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Numero 57
6 ottobre 2009
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In cerca di conferme
dopo la grande
abbuffata
A
Azioni, bond, materie prime e tanto altro ancora. Dopo la
grande abbuffata degli ultimi 2 trimestri, con i mercati azionari e le commodities che hanno catalizzato le attenzioni
degli investitori, adesso i mercati finanziari sono in attesa di
ulteriori conferme che diano nuova linfa al rally azionario.
In attesa della nuova tornata di earning season, le evidenze
economiche relative al mese di settembre hanno riservato
un miglioramento dei dati economici meno significativo
del previsto mettendo parzialmente in discussione la sostenibilità della ripresa economica globale. La recessione appare alle spalle, ma la disoccupazione Usa ai massimi dal 1983
(salita al 9,8% a settembre) fa temere che la ripresa dei consumi sarà difficoltosa nei prossimi trimestri e anche la forte
ascesa dei prezzi delle materie prime potrebbe frenare la
ripresa. Contesto di incertezza circa l'outlook economico
che nelle ultime settimane ha riacceso l'interesse verso il
reddito fisso con una risalita dei prezzi e conseguente discesa dei rendimenti. Per chi vuole trovare rifugio nei rendimenti assicurati dai bond è sempre più folta la schiera degli
Exchange traded funds quotati a Milano che permettono
di puntare sul mercato obbligazionario. A fine settembre
iShares ha quotato 3 nuovi trackers, tra cui spicca l'iShares
Barclays Euro Aggregate Bond, primo Etf obbligazionario
“misto” di Piazza Affari con l’esposizione sia sui titoli di
Stato sia sulle bond corporate. Nuove emissioni anche per
EasyEtf che ha quotato 6 nuovi Etf azionari a cui faranno
seguito nelle prossime settimane altri due nuovi Etf.
Nuove emissioni a Milano per EasyEtf
Nuove emissioni in Piazza Affari per EasyETF.
L'emittente che fa capo a BNP Paribas quota oggi
sul mercato ETFplus di Borsa Italiana 6 nuovi ETF e
altre 2 sono in rampa di lancio che porteranno a
15 il numero degli Etf targati EasyEtf quotati a
Milano. I nuovi trackers sono: EasyETF DJ South
Korea Titans 30, EasyETF Euro STOXX 50, EasyETF
FTSE Xinhua China 25, EasyETF S&P 100, EasyETF
South Africa FTSE/JSE Top 40, EasyETF S-Box BNP
Paribas Next 11 Emerging.
TOL 2009, il 29 ottobre torna l'ETF Day
Anche quest'anno largo spazio agli Exchange Trade
Funds nel corso della 7^ edizione della Trading Online
Expo, l’incontro dedicato al mondo del trading e dell’investimento online. L'evento organizzato da Borsa
Italiana vedrà la mattina di giovedì 29 succedersi gli
interventi degli emittenti di ETF che presenteranno le
principali caratteristiche e i migliori utilizzi dei propri
prodotti durante le tavole rotonde coordinate da un
esperto di ETF e ETC.
2 Sei nuove emissioni per EasyEtf
4 Non solo azioni
7 Banche al test d’autunno
10 Focus Banca Imi
13 La nuova corsa al carbone
15 Osservatorio Etf
Buona lettura
EasyETF si
rafforza a
Piazza Affari
Con la quotazione di 6 nuovi Etf
l’emittente francese raddopia da oggi il
numero di prodotti quotati sul mercato
Etplus A breve il debutto di altri 2 tracker
E
EasyETF si rafforza a Piazza Affari. Il marchio di BNP
Paribas che racchiude l’offerta di Etf ha lanciato oggi sul
mercato EtfPlus di Borsa Italiana sei nuovi prodotti,
mentre la quotazione di altri due ETF è attesa entro la
fine del mese. I nuovi ETF porteranno a 15 i prodotti di
EasyETF quotati su Borsa Italiana: 10 azionari, 3 obbligazionari e 2 che investono nelle commodity. A livello
internazionale la gamma EasyETF comprende 64 ETF
per un patrimonio in gestione di 3,658 miliardi di euro.
I nuovi ETF offrono agli investitori italiani uno strumento semplice per investire nei principali mercati azionari
dei paesi sviluppati e in una serie di mercati nuovi ed
emergenti, altrimenti di difficile accesso.
Nel dettaglio i sei Etf entrati in quotazione oggi sono:
EasyETF Euro Stoxx 50, tracker che replica la performance dell’indice Euro Stoxx 50, costituito dalle 50 azioni più capitalizzate e liquide dei paesi dell’area Euro;
EasyETF S&P 100, tracker che viene negoziato in euro ma
senza copertura di cambio, replica la performance dell'indice S&P 100, paniere composto dalle azioni delle 100 maggiori società Usa in termini di capitalizzazione di borsa;
EasyETF Next 11 Emerging fund, che replica la performance dell'indice S-Box BNP Paribas Next 11 Core 8
Emerging Countries, composto da azioni di società rappresentative dei mercati azionari degli 11 paesi considerati i futuri paesi emergenti: Bangladesh, Egitto,
Indonesia, Iran, Corea, Messico, Nigeria, Pakistan,
Filippine, Turchia e Vietnam. Al momento l’indice comprende titoli appartenenti a 8 delle 11 nazioni citate;
EasyETF FTSE Xinhua China 25, fondo che replica l'indice FTSE/Xinhua China 25. Questo paniere è costituito dalle azioni delle 25 società cinesi più liquide quotate
NUOVE EMISSIONI
a Hong Kong: le H Shares (imprese della Repubblica
Democratica Cinese) e le Red Chips (imprese ubicate
fuori della Repubblica Democratica Cinese ma controllate dal governo cinese).
EasyETF DJ South Korea Titans 30, che ha come
obiettivo la replica della performance dell'indice Dow
Jones South Korea Titans 30, composto dalle 30 azioni più liquide e a maggiore capitalizzazione della
Corea del Sud;
EasyETF South Africa FTSE/JSE Top 40, replica l'indice FTSE/JSE Top 40. L'indice comprende le 40 maggiori azioni in termini di capitalizzazione della borsa di
Johannesburg.
A breve approderanno sul mercato EtfPlus anche
l’EasyETF Euro Stoxx 50 Double Short che offre una
performance inversamente doppia rispetto a quella
dell'indice azionario europeo DJ Euro Stoxx 50 e
l’EasyETF EuroMTS Eonia specializzato sul mercato
monetario dell’Eurozona.
«Il lancio in Italia di questi nuovi otto Etf è frutto di una
precisa scelta strategica che vede l’Italia tra i mercati al
centro dello sviluppo di EasyETF, ha sottolineato Gian
Luigi Pedemonte, responsabile per l’Italia di EasyETF.
La capacità e l’esperienza di BNP Paribas Asset
Management nella gestione di prodotti indicizzati – continua Pedemonte – ci rende unici in questo settore di
mercato, grazie soprattutto alla qualità e alla competenza
tecnica del nostro approccio di gestione».
Tra le caratteristiche principali dei nuovi prodotti di
EasyETF spicca il reinvestimento automatico all’interno
del fondo dei dividendi distribuiti dalle società inserite
nel paniere da replicare. I vantaggi per i risparmiatori
sono notevoli. In primo luogo gli indici total return consentono di minimizzare i costi di intermediazione in
capo agli ETF sia in termini effettivi poichè l'intermediario spesso applica una commissione per accreditare il
dividendo sul conto, sia in termini di giorni valuta visto
che spesso passa quasi un mese tra la data in cui lo strumento quota ex-cedola e la data di pagamento del dividendo. Da non trascurare inoltre che il reinvestimento
automatico del dividendo permette di evitare il problema relativo alla scelta di come riallocare la somma incassata sotto forma di dividendo.
Particolare attenzione è rivolta anche a minimizzare il
tracking error, ovvero le differenze di rendimento tra
l’indice sottostante e la performance conseguita
dell’ETF. Intervento reso possibile grazie alla collaborazione dei gestori di BNP Paribas Asset Management
che forniscono indicazioni su come ridurre i costi di
transazione e di riallocazione dei titoli, come nel caso
di operazioni straordinarie sulle società presenti nei
portafogli dei sottostanti. La quotazione dei nuovi
ETF sul listino milanese avviene dopo l’annuncio del
maggio scorso relativo all’accordo tra BNP Paribas e
AXA Investment Managers con il quale AXA trasferirà
a BNP Paribas Asset Management, entro la fine dell’anno, la gestione operativa degli ETF sulle commodities, immobiliari, settoriali, sul credito e infrastrutture, che rappresentano 22 fondi ed un totale in gestione di 1,3 miliardi di euro.
