L`ultima trovata del governo: la “cultura” Rom nei
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L`ultima trovata del governo: la “cultura” Rom nei
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23.02.76 ANNO LXIII N.81 GIOVEDì 09.04.2015 SECOLODITALIA.IT EDITORIALE L’ultima trovata del governo: la “cultura” Rom nei programmi scolastici Poveri studenti! Non bastavano le innumerevoli “educazioni (alla corretta alimentazione, alla sicurezza stradale, alla legalità, alla solidarietà, alla sessualità – etero, omo, gender – e via elencando)” loro imposte da una malintesa modernità della scuola. No, non bastavano perché alla fine ce n’è sempre un inventore più alla moda capace di scovare l’ultima tendenza del politically correct e di elevarla immediatamente al rango di materia di studio. E così ora è il turno di «uno spazio dedicato alle minoranze, per allontanare l’idea che gli “zingari” sono solo quelli che rubano, che portano via i bambini e che fanno accattonaggio». di Lando Chiarini Un’idea a dir poco luminosa, per altro non partorita da un docente o ad un dirigente ministeriale qualsiasi ma nientepopodimeno che dalla consigliera di Renzi in materia di Pari opportunità, Giovanna Martelli, che l’ha snocciolata in occasione della Giornata internazionale dei Rom. Vista la fonte, si può star tranquilli che la “luminosa idea” passerà col risultato di assottigliare ulteriormente quel che resta dei programmi tradizionali a vantaggio di quelli “moderni”. Basterà tagliare un altro “pezzo” della Gerusalemme liberata o eliminare dai programmi di storia la Rivoluzione francese e sostituirli con nozioni sugli usi e consumi dei Rom per incassare l’orgogliosa certezza di aver innaffiato a dovere la democratica coscienza dei cittadini di domani. Che, poi, tutto questo, nella competizione ormai globale fra saperi, servirà a poco o a niente, è solo un trascurabile dettaglio. Vuoi mettere l’impatto formativo di un moderno flash mob pro-ambiente con la vecchia Festa degli Alberi? Oppure vogliamo confrontare una dotta lezione sul rispetto delle minoranze (etniche, sessuali, religiose) con il solito canto della Divina Commedia o della triste poesia di un Leopardi? Suvvia, sarebbe come voler far gareggiare in velocità una biga romana con una Ferrari. PRIMO PIANO LAURA BOLDRINI E IL PD: «METTETEVELO IN TESTA, I ROM NON SONO UN PROBLEMA» di Francesco Signoretta 2 Basta dire che i rom devono avere gli stessi diritti ma soprattutto gli stessi doveri degli italiani per essere messo davanti a un plotone di esecuzione formato dagli esponenti del Pd, da Laura Boldrini e dalle anime buone della sinistra. Basta dire... SERENI, LANZILLOTTA O FEDELI AL POSTO DI DELRIO. AQUILANTI SEGRETARIO GENERALE di Domenico Labra 3 Per la corsa alla poltrona di sottosegretario alla presidenza la Boschi e Lotti, i due più fedeli arcieri di messer Matteo, sembra siano stati accantonati: non sarà uno di loro il prescelto. Le terga sulla poltrona lasciata libera dal buon Graziano... MARINE LE PEN ALLA ROTTURA DEFINITIVA CON JEAN-MARIE: «VUOLE NUOCERMI» di Viola Longo 6 Marine e Jean-Marie Le Pen sono arrivati alle battute finali, tanto che la presidente del Front National ha annunciato che si opporrà alla candidatura del padre alla presidenza della Regione Paca, Provenza-Alpi-Costa Azzurra, dove... 2 LAURA BOLDRINI E IL PD: «METTETEVELO IN TESTA, I ROM NON SONO UN PROBLEMA» di Francesco Signoretta Basta dire che i rom devono avere gli stessi diritti ma soprattutto gli stessi doveri degli italiani per essere messo davanti a un plotone di esecuzione formato dagli esponenti del Pd, da Laura Boldrini e dalle anime buone della sinistra. Basta dire che i campi rom non esistono in quasi nessuna parte d’Europa e che – un po’ pittorescamente – devono essere rasi al suolo per ritrovarsi sulle spalle l’accusa di essere