politica | apparecchiano la tavola

Transcript

politica | apparecchiano la tavola
STEFANO MICOSSI - 14/12/2016 ore 16:04
POLITICA | APPARECCHIANO LA TAVOLA...
...alla vittoria di Grillo
Il nuovo governo nasce in un’atmosfera di surreale malinconia. È ancora il governo Renzi, ma senza
Renzi. I sui bracci destro (Lotti) e sinistro (Boschi) sono saldamente insediati a Palazzo Chigi, a quel che
si capisce per controllare che nulla si muova senza il consenso del capo vero (con probabile enfasi su
posti e poltrone, visto che di dossier di sostanza ne sono rimasti pochi da gestire). Gentiloni entra in
scena come cavaliere dimezzato – dignitoso, gentile, ma sempre dimezzato: non ha trovato il colpo di
reni per affermare un’impronta autonoma. Padoan intanto cerca di uscire dalla palude bancaria – ma
ora si vede che le procrastinazioni delle decisioni imposte da Renzi per rafforzare il consenso
nell’ordalia referendaria costeranno care, oltre che ai risparmiatori anche ai contribuenti. L’aumento
delle perdite sia nelle banche sotto il controllo dell’autorità di risoluzione bancaria sia in quelle ancora
in ristrutturazione dopo gli aumenti di capitale del 2014 e del 2015 mina la credibilità alle autorità di
vigilanza delle banche e del mercato.
Renzi, intanto, si aggira sul cumulo di macerie del suo partito con lo spadone ancora in mano, ma non
sa più bene contro chi sferrare il colpo. Il modello elettorale maggioritario e il monocameralismo, con il
quale molti (e tra loro anch’io) avevano sperato di poter finalmente rompere l’immobilismo che
attanaglia il nostro paese, e che costituivano la vera cifra dell’esperimento renziano, è morto. Con esso
muore anche, probabilmente, il disegno stesso del partito democratico (del resto mai ben digerito
nemmeno dalle diverse anime del PD). Renzi pensa a un blitzkrieg per prendere il controllo assoluto del
partito, ma se ci riesce finirà per spingere alla scissione i suoi oppositori interni. Con quel che gli resterà
di quel partito, va incontro a una sonora sconfitta alle prossime elezioni, quando che siano.
La sola carta per fermare l’avvento di Grillo e dei suoi incompetenti quanto vocianti seguaci al governo
resta una legge elettorale proporzionale che impedisca a chiunque di governare; se il parlamento non
fosse capace di farlo, e la Corte Costituzionale non trova il modo di togliere il tegame dal fuoco, non si
può neanche escludere che l’agonia della legislatura si prolunghi fino al 2018. Un altro bonus per Grillo,
che pur non avendo altro programma che lo sfascio economico del paese, può finire per stravincere per
la desolante pochezza dei suoi avversari.
Commenta la notizia sul sito InPiù