Massimiliano Volpe
I nuovi prodotti di EasyETF
ETF
COMMISSIONE
DI GESTIONE
CODICE
ISIN
GESTIONE
DIVIDENDI
EASYETF DJ SOUTH KOREA TITANS 30
0,55%
FR0010636530
TOTAL RETURN
EASYETF EURO STOXX 50
0,25%
FR0010129072
TOTAL RETURN
EASYETF FTSE XINHUA CHINA 25
0,60%
FR0010636589
TOTAL RETURN
EASYETF S&P 100
0,30%
FR0010616300
TOTAL RETURN
EASYETF SOUTH AFRICA FTSE/JSE TOP 40
0,65%
FR0010636571
TOTAL RETURN
EASYETF NEXT 11 EMERGING
0,85%
FR0010616656
TOTAL RETURN
EASYETF EURO STOXX 50 DOUBLE SHORT
0,50%
FR0010689695
TOTAL RETURN
EASYETF EUROMTS EONIA
0,15%
FR0010616268
TOTAL RETURN
Fonte: EasyETF
3
FOCUS MERCATI
4
Quale
asset allocation
dopo il
Grande Rally?
La voglia di equity rimane elevata
anche dopo due trimestri di forti rialzi,
ma permane un velo di incertezza
sull’outlook economico che tiene alto
l’interesse verso il reddito fisso
I mercati azionari si sono appena lasciati alla spalle il secondo trimestre consecutivo con crescita a doppia cifra. Per
Wall Street si è trattato del miglior "back-to-back" dal lontano 1975 con un balzo del 34% per lo S&P 500 portando
fino a circa +60% il bilancio dai minimi a 12 anni toccati il
9 marzo scorso. Se 7 mesi fa i multipli a cui quotavano le
azioni erano a livelli estremamente bassi rendendo l'equity
una delle asset class da privilegiare con il progressivo diffondersi della prospettiva di una rapida uscita dalla recessione,
ai livelli attuali le azioni viaggiano a multipli decisamente
più elevati, sui massimi degli ultimi 5 anni, e per sostenere
ulteriori rialzi dei listini sarà necessaria una forte ripresa
degli utili nei prossimi trimestri. Considerando che storicamente i ritorni azionari di lungo periodo risultano del 910% annuo (dividendi inclusi), i mercati in pochi mesi
hanno prodotto un rendimento che mediamente necessita
5 anni per essere conseguito. Pertanto, considerando anche
l’incertezza circa le prospettive di ripresa economica, i prossimi mesi si prospettano meno redditizi per le azioni.
“Troppo, troppo presto e troppo velocemente”, è stato l’ultimo giudizio sul rally delle Borse espresso da Nouriel
Roubini, economista di origini turche che aveva previsto la
crisi finanziaria. Roubini ora si aspetta un ritorno alla realtà sui mercati nei prossimi trimestri quando gli investitori si
renderanno conto che il recupero economico non sarà veloce, con una ripresa non a “V” ma molto più simile a una
“U”. Parla invece di andamento a "W" dell'economia il ceo
di Hsbc, Michael Geoghegan, che pertanto si attende una
nuova flessione, mentre Bill Gross di Pimco, il più importante gestore obbligazionario al mondo, ha ipotizzato l'avvio
I
di una "nuova normalità" caratterizzata da tassi di crescita
inferiori al 2% e performance del mercato azionario al di
sotto del 5% annuo. Prevalenza d'ottimismo invece tra le
case d'affari con Credit Suisse e Nomura che indicano per
fine 2009 vedono lo S&P 500 in area 1.100 punti, circa
l’8% sopra i livelli attuali. Credit Suisse si attende sorprese
positive dalla nuova tornata di trimestrali rimarcando come
il consensus di Eps che risulta ancora sotto il livello di Eps
del secondo quarter (14,7 dollari rispetto ai 15,5 $ del II
trim.). View positiva pertanto sull'azionario con Eps 2010
atteso in progresso del 29% il prossimo anno.
FOCUS MERCATI
Permane incertezza su ripresa economica, il reddito fisso
riacquista appeal
Nell’ultima settimana le Borse hanno tirato il fiato.
Movimento che è andato a vantaggio dei bond saliti in termini di prezzo. Il rendimento sul Treasury decennale Usa,
che negli ultimi mesi aveva fluttuato tra 3,5% e 4%, si è
riavvicinato al 3%. "I bond stanno al momento beneficiando dei dubbi sulla sostenibilità della ripresa economica che dovrebbe essere iniziata nel terzo trimestre", rimarcano gli esperti di Bsi, con gli ultimi dati macro di settembre che in parte stanno deludendo le attese. Il World
Economic Outlook di autunno presentato dal Fondo
Monetario Internazionale, nonostante siano state ritoccate al rialzo le stime di crescita globale per il 2010, ribadisce come la ripresa dell'economia mondiale sarà lenta e
faticosa. Le principali economie dovranno soprattutto
fronteggiare una nuova sfida legata alle difficili condizioni del mercato del lavoro (disoccupazione al 9,8% negli
Stati Uniti a settembre, sui massimi degli ultimi 26 anni)
che inevitabilmente freneranno i consumi. "Se la ripresa
economica sarà moderata, abbattere la disoccupazione
sarà complicato e richiederà tempo", ha rimarcato ultimamente Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve.
"L'outlook sulla disoccupazione è destinato a rimanere
debole - rimarca Société Générale nella sua global asset
allocation relativa all'ultimo trimestre 2009 - con il picco
che dovrebbe essere toccato nel 2010. Ma la disoccupazione è destinata a rimanere elevata anche i successivi 2
anni". Il modello di asset allocation tattica di SocGen
risulta prudente sulle azioni per il loro elevato profilo di
rischio, mentre è overweight sui bonds, in particolare sui
titoli di Stato europei. Accento sul nodo occupazione
anche da parte di Ing che ritiene che le prospettive siano
di disoccupazione in crescita almeno fino alla metà del
prossimo anno. Le imprese appaiono propense a limitare
al massimo i costi del personale al fine di sostenere gli
I tre nuovi ETF obbligazionari targati iShares
1) L’iShares Barclays Euro Aggregate Bond permette una
esposizione a un paniere di obbligazioni investment grade
denominate in Euro, inclusi titoli di Stato, obbligazioni cartolarizzate e corporate bonds. Il fondo replica l’indice
Barclays Capital Euro Aggregate Bond offrendo un’esposizione liquida nell’universo investment grade dei principali
Paesi sviluppati. Circa la metà dei titoli attualmente ricompresi nell'indice presenta rating "AAA". Tra i paesi maggiormente rappresentati spiccano Germania (22,4%), Francia
(21,45%) e Italia (14,38%). La scadenza media delle obbligazioni presenti nel paniere risulta di 6,84 anni. L'indice viene
ribilanciato ogni mese.
2) L'iShares Barclays Euro Corporate Bond permette una
esposizione a un paniere diversificato di obbligazioni corporate investment grade. Il fondo replica l’indice Barclays
Capital Euro Corporate Bond che ha accesso a un diversificato paniere di oltre 1200 obbligazioni societarie investment grade denominate in euro. Oltre il 40% delle obbligazioni attualmente incluse nell’indice appartengono al settore finanziario. Tra i paesi maggiormente rappresentati
spiccano Francia (20,26%), Paesi Bassi (20,12%) e Stati
Uniti (12,73%). La scadenza media delle obbligazioni presenti nel paniere risulta di 6,9 anni. Anche questo indice
viene ribilanciato ogni mese.
3) Infine l'iShares Barclays Euro Treasury Bond 0-1 permette un’esposizione a un paniere diversificato di obbligazioni
governative denominate in euro con un range di scadenza da
0 a 12 mesi. Il fondo replica l’indice Barclays Capital Euro
Treasury 0-12 months bond. La scadenza media delle obbligazioni governative risulta di 0,44 anni. Il rating della maggioranza delle emissioni è di tripla A (62,89%).
