Alfano avverte Letta: sulle nozze gay diciamo addio

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Alfano avverte Letta: sulle nozze gay diciamo addio
CON IL PDL
ANNO LXII N.7
Alfano avverte Letta:
sulle nozze gay
diciamo addio al governo
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Il “Financial Times” disintegra
Letta e Marino in un colpo solo.
E la sinistra si nasconde
Francesco Signoretta
Stavolta gli esponenti di spicco
del centrosinistra non aprono
bocca, non dicono una parola,
quasi si nascondono per non essere costretti a commentare.
Usano la strategia di sempre:
quando cʼè qualcosa che non
conviene, meglio ignorarla e farla
ignorare ai giornali “amici”. Ma è
una strategia difficile da attuare
quando cʼè di mezzo il prestigioso
Financial Times, che fa sapere a
tutto il mondo che «gli annunci di
ripresa sono accolti con derisione
in una Roma depressa». Il quotidiano della City pubblica un lungo
articolo sulla situazione economica italiana e spara cannonate
contro il governo Letta e contro il
sindaco Marino. In primis sottolinea che i «disastrosi dati sullʼoccupazione infrangono un fragile
ottimismo, mentre cresce un sentimento di caos politico». Quindi
descrive le «file di senzatetto che
dormono per terra» e i «sanpietrini di via Marsala (una delle arterie centrali) che sembrano distrutti
d’Italia
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da una colonna di carrarmati». Poi
scatta una cruda fotografia dellʼarea
nei pressi della Stazione Termini
che «sembra più un campo profughi che un hub di una metropoli».
Ma «il pessimismo» avvolge anche
lʼelegante e famosissima via Condotti, dove le vendite dei negozi di
lusso sono sostenute solamente
dallʼafflusso di turisti russi». E non
potrebbe essere altrimenti. In sostanza viene demolito sia lʼottimismo del governo si “strane intese”
sia il sogno perenne di Marino.
Letta aveva promosso il suo esecutivo dichiarando la crisi ormai dietro
venerdì 10/1/2014
le spalle, annunciando meno tasse
per tutti e la luce in fondo al tunnel.
Lʼimmaginazione al potere, secondo i tecnici che girano e rigirano
tra le mani i dati dei più accreditati
istituti di ricerca e si trovano di
fronte a disoccupazione in aumento, potere dʼacquisto delle famiglie arretrato di 25 anni, budget per
lʼacquisto di cibo tagliato del 4 per
cento, nove punti di Pil in meno
negli ultimi anni, risparmio falcidiato
dellʼ80 per cento e il commissario
Ue per il Lavoro, Laszlo Andor che
paventa danni sociali «irreparabili»
se i problemi ancora sul tappeto
non verranno affrontati con i mezzi
opportuni. «Sarei molto cauto nel
dire che la crisi è sconfitta», ha fatto
sapere da Francoforte Mario Draghi, presidente della Banca centrale
europea. E Nomisma ha tentato un
consuntivo concludendo che «una
politica economica che voglia salvaguardare la ripresa e ridare slancio allʼItalia non può eludere il dato
di partenza costituito dal fortissimo
peggioramento subìto dalle famiglie. Essa deve poi porsi lʼobiettivo
minimo di indicare in modo chiaro
quali siano le condizioni fiscali e
normative in cui le famiglie e le imprese saranno chiamate a effettuare le proprie scelte di spesa e di
investimento». Appunto, ma Letta
sembra aver frequentato unʼaltra
scuola. Come dimostra la già odiata
mini-Imu.
No alla mozione di Fdl contro le pensioni dʼoro. Meloni: se “loro” sono di sinistra, io sono Mao Tse Tung
Redazione
Il giorno dopo la delusione rimane.
Per Giorgia Meloni e per Fratelli
dʼItalia è stato un brutto pomeriggio quello di ieri che ha visto bocciare la mozione contro le
pensioni dʼoro con il voto contrario di Pd, Scelta civica, Nuovo
centrodestra, e con lʼastensione
dei Cinquestelle, di Forza Italia e
di Sel (solo la Lega ha votato a favore presentando una proposta simile).
A
bruciare
sono
lʼatteggiamento alla Ponzio Pilato
dei grillini riformatori a parole e la
tutela dei privilegi da parte del Pd,
anche nella fase nuova inaugurata dalla segreteria di Renzi. Lʼex
ministro della Gioventù ieri aveva
rivolto dalle colonne de il Fatto un
appello pubblico ai leader del Pd
e del Movimento Cinquestelle per
chiedere di sostenere la storica
battaglia di Fratelli dʼItalia per revocare «quellʼautentica vergogna
nazionale costituita dalle pensioni
dʼoro». Un appello caduto drammaticamente nel vuoto – scrive la
Meloni su facebook – complici i
partiti della maggioranza e la confuzionedel M5S «che sembra preoccuparsi più della visibilità del
movimento che di risolvere i problemi degli italiani (come nel peggiore teatrino della politica), quella
che poteva essere una giornata di
vittoria è stata in realtà una giornata di (temporanea) sconfitta».
Ieri è passato in aula il testo sibillino del governo che propone generiche «norme di maggiore
equità». Ma qual è la proposta di
Fratelli dʼItalia? Revocare le pensioni dʼoro stabilendo un un tetto
(dieci volte la pensione minima).
