ncd a un bivio: o lascia il governo o finisce per
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ncd a un bivio: o lascia il governo o finisce per
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23.02.76 anno lXiii n.78 sabato 04.04.2015 seColoditalia.it EDITORIALE ncd a un bivio: o lascia il governo o finisce per suicidarsi nel pd Tertium non datur, per il partito di Alfano è giunto il momento della scelta: o di qua o di là. Le scadenze elettorali si avvicinano, i sondaggi non promettono nulla di buono, il malcontento interno aumenta, le voci dissidenti si moltiplicano e già si è verificata l’emorragia di esponenti Ncd in varie parti d’Italia. Se la scelta è quella di rimanere al governo si rischia grosso, perché si finisce nella rete del Pd dalla quale sarà impossibile uscire prima della campagna elettorale. In sostanza, un partito che nel nome ha la parola “centrodestra” diventa parte integrante della sinistra Se invece la scelta è quella di abbandonare il go- di Francesco Signoretta verno, non si può aspettare altro tempo, anche per una questione di credibilità (e di dignità, visto come Alfano è stato trattato da Renzi nella vicenda delle dimissioni di Lupi). Stare al governo – ha detto Gaetano Quagliariello in un’intervista al Corriere della Sera – è una «grande difficoltà» perché Renzi «non conosce neanche lontanamente la logica del governare in coalizione». E lui, da coordinatore Ncd, preferisce «lavorare alla ricostruzione del centrodestra». Malumori anche sull’aut aut al ministero destinato sempre al partito di Alfano: «Ci è stata fatta la richiesta di una donna. Ma quando è uscita la Mogherini è entrato Gentiloni, che mi pare sia un uomo…». È quindi ancor più urgente scegliere: «Se il Nuovo centrodestra – ha commentato Renato Brunetta, presidente dei deputati azzurri – farà la costola di Renzi, deciderà del proprio suicidio. Noi abbiamo un altro progetto: un grande centrodestra vincente con due forze fondamentali come Forza Italia e Lega». Dure anche le parole di Nunzia De Girolamo, ex ministro Ncd: «È Renzi che chiede la mia testa. Forse perché non sono disposta a farmi mettere il guinzaglio». PRIMO PIANO Coop rosse e Clan: le strana storia di lorenZo diana, iCona dell’antiMafia di Francesca De Ambra 2 Roberto Saviano ne parla così a pagina 223 di Gomorra: «Lorenzo Diana è uno di quei politici che ha deciso di mostrare la complessità del potere casalese e non di denunciare genericamente dei criminali. È nato a San Cipriano d’Aversa... 3 6 sondaggi: renZi perde terreno Ma il Centrodestra diviso gli fa un bel regalo Mafia Capitale, i ruMors si diffondono: Zingaretti si diMette? forse l’8 aprile… Sempre più significativi i sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani. Battuta d’arresto del Pd, che perde mezzo punto rispetto alla scorsa settimana, mentre si registrano lievi variazioni per le altre forze maggiori. Più significativo il dato sull’affluenza... «I molteplici rumori di fondo alla Pisana sono arrivati ai pronostici sulla data delle dimissioni di Zingaretti dalla Presidenza della Giunta Regionale. La data più gettonata è quella dell’8 aprile: i bombardamenti giudiziari su Mafia Capi... di Francesco Signoretta di Gabriele Alberti 2 COOP ROSSE E CLAN: LE STRANA STORIA DI LORENZO DIANA, ICONA DELL’ANTIMAFIA di Francesca De Ambra Roberto Saviano ne parla così a pagina 223 di Gomorra: «Lorenzo Diana è uno di quei politici che ha deciso di mostrare la complessità del potere casalese e non di denunciare genericamente dei criminali. È nato a San Cipriano d’Aversa, ha vissuto osservando da vicino l’emergere