Caratteristiche dei 3 nuovi ETF iShares quotati a Milano
ETF
ISHARES BARCLAYS EURO
AGGREGATE BOND
ISHARES BARCLAYS EURO
CORPORATE BOND
ISHARES BARCLAYS EURO
TREASURY BOND 0-1
EMITTENTE
ISHARES
ISHARES
ISHARES
CATEGORIA
OBBLIGAZIONARIO MISTO
OBBLIGAZIONARIO CORPORATE
TITOLI DI STATO
EURO
EURO
EURO
VALUTA
CODICE NEGOZIAZIONE
CODICE ISIN
CSTO TOTALE ANNUO
DIVIDENDO
IEAG
IEAC
IEGE
IE00B3DKXQ41
IE00B3F81R35
IE00B3FH7618
0,25%
0,20%
0,20%
SEMESTRALE
SEMESTRALE
SEMESTRALE
Fonte: iShares
5
6
FOCUS MERCATI
utili. Nonostante il momentum di breve faccia propendere verso il mercato azionario, Ing mantiene una view
neutral tra equity e bonds rimarcando come dopo il
2010 i bassi consumi dovrebbero pesare sulla crescita
degli utili. Ing rimarca come, nonostante il crescente
appetito al rischio, ultimamente i bond governativi
hanno performato bene portando a un calo dei rendimenti. Le principali ragioni vanno scovate nel calo dell'offerta di titoli di Stato, nella minore volatilità e dalle
pressioni al ribasso sull'inflazione. Ing si attende il calo
dei rendimenti del Bund decennale tedesco al 3% circa
in virtù dei bassi livelli dei tassi di interesse. Tassi bassi
che spingono gli investitori a cercare rendimenti più elevati nel lungo termine. Tendenza che inevitabilmente si
traduce in forti richieste di titoli a lunga scadenza e calo
dei loro rendimenti. Volgendo invece lo sguardo alle
obbligazioni societarie, in grado di offrire ritorni superiori rispetto ai titoli di Stato, il crescente appetito al
rischio ha spinto gli investitori a guardare con sempre
maggior interesse il mercato del credito che in questi
mesi ha visto emissioni record da parte delle società in
certa di mezzi per aumentare la liquidità a disposizione.
"Le obbligazioni ad alto rendimento sono rimaste indietro e questo significa che comparate con altre categorie
di bond presentano valutazioni più attraenti", rimarca
l'ultimo update mensile di Ing Investment Management
che mantiene una preferenza per le obbligazioni inve-
stment grade, ossia quelle a più elevato merito di credito
e conseguentemente con minor livello di rischio.
Naturalmente le società che effettuano emissioni ad alto
rendimento sono tendenzialmente più sensibili a contesti di crescita economica bassa e presentano un debito
più cospicuo. Però, rimarca Ing, nel breve termine le
attese di trimestri di forte crescita dovrebbero far sì che
gli investitori tralascino momentaneamente tali rischi.
Si amplia la scelta tra gli Etf obbligazionari
Sempre più folta la pattuglia degli Exchange traded
funds quotati a Milano che permettono di puntare sul
mercato obbligazionario. A fine settembre iShares ha
quotato 3 nuovi strumenti (vedi Box pag 5) tra cui spicca l'iShares Barclays Euro Aggregate Bond, primo Etf
obbligazionario “misto” di Piazza Affari con l’esposizione sia sui titoli di Stato sia sulle obbligazioni corporate.
“A seguito della crisi dei mercati del 2008 - ha commentato Emanuele Bellingeri, responsabile per il mercato italiano di iShares - il reddito fisso ha cominciato ad attrarre l’attenzione degli investitori come mai in precedenza.
In questo momento di grande interesse e quindi di forte
raccolta, iShares ha deciso di offrire anche al mercato
italiano una vasta gamma di fondi obbligazionari, unici
per diversificazione e qualità dell’offerta”.
Titta Ferraro
db x-trackers
Indici a portata di mano
Puntare sui ribassi dei mercati
Exchange Traded Fund (ETF)
Commissione di
gestione annua1
DJ EURO STOXX 50® Short ETF
0,40%
ShortDAX® ETF
0,40%
S&P 500® Short ETF
0,50%
DJ STOXX 600® Banks Short ETF
0,50%
DJ STOXX 600® Health Care Short ETF
0,50%
DJ STOXX 600® Oil & Gas Short ETF
0,50%
DJ STOXX 600® Technology Short ETF
0,50%
DJ STOXX 600® Telecommunications Short ETF 0,50%
Short iBoxx® Euro Sovereigns Eurozone TR ETF 0,15%
iTraxx® Europe 5-year TR Short ETF
0,18%
iTraxx® HiVol 5-year TR Short ETF
0,21%
iTraxx® Crossover 5-year TR Short ETF
0,24%
1
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www.dbxtrackers.it
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Potete ottenere gratuitamente tali documenti presso Deutsche Bank AG, Via Santa Margherita 4, 20121 Milano e sul sito www.dbxtrackers.com. Deutsche Bank AG e gli sponsor degli indici non rilasciano alcuna dichiarazione o garanzia circa i
rendimenti che possono essere ottenuti dall’utilizzo del relativo indice. La pubblicazione del presente documento non costituisce una modalità di offerta al pubblico da parte di Deutsche Bank AG e non costituisce o intende fornire alcun giudizio,
da parte della stessa, sull’opportunità dell’eventuale investimento ivi descritto. Il capitale investito non è protetto o garantito. Pertanto si possono subire delle perdite.
ETF SETTORIALI
Banche al test d’autunno
dopo un trimestre d’oro
Il Fondo monetario internazionale e l’Ocse cercano di rassicurare gli investitori
sulla solidità del comparto finanziario, ma secondo i gestori le zone d’ombra
restano. Nel breve strategie più aggressive, nel lungo prevale la prudenza
B
Banche, che ossessione. A due anni dallo scoppio del
dissesto subprime, i grandi istituti finanziari americani
ed europei, o meglio i grandi imputati della Grande
Crisi, continuano a dividere istituzioni, investitori e
money manager. C’è chi grida al rischio imminente di
nuove svalutazioni, chi a bilanci che devono essere
ripuliti, chi sposa un atteggiamento attendista e chi si
professa ottimista, almeno nel breve termine.
Tra annunci di conti che non tornano o che tornano
con operazioni straordinarie, mancate distribuzioni di
cedole e ridimensionamenti degli organici la strada
maestra per chi non vuole farsi mancare il settore bancario in portafoglio il suggerimento degli esperti di
Borsa contattati da Etf News è quello di navigare a vista.
Anche se nell’ultimo trimestre i mercati finanziari
hanno messo a segno la migliore performance degli
ultimi dieci anni e il comparto banking è balzato in
prima linea (+154% il DJ Stoxx 600 Banks), con tutte
le premesse per una fase di risalita degli utili nei prossimi trimestri, la prudenza resta d’obbligo in vista di
possibili sorprese negative sui mercati.
Tutti danno i numeri. La rimonta dei mercati avviata in
primavera ha coinvolto innanzitutto il mondo bancario.
Ma adesso con l’arrivo della stagione autunnale gli spauracchi di una possibile debacle sono tornati a fare compagnia ai gestori. E così è partita la fase di promotion delle
authority. Il Fondo Monetario ci ha provato, ma alla fine
ci è riuscito solo a metà: ha rivisto la scorsa settimana al
ribasso le stime sul totale di perdite del settore finanziario mondiale legate alla crisi nel periodo 2007-2010, ritenendo comunque che i rischi di ricaduta del quadro economico si confermeranno alti. La nuova stima sulle perdite nel settore finanziario è stata individuata a 3.400
miliardi di dollari, erano 4.000 lo scorso aprile.
Nessun miglioramento ha coinvolto le stime sulle svalutazioni che le banche dovranno fare sui loro asset da qui
alla fine del 2010: anzi, il conto è salito a 1.500 miliardi
di dollari. Numeri che si “ritrovano” nell’allarme lanciato a fine settembre da un’altra istituzione di rango,
l’Ocse. Nel suo ultimo rapporto pubblicato sull’economia Ue, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha sottolineato che l’incertezza persi-
7
8
ETF SETTORIALI
Il richiamo del comparto bancario
37%
23%
22%
12%
7%
Overweight Moderatamente
overweight
Neutral
Moderatamente Underweight
underweight
Fonte: Indagine European Bank Ceo Conference
stente nel settore bancario “richiede ulteriori azioni
quali stress test sistematici, rigorosi e trasparenti per
chiarire le esigenze di capitale delle singole banche
europee”. Secondo questi tecnici, le incertezze che
rimangono nei paesi dell’Unione sono principalmente
da collegare alla svalutazione degli asset nei bilanci
delle banche in quanto “potrebbero non essere capitalizzate a sufficienza, per fronteggiare un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche”.
