Schiaffo all`Italia - Il Giornale D`Italia

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Schiaffo all`Italia - Il Giornale D`Italia
Anno IV - Numero 124 - Mercoledì 27 maggio 2015
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Verso le Regionali
Francia
Toscana
Impresentabili,
lista a orologeria
Marion Le Pen
nuova sfida del Fn
Ricerca di consensi
sulla pelle dei malati
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a pag. 5
SEMBRA PREVALERE L’ASSUEFAZIONE AL DILAGARE DI UNA TRAGEDIA SOCIALE. STANNO AMMAZZANDO I NOSTRI FIGLI A SUON DI EROINA E COCAINA
di Francesco Storace
on fa più notizia. Se un ragazzo,
un uomo adulto, una donna muoiono per overdose di droga non
ne parla più nessuno, salvo i parenti più stretti. L’Italia pare essersi rassegnata ad una tragedia sociale.
I media pure. Noi no.
I dati disponibili sul sito del dipartimento
antidroga sono agghiaccianti: a fronte di un
tasso di mortalità medio di morti per stupefacenti pari allo 0,9 per cento nazionale
ogni centomila abitanti, ci sono regioni che
lo superano abbondantemente (il dato statistico arriva fino allo scorso anno). Tra
quelle che stanno sotto la media nazionale,
Veneto, Lombardia e Campania. Con l’eccezione della Puglia, la gran parte delle regioni rosse stanno clamorosamente sopra
quel dato. Ha ragione Francesco Acquaroli,
candidato governatore nelle Marche per
Fratelli d’Italia, e che ha tirato fuori i dati relativi alla sua regione: “È finita ogni politica
di prevenzione se si abbattono del 40 per
cento le risorse dedicate”, ha denunciato.
Ovviamente, di tutto questo non si parla
in campagna elettorale. Nelle varie regioni
i duellanti si sfidano a colpi di impresentabilità dei candidati e di pronostici sballati, ma su una tragedia sociale il cui costo
è pagato per la maggior parte dalla nostra
gioventù pare che debba cadere il silenzio.
Del resto, a sinistra sono ormai assuefatti
allo slogan che drogarsi è un diritto. A
destra si dovrebbe ribadire che invece è
un delitto contro se stessi e contro la società. Già, a destra. Per fortuna che almeno
ci sono candidati come Acquaroli che
puntano a tenere alta l’attenzione su un
fenomeno assolutamente negativo nel silenzio di tutti gli altri.
Anche perché proprio le Marche, seconda
solo all’Umbria tra le regioni a statuto ordinario, stanno ai vertici della triste classifica tra le regioni che dovranno rinnovare
le amministrazioni. E assumono un carattere
triste se si pensa che il governatore uscente
- quello che pensa a sé e non ai nostri
giovani - scende dal cavallo rosso e monta
N
DROGA
ROSSA
Nelle Marche Acquaroli denuncia i tagli alla prevenzione. In Umbria
e in tutta l’Italia centrale record negativo di morti per stupefacenti
su quello azzurro come se niente fosse.
Che gli frega a Spacca, della droga e del
flagello che provoca nella regione...
Domani intendo parlarne, negli incontri
che avrò in provincia di Ancona. Quando
la mortalità si impenna oltre il doppio
della media nazionale, non si può più
stare a guardare. Ed è invece quello che
è esattamente successo in questi ultimi
anni, visto il taglio indecente di risorse
per la prevenzione. Il dato marchigiano
sui giovanissimi è drammatico: record
negativo di consumo di cannabis e altre
sostanze stimolanti nella fascia di età tra
i 15 e i 19 anni. Stanno ammazzando i
nostri figli e se ne infischiano, dobbiamo
gridare con tutta la forza possibile.
Nelle Marche e in tutte le regioni dell’Italia
centrale - Lazio, Toscana e Umbria - si registra il consumo maggiore di cocaina ed
eroina rispetto al resto del Paese. Tutte e
quattro le regioni sono egemonizzate a palazzo dalla sinistra. Chi le governa si dia
una regolata, perché non se ne può più.
“PIÙ POLIZIOTTI, CARABINIERI E FINANZIERI”. E I VIGILI DEL FUOCO SE LA PRENDONO
IMMIGRAZIONE: L’UE IMPONE DI TENERCI CHI È GIÀ ARRIVATO
Il “giubileo” di Renzi, altra propaganda
n attesa magari di autonominarsi anche pontefice, Matteo Renzi intanto
si fa il ‘suo’ Giubileo. Inteso non
come anno della Misericordia (secondo
le intenzioni del Papa, quello vero e che
viene dall’Argentina) ma come ‘macchina’
da ulteriore propaganda e per regolare
alcuni dei tanti conti in sospeso del Pd.
In maniera sempre solenne e intervenuto
ieri all’ennesima trasmissione tv (poi magari ci dirà quando trova il tempo per
fare il presidente del Consiglio, tra un’intervista e l’altra) Matteo Renzi ieri ha
fatto sapere che “nelle prossime sedute
del consiglio dei ministri daremo il via
all’assunzione di 2.500 fra carabinieri,
polizia e guardia di finanza. Saranno assunzioni straordinarie in vista del Giubileo
perché sulla sicurezza non si scherza”.
Anche in questo annuncio, che pure
avrebbe dovuto essere ‘solenne’, l’ex
rottamatore non ha comunque smarrito
la strada maestra - che non porta da
nessuna parte - del suo modo di essere.
I segnali sono evidenti: il consiglio dei
I
Schiaffo all’Italia
Vignola a pag. 3
ministri non è mai quello di oggi o di
domani, ma sempre “delle prossime sedute”. Quindi può anche annunciare che
si cercherà d far volare gli asini, tanto un
Consiglio dei ministri “prossimo” lo si
potrà fare pure su questo. Poi, c’è sempre
il carattere della “straordinarietà”: Renzi
da Firenze annuncia che poliziotti, carabinieri e finanzieri verranno presi ‘straordinariamente’ per il Giubileo. E che
vuol dire, che magari prenderanno un
terrorista qua, sventeranno un attentato
là e poi torneranno a casa? Siamo ai militari “a tempo” fantascientificamente annunciati l’altro giorno dalla ministra della
(poca) Difesa Pinotti e di cui in pochi, a
parte noi, hanno dato conto? E che colpo
di teatro, che intuizione intelligente con
quella “sulla sicurezza non si scherza”.
Pofferbacco, anche un bambino dell’asilo
avrebbe saputo dirlo: che sia questa la
‘buona scuola’ di sor Matteo? E comunque, visto che siamo in tema (tra sicurezza
e… bambini dell’asilo) potrebbe anche
girare la ‘scoperta’ al suo ministro dell’Interno Angelino Alfano.
L’annuncio di Renzi, rispetto al quale
neppure le vituperate forze dell’ordine
hanno fatto salti di gioia visto che nessuno
ci crede, ha inoltre scatenato non la
gelosia ma la giusta rimostranza dei vigili
del fuoco. Gli eroi di ogni giorno che
hanno organici sottodimensionati e che
questo governo sta ulteriormente penalizzando, tanto che neppure un nuovo
assunto è previsto per il Giubileo. Quando,
c’è da scommetterci, anche i vigili saranno
in prima linea. In maniera ‘straordinaria.
Ma sul serio, e come sempre.
Igor Traboni
2
Mercoledì 27 maggio 2015
ATTUALITA’
IERI PUBBLICATI I NOMI DEI CANDIDATI PUGLIESI “CENSURABILI”
Impresentabili, offerta last minute
La Commissione Antimafia renderà noto l’elenco completo soltanto venerdì. Ma il premier Renzi
già esulta: “Noi non ne abbiamo”. Raffaella Paita e Vincenzo De Luca fanno parte di liste civiche?
di Robert Vignola
a Commissione Antimafia
si riduce all’ultim’ora. E
soltanto venerdì renderà
nota la lista dei candidati
censurabili tra quelli che
si presentano al giudizio degli elettori
di sette regioni. Praticamente la
scelta è quella di invelenire un po’ i
comizi di chiusura della campagna
elettorale, perché quello sarà l’unico
effetto che una scelta tempistica del
genere potrà avere. Anche se qualche privilegiato c’è stato. Chi? Uno
su tutti: Matteo Renzi. Che ha potuto
gongolare del fatto che non c’è “nessun impresentabile nelle liste del
Pd”. Chissà chi glielo ha detto. Fatto
sta che la Commissione è presieduta
da Rosy Bindi.
