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FTA Morning View
mercoledì 5 ottobre 2016
Dalla Redazione di FTAOnline News
MERCATO USA
Usa: indici chiudono in ribasso. Fmi rivede al ribasso stima crescita
La Borsa di New York ha chiuso la seduta in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,47%, l'S&P 500 lo 0,50% e il Nasdaq
Composite lo 0,21%.
Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil Usa nel 2016 a +1,6% da +2,2%.
Il presidente della Fed di Richmond, Jeffrey Lacker, ha detto che i tassi di interesse dovrebbero salire al più presto all'1,5% per
scongiurare pressioni inflazionistiche. Secondo Lacker infatti il range attuale dello 0,25%-0,50% è ingiustificatamente basso
considerate le aspettative di crescita per la seconda metà del 2016.
Charles Evans, presidente della Federal Reserve di Chicago, ha dichiarato che sarebbe d’accordo con un aumento del costo
del denaro entro la fine dell’anno se i dati macroeconomici continuassero a fornire indicazioni positive, anche se ulteriori mosse
necessiterebbero di un’accelerata dell’inflazione.
Sul fronte societario acquisti su Apple (+0,43%) e sul comparto bancario.
Tra i singoli titoli Darden Restaurants +0,55%. Il gruppo attivo nella ristorazione proprietario della catena Olive Garden ha
chiuso il primo trimestre fiscale con un utile di 110,2 milioni di dollari (0,87 dollari per azione), in crescita rispetto agli 86,4
milioni di un anno prima. I ricavi sono aumentati dell'1,6% a 1,71 miliardi mentre le vendite a perimetro costante sono cresciute
dell'1,3%. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,82 dollari, su ricavi per 1,72 miliardi e vendite in crescita dell'1,4%. La
società ha alzato la previsione di utile per azione dell'intero esercizio a 3,87-3,97 dollari da 3,80-3,90 dollari della precedente
guidance.
Pandora Media +3,53%. Goldman Sachs ha inserito il titolo dell'emittente radio nella "Americas Conviction List".
Sears Holdings +6,42%. Secondo Bloomberg, il gruppo della distribuzione potrebbe cedere il marchio di elettroutensili
Craftsman per una cifra vicina ai 2 miliardi di dollari. Tra le società interessate all'acquisto ci sarebbero Stanley Black & Decker
e Techtronic Industries.
MERCATI ASIATICI
Le Banche centrali frenano l’Asia ma il Nikkei 225 guadagna lo 0,50%
Dopo la seconda seduta consecutiva di declino in questa ottava per Wall Street martedì (il peggiore dei tre principali indici Usa
è stato ancora una volta l’S&P 500, deprezzatosi dello 0,50%), sui timori relativi alla Brexit e su prospettive di un rialzo dei tassi
d’interesse Usa da parte della Federal Reserve, alla riapertura degli scambi i mercati asiatici vedono erodere i guadagni con cui
è iniziato il mese di ottobre. La seduta è contrastata e a farne le spese sono soprattutto i listini dei mercati emergenti su attese
di politiche monetarie meno accomodanti su entrambe le sponde dell’Atlantico: Bloomberg mercoledì riportava, citando fondi
interne alla Banca centrale europea (Bce), che l’istituto con base a Francoforte verosimilmente abbandonerà gradualmente il
suo riacquisto di titoli per 80 miliardi di euro al mese prima di chiudere il programma di quantitative easing. Il risultato è un
declino intorno allo 0,30% per l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso (prima flessione questa settimana). Tokyo, invece,
beneficia ancora dei corsi valutari favorevoli. Il Bloomberg Dollar Spot Index, che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre
principali valute, è in modesto declino, dopo avere guadagno lo 0,60% martedì, e lo yen recupera leggermente dopo comunque
il deprezzamento dell’1,2% della seduta precedente. La debolezza dello yen permette quindi ancora ai titoli dei grande
esportatori del Sol Levante di sostenere il Nikkei 225 che chiude con un progresso dello 0,50% (appena peggio fa l’indice più
ampio Topix, apprezzatosi dello 0,71%).
Shanghai e Shenzhen rimangono ancora chiuse (e lo saranno per l’intera settimana) per la celebrazione del Guóqìng jie, la
festa nazionale che ricorda la fondazione della Repubblica popolare cinese il 1° ottobre 1949, mentre Hong Kong si allinea a
Tokyo con l’Hang Seng in progresso di circa mezzo punto percentuale. Decisamente migliore la performance dell’Hang Seng
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China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, che sfiora un guadagno
dell’1% grazie soprattutto ai titoli petroliferi. Il greggio ha guadagnato l’1,3% in overnight a New York e ha continuato ad
apprezzarsi sui mercati asiatici soprattutto grazie a stime di un declino delle scorte in Usa la scorsa settimana. L’oro si
apprezza di circa mezzo punto percentuale dopo essere crollato di oltre il 3% martedì, scivolando per la prima volta da giugno
sotto quota 1.300 dollari l’oncia. E a Sydney un generalizzato declino per i titoli legati alle materie prime spinge l’S&P ASX 200
a una perdita dello 0,57% in chiusura. Negativa la seduta anche per Seoul, ma il Kospi limita allo 0,12% il suo declino al
termine delle contrattazioni.
PREAPERTURA ITALIA/EUROPA
Future sugli indici azionari europei in rosso: Eurostoxx 50 -0,8%, DAX -0,5%, CAC 40 -0,8%, FTSE 100 -0,8%. Le chiusure dei
principali indici nella seduta precedente: Eurostoxx 50 +1,20%, Francoforte (DAX) +1,03%, Parigi (CAC 40) +1,11%, Londra
(FTSE 100) +1,30%, Milano (FTSE Mib) +0,21%.