Per gli addetti ai lavori il quadro resta difficile. Anche
se le istituzioni cercano di lanciare segnali di fiducia, non
è facile tornare a pensare del tutto positivo, dicono gli
addetti ai lavori. Come notano gli esperti del team
European Equities di Schroders la situazione delle banche sembra migliorare molto più rapidamente di quanto
non ci si aspettasse in questa fase del ciclo economico. A
loro avviso, visto il livello di contrazione del Pil, la portata delle perdite è stata inferiore alle attese.
Tuttavia – sottolineano i money manager - se si tiene
conto delle azioni di politica monetaria un effetto indesiderato delle misure prese dalle principali Banche centrali, contrario alle intenzioni dei governi, è stato quello di
consentire alle banche d’investimento di realizzare ingen-
DJ Stoxx 600 Banks, ultimi 12 mesi
250
200
150
100
Ott
Dic
2008
Feb
Apr
Giu
2009
Ago
Fonte: Bloomberg
ti profitti. Che sarebbero dunque con i piedi d’argilla.
Suonano il campanello d’allarme Pierre Olivier Beffy e
Jean Baptiste Pethe di Exane BNP Paribas secondo cui
non è affatto da escludere una nuova stagione di credit
crunch. A loro avviso “al di là di quello che viene indicato dal Fmi il sistema finanziario resta molto vulnerabile a
un deterioramento proprio a causa delle condizioni del
mondo bancario”. Gli analisti riconoscono che sono stati
riaperti i rubinetti del mercato del credito, ma denunciano che la metodologia per calcolare le perdite del settore
banking europeo continui a restare oscura. Come ricorda anche Giorgio Radaelli, chief global strategist di BSI,
“gli europei calcolano i capital ratios in modo più benevolo di quanto fatto negli stress test americani”.
Nonostante questa osservazione il risultato non cambia.“La nostra impressione - prosegue lo strategist - è che
la situazione bancaria globale, pur migliorata rispetto a
un anno fa, non sia tanto tranquillizzante quanto quella
descritta dalle autorità europee”.
E a supporto di questa “impressione”, Radaelli cita la raccomandazione di Mario Draghi, membro del Comitato
Esecutivo della Bce e capo del Financial Stability Forum,
affinché le banche continuino a consolidare la loro capitalizzazione nonostante il risultato "benevolo" dello stress
test. Secondo gli esperti del team European Equities di
Schroders anche per quanto riguarda le prospettive normative il futuro rimane incerto: a loro avviso esiste il
rischio che il varo di regole eccessivamente severe finisca
col soffocare la ripresa.
Gettone di presenza sulle banche: sì o no? “Ora più
che mai diventa importante saper agire con il giusto
tempismo ed essere in grado di strutturare i propri
investimenti con molto equilibrio”, si limita a dire
Jens Wilhelm, membro dei consiglio d'amministrazione e portfolio manager di Union Investment. Negli
ultimi mesi le banche hanno fatto il botto sulle Borse,
cercando di recupare terreno dopo un 2008 horribilis.
E adesso? C’è chi sposa un approccio prudente e suggerisce di starne fuori, chi invece come Alistair Ryan
di Ubs si professa ottimista. “Nonostante di solito settembre non sia il mese migliore per scommettere sui
mercati, quest'anno quasi tutti i comparti azionari
hanno registrato un andamento positivo, i volumi si
sono mantenuti abbastanza alti e i costi di raccolta per
le banche si sono attestati vicino ai minimi storici”,
snocciola l’esperto, adducendo questi motivi per giustificare la sua revisione al rialzo delle stime sul com-
ETF SETTORIALI
parto bancario europeo. In particolare Ubs ha rivisto
al rialzo le proprie stime di Eps 2009 del 4%, ritenendo inoltre che il prossimo anno gli utili bancari saranno in grado di salire del 17%. Al di là della decisione
di alzare le previsioni anche per l’analista dela casa
d’affari elvetica rimangono motivi di preoccupazione,
principalmente legati al valore della moneta e all'inflazione, superabili in Europa almeno nel breve periodo
visto che a suo avviso la situazione sembra stabile.
Le banche europee convincono anche Derek De Vries,
capo economista di Bank of America Merrill Lynch,
che consiglia un atteggiamento “overweight” sul settore.
Secondo questo esperto le ulteriori revisioni sulle stime
di utile per azione al di là delle interessanti valutazioni
offrono il potenziale per assistere a re-rating del mondo
bancario. “La stabilizzazione degli accantonamenti, il
potenziamento del patrimonio, le curve dei rendimenti,
i ricavi da trading sono materiale interessante per studiare la profittabilità del mondo bancario", sostiene lo strategist, citando a favore della sua tesi anche un recente
sondaggio svolto in occasione dell’European Bank Ceo
Conference, tenutasi tra il 29 settembre e il primo ottobre scorso, su un panel di oltre 200 intervistati, che si
sono detti pronti a investire sul settore finanziario.
In realtà chi ha fiutato il mood in Borsa si è già posizionato. “La maggior parte degli investitori ha tenuto
una posizione prudente su questo comparto fino a
marzo scorso, ma ad oggi gli investitori sono sovrapesati – spiega De Vries - . Questa posizione overweight, che tiene conto della possibilità di assistere ad
ulteriori aumenti di capitale, ci porta a ritenere che
alcuni di loro non abbiano bisogno di correre ad
aumentare la loro esposizione al settore”. Per tutti gli
altri potrebbe non essere troppo tardi. La stagione
degli aumenti di capitale aperta recentemente a suo
avviso potrebbe rappresentare un’ottima opportunità
per valutare un approccio più aggressivo al comparto,
nel breve termine.
Per chi ha intenzione di farlo a piazza Affari sono quotati tre Etf settoriali (il Lyxor DJ Stoxx 600 Banks, il db
x-trackers DJ Stoxx 600 Banks e l’iShares DJ Stoxx 600
Banks Swap) che hanno come sottostante i principali
titoli bancari del Vecchio Continente.
Per chi invece ritiene che il settore bancario perderà
terreno c'è l'etf Db x-Trackers Dj Stoxx 600 Banks
Short Etf, che replica all'inverso l'andamento dello
stesso Dow Jones Stoxx 600 Banks. Nell’indice spicca
il peso di Hsbc (con il 16,1810%), del Banco
Santander (con il 10,96%), di Bnp Paribas (con il
6,3049%),di Ubs (con 5,243%) di Barclays (con il
5,4317%) e di Unicredit (con il 5,1703%).
