Dopoifinocchielafaccianera,illeghistatoccailfondo
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ANNO LXII N.14 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 WWW.SECOLODITALIA.IT d’Italia Governo Letta in coma irreversibile, I bersaniani minacciano Renzi: «Se ti accordi con il Cav scoppia lʼinferno» si stacchi la spina o è accanimento terapeutico Girolamo Fragalà È accanimento terapeutico, sono tutti attorno al lettino del governo, somministrano medicine su medicine, goccia dopo goccia, attraverso le flebo. In pochi giorni le condizioni si sono aggravate, il coma è irreversibile. Hanno detto che è stato un tentativo di omicidio, sono stati diffusi gli identikit (i volti somigliavano a Renzi o a Berlusconi, a seconda dei casi), i cronisti si sono gettati sulle tracce dei presunti killer, “dovʼera lei a quellʼora?”, ma poi si è capito che è stato un suicidio. Perché i fatti accertati dicono proprio questo, il governo Letta è andato verso il burrone e non è stato capace di fermarsi in tempo, finendoci dentro. E ora, se dovesse sopravvivere anche allʼultima crisi respiratoria, rimarrà legato mani e piedi a chi gli ha permesso di avere una bombola dʼossigeno. Il giorno cru- ciale è stato proprio quello della fiducia, quando avvenne la traumatica scissione del Pdl, fedelissimi di Berlusconi da una parte e alfaniani dallʼaltra. Il Pd ebbe la sensazione di aver tirato lʼasso dalla manica, convinto comʼera che il centrodestra ne sarebbe uscito indebolito e la maggioranza rinsaldata. Non è stato così perché – al di là dellʼesigenza o meno di andare alle elezioni anticipate – qualcuno ha cercato di imporre al Ncd una nuova agenda, con temi lontani anni luce dalla concezione moderata, dalle unioni e le adozioni gay alla cancellazione del reato di clandestinità. Le prime avvisaglie si erano avute sin dai primi giorni del “dopo-fiducia” e lʼintesa di Palazzo Chigi cominciava a scricchiolare. Poi cʼè stato il pasticcio dellʼImu, il trappolone teso proprio ad Alfano che aveva giurato che lʼimposta sulla prima casa sarebbe stato solo un lontano ricordo. E invece è tornata, forse anche peggio di prima, non tanto per la mini-Imu ma per sabato 18/1/2014 quel che sarà riservato in futuro. Nel mezzo, la tormentata vicenda dei Marò, con il governo balbettante per troppe settimane. Difficile quindi sostenere che ci sia stato un killer. Ora tutto verte su una domanda: chi staccherà la spina? Forse Renzi, alla prima occasione utile. O forse il Nuovo centrodestra, visto che cʼè qualcuno che lo vuole ai margini della maggioranza. O forse una faida interna. E ne usciranno vincitori tutti coloro che sono allʼopposizione, da Forza Italia a Fratelli dʼItalia. Mentre sarà più difficile che Renzi possa trarne il vantaggio che sʼillude di avere: il governo è a guida Pd, Letta è del Pd, i ministri più in vista sono del Pd, il ritorno dellʼImu è stato voluto dal Pd, le unioni gay e le adozioni dei bambini da parte delle coppie omosessuali sono volute dal Pd. E Renzi è il leader del Pd. Il giochetto dellʼuomo nuovo o del rottamatore gettato nella mischia per far dimenticare il recente passato è ormai fin troppo evidente, difficile che lʼelettorato possa finire nel tranello. A Renzi non servirebbe nemmeno ripresentarsi con il look alla Happy Days e nemmeno tornare ad Amici e magari sfidare le ugole con una performance canora al microfono. Dopo i finocchi e la faccia nera, il leghista tocca il fondo: non prendo lezioni da Lerner lʼebreo. Ma che cʼentra tutto questo con la destra? Annalisa Terranova È con un certo fastidio che accogliamo lʼennesima caduta di stile della Lega che, nella versione “moderata” di Roberto Maroni, sta facendo (se è possibile) molto peggio dellʼera Bossi, considerando che i privilegi del Trota (che almeno è stato mandato a zappare) non erano molto diversi, per gravità e ricadute “simboliche”, dal rimborso chiesto dal governatore del Piemonte Roberto Cota per le mutande verdi. Accade che, per recuperare terreno sul piano elettorale, la Lega si è consegnata a un movimentismo caciarone che ogni giorno ci regala qualche chicca. Bossi era quello che, ogni tanto, diceva di avere i fucili nascosti pronti per la rivoluzione padana. Oggi abbiamo le cialtronerie di un Gianluca Buonanno, deputato leghista, che si tinge la faccia di nero per protestare contro gli immigrati: “Facciamoci neri per avere gli aiuti che hanno gli stranieri”. Buonanno è vulcanico nelle sue trovate (è quello che si è portato i finocchi in aula contro la legge anti-omofobia). Infaticabile negli scivoloni verso un politicamente scorretto che sconfina nella rozzezza e nel cattivo gusto. Vuole replicare a Gad Lerner? Ecco le sue argomentazioni: ”Non prendo certo lezioni da gente come Lerner, quellʼebreo… È un tirchio pieno di quattrini che fa il comunista”. Un “volgare stereotipo”, afferma il presidente della comunità ebraica italiana. Certo, cʼè questo indiscutibile elemento che – in prossimità della Giornata della Memoria – risulta assai urti- cante. Ma cʼè anche di più: Buonanno sembra compiacersi dei suoi atteggiamenti indifendibili. Più si levano urla contro di lui più lui si sente personaggio e va giù duro con la politica trash. Brandendo