intollerante. E il primo a finire impiccato è Matteo Salvini, seguito a ruota da tutti gli esponenti del centrodestra che hanno condotto le battaglie denunciando i reati commessi dai nomadi. La Boldrini spara a zero: «I rom in Italia sono circa 160mila, di cui la metà sono italiani e quindi non possono rappresentare un problema». Già, per la Boldrini non sono un problema, per chi vive nelle città sì. E quei residenti che si trovano a stretto contatto con un campo rom e che protestano non possono essere considerati volgari razzisti. Poi arriva la fucilata di Edoardo Patriarca, deputato del Pd. LA NOTIZIA HOLLYWOOD A ROMA? LA CITTÀ RINGRAZIA: FA PIÙ IL CINEMA CHE IL COMUNE… di Priscilla Del Ninno Parlare sui rom, dice, è «qualunquismo da quattro soldi». E aggiunge: «Diamo una seria alternativa ai nomadi e si vedrà che non ci sarà bisogno di buttare giù alcunché». Per Patriarca, però, sembra che sia tutta colpa di Salvini che – secondo quanto dice il deputato Pd – deve periodicamente trovare un nemico, e questa volta lo trova nei Rom e nei Sinti. Un altro pronto a fare il giustiziere è Khalid Chaouki (Pd): «La sterile e ridicola propaganda di Salvini – sostiene – non hanno certo contribuito a risolvere un problema che ormai si trascina da anni. Alzare i toni e alimentare un clima di odio e intolleranza serve solo a nascondere le colpe dei veri responsabili». Qualcuno dovrebbe chiedergli com’è potuto accadere che alle primarie del Pd c’erano tanti nomadi in fila per votare. Un caso? La risposta è fin troppo facile. MATTEO SALVINI: «SULLA MIA VITA PRIVATA NON METTETE BECCO. GIUDICATE LE IDEE» di Fulvio Carro Basta con il gossip. La foto del bacio con Elisa Isoardi, i commenti sulla loro love story, le ironie vanno rispedite al mittente. «Un conto sono le battaglie politiche su cui vanno giudicate le persone, un conto il resto – dice Matteo Salvini, rispondendo a un’ascoltatrice di Radio Padania – Per quanto riguarda la vita privata non è compito mio né della signora metterci becco». Del resto sono tutte notizie che alcuni giornali “sparano” anche per distogliere l’attenzione dagli obiettivi reali del leader leghista: «I sondaggi lo dimostrano, siamo arrivati a soglie impensabili, ma non mi accontento di crescere, voglio vincere in Toscana, Veneto, Liguria… voglio che le idee della Lega arrivino a sostituire quelle “farlocche” di Renzi e di Alfano». GIOVEDì 09.04.2015 «Stiamo vivendo la rivolta della gente perbene», aggiunge Matteo Salvini, sempre a Radio Padania. E invita gli ascoltatori a scaricare dal sito dell’iniziativa il modulo «per chiedere asilo politico e rinunciare alla cittadinanza italiana, visto che il governo Renzi ci discrimina. Non si possono regalare 1000 euro a testa a chi sbarca e darne 280 agli italiani che sono invalidi veri». Il bacio tenero ma casto tra Matteo Salvini ed Elisa Isoardi è stato immortalato sulla co- pertina di Chi. La conduttrice di A conti fatti su Raiuno e il leader leghista formano una coppia ormai da diverso tempo, come la stessa ex modella ha raccontato in un’intervista rilasciata lo scorso febbraio allo stesso settimanale. Alla domanda se l’altezza (un metro e ottanta) le creasse problemi con i fidanzati la Isoardi ha risposto di no e che il “suo” Matteo Salvini è più alto e magro di come appare in tv. Poi, ha aggiunto, «di un uomo guardo il cervello». Hollywood torna ad affacciarsi sulle rive del Tevere: e i cittadini romani ringraziano. Non già per cinefilia o spirito imprendtoriale, ma perché le major di turno, pur di girare in condizioni ottimali, arrivano persino a ottemperare a tutte le mancanze dell’amministrazione capitolina e, per esempio, a lastricare il manto stradale di una delle zone di Roma che, è notorio, è una buca a cielo aperto. E infatti, mentre Cleopatra, il kolossal del 1963 considerato la pellicola più