Micaela Osella
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9
10
FOCUS BANCA IMI
Mercati azionari,
l’intonazione resta positiva
L’APPROFONDIMENTO DI BANCA IMI
Principali indici azionari con rialzi a doppia cifra da inizio anno. Impetuoso rally
degli ultimi mesi che fa aumentare nel breve periodo le possibilità di ritracciamenti
dell’azionario, mentre nel medio termine l’intonazione dovrebbe restare positiva
Collegati al sito www.bancaimi.it per leggere tutte le ricerche o ascoltare i risultati con il servizio Podcast
I
I mercati azionari continuano a beneficiare dell’elevata liquidità presente nel sistema, anche se la salita molto ripida registrata dai principali indici e le imminenti resistenze impongono
maggior cautela. In tale contesto, in un’ottica di medio periodo, l’intonazione dei mercati azionari resta positiva, mentre
nel breve aumentano le probabilità di ritracciamenti fisiologici all’interno del trend rialzista in atto. Dopo un 2008 disastroso con performance in calo del 45% in Europa e del 35%
negli Stati Uniti, pur essendo il 2009 un anno di recessione,
da gennaio i principali indici stanno guadagnando tra il 15 e
il 18% sulle aspettative di una ripresa nel 2010, grazie alle
caratteristiche anticipatorie del mercato azionario. Il quadro
macroeconomico di fondo evidenzia un progressivo miglioramento sia in Europa che negli Stati Uniti; infatti, già nel 3° trimestre 2009 la recessione potrebbe essere finita, con il PIL statunitense che dovrebbe tornare a crescere intorno allo 0,8%
rispetto al trimestre precedente, grazie alla contribuzione di
quasi tutte le componenti della domanda domestica, anche se
quest’ultima è per la maggior parte sostenuta da fattori temporanei quali gli stimoli fiscali e il ciclo delle scorte. Per l’anno in
corso le nostre stime sul PIL negli Stati Uniti indicano un calo
del 2,6%, a cui dovrebbe seguire una crescita del 2,2% per il
2010. In Europa, le attese restano più deboli, con una flessione del 3,8% sul 2009, solo parzialmente compensata da un
+0,8% per l’anno successivo. Per quanto riguarda il contesto
domestico, il PIL dovrebbe registrare una flessione del 5% per
il 2009 e una crescita dello 0,5% per il 2010. Alla luce di tali
considerazioni e nell’attuale contesto di miglioramento,
comunque, ci si domanda quanto sia sostenibile una ripresa
della crescita rapida e marcata, tale giustificare nuovi consistenti apprezzamenti dei listini azionari. Una ripresa più lenta
di quanto scontato dai mercati attualmente potrebbe ridimensionare la salita delle quotazioni, anche se al momento i mer-
cati azionari continuano ad attrarre la forte liquidità in circolazione grazie anche allo scarso rendimento delle altre tipologie di investimento.. In un’ottica fondamentale a livello di area
geografica, secondo le stime attese di consenso, gli utili relativi all’S&P500 sono attesi in crescita del 17,9% sul triennio
2009-11 e nello specifico la svolta si avrebbe nel 2010 con un
aumento del 25,7% e del 23,2% nel 2011. A fronte di tali
aspettative, i multipli di P/E stimati dal consenso risultano
pari a 17,36x sul 2009, a 13,81x sul 2010 e a 11,21x sul 2011.
Per il 2009 il consenso prevede utili in calo del 24,2%, rispetto ad attese di crescita pari al 30,2% per il 2010 e del 21,9%
per il 2011, a fronte di multipli di P/E attesi pari a 16,93x nel
2009, a 13,05x nel 2010 e a 10,7x nel 2011. Analizzando lo
spaccato settoriale, per il 2010 si conferma una forte contribuzione del tecnologico e dei settori ciclici che si comparano con
le importanti decrescite stimate sul 2009. Relativamente al
premio al rischio si segnala la graduale diminuzione nel corso
degli ultimi mesi sia sul mercato statunitense, che su quello
europeo; infatti, dopo i picchi raggiunti nei primi mesi dell’anno, quello sull’ S&P500 è sceso drasticamente, passando dal
7,7% di gennaio all’attuale 5%, in concomitanza con l’attenuarsi delle tensioni sul mercato e grazie all’elevata liquidità
che ha innalzato la propensione al rischio da parte degli investitori. A livello settoriale i comparti che hanno registrato la
riduzione maggiore sono stati i ciclici come l’Assicurativo, i
Tecnologici e l’Auto, anche se quest’ultimo beneficia dell’uscita dall’S&P500 di General Motor. Il valore per il benchmark
europeo rimane più elevato rispetto a quello dell’S&P500, a
dimostrazione che l’investimento sul mercato del Vecchio
Continente viene considerato leggermente più rischioso a
causa della minore crescita economica attesa. A livello settoriale, la flessione più elevata è stata registrata dal settore delle
Risorse di base con un valore che è passato dal 7,9% di inizio
FOCUS BANCA IMI
anno all’attuale 1,9%. Tecnicamente lo Stoxx600 incontra
una forte area di opposizione a 245 il cui mancato superamento potrebbe dar luogo a ritracciamenti nel breve. Eventuali
cedimenti dell’area 233-230 confermate dal cedimento di 228
condurrebbe verso i livelli chiave posti a 224-220. Solo la perdita di questi ultimi indebolirebbe il quadro tecnico con successivi obiettivi in prima battuta a 216-212 e successivamente a
sull’importante barriera supportiva posta a 200-195. Sul fronte opposto, il superamento di 245-247,5 fornirebbe nuova
forza con primi obiettivi a 256,5 e successivi a 262 e in un’ottica di maggior respiro la violazione di tali livelli condurrebbe
verso i target di medio periodo posti a 291-293. Relativamente
all’S&P500, il grafico mensile evidenzia chiaramente l’inversione del trend negativo dell’ultimo biennio, e in un’ottica di
medio periodo l’intonazione resta al rialzo. Nel breve il mancato superamento di 1075-80 ha provocato un ritracciamento
e la perdita di 1040 ha favorito il test sull’area 1019-18. Il cedimento di quest’ultimo confermato dalla perdita di 1012 riproporrebbe obiettivi in area 1001-999 e infine verso l’area supportiva di forte valenza posta a 980-978. La rottura di quest’ultima condurrebbe verso 950 e successivamente a 930-927. Sul
fronte opposto, il ritorno sopra 1050-55 confermato dalla violazione di 1075-80 favorirebbe allunghi verso 1100-1120 con
successivi obiettivi a 1140-50.
Prospettive e forza relativa dei comparti Europei. Nell’ultimo
trimestre il rialzo dei mercati ha premiato soprattutto i comparti a maggior beta, fra cui bancari, assicurativi, immobiliari
industriali e lusso, che ad oggi mostrano ancora forza relativa,
anche se in fasi di eventuali ritracciamenti potrebbero indebo-
lirsi. Il Bancario resta forte nonostante l’introduzione di coefficienti patrimoniali (Tier1) più stringenti a livello europeo e
le nuove possibili difficoltà del sistema finanziario statunitense. Permangono le criticità legate al deterioramento del portafoglio crediti, conseguente alla crisi economica, che potrebbero condurre a nuove operazioni di ricapitalizzazione da parte
di alcuni principali gruppi bancari europei. In termini di multipli di P/E attesi dal consenso, il comparto sta quotando a
premio sia sul 2009 che sul 2010 rispetto al benchmark di riferimento. L’Assicurativo recupera fortemente dai minimi anche
se in misura inferiore rispetto al Bancario, pur presentando
prospettive di crescita migliori; infatti, il consenso stima utili
in crescita sia per il 2009 che per il 2010, a fronte di valori di
P/E ancora a sconto. Il contributo maggiore continua ad essere rappresentato dal segmento Vita, che sta beneficiando del
contesto positivo sui mercati azionari, mentre il Danni sembra
aver toccato il picco negativo dal quale ci si attende una ripresa. Tra le criticità segnaliamo che in prospettiva il settore
potrebbe risentire dell’introduzione delle nuove norme relative alla direttiva comunitaria Solvency II, che entrerà in vigore
nel 2012. In particolare, verranno previsti nuovi requisiti di
capitale più stringenti per rendere i gruppi del settore più
attrezzati a fronteggiare nuove eventuali turbolenze di mercato.
Al momento, le compagnie maggiormente esposte risultano
quelle britanniche, con la necessità di effettuare ulteriori ricapitalizzazioni stimate in 30-70 mld di sterline, seguite da quelle tedesche e francesi. I Costruttori e Cementieri continuano
a beneficiare del contesto positivo di mercato date le caratteristiche cicliche, anche se le stime di consenso sugli utili 2010
non compensano i cali attesi sul 2009, data la difficoltà nel tor-
Multipli, crescite e PEG dei principali indici azionari (€).
