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FTA Morning View
lunedì 4 aprile 2016
Dalla Redazione di FTAOnline News
MERCATO USA
Wall Street chiude in rialzo
A New York i principali indici hanno chiuso l'ultima seduta della settimana in rialzo grazie ad alcuni dati
macroeconomici superiori alle attese. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,61%, l'S&P 500 lo 0,63% e il Nasdaq Composite
lo 0,92%. Nel mese di marzo i nuovi posti di lavoro, nei settori non agricoli, sono aumentati di 215 mila unita'. Il dato
ha superato le attese degli analisti che si aspettavano una crescita di 205 mila impieghi. Rivista al rialzo la rilevazione
di febbraio a 245 mila impieghi dai 242 mila precedenti. Il tasso di disoccupazione si attesta al 5%, di poco superiore
alle attese e alla rilevazione precedente (entrambe fissate al 4,9%). Cresce dello 0,3% il salario orario medio a fronte di
una crescita attesa dello 0,2% su base mensile. Markit Economics ha confermato la lettura preliminare dell'Indice PMI
Manifatturiero relativo al mese di marzo a 51,5 punti, dai 51,3 punti della rilevazione di febbraio, segnalando una
crescita piuttosto modesta. L'indice si è comunque confermato al di sopra della soglia critica dei 50 punti.
L'Indice ISM Manifatturiero, nel mese di marzo, si è attestato a 51,8 punti dai 49,5 punti del mese precedente. Il dato e'
risultato superiore alle attese degli analisti che avevano stimato un valore dell'indice pari a 50,7 punti.
Gli esperti dell'Universita' del Michigan e di Reuters hanno rivisto al rialzo la stima preliminare dell'indice sulla fiducia
dei consumatori statunitensi del mese di marzo a 91,0 punti dai 90,0 della prima lettura risultando però in calo dai
91,7 punti di febbraio. Le aspettative degli analisti erano fissate su un indice pari a 90,5 punti. La spesa per le
costruzioni e' diminuita dello 0,5% nel mese di febbraio, dal +2,1% della rilevazione precedente (rivista dal +1,5%) e
risultando nettamente inferiore alle attese degli economisti fissate su un incremento dello 0,1%. Sul fronte societario
male il settore petrolifero a causa del calo del prezzo del petrolio e il comparto automobilistico dopo i dati sulle
immatricolazioni a marzo negli Stati Uniti inferiori alle attese. Tra i singoli titoli BlackBerry -7,54%. Il produttore di
smartphone ha chiuso il quarto trimestre con una perdita di 238 milioni di dollari contro l'utile di 28 milioni dello
stesso periodo di un anno prima. Escluse le poste straordinarie il rosso si è attestato a 0,03 dollari per azione contro i
13 centesimi indicati dal consensus. I ricavi sono calati del 30% a 464 milioni, una cifra nettamente inferiore rispetto
ai 787 milioni attesi dagli analisti. Starwood Hotels & Resorts Worldwide -4,85%. Il gruppo cinese Anbang Insurance ha
rinunciato all'acquisto della catena di alberghi. Tesla Motors +3,4%. Il costruttore di auto elettriche ha annunciato di
aver ricevuto già 130 mila prenotazioni per la nuova versione chiamata Model 3. Nell'arco dell'intera settimana il Dow
Jones ha guadagnato l'1,6%, l'S&P 500 l'1,8% e il Nasdaq Composite il 3%.