Altre indiscrezioni? I nomi sarebbero
tredici, dei venti che si ipotizzava
all’inizio. Non si sa perché, son venuti
fuori solo i quattro che riguardano
la corsa per la Puglia. C’è Fabio Ladisa della lista “Popolari con Emiliano”, che appoggia il candidato
del Pd ed ex sindaco di Bari: Ladisa
è accusato di associazione mafiosa.
Poi ce ne sono due nelle liste a so-
L
Raffaella Paita e Vincenzo De Luca
stegno di Francesco Schittulli, ex
presidente della provincia di Bari.
Massimiliano Oggiano, della lista
“Oltre”, ha a suo carico accuse attinenti al 416 bis e al voto di scambio
con metodo mafioso. Giovanni Copertino, accusato di voto di scambio,
poi prescritto. Infine Enzo Palmisano,
candidato nelle liste a sostegno di
Adriana Poli Bortone: anche lui accusato per voto di scambio, è stato
prescritto.
E gli altri? A venerdì, appunto. Con
alcune certezze fin da adesso soffiate
sui tavoli delle redazioni: che la vicenda non riguarda affatto le regioni
del Nord (anche se si parlava di un
qualche problemino in Liguria: evidentemente “cassato” nel frattempo),
mentre c’è da scommettere che riserverà veleni a non finire in Campania. Il tutto, solo per esercizio dia-
lettico e per qualche indignazione
last minute: finire in quella lista non
significa essere incandidabile, ma
solo… brutto e cattivo. Secondo la
legge questi candidati hanno i requisiti per essere eletti. Ma la loro
presenza nelle liste cozza con il codice di autoregolamentazione per i
partiti, che l’Antimafia ha approvato
all’unanimità il 23 settembre 2014 e
che li invita a non candidare "soggetti
che risultano coinvolti in reati di criminalità organizzata, contro la Pubblica amministrazione, di estorsione
e usura, di traffico di sostanze stupefacenti, di traffico illecito di rifiuti"
e in altre "gravi condotte", come le
definisce il testo.
Dice il Pd che non ha candidati coinvolti. Evidentemente anche Raffaella
Paita e Vincenzo De Luca figurano
nelle… liste civiche.
DODICI SENATORI E IL DEPUTATO CORSARO ADERISCONO AI CONSERVATORI E RIFORMISTI
Fitto incassa altre adesioni eccellenti
A giugno la convention d’esordio - Subito un nuovo gruppo a Palazzo Madama
n attesa di presentare della convention di giugno
per la presentazione ufficiale del nuovo soggetto politico dei Conservatori e Riformisti, Raffaele Fitto incassa
l’adesione di altri 12 senatori,
10 dei quali provenienti da
Forza Italia e gli altri due da
Gal. Si tratta di: Anna Cinzia
Bonfrisco, Francesco Bruni,
Luigi D'Ambrosio Lettieri, Salvatore Di Maggio (Gal), Ciro
Falanga, Pietro Liuzzi, Eva
Longo, Antonio Milo (Gal),
I
Marco Lionello Pagnoncelli,
Luigi Perrone, Lucio Tarquinio,
Vittorio Zizza.
Intanto lo stesso ex governatore della Puglia ieri a Montecitorio ha partecipato alla
conferenza con i vertici del
gruppo conservatore e riformista europeo, Syed Kamall
e Geoffrey Van Orden, al termine della quale ha detto:
"L'obiettivo che noi abbiamo
con la nascita dei Conservatori e Riformisti è quello di
guardare all'intero Paese.
Guardiamo al modello di Cameron, che il centrodestra ha
sempre annunciato e mai realizzato. Il percorso comincia
oggi e a giugno ci sarà una
convention fondativa. Non abbiamo bisogno di tatticismi e
conta dei numeri, abbiamo
bisogno di forza, tempo e
buona volontà. La battaglia
aperta da Cameron è la battaglia politica che dovrebbe
dare il senso di marcia in ogni
Paese europeo. In Italia sono
diventati tutti conservatori
dopo il risultato di Cameron,
noi lo abbiamo detto prima".
Poi, ancora un riferimento a
Berlusconi, che in un'intervista
ha parlato di ‘irrilevanza’ di
Fitto:: "Berlusconi cerca la polemica inutile. Mi accusa e
offende da tempo, noi siamo
qui per costruire il futuro del
centrodestra, non ci interessa
il passato".
Ma dicevamo del passaggio
dei 12 senatori, cui ha fatto
seguito, sempre ieri, anche
quello di Massimo Corsaro,
deputato ex An e FdI, ora
iscritto al Gruppo Misto alla
Camera: "Sì, ho aderito all'associazione Conservatori
e Riformisti di Fitto. E voglio
partecipare alla costituzione
di un'area di centrodestra che
sia davvero alternativa a Renzi
senza populismi e demagogie
ed estremismi. Io penso che
questa area, immaginata da
Fitto, possa essere quella giusta per far nascere qualcosa
di diverso nel centrodestra",
ha detto Corsaro.
I 12 senatori, dal canto loro,
hanno diffuso un documento
congiunto in cui affermano
tra l’altro: "Con entusiasmo
abbiamo partecipato insieme
a Raffaele Fitto alla conferenza
di oggi a Montecitorio con i
vertici del gruppo Conservatore e Riformista europeo.
Condividiamo questa nuova
direzione per il centrodestra
italiano. E riteniamo che un
nuovo progetto, credibile e
rivolto al futuro, possa rivolgersi ai 9 milioni di elettori
che negli ultimi anni hanno
lasciato il centrodestra, scegliendo l'astensione".
Ora potrebbe anche nascere
un gruppo autonomo a Palazzo Madama, in pratica il
primo passaggio verso un
nuovo partito sotto l’egida di
Fitto.
Igor Traboni
PIPPO CIVATI PRESENTA LA SUA NUOVA CREATURA CHE GUARDA ANCHE A SEL ED EX GRILLINI
Andare oltre il Pd è “possibile”
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Ma finora non si registra un particolare entusiasmo per l’ennesimo soggetto a sinistra
Direttore responsabile
Francesco Storace
i chiamerà 'Possibile' il muovo
soggetto politico che sta per nascere a sinistra del Pd e che
Pippo Civati, il promotore dello stesso,
vede come “nuovo e fortemente innovativo, orizzontale come una rete e
dinamico come un movimento, che
non è la trasposizione di modelli stranieri ma sfida i vecchi partiti italiani
sul campo della rappresentanza e
della partecipazione. Questo nuovo
soggetto, che spiegheremo con calma,
lo mettiamo a disposizione di tutti coloro - singoli cittadini e formazioni organizzate giá esistenti - che sono interessati a condividere con noi un
modello di lavoro completamente nuovo, che mira a formare una classe dirigente davvero competente e libera,
S
e che si candida a governare il Paese,
non certo a fare testimonianza. Possibile non è uno strappo, è una sfida rivolta a noi stessi e ad altri compagni
di strada. Non è contro nessuno e non
vuole escludere nessuno, ha l'uguale
nel logo che è giá una dichiarazione
di intenti e proverá a raccontare ai
tanti italiani delusi che non è vero,
come ci hanno detto in questi anni,
che non ci sono alternative, ma che al
contrario un'alternativa è Possibile",
ha detto ancora Pippo Civati, ex parlamentare Pd, intervistato dal Corriere
della Sera.