costosa della storia, fece scalpore anche per la love story tra Richard Burton ed Elizabeth Taylor, l’unico gossip sull’ultimo 007 riguarda l’incidente capitato a Daniel Craig, che «ha sbattuto la testa mentre guidava la sua Aston Martin, “courtesy of” una delle buche delle strade romane». Non solo: nel caso degli ultimi ciak del nuovo 007, una letteratura popolare tempestivamente accreditata racconta persino che la produzione a stelle e strisce del kolossal americano avrebbe addirittura pensato di risarcire con un “bonus disturbo” i residenti di un quartiere della capitale interessato dalle riprese notturne. Ma quando mai un abitante della città eterna si è visto accudire e coccolare in questo modo dal Campidoglio? Dunque, grazie ai benefici fiscali per le produzioni straniere, le major tornano a girare in Italia e a rinverdire gli antichi fasti spettacolari dell’epoca dei calzari girati a Cinecittà, con un vantaggio recirpoco: le produzioni d’oltreoceano in trasferta nel Bel Paese risparmiano, e le location cittadine interessate dalle riprese ringraziano per la boccata d’ossigeno che spesso il cinema torna a dispensare, e non solo in termini di visibilità sociale e riscontro culturale. A scriverlo, allora, è soprattutto il New York Times, in un articolo in evidenza sulla prima pagina del quotidiano statunitense. Lo scorso anno, riporta il Nyt citando dati del ministero della Cultura, «l’Italia ha incassato 167 milioni di euro da 53 film stranieri girati nella Penisola», tornata ad essere nuovamente competiva. Il riferimento è al Tax Credit cinematografico dedicato ai progetti stranieri, che garantisce un beneficio pari al 25% di quanto speso in Italia. 3 GIOVEDì 09.04.2015 SERENI, LANZILLOTTA O FEDELI AL POSTO DI DELRIO. AQUILANTI SEGRETARIO GENERALE di Domenico Labra Per la corsa alla poltrona di sottosegretario alla presidenza la Boschi e Lotti, i due più fedeli arcieri di messer Matteo, sembra siano stati accantonati: non sarà uno di loro il prescelto. Le terga sulla poltrona lasciata libera dal buon Graziano Delrio saranno però sicuramente rosa. E daranno il via ad altre nomine. Mentre il segretario generale sarà una mezza sorpresa. La scelta di Renzi dovrebbe cadere su una tra Marina Sereni, Linda Lanzillotta e Valeria Fedeli, tre attuali vicepresidenti di Camera e Senato. Così pare abbia già deciso Matteuccio, ansioso di non far entrare in competizione i due suoi più stretti collaboratori. Più attenzione per il segretario generale. Molto meglio lasciare ciascuno dei due dove sta, e scegliere altrove il nuovo sottosegretario. Tra donne, il che non guasta, e svuotandone un po’ la figura e il ruolo rispetto a Delrio. Ma anzitutto chiamando alla guida del Palazzo un nuovo segretario generale di comprovata abilità e fiducia. I bene informati hanno infatti fatto sapere (ne parla am- piamente il sito Dagospia) che mai più, Matteo, “farà l’errore clamoroso di inizio governo, quando ha lasciato a Delrio mano completamente libera nello scegliere il segretario generale di palazzo Chigi. Lo sventurato scelse tale Bonaretti Mauro da Reggio Emilia, esperto forse come city manager di un comune emiliano, ma inesperto nella gestione pratica del palazzo più rognoso d’Italia. Un marziano goffo nei palazzi romani, che trasloca oggi a Porta Pia senza lasciare il minimo rimpianto”. In arrivo a piazza Colonna ci sarebbe perciò uno di cui Renzi si fida. Uno che arriva dal ministero di madonna Boschi: Paolo Aquilanti, capo del dipartimento dei rapporti con il Parlamento. E’ un funzionario della commissione Affari Costituzionali del Senato in distacco alla presidenza del Consiglio, ha 55 anni. Più volte è stato citato da Dagospia come l’eminenza tecnica delle riforme genziane. A partire dall’Espositum e dai meccanismi con cui Matteuccio ha sbaragliato migliaia di emendamenti dell’opposizione