Aggiornamento mensile sull`azionario europeo

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Aggiornamento mensile sull`azionario europeo
Aggiornamento mensile sull’azionario europeo
Febbraio 2015
Aggiornamento mensile sull’azionario europeo
Buon giorno e benvenuti al consueto aggiornamento sull’azionario europeo
dedicato ai nostri clienti. Oggi mi occuperò degli eventi verificatisi dall'inizio
dell'anno e di come sono andate le cose per i nostri investitori.
Francis Ellison
Client portfolio manager
Di sicuro si può dire che il 2015 è iniziato all'insegna della vivacità!. Dopo tanta
attesa, la Banca centrale europea ha introdotto la strategia usata da anni in
Giappone, nel Regno Unito e negli Stati Uniti: il quantitative easing. Tale misura
implica l'acquisto diretto di titoli governativi da parte della banca centrale, in questo
caso la BCE insieme agli istituti centrali degli Stati membri dell'area euro. La prima
a reagire è stata la Svizzera. Temendo eventuali perdite sui cambi se ma avesse
tentato di limitare l'apprezzamento del franco svizzero, il paese ha abbandonato il
cosiddetto ancoraggio che aveva tenuto le due valute allineate da settembre 2011.
Brutte notizie per le società svizzere che cercano di esportare, buone notizie per
alcuni Stati membri dell'eurozona che esportano in Svizzera o competono con
aziende elvetiche.
Cosa comporterà quindi il quantitative easing? Anzitutto porterà a un
deprezzamento dell'euro, come abbiamo già potuto osservare, il che si rivelerà
propizio per le aziende europee che competono sulla scena mondiale. Assisteremo
quindi a un rialzo dei prezzi degli asset, delle azioni e delle obbligazioni come pure
del settore immobiliare, un fenomeno anche in questo caso già iniziato. In un
orizzonte molto più lungo, esso potrebbe porre qualche problema: svaluterà la
divisa, promuoverà l'inflazione (ma questo non è di certo un problema attualmente)
e influirà sui portafogli delle famiglie europee. Il mantenimento di tassi d'interesse e
rendimenti obbligazionari bassi non rappresenta tuttavia una notizia
particolarmente positiva per le banche. La BCE le incoraggia a raccogliere più
capitali e gli azionisti esistenti ne risentono.
Finora abbiamo operato con prudenza in questo settore, un atteggiamento che si è
rivelato vincente: la prima banca dell'eurozona per dimensioni, Banco Santander,
ha annunciato una massiccia emissione di diritti e una drastica riduzione dei
dividendi. Contrariamente alle banche, le azioni delle società esportatrici
beneficeranno dell'indebolimento della valuta e i consumi europei potrebbero
ritrovare vitalità, sostenuti dal calo dei prezzi del carburante. Se il QE dovesse
funzionare, manterrà l'euro su livelli bassi e imprimerà slancio alla domanda di
credito (anche prima dell'annuncio del QE, a dicembre dell'anno scorso abbiamo
visto segnali in tal senso) e, in ultima analisi, stimolerà la crescita economica. Ma
non è tutto: nell'eurozona è successo anche altro. La Grecia ha un nuovo governo,
frutto di un vero e proprio voto di protesta contro l'euro e contro i danni che ha
causato all'economia del paese. Il primo ministro Tsipras non intende abbandonare
la moneta unica, la cosiddetta opzione "Grexit", ma rivendica di avere un mandato
per rinegoziare le condizioni del debito greco. Si prospetta una fase di trattative
difficili, dato che ad essere insoddisfatta non è solo l'Unione europea, ma anche
Berlino. Ora che il credito alle banche greche è stato ridotto, entrambe le parti sono
decise a non cedere.
J22430 Pubblicato a febbraio 2015 | Valido sino a fine aprile 2015
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Trascrizione video – Aggiornamento sull’azionario europeo
Più avanti quest'anno ci saranno le elezioni sia in Spagna che in Gran Bretagna, e l'esito greco ha impresso più slancio
ai partiti antieuropei che solo qualche anno fa rappresentavano movimenti marginali di scarso rilievo. In un modo o
nell'altro potremmo quindi assistere a un contagio. Ravvisiamo molti motivi di ottimismo sull'azionario europeo
quest'anno, che giustificano il recupero finora osservato. Ma ci sono anche buone ragioni per rimanere vigilanti e
concentrarci sulle aziende di alta qualità che possono evidenziare una buona tenuta anche nelle future fasi di
incertezza. Ci piacciono le società in condizioni di dire "non importa se", ossia in grado di registrare un andamento
positivo anche se la situazione macroeconomica non dovesse evolvere come previsto. Queste società cresceranno
quando altre non potranno farlo e dovrebbero quindi quotare a premio. Il 2015 è iniziato bene per gran parte dei nostri
fondi large cap, sia in termini di rendimenti assoluti che in relazione agli indici di riferimento; inoltre, questi fondi hanno
perlopiù sovraperformato lo scorso anno. Stiamo facendo del nostro meglio perché questa tendenza continui!!
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