Anche se sarebbero diversi i Pd e
oramai ex dem interessati al progetto,
in realtà ieri le dichiarazioni ‘a sostegno’, dopo la sortita civatiana, sono
state pochine, anche dal mondo ex
cinque stelle e vicino a Sel e Lista
Tsipras che pure guarderebbe con
simpatia a ‘Possibile’. Una delle poche
prese di posizione arriva dal mondo
ecologista:
"In Italia c'è grande bisogno di un
'cosa politica' come quella annunciata
da Civati. Ma non è lo spazio di una
'cosa rossa'. Del resto basta vedere i
risultati di molte tornate elettorali europee: dalla Spagna con 'Podemos'
all'Europa del nord con i Verdi, ad affermare nelle urne la possibilità di
una terza via tra larghe intese conservatrici e derive populiste non è la
vecchia sinistra, ma è l'idea, tanto radicale quanto estranea alle gabbie
ideologiche del Novecento, di un
Amministratore
Roberto Buonasorte
Capo Redattore
Igor Traboni
Progetto grafico
Raffaele Di Cintio
Società editrice
Amici del Giornale d’Italia
nuovo patto sociale fondato su diritti
di cittadinanza, green new deal e lotta
senza quartiere ai privilegi per rimettere in movimento l'ascensore sociale e quello generazionale", hanno
detto gli esponenti ecologisti Roberto
Della Seta e Francesco Ferrante, spiegando le ragioni del loro sì all'iniziativa
di Civati.
Sito web
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Per la pubblicità
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Daniele Belli
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-----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma
n° 286 del 19-10-2012
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Mercoledì 27 maggio 2015
ATTUALITA’
ALLA FINE MARE NOSTRUM SI È RIVELATO UN BOOMERANG: I “SOCCORSI” NON LI VUOLE NESSUNO
Immigrati, la beffa è servita
Impegno ad assorbirne 24mila nei prossimi due anni, ma solo eritrei e siriani che non siano già arrivati. L’Italia
dovrà identificare gli sbarcati e prelevare e le impronte digitali. Wikileaks: missione militare in Libia dietro l’angolo
a trappola è scattata, inesorabile. Il cerino resta in
mano all’Italia e l’ipotesi
che ci si bruci pure, giocando col fuoco, con due
come Renzi e Mogherini nelle posizioni chiave, è altissimo. Già, perché
alla fine la montagna di discussioni
ha partorito in seno all’Europa matrigna il topolino della decisione
sui “migranti”: che accontenta tutti,
tranne Roma. Perché alla fine ad
essere distribuiti nei vari Paesi dell’Unione saranno soltanto 24mila
sbarcati, e soltanto tra quelli che
arriveranno nei prossimi due anni.
Quelli che sono arrivati, restino dove
sono, ha deciso Bruxelles. E non
basta: perché l’impegno all’accoglienza sarà rivolto soltanto ai cittadini siriani ed eritrei, quelli che insomma scappano da guerre vere e
proprie, mentre i “migranti economici” non li vuole proprio nessuno.
Tutto ciò mentre all’Italia, che si ritrova ora sul groppone tutti i numeri
“prodotti” di Mare Nostrum, è stato
lasciato pure il compito di tracciare
L
la sua “road map”, ed entro un mese,
avrà sull’accoglienza dei migranti:
il meccanismo d’emergenza per la
ridistribuzione intra-Ue dei richiedenti asilo sarà oggi sul tavolo del
collegio dei commissari, per l’approvazione, ed Italia e Grecia dovranno in particolare organizzare i
centri dove ospitare gli sbarcati per
il rilevamento delle impronte digitali
ed i primi accertamenti, pena l’interruzione del programma (pure…
). Come da collaudato cliché europoide, comunque, tutto sarà tranne
che un procedimento veloce: il consiglio Affari interni non senne occuperà prima del 15 giugno, poi il
26 ci sarà il vaglio dei leader dei
28, dove si comincerà a “ballare”
con i consueti veti incrociati, soprattutto da parte di chi (Francia e
Gran Bretagna in primis) ha già alzato i suoi scudi.
Chi inoltre ha squarciato un altro
velo di ipocrisia sull’intera vicenda
è Julian Assange: il suo Wikileaks
non ha mancato di rendere nota
la proposta che si sta discutendo
per quanto riguarda l’obiettivo di
far scendere al minimo le partenze
dalla Libia. Sono stati pubblicati
ampi stralci del piano, con un commento abbastanza chiaro: “L’Unione Europea schiererà la forza militare contro infrastrutture civili in
Libia per fermare il flusso di migranti. Dati i passati attacchi in
Libia da parte di varie paesi europei appartenenti alla Nato e date
le provate riserve di petrolio della
Libia, il piano può portare ad altro
impegno militare in Libia”. Una
missione militare vera e propria,
tanto che “l’uso della forza deve
essere ammesso, specialmente durante le attività come l'imbarco, e
quando si opera sulla terra o in
prossimità di coste non sicure o
durante l'interazione con imbarcazioni non adatte alla navigazione”. Sono anche state previste “regole di ingaggio robuste e riconosciute per l'uso della forza, in
particolare per il sequestro di imbarcazioni in caso di resistenza,
per la neutralizzazione delle navi
dei trafficanti e dei loro beni, per
situazioni specifiche come il soccorso di ostaggi”.
LA POLEMICA
SICUREZZA
Personalità giuridica obbligatoria
per i partiti: Pd e M5S ai ferri corti
ovimento 5 Stelle fuori
legge? Una proposta
depositata dal Pd riaccende la miccia tra grillini e
democratici. Secondo il partito
di governo si tratta di attuare
uno degli articoli della Costituzione, il 49. E quindi il riconoscimento della personalità
giuridica diventerebbe un requisito necessario per correre
alle elezioni. Per il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini,
"c'è la necessità che i partiti
siano sempre più trasparenti
e che diano garanzie sotto il
profilo della democrazia interna", soprattutto alla luce dell'abolizione del finanziamento
M
pubblico diretto fissata con il
decreto 149 del 2013 e all'Italicum. Per questo, chiariscono
i dem, la personalità giuridica
diventa, nella proposta di legge,
precondizione per la presentazione delle liste elettorali. Se
ai grillini non sta bene, il guaio
è loro. "La nostra è una norma
a favore della trasparenza e
della democrazia - dice il presidente del Pd Matteo Orfini se Grillo è contro, è un problema di Grillo, non di questa
proposta di legge". Che è una
"sfida a quelle forze politiche
che discettano di democrazia
senza applicarla al proprio
interno".
Le forze armate italiane faranno o
no parte di questo delicato meccaRobert Vignola
nismo?
Ma i 5 Stelle ritengono che si
tratti di un aperto tentativo di
crear loro problemi. Per Roberta Lombardi la proposta di
legge dei dem "va oltre il fascismo. Il punto centrale - dice
- è che se ne fregano dei cittadini, il loro scopo e far fuori il
M5S dalla cosa pubblica per
continuare a fare i loro lerci
affari indisturbati. A questo
punto, mi chiedo quando ci
sarà una legge che consentirà
di candidarsi alle elezioni politiche solo ai segretari di partito
che si chiamano Matteo di
nome e Renzi di cognome.
Tutto questo è semplicemente
R.V.
vergognoso".
La “mappa del terrore”:
Italia e Vaticano a rischio
egli ultimi 12 mesi in
Occidente è aumentato
il rischio di attacchi terroristici, soprattutto ad opera
di organizzazioni islamiste. Per
otto Paesi (Australia, Belgio,
Canada, Danimarca, Estonia,
Francia, Germania, Irlanda e
Norvegia) le minacce rappresentate principalmente dallo
Stato Islamico e da Al Qaeda
costituiscono un rischio maggiore rispetto ad un anno fa.
A stabilirlo è la nuova "Mappa
della violenza politica e terroristica" messa a punto da
Aon, azienda internazionale
specializzata nella gestione
dei rischi.
N
Secondo i dati raccolti, sia per
l'Italia che per la Città del Vaticano il fattore rischio rimane
invece invariato. Alcuni dei
Paesi occidentali più in pericolo
sono anche quelli che recentemente hanno subito gravi attacchi terroristici di matrice
islamista, come la Francia, l'Australia e la Danimarca. Da no-
tare, inoltre, l'aumentato rischio
di instabilità e violenze in alcuni
Paesi confinanti con la Russia
a causa della crescente aggressività di Mosca.
Per 21 Paesi, Aon ritiene che il
rischio legato al terrorismo o
alla violenza politica sia invece
in diminuzione. Tra questi figurano il Brasile, il Bangladesh,
Cuba, l'Egitto,il Marocco, la Tunisia e l'Uzbekistan. Da sottolineare, come dato quasi contraddittorio, la presenza della
Tunisia in questo gruppo, dopo
il violento attacco al Museo
del Bardo di Tunisi dello scorso
marzo, nel quale morirono 21
persone.
