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Valute: incertezza all’orizzonte Il modo in cui le autorità reagiranno agli alti livelli di indebitamento e alla possibilità di un significativo cambiamento del panorama politico decreterà se la congiuntura sarà favorevole o meno per le valute. All’inizio di questo nuovo anno, numerosi problemi irrisolti minacciano di perturbare i mercati globali. La dura realtà è che il mondo deve sostenere il debito più elevato mai avuto in percentuale sul PIL. Una serie di misure di stimolo non sono riuscite a generare il livello di crescita e di inflazione necessario a ridurre questo onere. Siamo ormai in una fase inoltrata del ciclo di incentivazione e dobbiamo chiederci: cosa succederà adesso? Matthew Cobon, Responsabile Titoli di Stato e Valute Cambiamenti politici radicali fanno crescere l’incertezza fondamentale che il mondo si trova ad affrontare all’inizio del 2017. Negli Stati Uniti, la nuova amministrazione ha promesso di adottare misure protezionistiche e, nel contempo, di ricorrere alla politica fiscale per rilanciare l’economia. Tuttavia, l’esatta natura delle politiche del nuovo governo e la misura in cui verranno effettivamente approvate dal Congresso rimangono avvolte nell’incertezza. Il mercato prevede che la nuova amministrazione USA avrà un impatto significativo. Tassi e valute sono stati oggetto di un repricing, mentre il dollaro si sta rafforzando. Per ora non è affatto chiaro se le dichiarazioni di Donald Trump in favore del protezionismo fossero semplice retorica elettorale o se invece si tradurranno realmente in politiche intransigenti. Evitare una crisi La dura realtà è che il mondo deve sostenere il debito più elevato mai avuto in percentuale sul PIL. Una serie di misure di stimolo non sono riuscite a generare il livello di crescita e di inflazione necessario a ridurre questo onere. In realtà, ben prima dell’elezione di Trump, gli scambi commerciali globali avevano già rallentato il ritmo. Le forze strutturali che trainano il commercio globale si stanno probabilmente deteriorando invece di migliorare. Queste incertezze cicliche, abbinate a interrogativi strutturali ancora senza risposta, creano un interessante mix di esiti possibili per gli investitori. Il dollaro USA si è rafforzato sulla scia delle elezioni presidenziali, proprio quando gli investitori hanno rivisto al rialzo le loro aspettative riguardo alla crescita e all’inflazione negli Stati Uniti. Nel contempo, le passività in dollari non coperte (la somma netta dovuta agli Stati Uniti da altri paesi) ha raggiunto la ragguardevole soglia di USD 10.000 miliardi. A un certo punto, questo potrebbe diventare un problema serio per i mercati. Le passività in dollari, insieme alle modalità con cui la variabile Trump inciderà sui mercati, potrebbero contribuire a plasmare l’andamento e il clima del 2017. I governi di tutto il mondo devono compiere un difficile esercizio di equilibrio. Devono garantire che l’inflazione cresca a sufficienza per iniziare a svalutare in parte il debito, ma non tanto da destabilizzare i mercati e provocarne l’implosione. Come se le elezioni negli USA e i persistenti problemi con il debito non fossero abbastanza, dobbiamo aggiungere un altro fattore all’equazione: l’ascesa del populismo e ciò che questo potrebbe significare per l’Europa nel 2017. Il populismo ha trionfato in due consultazioni elettorali nel 2016, dobbiamo quindi contemplare la possibilità, relativamente elevata, che il fenomeno si ripeta. Non è da escludere che il progetto dell’Unione Europea venga messo in dubbio nel 2017 e questo, naturalmente, avrebbe ripercussioni sull’euro. L’anno che verrà La sterlina ha già subito un considerevole repricing a causa della Brexit. E probabilmente non è ancora abbastanza. Secondo le mie previsioni, la sterlina si indebolirà ulteriormente nel corso del 2017. Mi aspetto invece che il dollaro si mantenga forte nell’anno a venire. Per quanto riguarda il renminbi cinese, dopo essere sceso al minimo degli ultimi sei anni nel 2016, ritengo che continuerà a deprezzarsi anche nel 2017. Altre valute devono affrontare difficoltà simili. Perché? I livelli di indebitamento sono cresciuti su scala globale, ma le cause di questo incremento sono eterogenee. Le passività in dollari non coperte (la somma netta dovuta agli Stati Uniti da altri paesi) ha raggiunto la ragguardevole soglia di USD 10.000 miliardi. A un certo punto, questo potrebbe diventare un problema serio per i mercati. I paesi la cui espansione è stata trainata dal crescente ampliamento dei bilanci dei consumatori sono vulnerabili. Australia e Nuova Zelanda sono esempi di paesi in cui il debito pubblico è relativamente basso, ma dove i bilanci del settore privato sono fortemente gravati dall’indebitamento. Un’abbuffata di debito alimentato dal settore immobiliare, unita ad una produttività molto scarsa, ha creato problemi in entrambe le economie. Se l’orientamento dovesse cambiare, privilegiando la sostenibilità del debito invece della reflazione, le valute di questi paesi diventeranno vulnerabili ancora una volta. Entrambe potrebbero registrare un significativo ribilanciamento nel 2017. Tutti gli esiti sono possibili Malgrado preveda che il dollaro si mantenga forte nel 2017, restano sul tavolo numerose incertezze. Tanto per dirne una, il dollaro non comincia il nuovo anno come una valuta conveniente. La maggior parte degli indicatori suggerisce che sia moderatamente sopravvalutato. A nostro parere, la prossima fase di evoluzione del dollaro vedrà il biglietto verde superare ulteriormente il suo fair value, ma sussiste sempre il rischio di violenti contraccolpi. L’elastico dell’economia globale è teso all’eccesso per quanto riguarda numerosi parametri in questo inizio d’anno. L’esuberanza di mercato si nutre della prospettiva che la fase rialzista del mercato del rischio, durata otto anni, si prolunghi ulteriormente per effetto delle politiche fiscali. Il modo in cui i tassi e le valute si adegueranno sarà d’importanza decisiva per definire il contesto macroeconomico complessivo. È imperativo che i tassi reali rimangano bassi per sostenere l’economia globale fortemente indebitata. I mercati stanno scontando una forte dose di speranza e di aspettativa. La realtà potrebbe dimostrarsi molto diversa. Se le autorità politiche riusciranno in questo intento, l’attenzione resterà probabilmente concentrata sulla reflazione. Tuttavia, l’insuccesso nel generare il tasso necessario di crescita nominale renderà i mercati dei cambi vulnerabili a repricing repentini. I mercati stanno scontando una forte dose di speranza e di aspettativa. La realtà potrebbe dimostrarsi molto diversa. Per maggiori informazioni, visitare COLUMBIATHREADNEEDLE.IT Avvertenze: destinato esclusivamente all’utilizzo da parte di investitori professionali (da non trasmettere a terze parti). I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivanti non sono garantiti, possono sia aumentare che diminuire nonché risentire delle oscillazioni dei tassi di cambio. Di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’importo originariamente investito. 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