«Sotto quel tetto – spiegano – non
tocchiamo nulla, sopra quel tetto,
per la parte che va oltre lo stesso,
si calcolano i contributi previdenziali versati. Se non sono stati versati i contributi corrispondenti, la
parte eccedente il tetto viene tagliata e con i risparmi si aumentano le pensioni minime e di
invalidità». In soldoni se quel “famoso” pensionato che prende
90mila euro al mese non ha versato i contributi per prenderla,
passa da 90mila a 5mila euro al
mese. La proposta dei grillini (che
hanno fatto dellʼanticasta la loro
bandiera), invece, è un bluff. Si
propone una tassazione progressiva delle pensioni. Si comincia
tassando dello 0,1 le pensioni da
1 a 6 volte la minima (cioè da circa
900 euro in su) e finisce col tassare del 32% le pensioni superiori
a 50 volte il minimo (25 000 euro
al mese). Il risultato è che si tassano, seppur di poco, le pensioni
sotto i 1000 euro, e a quel pensionato fortunato che prende la “famosa” pensione da 90 mila euro
al mese, si taglia il 30% della pensione, cioè invece di 9 mila euro
al mese ne prenderà 60mila. E
questi sarebbero di sinistra? ironizza la Meloni, «allora io sono
Mao Tse Tung». Per Massimo Fedriga, capogruppo della Lega in
commissione Lavoro, il Parlamento « è una gabbia di matti. Mi
chiedo come il M5S e Renzi spiegheranno ai cittadini le due mozioni che hanno presentato al
decreto sulle pensioni dʼoro. I grillini vogliono tassare ulteriormente
le pensioni minime, mentre il Pd
propone di prelevare la ridicola
cifra di 61 euro a chi ne guadagna
in un anno 91.000».
Alfano: «Sulle nozze gay siamo
pronti a far cadere il governo»
Secolo
2
Desiree Ragazzi
«Senza di noi questo governo
non vive, senza di noi il centrodestra in futuro non vince». Lo ribadisce il leader del Nuovo
centrodestra e vicepremier Angelino Alfano, alla presentazione del
libro-manifesto del partito Moderati. Per un nuovo umanesimo
politico, scritto da Quagliariello,
Roccella e Sacconi. Alfano apre
a Matteo Renzi sulla legge elettorale: «Primo ok possibile a febbraio, mi fido del leader del Pd,
non vorrà tornare alle urne». Ma
poi conferma il “no” a legalizzazione della cannabis e alle nozze
gay: «Siamo al governo per fare
scudo a delle cose che la sinistra
farebbe se non ci fossimo noi. Se
non ci fossimo noi, la sinistra riterrebbe normale legalizzare la
canna, i matrimoni gay, le adozioni dei gay e frontiere libere agli
immigrati. Questo è il riformismo
d’Italia
di sinistra. Noi siamo dallʼaltra
parte. Se propongono il matrimonio gay, ce ne andiamo un attimo
prima a gambe levate e denunciandolo allʼopinione pubblica». E
spiega: «Alla base di Ncd non cʼè
un pantheon di riferimento, ma dei
valori, quelli del mondo dei moderati. Io non sono affezionato al termine “moderati”, sono affezionato
Droghe, Lorenzin:
«Contraria alla legalizzazione.
È un danno culturale e sanitario»
Redazione
Hanno voglia di emigrare, di cambiare
mestiere, altre sono infuriate e pronte a
dare battaglia. Le insegnati (le donne
sono le più agguerrite almeno a leggere il
tam tam sulla rete) sono sul piede di
guerra per la decisione del governo, che
in queste ore sembra “rientrata”, di chiedere ai docenti di restituire gli scatti stipendiali già percepiti nel 2013 con una
trattenuta di 150 euro mensili a partire da
gennaio. La bomba è scoppiata ieri alla
riapertura delle scuole dopo la pausa natalizia (ma la nota del ministero è del 27
dicembre) e, tanto per complicare la matassa ,la decisione del ministro Saccomanni è stata subito sconfessata dalla
collega allʼIstruzione, Maria Chiara Carrozza che ha chiesto di “soprassedere”.
Solo questa mattina il titolare dellʼEconomia, nel corso di un vertice a Palazzo
Chigi, è tornato sui suoi passi: «Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro
percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti». Una retromarcia in piena regola che conferma lo
stato confusionale dellʼesecutivo sui provvedimenti per fare cassa. Intervenendo
alla Telefonata su Canale 5 Angelino Alfano ha cercato di mettere una pezza al
al sistema di ideali e valori e i nostri valori sono quelli per cui la società è precedente allo Stato e i
diritti non li concede lo Stato ma
vengono prima». Alfano, poi, afferma di non sentirsi “maltrattato”
dal leader del Pd: «Renzi dice che
per lui il governo può andare
avanti fino al 2015. E io mi fido.
Renzi lo ha detto pubblicamente,
vistoso buco: «In questo modo il governo
rischia di farsi male da solo. Entreremo
nel merito della vicenda, i cui dettagli ancora non conosciamo, per evitare che si
verifichi il prelievo». Se il Pd si era mosso
a caldo con una lettera-petizione al ministro Carrozza e al premier Letta, Matteo
Renzi oggi si precipita a intestarsi la battaglia a tutela dei professori. «Il taglio agli
insegnanti è assurdo. Il governo rimedi a
questa figuraccia – twitta il sindaco-segretario – il Pd su questo non mollerà di
un centimetro». I sindacati comunque
non intendono mollare. «Le istruzioni impartite dal ministero dellʼEconomia per un
graduale recupero degli scatti maturati nel
2012 costituiscono una decisione inaccettabile che va bloccata, una vera e propria provocazione che se attuata non
potrà rimanere senza risposta», aveva
detto ieri il segretario generale della Cisl
Scuola Francesco Scrima mentre la Gilda
aveva lanciato un aut aut: «Siamo stanchi di aspettare, vengano restituiti ai docenti gli scatti stipendiali 2012 o sarà
sciopero generale». Di «situazione gravissima, mai accaduta prima», parla il segretario della Uil scuola per il quale «la
nota del ministero dellʼEconomia produce
come effetto che, senza che nessuno sia
stato avvertito, senza che sia stata fornita
nessuna spiegazione, si procede con il
prelievo nello stipendio. Come a dire, poiché la scuola è centrale nelle scelte di governo, apriamo il nuovo anno togliendo
parte della retribuzione di quelli che lʼavevano legittimamente percepita, perché le
regole sono cambiate».
VENERDì 10 GENNAIO 2014
è un leader di nuova generazione
e ha tutto lʼinteresse a dire una
cosa e fare la cosa che ha detto.