a colpi di regolamento. concreti degli italiani». «Se Renzi – ha concluso – vuole essere un presidente del Consiglio serio, invece di sbracciarsi per discutere la prossima settimana in aula una cosa come la legge elettorale, che serve solo a risolvere i problemi dei partiti con le minoranze interne, sostenga la proposta di Fratelli d’Italia di portare immediatamente in Parlamento l’abolizione dell’Imu agricola». Dopo la chiarezza di Giorgia Meloni arriva un’altro giudizio che definire severo è rire poco sul Def. Non usa perifrasi nel suo giudizio anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: «È un’assoluta porcheria perché le tasse sono aumentate. Hanno dato 80 euro ai cittadini per poi ritrovarci che lo stesso giorno, lo stesso governo ha aumentato l’Iva e si è inventato una nuova tassa che é la Tasi. Nel concreto la somma di questi due aumenti vale molto, molto di più degli 80 euro dati». Ancora: «Le tasse sono aumentate e si taglia ai comuni e agli enti pubblici: prova ne sia che anche in Regione Veneto c’è una proposta di tagli nella sanità da 240 milioni di euro. Da un lato ci dicono che siamo i migliori in Italia, dall’altro ci tagliano le risorse». GIORGIA MELONI: «SUL DEF RENZI SI CONFERMA FIGLIO DI VANNA MARCHI» di Augusta Cesari Ancora “scintille” sul Documento di Economia e Finanza, bocciato da sindaci “amici” di Renzi, come Fassino e Chiamparino e smascherato dalle opposizioni come la solita trovata mediatica del premier che rigira il “lavoro sporco” di aumentare le tasse agli enti locali. «Con il Def, Renzi si conferma il figlio segreto di Vanna Marchi. Il presidente del Consiglio vada a spiegare che questo governo non ha messo nuove tasse agli agricoltori, alle partite Iva e ai cittadini ai quali sono stati tassati i fondi della previdenza integrativa e il Tfr». Il giudizio è della presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a Bari, a margine della presentazione della proposta di legge per abolire l’Imu agricola. Efficace il paragone con la regina delle televendite taroccate evocato dalla Meloni. Non è la prima volta che la leader di FdI usa questa similitudine, direttamente proporzionale, del resto, ai bluff che Renzi di far passare, prendendo in giro tutti: «Il governo Renzi si conferma un governo di cantastorie: bravissimi a vendere le pentole ma non a risolvere i problemi 4 GIOVEDì 09.04.2015 MARINE LE PEN ALLA ROTTURA DEFINITIVA CON JEAN-MARIE: «VUOLE NUOCERMI» di Viola Longo Marine e Jean-Marie Le Pen sono arrivati alle battute finali, tanto che la presidente del Front National ha annunciato che si opporrà alla candidatura del padre alla presidenza della Regione Paca, Provenza-Alpi-Costa Azzurra, dove si vota a dicembre. La notizia è stata anticipata dalla Bfm tv, ma poi confermata da un comunicato ufficiale che la stessa Marine Le Pen ha postato sul suo profilo Twitter, dove ha annun- ciato anche «con profonda tristezza» la volontà di riunire rapidamente l’ufficio politico del partito. La riunione si terrà il 17 aprile, con la precisa intenzione di sbarrare la strada al decano e fondatore del Fn. Secondo Marine, il padre «è entrato in una spirale compresa fra la strategia di fare terra bruciata e il suicidio politico. Il Front national – ha proseguito – non vuole essere preso in ostaggio dalle sue volgari provocazioni». «È una crisi senza precedenti, il suo obiettivo è nuocermi», ha aggiunto poi la presidente del Fn. E di «rottura finale e definitiva» ha parlato, anche lui su Twitter, il vicepresidente del Fn, Florian Philippot. «Verranno prese delle decisioni», ha aggiunto Philippot. La presa di posizione di Marine, giunta dopo una lunga serie di dissapori, è stata provocata da un’ultima intervista al giornale di estrema destra Rivarol in cui il padre ha difeso il mare- sciallo Petain, che fu il capo della Francia