Benvenuti nell`era dello Smart Investing

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Benvenuti nell`era dello Smart Investing
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A cura di
Marco Barlassina
Benvenuti nell’era
dello Smart Investing
L
I robo-advisor avranno un
impatto sul mondo della
finanza simile a quello che
l’e-commerce ha avuto sulle
abitudini di consumo.
Ne è convinto Emanuele
Bellingeri, responsabile per
l’Italia di iShares, che ha
un’idea chiara in merito a
quale potrà essere il punto
di svolta per la consulenza
automatizzata, con un ruolo
di primo piano giocato dalle
grandi banche retail
a tecnologia ha cambiato le regole del gioco in numerose industrie, mutando
profondamente i comportamenti dell’utente. Anche in ambito finanziario la
nascita dei robo-advisor sta proponendo un nuovo paradigma, con un servizio
di investimento standardizzato, reso più efficiente attraverso un’advisory
digitale che utilizza logiche più vicine all’e-commerce che alla finanza.
Nella teoria uno dei meriti di queste tecnologie sarebbe quello di allargare
il perimetro della consulenza anche a categorie di risparmiatori finora poco
toccate dai canali distributivi tradizionali. Il potenziale di servizi di roboinvesting o robo for advisors implementati sulle piattaforme di intermediari
tradizionali appare quindi enorme. Eppure alcuni osservatori si dimostrano
scettici sulle potenzialità del settore, profetizzando che i robo-advisor non
riusciranno mai ad andare oltre un pubblico di nicchia. È davvero così? E
quali sarebbero invece i vantaggi per tutte le parti coinvolte, dagli investitori ai
consulenti finanziari fino alle banche tradizionali?
iFinance ne ha parlato con Emanuele Bellingeri, che guida in Italia iShares, il
leader mondiale degli ETF, uno strumento che per le sue caratteristiche è già
ampiamente utilizzato a livello internazionale nella costruzione di modelli di
robo-advisory.
Davvero i robo-advisor resteranno appannaggio solo di una ristretta
cerchia di investitori oppure quelle a cui stiamo assistendo sono
le prime avvisaglie di un processo di evoluzione verso quello che
potremmo definire smart investing?
Sfatiamo innanzitutto il mito che i robo-advisor non possano avere successo.
Se torniamo indietro con la memoria e pensiamo a quanto avvenuto solo
in pochi anni ci rendiamo conto del potenziale che questa rivoluzione può
contenere. Prendiamo l’esempio del Conto Arancio. Quanti al suo lancio
avrebbero scommesso sulla voglia degli italiani di portare la liquidità su un
conto puramente online? Si è rivelato invece un caso di grande successo. E
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così lo sono stati Fineco per il trading
online e più recentemente Che Banca!
La chiave di volta in tutti questi casi
sono stati i benefici per il cliente
finale. Proprio quelli che spesso si
dimentica di citare chi avanza dubbi
sullo sviluppo dei robo-advisor.
Benefici che coinvolgono prima di
tutto la sfera della trasparenza e
dei costi, ma che possono essere
estesi anche alla comunicazione.
Il mondo dei robo-advisor sta
cambiando il modo di relazionarsi
con i risparmiatori, introducendo
forme di comunicazione innovative
per il mondo della finanza ma
ormai ampiamente utilizzate in altri
settori: acquistare prodotti finanziari
secondo le logiche dell’e-commerce,
monitorare la composizione settoriale
e geografica nel continuo, accedere
ai mercati in modo diversificato e
istantaneo, eseguire transazioni “one
click” senza inefficienze.
Certo, perché i robo-advisor possano
avere successo occorrono grossi
investimenti in marketing e pubblicità,
ma proprio per questo motivo, sarà
sufficiente che a muoversi sia un
grosso operatore dotato di grandi
possibilità di investimento.
Emanuele Bellingeri / Responsabile per l’Italia di iShares
Questo grande attore potrebbe
essere un istituto di credito
tradizionale? Fra cinque anni,
stando a proiezioni piuttosto
condivise sul mercato, le
banche avranno comunque
meno sportelli e meno
dipendenti. I robo-advisor
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Emanuele Bellingeri / Responsabile per l’Italia
Andrea Favero / Relationship Manager
Marco Tabanella / Head of Wealth & Retail Clients
CHI È
iShares è il leader mondiale del mercato degli Exchange-Traded Fund (ETFs), con un’esperienza più che decennale e la capacità
di rivolgersi a clienti individuali ed istituzionali di ogni dimensione. Con oltre 700 fondi che consentono un’esposizione globale a
diverse asset class e strategie e un patrimonio in gestione di oltre 1.000 miliardi di dollari al 31 marzo 2016. In Italia iShares
è presente con un team composto da nove professionisti.
potrebbero essere una soluzione
per garantire anche in futuro
servizi di livello al pubblico?