EUROSTOXX
EUROSTOXX 50
STOXX 600
DAX
CAC 40
FTSE 100
IBEX 35
FTSE MIB
FTSE ALL SHARE
SMI
S&P500
NASDAQ COMPOSITE
DOW JONES INDUSTRIAL
NIKKEI 225
HANG SENG
SENSEX 30
BOVESPA
RTS INTERFAX
VALORE
P/E
2009
P/E
2010E
VAR. EPS
% 2009E
VAR. EPS
% 2010E
264,03
2.810,4
238,62
5.554,5
3.720,7
23.053,5
11.518,2
23.053,5
23.531,7
6.255,1
1.029,8
2.057,4
9.509,2
9.978,6
20.955,3
17.134,6
60.459,3
1.266,8
16,57
13,70
15,45
18,21
15,92
16,21
13,15
15,18
15,80
15,11
17,36
25,49
15,21
52,95
14,92
18,94
14,91
11,89
12,73
11,31
12,43
12,90
12,06
12,77
11,82
12,11
12,46
12,15
13,81
17,95
12,72
19,44
12,69
16,38
12,12
8,45
-24,2
-18,2
-16,4
-21,0
-26,9
-36,8
-24,6
-37,4
-35,3
175,5
4,7
1,6
-22,4
45,1
13,6
3,7
-29,4
-45,9
30,2
21,2
24,3
41,2
32,0
26,9
11,2
25,3
26,7
24,3
25,7
42,0
19,6
172,3
17,6
15,7
23,0
40,6
VAR. EPS
MEDIO%
2009-11E
9,3
6,9
9,8
14,1
8,6
5,5
1,9
3,5
4,7
70,8
17,9
22,4
7,0
84,5
16,4
12,1
3,4
10,5
VAR. EPS
MEDIO
%2010-11E
26,0
19,4
22,9
31,6
26,4
26,7
15,1
24,0
24,7
18,5
24,4
32,9
21,7
104,2
17,9
16,3
19,9
38,6
PEG SUL
BIENNIO
2010-11E
0,64
0,71
0,67
0,58
0,60
0,61
0,87
0,63
0,64
0,82
0,71
0,78
0,70
0,51
0,83
1,17
0,75
0,31
Fonte: Banca IMI
11
12
FOCUS BANCA IMI
nare a crescere nei mercati più industrializzati (secondo dati
Eurostat, nel mese di luglio la produzione del settore costruzioni è calata in Europa del 10,8% a/a e del 2% m/m), compensata dalla migliore performance della domanda nei mercati
emergenti (Asia, Africa e America Latina). Nel breve, il comparto resta comunque influenzato positivamente dai ripetuti
segnali di ripresa che giungono dai dati macro del settore
immobiliare residenziale statunitense, che beneficiano anche
degli incentivi statali. L’amministrazione Obama starebbe,
infatti, valutando la possibilità di allargare gli aiuti nel settore
immobiliare, raddoppiando il credito d’imposta in vigore
attualmente (pari a 8.000 dollari per chi acquista la prima
casa) e estendendo il beneficio a tutti i soggetti che acquistano
un immobile. Il Tecnologico continua a beneficiare della forza
del Nasdaq e sui fondamentali il consenso mantiene positive
le attese di crescita per i prossimi trimestri. L’Energia continua
a risentire della barriera di forte valenza incontrata dal petrolio che non riesce a superare i 75 dollari. In tale contesto gli
“Integrati” si presentano come più difensivi, anche se la maggiore propensione al rischio esistente sui mercati sta premiando soprattutto la divisione “Oil Services” (più esposti al
ciclo), nonostante le difficoltà rappresentate dal calo degli
ordinativi, causate dalla congiuntura sfavorevole e anche da
quotazioni del greggio di gran lunga inferiori ai massimi
dello scorso anno. Le basse crescite attese sulle Utility penalizzano il comparto nei periodi di recupero, nonostante i
multipli a sconto e i buoni dividendi attesi. Il consenso stima
una crescita degli utili per il 2010 (+4,1%) dopo un calo del
7,1% per quest’anno. I gruppi domestici stanno risentendo
anche della riapertura, da parte della Commissione
Europea, della procedura di infrazione nei confronti dello
stato italiano e delle società interessate riguardante gli aiuti
di stato collegati alla moratoria fiscale. Tale eventualità
potrebbe avere un impatto negativo sul dividendo 2009 che
al momento rimane ancora l’appeal più interessante a livello
europeo (+4,9% stimato dal consenso per il biennio 20092010). Resta debole anche il Telefonico, nonostante la componente speculativa legata agli accordi e ai processi di aggregazione tra i principali gruppi europei. Il settore rimane
comunque attraente da un punto di vista della remunerazione sui dividendi, con una stima del “dividend yield” medio
per il periodo 2009-2010 pari al 7%. Relativamente ai fondamentali, il consenso mantiene leggermente positive le crescite degli utili per l’anno in corso, stimando un miglioramento più consistente per il successivo. Continua la debolezza
dell’Auto, nonostante persistano i segnali positivi derivanti
dalle immatricolazioni di auto in Europa; infatti, nel mese di
agosto la crescita è stata del 3% a/a dopo quella pari al 2,8%
di luglio, grazie ancora all’effetto positivo degli incentivi statali. Da inizio anno la variazione negativa rispetto all’analogo periodo del precedente esercizio si è attenuata a -8,2% e
dall’analisi dell’andamento tendenziale dei primi otto mesi
emerge il forte effetto degli incentivi statali. Il venire meno
di questi ultimi in alcuni paesi (per esempio Germania) e le
incertezze sul loro rinnovo in altri stanno condizionando
l’andamento del settore. Recuperano forza i Farmaceutici
sostenuti anche dall’avvicinarsi del periodo critico per l’influenza A, con attesa di un aumento della richiesta dei vaccini antinfluenzali.
A cura di Laura Carozza e Piero Toia (Servizio Studi e
Ricerche, Intesa Sanpaolo).
Il presente articolo costituisce l'estratto di un documento di ricerca redatto da Intesa Sanpaolo e distribuito da BancaIMI. Per ogni dettaglio informativo relativo al documento, alle avvertenze e ai conflitti di interesse
dell'analista, di BancaIMI e del Gruppo Bancario di appartenenza
(IntesaSanpaolo) si invita a voler consultare il sito www.bancaimi.it.
FOCUS COMMODITY
13
I giganti emergenti sostengono
la domanda di carbone
Nel 2009 la Cina è passata da esportatrice a importatrice netta di carbone
e insieme all’India farà da traino anche nei prossimi anni alla domanda di
quella che rimane la principale fonte da cui si produce energia
800
800
Renewables
Nuclear
Coal
Natural Gas
Liquidas
Renewables
Nuclear
Coal
Natural Gas
Liquids
700
700
600
600
500
500
400
400
300
300
200
200
2030
2026
2028
2028
2022
2024
2024
2018
2020
2020
2014
2016
2016
2010
2012
2012
2006
2008
2008
2002
2004
2004
1998
2000
2000
1994
1996
1996
1990
1992
1992
1986
1988
1988
00
1982
100
100
1984
1984
L
Fonti energetiche: evoluzione dei consumi
1980
1980
La recessione ha frenato solo parzialmente la domanda
di energia con il carbone - che da solo concorre alla produzione del 43% dell’energia mondiale (dati 2008) – che
continua ad attirare l’interesse degli investitori. Forza del
carbone testimoniata dall’andamento dell'indice Russell
Global Coal, che comprende al suo interno società quotate che operano principalmente nella produzione ed
estrazione del carbone, che ha visto i propri valori quasi
raddoppiarsi da inizio 2009 (+88% da inizio anno dopo
il ritracciamento delle ultime settimane). Anche il bilancio a 5 anni risulta largamente positivo: valori più che triplicati che si confrontano con l’andamento sostanzialmente piatto dei principali indici azionari mondiali
nello stesso arco di tempo.
Le prospettive future vedono i combustibili fossili continuare a dominare la produzione di energia nella maggior
parte dei Paesi. Dopo il petrolio, utilizzato prevalentemente per i trasporti e nel riscaldamento degli ambienti,
il carbone e il gas naturale appaiono destinati a rimanere
le fonti di energia più importanti. Inoltre, in base alle
riserve accertate e ai previsti livelli di consumo, la dispo-
Fonte: Stime IEA
nibilità di carbone appare garantita per ancora alcuni
secoli. Tra i fattori che stanno trainando la domanda di
carbone e di conseguenza il suo settore di riferimento c’è
primariamente la forte domanda in arrivo dalla Cina,
primo consumatore al mondo di energia elettrica generata dal carbone, e dall’altro gigante emergente asiatico,
l’India. L’Asia assorbe circa la metà dei consumi di carbone con una fetta del 40% che va alla sola Cina.
14
FOCUS COMMODITY
L’Etf per puntare sul settore carbonifero
Per cavalcare i rialzi del carbone a Piazza Affari è presente
solo Etfs Russell Global Coal Fund, tracker che mira a
replicare l'andamento del Russell Global Coal Index, che a
sua volta misura la performance di tutti i titoli del settore
carbonifero inclusi nel Russell Global Index. Attualmente
sono 52 i titoli presenti nell'indice che vede una prevalenza geografica delle compagnie statunitensi (37%) e cinesi
(32%), seguite a distanza da quelle indonesiane (11%).