IL PROCESSO A MILANO PER I SALUTI ROMANI DURANTE LA COMMEMORAZIONE A PEDENOVI, BORSANI E RAMELLI
La Russa: il “presente” non ha rilevanza penale
alutarono con un “presente” Enrico Pedenovi, Carlo Borsani e
Sergio Ramelli, ucciso da militanti
di Avanguardia Operaia a Milano. Per
questo rischiano tre mesi di carcere
alcuni imputati di un processo a Milano: l’accusa ha avanzato le sue richieste. Sono Marco Clemente e Matteo Ardolino, che hanno chiesto il rito
abbreviato, ma indagati per lo stesso
reato (“apologia di fascismo”) ci sono
altre otto persone, tra cui Federico
Goglio, apprezzato cantautore e l’ex
consigliere provinciale di Fratelli d’Italia
Roberta Capotosti.
La Capotosti è difesa da Ignazio La
Russa, che fu avvocato anche (in
quello stesso processo in cui fu affermato in aula che “uccidere un fascista
S
non è reato”) della famiglia Ramelli.
Ebbene, il deputato di Fdi ha ricordato
che il rito del Presente affonda le sue
radici nel mondo militare "e la sua
paternità di certo non appartiene al
regime fascista: per la sua suggestiva
significatività è da sempre officiato in
ogni parte del mondo nelle più varie
cerimonie ufficiali di commemorazione dei caduti".
"Roberta Capotosti ha sollevato il
braccio in sintonia con la parola presente nella stessa maniera con cui
viene alzato dai militari durante la
cerimonia del giuramento, che mai
nessuno ha ipotizzato come apologia
del fascismo", scrive La Russa in un
memoriale depositato nel corso dell’udienza preliminare. "Appare evi-
dente a chiunque la sostanziale differenza rispetto a fattispecie in cui il
gesto del saluto con il braccio destro
proteso in avanti risulti realizzato in
contesti e ambiti che lascino intravedere che la finalità sia la volontaria
ostentazione di simboli e gesti del
disciolto partito fascista".
La Russa si è anche appellato ad una
foto piuttosto recente: quella di Papa
Francesco, in visita al Sacrario di Redipuglia, in Friuli, dove sono sepolti
migliaia di soldati italiani morti durante
la Seconda Guerra Mondiale. "Nella
recente visita di Sua Santità il Papa si
è potuta vedere anche in tv la scritta
presente su ognuno dei gradoni del
monumentale sacrario".
Più in generale, per la difesa l’intento
di chi ha partecipato a quella commemorazione era infatti quello di "offrire un doveroso tributo alla memoria"
di Ramelli e Pedenovi, assassinati
negli anni ’70 a Milano, e Borsani, ucciso il 29 aprile 1945. Né la croce
celtica può in alcun modo essere utilizzata come tesi dall’accusa, evidentemente incappata in un errore storico,
giacché tale emblema non fu mai
adottato durante il fascismo storico.
"La croce celtica è un simbolo non riconducibile alla simbologia fascista
alla quale erroneamente è stato a
volte avvicinato solo dopo la fine del
R.V.
fascismo".
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Mercoledì 27 maggio 2015
ATTUALITA’
LA DESTRA VERSO LE ELEZIONI REGIONALI
Da Nord a Sud Storace
a fianco di Fratelli d’Italia
CALENDARIO ELETTORALE STORACE, FINO AL 29 MAGGIO
MARCHE
Giovedì 28
15,00 - Ancona, conferenza stampa
aperta a iscritti e simpatizzanti presso il
Comitato Elettorale di Giovanni Zinni,
in piazza Roma 6, Ancona, con lo stesso
e il candidato presidente Francesco
Acquaroli.
17,30 - manifestazione a Moie di Maiolati Spontini (An), piazza Kennedy,
con Giovanni Zinni. Introduce Cristiano
Delpriori
20,15 - incontro conviviale con i candidati
Giovanni Zinni, Carlo Ciccioli, Orietta
Ferretti (candidata locale) all’Enoteca
del mercato coperto, piazza Garibaldi,
Fabriano (An).
18,45 - manifestazione a Sassoferrato
(An), piazza Bartolo, con Giovanni Zinni.
Introduce Manuel Mulas.
Nel tour marchigiano Francesco Storace
sarà accompagnato da Roberto Buonasorte.
CAMPANIA
Venerdì 29
19,00 - accompagnato da Roberto Buonasorte, Storace terrà il comizio di chiusura a Pianura (Na) a sostegno della
candidatura al Consiglio regionale di
Marco Nonno.
L’AGENDA
Il tour di Giorgia Meloni tappa per tappa
Oggi
11,30 - Napoli, Hotel Mediterraneo, via Ponte di Tappia 25, conferenza stampa
con il candidato alla presidenza della Regione Campania, Stefano Caldoro, e
Gianni Maddaloni.
lano, Gennaro Miranda.
14,00 - Castel Volturno
(Caserta), piazza 8 ottobre
1943 (adiacente al Comune), manifestazione di FdIAn contro l'immigrazione
clandestina e per la valorizzazione turistica del litorale Domizio.
12,45 - Ercolano, corso Resina.Visita agli scavi archeologici, incontra il direttore
degli scavi, Maria Paola
Guidobaldi, e gli operatori
turistici. A seguire, incontro
con la stampa insieme al
candidato sindaco di Erco-
15,45 - Avellino, Stabilimento Isochimica, Zona industriale Pianodardine
(uscita Atripalda AV), manifestazione “Giustizia per
ambiente e lavoro” e al presidio davanti allo stabilimento.
17,30 - Salerno, Sala Teatro
Vittoria, via Roma 69, incontro con la stampa locale.
Domani
11,30 - La Spezia, Cantieri
navali Ferretti/Riva Via San
Bartolomeo 380 (secondo e
terzo gruppo al mondo nella
produzione di yacht). Visita
ai cantieri e incontro con il
management e le maestranze di un settore di assoluta
eccellenza trainante per
l’economia italiana e ligure
oggi in grave difficoltà.
12,45 - Lerici, centro storico, via Roma, incontro con
simpatizzanti, candidati alle
elezioni comunali ed esponenti delle categorie produttive locali alla presenza
del candidato sindaco della
lista civica Lerici nel Cuore
(lista di tutto il centrodestra,
candidato sindaco avvocato
Giaquinto di Fratelli d’Italia).
i candidati del territorio
alle elezioni regionali e i
cittadini.
14,15 - Rapallo, Lungomare Vittorio Veneto, presso il chioschetto della musica, breve incontro con il
sindaco Carlo Bagnasco,
Venerdì 29 maggio
15,30 - Savona, via Fontanassa, incontro con la stampa al campo Rom.
17,00 - Genova, piazza Banchi, comizio: “Dalla parte
della legalità. Sempre!”
14,30 - Montegiorgio (Fm),
visita aziende.
15,30 - Porto Sant’Elpidio
(Fm), visita aziende.
17,00 - Macerata, piazza
Cesare Battisti, comizio
con il candidato sindaco
Mosca.
18,30 - Fermo, comizio
con candidato sindaco Torresi.
19,30 - San Benedetto del
Tronto (AP), isola pedonale
di viale Secondo Moretti,
comizio con Guidi.
21,00 - Ascoli Piceno, piazza del Popolo, comizio.
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Mercoledì 27 maggio 2015
ESTERI
IL PARTITO DI DESTRA TRANSALPINO CERCA DI SUPERARE LE DIFFICOLTÀ DOPO LO SCONTRO FAMIGLIARE TRA IL PADRE FONDATORE E LA FIGLIA LEADER
Marion scioglie il nodo: si candida
La più giovane della dinastia Le Pen a dicembre guiderà il Front National nella scalata alla presidenza
della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, considerata una regione chiave sullo scacchiere politico francese
di Robert Vignola
ossono anche litigare tra loro e lavare in pubblico i panni che andrebbero invece ripuliti in famiglia.