collaborazionista durante la Seconda guerra mondiale. In precedenza, l’anziano fondatore del Fn, che oggi, a 86 anni, è presidente onorario del partito, aveva definito «un dettaglio della storia» le camere a gas. «Madame Le Pen deve porsi la questione di sapere se quello che fa è utile agli interessi che pretende di servire», è stato il commento a caldo di Jean-Marie, ai microfoni della radio Rtl. L’ISIS “CHIAMA” I JIHADISTI TUNISINI. DECINE DI ARRESTI IN SPAGNA E TURCHIA di Valeria Gelsi Un appello ai jihadisti tunisi a unirsi ai combattimenti in Libia, per poi «liberare la Tunisia dai tiranni». È il contenuto di un nuovo video divulgato dall’Isis. Il filmato, che dura quasi tre minuti, comprende immagini dell’attacco all’ambasciata iraniana a Tripoli del febbraio scorso. Intanto, sia dall’Europa sia dalla Turchia arrivano notizie di decine di fiancheggiatori e foreign fighters pronti ad agire per il Califfato. Sono dieci i sospetti terroristi fermati dalla polizia spagnola in Catalogna, nel nordest del Paese, per presunti legami con attività jihadiste e con l’Isis. Le autorità hanno reso noto che gli arresti sono avvenuti in cinque città della regione, incluso il capoluogo Barcellona. Circa 360 agenti della polizia regionale hanno preso parte a 13 perquisizioni in una delle più grandi operazioni nella regione contro il terrorismo islamico. L’esercito turco, poi, ha reso noto che negli ultimi giorni ha fermato decine di persone sul confine con la Siria, mentre cercavano di raggiungere il gruppo armato dell’Isis. Fra gli arrestati vi sono numerosi stranieri, fra i quali un uomo con passaporto svizzero e 15 cittadini cinesi. Le autorità turche hanno inoltre espulso due persone con passaporto russo, anche loro fermate al confine. Le operazioni di controllo del confine da parte della Turchia hanno trovato un nuovo slancio negli ultimi mesi, dopo che l’Occidente aveva accusato Ankara di tollerare il passaggio di “autostrade della jihad” sul proprio territorio. GIOVEDì 09.04.2015 PD ALLA FRUTTA: BIGLIETTO EXPO IN CAMBIO DELLA TESSERA. ED È PUTIFERIO, DI RISATE 5 di Corrado Vitale Il Pd è proprio arrivato alla frutta: per raccattere iscritti, i dirigenti milanesi dei democrat hanno avuto la bella idea di offrire un biglietto dell’Expo ai nuovi iscritti. Paghi uno e prendi due: sembra di rivedere il vecchio spot pubblicitario del detersivo Dash interpretato negli anni Sessanta e Settanta dall’indimenticabile Mike Bongiorno. E poi dicono che, con il nuovo corso renziano, il Pd non è più il partito delle tessere. Marketing politico, diranno i tanti politologi al seguito del fiorino magico. In realtà si tratta dell’ennesima puntata, la più grottesca, della crisi del partito principale della sinistra. Tant’è che nel resto del mondo politico si moltiplicano le reazioni divertite. E scoppia l’ennesimo putiferio, questa volta di risate. Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale mette in risalto l’aspetto miseramente grottesco dell’iniziativa piddina. “Una tessera del Pd per visitare l’Expo: il Partito Democratico di Milano sembra afflitto da una pericolosa tendenza assolutistica, simile a quella di Re Sole quando diceva Lo Stato sono io . Sfiorano il ridicolo: cosa non si fa per raccattare qualche tessera in più. Se è una strategia di marketing politico, consigliamo di cambiare consulenti”. Una simile, ghiotta occasione non se la poteva far scappare Beppe Grillo: “Il Pd ha perso 400.000 iscritti in un anno, gliene sono rimasti 100.000. Per promuovere il tesseramento hanno avuto un’idea geniale: compra la tessera Pd e ti diamo il biglietto per entrare gratis a Expo. Due pacchi al prezzo di uno”. Il leader pentastellato ricorda che il Pd è l’unico partito a Milano ad essere rivenditore ufficiale dei biglietti per Expo 2015. “Venghino siori venghino! Dopo il successo