lʼarticolo 21 della Costituzione la Lega va a occupare lo spazio del qualunquismo più sciatto e prevedibile. Magari i voti arriveranno pure, ma stupisce leggere su alcuni blog dellʼarea di destra che tutto questo attivismo sarebbe spiazzante per quelle formazioni di destra che non hanno saputo ancora elaborare unʼagenda populista degna di questo nome. Questo è infatti, a nostro avviso, un punto di vantaggio e non certo un handicap. Se la destra si mettesse a inseguire la Lega sul terreno delle provocazioni razziste sarebbe, per quel- lʼarea, un passo indietro di alcuni decenni. E ricordiamo che Giorgio Almirante – icona di certi ambienti che di sicuro non amano Cecile Kyenge – incitava i missini a passare dalle proteste alle proposte. E ricordiamo ancora che il ripudio di ogni forma di antisemitismo era alla base della fondazione di An il cui simbolo oggi è tanto desiderato… I nsomma, prima di dire che la Lega sta più avanti perché eccita gli animi contro gli immigrati sarà bene pensarci due volte. Si perde in identità e visibilità sia inseguendo la sinistra (critica molto in voga negli ultimi anni) sia imitando le camicie verdi per spartirsi il gruzzoletto elettorale dei padani incazzati che al posto di Roma ladrona inveiscono contro la Kyenge. Sarà il caso di rifletterci. IbersanianiminaccianoRenzi:«Setiaccordi conBerlusconièlacrisi».EnelPdscoppialarissa 2 Corrado Vitali La cena, giovedì sera, tra Letta e Renzi è andata di traverso non solo ai commensali, ma anche a un buon numero di parlamentari della maggioranza. Il boccone più indigesto, cioè lʼaccordo tra il segretario del Pd e Berlusconi sul cosiddetto “Verdinium” (legge elettorale sul modello spagnolo), ha provocato diffusi maldipancia sia nei partiti minori della maggioranza (Ncd, Sc e Popolari per lʼItalia) sia nella minoranza stessa del Partito democratico. La minaccia a Renzi, a poche ore dal suo fatidico incontro con Berlusconi, è la stessa che il premier aveva lanciato “riservatamente” al segretario: «Se firmi con il Cavaliere è crisi». Ma si tratta di una minaccia che può seriamente impensierire il leader del Pd? Sono in molti a chiederselo in queste ore di suspence. Mentre Renzi e i suoi fanno sapere che tireranno dritto per la sua strada, i disegnatori di scenari possibili sono già al lavoro. Cʼè chi parla di elezioni anticipate con il “porcellinum” (il Secolo d’Italia sistema bocciato dalla Consulta senza il premio di maggioranza, cosa che comporterebbe un voto con il proporzionale puro), oppure un “governo di scopo” (ma appoggiato da chi?). Il leit motiv degli “antirenziani” punterebbe in realtà a ricompattare il governo: prima accordo in seno alla maggioranza sulla legge elettorale e poi confronto con lʼopposizione. È quello che sia Franceschini sia Lupi hanno detto a Renzi nella mattinata di venerdì. È anche quello che poi hanno ribadito gli “alleati minori” in una nota congiunta. Ed è infine quello che lo stesso Letta ha fatto trapelare nel tardo pomeriggio. Ma la bordata più pesante è arrivata dai bersaniani. «Se domani si chiude il patto Berlusconi-Renzi che esclude tutti gli altri, la maggioranza finisce domani», ha sibilato Alfredo DʼAttorre, che ha poi aggiunto: «Lo spagnolo in salsa italica è costituzionalmente e politicamente invotabile». Più diplomatico nel tono, ma egualmente duro nel contenuto, è stato Gianni Cuperlo: «Dobbiamo assolutamente partire dalla maggioranza di governo, con lʼobiettivo di allargare a tutti». A quel punto nel Pd sʼè scatenata la rissa. La risposta dei pasdaran del segretario non sʼè fatta attendere. E, con Ernesto Carbone, sʼè fatta anche beffarda: «Le mezze minacce di DʼAttorre servono a poco». Non meno dura la risposta di Francesco Nicodemo, responsabile Comunicazione del Partito democratico: «DʼAttorre minaccia (paura eh!). Ma di che stiamo parlando? Consiglio bagno dʼumiltà e un poʼ di rispetto per i nostri elettori». Maria Elena Boschi lancia una sorta di bellicoso non prevalebunt: «Abbiamo promesso che avremmo fatto una legge elettorale seria. Non ci fermeranno». E Renzi? In mezzo a tanto ronzar di orecchie ostenta imperturbabilità. A chi gli chiede «il Pd balla?» il leader risponde serafico: «Dici? A me non sembra. Abbiamo votato ieri, votiamo lunedì. E soprattutto abbiamo votato lʼ8 dicembre». Se lo dice lui… Paolo in Brasile e di uno dellʼuniversità di Mosca. La realtà, dunque, potrebbe essere più semplice di come è stata raccontata dallʼuniversità: visti i disordini, lʼamministrazione dellʼateneo potrebbe aver sospeso il convegno per placare gli animi degli antagonisti. Del resto, non sarebbe la prima volta che accade. Nemmeno intorno al convegno del Gruppo Alpha. Lʼincontro, infatti, inizialmente doveva tenersi alla Statale e lì si erano dati appuntamento i “compagni”, per quello che sul sito del centro sociale Cantiere hanno definito «un happening culurale (sic) contro lʼannunciato convegno neonazista». Lʼautorizzazione però era già stata ritirata dopo il tam tam su internet, un volantinaggio e le pressioni vis à vis che avevano messo in piedi nei giorni scorsi. «È solo grazie allʼintervento della Statale antifascista e antirazzista che lʼamministrazione della Statale ha