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FTA Morning View
martedì 22 marzo 2016
Dalla Redazione di FTAOnline News
MERCATO USA
Wall Street chiude in leggero rialzo
A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana in leggero rialzo. Il Dow Jones ha
guadagnato lo 0,12%, l'S&P 500 lo 0,1% e il Nasdaq Composite lo 0,28%. Alcuni investitori hanno preferito prendere
profitto dopo cinque settimane di rally.A spingere l'azionario Usa sopra la parità sono state le operazioni di M&A
annunciate in giornata. L’Indice Chicago Fed National Activity nel mese di febbraio si e' attestato a -0,29 punti, da
+0,41 punti registrati nel mese di gennaio. La National Association of Realtors ha reso noto che le vendite di abitazioni
esistenti sono scese in febbraio del 7,1% rispetto a gennaio. Il dato è risultato inferiore al consensus fissato su un
decremento del 2,2%. Sul fronte societario Starwood Hotels & Resorts Worldwide +4,52%. La catena alberghiera ha
annunciato di aver ricevuto una nuova offerta dalla rivale Marriott International. La nuova proposta prevede 0,80 azioni
Marriott e 21 dollari in contanti per ogni azione Starwood posseduta per una valorizzazione complessiva di 13,6
miliardi di dollari, superiore rispetto ai 13,2 miliardi messi sul piatto dal consorzio guidato dalla cinese Anbang
Insurance Group. FedEx +0,53%. Secondo Barron’s, dopo il rally di settimana scorsa, su risultati trimestrali oltre le
attese, il titolo del gigante delle spedizioni potrebbe apprezzarsi di un ulteriore 15-20% nel corso dei prossimi 12 mesi.
Valspar +23,24%. Sherwin-Williams ha annunciato di avere raggiunto l’accordo per acquisire il gruppo delle vernici per
8,9 miliardi di dollari in contanti (11,3 miliardi di dollari incluso il debito). Amazon.com +0,34%. Il colosso e-commerce
ha acquisito il 9,99% del capitale di Air Transport Services Group (Atsg), la società da cui prenderà a noleggio velivoli
per il trasporto di merci. Markit +13,63%. La società di informazione finanziaria e la rivale IHS (+10,35%) hanno siglato
un accordo definitivo per una fusione carta contro carta. L’operazione ha un valore di 13 miliardi di dollari ed è stata
approvata all’unanimità dai due consigli di amministrazione. Valeant Pharmaceuticals +7,41%. Il Ceo del gruppo
Michael Pearson ha rassegnato le dimissioni. Al suo posto è stato nominato l'investitore attivista Bill Ackman.
MERCATI ASIATICI
La Fed spinge al ribasso l’Asia ma Tokyo va in rally (Nikkei 225 +1,94%)
Seduta contrastata, e in altalena, per i mercati dell’Asia, dopo che i falchi della Federal Reserve sono tornati a fare
sentire la loro voce a meno di una settimana dalla decisione dell’istituto centrale Usa che ha lasciato invariati i tassi
d’interesse, dopo il ritorno a una politica di rialzo per la prima volta dal 2006 in dicembre, ma ha anche dichiarato che
nel corso del 2016 gli aumenti saranno due e non quattro come inizialmente previsto. Secondo Dennies Lockhart, capo
della Fed di Atlanta, un nuovo rialzo dei tassi potrebbe arrivare già in aprile. Prima di lui già John Williams, presidente
della Fed di San Francisco, si era espresso in tal senso. Dimostrazioni di forza che hanno avuto come primo effetto un
recupero della valuta Usa, deprezzatasi settimana scorsa. E con il dollaro che si è allontanato significativamente dai
minimi di 17 mesi registrati giovedì nei confronti dello yen, la piazza di Tokyo ha avviato la sua ottava (lunedì non ci
sono stati scambi per la celebrazione dell’Equinozio di primavera) in rally. Il Nikkei 225 ha chiuso la seduta in
progresso dell’1,94% (leggermente peggio ha fatto l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dell’1,85%), in quella che è
stata l’unica performance positiva (a eccezione del guadagno dello 0,35% del Kospi di Seoul) tra i principali indici della
regione. Sul fronte macroeconomico però il Sol Levante mostra ancora segnali di debolezza. La lettura preliminare
dell’indice Pmi stilato da Markit/Nikkei segna infatti per marzo un declino a 49,1 punti contro i 50,1 punti della lettura
finale di febbraio (già in netto calo rispetto ai 52,3 di gennaio e ai 52,6 di novembre e dicembre, livello più alto dal
marzo del 2014). Il dato, che scivola per la prima volta dall’aprile 2015 sotto alla soglia di 50 punti che separa crescita
da recessione, si confronta oltre tutto con attese degli economisti per un incremento a 50,5 punti. Tra i singoli titoli del
Nikkei, da segnalare l’ennesimo capitombolo di Sharp: il titolo della conglomerata nipponica è stato il peggiore
dell’indice (la perdita è stata del 6,52%), su indiscrezioni secondo cui l’offerta per il takeover da parte di Hon Hai
Precision Industry (Foxconn), già incagliata su problemi di due diligence, potrebbe essere rivista al ribasso.