strepitoso dell’abbinata tessera Pd – Unità (fallita), ora arriva tes- sera Pd – Expo. La sfiga ci vede bene, il Pd ancora meglio”. Chi non ha voglia di scherzare è Sel, che presenterà una interrogazione parlamentare. Lo annuncia il deputato Franco Bordo. “Al di là dell’opportunità che un partito di governo si inventi una promozione di vendita per incentivare l’iscrizione al partito, al posto di puntare sulla propria proposta politica e programmatica, ho verificato che questa iniziativa contravviene a molti dei punti contrattuali e regolamentari che disciplinano l’attività di vendita dei biglietti dell’Esposizione Universale di Milano e l’utilizzo del logo Expo 2015. Al governo, membro della Società Expo, chiediamo – conclude Bordo – di verificare la legittimità di questa iniziativa e la sua eventuale sospensione”. Ironizza anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. “L’offerta promozionale del Pd di Milano che regala un buono sconto per entrare all’Expo ai giovani che prendono la tessera del Pd mi pare coerente con il decadimento di quel partito, che non ha più niente di sinistra: a quando il tre per due?”. ciato a Renzi da “Area Riformista”, corrente guidata dal capogruppo Roberto Speranza. Il documento non cerca di nascondere e neppure di minimizzare le tensioni interne. Anzi, a chiare lettere dice che «all’orizzonte si profila un altro, enorme rischio: una frattura dentro il Pd». È un pericolo reale che rischia di rendere impraticabile il già accidentato percosso riformatore. Il tono conciliativo del documento non impedisce di riscontravi propositi bellicosi. «Nessuno di noi – scrivono infatti i parlamentari di Area Riformista – vuole veti, ricatti, ultimatum come pure siamo convinti che la parola scissione non debba far parte del vocabolario del Pd. Questa rottura non possiamo permettercela. Riflettiamo. Però attenzione, perché le riforme devono poggiarsi su un terreno largo. E questo terreno si è già ristretto. È solo la maggioranza a fare le riforme. E se anche un pezzo del Pd non ci sta, rendiamo quel disegno essenziale più debole e non più forte». Speranza e i suoi vogliono riaprire la partita sulla legge elettorale facendo leva sul punto più controverso (ed impopolare) del testo, quello delle liste bloccate che – con l’unica eccezione del partito che si aggiudicherebbe il premio di maggioranza – riempirebbe la Camera di deputati nominati. È un punto che Renzi ritiene ormai accattato ma che la minoranza interna giudica evidentemente utile a scompaginare i piani del premier: «È per noi prioritaria – è scritto infatti nel documento – l’esigenza di ridurre il numero dei nominati tra i partiti che non prendono il premio di maggioranza». Tocca ora a Renzi fare in modo che la patata bollente dell’Italicum non si si trasformi nella polpetta avvelenata di una scissione nel Pd. ITALICUM, LA MINORANZA INTERNA VUOLE MODIFICHE. PD A RISCHIO SCISSIONE di Giacomo Fabi Se la spina nel fianco di Berlusconi ha il faccione da eterno ragazzo di Raffaele Fitto, l’incubo di Renzi si chiama Italicum, la nuova legge elettorale che a breve dovrebbe trovare la definitiva approvazione alla Camera. Almeno nelle intenzioni del premier. Che non corrispondono, tuttavia, a quelle dell’intero Pd. Anzi, più si avvicina il voto finale e più crescono i distinguo e la tentazione di regolare una volta per tutte i conti interni. Che il vaso stia lì per lì per traboccare lo conferma indirettamente l’appello («Non dividiamo il Pd») lan- 6 HILLARY CLINTON DIFENDE LE FEMMINISTE, LA CINA LA STRONCA: “FATTI GLI AFFARI TUOI” GIOVEDì 09.04.2015 di Giorgio Sigona La Cina ha respinto le critiche che le sono state rivolte dall’ exsegretario di Stato americano Hillary Clinton per la detenzione di cinque femministe. Una portavoce del ministero di Pechino ha sostenuto in un breifing per la stampa