in grado di fare ciò
che in genere si farebbe normalmente, anche se non è assolutamente così.
Arrabbiature e dolore La letteratura scientifica riporta che arrabbiarsi comporta uno squilibrio della
biochimica cerebrale e altera la produzione di ormoni, fenomeni che fanno percepire un dolore più intenso. Si
è visto anche che arrabbiarsi può addirittura far insorgere il dolore. Cerca di evitare questo sentimento,
perdona e accantona i rancori.
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/05/2015
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LA GUIDA CONTRO IL DOLORE
28/05/2015 03:13
Sito Web
IlFarmacistaOnline.it
Presentate oggi al Ministero della Salute le 190 iniziative sparse su tutto il territorio. Solo tre persone su dieci,
sottolineano gli esperti, sono indirizzate ai trattamenti idonei dai medici di famiglia, più del 60% non sa a chi
rivolgersi, il che può portare anche a 36 mesi di attesa prima di arrivare a un centro specializzato.
Chiamparino: "Ci sono disparità ma passi avanti sono stati fatti". Lorenzin: "Tema inserito nell'Agenda Ue.
28 MAG - Presentata oggi al Ministero della Salute, la XIV Giornata nazionale del sollievo, promossa dalla
Fondazione Gigi Ghirotti, che si celebra in tutta Italia domenica 31 maggio 2015. E proprio in occasione
dell'evento gli esperti segnalano come "il 40% delle persone che soffrono di dolore cronico non riesce ad
accedere alle terapie adeguate. Solo tre persone su dieci, sottolineano gli esperti, sono indirizzate ai
trattamenti idonei dai medici di famiglia, più del 60% non sa a chi rivolgersi, il che può portare anche a 36
mesi di attesa prima di arrivare a un centro specializzato. Il 40% dei malati, aggiunge la Fondazione che ha
istituito ormai da 15 anni il numero verde 800301510 per il supporto ai pazienti, soffre di depressione, e il
22% perde il lavoro. Sono circa 500mila i pazienti con dolore cronico in Italia. "Parlare oggi di sollievo - ha
dichiarato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin - deve obbligatoriamente tener conto di quanto affermato
dal Papa il 5 marzo 2015. Papa Francesco ha sottolineato che le cure palliative hanno l'obiettivo di alleviare
le sofferenze nella fase finale della malattia e di assicurare al tempo stesso al paziente un adeguato
accompagnamento umano, soprattutto per gli anziani che ricevono sempre meno attenzione dalla medicina
curativa." Il Ministro Lorenzin ha ricordato che "la tematica delle cure palliative e della terapia del dolore è
particolarmente significativa e rappresenta un argomento che ha voluto personalmente inserire nell'Agenda
dei lavori durante il Semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'Unione Europea. Le cure palliative e la
terapia del dolore sono state trattate tra i temi prioritari e sono state avviate iniziative di condivisione tra gli
stati membri delle best practice nella gestione delle condizioni patologiche, che i progressi della medicina
rendono di grande attualità". "Quello che meritoriamente è diventato un diritto grazie alla legge deve
diventarlo effettivamente su tutto il territorio nazionale - ha affermato Sergio Chiamparino, presidente della
Conferenza delle Regioni -. Detto questo basta guardare alla tabella sulla distribuzione degli hospice nelle
regioni, ci sono disparità ma passi avanti son o stati fatti, se il 40% non riesce ad accedere alle terapie vuol
dire che il 60% ci riesce, non è un dato da sottovalutare". In occasione della giornata, che vedrà 190 iniziative
in tutta Italia, la Fondazione lancia due proposte, l'avvio di un osservatorio non istituzionale che raccolga le
voci dei pazienti in cerca di sollievo e l'istituzione di un polo di eccellenza per la ricerca". Manifestazioni ed
eventi in programma Sono in programma per la celebrazione della XIV edizione della Giornata nazionale del
sollievo manifestazioni in tutta Italia (convegni, eventi formativi, pubblicazioni, spettacoli in luoghi di cura,
distribuzione di questionari di rilevazione del dolore e del sollievo, trasmissioni radiofoniche e televisive,
incontri di sensibilizzazione presso scuole, stand di Associazioni nelle piazze, ecc.), promosse da Regioni,
strutture sanitarie ed associazioni di volontariato. La raccolta delle iniziative è stata curata dalla Segreteria