Ma i Le Pen non finiscono mai. E a
dicembre, in Provenza-Alpi-Costa
Azzurra (Paca), un’altra esponente della dinastia del Front National scenderà in campo
per le regionali, puntando alla presidenza
della strategica regione sudorientale. Si tratta
di Marion Maréchal-Le Pen, due volte nipote:
la zia è Marine, il nonno Jean-Marie.
E proprio tra i due litiganti potrebbe fare da
cerniera, giacché l’astro nascente della politica (è la più giovane parlamentare della
storia) è sempre stata vicina al grande vecchio
della fiamma francese, senza tuttavia averne
preso apertamente le difese in occasione
dell’ultima querelle famigliare con la figlia
Marine. Anzi: si discuteva già la possibilità
di candidare la biondissima e battagliera
stella del Front alla presidenza del Paca,
quando esplose la polemica. Fu lei a fare un
passo indietro, chiedendo al partito una
pausa di riflessione davanti al rischio di una
spaccatura.
Ora che il rischio di una scissione sembra
essere rientrato (anche se le acque restano
abbastanza agitate), Marion Maréchal-Le Pen
ha ufficialmente annunciato con un’intervista
a Valeurs Actuelles la sua discesa in campo.
Una presenza temutissima dagli avversari
dell’Ump e del Partito Socialista: la ragazza
è stata votatissima alle ultime parlamentari
nel dipartimento di Vaucluse, con capoluogo
Avignone, che rappresenta uno dei serbatoi
elettorali più importanti della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Che è anche quella,
insieme a Pas-de-Calais e Parigi-Ile de France,
a lamentare la presenza più asfissiante dell’immigrazione, anche clandestina.
P
Non è un caso se recentemente anche il
premier di centro-sinistra Manuel Valls si è
fatto vedere a Mentone, alla frontiera con
l’Italia, una di quelle da cui filtrano in territorio
francese la maggior parte dei sans-papier.
Un tentativo di cavalcare populisticamente
la questione che la dice lunga su quanta sfiducia nel governo traspiri dai sondaggi oltre
le Alpi, e per quale motivo. Tentativo che
una presenza come quella della più giovane
della dinastia dei Le Pen saprà, a suo tempo,
smascherare.
LE FORZE REGOLARI STANNO CERCANDO DI ANNULLARE IL VANTAGGIO DELL’ISIS DOPO LE CONQUISTE DI PALMIRA E RAMADI
Siria e Iraq passano al contrattacco
ontroffensiva ad ogni costo. Per
scacciare la peste dell’Isis da
Ramadi sul fronte iracheno e da
Palmira su quello siriano. Anche se
chi è pronto a combattere non gode,
né nell’uno né (ancor di più) nell’altro
dell’appoggio dell’Occidente. Cominciando dal sito Unesco, le forze di Assad sono riuscite infatti a far leva in
queste ore solo sulle milizie sciite li-
C
banesi Hezbollah, che hanno promesso
a Damasco un maggior coinvolgimento
al fianco dell'esercito regolare siriano
per cercare di riconquistare Palmira
ed interrompere l’incredibile serie di
eccidi che vi sta avvenendo ad opera
dei tagliagole del Califfato. Sull’altro
versante dello “Stato Islamico” le
forze regolari di Baghdad si sarebbero
radunate a circa 25 chilometri da Ra-
madi: è stato il prologo del contrattacco, con l’obiettivo di riprendere in
pochi giorni la città, dalla quale sono
scappate almeno 55mila persone, la
cui avanguardia è giunta ieri nella
capitale Baghdad portando con sé testimonianze agghiaccianti.
Il tutto mentre la cosiddetta “coalizione” sta effettuando alcuni raid
aerei, dagli effetti piuttosto scarsi.
Anzi, la tensione era arrivata nelle
ultime ore ai massimi livelli, dopo le
parole del capo del pentagono Ash
Carter, che aveva accusato le forze
irachene di non aver dimostrato la
volontà necessaria per difendere Ramadi. Il portavoce del governo iracheno ha parlato di "informazioni sbagliate" in mano all'amministrazione
Obama, mentre dall’Iran (impegnato
in prima fila sul campo, a sostegno
delle truppe di Baghdad) si è invece
fatto sentire il generale Qassem Soleimani, capo dell'unità d’elite Quds
della Guardia Rivoluzionaria, che ha
accusato gli Stati Uniti di non avere
"alcuna volontà" di fermare l’Isis dopo
la caduta della città irachena di Ramadi. Il clamore destato nel mondo
musulmano dalle accuse piovute da
Washington, parse un’offesa inaudita
da parte di chi (non è un mistero) ha
allevato dal 2012 la serpe dell’Isis
contro Assad, ha convinto il vicepresidente Joe Biden a correggere il tiro
riconoscendo l’enorme sacrificio delle
forze irachene negli ultimi 18 mesi.
R. V.
DA PECHINO IRRIDONO WASHINGTON: IL DOLLARO È UNA MONETA CHE APPARTIENE AL PASSATO
La guerra Usa-Cina? E’ anche economica
di Tatiana Ovidi
meno che gli Stati Uniti
non facciano "concessioni importanti" e consentano alla valuta cinese di
entrare a far parte del basket
di divise del Fondo Monetario Internazionale, c’è il pericolo reale che la Cina stringa un’alleanza politica e militare con la Russia.
La notizia è uscita sul blog
"informare per resistere",
che conferma quello che
scriviamo da tempo: la po-
A
litica estera americana ed
il nuovo ordine mondiale ci
stanno trascinando in un
conflitto globale.
A lanciare l'allarme è un
esperto di guerre e finanza,
uno tra i principali padroni/padrini del mondo, George Soros: "A quel punto
la minaccia di una terza
Guerra Mondiale diventerebbe reale”
Così vengono commentate
le parole dello speculatore
sul sito di contro-informazione: "Secondo Soros se i
tentativi di Pechino di trasformare la propria economia da una macchina da
esportazioni a un motore
alimentato dalla domanda
interna falliranno, c’è la possibilità che i leader cinesi
optino per fomentare un
conflitto esterno, che mantenga il popolo unito e garantisca una continuità di
governo".
In poche parole il futuro della geopolitica ed economia
mondiale dipende molto da
cosa succederà in Cina dal
punto di vista politico ed
economico.
Mentre il presidente della
Cina Hu parla del dollaro
come una valuta che "appartiene al passato", con il governo che prepara qualcosa
di grosso per il prossimo ottobre nei mercati valutari.
Il tutto, come scritto sempre
da noi qualche giorno fa,
con la Finlandia che ha messo in allerta 900 mila riservisti in caso di guerra.
"È chiaramente dovuto a un
atteggiamento più aggres-
sivo da parte dei russi – ha
detto al Daily Telegraph uno
dei militari richiamabili, che
ha ricevuto la comunicazione – sono nelle riserve da
15 anni e non ho mai visto
niente di simile. Molto raramente mandano lettere".
Poi ci sono l'Ucraina e la
Macedonia. Grecia, Ungheria e Polonia che voltano le
spalle agli atlantici. Ed il
medio oriente dilaniato da
guerre e dall'Isis. Per non
parlare dell'Africa, "strozzata" tra povertà, guerre tribali
e neo-colonialismo cinese.
Infine ci sono il sud est del
mondo con la sua mano
d'opera a bassissimo costo
e l'atomica ed il centro-sud
America che è una pentola
a pressione.
Insomma la situazione mondiale è esplosiva.
Cosa fare? Anche questo lo
ripetiamo da un po': l'Europa
deve tornare ad essere centrale e deve tornare ad avere
un legame con Mosca, affacciandosi una volta per
tutte da Washington.
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Mercoledì 27 maggio 2015
STORIA
“LA COMPRENSIONE CHIARA DI UNA MENTE INTUITIVA E PERSPICACE, UNO SPIRITO CRITICO GENIALE E MEDITATIVO”
Il giovane Benito, Dante e il“sole nuovo”
La storia della letteratura è tra le sue più grandi passioni - Una personalità poliedrica dalla profonda spiritualità
di Emma Moriconi
Benito ha già sicura la convinzione che ogni rinuncia
e sofferenza lo preparano
per qualche cosa di più importante nella vita di domani [...] lieto di aver sollevato economicamente i suoi genitori con una
borsa di studio da lui guadagnata.