La differenza di fondo tra una banca
tradizionale e un operatore di nuova
generazione è che le banche hanno
già i clienti, mentre MoneyFarm
o AdviseOnly, solo per citare due
esempi italiani, devono prima di tutto
sostenere delle spese per raggiungere
il cliente finale. Per le banche
tradizionali l’evoluzione verso la
robo-advisory è un processo naturale.
I consumi si spostano sempre più
sull’online, pertanto intraprendere
questo percorso risulta estremamente
vantaggioso anche per ampliare la
clientela e includere la fascia tra i 30 e
i 60 anni. Non stiamo quindi parlando
dei Millenials (i nati dopo il 1980, ndr),
perché oggi anche molti 70enni si
avvalgono di servizi online, grazie alla
loro semplicità d’uso. Inoltre, almeno
in una prima fase, ai robo-advisor
si avvicineranno soprattutto alcune
tipologie di clienti “da private banker”,
quelli che potremmo definire “smart
investor”, attenti ai costi e desiderosi
di posizionare in autonomia una
porzione del proprio patrimonio.
Saranno sufficienti questi
motivi a innescare la voglia di
robo delle banche retail o c’è
dell’altro?
Con i portafogli che possono essere
personalizzati si potrebbero inoltre
servire i clienti affiancati parzialmente
o al contrario interamente non
seguiti. A questo proposito è da
ricordare che il 40% delle masse
sono nel risparmio amministrato.
Quindi, senza andare a toccare il
risparmio gestito, si metterebbe a
reddito l’amministrato, con fee molto
basse e puntando su economie
di scala. Sarebbe l’evoluzione del
fai da te, in cui far pagare l’asset
allocation, trattenere le commissioni
di intermediazione ed evitare al
cliente di abbandonare progetti di
investimento o di accantonamento.
Perché rispetto al fai da te i roboadvisor hanno alla base un team di
I robo-advisor e il
ruolo degli ETF
Daniela Ballabio / Head of Marketing
I robo-advisor sono piattaforme online che,
grazie al supporto di team professionali, offrono
Valeria Pansera / Marketing
ai risparmiatori soluzioni di investimento
precostituite, consigliando la costruzione di
portafogli standard sulla base della profilazione
della clientela. Ciò a fronte di una parcella
definita e a basso costo. I portafogli proposti
dai robo-advisor sono costituiti in prevalenza
da ETF, considerati mattoncini efficienti per
costruire soluzioni di asset allocation.
Con gli ETF è infatti possibile dare vita a
portafogli molto diversificati, a costi ridotti,
in cui si conoscono in tempo reale tutti i titoli
sottostanti. Ai vantaggi in termini di trasparenza
e costi si aggiungono quelli concernenti
l’ampiezza dei sottostanti e l’affidabilità nella
replica, così come i benefici riferiti agli elevati
livelli di liquidità e alla possibilità di accedere
ad asset class poco liquide.
I consulenti del Beta di Marco Tabanella*
Lo sviluppo dei canali distributivi sarà il principale driver di crescita degli ETF nei prossimi anni e
già oggi la nostra strategia commerciale si focalizza su questo segmento di mercato attraverso un
team dedicato, integrato verticalmente nella struttura europea e costruito per affiancare i nostri
gestione con competenze specifiche
che utilizza dei fondi (si veda il box
alla pagina successiva sulle gestioni
di nuova generazione, ndr). Non c’è
solo, come qualcuno usa dire, una
“macchinetta”.
L’obiettivo possibile quindi per
le banche è quello di migliorare il
servizio al cliente e assicurarsi al
tempo stesso la redditività.
Come potrebbe funzionare un
modello del genere?
Le banche hanno già grandi capacità
gestionali. Dovrebbero farle emergere
su un servizio diverso. Pensiamo
alle società di gestione che sono
emanazione di grandi banche:
clienti nello sviluppo di soluzioni di investimento. Il nostro approccio, più orientato alla consulenza
che alla vendita tradizionale, guarda alla costruzione di partnership strategiche che sfruttino sinergie
in tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto: dalla definizione del concept e del piano marketing,
alla formazione continuativa delle reti vendita. In questa logica abbiamo siglato finora numerose
partnership insieme a primari istituti bancari, fra i quali Unicredit, BNP Paribas/BNL, CheBanca!, Poste
Italiane, Banco Popolare, Invest Banca e Saxo Bank. Altri accordi vedranno la luce nel corso del 2016.
Nonostante la molteplicità delle forme di investimento realizzate, che spaziano da prodotti tradizionali
di risparmio gestito a strumenti più innovativi di “Robo Investing” su piattaforme tecnologiche evolute,
queste soluzioni presentano come comun denominatore l’utilizzo degli ETF iShares quale elemento
fondante a garanzia di trasparenza, diversificazione ed efficienza, tutte caratteristiche ampiamente
riconosciute dagli operatori dell’industria attraverso numerosi riconoscimenti legati all’innovazione.