del potere di Bardellino e di Sandokan, le faide, i massacri, gli affari. Può, più di ogni altro, raccontare quel potere, e i clan temono la sua conoscenza e la sua memoria». Fin qui Saviano. Tutt’altro spaccato lascia intravedere in queste ore Il Mattino di Napoli nel dare conto dell’inchiesta sui rapporti tra Coop rosse e camorra per la metanizzazione nel Casertano. Leggiamolo: «Vicende torbide, in cui Iovine (Antonio, detto o’ Ninno, ex-boss, oggi collaboratore di giustizia, ndr) cala anche l’ex senatore Lorenzo Diana, paladino della lotta anticamorra in Campania». Ed ecco cosa il giornale partenopeo virgoletta delle parole di Iovine: «Io personalmente e lo Zagaria (boss non pentito, mente imprenditoriale della camorra casalese, ndr) trovammo un’intesa con il Reccia (sindaco di San Cipriano ndr) e il senatore Diana». Negli anni ’80 Lorenzo Diana è stato assessore con Bardellino Si tratta, ovviamente, di dichiarazioni tutte da verificare e lo stesso Diana, dal 1994 sotto scorta ed oggi presidente del Centro Agro Alimentare di Napoli (CaaN) per volontà di Luigi de Magistris – a risarcimento della mancata elezione alle regionali nelle liste dell’Italia dei Valori – non è indagato. La questione, infatti, non è penale ma rappresentativa di un certo mondo dell’antimafia di professione, cui Diana appartiene. Pochi sanno, ad esempio, che negli anni ’80 l’ex-segretario della commissione Antimafia è stato assessore della sua città avendo come collega Ernesto Bardellino, fratello di Antonio, il supercamorrista che in quegli stessi anni guidava con Carmine Alfieri e Lorenzo Nuvoletta il cartello della Nuova Famiglia in opposizione alla Nco di Raffaele Cutolo. In quella stessa giunta sedeva anche un altro Diana, Franco, alias Francuccio o’ boxer, anch’egli affiliato, ucciso in carcere da un suo collega di malavita. Successivamene, Diana lo troviamo intento a difendere Giovangiuseppe Palumbo, sindaco Pds di Pignataro Maggiore, sempre in provincia di Caserta, imparentato tramite la moglie a Vincenzo Lubrano, condannato all’ergastolo quale mandante dell’omicidio del fratello del giudice Imposimato. Il sindaco Pa- ramente l’esperienza per farlo. Per chi fa politica fare il ministro non è un orpello, significa provare a rendere concrete le proprie idee», ha detto Dorina Bianchi a Repubblica. Esponente di Area popolare (UdcNcd) è – e si sente – in corsa per assumere il ruolo di mini- stro per gli Affari regionali in quota alfaniana. «Evidentemente – spiega Dorina Bianchi – ci sono ancora delle cose da mettere a posto. Poi inizierà un confronto all’interno del partito su chi ci deve andare. Ma con un punto fermo: noi siamo al governo per portare avanti le SABATO 04.04.2015 lumbo, definito in un’informativa dei Carabinieri “testa di cuoio dei clan”, viene destituito d’autorità in seguito ad un’interrogazione parlamentare di An. E non è finita: il 14 giugno del ’97, Diana e consorte fanno da testimoni di nozze a tale Paolo Iorio, il cui papà, Gaetano, risulta condannato nell’ambito del processo Spartacus per associazione mafiosa. E qui s’innesta una vicenda singolare perché l’abitazione di Iorio risulta l’unica non acquisita al patrimonio pubblico a causa – scrive in un’interrogazione presentata nell’ottobre del 2007 l’allora senatore forzista Emiddio Novi – «dell’inesatta individuazione catastale del bene confiscato e dalla altrettanto anomala destinazione dello stesso “ad uso abitativo” operata da parte della Direzione centrale del Demanio di Roma». Anche qui si tratta di atti politici o di scelte personali privi di rilevanza penale. Tuttavia poco