Senza trascurare nessuna delle discipline scolastiche, si dedica specialmente alla storia e alla letteratura.
Fra i poeti nazionali preferisce Dante,
Foscolo, Leopardi e Carducci; dei
prosatori predilige Manzoni e incomincia a leggere con interesse gli
articoli e quindi i libri di Alfredo
Oriani. Nei sunti di letteratura preparati in quest'anno e negli anni seguenti dal giovane Mussolini per incarico del professore d'italiano, non
risalta solamente la comprensione
chiara di una mente intuitiva e perspicace, ma balzano vivi giudizi di
ètica e di estetica, rilevanti uno spirito
critico geniale e meditativo assieme".
A parlare così è Edoardo Bedeschi,
nel suo "La Giovinezza del Duce",
un volume che riporta moltissime
informazioni su Benito Mussolini risalenti all'epoca della sua gioventù.
In appendice Bedeschi riporta anche
alcuni appunti sparsi, presi al tempo
dal giovane Benito e relativi alla storia
della letteratura italiana. Parliamo del
periodo in cui frequenta la Scuola
Normale di Forlimpopoli, vediamone
qualche stralcio: "Sul Medio Evo tenebroso - Dal 476 al 1200 la storia
non registra alcuno che assurga a
studiare il fenomeno umano, e coloro
che oggi sono ricordati dall'ortodossia ecclesiastica come grandi
pensatori, non fecero nei loro scritti
che ricalcare le vie giù percorse dal
genio ellenico che rifulse con Aristotele, Socrate, Platone. Le menti
erano stagnate nella 'morta gora' del
dogma e i popoli s'agitavano convulsivamente fra gli ultimi bagliori
“
del paganesimo e il sole nuovo che
spuntava colla religione di Cristo. La
densa notte che avvolge questo periodo è squarciata sul principio del
secolo XIV da Dante: genio meraviglioso che gitta un raggio d'idealità
sull'arido sofisticare del Medioevo.
Poeta altissimo che apre primo il
gran libro del genio italiano e scuote
coll'opera gigantesca e insuperata
le fondamenta del pensiero latino...".
Anche qui, come abbiamo già potuto
sottolineare in precedenza quando
abbiamo esaminato i suoi componimenti di pedagogia, possiamo vedere
come di nuovo un elemento che caratterizzerà la sua azione politica in
futuro è già presente, fortissimo, nella
prima gioventù. Parliamo del "pensiero latino", che il futuro Duce vede
profondamente esaltato da Dante,
"poeta altissimo che apre primo il
gran libro del genio italiano". Altro
elemento importante è quello religioso: Benito parla della "religione
di Cristo" come di un "sole nuovo".
Ora, chi conosce un po' il giovane
Mussolini avrà da ribattere che egli
fu, in gioventù, ateo e anticlericale.
Ebbene, la vicenda della spiritualità
di Mussolini non è così semplice e
scontata come potrebbe apparire a
prima vista. Molti studi sono stati
fatti nel tempo sull'argomento, perché
si è sempre avuta la tendenza a sottolineare come l'anticlericale si sia
nel tempo trasformato nel fautore
dei Patti Lateranensi per pura convenienza o ancora per profonda incoerenza. Mi perdoneranno gli storici
sapienti del nostro secolo se mi permetto di confutare queste due prese
di posizione, del resto personaggi
eminenti della cristianità hanno
espresso altrove le proprie considerazioni che vanno nella stessa direzione delle mie, dunque non credo
di affermare un'eresia quando dico
che Benito non fu mai "antirteligioso",
anzi. Certo, il fatto che sia cresciuto
con l'esempio dell'anticlericale fabbro
Grafico de “L’Inferno” di Dante eseguito da Mussolini
di Dovia potrebbe far pensare ad
un percorso identico a quello paterno,
ma anche in questo caso occorre ricordare che invece l'esempio materno fu tutt'altro, e Benito seppe
trarre da entrambi i genitori gli elementi cardine che formeranno la sua
complessa personalità. Ma il discorso
sarebbe troppo lungo, basterà dunque richiamarci ad un volume di
don Franco Giuliani dal titolo "Tragedia e testamento di Mussolini", in
cui il buon sacerdote spiega chiaramente il percorso spirituale di Benito.
Chi avrà la pazienza di leggere l'in-
teressante volume comprenderà
come esso sia stato estremamente
coerente lungo tutta la vita di Benito
Mussolini. Del resto, ancora tra gli
appunti di cui parlavamo sopra, troviamo ancora qualche elemento in
tal senso. Vediamo: "Del poeta fiorentino Vincenzo Filicaia - Il Filicaia
non è infiammato da spirito cristiano
- scrive ancora il sedicenne Benito i suoi versi reboanti e privi di senso
comune ma, in compenso, ricchi
d'alte parole, vorrebbero suscitare
il sentimento e riescono all'indifferentismo compassionevole. Esami-
niamo per sommi capi - e si badi:
per sommi capi - la canzone che
comincia: 'E fino a quando inulti,
ecc.'. Con molti aggettivi cerca scuotere Dio dal suo lungo sonno, curioso
questo concetto che ha del Dio un
suo fedele. Mi piacciono quei 'marmi
insensati'". Prima di andare avanti è
opportuno far presente al lettore a
cosa si riferisce Benito: parliamo di
un sonetto del poeta fiorentino Vincenzo Filicaia, che recita: "E fino a
quando inulti/Fian, signore, i tuoi servi? E fino a quanto /Dei barbarici insulti/orgogliosa n'andrà l'empia baldanza?/Dov'è, dov'è, gran Dio, l'antico
vanto/Di tua alta possanza?/Su' campi
tuoi, su' campi tuoi più culti/Semina
stragi e morti/Barbaro ferro; e te destar non ponno/Da si profondo sonno/Le gravi antiche offese, e i nuovi
torti?/E tu 'l vedi, e 'l comporti,/E la
destra di folgori non armi,/O pur le
avventi agl'insensati marmi?". Proseguiamo ora con la critica del giovane Benito, egli continua: "È una
personificazione, mi pare, un po' ardita e bestiale. La seconda strofa è
una rassegna geografica. Nella terza
sono molto carine le 'rocche palpitanti'. Nella quarta l'autore apostrofa
vivacemente Dio presso a poco in
questi termini: 'Destati, una buona
volta, e fa da carnefice spietato - se
non basta la scure, ergi la forca - disperdi, come un rabbioso turbine, i
tuoi nemici'. Il poeta gavotto ci pinge
Jehòva sanguinario. Ma continua 'se
il fato, potenza superiore, ha scritto
che Vienna deve cadere, io mi inchino'. Vigliaco! Credi tu che Dio
permetterà il trionfo dei suoi nemici?
E non t'affidi per nulla alla forza del
tuo braccio? Ti culli nella speranza
e resti inane?. 'Ite, abbattete,/dissipate,
struggete/ quegli empi ...'. O Filicaia,
ci riveli il tuo secolo! Secolo in cui la
patria divenne nome vano, senza
soggetto...". il pensiero del giovane
Mussolini appare chiaro: il lettore
tragga le sue conclusioni.
Uno scolaro “scontroso” che adora Leopardi
“Ei regnava sulla lingua e la modellava a suo piacimento cavandone effetti che entusiasmavano”
P
Il prof. Valfredo Carducci,
direttore della Scuola Normale di Forlimpopoli
roseguiamo nella lettura degli
appunti di storia della letteratura italiana del giovane Benito,
il brano successivo parla di Leopardi,
eccolo: "Credeva nell'amore e lo ha
cantato spesso con passione e con
grazia. Molte poesie sono piene di
questo sentimento, talora spezzato
dalla morte, sempre infelice, sempre
vivo e implacabile. Negli ultimi singhiozzi d'una vita deserta giunge
alla negazione suprema. In prosa è
il sistema, in versi è l'inno al dolore:
ce lo dice ne La Ginestra ove narra
gli stermini del vulcano, le collere
della natura, l'orgogliosa miseria dell'atomo umano. Ebbene in quest'ultima esplosione d'ironia v'è un pensiero
di fratellanza; il Poeta chiama la famiglia mortale a schierarsi contro la
natura. Egli credeva perché amava:
non si può amare senza credere. De
Sanctis ha detto di lui: 'è scettico e si
rende credente' la forma di leopardi
è perfetta. Se togli l'enfasi e i voli
delle poesie giovanili, non vi è nulla
di soverchio, niente di minuzioso: è
profondo e chiaro. Ei regnava sulla
lingua e la modellava a suo piacimento cavandone effetti che entusiasmavano. 'Con Manzoni in Chiesa',
dicevano gli italiani, aggiungendo:
'con Leopardi in guerra'...".