della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (Settore salute e politiche sociali) ed è stata chiusa
il 27 maggio 2015. Le Regioni che hanno presentato iniziative sono: Abruzzo, Basilicata; Calabria, Campania,
Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia, Umbria, Veneto,
per un totale di 190 iniziative. La manifestazione principale si terrà presso il Policlinico Agostino Gemelli di
Roma, presso il quale, come preannunciato dalla Santa Sede, il Santo Padre invierà domenica un messaggio
di saluto ai degenti. A titolo meramente esemplificativo citiamo il II Convegno di Bioetica "Umanizzazione
delle Cure"- Più cuore nelle mani", organizzato dal Comune di Bucchianico, Ordine dei Medici di Chieti,
I.P.A.S.V.I. Chieti, Medici Cattolici Diocesi Chieti-Vasto a Bucchianico in Abruzzo e il workshop di Catanzaro,
in Calabria dedicato alle "RETI di Cure Palliative e di Terapia del Dolore nella Macroarea del Centro". Da
segnalare poi l'incontro con i familiari e volontari di associazioni assistenziali, organizzato dall'Azienda
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/05/2015
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Il 31 maggio si celebra la ' Giornata del Sollievo '. "Il 40% pazienti con
dolore cronico non accede a terapie"
28/05/2015 03:13
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TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/05/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ospedaliera Universitaria - OO.RR. "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" di Salerno in Campania (in
programma il 30 maggio 2015), così come gli "Open Day Dolore: le donne e il dolore - chiedi, conosci, curati",
organizzati dal 27 maggio 2015 al 03 giugno 2015 dall'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, Progetto
Ospedale-Territorio senza dolore - ONDA in Emilia-Romagna. Incontro aperto alla popolazione, a Trieste in
Friuli-Venezia Giulia, organizzato dall'A.O.U. Ospedali Riuniti di Trieste - Ospedale Maggiore, "la XIV
Giornata del Sollievo: perché il dolore non sia il compagno nel viaggio della vita" (in programma il 30 maggio
2015). In Lombardia a Milano l'Ospedale Niguarda Cà Granda sta organizzando gli "Open Day Struttura
Terapia del Dolore (Visita il tuo Dolore)" dove sono previste anche visite specialistiche gratuite di Terapia del
Dolore (si tengono dal 27 maggio 2015 al 31 maggio 2015). Mentre a Cremona (dal 6 maggio) presso il
"Museo Archeologico di San Lorenzo" si sta tenendo una mostra Laboratorio fotografico intitolata "la Cura in
un gesto: la dimensione estetica del dolore". In Molise a Larino "l'hospice incontra la Scuola": incontro
divulgativo, educativo rivolto agli adolescenti in programma il 31 maggio. In Piemonte l'ASL TO1 (Giardino
San Paolo, via Braccini angolo via Osasco) organizza "Cammino con te ", ovvero una camminata con
incontro di sensibilizzazione sulla terapia del dolore e le cure palliative (il 29 maggio). Anche a Foligno in
Umbria si terra una "camminata del sollievo", organizzata dal Distretto Sanitario di Foligno USL Umbria 2 e
l'Associazione Persefone. A Vicenza nel Veneto (Palazzo delle Opere Sociali - Piazza Duomo, 2) avrà luogo
l'incontro pubblico "Quando il corpo che abito mi è nemico - un'ecologia della vita buona nel dolore cronico",
nell'ambito degli eventi del Festival Biblico (il 31 maggio). Tutte le informazioni e il programma della Giornata
sul sito della Fondazione Ghirotti alla pagina Giornata Sollievo 2015 Premio Gerbera d'Oro 2015 A
conclusione della Conferenza si è tenuta la premiazione dei vincitori del premio "Gerbera d'oro" quale
riconoscimento annuale attribuito dalla Conferenza delle Regioni e dalla Fondazione nazionale Gigi Ghirotti
ad una struttura sanitaria distintasi nell'impegno per l'affrancamento dal dolore inutile, con terapie avanzate,
ma anche con il sostegno psicologico e l'umanizzazione delle cure. Quest'anno hanno partecipato 44
progetti. Il riconoscimento Gerbera d'Oro 2015 è andato alla Regione Piemonte ed in particolare all'Azienda
Ospedaliera Universitaria di Novara, per il progetto "Assistenza sanitaria transfrontaliera in Algologia", che dà
vita ad un sistema aperto tramite partnership di altissima competenza scientifica.