idonei a giustificarne la fama di paladino della legalità culminata nel 2008 con l’attribuzione del premio Borsellino. Anzi, alla luce di questi episodi e a distanza di qualche anno, sono le parole di Saviano ad assumere il sapore di un’involontaria ironia: l’emergere del potere casalese, Diana, lo ha visto veramente «da vicino». Forse anche troppo. DORINA BIANCHI VUOL FARE LA “MINISTRA”. LO SCHIAFFO A LUPI? DIMENTICATO di Liliana Giobbi Non importa se Matteo Renzi ha trattato l’Ncd come uno straccio, dopo le dimissioni di Maurizio Lupi. Non importa se uno dei maggiori ministeri che avevano gli alfaniani sia scomparso nel nulla e messo nelle mani di un fidatissimo del premier. Lei, Dorina Bianchi, si guarda allo specchio e spera di diventare ministro. O ministra, così da accontentare il linguaggio che piace tanto alla Boldrini. Non è un dicastero di peso come quello alle Infrastrutture, che ha visto la decapitazione politica di Lupi da parte degli alleati. Ma tutto fa brodo: «Io molto serenamente faccio il vicecapogruppo alla Camera. Detto questo sono al servizio del partito, se Alfano pensa che possa dare il mio contributo al governo ho sicu- riforme e non ne vogliamo uscire. Nessuno di noi sta sgomitando – assicura comunque la Bianchi – Gaetano Quagliariello è sicuramente il più indicato per ricoprire il ruolo di ministro»- SABATO 04.04.2015 L’ULTIMATUM DI FITTO: QUESTE LE MIE CONDIZIONI PER L’APPOGGIO ELETTORALE centrodestra». Fitto ribadisce di Redazione «Il mio obiettivo è quello di un centrodestra unito all’interno del quale ciascuno può dare il proprio contributo. È inimmaginabile che chi esprime un pensiero diverso, possa essere escluso dalla vita di un partito o dalla vita di una coalizione». Raffaele Fitto interviene al Gr1 ribadendo la sua posizione all’interno di Forza Italia in vista delle Regionali. La diatriba interna tra l’ex presidente delle Puglia e Berlusconi potrebbe sciogliersi a breve, perché oggi scade l’ultimatum dato a Forza Italia da Francesco Schittulli, il candidato in pectore per il centrodestra per la Regione Puglia. In pratica, Schittulli chiede che siano ricandidati tutti i consiglieri fittiani uscenti. Dal partito azzurro fanno filtrare una certa disponibilità, ma rispondono che garanzie non ce ne sono 3 dunque la richiesta di garanzie sulla presenza dei suoi dentro la lista forzista. Una offerta che appare come un ramoscello di ulivo con le spine per il segretario di Fi in Puglia, Vitali, mandato da Berlusconi a “normalizzare” il partito nella regione. La disponibilità non è così scontata, anche se lo stato per nessuno. «Il lavoro che abbiamo immaginato è quello di accogliere l’appello di Schittulli che ha indicato due questioni: la prima è quella di liste forti e competitive. Quindi è inimmaginabile che Forza Italia possa escludere consiglieri comunali uscenti o amministratori che vogliono dare il loro contributo», ribadisce Fitto ai microfoni del Gr1. «Se questo elemento viene garantito – prosegue – siamo disponibili ad accettare l’impegno di mettere in campo un’altra lista per aggiungere ulteriore consenso da aggiungere alla coalizione del debba rimanere il leader. Questo il quadro delle intenzioni di voto (tra parentesi il risultato della scorsa settimana): Pd 38,4% (38,9). M5s 18,7% (18,5). Lega Nord 13,5% (13,7). Forza Italia 12,9% (12,7). Sel 4,3% ( 4,2). Fratelli d’Italia 3,9% ( 3,5). Ncd 2,5% ( 2,5). Prc 1,4% ( 1,4). Udc 1,0% ( 0,8). Verdi 0,8% ( 0,5). Scelta ci- vica 0,1% ( 0,1). Per quanto riguarda le regionali alle porte, i sondaggi dimostrano che le liti nel centrodestra stanno confezionando