revocato il permesso precedentemente dato per il convegno della vergogna previsto per oggi», si legge sul sito, tra un delirio di appellativi come «neonazisti», «stragisti», «accoltellatori» che suona giusto un tantino paranoico. In un altro proclama gli antagonisti, che lanciano allarmi sui contenuti del convegno di geopolitica come se si trattasse di un incontro pedopornografico, spiegano che «lʼannuncio (della sospensione) arriva dopo lʼassemblea pubblica di ieri pomeriggio e alla (sic) visita alla presidenza di Lettere e Filosofia, che aveva accolto la prenotazione dellʼaula 111 da parte dei neoazisti». Per chi ha pratica di politica nelle università non sarà difficile immaginare cosa possa essere successo durante quella “visita”, così come non sarà difficile trarre il bilancio della giornata: ancora una volta a decidere chi può e chi non può parlare nelle università è la prepotenza di pochi estremisti, di fronte alla quale la debolezza delle istituzioni – in questo caso universitarie – diventa complicità. Cʼè un convegno degli studenti di destra al Politecnico di Milano. E i centri sociali si scatenano Annamaria Gravino Mattinata di tensioni al Politecnico di Milano, dove i centri sociali hanno tentato lʼassalto a un convegno promosso dal Gruppo Alpha, espressione studentesca dellʼassociazione di destra Lealtà e Azione. Gli antagonisti, fra i quali cʼè stato un identificato, sono scappati dopo alcune cariche di alleggerimento della polizia. Il loro piano, però, è riuscito lo stesso grazie allʼintervento del rettore: dopo i tafferugli, che non hanno coinvolto i promotori del convegno, i vertici dellʼateneo hanno fatto sospendere lʼincontro intitolato ”Il mondo verso un futuro multipolare”. Secondo un comunicato del direttore generale del Politecnico, Graziano Dragoni, la richiesta «è stata inoltrata da unʼassociazione studentesca riconosciuta dallʼAteneo, “Azione Politecnica”, per una propria iniziativa. Nel momento in cui il Politecnico di Milano è venuto a conoscenza della presenza di gruppi non autorizzati, presenza ignorata dagli stessi proponenti dellʼiniziativa, lʼincontro è stato immediatamente sospeso». Ma i ragazzi del Gruppo Alpha raccontano una realtà diversa, spiegando che con “Azione Politecnica”, associazione riconosciuta dallʼateneo e che esprime anche due consiglieri di facoltà, esiste una collaborazione consolidata su iniziative politiche e culturali, che la richiesta era stata inoltrata in piena sintonia e che, anzi, la stessa associazione aveva collaborato fattivamente allʼorganizzazione del convegno, al quale erano previsti gli interventi di giornalisti di riviste geopolitiche, di esponenti di centri studi e di rappresentanti di movimenti anti-globalisti di vari Paesi oltre che, in video conferenza, il contributo di un relatore dellʼUniversità di San SABATO 18 GENNAIO 2014 La difesa di Nunzia De Girolamo: «Contro di me un linciaggio». Il Pd diviso SABATO 18 GENNAIO 2014 Redazione «Mai e poi mai ho abusato del mio ruolo di deputato e mai ho violato la Costituzione». Alle 10 in punto Nunzia De Girolamo ha iniziato il suo intervento in aula rispondendo allʼinterrogazione del Pd sulla vicenda della Asl di Benevento. Accanto a lei c'è il vicepremier Angelino Alfano e il ministro Gaetano Quagliariello. Assente il premier Enrico Letta. «La mia vita di politico, di persona e di donna è stata travolta da un linciaggio e un accanimento senza precedenti. Il mio riserbo dei primi giorni era dettato dal rispetto per il lavoro magistratura – ha detto – Questa vicenda è kafkiana, a leggere i giornali sembra che sia io ad essere sotto inchiesta ma la realtà è diversa, io non sono indagata, indagato è Pisapia e lʼintercettazione è abusiva». Il ministro ha chiarito di non aver «esercitato pressioni né direttamente né indirettamente» e che la truffa della Asl di Benevento «riguarda altre persone, una delle quali ha costruito un dossier contro di me, frutto di un complotto ai miei danni». Nelle carte sulla vicenda Asl si parla di «pericolosità dei soggetti coinvolti, di capacità e at- Secolo d’Italia Si moltiplicano gli appelli nel centrodestra: si ponga fine all'agonia del governo titudine delinquenziale», in particolare dello «spessore delinquenziale di Pisapia». Subito dopo il suo intervento si sono scatenate le polemiche. Il dem Andre De Maria: «Valuteremo le sue parole, e saremo molto, molto esigenti. Per molto meno una sua collega, Josefa Idem, iscritta nel Pd, si è dimessa». A distanza è intervenuto anche il presidente dellʼassemblea Pd, Gianni Cuperlo: «Esiste una dimensione della politica, della responsabilità politica che viene prima. Sia Letta a valutare il da farsi. Ma penso che un gesto del ministro le consentirebbe di difendere la sua onorabilità». Ma i Cinque stelle in una nota hanno ribadito «la richiesta di calendarizzare in tempi rapidi la mozione di sfiducia. E chiediamo al Pd di firmarla». Mentre Scelta civica con il suo capogruppo Andrea Romano ha spedito la patata bollente al premier Letta. In replica all'interpellanza del Pd, Barbara Saltamartini ha replicato: «Vorremmo vivere liberi di poter parlare in casa propria, senza che un lestofante possa prelevare allʼestero le