Era tipico dei vecchi leader dire
una cosa e farne unʼaltra. Sulla
sua volontà di mandare avanti il
governo mi fido di lui. Manterrà
quel che ha detto». Quanto al dialogo tra Pd e Fi sulla legge elettorale sostiene che «Renzi è libero
di vedere Berlusconi e io non me
ne adonterei. Poi noi faremo le nostre valutazioni, ma non cʼè nulla
di strano o di male. Si sta dando
unʼenfasi eccessiva su questi rapporti tra Renzi e Verdini o tra
Renzi e Berlusconi. Si sta dando
unʼenfasi eccessiva su questi rapporti tra Renzi e Verdini o tra
Renzi e Berlusconi». Infine, sul
centrodestra lancia una sfida:
«Deve riunirsi e ricompattarsi e
vincere alle prossime elezioni. È
questo lʼorizzonte in cui ci muoviamo». Alfano ribadisce che il
candidato alla premiership del
centrodestra sarà scelto con le primarie di coalizione: «Dovrà svolgersi una gara democratica tra
tutti coloro che si ritengono di centrodestra, molto simile a quella
delle primarie che si sono svolte
nel campo della sinistra. In questo
modo anche il centrodestra avrà
una indicazione da milioni di persone grazie alla quale la prossima
volta vinceremo noi».
Sondaggio Tecné: il centrodestra
in vantaggio, ora è al 36,7 per cento
e stacca Pd & C.
Redazione
A Renzi non basta la “grande abbuffata” televisiva, con i
tiggì che raccontano il suo “grande pensiero” su qualsiasi
tema politico, sociale, economico e culturale, e con la
stampa “amica” che gli dedica titoloni per tirargli la volata,
manco fosse il Messia. Non basta nemmeno il tentativo di
abbracciare lʼantipolitica, con annunci a metà tra i grillini e
i politici della Prima Repubblica, con uno show al giorno
che, secondo lui, toglie lʼavversario di torno: secondo il
nuovo sondaggio realizzato da Tecné per Tgcom24, infatti,
se si votasse oggi, vincerebbe il centrodestra abbastanza
facilmente. È vero, Renzi fa guadagnare altri due punti al
Pd e logora Letta, con la fiducia del governo sempre più in
calo. Ma è altrettanto vero che il centrodestra è in vantaggio di oltre tre punti sul centrosinistra, che è un corposo
numero di voti. I risultati danno, infatti, il centrodestra al
36,7% (36,1% nello scorso sondaggio, quindi in continua
crescita), contro il centrosinistra che si attesta al 33,5%
(31,5% nello scorso sondaggio); il Movimento Cinque
Stelle di Grillo scende, invece, al 20,6% (contro il 23,2%
dello scorso sondaggio), lʼennesima perdita di consenso
per lʼex comico, che sta vivendo una stagione di contraddizioni. Per quanto riguarda, infine, la fiducia nel governo,
diminuiscono i giudizi positivi: 32%, contro il 35% dello
scorso sondaggio. I giudizi negativi salgono al 52.6%
(47,7% nello scorso sondaggio), mentre il 15.4% degli intervistati non fornisce indicazioni. Riguardo ai singoli partiti, Forza Italia è al 22,9; il Nuovo centrodestra al 5 rispetto
al 5,3 precedente; Fratelli dʼItalia al 3,1 in crescita rispetto
al 2,8 precedente; la Lega Nord al 3,8, contro il 3,4.
Il Parlamento europeo sfida gli Usa e invita
Snowden per un'audizione in videoconferenza
VENERDì 10 GENNAIO 2014
Annamaria Gravino
La Commissione Libertà civili
(Libe) del Parlamento europeo
ha invitato Edward Snowden a
partecipare «in videoconferenza interattiva» a un'audizione dell'inchiesta che sta
conducendo sullo scandalo
delle intercettazioni. La decisione di invitare l'ex agente
della Nsa americana, che dato
il via al Datagate, è stata assunta a larghissima maggioranza, con 36 sì, 2 no e un
astenuto, nonostante la contrarietà già espressa dagli
Stati Uniti. Della possibilità di
invitare Snowden, infatti, si
parla da tempo e un primo appuntamento era stato fissato
per il 19 dicembre, ma le contestazioni sulla modalità di
svolgimento hanno poi spinto
a rinviarlo. Sempre a dicembre, era stato sentito in audizione anche il presidente della
Commissione sull'Intelligence
del Congresso statunitense,
Mike Rogers, il quale aveva
valutato «molto negativamente» l'iniziativa dei deputati
europei, paragonandola all'invito di «un ladro di banche di
fronte a una commissione sul
controllo finanziario». Una
Secolo
d’Italia
Il Papa: l'amore cristiano
vive di concretezza
chiusura simile oggi è stata
espressa dai conservatori britannici secondo i quali «Snowden ha messo in pericolo vite
umane» e «invitarlo è un atto
altamente irresponsabile». Si
è ammorbidita, invece, la posizione dei conservatori tout
court, ovvero del gruppo che
riunisce gli esponenti di quella
famiglia politica nei vari Paesi
dell'Unione. Era stato proprio il
gruppo a opporsi all'audizione
del 19 dicembre, poiché prevedeva una modalità non interattiva: un videomessaggio in
cui "la talpa" avrebbe dovuto
rispondere a due domande
presentate da ognuno dei ca-
pigruppo. Oggi, invece, i conservatori hanno acconsentito
all'invito pur specificando che
il via libera è subordinato al
fatto che Snowden appaia «in
una sessione in diretta e interattiva». A questo punto, dunque, non manca che la
risposta all'invito dello stesso
ex agente della Nsa. Da questa dipenderà anche la data
della videoconferenza, ma
l'obiettivo di Bruxelles è di organizzarla entro metà febbraio, prima del voto degli
eurodeputati sul rapporto relativo allo scandalo spionaggio,
elaborato dal laburista britannico Claude Moraes.