Percentuale che secondo le proiezioni dell’ International
Energy Agency (IEA) dovrebbe salire al 50% entro il 2030
con l’80% dell’aumento della domanda di carbone che
nei prossimi 2 decenni dipenderà dal tandem Cina-India.
BHP Billiton, il colosso minerario che attraverso la joint
venture BHP Mitsubishi Alliance con la giapponese
Mitsubishi Corp. risulta il principale produttore mondiale di carbone, ritiene che la domanda cinese di carbone
sia sostenibile. Le importazioni di carbone nel Paese asiatico secondo BHP saranno pari a 30 milioni di tonnellate quest'anno, ossia un milione di tonnellate in più rispetto al 2008 e tre milioni di tonnellate in più rispetto al
2007. La Grande Crisi ha inoltre comportato la chiusura
di diverse miniere di carbone a causa dei costi diventati
eccessivi nel corso del 2008 trasformando la Cina da
esportatore a importatore netto di carbone nel giro di 12
mesi. Forte domanda anche dall’India come conferma
l’intenzione del colosso statale Coal India di aumentare
da 403,7 a 435 milioni di tonnellate la propria produzione annua di carbone aumentando l'import e cercando
un'importante acquisizione per aumentare la propria
capacità. Anche la forte risalita del gas naturale nell’ultimo mese, con quotazioni raddoppiate in poche settimane
dopo il crollo dei mesi scorsi, dovrebbe contribuire a rin-
Russell Global Coal vs indici azionari
600
600
Russell Coal
Russell Coal
S&P 500
S&P 500
DowSTOXX
Jones STOXX
50 eros nano
Dow Jones
50
MSCI World
MSCI World
500
500
400
400
300
300
200
200
100
100
forzare ulteriormente la domanda di carbone. "I forti
indicatori macro degli ultimi mesi - rimarcano gli esperti
di Ubs - suggeriscono un rafforzamento della domanda
nei prossimi mesi, oltre alla normalizzazione dei prezzi
del gas nel corso del 2010" che comporterà una minore
convenienza del gas rispetto al carbone. Ubs ritiene così
che i prezzi del thermal coal e del carbon coke dovrebbero salire nel 2010 rispettivamente del 27 e del 32% sui
mercati asiatici. A sospingere il carbone saranno naturalmente i colossi emergenti dell'Asia, con il balzo dell'import dell'India nella prima metà del 2009 che, a detta di
Ubs, è destinato a crescere nei prossimi 5 anni con l'avvio
di mega progetti per lo sfruttamento di giacimenti non
utilizzati da parte di Australia e Indonesia.
Le nuove frontiere del carbone pulito
La green revolution targata Obama ha messo in grande
risalto il ruolo che giocheranno nel prossimo futuro le
energie alternative anche se non è mancato il sostegno
alle fonti di energie tradizionali. Rispetto al gas naturale,
più rispettoso dell’ambiente con emissioni di gas serra
limitate, il carbone rimane uno dei combustibili fossili
più inquinanti. Per abbattere le emissioni nocive è stata
rilanciata in grande stile la sfida del “clean coal” (carbone pulito) che attraverso l’applicazione di tecnologie
avanzate permette di ridurre notevolmente le emissioni.
Negli Usa, dove circa il 50% dell’energia elettrica è prodotta attraverso il carbone, è partito un nuovo studio di
fattibilità del progetto FutureGen che mira a produrre
idrogeno attraverso il carbone. Appoggiato inizialmente
dall’amministrazione Bush e poi abbandonato a inizio
2008 per gli eccessivi costi che richiedeva, FutureGen
quest’anno è stato rispolverato. A giugno il segretario
all’Energia dell’amministrazione Obama, Steven Chun,
ha annunciato una nuova intesa tra il Dipartimento
dell’Energia Us e la FutureGen Alliance, consorzio di 20
società produttrici di carbone che ha seguito il progetto
fin dai suoi albori. Per il 2010 è attesa una nuova stima
dei costi complessivi del progetto su cui il Dipartimento
dell’Energia investirebbe oltre 1 miliardo di dollari.
Sostanziosi investimenti anche in Europa con oltre 1
mld di euro stanziato da Bruxelles per lo sviluppo della
tecnologia CSS (Carbon Capture and Storage) attraverso
la quale le moderne centrali energetiche dovrebbero
provvedere alla cattura e stoccaggio del CO2.
Source: Bloomberg; All returns are converted into USD
00
Jul-04
Lug-04
Jul-05
Lug-05
Jul-06
Lug-06
Jul-07
Lug-07
Jul-08
Lug-08
Jul-09
Lug-09
Fonte: Bloomberg
Titta Ferraro
OSSERVATORIO ETF
15
Etf in cifre
I MIGLIORI A 1 MESE
PREZZO €
VOLUMI
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
TREND BT
TREND MT
Lyxor Etf Russia
22,29
75.257
12,01
37,37
▲
▲
Db X-Trackers Msci Russia
16,96
16.259
11,07
39,52
▲
▲
Market Access Daxglobal Russia
31,83
1.198
10,60
48,05
▲
▲
Ishares Msci Brazil
35,58
98.659
10,26
43,70
▲
▲
Db X-Trackers Msci Brazil
40,22
20.897
10,19
44,52
▲
▲
EUROPA - EuroStoxx 50
2900
2600
2300
2000
Mag 09
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
I MIGLIORI A 6 MESI
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
Market Access Dj Turkey Titans 20
115,43
104
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
0,99
96,78
▲
▲
Ishares Dj Stoxx 600 Bank
41,09
357
-1,08
83,60
=
▲
Lyxor Etf Leveraged Ftse Mib
17,06
1.304.835
4,98
82,38
▲
▲
Ishares Dj Stoxx 600 Insurance
23,98
38
6,39
77,10
▲
▲
Lyxor Etf Turkey
37,34
8.273
0,38
71,68
▲
=
Eurostoxx50
S&P Mib
Dax30
Ftse100
Cac40
Chiusura
Var. % 3mesi
Var. % 6mesi
Var. % 12mesi
2791
22831
5509
5024
3675
19,78
24,02
19,03
20,41
19,79
28,80
37,91
27,29
26,48
26,02
-2,15
-3,19
2,78
10,06
-0,54
USA - S&P 500
1100
I PEGGIORI A 1 MESE
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
Lyxor Etf Privex
3,07
8.278
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
-9,84
33,30
▼
=
Ishares Ftse Epra Uk Property
3,935
48.153
-7,90
30,08
▼
▲
Lyxor Etf Japan Topix
66,71
7.985
-6,80
5,86
▼
▼
Db X-Trackers Msci Japan
23,74
13.040
-6,72
6,41
▼
▼
Ishares Msci Japan Fund
6,515
235.785
-6,66
5,66
▼
▼
I PEGGIORI A 6 MESI
PREZZO €
VOLUMI
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
TREND BT
TREND MT
Lyxor Etf Xbear Ftse Mib
38,46
712.678
-5,97
-54,33
▼
▼
Db X-Trackers Dj Stoxx 600 Banks Short
32,62
30.435
0,62
-42,22
=
▼
Lyxor Etf Bear Ftse Mib
42,91
55.379
-2,76
-30,89
▼
▼
Db X-Trackers Dj Eurostoxx 50 Short
37,72
156.888
-1,44
-25,86
=
▼
Lxyor Etf Short Strategy Europe
92,25
1.299
-1,00
-23,38
▲
▼
TREND BT
TREND MT
I PIÙ SCAMBIATI /QUANTITÀ
PREZZO €
VOLUMI
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
Lyxor Etf Leveraged Ftse Mib
17,06
1.304.835
4,98
82,38
▲
▲
Ishares S&P 500 Index Fund
7,0075
765.141
-0,57
13,87
=
▲
Lyxor Etf Xbear Ftse Mib
38,46
712.678
-5,97
-54,33
▼
▼
Lyxor Etf Ftse Mib
22,755
478.675
2,61
33,27
▲
▲
Lyxor Etf Levdax
32,73
403.103
3,74
49,11
=
▲
I PIÙ SCAMBIATI /VALORE
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
Lyxor Etf Xbear Ftse Mib
38,46
35.599.070
-5,97
-54,33
▼
▼
Lyxor Etf Leveraged Ftse Mib
17,06
28.120.310