nostre conversazioni». Obama annuncia la fine del programma di spionaggio della Nsa Franco Bianchini Barack Obama ha deciso di limitare «fortemente» il controverso programma di monitoraggio telefonico per la raccolta dati ad opera della National Security Agency, cancellando la procedura operata finora. Parte così una fase di transizione in cui ogni intercettazione dovrà essere autorizzata da una "Corte Segreta" e in cui l'amministrazione non avrà più in suo possesso l'enorme mole di dati raccolti. Sono queste le novità più rilevanti anticipate dalla stampa americana a poche ore dall'attesissimo discorso sulla riforma della Nsa (tenuto ieri alle 17 ora italiana) al Dipartimento di Giustizia. Il presidente, pressato da mesi dall'indignazione internazionale, alla luce delle rivelazioni della talpa Edward Snowden, 3 intende arrivare così ad un sistema in cui il governo americano non sarà più considerato il "grande spione" dei cittadini. Nelle intenzioni di Obama c'è la cancellazione dell'articolo 215 del Patriot Act, la legge antiterrorista voluta da George W. Bush all'indomani dell'11 settembre, che di fatto autorizza ogni agenzia di intelligence a spiare senza alcun limite ogni utenza telefonica. Il presidente Usa, ovviamente, non cancellerà del tutto questo importantissimo strumento di indagine per garantire la sicurezza nazionale, ma imporrà «nuovi e forti limiti». L'obiettivo è passare a un programma che conservi comunque le capacità necessarie alla lotta al terrorismo ma senza che l'amministrazione abbia la possibilità di tenere nelle proprie un'enorme mole di in- formazioni personali'. Una mossa con cui Obama, accusato da mesi di aver sostituito al suo slogan yes we can con l'imbarazzante yes we scan, intende non deludere la maggior parte dell'opinione pubblica che chi si batte a difesa dei diritti civili e della privacy delle persone. In particolare, per quanto riguarda i capi di stato stranieri, Obama annuncerà un piano specifico di rafforzamento della privacy a loro favore. Prevista inoltre la proposta di una nuova figura di difensore pubblico per rappresentare le preoccupazioni dei privati cittadini di fronte alla "Corte Segreta". Redazione La crisi è nei fatti, anche se c'è chi non vuol prenderne atto. «Sarebbe più dignitoso se si facesse risparmiare agli italiani almeno l'agonia di questo governo – ha affermato Maurizio Gasparri – non ci sono presupposti per andare avanti. Si deve fare subito la legge elettorale e poi andare alle elezioni. Tra Renzi e Letta è un continuo botta e risposta, mentre il Nuovo centrodestra ha ormai capito che per il nuovo segretario del Partito democratico contano ben poco. L'accordo sulla legge elettorale che veda il pieno coinvolgimento di Forza Italia, il più grande partito del centrodestra e di opposizione, si può trovare per portarci dritti alle urne. Questa – ha concluso il vicepresidente del Senato – è l'unica strada possibile, che anche al Quirinale deve ormai sembrare chiara». Per Altero Matteoli, «i nodi stanno venendo tutti al pettine. La nota congiunta dei capigruppo di Nuovo centrodestra, Scelta civica e Pi dimostra che Forza Italia era nel giusto quando ha deciso di uscire dalla maggioranza. Il governo Letta è ormai entrato nella fase terminale, ma una legge elettorale si deve approvare e non può essere bloccata dal ricatto dei piccoli partiti». Risale la tensione in Medio Oriente: razzi da Gaza su Israele, i militari sparano 4 Antonio Pannullo Risale la tensione in Medio Oriente. Il ministero degli Esteri israeliano, guidato da Avigdor Lieberman, ha convocato gli ambasciatori di Italia, Gb, Francia e Spagna, per «chiarimenti sulle posizioni espresse da questi Paesi sul conflitto israelo-palestinese». Secondo il ministero, riferiscono i media, le posizioni di questi Paesi non sono equilibrate. Posizioni che, a giudizio del ministero degli Esteri israeliano, rischiano di pregiudicare l'esito delle trattative in corso. La convocazione giunge dopo che nelle ultime ore Netanyahu aveva bacchettato l'Ue per aver convocato gli ambasciatori di Israele per comunicare loro la disapprovazione rispetto alla decisione israeliana di rilanciare la costruzione di nuove case per coloni in Cisgiordania. Netanyahu aveva definito ipocriti questi giudizi. Intanto si è appreso che la Farnesina, così come i ministeri degli Esteri di Londra, Parigi e Madrid, aveva convocato giovedì l'ambasciatore israeliano a Roma, Naor Gilon, per manifestare la preoccupazione del governo italiano per gli annunci di nuovi insediamenti che non aiutano il processo di pace israelo-palestinese. Lo conferma la stessa Farnesina, precisando che Secolo d’Italia Turismo, la Spagna strappa alla Cina il terzo posto come destinazione mondiale l'ambasciatore è stato ricevuto dal segretario generale Michele Valensise. L'Italia - è stato chiarito - ha compiuto «un passo su entrambe le parti» del negoziato israelo-palestinese con un invito a sedersi al tavolo negoziale e ad evitare contrapposizioni frontali. È quanto si apprende alla Farnesina dopo l'annuncio da parte di Israele della convocazione degli ambasciatori dell'Ue seguita alla convocazione degli ambasciatori israeliani da parte dei ministeri