Cognome materno al figlio, il governo
si impegna a rivedere il Codice
Redazione
Mamma e papà sono "uguali"
anche nel diritto di dare il cognome ai propri figli. Dopo la sentenza della Corte di Strasburgo
che ha condannato l'Italia per
aver violato i diritti di una coppia
negandole la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della
madre anziché quello del padre,
la politica si muove. Il governo –
confermano fonti di Palazzo Chigi
– si è impegnato a intervenire
sulla questione del cognome e ha
apprezzato le iniziative parlamentari come quella bipartisan presentata ieri al Senato da Pd e
Forza Italia. I due partiti Pd presentato un ddl per innovare il Codice civile e creare i presupposti
perché figli possano avere e tra-
3
smettere anche il nome di famiglia materno auspicando allo
stesso tempo un intervento a
breve da parte del governo.
«Qualora l'esecutivo dovesse intervenire, Forza Italia – assicura
la senatrice Alessandra Mussolini
– potrà essere solo soddisfatta e
votare a favore. Io lo farò». Decisamente oltranzista, invece, la
proposta di Sel che oltrepassa il
confine della parità. «Libera
scelta dei genitori sul cognome da
attribuire al proprio figlio. E in
caso di disaccordo, prevalenza al
cognome della madre. Quando
poi il figlio diventerà maggiorenne, potrà scegliere liberamente se cambiare cognome». È
questa la proposta presentata
dalla vendoliana Marisa Nicchi al-
l'indomani della proposta di legge
che approderà in Parlamento
nelle prossime ore. Si tratta –
spiega la Nicchi – di un importantissimo elemento di novità «perché contrassegna il ruolo
essenziale della madre nella filiazione e dunque il definitivo superamento
della
pregressa
disparità». Poi a diciotto anni il figlio deciderà. Sarebbe una possibilità he «avvicina l'Italia al resto
del mondo. Basti pensare al neoeletto sindaco di New York, che
ha legalmente cambiato il cognome, prendendo quello della
madre soltanto nel 2001».
Redazione
L'amore cristiano non ha nulla
a che fare con quello "delle telenovele". Non è "un amore di
illusioni", ma vive di "concretezza". Con il suo linguaggio
efficace, fatto anche di paragoni che colpiscono l'immaginario dell'ascoltatore, Papa
Francesco ha dato una particolare descrizione delle caratteristiche dell'amore predicato
dal cristianesimo: nessuna romanticheria, è la visione di
Bergoglio, ma un amore altruista e sollecito, che si rimbocca le maniche e guarda ai
poveri, che «è più nelle opere
che nelle parole», è «più nel
dare che nel ricevere». Papa
Francesco, nella messa celebrata a Santa Marta, è stato
netto sulla questione e si è lasciato guidare, nella riflessione all'omelia, anzitutto
dalle parole della prima Lettera di Giovanni. «Rimanere
nell'amore» di Dio, ha osservato, non è tanto un'estasi del
cuore, cioè una cosa bella da
sentire.
«Guardate
che
l'amore di cui parla Giovanni
non è l'amore delle telenovele! No, è un'altra cosa – ha
spiegato – L'amore cristiano
ha sempre una qualità: la concretezza. L'amore cristiano è
concreto. E quando non c'è
questa concretezza, si può vivere un cristianesimo di illusioni, perché non si capisce
bene dove è il centro del messaggio di Gesù».
Siria, l'Onu vuol addossare tutta la colpa
ad Assad. Mosca si oppone
4
Secolo
d’Italia
Antonio Pannullo
La Russia ha bloccato un progetto di
dichiarazione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che condannava i
bombardamenti dell'esercito siriano
su Aleppo. Lo hanno riferito fonti diplomatiche. Questa dichiarazione,
promossa dalla Gran Bretagna, non
vincolante, avrebbe dovuto raccogliere, per essere adottata, l'approvazione dei 15 Paesi membri, ma
Mosca ha rifiutato che il suo alleato
siriano fosse l'unico messo in causa
e Londra, alla fine, ha ritirato la proposta. Mosca aveva già bloccato il
19 dicembre un simile progetto di dichiarazione presentato dagli Stati
Uniti. Il testo britannico esprimeva
unilateralmente «l'indignazione davanti ai raid quotidiani condotti dal
governo siriano contro la città di
Aleppo che hanno provocato 700
morti e più di 3.0000 feriti dal 15 dicembre». Non una parola dunque
sulle azioni terroriste dei ribelli e sul
ruolo dei mercenari stranieri in Siria.
Intanto il leader del Cremlino Vladimir Putin ha discusso con il presidente iraniano Hassan Rohani dei
problemi internazionali attuali, tra cui
il dossier nucleare iraniano, la Siria e
la preparazione della conferenza internazionale di pace Ginevra-2. E a
quanto pare ci sarà anche il ministro
degli Esteri Emma Bonino domenica
a Parigi alla riunione del Gruppo
degli amici della Siria. Lo conferma
la Farnesina. Alla riunione parteciperanno i ministri degli Esteri del
Gruppo degli 11 Paesi amici della
Siria che incontreranno la Coalizione
siriana, unione dell'opposizione (notoriamente divisa in più fazioni che
quotidianamente si affrontano con le
armi), a 10 giorni dalla conferenza di
pace del 22 gennaio in Svizzera. Intanto procede la distruzione di armi
chimiche siriane, grazie all'ok di Damasco agli accordi internazionali. La
Germania distruggerà parti di componenti delle armi chimiche siriane
sul proprio territorio. Lo annuncia il
ministro degli Esteri tedesco FrankWalter Steinmeier: «Nessuno, che
disponga delle capacità tecniche, si
può sottrarre», ha detto Steinmeier
annunciando la partecipazione della
Germania alla distruzione di armi
chimiche siriane. L'operazione, ha
precisato, sarà eseguita dalla Società per l'eliminazione di armi chimiche e residui militari Geka, con
sede a Munster, in Bassa Sassonia.
Probabilmente, ipotizza la Dpa, si
tratta di diverse centinaia di tonnellate di una sostanza chimica che si
sviluppa dalla separazione del gas
nervino in elementi non pericolosi.