Da qualche anno,in Italia, iShares ha affiancato al suo brand il nuovo logo “Built with iShares®” con
l’obiettivo di dare risalto alla presenza dei nostri ETF all’interno di prodotti di asset allocation, un
logo che simboleggia ormai collaborazioni strategiche coi nostri partner che vanno oltre il singolo
prodotto. Obiettivo è passare da una dimensione di prodotto a una dimensione aziendale più ampia,
affiancando alle capacità attive del distributore il nostro know how passivo e diventando in questo
modo una sorta di insourced beta provider. L’evoluzione del contesto regolamentare e le mutevoli
condizioni dei mercati finanziari delineano, infatti, uno scenario futuro che favorirà sempre più forme
di polarizzazione tra alpha e beta.
*Head of Wealth & Retail Clients iShares Italy
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potrebbero costruire portafogli gestiti
totalmente in ETF e poi venderli
online. Per le banche retail sarebbe
anche un modo per difendersi dagli
attacchi delle reti di consulenti
finanziari. Si possono offrire servizi
innovativi, prodotti distintivi, un modo
quindi anche per trattenere le masse.
A proposito di consulenti, non
vede anche spazi di interazione
con i robo-advisor?
Il consulente umano può convivere
con i robo-advisor. Le reti che hanno
redditività non verrebbero intaccate
mentre gli sportelli chiuderanno
comunque.
D’altro canto le agenzie di viaggio
esistono ancora nonostante internet
e all’avvento di Uber i tassisti hanno
risposto con l’app MyTaxi. Da ciò
se ne deduce che il segreto, anche
in ambito consulenziale, è offrire
tipologie di servizio differenziate.
In merito ai consulenti l’utilizzo
di robo-for-advisor, in sintesi di
portafogli modello a supporto della
propria attività, può essere un
modello efficiente di gestione per la
fascia bassa di clientela, a cui offrire
un servizio e relativa remunerazione.
Fin qui abbiamo parlato di come
il futuro abbia già robuste radici
nel presente. E gli ETF? Come
vede il loro futuro?
Il mercato italiano conferma il
crescente interesse verso gli ETF
anche da parte di nuove categorie
di investitori. Tra questi sicuramente
le banche, consapevoli delle
caratteristiche di trasparenza,
flessibilità, efficienza e contenimento
dei costi dello strumento.
Sono questi elementi fondanti per
la strutturazione di soluzioni di
investimento che consentono di
accedere a migliaia di titoli e a un
sistema di asset allocation con un
investimento minimo contenuto,
favorendo la diversificazione e
l’accessibilità a servizi di qualità anche
per il mass market. La nostra strategia
commerciale segue questa importante
evoluzione, grazie alla presenza di un
team verticale in grado di aiutare gli
intermediari a strutturare le soluzioni
più adatte alle proprie necessità.
Le gestioni di portafoglio di nuova generazione
Gli ETF coprono un ruolo di primo piano nelle nuove gestioni digitali. Saxo Bank e Invest Banca hanno
scelto iShares per entrare, tra le primissime, in questo nuovo mercato.
Il 20 gennaio scorso Saxo Bank, qualificato operatore del mondo nel trading online, ha lanciato
Saxo Select, la prima soluzione di investimento interamente digitale su larga scala per gli investitori
retail costruita con gli ETF iShares. Un traguardo importante che evidenzia la volontà della banca di
ampliare l’accesso alle opportunità di investimento da parte di una più ampia fascia di clientela.
SaxoSelect è un servizio di gestione del portafoglio completamente digitale e automatizzato che
permette ai clienti finali di Saxo Bank di investire sulla base di strategie preselezionate, in tempo
reale e in un ambiente di piena trasparenza direttamente sulla piattaforma Saxo. Il servizio SaxoSelect
per gli investitori a lungo termine consiste in tre portafogli con differenti profili di rischio: difensivo,
moderato o aggressivo. Questi portafogli sono gestiti da Saxo Bank, utilizzando i dati delle ricerche
svolte da BlackRock, e investiranno negli ETF di iShares, con una commissione all-inclusive pari allo
0,9% annuo del portafoglio.
Invest Banca e iShares nel luglio scorso hanno invece siglato un accordo per rendere disponibile alle
banche un servizio di gestione patrimoniale in ETF accessibile attraverso la piattaforma online della
banca toscana. iShares assiste Invest Banca nella creazione di una linea di portafogli denominata “IB
Navigator”, che si compone di quattro tipologie di gestione, Income, Core Income, Income &Growth,
Strategic Growth con diversi profili di rischio.
Tutte le linee prevedono un investimento minimo di 15.000 Euro. Il numero di ETF sottostanti non è
definito a priori e può variare in base agli obiettivi di investimento e alla tipologia di portafoglio.Le
commissioni di gestione annue variano da un minimo di 0,25% per la linea piu conservativa fino ad
un massimo di 1,3%. Le commissioni di performance non sono previste.
A IB Navigator è stato attribuito il premio AIFIN “Cerchio d’oro dell’innovazione finanziaria” nella
categoria “Prodotti e servizi di wealth management” e il Premio “Innovare per la famiglia e i giovani”
conferito da ABI.