un bel regalo al Pd di Renzi. I candidati in Veneto, infatti, sono a un’incollatura, cosa che non ci sarebbe stata se non fosse scoppiata la lite tra Salvini, Tosi e Ncd. È quanto si evince dal dei rapporti è migliorato rispetto a qualche settimana fa. «Accolgo favorevolmente la lista a sostegno proposta da Fitto – dice Vitali commentando le posizioni dei fittiani – un po’ meno favorevole alle condizioni, perché nessuno può porre condizioni». SONDAGGI: RENZI PERDE TERRENO MA IL CENTRODESTRA DIVISO GLI FA UN BEL REGALO di Francesco Signoretta Sempre più significativi i sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani. Battuta d’arresto del Pd, che perde mezzo punto rispetto alla scorsa settimana, mentre si registrano lievi variazioni per le altre forze maggiori. Più significativo il dato sull’affluenza alle urne che scende di oltre 4 punti (da 65,5% a 61,1%). È quanto emerge, in tema intenzioni di voto, dal sondaggio settimanale di Ixè per Agorà-Rai3. Mentre resta stabile la fiducia nel governo (32%), è in calo la fiducia in Renzi, che scende al 39% (1%). Scende di un punto anche la fiducia in Mattarella che però resta leader della classifica con il 70%. Dietro la coppia di testa ci sono Salvini (22%), Berlusconi (16%) e Grillo (15%). Per il 72% degli intervistati, del resto, le recenti inchieste giudiziarie che hanno coinvolto esponenti del Pd “indeboliscono Renzi” (mentre per un 17% lo rafforzano). Quanto allo schieramento opposto, il 34% degli elettori di Forza Italia sostiene che Berlusconi dovrebbe lasciare la guida del partito, mentre un 66% ritiene che sondaggio illustrato nel corso di Porta a Porta da Antonio Noto di Ipr Marketing e Michela Morizzo di Tecnè. A dividere Luca Zaia e Alessandra Moretti ci sarebbe infatti un esile 0,5% che sale al massimo al 2%: 38-39% Zaia e 37,5-37% Moretti. Tosi viene dato da tutti tra l’11 e il 12% e Berti (M5S) tra il 10 e l’11%. 4 AGGREDIRONO URLANDO “FASCISTI DI MERDA”: ARRESTATI TRE ANTAGONISTI SABATO 04.04.2015 merda» contro coloro che erano presenti nella sede del movimento, in via Benedetto Croce. Uno dei tre feriti subì la frattura della mandibola con trauma cranico facciale. Gli arrestati risiedono ad Andria, Barletta e Bari e sono – secondo la Digos – assidui frequentatori della ex Caserma Rossani, «una struttura illegalmente occupata dove hanno sede collettivi antagodi Giorgio Sigona La Digos ha arrestato tre antagonisti – di 23, 25 e 29 anni – con l’accusa di lesioni personali aggravate e porto abusivo di oggetti atti ad offendere per il ferimento di tre esponenti di Forza Nuova coinvolti nell’aggressione compiuta da una decina di persone presso la sede del movimento politico di Bari. I fatti risalgono alla notte tra il 18 e il 19 ottobre 2014. I tre indagati sono stati posti agli arresti domiciliari su di- sposizione della magistratura barese. Gli aggressori, dei quali polizia e procura non hanno voluto fornire i nomi, agirono armati con tirapugni in metallo, mazze da baseball e tubi metallici e gridarono frasi del tipo «Fascisti di sentazione dei modelli di dichiarazione Unico e 730. Ma il numero totale dei contribuenti è calato di 425.000 unità, pari al 1% rispetto al 2012. Il calo ha riguardato i lavoratori dipendenti (-334.000), specialmente quelli a basso reddito e gli individui nelle due classi di età più giovani (fino a 24 anni e 25-44 anni), riflettendo gli andamenti congiunturali del mercato del lavoro. Si è assistito anche a un decremento del numero dei soggetti che dichiarano reddito d’impresa (60.000) e si sono fatti sentire anche gli effetti della riforma delle