degli Esteri di Roma, Parigi, Londra e Madrid. Da un lato, si apprende alla Farnesina, si è voluta comunicare la preoccupazione di fronte ai continui annunci sugli insediamenti; dall'altro si è voluto invitare a non alzare i toni di fronte a questi annunci. E si era scelto di non annunciare il passo per non irritare nessuno. Intanto un elevato stato di allerta resta in vigore nel Sud di Israele dopo che giovedì da Gaza sono stati sparati, in due riprese, sette razzi verso la città di Ashqelon. Nella vicina città di Ashdod tutte le scuole soro rimaste chiuse nel timore di altri attacchi palestinesi. Fonti militari israeliane affermano con preoccupazione che nelle ultime settimane si stanno allentando le intese maturate un anno fa con Hamas, con la mediazione dell'Egitto. A quanto pare, i militari israeliani hanno aperto il fuoco per disperdere decine di dimostranti palestinesi provenienti da Gaza che avevano inscenato una manifestazione a breve distanza dai reticolati di confine presso il valico di Nahal Oz. Secondo fonti palestinesi, almeno due dimostranti sarebbero rimasti feriti. gione di Hermel, altro bastione del movimento sciita Hezbollah. Si è poi appreso che negli attacchi cinque bambini sono rimasti uccisi. I bambini uccisi farebbero tutti parte della stessa famiglia, la cui casa è stata centrata da un razzo. Altre 15 persone sono rimaste ferite, come si era appreso subito dopo l'attacco. Intanto si apprende che Damasco è pronto a prendere una serie di misure umanitarie dopo gli appelli di Washington e Mosca al regime e ai ribelli a favore di un cessate il fuoco in vista della conferenza di pace Ginevra 2: lo ha annunciato il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov: «Notiamo che il governo siriano è pronto a fare una serie di passi concreti di carattere umanitario», ha detto Lavrov, precisando che si tratta in particolare del trasporto di aiuti umanitari a Guta est, ad Aleppo e nei dintorni di Damasco. Il governo siriano inoltre è pronto a uno scambio di prigionieri con i ribelli: lo ha annunciato a Libano, attacco con razzi su basi di Hezbollah (alleato di Assad): sette morti tra cui cinque bambini Giovanni Trotta I razzi non piovono solo su Israele. Un numero imprecisato di morti e feriti è stato provocato dal lancio di due razzi dal territorio siriano che si sono abbattuti in Libano nella regione di Arsaal. Lo riferisce l'agenzia libanese Nna. A quanto pare, almeno 7 persone sono morte e 15 sono state ferite da uno dei razzi provenienti dalla Siria. Arsal è una località a maggioranza sunnita solidale con la rivolta in Siria, però è una zona controllata da Hezbollah, notoriamente alleati del governo siriano. Un'altra ventina di razzi sono stati lanciati successivamente dal territorio siriano e hanno colpito anche altre località libanesi, compresa la re- SABATO 18 GENNAIO 2014 Redazione La Spagna è tornata ad essere la terza destinazione turistica a livello mondiale nel 2013, dopo Francia e Stati Uniti, recuperando il podio che le era stato strappato dalla Cina nel 2010. A confermare il dato è stata la segretaria di Stato al turismo, Isabel Borrego, nella presentazione della prossima edizione di Fitur, la fiera internazionale del turismo, in programma dal 22 al 26 gennaio al parco fieristico Ifema di Madrid. Nonostante non siano ancora disponibili i dati relativi a dicembre scorso degli arrivi turistici, il numero di viaggiatori in Spagna registrato fino a novembre, quasi 57,6 milioni di stranieri, già supera i 55,4 milioni di turisti contabilizzati dal gigante asiatico per l'intero 2013. La Spagna «è una potenza mondiale nel turismo e i buoni risultati sono state ottenuti grazie al nostro settore turistico e alla sforzo delle nostre imprese, competitive e capaci di internazionalizzare e rafforzare il marchio Spagna all'estero», ha celebrato la sottosegretaria al ramo. Gli operatori e il patronato del settore (Exceltur) stimano in oltre 6,4 milioni il numero di turisti stranieri che hanno visitato la Spagna lo scorso anno. Un dato che dovrà essere confermato dalle cifre ufficiali, che saranno pubblicate dal ministero al ramo il prossimo 27 gennaio. Ma è già record anche per entrate e spesa turistica registrate al novembre 2013, che segnano un incremento dell'8% - fino a un totale di 55,896 milioni di euro - rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Mosca il ministro degli Esteri siriano Walid al Muallim, dopo un incontro con il suo collega russo Serghiei Lavrov. «Ho informato il ministro Lavrov che siamo pronti a scambiare detenuti contro prigionieri catturati dal campo avverso», ha dichiarato. Mercato parallelo dei farmaci, e scatta la caccia al tesoro in tutta Italia SABATO 18 GENNAIO 2014 Secolo d’Italia Redazione Farmaci antitumorali, eparine, antipsicotici e broncodilatatori diventati quasi introvabili a Roma e in tutta Italia. Tutta «colpa del mercato parallelo» delle medicine, sostiene Federfarma. Che a luglio scorso aveva presentato un esposto in Procura. E l'altroieri ha scritto all'Afa, l'Agenzia del Farmaco. E' «un problema che abbiamo già denunciato», dice, dal canto suo, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «Se c'è un mercato parallelo, va