Questo primo passaggio del processo di distruzione di armi chimiche
sarà condotto dagli Stati Uniti su una
nave. La sostanza destinata a essere presa in carico dai tedeschi
sarà portata in container per nave in
Germania e quindi trasferita via tir o
ferrovia nell'impianto di combustione
di Munster. La sostanza chimica
viene completamente distrutta nella
combustione. I residui che ne derivano sono solo individuati come sali
innocui.
Giovanni Trotta
I 27 italiani dell'Associazione nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro rimasti bloccati nella Striscia
di Gaza per alcuni giorni sono
rientrati al Cairo da dove si imbarcheranno nelle prossime ore su
un aereo che li riporterà in Italia:
lo rende noto la Farnesina. La
Farnesina rinnova ancora una
volta l'invito ai connazionali che intendono recarsi in zone soggette
a instabilità politica e sociale a seguire le indicazioni puntualmente
fornite dall'Unità di Crisi del ministero degli Esteri. E a quanto pare
se ne sono andati appena in
tempo, perché nella zona hanno
ripreso a soffiare i venti della
guerra. Tre colpi di mortaio sono
stati sparati infatti da Gaza verso
una forza dell'esercito israeliano
che era di pattuglia lungo la barriera di sicurezza con la Striscia
nella parte israeliana. Non ci sarebbero stati - ha detto la radio
israeliana - né feriti né danni. Immediatamente l'aviazione israeliana, i due raid successivi, ha
attaccato una cellula palestinese
che a Gaza che si apprestava a
lanciare razzi contro Israele. Lo dicono i media secondo cui, in base
alle prime informazioni, ci sarebbero delle vittime.
Il pessimismo, anche dopo il riacutizzarsi dei problemi legati alle
colonie, torna a dominare: tra
israeliani e palestinesi «non c'è
accordo su nulla. Le proposte di
Israele sono inaccettabili e solo un
miracolo potrà far sì che il segre-
tario di Stato Usa John Kerry
possa ottenere un accordo». È
quanto ha sottolineato Nemer
Hammad, consigliere del presidente dell'Anp Abu Mazen e per 30
anni responsabile dell'Olp in Italia,
facendo il punto sullo stato dei negoziati tra israeliani e palestinesi.
Sui nodi chiave della trattativa dalla valle del Giordano a Gerusalemme fino al riconoscimento
d'Israele come Stato del popolo
ebraico - secondo Hammad non ci
sarebbe stato alcun passo avanti.
«È la prima volta che c'è un segretario di Stato Usa così determinato», ha ammesso il diplomatico
elogiando Kerry rispetto a chi lo ha
preceduto e sottolineando come
Washington in questo momento
«cerchi di prendere in considera-
VENERDì 10 GENNAIO 2014
Pakistan, 14enne eroe
muore per fermare
un attentatore suicida
Gli italiani bloccati lasciano Gaza.
Appena in tempo, fuoco sugli israeliani
Redazione
Aitazaz Hassan Bangash era uno
studente pachistano di 14 anni. Lunedì è morto in un'esplosione davanti alla sua scuola fermando un
attentatore suicida, ed evitando
così una strage. Oggi viene considerato un eroe. Il fatto è accaduto
lunedì nel distretto di Hangu della
provincia di Khyber Pakhtunkhwa
(Pakistan nord-occidentale): a ricostruire i fatti, e quindi l'eroico gesto
dello studente di 14 anni, è stato il
cugino, Musadiq Ali Bangash, riferisce la Cnn. Aitazaz stava andando
in
classe
quando
l'attentatore suicida, che indossava
l'uniforme della scuola, lo ha fermato vicino al cancello chiedendogli informazioni. Aitazaz e il cugino
si sono insospettiti. «Gli altri studenti sono indietreggiati, ma Aitazaz ha sfidato l'attentatore dandogli
la caccia. Nella colluttazione che
ne é seguita, l'attentatore é stato
colto dal panico e ha fatto esplodere la bomba», ha raccontato il
cugino della vittima. Aitazaz e l'attentatore sono morti sul colpo. «È
stato un grande sacrificio da parte
sua. Ha salvato la vita di centinaia
di studenti, sciiti e sunniti, riuniti in
assemblea nella scuola», ha detto
il cugino di Aitazaz. Intanto si è appreso che un sovrintendente della
polizia criminale è stato ucciso a
Karachi insieme con tre agenti di
scorta in un attentato subito rivendicato dai talebani del Tehrek-eTaliban Pakistan. Lo hanno reso
noto le autorità locali.
zioni le ragioni dei palestinesi
quando prima si pensava solo al
Congresso americano». Tuttavia,
ha rimarcato, solo un miracolo
potrà far sì che Kerry ottenga qualcosa dagli israeliani. Anche perché, all'interno del governo, «il più
estremista è proprio il premier Netanyahu», ha sostenuto Hammad
che, invece, soffermandosi sull'Italia, ha ribadito «l'intenso rapporto
e il buono scambio d'idee» che intercorrono tra l'Anp e il governo
Letta.
Meno incidenti sulle strade nel 2013:
le vittime calano del 14 per cento
VENERDì 10 GENNAIO 2014
Secolo
d’Italia
Clima, primo ok
alla proposta
per la riduzione
dell'inquinamento
Redazione
Meno vittime e meno incidenti stradali rispetto al 2012, più controlli,
oltre trentatremila persone sorprese
alla guida in stato di ebbrezza o sotto
l'influenza di sostanze stupefacenti:
è il bilancio di un anno di attività della
polizia stradale che ha dato i suoi
frutti. Questi i numeri: nel 2013 gli incidenti stradali sono diminuiti del
2,4%, passando dagli 82.385 rilevati
da polizia stradale e carabinieri nel
2012 agli 80.387 dell'anno appena
concluso. Il calo è però maggiore se
si considerano soltanto i sinistri con
esisto mortale: in questo caso si è
passati infatti dai 1906 del 2012 ai
1.616 del 2013, con una flessione
percentuale del 15,2%. Il numero
delle vittime è invece sceso del 14%:
dalle 2082 del 2012 alle 1791 dell'anno scorso. 2,1 Sul fronte del contrasto alle infrazioni al codice della
strada, complessivamente, polizia e
carabinieri
hanno
schierato
4.576.861 pattuglie di vigilanza stradale e contestato 2.180.825 infrazioni. Sono stati invece 2.354.942 i
punti patente complessivamente decurtati nel 2013. Potenziati anche i
controlli nel settore dell'autotrasporto
con 241.024 veicoli controllati e l'accertamento di 72.418 infrazioni. Ancora, con 2.900 km di rete
autostradale vigilata, il sistema Tutor
ha funzionato per 439.725 ore e si è
registrata una diminuzione del
12,43% delle violazioni accertata. Tra
l'altro, nelle tratte in cui il Tutor è attivo da più tempo, la mortalità è stata
abbattuta del 51% e il numero dei feriti del 27%. Il sistema Vergilus - che
controlla la velocità media sulle
strade statali - ha invece registrato
31.450 violazioni in 10.901 ore di funzionamento (quasi il doppio rispetto
all'anno precedente), con una riduzione delle violazioni di circa il 10%.