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Complessivamente per i mercati dell’Asia la seduta è stata in segno meno, con tutte le piazze cinesi in declino in scia a
nuove linee guida relative ai prodotti previdenziali e ai recenti commenti di Zhou Xiaochuan, governatore della
People’s Bank of China, secondo cui alcuni fondi speculativi a breve termine potrebbero lasciare il Paese nel futuro
prossimo. In chiusura Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 hanno perso lo 0,64% e lo 0,73%
rispettivamente. Appena meglio ha fatto lo Shenzhen Composite che, dopo tre sedute consecutive in rally, segna un
declino dello 0,40% al termine delle contrattazioni. Sostanzialmente allineata anche la performance della piazza di
Hong Kong: l’Hang Seng avvicinandosi alla chiusura è in declino di circa lo 0,30% mentre l’Hang Seng China
Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, perde circa mezzo punto
percentuale. Seduta negativa anche per Sydney: l’S&P/ASX 200 ha infatti perso lo 0,32% con una performance identica
a quella registrata lunedì.
PREAPERTURA ITALIA/EUROPA
Future sugli indici azionari europei sotto la parità: Eurostoxx 50 -0,1%, DAX -0,3%, FTSE 100 -0,1%. Le chiusure dei
principali indici europei della seduta precedente: Eurostoxx 50 -0,42%, Francoforte (DAX) -0,02%, Parigi (CAC 40) 0,78%, Londra (FTSE 100) -0,08%, Milano (FTSE Mib) +0,46%.
Future sugli indici azionari americani in calo dello 0,1-0,2 per cento circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall
Street: S&P 500 +0,10%, Nasdaq Composite +0,28%, Dow Jones Industrial +0,12%.
In rialzo Tokyo con il Nikkei 225 a +1,94%, dopo la chiusura per festività di ieri. In calo le borse cinesi: l'indice CSI 300
di Shanghai e Shenzhen termina a -0,73%, mentre a Hong Kong l'indice Hang Seng al momento segna -0,2% circa.
Movimenti laterali per euro contro dollaro al di sotto del massimo da febbraio toccato giovedì scorso a 1,1343.
EUR/USD al momento oscilla in area 1,1240.
Future obbligazionari eurozona poco mossi. Il Bund future segna 162,41 punti dai 162,36 delle 17:30 della seduta
precedente, +0,01% rispetto alla chiusura delle 22:00. Il BTP Future segna 140,13 punti dai 140,14 delle 17:30 e 0,02% rispetto alla chiusura.
Petrolio in recupero dai minimi di ieri mattina. Il future sul Brent oscilla sui 41,50 $/barile (minimo a 40,49), quello sul
WTI sui 41,50 $/barile (40,41).
Oro poco mosso. Al momento le quotazioni oscillano sui 1251 $/oncia.