vigilato e controllato», ha spiegato il ministro. Nel frattempo la mancanza di alcune medicine crea disagi alle stesse farmacie. Tanto da costringere, dopo l'esposto in Procura a luglio, la Federfarma a scrivere ieri all'Aifa per chiedere «immediati provvedimenti». «A distanza di sei mesi nulla è cambiato, anzi la situazione è peggiorata», scrive nella lettera inviata all'Aifa, Franco Caprino, presidente di Federfarma Lazio, che evidenzia come siano oramai «tantissime le farmacie a Roma che si lamentano per l'assenza di molti di questi farmaci». «Il vantaggio per chi opera nel mercato parallelo, che siano aziende produttrici, grossisti o farmacie con autorizzazione all'ingrosso, è meramente economico - spiega Caprino. L'esportazione viene infatti effettuata solo per quei farmaci che in Italia hanno un prezzo al pubblico o in farmacia inferiore rispetto a quello degli altri Paesi europei, guadagnando così sulla plusvalenza che si matura nel vendere il farmaco sul territorio estero. Per questo - conclude Caprino - chiediamo un intervento deciso per arginare il fenomeno dell'export parallelo, ipotizzando addirittura il blocco temporaneo delle esportazioni parallele, così da poter garantire la continuità terapeutica a migliaia di cittadini oramai costretti ad affannose ricerche per i farmaci che quasi sempre sono poi introvabili». Nella "lista dei ricercati" ci sono secondo alcuni - il Clexane, che evita la formazione di trombi ed emboli in caso di interventi chirurgici, il Mirabexin, per il trattamento del morbo di Parkinson e lo Spiriva, per il trattamento delle malattie respiratorie. Redazione Follia e tragedia in una casa famiglia in provincia di Pistoia. Un litigio banale per una luce accesa in camera ha fatto scoccare il raptus omicida. Lʼospite di una casa famiglia, Gianluca Lotti, 38 anni, nelle campagne di Montecatini, a Massa e Cozzile, in Valdinievole, ha afferrato un'accetta e ha massacrato il compagno di stanza, Massimo Tarabori, di Pescia, 55 anni, anchʼegli in cura per disagi mentali. È accaduto nella notte tra giovedì e venerdì. Lʼuomo ha continuato a colpire la vittima fino a quando il personale di sorveglianza della casa famiglia ha bloccato lʼomicida e ha avvertito polizia e carabinieri. Gianluca Lotti tona così ad ucci- dere dopo che nel 1998 avva massacrato la fidanzata, Silvia Gianni, 20 anni, orribilmente colpita con un bastone e poi finita con una trivella. In primo grado a Lotti fu riconosciuta la seminfermità mentale e venne condannato a 24 anni di carcere. Silvia fu uccisa il giorno prima del 21esimo compleanno, in un vialetto lungo via della Quiete. Poco dopo lʼuccisione Lotti fu rintracciato con i pantaloni ancora sporchi di sangue nella sua abitazione di viale Italia. Confessò subito. L'uomo ucciso si chiamava Massimo Tarabori, 54 anni, originario della provincia di Pistoia. Il litigio, poi degenerato, sarebbe scoppiato poco dopo la mezzanotte, quando i due erano da poco rientrati nella stanza dopo aver visto la televisione. Quando il personale della casa famiglia (che appartiene allʼassociazione di volontariato «Un popolo in cammino») ha sentito le 5 Brambilla denuncia: troppi “allontanamenti facili" dei minori dalle famiglie Massacrato a colpi d'ascia: torna a uccidere Gianluca Lotti. Nel '98 aveva massacrato la fidanzata Redazione Segnalazioni e denunce di sospetti maltrattamenti o abusi su minori, bambini ospitati in casefamiglia dalle condizioni igieniche intollerabili, allontanamenti "troppo facili" dai nuclei familiari, fiumi di denaro pubblico speso senza trasparenza. Così Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, presenta la lunga e dettagliata interpellanza bipartisan, di cui è prima firmataria. Nel documento si chiede di realizzare un censimento delle case-famiglia, di istituire un registro degli affidamenti temporanei, di monitorare le condizioni dei minori in queste comunità, di render noto il numero di inchieste penali in corso a carico di gestori o operatori di tali strutture e le relative ipotesi di reato, di disincentivare il fenomeno dei cosiddetti "allontanamenti facili" dei minori dalla famiglia d'origine. «Alla commissione - spiega la Brambilla - arrivano continuamente segnalazioni e denunce su allontanamenti di minori dalle famiglie, troppo spesso disposti all'esito di analisi frettolose di separazioni conflittuali o di difficoltà economiche familiari, o sulle condizioni igienico-sanitarie di alcune casefamiglia o, peggio ancora, su casi di maltrattamenti ed abusi in quel contesto. È tempo di fare chiarezza non soltanto sulle situazioni particolari, delle quali già si occupa la magistratura, ma su tutto un sistema caratterizzato, nel complesso, da poca trasparenza e troppa discrezionalità». grida disperate della vittima si è precipitato nella stanza. Sono in corso indagini della procura di Pistoia per stabilire la dinamica del delitto e sono in corso interrogatori. Centrali 118 in Toscana: il Consiglio regionale, unanime, richiama la Giunta rossa al rispetto delle regole 6 Secolo d’Italia Redazione Sulla riorganizzazione delle centrali del 118 nellʼarea vasta Centro – quella che comprende Firenze, Prato e Pistoia – di una cosa ormai