28/05/2015
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Giornata nazionale del sollievo 2015
Presentata oggi, 28 maggio, la XIV Giornata nazionale del sollievo, promossa dalla Fondazione Gigi Ghirotti,
che si celebra in tutta Italia domenica 31 maggio 2015. Sono intervenuti alla presentazione: il presidente della
Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Sergio Chiamparino; il presidente della Fondazionale
Nazionale Gigi Ghirotti Emilio Carelli; il segretario della Fondazione Giuseppe Guerrera; il vice presidente
vicario Federfarma Gioacchino Nicolosi; il presidente ISAL William Raffaeli; Speranzina Ferraro dirigente del
MIUR in rappresentanza del ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini. Fra le
autorità presenti in sala Gianni Letta, Mariapia Garavaglia, Ministro della sanità nel 1993, e l'ex Ministro della
salute Livia Turco, sostenitrice della legge 38 del 2010 che garantisce l'accesso alla terapia del dolore e alle
cure palliative. Il Ministro Lorenzin per le cure per il sollievo "Parlare oggi di sollievo - ha dichiarato il Ministro
Beatrice Lorenzin - deve obbligatoriamente tener conto di quanto affermato dal Papa il 5 marzo 2015. Papa
Francesco ha sottolineato che le cure palliative hanno l'obiettivo di alleviare le sofferenze nella fase finale
della malattia e di assicurare al tempo stesso al paziente un adeguato accompagnamento umano, soprattutto
per gli anziani che ricevono sempre meno attenzione dalla medicina curativa." Il Ministro Lorenzin ha
ricordato che "la tematica delle cure palliative e della terapia del dolore è paricolarrmente significativa e
rappresenta un argomento che ha voluto personalmente inserire nell'Agenda dei lavori durante il Semestre
italiano di presidenza del Consiglio dell'Unione Europea. Le cure palliative e la terapia del dolore sono state
trattate tra i temi prioritari e sono state avviate iniziative di condivisione tra gli stati membri delle best practice
nella gestione delle condizioni patologiche, che i progressi della medicina rendono di grande attualità".
Manifestazioni ed eventi in programma Sono in programma per la celebrazione della XIV edizione della
Giornata nazionale del sollievo manifestazioni in tutta Italia (convegni, eventi formativi, pubblicazioni,
spettacoli in luoghi di cura, distribuzione di questionari di rilevazione del dolore e del sollievo, trasmissioni
radiofoniche e televisive, incontri di sensibilizzazione presso scuole, stand di Associazioni nelle piazze, ecc.),
promosse da Regioni, strutture sanitarie ed associazioni di volontariato. La raccolta delle iniziative è stata
curata dalla Segreteria della Conferenza delle Region i e delle Province autonome (Settore salute e politiche
sociali) ed è stata chiusa il 27 maggio 2015 . Le Regioni che hanno presentato iniziative sono: Abruzzo,
Basilicata; Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise,
Piemonte, Sicilia, Umbria, Veneto, per un totale di 190 iniziative. La manifestazione principale si terrà presso
il Policlinico Agostino Gemelli di Roma, presso il quale, come preannunciato dalla Santa Sede, il Santo Padre
invierà domenica un messaggio di saluto ai degenti. Tutte le informazioni e il programma della Giornata sul
sito della Fondazione Ghirotti alla pagina Giornata Sollievo 2015 Premio Gerbera d'Oro 2015 A conclusione
della Conferenza si è tenuta la premiazione dei vincitori del premio "Gerbera d'oro" quale riconoscimento
annuale attribuito dalla Conferenza delle Regioni e dalla Fondazione nazionale Gigi Ghirotti ad una struttura
sanitaria distintasi nell'impegno per l'affrancamento dal dolore inutile, con terapie avanzate, ma anche con il
sostegno psicologico e l'umanizzazione delle cure. Quest'anno hanno partecipato 44 progetti. Il
riconoscimento Gerbera d'Oro 2015 è andato alla Regione Piemonte ed in paticolare all'Azienda Ospedaliera
Universitaria di Novara, per il progetto "Assistenza sanitaria transfrontaliera in Algologia", che dà vita ad un
sistema aperto tramite partnership di altissima competenza scientifica. Media voti 0 Totale Voti 0 Vota 1
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Comunicato stampa
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/05/2015
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28/05/2015
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XIV Giornata Nazionale del Sollievo: 190 avvenimenti in numerose Regioni