MERCATI ASIATICI
Seduta contrastata per l’Asia: Shanghai chiude per festa, Tokyo e Sydney in modesto declino
Dopo il tracollo di venerdì Tokyo apre la nuova ottava ancora in declino a causa sempre del rafforzamento dello yen. In
realtà la seduta è stata contrastata per la piazza nipponica, che ha alternato guadagni a perdite per poi assestarsi
comunque in negativo e il Nikkei 225, crollato del 3,55% venerdì, ha segnato in chiusura un declino dello 0,25%
(riesce invece il recupero all’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,10% al termine delle contrattazioni). Peggiore
titolo della seduta è stato quello di Mazda, in declino di circa il 6% dopo che la casa automobilistica ha comunicato
venerdì il crollo del 27% delle vendite in Usa nel mese di marzo (17% il declino nell’intero primo trimestre). Perdite
del 2-3% anche per altri grandi esportatori come Honda e Toyota. La valuta nipponica si è apprezzata solo
moderatamente nei confronti del dollaro Usa, che comunque ha portato a sei le sedute consecutive in declino. Il
Bloomberg Dollar Spot Index, che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali valute, continua
a muoversi intorno ai minimi dallo scorso mese di giugno. Sul fronte macroeconomico, l’Inflation Outlook of
Enterprises della Bank of Japan ha segnato il terzo trimestre consecutivo di declino delle previsioni di crescita
dell’inflazione da parte delle aziende: nel primo trimestre l’outlook cala allo 0,8% dall’1,0% dell’ultimo periodo del
2015. In peggioramento anche le stime a tre (dall’1,3 all’1,1%) e cinque anni (dall’1,4 all’1,2%).
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Complessivamente i mercati asiatici sono stati sostenuti da dati macroeconomici positivi (in particolare per quanto
riguarda l’occupazione) in arrivo dagli Usa, che hanno permesso a Wall Street di chiudere l’ultima seduta dell’ottava
con guadagni (il migliore dei tre principali indici Usa era stato il Nasdaq, apprezzatosi dello 0,92%) e da aspettative per
un ulteriore rinvio del prossimo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone
escluso, ha toccato un progresso dello 0,70% in una giornata comunque a mezzo servizio per la regione, considerando
che Shanghai e Shenzhen, come pure Hong Kong, sono chiuse per la celebrazione della festività di Qingming. Sul fronte
delle materie prime, il petrolio è in declino ancora di circa l’1% dopo il crollo del 4% registrato venerdì. Perdite anche
per rame, zinco e stagno al London Metal Exchange. E il declino delle commodity si è sentito a Sydney, che ha vissuto
una seduta in altalena come Tokyo, anche se per gran parte in positivo. A fine giornata, però, l’S&P/ASX 200 ha virato
comunque in negativo seppure si è limitata allo 0,08% la sua perdita. Guadagna invece lo 0,27% il Kospi di Seoul.
PREAPERTURA ITALIA/EUROPA
Future sugli indici azionari europei in lieve rialzo: Eurostoxx 50 +0,3%, DAX +0,3%, CAC 40 +0,2%, FTSE 100 +0,2%. Le
chiusure dei principali indici europei della seduta precedente: Eurostoxx 50 -1,77%, Francoforte (DAX) -1,71%, Parigi
(CAC 40) -1,43%, Londra (FTSE 100) -0,47%, Milano (FTSE Mib) -1,88%.
Future sugli indici azionari americani appena sopra la parità. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P
500 +0,63%, Nasdaq Composite +0,92%, Dow Jones Industrial +0,61%.
In leggero ribasso Tokyo con il Nikkei 225 a -0,25%. Borse cinesi chiuse per festività.
L'euro si assesta in area 1,1390 contro dollaro, sotto il massimo da ottobre a 1,1437 toccato venerdì.
Future obbligazionari eurozona in verde. Il Bund future segna 163,80 punti dai 163,55 delle 17:30 della seduta
precedente, +0,02% rispetto alla chiusura delle 22:00.
Petrolio in flessione. Il future sul Brent tocca i 38,20 $/barile (minimo dal 4 marzo), quello sul WTI sui 36,20 $/barile
(minimo dal 15 marzo).
Oro sopra i minimi di venerdì a 1210 $/oncia circa. Al momento le quotazioni segnano 1220 $/oncia.