pensioni fatta da Monti e dalla Fornero nella contrazione del numero dei contribuenti che dichiarano reddito da pensione (-168.000). un’imposta dichiarata di 1,5 miliardi di euro. In aumento infine le addizionali: la regionale Irpef ammonta nel 2013 a circa 11,2 miliardi (+1,5% nisti, situata a poca distanza dalla sede di Forza Nuova». Uno degli indagati fa parte di un gruppo musicale che poco prima dell’aggressione si era esibito in un concerto nella ex Caserma Rossani. GLI ITALIANI NON HANNO PIÙ NIENTE IN TASCA. E A PIANGERE ERA LA FORNERO… di Franco Bianchini Da Monti alla Fornero, da Letta a Renzi: gli italiani tartassati dalle tasse, in difficoltà con la pensione, pochi euro in tasca e lavoro traballante (quando c’è). La cura di tecnici e sinistra è già fallita e a parlare sono i dati. In Italia la maggior quota di Irpef (811 miliardi dichiarati nel 2013) la pagano i contribuenti sotto i 50mila euro di reddito: ben il 64% con un 49% concentrato tra i 15mila e i 50mila e un 5% sotto i 15.000 euro. E i ricchi sono pochi, almeno guardando quanto dichiarato al fisco nel 2014, sui redditi dell’anno precedente. Il 46% denuncia al fisco redditi sotto i 15mila euro lordi e i “Paperoni” dichiarati, con oltre i 300mila euro di reddito, sono appena 30mila, lo 0,07% del totale. Una ‘fotografia’ quella del Dipartimento che suscita qualche dubbio se si considera l’enorme livello di evasione del Belpaese con all’incirca 200 miliardi l’anno complessivi sottratti alle casse dello Stato. Inoltre il problema è che si assottiglia sempre più il numero di chi paga le tasse ma, ad esempio, aumenta l’imposizione locale. Nel 2013 – si spiega – circa 41 milioni di contribuenti hanno assolto direttamente l’obbligo “dichiarativo” attraverso la pre- rispetto al 2012). L’addizionale regionale media è pari a 370 euro (360 euro nel 2012). Quella più alta si registra nel Lazio (470 euro). L’addizionale comunale ammonta invece a 4,4 miliardi (+8,9% sul 2012 anno in cui si era già registrato un aumento del 20% rispetto al 2011), con un importo medio pari a 170 euro (160 euro nel 2012). Anche in questo caso il top è nel Lazio (220 euro). SABATO 04.04.2015 TASSISTA PICCHIA UN 64ENNE DAVANTI AL FIGLIO DOWN. PER MOTIVI DI PARCHEGGIO 5 di Priscilla Del Ninno Un tassista picchia un uomo di 64 anni davanti al figlio affetto da sindrome di Down. Il caso unisce, tristemente, il danno fisico all’umiliazione psicologica. E anche se la ferita civica ha in qualche modo potuto lenire la rabbia grazie alla denuncia per lesioni indirizzata al tassista violento, individuato e rintracciato tempestivamente dalle forze dell’ordine, lo stato fisico della vittima sessantaquattrenne non consente ancora di tirare un sospiro di sollievo: la vittima della brutale aggressione, infatti, è ancora ricoverato in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Giovanni. A quanto ricostruito, il pestaggio, avvenuto in pieno centro a Roma, in piazza Barberini, sarebbe scattato perché l’uomo aveva fermato l’auto, con a bordo il figlio affetto dalla sindrome di Down, tra due taxi nei pressi di una farmacia. «Qui non puoi stare», avrebbe immediatamente protestato il tassista, al quale l’uomo ha sulle prime anche provato a spiegare di dover «comprare solo delle medicine» per il fi- glio». Ma il tassista, infuriato, non avrebbe ascolato ragioni e, sceso dalla sua vettura, avrebbe aggredito e picchiato l’uomo. Poi, lasciata la vittima ferita sull’asfalto, si sarebbe dato velocemente alla fuga alla guida del suo taxi. Rintracciato dagli agenti del commissariato Castro Pretorio, grazie ai video delle