4,98
82,38
▲
▲
Lyxor Etf Levdax
32,73
16.921.570
3,74
49,11
=
▲
Lyxor Etf Ftse Mib
22,755
11.701.810
2,61
33,27
▲
▲
27,7
9.438.400
1,17
26,08
=
▲
Ishares Dj Euro Stoxx 50
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
1000
900
800
Mag 09
Giu
Dow Jones
S&P 500
Nasdaq
Russell 2000
Lug
Ago
Ott
Set
Chiusura
Var. % 3mesi
Var. % 6mesi
Var. % 12mesi
9488
1025
1662
580
15,31
15,77
16,28
19,65
20,36
24,53
27,61
32,07
-3,57
-1,55
18,73
-0,81
FAR EAST - Nikkei
1000
9500
8000
Mag 09
Giappone
Cina
Russia
Brasile
Ago
Set
Giu
Lug
Chiusura
Var. % 3mesi
Var. % 6mesi
Var. % 12mesi
9674
497
1227
61172
0,11
-0,24
35,65
23,20
9,41
42,46
66,96
41,21
-7,46
61,52
44,26
48,14
Ott
COMMODITY - Crb
270
240
I PIÙ ATTIVI /VALORE
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
Ishares Dj Stoxx 600 Insurance
23,98
300%
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
6,39
77,10
▲
▲
Ishares Dj Stoxx 600 Utility
62,42
293%
-0,48
25,14
=
▲
Ishares Dj Euro Stoxx
26,05
265%
0,73
36,46
=
▲
Powershares Dynamic Italy
6,465
262%
4,11
53,93
▲
▲
Ishares Dj Stoxx 600 Financial
37,91
242%
-0,73
32,41
▼
▲
210
Mag 09
Crb
Brent
Oro
Cacao
Giu
Lug
Ott
Set
Ago
Chiusura
Var. % 3mesi
Var. % 6mesi
Var. % 12mesi
253
70
1017
3001
6,70
10,38
10,29
30,80
14,12
38,49
16,97
16,25
-21,52
-19,49
18,16
31,23
Fonte: Bloomberg - dati aggiornati al 05/10/2009
Nelle tabelle sono riportati solamente gli Etf quotati sul segmento ETFplus di Borsa Italiana Spa. I dati sono elaborati su base quindicinale. Il trend indicato nelle ultime due colonne è dato dall’incrocio di due medie mobili. Per quella di breve periodo, l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 5 giorni perfora verso l'alto quella a 20 giorni mentre è
negativa ogni volta che la media a 5 giorni perfora verso il basso quella a 20 giorni. Per quello di medio termine l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 20
giorni perfora verso l'alto quella a 50 giorni mentre è negativa ogni volta che la media a 20 giorni perfora verso il basso quella a 50 giorni.
OSSERVATORIO ETF
Commento
agli Etf
Dalla Russia con furore. Nel corso delle ultime quattro
settimane è stata proprio la Borsa di Mosca a catalizzare l’attenzione degli investitori. Tra i tracker quotati sul
mercato Etfplus di Borsa Italiana la performance
migliore è stata messa a segno dal Lyxor Etf Russia
(+12,01%), seguita dal db X-Trackers Msci
Russia (+11,97%) e poi dal Market Access
Daxglobal Russia (+10,60%). A sei mesi i
principali rialzi sono stati registrati dal
Market Access Dj Turkey Titans 20 (+96,78%),
dall’Ishares Dj Stoxx 600 Bank (+83,60%) e dal Lyxor
Etf Leveraged Ftse Mib (+82,38%).
Penalizzati invece nell’ultimo mese di scambio il Lyxor
Etf Privex (-9,84%), l’Ishares Ftse Epra Uk Property (7,90%) e poi il Lyxor Etf Japan Topix (-6,80%). A sei
mesi le performance peggiori sono state conseguite dal
Lyxor Etf Xbear Ftse Mib (-54%), dal db X-Trackers Dj
Stoxx 600 Banks Short (-42,22%) e dal Lyxor Etf Bear
Ftse Mib (-30,89%). Tra gli Etf più
scambiati per quantità spicca il Lyxor
Etf Leveraged Ftse Mib con una media
giornaliera di 1,3 milioni di pezzi.
Seguono l’Ishares S&P 500 Index
con 765mila unità e poi il
Lyxor Etf Xbear Ftse
Mib con 712 mila pezzi.
Ai vertici degli scambi
per controvalore spicca il
Lyxor Etf Xbear Ftse Mib con una media di 35,59 milioni di euro. Seguono il Lyxor Etf Leveraged Ftse Mib con
scambi per 28,12 milioni di euro e poi il Lyxor Etf
Levdax con un controvalore medio per 16,92 milioni di
euro. Il maggiore incremento nei volumi di scambio è
stato messo a segno dall’Ishares Dj Stoxx 600 Insurance
(+300%). A ruota l’Ishares Dj Stoxx 600 Utility
(+297%) e poi l’Ishares Dj Euro Stoxx (+265%).
SCEGLI LA CHIAREZZA
E LA SEMPLICITÀ:
“LYXOR ETF EURO
CORPORATE BOND” (CRPE IM)
L’ETF “Lyxor ETF Euro Corporate Bond” (CRPE IM) consente di
superare le problematiche di un investimento diretto in obbligazioni
societarie che, tipicamente, possono essere caratterizzate da
accesso difficoltoso ai titoli, liquidità limitata, negoziazione costosa,
lotti minimi elevati, ecc....
L’ETF espone l’investitore ad un basket ottimizzato di obbligazioni
societarie in Euro, aggiornate trimestralmente, e selezionate in base a:
1) Elevato Rating (“investment grade”); 2) Alta capitalizzazione
(minimo Euro 750 Milioni); 3) Spiccata Liquidità.
Investimento minimo: 1 ETF (circa 100 Euro) - Costo totale (TER):
0,20% all’anno - Ampia diversificazione: 40 emittenti differenti Fondo armonizzato con patrimonio segregato per legge e non
aggredibile - Negoziazione su Borsa Italiana - Liquidità da Société
Générale, Abaxbank, Banca IMI e UniCredit
Nome: Lyxor ETF Euro Corporate Bond - Bloomberg: CRPE IM - Isin: FR0010737544
Richiedi gratuitamente
la documentazione
di tutti gli ETF di Lyxor a:
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(*) Lyxor è il 1° emittente di ETF in Italia in termini di Patrimonio (47,47%), Contratti (48,90%) e Controvalore (49,58%) (fonte: Borsa Italiana per l’anno 2008).
Questo è un messaggio pubblicitario e non costituisce sollecitazione, offerta, consulenza o raccomandazione all’investimento. Il valore dell’ETF può aumentare o diminuire nel corso del tempo e l’investitore potrebbe non essere in grado
di recuperare l’intero importo originariamente investito. Prima dell'adesione leggere attentamente il Prospetto Semplificato e Completo ed il Documento di Quotazione disponibili sul sito www.ETF.it e presso Société Générale, Listed Products,
via Olona 2, 20123 Milano.
La presente newsletter ETF News ha carattere puramente informativo e non rappresenta né un’offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione di acquisto o vendita di strumenti finanziari. Il Documento è stato preparato da Brown Editore S.p.A (l’editore) in completa autonomia e riflette quindi esclusivamente le opinioni e le valutazioni dell’Editore stesso. Il presente Documento è distribuito per posta elettronica a chi è iscritto ai servizi di newsletter di Finanza.com ed a chi ne ha fatto richiesta, è destinato al pubblico indistinto e non può essere riprodotto o pubblicato, nemmeno in una sua parte, senza la preventiva autorizzazione scritta di Brown Editore S.p.a. Qualsiasi
informazione, opinione, valutazione e previsione contenute nel presente Documento è stata ottenuta da fonti che gli Editori ritengono attendibili, ma della cui accuratezza e precisione l’editore non potrà essere ritenuto responsabile né possono assumersi responsabilità alcuna sulle conseguenze finanziarie, fiscali o di altra natura che potrebbero derivare dall’utilizzazione di tali informazioni.
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