sono sicuri anche in casa Pd, per il quale «appare evidente come questo modo di procedere stia avvenendo non solo al di fuori ma anche in palese contrasto con quanto previsto dalla delibera 1117 sia nel metodo che nel merito». È scritto così nella mozione bipartisan approvata allʼunanimità e generata dallʼunificazione dei testi presentati uno già la scorsa settimana da Roberto Benedetti e Alberto Magnolfi del Nuovo Centrodestra e sotto- scritto anche dal consigliere regionale di Fi Nicola Nascosti, lʼaltro da Gianfranco Venturi e da molti altri consiglieri regionali del Pd. Che le cose stessero procedendo in modo differente da quanto normativamente previsto – con la Giunta indaffarata ad accentrare la gran parte del servizio di emergenza-urgenza territoriale su Firenze accorpandovi Prato e lʼarea empolese – dal Ncd Benedetti (di Pistoia) e Magnolfi (di Prato). Lʼatto aveva riscosso fin da subito lʼadesione di Nascosti (di Empoli) e così è arrivato in seduta di Consiglio regionale. Dal canto suo il Pd ne aveva però preparato un altro, quasi del tutto sovrappo- nibile a quello del Nuovo Centrodestra e con dispositivo assolutamente affine. E allora: perché non comporre un atto unico? La nuova mozione – che, oltre ai firmatari originari, ha raccolto il consenso anche di Fed-Verdi, Udc e Fdi – chiede del resto sempre la stessa cosa: che la Giunta mantenga gli impegni che essa stessa, attraverso le proprie delibere, si è assunta. Innanzitutto quello di garantire omogeneità demografica e territoriale tra le sei centrali 118 protagoniste della fase di transizione che costituisce il primo step della riduzione a tre, una per area vasta. Si tratta di creare alle sei strutture superstiti le condizioni per ripartire a pari livello, sia quanto a bacini di utenza che per ciò che concerne lʼestensione territoriale. Non solo: la cornice deliberativa intagliata dalla Giunta prevede lʼelaborazione entro primavera di un piano di riordino; ciò nonostante le manovre per accorpare Prato a Firenze avrebbero dovuto avviarsi già a partire dal 20 gennaio, tra una settimana e del tutto “a braccio", suscitando un autentica rivoluzione da parte di tutti gli operatori coinvolti. Il Consiglio ha dato loro ragione. Redazione «Si tratta di una decisione incomprensibile. Sotto la giustificazione della riorganizzazione del sistema delle reti, non si possono adottare misure che penalizzano un intero territorio. Questo è ciò che sta avvenendo allʼospedale San Paolo di Civitavecchia, dove sparisce il servizio immunotrasfusionale e resterà soltanto il centro di raccolta». È quanto sostengono il capogruppo regionale di Forza Italia Luca Gramazio e lʼesponente di Forza Italia di Civitavecchia Emanuela Mari. «Riteniamo che la logica delle reti debba innanzitutto tener conto delle peculiarità di ogni ospedale e dei loro bacini dʼutenza – continuano i due – Non si possono prendere scelte che non tengono conto, in modo dettagliato, delle istanze dei cittadini. Civitavecchia è un Comune di oltre 50mila abitanti che da aprile ad ottobre, ogni anno, si appresta ad accogliere oltre 2 milioni di croceristi. Inoltre, il San Paolo è una struttura di primo livello, che rappresenta un riferimento anche per i Comuni limitrofi. Tra lʼaltro, negli anni passati proprio la Regione Lazio aveva autorizzato e finanziato i lavori per gli spazi che sarebbero stati utilizzati per tutto il servizio immunotrasfusionale, che oggi non ci sarà più, per una logica che – ripetiamo - non condividiamo. Questa è lʼennesima dimostrazione di come la Giunta Zingaretti, soprattutto sulle tematiche sanitarie, si dimostri lon- tano dalla realtà e dalle vere esigenze dei territori. Serve un confronto serio, con tutte le parti interessate, al fine di evitare di penalizzare alcuni Comuni della nostra Regione. E in particolare con lʼobiettivo di garantire un servizio sanitario sempre più efficiente con tempi di intervento celeri mentre, con questo provvedimento – concludono Gramazio e la Mari – la più vicina delle strutture attrezzate per le "emergenze sangue" dista almeno 100 km da Civitavecchia». Sbagliata la scelta della Regione Lazio sull'ospedale di Civitavecchia SABATO 18 GENNAIO 2014 De Corato propone controlli antidroga nelle scuole di tutta la Lombardia Redazione «L'arresto per spaccio del 14enne che vendeva marijuana a scuola nell'istituto omnicomprensivo di Vimercate e che obbligava i suoi coetanei a nascondere stupefacenti a casa loro è la dimostrazione di come gli studenti, non solo dei quartieri difficili di Milano ma di tutta la Lombardia, siano esposti al rischio droga». Lo afferma Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione e vicepresidente del Consiglio comunale, sullo spaccio di droga nelle scuole.. È dei giorni scorsi la notizia che a Quarto Oggiaro, grazie a un accordo tra il commissariato e le scuole, la polizia con i cani antidroga ha controllato le aule di alcuni istituti scolastici del quartiere. Un'iniziativa importante per ridare fiducia agli studenti e alle famiglie dopo i gravi fatti di sangue dei mesi scorsi, tre omicidi in pochi giorni, e dopo l'arresto di un ex studente di un istituto superiore che aveva organizzato una rete di minorenni