Future sugli indici azionari americani in ribasso dello 0,1% circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 0,50%, Nasdaq Composite -0,21%, Dow Jones Industrial -0,47%.
Tokyo in verde con il Nikkei 225 che chiude a +0,50%. Borse cinesi in rialzo: al momento l'indice Hang Seng di Hong Kong
segna +0,4% circa. Shanghai e Shenzhen resteranno chiuse per festività per tutta la settimana.
Euro stabile contro dollaro dopo il netto recupero dal minimo dal 21/9 a 1,1138 toccato ieri pomeriggio. EUR/USD al momento
viene scambiato a 1,1215 circa.
Bund future poco mosso dopo il forte calo di ieri pomeriggio. Il contratto dicembre 2016 segna 164,80 punti contro i 164,73 della
chiusura della seduta precedente alle 22:00 e i 165,38 alle 17:30.
Petrolio poco sotto i picchi della notte. Il future dicembre sul Brent segna ora 51,30 $/barile (da 51,48, massimo da giugno), il
future novembre sul WTI 49,15 $/barile (da 49,30, massimo da luglio).
Oro sopra i minimi da giugno a 1268,50 $/oncia toccati nella notte. I prezzi attualmente segnano 1275 $/oncia.
DATI MACRO ATTESI
Mercoledì 5 Ottobre 2016
CINA Mercati chiusi per festività (Shanghai);
09:15 SPA Indice Markit PMI servizi set;
09:45 ITA Indice Markit PMI servizi set;
09:50 FRA Indice Markit PMI servizi finale set;
09:55 GER Indice Markit PMI servizi finale set;
10:00 EUR Indice Markit PMI composito finale set;
10:00 EUR Indice Markit PMI servizi finale set;
10:30 GB Indice Markit PMI servizi set;
11:00 EUR Vendite al dettaglio ago;
14:15 USA Nuovi occupati (ADP) set;
14:30 USA Bilancia commerciale ago;
15:45 USA Indice Markit PMI servizi finale set;
16:00 USA Ordini all'industria ago;
16:00 USA Ordini beni durevoli finale ago;
16:00 USA Indice ISM non manifatturiero set;
16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati.
HEADLINES
Brasile: calo più limitato dal giugno 2015 per la produzione industriale
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Continua per il trentesimo mese consecutivo il declino della produzione industriale del Brasile anche se, come comunicato
dall’Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (Ibge, l’ente nazionale di statistica), la flessione è la più modesta dal giugno
dello scorso anno. In agosto, infatti, la produzione industriale è calata del 5,2% contro il 6,6% di flessione registrato in luglio
(5,8% in giugno), ma leggermente peggio rispetto al 5,1% di declino del consensus. Era stato del 2,6% il calo segnato nel
giugno 2015. Su base mensile, però, il dato è per un declino del 3,7% contro il 3,2% del consensus in quello che è il primo calo
in sei mesi (in luglio era cresciuta di appena lo 0,1%).
Evans (Fed di Chicago) non esclude un rialzo dei tassi già in novembre
Charles Evans, presidente della Federal Reserve di Chicago, ha dichiarato che sarebbe d’accordo con un rialzo dei tassi Usa
entro la fine dell’anno se i dati macroeconomici continuassero a fornire indicazioni positive, anche se ulteriori mosse
necessiterebbero di un’accelerata dell’inflazione. Evans, che non non sarà membro votante del Federal Open Market
Committee (Fomc, la commissione della Fed che si occupa di politiche monetarie) fino al prossimo anno, parlando a Auckland,
in Nuova Zelanda, non ha neppure escluso che il rialzo dei tassi possa avvenire in novembre e ha sottolineato che gli
piacerebbe che la Fed fosse maggiormente esplicita nel comunicare le condizioni necessarie per i suoi interventi.
Giappone: Pmi servizi Nikkei-Markit cala ancora in settembre a 48,2 punti
Il Purchasing Manufacturers' Index (Pmi) dei servizi del Giappone, stilato da Markit in collaborazione con Nikkei, peggiora
ulteriormente in settembre dopo essere scivolato in agosto nuovamente sotto alla soglia che separa crescita da contrazione,
livello sopra cui era invece salito in luglio. Il dato per lo scorso mese si è infatti attestato a 48,2 punti dai 49,6 punti di agosto
(50,4 in luglio e 49,4 in giugno). Frena anche il Pmi composite, che combina l’indice dei servizi con quello del manifatturiero,
tornato sotto la soglia psicologica in agosto a 49,8 punti (50,1 in luglio e 49,0 in giugno) e sceso a 48,9 punti in settembre.
Ryanair creerà 3.500 posti di lavoro in 12 mesi ma non in Gran Bretagna
Ryanair Holdings ha comunicato martedì che punta a creare oltre 3.500 posti di lavoro nei prossimi 12 mesi (tra cui 1.000 piloti
e 2.000 assistenti di volo) mentre amplia la propria flotta con 50 nuovi aerei. Il vettore low-cost irlandese, in risposta a domande
di Sky News, ha sottolineato che le assunzioni saranno spalmate “su tutto il network di 84 siti in Europa”, ma ha anche
precisato che nessuno dei nuovi aerei sarà di stanza in Gran Bretagna (Ryanair ha duramente criticato il piano per l’uscita di
Londra dalla Ue e il chief executive Michael O'Leary aveva definito i politici britannici responsabili della Brexit “polli senza testa”).
Ryanair, che ha sottolineato che complessivamente nel corso dei prossimi cinque anni assumerà 5.000 nuovi addetti
(espandendo da 355 a 500 aerei la sua flotta), aveva chiuso in declino del 2,34% la seduta di martedì a Dublino.
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