Ancora Bedeschi riferisce che i sunti
di letteratura preparati dall'alunno
Mussolini - di cui abbiamo visionato
un brevissimo estratto - ricchissimi
di considerazioni e spunti, costituirono materiale di studio e preparazione agli esami di molti candidati
alla licenza: "ultima tra questi - dice
Bedeschi - la Sig. Giulia Bolognesi
di Forlì che, divenuta maestra, ne
fece poi omaggio devoto ed insieme
doverosa restituzione al già illustre
autore".
Del periodo di Faenza, invece, che
abbiamo raccontato brevemente nella scorsa puntata, ci racconta anche
Antonio Beltramelli nel suo "L'uomo
nuovo": "Studia per conto proprio;
impara per conto proprio [...] I pro-
grammi non sono per lui. Arrivare
fino a quel punto e non oltre, è un
esercizio che non gli conviene. La
sua visione di vita, anche allora,
stava nel continuo superamento. Il
professore dica ciò che vuole, ma il
nuovo scolaro può pensare benissimo
con la testa sua. Anzi non può fare
altrimenti. È un autodidatta. Batte la
strada segnata dalla sua inesausta
bramosia di sapere. Non accetta limiti, non si piega ciecamente all'imposizione se prima non l'ha ragionata.
Certi assurdi dell'insegnamento gli
ripugnano. L'esercizio di imparare
scioccamente a memoria cose che
non servono a niente, non lo convince. È uno scolaro scontroso. Si rifugia negli ultimi banchi; non ha alcuna preoccupazione di guadagnarsi
la simpatia dei professori". Il ragionamento di Beltramelli prosegue ed
è estremamente interessante, ma
dobbiamo rimandarne il prosieguo
alla prossima puntata.
[email protected]
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Mercoledì 27 maggio 2015
DA ROMA E DAL LAZIO
PREVISTO IL LICENZIAMENTO DI 3.000 LAVORATORI E 140 RICERCATORI PER VIA DEI CREDITI VANTATI SULLA REGIONE
“Zingaretti manda in crisi
anche il Gruppo San Raffaele”
Storace presenterà un’interrogazione e attacca: “Farebbe bene a governare seriamente la Sanità laziale”
di Giuseppe Sarra
opo la crisi annunciata
dal Gruppo Garofalo,
sempre per i crediti vantati nei confronti della Regione, il Lazio rischia di
perdere o quantomeno vedersi ridurre i servizi di un’altra eccellenza
sanitaria. Si tratta del Gruppo San
Raffaele. I debiti regionali ammontano a ben 200 milioni di euro. Un
tira e molla continuo. Dei soldi nessuna traccia, nonostante la struttura
abbia inviato l’elenco dei contenziosi e degli ingenti crediti vantati
dal Gruppo proprio su richiesta
dell’ente regionale in data 29 luglio
e 14 ottobre del 2014.
Poi è giunto il sollecito. Niente di
niente. La struttura si trova costretta
a sospendere le proprie attività sanitarie nel Lazio e conseguentemente a licenziare gli oltre 3.000
lavoratori e i circa 140 ricercatori.
Motivo? Il gruppo non può più garantire l’assistenza e i posti di lavoro
per la mancanza di risorse finanziarie. I 200 milioni di euro sono
vitali affinché il San Raffaele continui
a erogare prestazioni e assistere
D
quotidianamente gli oltre 5.000 pazienti nel territorio regionale.
Per non parlare dei tagli ai posti
letto subiti in questi anni. A rischio
tutte le strutture del Gruppo, a partire da Cassino, Tuscolana, Montecompatri, Rocca di Papa, Portuense,
Termini.
Una situazione insostenibile. Il Gruppo non ce la fa più. I debiti, però,
non consentono più di erogare nei
tempi dovuti gli stipendi ai circa
tremila lavoratori e ai circa 140 ricercatori, nonché al pagamento dei
fornitori. Insomma, le conseguenze
sarebbero disastrose. Non solo per
il personale, ma anche per l’intero
indotto.
A porre l’accento sulle gravi criticità
con cui è costretto a convivere da
molto tempo il Gruppo San Raffaele
è stato Francesco Storace, che ha
già annunciato la presentazione di
un’interrogazione urgente nei confronti del commissario ad acta per
la Sanità, Nicola Zingaretti.
“Dopo aver messo in difficoltà il
Gruppo Garofalo, spacciando per
razionalizzazione della spesa sanitaria solo tagli lineari, adesso la
politica economico-sanitaria di Zin-
garetti sta rischiando di mandare
all’aria anche il Gruppo San Raffaele”, ha attaccato il vicepresidente
del Consiglio regionale e segretario
nazionale de La Destra, che ha poi
fatto una breve ricostruzione di
quanto sta accadendo nel Lazio.
“Il 22 maggio, infatti, il Gruppo San
Raffaele ha comunicato che
“a causa di inadempimenti
da parte della Regione Lazio ai propri impegni, compresi quelli del pagamento
di migliaia di prestazioni
già erogate” il Gruppo non
potrà “erogare nei tempi
dovuti la remunerazione
ai circa 3mila lavoratori e
ai circa 140 ricercatori nonché il pagamento dei fornitori”. Un contenzioso,
quello fra il Gruppo San
Raffaele e la Regione che
ammonta “ad un totale di
oltre 200 milioni”. Su questa vicenda - ha spiegato
Storace - presenterò un’interrogazione a Zingaretti.
Invece di andare in giro, a
una settimana dal voto amministrativo, a fare il pavone con le Case della Salute - già etichettate come
“inutili” dalla Federazione
dei Medici di medicina generale - Zingaretti farebbe bene a
governare seriamente la sanità laziale”. E rincara:“Gli spot elettorali
hanno vita assai breve”.
INTANTO I CITTADINI SONO TRA I PIÙ TARTASSATI D’ITALIA
Irpef: la giunta si ricorda
di approvare l’esenzione
Ora dalla Cristoforo Colombo chiedono alla Pisana di accelerare.
“Attendiamo di leggere le carte, non gli annunci” replica La Destra
ingaretti corre ai ripari. Dopo la
figuraccia denunciata da Storace
sulla mancata approvazione
dell’esenzione dall’aumento Irpef, la
giunta Zingaretti ha dato il via libera
soltanto ieri alla proposta di legge in
materia di tributi regionali. A darne
notizia è stato l’assessore al Bilancio
della Regione Lazio, Alessandra Sartore, dopo un mese di ritardo rispetto
Z
alle promesse fatte lo scorso dicembre
durante l’ok alla legge 17/2014 da
parte del Consiglio regionale. L’esenzione doveva essere approvata, secondo quanto promesso, entro aprile
per i soggetti con un reddito non superiore ai 35mila euro e per coloro
con un reddito fino a 50mila euro con
tre figli a carico
Ora la palla passa alla Pisana, che
sarà chiamata a dare il via libera definitivo alla proposta. A tal proposito,
la Sartore ha rivolto un appello ai
membri dell’assemblea regionale:
“Sono certa che ancora una volta dimostreranno senso di responsabilità
per permettere di approvarla in tempi
utili”.
Insomma, affrettatevi affinché i cittadini
del Lazio possano beneficiarne. Un
atto, quello della giunta regionale,
giunto a pochissimi giorni dalle elezioni amministrative come ricordato
da Francesco Storace, che in una nota
non le manda a dire al presidente
della Regione e ai membri del governo.