per lo spaccio di droga. Ma Quarto Oggiaro non è l'unico quartiere a rischio. Occorre monitorare le scuole di tutte le periferie e anche del centro. Noi del centrodestra nel 2007 avevamo avviato una sperimentazione concordando con i presidi la presenza di poliziotti in pensione davanti alle scuole per contrastare spaccio, bullismo, microcriminalità». DiCaprio, lupo famelico di Wall Street, alla conquista dell'agognato Oscar Secolo SABATO 18 GENNAIO 2014 d’Italia Priscilla Del Ninno Non c'è due senza tre, recita un vecchio adagio. E allora, la quarta sarà la volta buona per Leonardo Di Caprio? Fresco di Golden Globe, l'attore feticcio di Martin Scorsese ci riprova, e affila gli artigli per la lunga notte degli Academy Awards del prossimo 2 marzo, con la nomination (la quarta, appunto, dal '94 ad oggi), che lo candida per la migliore interpretazione maschile di The Wolf of Wall Street, diretto dal mitico regista di Taxi Driver. Il film, ispirato alla storia del broker Jordan Belfort (Leonardo DiCaprio), rappresenta un nuovo tentativo di definire sul grande schermo contorni, luci e ombre, dell'american dream. O meglio, dei risvolti da incubo che la fine del sogno a stelle e strisce ha rivelato. E allora, droga, sesso e dollari: sembrano essere questi i confini virtuali al cui interno si muove il protagonista del film, con buona pace di etica e buoni sentimenti: e la poesia del cinema cede il passo alla prosaica realtà da cui trae spunto. La vita del broker Jordan Belfort, il “famelico lupo” di The 7 Wolf of Wall Street – in sala dal 23 gennaio con 01 in oltre 400 copie, già forte di cinque candidature all'Oscar, tra cui film, regia e protagonista – procede inseguendo solo da fallaci simulacri, alimentata da false speranze e illusorie certezze, salvo cambiare all'improvviso direzione solo per il precipitare degli eventi. E tra piedistalli e baratri, il truffatore spregiudicato che alla fine degli anni Ottanta si arricchì sulle spalle di sprovveduti investitori ai quali, con il bluff di comprare, gonfiare e poi rivendere azioni-spazzatura, riuscì a sottrarre 200 milioni di dollari, diventa un condannato al carcere per frode e riciclaggio, attivamente ricercato dalle autorità Usa. Scorsese e Di Caprio raccontano dunque questa incredibile avventura di un uomo spavaldo e senza morale, avventuratosi nella giungla finanziaria di trent'anni fa, armato di coraggio e cinismo. Il film segue dunque le iperboli di ascesa e crollo del broker, fasi punteggiate da eccessi di ogni tipo: sesso, sostanze stupefacenti, dimore faraoniche, auto di lusso e yacht miliardari. Una vita e un personaggio che prestano decisamente il fianco ad una rilettura cinematografica, a cui Di Caprio, alla ricerca della realizzazione del suo personale sogno di gloria di celluloide, riesce a conferire spessore e sfaccettature, sperando nella promozione a pieni voti dei giurati dell'Academy. sua tardiva degenerazione. Così, dopo gli strali sociologici lanciati contro la Barbie emblema della casalinga perfetta, poi carrierista, infine modello social che – dal tatuaggio alla chemioterapia, passando per la candidatura alla Casa Bianca – non si è fatta mancare nulla, arriva anche un'app che consente, persino ai bambini dai nove anni in su, di poter modificare l'aspetto fisico di una bambola ispirata a Barbie, sovrappeso, con la liposuzione. Si chiama Plastic Surgery & Plastic Doctor & Plastic Ho- spital Office for Barbie, e al momento è stata rimossa sia dall'Apple Store che dal Google Play Store, dopo una serie di accese proteste, amplificate in Rete, che hanno rilanciato in primo piano sul web la foto di questa applicazione, chiedendo agli addetti ai lavori la rimozione, e agli utenti di ritwittare e postare il messaggio per diffonderlo il più possibile. Sotto accusa, oltre al fatto che l'app permettesse anche ai bambini piccoli di giocare alla liposuzione, l'uso di espressioni in qualche modo equivoche, e comunque improprie se indirizzate ai più piccoli in virtù di un lessico ludico atto a veicolare messaggi discriminatori. «Questa ragazza sfortunata è così in sovrappeso che nessuna dieta può aiutarla. Nella nostra clinica può essere sottoposta alla liposuzione per renderla bella e magra. Dobbiamo fare dei tagli sulle aree con più problemi, la vuoi operare tu?», era la scritta che figuarava come invito al gioco nella descrizione dell'applicazione. Roba da far rimpiangere il “piccolo chimico”, il monopoli e tutti i giochi di vecchia concezione... E un app invita a giocare alla liposuzione: l'ultima sconcertante frontiera varcata in Rete Bianca Conte La discriminazione corre sul filo... della Rete. Ancora una volta è il “prototipo Barbie”, da decenni nel mirino delle polemiche, notoriamente all'indice dell'opinione pubblica, protagonista – e più spesso vittima – dell'ennesima crociata ideologica indetta contro il simbolo che da sempre incarna: bellezza esile e smagliante, bionda e aitante. O meglio, più che il prototipo di stile e perfezione fisica, il bersaglio dell'invettiva mediatica di questi giorni diventa una Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Antonio Triolo Ugo Lisi Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250