che si tratta di “problemi interni” della Cina. «La Cina – ha detto la portavoce, Hua Chunying – è uno Stato di diritto. I dipartimenti interessati si occuperanno di questi casi seguendo la legge». Clinton ha fermato in un messaggio su twitter che «la detenzione delle attiviste in Cina deve finire, è un fatto imperdonabile». Le cinque donne sono state arrestate poco prima dell’ 8 marzo, la giornata internazionale della donna, per la quale avevano in programma iniziative di propa- ganda contro la violenza sessuale. La liberazione delle attiviste, accusate di aver «sollevato polemiche e disturbato l’ordine pubblico», erano state chieste anche dalla Gran Bretagna e dall’ambasciatrice Usa all’Onu Samantah Power. Le attiviste arrestate sono Wei Tingting, Li Tingting, Wang Man, Zheng Churan e Wu Rongrong e sono molto conosciute in Cina dove hanno fondato un gruppo per la difesa dei diritti delle donne. Se condannate rischiano fino a tre anni di prigione. Ma c’è di più: l’azione della polizia contro le femministe si inserisce in una «stretta» che ha coinvolto tutte le organizzazioni sociali indipendenti. PROF TURCA NEI GUAI PER UN PUPAZZO DI NEVE: È UN “NUDO DI DONNA”, INDAGATA di Liliana Giobbi zione ha annunciato l’avvio di una inchiesta senza precisare, sottolinea Hurriyet online, quali siano i «valori sociali» che la insegnante avrebbe offeso. L’opposizione denuncia la crescente islamizzazione del paese sotto il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan, in particolare nella scuola pubblica. L’inchiesta aperta contro l’insegnante di Karanmarmaras, Cilem Sakine Coskun, interviene mentre sono ancora in corso forti polemiche dopo la morte di un altro docente, Halil Serkan Oz, ritenuto un ottimo professore, stroncato Editore SECOLO D’ITALIA SRL Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Ugo Lisi (Vicepresidente) Antonio Giordano (AD) Italo Bocchino Antonio Tisci Una insegnante di educazione fisica turca si trova indagata per presunta «violazione dei valori sociali». L’accusa: ha posato per una foto con i propri allievi accanto ad un pupazzo di neve che rappresentava una donna «nuda», con dei sassolini neri al posto dei capezzoli e dell’ombelico, riferisce la stampa di Ankara. Il pupazzo di neve era appena stato realizzato dai ragazzi della scuola superiore Nurhak Anadolu di Kahramanmaras. Il ministero della Pubblica istru- Fondatore Franz Turchi Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23.02.76 da un infarto dopo essere stato aggredito verbalmente dal governatore della provincia di Yalova, che gli rimproverava di vestirsi in modo casual e di portare barba e capelli lunghi. Le due vicende, ha accusato il sindacato della scuola Egitim- Sen, «sono manifestazioni dello stesso oscurantismo». Non solo il pupazzo di neve. C’è un’altra polemica, sempre in Turchia, e riguarda Internet. «Censura gigantesca», «democrazia dimezzata»: la stampa indipendente turca si scaglia contro il blocco di Twitter, Face- book e Youtube, e le minacce a Google, scattati per ordine della procura di Istanbul. L’accesso alle tre reti sociali è stato bloccato per costringerle a oscurare siti e account che riproducevano la fotografia di un procuratore preso in ostaggio minacciato con una pistola alla tempia dai suoi due sequestratori. Google è stato minacciato a sua volta di oscuramento se non blocca i siti che riprendono la foto. Le tre reti sociali si sono piegate e sono ridiventate raggiungibili dopo alcune ore in Turchia. Direttore Editoriale Italo Bocchino Redazione via della Scrofa 39 - 00186 Roma 06 68817503 [email protected] Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Vicecaporedattore Francesco Signoretta Amministrazione via della Scrofa 39 - 00186 Roma 06 68817503 [email protected] Abbonamenti via della Scrofa 39 - 00186 Roma 06 68817503 [email protected]