italiane
Pubblicato un dossier su www.regioni.it Roma, 28 maggio '15 ( comunicato stampa) Si celebrerà domenica
31 maggio la XIV Giornata nazionale del Sollievo. Un'occasione per valorizzare le cure palliative,
l'umanizzazione dei servizi, la lotta al dolore. Sono numerosi gli eventi che si terranno sul territorio. "La
Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - come ha sottolineato il Presidente
della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino (nella conferenza stampa di presentazione della
Giornata nazionale del sollievo) ne ha censiti 190 in diverse regioni italiane". Le coordinate di tali
manifestazioni sono contenute in un dossier che raccoglie le schede relative ad ogni singolo evento e che è
stato pubblicato sul sito www.regioni.it (nella sezione "sanità"). A titolo meramente esemplificativo citiamo il II
Convegno di Bioetica "Umanizzazione delle Cure"- Più cuore nelle mani", organizzato dal Comune di
Bucchianico, Ordine dei Medici di Chieti, I.P.A.S.V.I. Chieti, Medici Cattolici Diocesi Chieti-Vasto a
Bucchianico in Abruzzo e il workshop di Catanzaro, in Calabria dedicato alle "RETI di Cure Palliative e di
Terapia del Dolore nella Macroarea del Centro" Da segnalare poi l'incontro con i familiari e volontari di
associazioni assistenziali, organizzato dall'Azienda Ospedaliera Universitaria - OO.RR. "San Giovanni di Dio
e Ruggi d'Aragona" di Salerno in Campania (in programma il 30 maggio 2015), così come gli "Open Day
Dolore: le donne e il dolore - chiedi, conosci, curati", organizzati dal 27 maggio 2015 al 03 giugno 2015
dall'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, Progetto Ospedale-Territorio senza dolore - ONDA in
Emilia-Romagna. Incontro aperto alla popolazione, a Trieste in Friuli-Venezia Giulia, organizzato dall'A.O.U.
Ospedali Riuniti di Trieste - Ospedale Maggiore, "la XIV Giornata del Sollievo: perché il dolore non sia il
compagno nel viaggio della vita" (in programma il 30 maggio 2015). Nel Lazio sono interessanti - fra i diversi
eventi - la "Giornata formativa e di sensibilizzazione sul tema del dolore" promossa dall'Istituto Scolastico
Statale Virgilio, di Roma, momento di formazione rivolto a docenti ed alunni delle scuole medie e l'evento del
31 maggio dedicato proprio alla XIV Giornata Nazionale del Sollievo: la Fondazione Gigi Ghirotti organizzerà
con l'Università Cattolica del Sacro Cuore - Policlinico "A. Gemelli" di Roma una manifestazione alla quale
sono stati invitati il ministro dell'Istruzione ed il presidente della Regione Lazio e diversi ospiti vip. In
Lombardia a Milano l'Ospedale Niguarda Cà Granda sta organizzando gli "Open Day Struttura Terapia del
Dolore (Visita il tuo Dolore)" dove sono previste anche visite specialistiche gratuite di Terapia del Dolore (si
tengono dal 27 maggio 2015 al 31 maggio 2015). Mentre a Cremona (dal 6 maggio) presso il "Museo
Archeologico di San Lorenzo" si sta tenendo una mostra Laboratorio fotografico intitolata "la Cura in un gesto:
la dimensione estetica del dolore". In Molise a Larino "l'hospice incontra la Scuola": incontro divulgativo,
educativo rivolto agli adolescenti in programma il 31 maggio. In Piemonte l'ASL TO1 (Giardino San Paolo, via
Braccini angolo via Osasco) organizza "Cammino con te ", ovvero una camminata con incontro di
sensibilizzazione sulla terapia del dolore e le cure palliative (il 29 maggio). Anche a Foligno in Umbria si terra
una "camminata del sollievo", organizzata dal Distretto Sanitario di Foligno USL Umbria 2 e l'Associazione
Persefone. A Vicenza nel Veneto (Palazzo delle Opere Sociali - Piazza Duomo, 2) avrà luogo l'incontro
pubblico "Quando il corpo che abito mi è nemico - un'ecologia della vita buona nel dolore cronico", nell'ambito
degli eventi del Festival Biblico (il 31 maggio). XIV Giornata nazionale del sollievo: le iniziative sul territorio
Comunicato stampa
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/05/2015
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28/05/2015
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[Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti - Conferenza delle Regioni] - XIV
Giornata nazionale del sollievo AL PIEMONTE IL PREMIO GERBERA
D'ORO 2015
Menzioni speciali per Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Molise. Tutti i progetti on line sul sito
www.regioni.it Roma, 28 maggio '15 ( comunicato stampa) Nell'ambito delle iniziative per celebrare la