telecamere in strada che hanno ripreso la scena, il tassista sarebbe poi stato individuato e fermato mentre stava lavorando regolarmente, come se non fosse accaduto nulla. Intanto la vittima dell’aggressione, era stata ricoverata in gravi condizioni nella terapia intensiva dell’ospedale San Giovanni, con una frattura del femore, un trauma cranico e diverse ferite. Collaborazione e solidarietà sono state immediatamente offerte da più parti. In particolare, tra gli altri, Giampaolo Celani – «da genitore di un ragazzo con sindrome di Down e presidente della sezione di Roma dell’Associazione Italiana Persone Down», ha dichiarato di essere «rimasto scioccato da quanto accaduto giovedì mattina e diffuso successivamente sui giornali. In pieno centro storico, non in orario di particolare intensità di traffico – ha poi proseguito – una sosta non autorizzata ha provocato l’aggressione da parte di un tassista contro un signore in evidenti condizioni di necessità nel reperire medicinali per il proprio figlio con sindrome di Down». E dalla solidarietà all’operatività, Celani ha anche posto un problema fin qui trascurato:« C’è inoltre da evidenziare – ha dunque chiosato Celani – che non è prevista la sosta breve per ritiro di medicinali: segnalo che questo è un problema da affrontare. Ovunque si vedono doppie file o soste irregolari nei pressi delle farmacie. Ritengo sia una questione di pubblica utilità da risolvere». condannato in primo e secondo grado per le presunte violenze sessuali nei confronti della suora che lo accusa. Successivamente la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna. “Quella che stiamo per celebrare – ha aggiunto l’ex frate – sarà la mia decima Pasqua senza poter celebrare Messa, addirittura mi è stata negata la possibilità di leggere il vangelo durante le funzioni. Eppure c’è un sacerdote, reo confesso, condannato per le vicende dell’istituto Papa Giovanni di Serra d’Aiello, che vive libero, venerato e protetto nell’episcopio di Como, dove celebra la messa mentre io, che sono innocente, sono stato sospeso a divinis, senza un processo canonico. Una situazione assurda perché io sono amico dei poveri, lui li ha sfruttati, lui si trova protetto, io in croce”. “Dieci anni sono troppi, io non posso più vivere – ha concluso – senza il mio sacerdozio. Chiamate la suora, sono pronto ad un confronto, anche in pubblico. Il vescovo non può più ignorare i miei appelli”. DOPO DIECI ANNI L’EX FRATE FEDELE BISCEGLIE CONTINUA A DIRSI INNOCENTE di Redazione A dieci anni dall’inizio della sua vicenda giudiziaria l’ex frate Fedele Bisceglia ha tenuto una conferenza stampa per ribadire la sua innocenza e denunciare di essere vittima di un complotto. L’ex frate ha espresso “perdono per tutti co- loro che sono stati protagonisti di questa vicenda”. Padre Fedele, accusato di violenza sessuale nei confronti di una suora, ha chiesto al Vescovo di Cosenza, mons. Salvatore Nunnari, di fare un confronto con la religiosa e di avviare il processo canonico. Padre Fedele è stato 6 MAFIA CAPITALE, I RUMORS SI DIFFONDONO: ZINGARETTI SI DIMETTE? FORSE L’8 APRILE… bro del governo non c’era. Ufficialmente con l’influenza, ma si vocifera – aggiunge Storace- di un suggerimento di Alfano alla Lorenzin a disertare l’incontro». Aggiunge Storace: «Dopo Improta, oramai siamo alle auto- certificazioni di “non indagato”: la notizia dell’indagine a carico della direttrice della Centrale Unica per gli Acquisti, Elisabetta Longo, viene smentita dalla stessa interessata con lettera autoassolutoria e incenso da parte di Zingaretti. E poco importa che magari dovesse