DATI MACRO ATTESI
Martedì 22 Marzo 2016
03:00 GIA Indice PMI manifatturiero (prelim.) mar;
06:30 GIA Indice attività industria gen;
09:00 FRA Indice PMI manifatturiero (prelim.) mar;
09:00 FRA Indice PMI servizi (prelim.) mar;
09:30 GER Indice PMI manifatturiero (prelim.) mar;
09:30 GER Indice PMI servizi (prelim.) mar;
10:00 GER Indice IFO (fiducia imprese) mar;
10:00 EUR Indice PMI composito (prelim.) mar;
10:00 EUR Indice PMI manifatturiero (prelim.) mar;
10:00 EUR Indice PMI servizi (prelim.) mar;
10:30 GB Indice prezzi alla produzione feb;
10:30 GB Inflazione feb;
11:00 GER Indice ZEW (fiducia investitori) mar;
14:00 USA Indice FHFA (prezzi abitazioni) gen;
14:45 USA Indice Markit PMI manifatturiero mar.
HEADLINES
Giappone: indice Pmi Markit/Nikkei a sorpresa sotto quota 50 punti in marzo
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A sorpresa arriva un ulteriore deciso rallentamento in marzo per il manifatturiero in Giappone. La lettura preliminare
dell’indice Pmi stilato da Markit/Nikkei segna infatti per il mese in corso un declino a 49,1 punti contro i 50,1 punti
della lettura finale di febbraio (già in netto calo rispetto ai 52,3 di gennaio e ai 52,6 di novembre e dicembre, livello più
alto dal marzo del 2014). Il dato, che scivola per la prima volta dall’aprile 2015 sotto alla soglia di 50 punti che separa
crescita da recessione, si confronta oltre tutto con attese degli economisti per un incremento a 50,5 punti.
Giappone: indice attività industriali cresce oltre le attese in gennaio
Il ministero giapponese di Economia, Commercio e Industria ha reso noto che l’indice delle attività industriali è
cresciuto in gennaio, dopo due mesi consecutivi in declino. L’indice ha infatti segnato nel primo mese del 2016 un
progresso su base mensile rettificata del 2,0% contro il calo dello 0,9% in dicembre (e quello dell’1,1% in novembre) e
leggermente meglio rispetto alla crescita dell’1,9% attesa dagli economisti. Su base annuale l’indice segna però una
flessione dello 0,7% dopo il calo dello 0,5% di dicembre (e il progresso dell’1,4% in novembre).
Usa: Lacker (Fed di Richmond) fiducioso sui target d’inflazione al 2%
Secondo Jeffrey Lacker, capo della Federal Reserve Bank di Richmond e membro del Federal Open Market Committee
(Fomc), il declino dei corsi del greggio e il rafforzamento del dollaro è improbabile che mantengano bassa l'inflazione
indefinitamente e una significativa crescita dei prezzi è prevedibile una volta che il petrolio avrà toccato i minimi.
“Nonostante i recenti declini ritengo che le attese per una crescita dell’inflazione restino motivate. Per questo rimango
convinto che il target del Fomc del 2% verrà raggiunto nel medio periodo”, ha dichiarato Lacker nel corso di un evento
organizzato a Parigi dalla Banque de France (l’istituto centrale transalpino).
Per Lockhart (Fed di Atlanta) possibile nuovo rialzo dei tassi Usa già in aprile
Secondo Dennies Lockhart, capo della Federal Reserve (Fed) di Atlanta, un nuovo rialzo dei tassi d’interesse Usa
potrebbe arrivare già in aprile. “A mio parere c’è sufficiente inerzia, come evidenziato dai dati macroeconomici, per
giustificare un ulteriore passo in avanti nei prossimi meeting, probabilmente anche in quello previsto per fine aprile”,
ha dichiarato Lockhart nel corso di un evento a Savannah, in Georgia. “A parte qualche choc che possa invertire la
psicologia dei consumatori, non vedo alcuna ragione perché la crescita dei consumi non debba continuare”, ha
aggiunto. Lockhart è il secondo rappresentante dell’istituto centrale Usa, dopo John Williams, presidente della Federal
Reserve di San Francisco, a parlare di un possibile rialzo dei tassi d’interesse già in aprile.
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