Giornata del Sollievo, una funzione particolare è assicurata dal premio " Gerbèra d'oro" , riconoscimento
attribuito dalla Conferenza delle Regioni e dalla Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti ad una struttura sanitaria
che si è particolarmente distinta nell'impegno per l'affrancamento dal dolore inutile, con terapie avanzate, ma
anche con il sostegno psicologico e l'umanizzazione delle cure. Quest'anno - come ha sottolineato il
Presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino (nella conferenza stampa di presentazione
della Giornata nazionale del sollievo) - hanno partecipato 44 progetti le cui caratteristiche essenziali sono
contenute in un dossier pubblicato sul sito www.regioni.it (sezione "sanità"). Il riconoscimento Gerbera d'Oro
2015 è stato assegnato alla Regione Piemonte ed in particolare all'Azienda Ospedaliera Universitaria di
Novara, per il progetto: "Assistenza sanitaria transfrontaliera in Algologia", realizzato da EuroPain Laboratòry.
Il progetto dà vita ad un "sistema aperto" che parla ad istituzioni, società scientifiche e terzo settore tramite
partnership di altissima competenza scientifica. L'obiettivo dei promotori è quello di diventare polo attrattivo
adottando l'algologia, disciplina che porta a considerare la terapia del dolore come un sistema di servizi alla
persona in tutte le aree terapeutiche. Il Progetto comprende scelte strategiche che guardano alla Direttiva
Europea 24 del 2011 sulla mobilità sanitaria transfrontaliera applicando la legge 38 e promuovendo un
processo di miglioramento continuo nell'organizzazione di processi per stimolare la sua evoluzione. E' una
sfida che consente alla legge 38 di varcare i confini italiani. Sono poi state attribuire quattro menzioni speciali,
alla Lombardia, al Lazio, al Molise e all'Emilia-Romagna. Per la Regione Lombardia la "segnalazione" è
andata al Centro Terapia del Dolore II livello A.O. Ospedale Niguarda Ca' Granda per il progetto: "Punto
Terapia del Dolore: progetto assistenziale innovativo in rete per monitorizzare l'aderenza alla terapia nel
follow-up dei pazienti con dolore cronico, copatologie croniche e in terapia con farmaci analgesici oppiacei".
Per la Regione Lazio, la menzione riguarda l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per il progetto: "La
Valutazione del Dolore post-operatorio con un'APP a domicilio". Nella Regione Emilia-Romagna è stato
invece individuato il "Comitato Ospedale Territorio Senza Dolore, AOU Parma" per il progetto: "Dolore: Storie
di una parola." Il progetto di comunicazione e informazione si propone di rendere accessibile ai cittadini, adulti
e bambini, che accedono al Pronto Soccorso, informazioni e concetti sul dolore e sulla possibilità di
contrastarlo. Per la Regione Molise la menzione è andata all'Hospice del Molise "A.S.Re.M. Azienda
Sanitaria Regionale Molise" per il progetto: "L'inguaribile voglia di vivere". In particolare il riconoscimento
viene attribuito per la capacità di affrontare con gli strumenti della comunicazione il tema del dolore nelle
persone anziane. XIV Giornata nazionale del sollievo: la "Gerbera d'oro" 2015, il progetto vincitore e quelli
menzionati XIV Giornata nazionale del sollievo: Gerbera d'oro 2015, le motivazioni dei riconoscimenti XIV
Giornata nazionale del sollievo: "XIV XIV Giornata nazionale del sollievo: "Gerbera d'oro", tutti i progetti che
hanno partecipato all'edizione 2015 XIV Giornata nazionale del sollievo: Le precedenti edizioni del premio
"Gerbera d'oro"
Comunicato stampa
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/05/2015
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29/05/2015
Pag. 112 6 giugno 2015
diffusione:165834
tiratura:254212
Con un telecomando spengo i miei dolori
- Testimonianza raccolta da Marianna Castelluccio - - Foto di G
Era agosto 2009 quando mi hanno diagnosticato la sclerosi multipla. Una doccia fredda, perché prima non si
erano mai manifestati seri segnali riconducibili alla malattia. Ogni tanto avevo difficoltà a urinare, ma il
disturbo era stato attribuito a problemi di vescica o di prostata. Col tempo però la situazione è peggiorata e i
sintomi sono diventati sempre più numerosi e preoccupanti. Non riuscivo a controllare la minzione e le
evacuazioni, avevo frequenti mal di testa e perdita di stabilità, che mi causavano anche delle brutte cadute.