Per quanto riguarda la guida sotto
l'effetto di alcol e droga, nel 2013
sono stati controllati con etilometri
e/o precursori 1.716.437 conducenti,
31.205 dei quali sono stati sanzionati
per guida in stato di ebbrezza e
2.416 per guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Sequestrati
complessivamente 994 veicoli. I conducenti controllati per prevenire il fenomeno delle “stragi del sabato
sera”sono stati 303.464, 16.848 dei
quali sono risultati in stato di ebbrezza, dato che, tradotto in termini
percentuali, indica che circa il 6% di
loro è risultato positivo all'alcoltest.
La polizia stradale ha organizzato
anche una serie di operazioni volte a
contrastare comportamenti illeciti nel
trasporto di animali vivi: 770 pattuglie
della Polstrada hanno controllato nel
2013 circa 2200 veicoli, portando all'accertamento di 1400 violazioni ed
a 604mila euro di sanzioni amministrative.
Redazione
L'ex pilota di Formula Uno Eddie
Irvine e Gabriele Moratti, figlio
dell'ex sindaco di Milano, sono
stati condannati a sei mesi dal
tribunale del capoluogo lombardo per una rissa che li ha
visti protagonisti, uno contro l'altro, nel dicembre 2008 nel privé
della famosa discoteca "Hollywood". Irvine e Moratti si sono
denunciati a vicenda e ne è nato
un processo con al centro l'accusa di lesioni a carico di entrambi che è durato quasi tre
anni. Come emerso durante il
processo la causa scatenante
della lite sarebbe stato un sms
che Irvine mandò a una ragazza
che aveva appena interrotto una
relazione con Gabriele Moratti.
Lo hanno riferito in aula due testimoni, all'epoca amici di entrambi. Il figlio dell'ex sindaco e
l'ex pilota della Ferrari, che
hanno preso parte a molte
udienze del processo davanti ai
cronisti in molte occasioni si
sono rimpallati le responsabilità.
«Mi ha tirato un bicchiere in faccia e ho ancora i segni sopra
l'occhio», aveva spiegato Moratti. «Ero nel locale con degli
amici e lui mi ha colpito da dietro», aveva detto, invece, Irvine,
difeso dall'avvocato Marco Baroncini. Gabriele Moratti, difeso
dai legali Vinicio Nardo e Vincenzo Saponara, aveva anche
raccontato ai cronisti che l'ex pilota di Formula Uno aveva cercato una transazione per
chiudere il procedimento penale.
Transazione che lui però ha rifiutato. Il pm aveva chiesto una
pena di sette mesi per entrambi
e il giudice Marco Formentin
della decima sezione penale l'ha
abbassata di un mese, condannandoli a sei mesi. Il giudice ha
anche disposto la trasmissione
degli atti alla procura perché valuti l'ipotesi di falsa testimonianza a carico di una serie di
testi ascoltati nel dibattimento.
«Sono testi citati dalla difesa
Moratti», ha detto il legale di Irvine. Tra loro ci sarebbero un ex
maggiordomo che lavorava a
casa Moratti e un bodyguard
amico del giovane.
Rissa in discoteca, condannati Irvine e Gabriele Moratti
5
Redazione
Luce verde delle commissioni
ambiente e industria dell'Europarlamento a una proposta
congiunta di tre nuovi target Ue
per il 2030: 40% di riduzione
della CO2 rispetto al 1990, 30%
di consumo di energia da rinnovabili ed un aumento del
40% dell'efficienza energetica.
La relazione finale è passata
con 66 voti a favore, 42 contrari
e tre astensioni, nonostante
l'appello a non approvarla del
relatore della commissione industria, il conservatore polacco
Konrad Szymanski. Soddisfatta
invece la relatrice della commissione ambiente, l'eurodeputata belga Anne Delvaux (Ppe):
«Quanto votato è esattamente
quello che ho difeso: tre obiettivi come per il 2020, perché è
importante continuare a promuovere le rinnovabili e l'efficienza energetica, dare una
certa coerenza all'industria, tirando l'allarme su errori passati, come gli eccessivi incentivi
alle fonti verdi, per cui ho domandato una graduale eliminazione». Secondo Delvaux la
relazione «dà un messaggio
chiaro alla Commissione Ue»,
che presenterà le sue proposte
sul cosiddetto «pacchetto clima
ed energia» per il 2030 il prossimo 22 gennaio. Il testo approvato ora dovrà passare al
vaglio della plenaria dell'Europarlamento a febbraio. «La
maggioranza ottenuta non significa una partita vinta in plenaria – ha spiegato Delvaux –
perché sono temi sensibili che
dividono i parlamentari, come
gli Stati membri e la Commissione stessa». L'appello della
relatrice quindi è di «non votare
in maniera ideologica, ma vedere quel che è meglio per il
clima, l'occupazione, la ricerca,
l'innovazione e l'energia».