DATI MACRO ATTESI
Lunedì 4 Aprile 2016
CINA Mercati chiusi per festività;
09:00 SPA variazione n° disoccupati Mar;
10:00 ITA Deficit/PIL (Istat) trim4 2015;
10:30 GB Indice PMI settore costruzioni Mar;
10:30 EUR Indice Sentix (fiducia investitori) Apr;
10:30 EUR Intervento Praet (BCE);
11:00 EUR Indice prezzi alla produzione Feb;
11:00 EUR Tasso di disoccupazione Feb;
15:30 USA Intervento Rosengren (Fed);
16:00 USA Ordinativi industriali Feb;
16:00 USA Ordinativi beni durevoli Feb.
HEADLINES
Fallimento per i negoziati tra Bouygues e Orange
Nonostante la scadenza dei negoziati fosse stata prolungata dal 31 marzo al 3 aprile, già venerdì 1° aprile è arrivata la
conferma dalle dirette interessate del fallimento della trattativa per l’acquisizione della francese Bouygues Telecom da
parte della connazionale France Télécom. Partita che ha riguardato da vicino lo Stato, visto che Parigi controlla il 23%
del capitale dell’ex France Télécom. I termini degli accordi erano per una valutazione intorno ai 10 miliardi di euro
delle attività nella telefonia mobile di Bouygues ma, come sottolineato dal ministero dell’Economia transalpino, gli
ostacoli regolatori erano rilevanti e, soprattutto, non si è mai superato il nodo delle partecipazioni. La conglomerata
puntava al 15% del capitale di Orange mentre non era superiore al 10% l’offerta dell’ex monopolista telefonico. Il
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ministero dell’Economia aveva proposto un limite della durata di sette anni all’incremento della quota detenuta da
Bouygues e la rinuncia per dieci anni al raddoppio dei diritti di voto, previsto dopo due anni dalla normativa introdotta
dallo stesso governo del presidente François Hollande.
Russia: in marzo produzione di petrolio ai massimi dal 1987
Secondo quanto comunicato sabato dal ministero dell’Energia di Mosca, la produzione di petrolio in Russia è cresciuta
in marzo dello 0,3% a 10,91 milioni di barili al giorno contro 10,88 milioni di febbraio. Si tratta del livello più alto mai
registrato dal record di 11,47 milioni di barili segnato nel 1987.
Giappone: l’outlook delle imprese sull’inflazione scende dall’1,0 allo 0,8%
Secondo quanto comunicato dalla Bank of Japan, nel suo Inflation Outlook of Enterprises, le aziende nipponiche hanno
ridotto nel primo trimestre allo 0,8% dall’1,0% dell’ultimo periodo del 2015 la previsione d’inflazione nei prossimi 12
mesi (nei precedenti tre trimestri la stima era rimasta costante all’1,4%). Si tratta del terzo trimestre consecutivo di
declino. Calano anche gli outlook a tre (dall’1,3 all’1,1%) e cinque anni (dall’1,4 all’1,2%).
Mester (Fed di Cleveland) non vuole aspettare a lungo per un nuovo rialzo dei tassi
Secondo Loretta Mester, numero uno della Federal Reserve Bank di Cleveland, l’istituto centrale Usa deve continuare
nel previsto programma di rialzo dei tassi d’interesse quest’anno, sottolineando che nonostante non sia stata in
disaccordo il mese scorso sul mantenimento dello 0,25% introdotto in dicembre non desidera attendere ancora a
lungo. La decisione di non incrementare ulteriormente i tassi d’interesse è stata la diretta conseguenza di limitate
indicazioni macroeconomiche nel primo trimestre. Attendere troppo, però, potrebbe rievelarsi rischioso. “Aspettare che
ogni tassello vada al suo posto potrebbe poi costringere ad alzare i tassi in modo più aggressivo successivamente, con
impatti negativi sull’economia”, ha detto Mester, che quest’anno è membro votante del Federal Open Market
Committee (Fomc, la commissione che si occupa di politiche monetarie).
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