Per non parlare dell'acrofobia, la paura dell'altezza: una bella beffa per uno come me che ha fatto per tanti
anni l'elettricista e che ha camminato senza problemi sui tetti. NON RIUSCIVO A CAMMINARE La situazione
è diventata insostenibile quando si sono presentati i primi dolori, all'inizio alla gamba, poi al braccio, come se
una scossa elettrica percorresse, bloccando, tutto il lato destro del corpo. Al principio i dolori erano
passeggeri e infrequenti, poi sono diventati cronici. Arrivavano violenti e mi accompagnavano anche per duetre giorni consecutivi. Non riuscivo a camminare, a stare seduto, facevo anche fatica a scrivere o a sfogliare
un giornale. Pian piano anche la vista ha cominciato a traballare. A quel punto il medico di famiglia mi ha
consigliato una visita neurologica. È iniziata così la spola tra casa e ospedali. Ho perso il conto delle
risonanze magnetiche a cui mi sono sottoposto. Dai controlli sono venute fuori tre ernie, due discali e una
cervicale. Forse gran parte dei miei problemi arrivava da lì, ma cominciava anche a prospettarsi l'ipotesi che
ci fosse dell'altro. Mi hanno consigliato un ricovero. Doveva trattarsi di un day hospital, ma alla fine sono
rimasto in ospedale 17 giorni durante i quali è emersa l'amara verità: avevo la sclerosi multipla. A quel punto
mi sono detto: «Ok, hai bussato alla mia porta, può darsi che andremo d'accordo, ma non mi farai mettere le
pattine costringendomi a una vita casalinga». Ho ripensato a tutte le gioie e agli incontri della mia vita,
anzitutto quello con Dio e con la fede e al cammino verso il diaconato, ma anche agli amici, alle missioni in
Africa, al lavoro, agli studenti, a quanti - come la piccola bimba di sei mesi a cui nel 2002 ho donato il midollo
- mi hanno fatto comprendere quanto sia bello vivere. Grazie anche al sostegno di un neurologo, ho deciso
perciò di combattere, per loro, per me, per quanti devono o dovranno affrontare le sfide di una malattia
neurodegenerativa. SOTTO I FERRI ERO COSCIENTE Certo, mai mi sarei aspettato di essere il primo caso
in Europa di paziente con sclerosi multipla a cui è stato impiantato un neurostimolatore per il trattamento del
dolore cronico, eppure è successo. Quando ho accettato, a ottobre 2014, ero un po' scettico, ma del resto
non avevo alternativa. Ero ormai in pellegrinaggio da mesi presso vari centri di cura e avevo preso qualunque
farmaco per quegli insopportabili dolori alla gamba. Coi medici dell'ospedale di Garbagnate avevo
programmato un intervento per l'ernia del disco, ma dopo qualche positivo segnale iniziale i dolori erano
ricomparsi. Con il neurostimolatore avrei potuto porre fine alle mie sofferenze. E in effetti è andata così.
Certo, l'intervento non è stato una passeggiata. In sala operatoria ero cosciente, mi hanno anestetizzato solo
a livello locale, perché ho dovuto collaborare, cioè riportare ai medici le mie percezioni durante i test di
stimolazione. Una bella prova di resistenza, anche se sicuramente meno impegnativa dei quotidiani dolori
cronici. Non solo adesso vivo più sereno perché ho alleviato le mie sofferenze, ma anche perché non ci sono
problemi con le risonanze magnetiche che servono ad accertare l'evoluzione della malattia, visto che il
sistema si può disattivare in presenza di campi magnetici. È come avere un pacemaker, ma che posso
gestire. Adesso ho il controllo sul mio dolore, grazie a un telecomando posso ordinargli di spegnersi.