Piano rifiuti in Toscana: obiettivi troppo
ambiziosi, si rischiano ecotasse
6
Secolo
d’Italia
Redazione
«Con questo Piano siamo dinanzi a
una svolta importante per quanto riguarda la gestione dei rifiuti in Toscana: con esso si tenta di rendere
più ordinata una materia scottante
rispetto alle tante ombre che ci
sono state finora. Il Piano dunque è
complessivamente positivo. Tuttavia resta ancora qualcosa da fare
per renderlo migliore e soprattutto
meno costoso per il cittadino». È il
commento di Andrea Agresti, consigliere del Nuovo Centrodestra e vicepresidente della commissione
Ambiente, che spiega: «Certi parametri fissati in questo documento,
infatti, possono determinare il non
raggiungimento degli questi perché
superano addirittura i parametri comunitari. Il fatto in sé è di certo meritevole, ma la Toscana oggi è
indietro, molto indietro. Non vorremmo che certi obiettivi fossero
dati solo per far apparire Regione
come la prima della classe rispetto
al fatto che noi andiamo a raccogliere il 70% di differenziata, mentre nei fatti ci sono Province che
finora hanno raggiunto appena il
29%. Qui siamo a livello di insegnanti di sostegno, con molti Comuni che hanno bisogno di esser
tenuti per mano dalla Regione. Altrimenti poi i costi gravano sui cittadini che pagano le ecotasse per
non aver raggiunto quegli obiettivi.
Insomma, soprattutto in un mo-
mento di crisi economica è giusto
razionalizzare. Lʼobiettivo principale, la tensione, deve tuttavia
esser a non gravare ulteriormente
sui cittadini. Noi questi parametri
così ambiziosi li abbiamo criticati
anche in commissione, e sosteniamo che conveniva rimanere
negli stessi parametri di tutti. Certo,
poi, che gli obiettivi devono essere
alti – continua Agresti – ma al momento il materiale da recuperare è
spesso fermo in discarica. Allora:
anche quello del recupero deve essere un percorso accompagnato sia
quanto a strutture che quanto a normative. Se non si crea questa filiera
la vedo dura con lʼorientamento
delle scelte, dato che la lavorazione
di altre materie è più economica rispetto al materiale riciclato. Serve
sostegno. Idem per quanto riguarda
gli impianti, il cui obiettivo numerico
va a mio avviso reinquadrato: il
Piano prevede infatti quattro termovalorizzatori per tutta la Toscana.
Peccato che solo nellʼAto Sud ce ne
siano tre. Come si conciliano realtà
e programmazione? Tutto questo
un problema lo crea e va chiarito,
anche perché la sensibilità dei cittadini sulla materia è comprensibilmente alta».
Redazione
«Due rotatorie sullʼAppia, una allʼaltezza di via Epitaffio ed una allʼaltezza della Storta di Sezze, per
attenuare il flusso di traffico e la
pericolosità di queste strade. Due
rotatorie che devono essere realizzate immediatamente. Siamo
riusciti, con la presentazione e
lʼapprovazione di un ordine del
giorno specifico, ad ottenere lʼinserimento di queste opere nel bilancio della Regione Lazio
approvato solo pochi giorni fa». Lo
afferma il consigliere regionale di
Forza Italia, Giuseppe Simeone,
che così prosegue: «La messa in
opera delle due rotatorie consentirà, eliminando i semafori a raso,
di ridurre il numero di incidenti
mortali che purtroppo continuano
a verificarsi allʼaltezza di questi
due incroci, ma soprattutto di migliorare la viabilità in tratti partico-
larmente critici. Con questo intervento si potenzierà la sicurezza
delle strade nella provincia di Latina. Dobbiamo garantire ai nostri
cittadini infrastrutture efficienti e sicure, una viabilità moderna capace di dare risposte alle esigenze
dei nostri cittadini. Inoltre le due rotatorie renderanno più fluido il traffico sulla via Appia, che è una
strada nodale per i movimenti legati al turismo e al trasporto delle
merci, al servizio di strutture di eccellenza della nostra economia e
delle varie centrali di logistica legate allʼagroalimentare e al polo
industriale di Latina Scalo. Questa
scelta è la testimonianza che atti
amministrativi concreti e rapporti
sinergici tra istituzioni possono
portare a risultati tangibili. La sicurezza stradale è una priorità per
chi fa amministrazione. Queste
due rotatorie – continua Simeone
– si aggiungono agli investimenti
sulla Pontina, allʼaltezza di viale
Le Corbusier in corso di realizzazione, e a quelli già realizzati nel
tratto che va da Borgo Piave a
Terracina. Un pacchetto di interventi che, coerentemente, alza il
livello di sicurezza della rete stradale nel nord della provincia di
Latina. Questo per smentire
anche quanti sono sempre pronti
ad intendere la politica e la Regione come interlocutori inerti».
Latina, due rotatorie sull'Appia per allentare
il traffico e ridurre gli incidenti
VENERDì 10 GENNAIO 2014
Perugia, vandalismo
contro i manifesti di
Forza Italia sulla droga
Redazione
"Basta droga", "Basta sprechi":
con questi due messaggi, inerenti altrettanti significativi ed
evidenti problemi che affliggono
Perugia come e più di altri Comuni, ha preso il via, da alcuni
giorni, la campagna di comunicazione del gruppo comunale
di Forza Italia-Pdl. Purtroppo
però - denuncia il consigliere
comunale di Forza Italia-Pdl
Leonardo Varasano - in più
parti della città i nostri manifesti
risultano illeggibili, perché sfregiati o gravemente deturpati.
Qualche vandalo ha provveduto a strapparli e a sporcarli.
In via Serafino Siepi e in zona
Rimbocchi, solo per fare qualche esempio documentato con
foto, i manifesti con su scritto
"Basta droga" sono stati fatti a
brandelli; nella zona di via
Roma lo slogan "Basta sprechi"
è stato trasformato in "Basta
preti". Simili vandalismi, spia di
profonda intolleranza, costituiscono un fatto grave. L'impressione è che la denuncia contro
la droga, in particolare, risulti
sgradita. È possibile - conclude
Varasano - che in una città disseminata di telecamere non sia
rimasta traccia degli "eroi" che
si accaniscono contro semplici
manifesti?».