essere Pignatone a dirlo. E certo è curioso che nell’abito della stessa indagine, sia indagato il povero Venafro, che non ha firmato l’atto incriminato, ma non la persona che invece vi ha apposto la firma. Nonostante, poi, sulla gara Cup abbiamo chiesto a Zingaretti di farci avere le carte in Commissione bilancio, presieduta da un altro silente Pd, Buschini, di queste non vi sono notizie – conclude Storace – da chi ve le dobbiamo far chiedere?». appuntamento in una delle stanze dell’albergo in cui sono alloggiati. Ridono, scherzano, poi prendono di mira uno di loro, forse ubriaco. Lo spogliano, lo depilano e lo “deco- rano” con delle caramelle. Il tutto viene filmato con un cellulare. La ripresa, al loro ritorno a Cuneo, dove vivono e studiano, inizia a circolare via Whatsapp. Se ne accorgono anche i professori, che convocano i genitori e fanno scattare la punizione: per quattordici di loro arriva la sospensione, il 4 in condotta per tutti gli altri, che significa perdere l’anno. Sono gli stessi genitori a chiamare il quotidiano per difendere i propri ragazzi: «Li condannano a perdere l’anno, una rovina per molti con quello che oggi costa frequentare un liceo». Forse il bullismo in gita è meno grave, per loro, del bullismo a scuola o in strada. E questo peggiora le cose. di Gabriele Alberti «I molteplici rumori di fondo alla Pisana sono arrivati ai pronostici sulla data delle dimissioni di Zingaretti dalla Presidenza della Giunta Regionale. La data più gettonata è quella dell’8 aprile: i bombardamenti giudiziari su Mafia Capitale punterebbero su un’ “équipe a lui non distante”». Lo afferma Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra. «Il presidente – prosegue Storace – ha i nervi a pezzi dopo le dimissioni di Maurizio Venafro invi- schiato, secondo l’accusa, nel tentativo di truccare la gara sulle prenotazioni sanitarie, il Cup. Zingaretti doveva partecipare col ministro Lorenzin alla conferenza stampa sugli atti aziendali delle Asl, ma il mem- SABATO 04.04.2015 BULLISMO IN GITA, UN RAGAZZO UMILIATO. MA I GENITORI DIFENDONO I FIGLI “VIOLENTI” di Roberto Mariotti Si sono sentiti forti, in gruppo. Momenti di paura per un ragazzo, umiliato in ogni modo. I violenti sono stati scoperti e puniti con una sospensione. Ma i genitori non ci stanno e protestano, non accettano la punizione per i loro figli, come se niente fosse accaduto. O come se l’episodio di bullismo in gita sia stato piccolo, quasi irrilevante. Il tutto, come detto, è accaduto durante una gita scolastica a Roma. Per i genitori, la punizione è esagerata: «Rischiano di perdere un anno per uno scherzo», è la difesa dei ragazzi, tutti minorenni. Uno scherzo, dicono. Vediamo cos’è accaduto. La scuola difende la decisione: «Episodio grave. Siamo dovuti intervenire con fermezza per far capire quali Editore SECOLO D’ITALIA SRL Fondatore Franz Turchi sono i limiti, il rispetto delle norme». A rivelare il caso è il quotidiano La Stampa. Gli studenti, 15 e 16 anni, sono in gita a Roma. All’insaputa dei professori, una quindicina di loro si dà Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Ugo Lisi (Vicepresidente) Antonio Giordano (AD) Italo Bocchino Antonio Tisci Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23.02.76 Direttore Editoriale Italo Bocchino Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Vicecaporedattore Francesco Signoretta Redazione via della Scrofa 39 - 00186 Roma 06 68817503 [email protected] Amministrazione via della Scrofa 39 - 00186 Roma 06 68817503 [email protected] Abbonamenti via della Scrofa 39 - 00186 Roma 06 68817503 [email protected]