Massimo Castelnovo
Foto: Il racconto di Massimo
Foto: Massimo Castelnovo , 50 anni, convive da sei anni con la sclerosi multipla. Abita a Cesate, in provincia
di Milano, e insegna religione cattolica in un Istituto professionale.
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/05/2015
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LA MIA STORIA
29/05/2015
Pag. 113 6 giugno 2015
diffusione:165834
tiratura:254212
NEUROSTIMOLAZIONE PER LA SCLEROSI MULTIPLA, PRIMO CASO IN
EUROPA
Carlo Angelini, MEDICO DELL'UNITÀ OPERATIVA CURE PALLIATIVE E T
Esistono diversi tipi di sclerosi multipla, uno definito benigno e altri quattro principali: a ricadute e remissioni,
secondariamente progressiva, primariamente progressiva e progressiva con ricadute. Nella forma che
interessa il lettore di OK i sintomi tendono a evolversi lentamente nel tempo e la malattia si manifesta anche
con episodi acuti, le cosiddette recidive, che hanno uno scarso recupero. Il paziente mostra, tra le altre cose,
deficit sempre più gravi a livello sensitivo e motorio, con dolori prima acuti e poi cronici. La situazione
peggiora se subentrano problemi di altra natura, come è successo al lettore, colpito da un'infiammazione
delle radici dei nervi spinali (radicolite) dovuta a ernie discali. CAUSE E SINTOMI. La ricerca delle cause e
dei meccanismi che scatenano la sclerosi multipla è ancora in corso, ma è certo che la malattia compare
quando il sistema immunitario va fuori controllo e, anziché difendere l'organismo, distrugge progressivamente
la guaina mielinica, cioè il rivestimento che ricopre le fibre nervose nel cervello e nel midollo spinale e che
garantisce la trasmissione degli impulsi nervosi. Alcune lesioni possono restare asintomatiche, mentre altre
creano difficoltà gravi e disabilitanti come, per esempio, i problemi di deambulazione dell'arto inferiore destro
che hanno interessato il lettore di OK . CURE. Variano a seconda dei pazienti e dell'evoluzione della malattia.
Nel caso del lettore di OK in una prima fase si è ricorso alle comuni terapie farmacologiche analgesiche. Poi il
quadro clinico si è complicato a causa della radicolite. Dopo un iniziale miglioramento in seguito all'intervento
per trattare le ernie discali, però, il paziente ha continuato a manifestare dolori importanti. A questo punto si è
deciso di impostare una terapia non farmacologica, la neurostimolazione midollare, capace di intervenire sui
sintomi, migliorando la qualità di vita del paziente: il primo caso in Europa per la sclerosi multipla, grazie al
lavoro della struttura di Garbagnate, uno dei quattro centri Hub di terapia del dolore in Lombardia, diretto da
Michele Sofia. L'IMPIANTO. Il neurostimolatore viene impiantato chirurgicamente con anestesia locale. Un
generatore programmabile di impulsi elettrici, analogo al pacemaker cardiaco, viene inserito sotto la pelle
dell'addome o appena sopra i glutei. Questo trasmette i segnali elettrici a un elettrodo, posizionato nel canale
vertebrale. Un telecomando attiva o disattiva lo stimolatore e ne regola l'intensità, modificando la percezione
della sintomatologia dolorosa di origine neuropatica. È possibile impostare diversi livelli di stimolazione a
seconda delle varie attività (camminare, dormire, stare seduti). La collaborazione del paziente è
fondamentale anche durante l'operazione per posizionare gli elettrodi e regolare la stimolazione. L'impianto
prevede due fasi. Una provvisoria che ne valuta per circa un mese l'efficacia. Se il paziente ha una buona
riduzione del dolore, come è successo al lettore di OK , si procede con la seconda fase che prevede
l'impianto definitivo sottocute. In questo caso specifico, l'elettrodo è stato posizionato in regione dorsale, sulla
linea cosiddetta mediana del midollo, per permettere di estendere la stimolazione su entrambi gli arti inferiori
in caso di progressione della malattia. I BENEFICI. Il più delle volte l'intensità del dolore si riduce di circa
l'80% e molto spesso si azzera. Tra i vantaggi c'è anche la riduzione delle terapie analgesiche standard, che
possono essere sostituite in parte da farmaci adiuvanti, che rafforzano l'efficacia degli analgesici e ne
riducono gli effetti collaterali.
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/05/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Te lo spiega l'esperto