“Sapore di te”, l'operazione
nostalgia dei fratelli Vanzina
Secolo
VENERDì 10 GENNAIO 2014
7
d’Italia
Priscilla Del Ninno
Dopo l'abbuffata di cine-panettoni, si riparte dai
Vanzina. Si ritorna agli anni Ottanta. Esattamente al 1983, alle sequenze alla capannina di
Forte dei Marmi. Alla spiaggia semi-deserta di
fine settembre. Si ricomincia da una stagione
in cui – come ricorda la coppia di registi – «si
credeva nell'amore». Si ritorna e si riparte da
Sapore di te, ideale sequel di Sapore di mare,
di Carlo Vanzina, scritto a quattro mani con il
fratello Enrico. Solo che se nel film culto dell'83
venivano messi in scena gli amori estivi degli
anni Sessanta, con il nuovo episodio si fa un
balzo di vent'anni in avanti. E visto che ricetta
che vince, non si cambia – semmai si miscela
con nuovi ingredienti – il ritratto d'epoca punta
sull'intreccio tra sentimento e comicità garbata;
la cifra stilistica è quella della nostalgia avulsa
da facili sentimentalismi; il ritratto sociale a tinte
chiare e dai contorni definibili, ma senza indugiare nel commento politico o nella satira di costume; senza graffiare ma senza neppure
sconfinare nel buonismo a tutti i costi; meno
aggressivo di un cine-panettone, meno farsesco di un cine-cocomero. E allora, i Vanzina
mettono sullo schermo l'onorevole socialista
Vincenzo Salemme, accompagnato nella finzione scenica dall'amante che ha il fascino seducente di Serena Autieri, qui inguainata nelle
prorompenti vesti di una soubrette di Drive in;
il commerciante romano Maurizio Mattioli, accompagnato dalla moglie Nancy Brilli e dalla
figlia Katy Saunders; e per concludere l'operazione narrativa mirata ad accontentare tutte le
classi anagrafiche e sociali dello sconfinato target dei film di Vanzina, anche gli innamorati
Martina Stella e Giorgio Pasotti e i giovani Eugenio Franceschini, Matteo Leoni e Virginie
Marsan. Questa la squadra vincente di Sapore
di te, sbarcato ieri su 400 schermi con Medusa,
che trent'anni dopo il successo dell'allegra brigata di Sapore di mare, capitanata da Christian
De Sica e Jerry Calà, torna sulla mondana località versiliese per rilanciare gli anni Ottanta:
anni chiave per i fratelli della commedia e gli
ultimi in cui – a giudizio dei due fratelli registi –
«esistevano ancora ottimismo e romanticismo». Sullo sfondo del film, il Maurizio Costanzo Show e Drive in che spopolavano in tv,
mentre nei cinema irrompeva La chiave con
una scandalosa Stefania Sandrelli, e sui litorali vacanzieri riecherggiavano le note di True
degli Spandau Ballet, Time after time di Cindy
Lauper e Se m'innamoro dei Ricchi e Poveri:
questo, allora, a grandi linee l'indice del romanzo sentimentale firmato Vanzina, sull'amicizia, l'amore, il successo, il destino.
fuori dal coro che possa non unirsi alla festa.
«Quest'anno festeggio i 50 anni di carriera. È
un successo già il solo fatto di poterlo dire»:
questi i pochi, scaramantici commenti rilasciati
da Massimo Ranieri, al secolo Giovanni Calone, che mentre dichiara di non avere in programma nessun evento auto-celebrativo,
torna in tv con un nuovo appuntamento sulla
rete ammiraglia a distanza di tre anni dall'av-
vio dell'ultima avventura televisiva, quando su
iniziativa dell'allora direttore di Raiuno, Mauro
Mazza, viene incaricato di dirigere e interpretare per la prima rete, quattro commedie di
Eduardo de Filippo: la prima, Filumena Marturano, va in onda nel 2010; seguono poi Napoli milionaria e Questi fantasmi nel 2011, e
un anno dopo, Sabato, domenica e lunedì. In
tutte le occasioni Ranieri veste i panni, oltre
che del regista, anche dell'inteprete principale,
ottenendo lusinghieri riscontri da parte dei telespettatori. Oggi, forte di una carriera lunga
mezzo secolo alle spalle, torna sulla scena televisiva presentando al pubblico casalingo lo
spettacolo teatrale Sogno e son desto: tre appuntamenti di prima serata, in onda il sabato
su Rai 1 a partire dall'11 gennaio, per proseguire poi il 18 e il 25 gennaio, tra canzoni, racconti di vita, poesia e teatro. «Filo conduttore
dello show – spiega l'artista che ha debuttato
a soli tredici anni – sono tre parole: coraggio,
dignità e sogno»: che sono forse anche i segreti del suo successo.
Massimo Ranieri festeggia con un nuovo appuntamento in tv i 50 anni di carriera
Bianca Conte
La canzone, il cinema il teatro, e da ultimo
anche la tv. Alle prese con il repertorio classico edoardiano sulla ribalta. Al servizio del cinema d'autore con Bolognini sul set, con
esibizioni dal vivo offerte nei teatri per i tanti
concerti sostenuti: non c'è ambito spettacolare
in cui Massimo Ranieri non abbia saputo o potuto esprime un talento istrionico innato, una
presenza scenica funambolica, un'estensione
vocale fuori del comune e, soprattutto, una capacità di comunicare con il pubblico, di trasmettere energia spettacolare e creatività
interpretativa attraverso la quarta parete
drammaturgica, il filtro cinematografico e una
gavetta che, dalle affermazioni degli esordi al
Cantagiro, passando per gli exploit giovanili di
Canzonissima, fino ai trionfi sanremesi della
maturità, espressione dell'italianità calda,
della passionalità partenopea, della profondità
poetica della melodia nostrana. Per questo,
oggi che il cantante, attore e presentatore tv
celebra il mezzo secolo di impegno artistico e
di successo popolare, non c'è una sola voce
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
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7 agosto 1990 n. 250