“Come volevasi dimostrare la giunta
Zingaretti ha approvato la manovra
elettorale sull’esenzione Irpef nella
settimana che precede il voto amministrativo. Sono inutili gli inviti all’opposizione a fare la nostra parte. Abbiamo già fatto il nostro dovere svegliandovi, amministratori regionali,
perché quella che per ora è solo una
proposta di legge - ha dichiarato il
vicepresidente del Consiglio regionale
e capogruppo de La Destra - doveva
essere approvata entro fine aprile e
non un mese dopo. Attendiamo di
leggere le carte vere e non solo gli
annunci”.
Intanto i cittadini del Lazio continuano
a pagare un’Irpef che è tra le più
alte d’Italia.
ERA STATO RIAPERTO IL 18 MAGGIO, A UNA SETTIMANA DAL ROGO CHE AVEVA DEVASTATO L’AREA TRANSITI
Fiumicino, sequestrato il molo D del Terminal 3
Gli inquirenti intendono verificare la presenza di diossina o altre sostanze
che potrebbero essere tossiche per passeggeri e dipendenti
stato sequestrato anche il
molo D del Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino. Il
dispositivo è stato richiesto dalla
Procura di Civitavecchia, nell’ambito dell’inchiesta sull’incendio divampato la notte tra il 6 e il 7
maggio. Il molo D era stato riaperto
il 18 maggio, ad una settimana
circa dal rogo che aveva devastato
l’area transiti del Terminal. Il via
libera alla riapertura era stato concesso “non riscontrando alcun rischio per la salute di lavoratori e
È
passeggeri” al termine di una riunione svolta presso la sede della
direzione Sistema Aeroporti Lazio
dell’Enac che ha coinvolto tutti gli
attori aeroportuali e un rappresentante dell’Asl RmD. Il sequestro
sarebbe stato richiesto per verificare probabilmente la presenza
di diossina o altre sostanze che
potrebbero essere tossiche per
passeggeri e lavoratori.
Una richiesta, quella della Procura
di Civitavecchia, giunta all’indomani
dell’iscrizione nel registro degli
indagati di un dirigente dell’Asl
Rmd e un manager Adr, in merito
alle conseguenze per la salute di
150 lavoratori. L’Arpa aveva segnalato infatti la presenza di diossina, di Pcb e di furani in quantità
rilevante.
A quel punto, gli inquirenti hanno
aperto un altro fascicolo e, dopo
aver interrogato i vertici dell’azienda
sanitaria, hanno iscritto per abuso
d’ufficio un funzionario. Secondo
l’accusa, non è intervenuto a tutela
e nel rispetto dei lavoratori. Il di-
rigente di Adr, invece, è indagato
per violazione della normativa
sulla sicurezza. E’ sospettato di
aver fatto lavorare il personale
nei giorni successivi al rogo violando le norma in materia di tutela
della salute.
Inoltre, nei giorni scorsi, la Procura
di Civitavecchia ha acquisito 18
faldoni di carte presso Adr e
società che hanno effettuato i
lavori negli ultimi tempi nel Terminal 3.
Secondo l’esame delle carte si
intende accertare il tipo di materiali
utilizzati considerato che nell’area
andata distrutta sono efficienti
soltanto alcuni idranti e rilevatori
di fumo, mentre mancano le porte
tagliafuoco e i sistemi antincendio
a pioggia che entrano in funzione
automaticamente.
8
Mercoledì 27 maggio 2015
ECONOMIA
BANKITALIA HA STILATO L’ELENCO DELLE DEBOLEZZE DEL PAESE, I RISCHI CHE CORRE E LE OPPORTUNITÀ DA COGLIERE
“La ripresa è frenata dalle istituzioni”
I processi della ricollocazione delle risorse risentono di una scarsa efficacia
dell’azione amministrativa. La spesa delle famiglie è ancora inferiore al 2007
di Giuseppe Sarra
a ripresa economica è
“ancora fragile” e viene
penalizzata dalla “proporzione elevata di microimprese”, a cui va
sommato un “contesto istituzionale” che “frena” il Paese. E’ quanto scrive Bankitalia nella relazione
annuale, mettendo a nudo tutte
le debolezze dell’Italia, i rischi
che corre e le opportunità da cogliere per far ripartire l’economia.
Tra le vittime del grave momento
storico ci sono sicuramente le famiglie. E malgrado la spesa dei
nuclei sia tornata a crescere, per
la prima volta da cinque anni,
resta ancora inferiore di circa
l’8% al 2007.
Nei primi mesi del 2015, la quota
dei nuclei familiari che segnala
di arrivare con difficoltà alla fine
del mese sarebbe “lievemente ridotta” rispetto all’anno precedente. Una rilevazione, però, che non
combacia con gli altri rapporti
diffusi da vari istituti di ricerca.
Intanto la ripresa continua ad avere il freno a mano tirato, fin quando
L
non si risolverà il problema dell’occupazione, bloccata anche dalla burocrazia. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto - fanno notare da palazzo Koch - il massimo
storico, spinto dall’espansione
dell’offerta di lavoro indotta dall’allungamento della vita lavorativa e dalla persistente debolezza
delle condizioni economiche delle
famiglie.
Ma Bankitalia dà un’altra chiave
di lettura, picchiando duro anche
contro la macchina statale. Sull’economia italiana pesano “la
presenza di assetti organizzativi
e manageriali inadeguati e una
struttura finanziaria con un limitato
apporto di capitale di rischio”.
Secondo palazzo Koch “ne risulta
ostacolata l’attività innovativa, fattore cruciale per la crescita, che
in Italia è meno intensa rispetti
ai principali paesi avanzati”.
Colpa della prolungata recessione, che ha indotto mutamenti
nel sistema produttivo del Belpaese con la chiusura delle imprese meno redditizie, come dimostra il tasso di disoccupazione,
in particolare quella giovanile,
L’AZIENDA CONVOCA I SINDACATI
PER IL 28 MAGGIO A FIRENZE
Whirlpool, prove
di dialogo
e di povertà.
La ripresa? Bankitalia non ha dubbi: i nostri governanti sono il vero
freno della locomotiva. “L’intensità
dell’aggiustamento continua a essere frenata da un contesto istituzionale poco favorevole all’attività
imprenditoriale”, si legge ancora
nella relazione
Infatti l’attività delle imprese italiane “rimane condizionata dalle
debolezze del quadro regolatorio
e del contesto istituzionale”. E
rincara: i processi di riallocazione
delle risorse risentono di una
scarsa efficacia dell’azione amministrativa, a cui si sommano i
tempi della giustizia civile, della
percezione di una diffusa corruzione, dell’elevato grado di regolamentazione di alcuni mercati
e delle disfunzioni degli istituti
di gestione della crisi d’impresa.
Bankitalia fornisce poi la ricetta
per superare in modo “duraturo”
la crisi, rimuovendo gli “ostacoli
che hanno a lungo frenato i piani
di investimento, in modo da realizzare appieno le opportunità offerte dal contesto ciclico più favorevole”.
Ma quale crescita,
il Pil cala nei Paesi Ocse
a crescita tarda ad arrivare. Il prodotto interno lordo dell’area Ocse
è diminuito dello 0,3 per cento
nel primo trimestre del nuovo anno.
Forti cali si sono registrati in tutti i
grandi Paesi: dagli Stati Uniti (0,1%)
alla Germania fino al Regno Unito, entrambi calati dello 0,3%.
Dall’altro lato, il PIL è cresciuto allo
0,6 per cento in Francia e in Giappone.
Un lievissimo miglioramento si segnala
anche in Italia, più 0,3 %, una debole
crescita per la prima volta dopo tredici
L
trimestri consecutivi di contrazione.
In generale, nell’Unione europea si
registra stabilità (allo 0,4 per cento)
mentre nell’eurozona continua a mostrare piccoli incrementi (allo 0,4 per
cento dallo 0,2 per cento e 0,3 per
cento, rispettivamente, del terzo e
quarto trimestre 2014). A livello tendenziale il Pil cresce marginalmente
nell’area Ocse all’1,9 per cento; in
Usa (3 per cento) e Regno Unito (2,4
per cento) continuano i tassi di crescita
più alti.
Eurosky Tower .
Entrare in casa e uscire dal solito.
Ieri i dipendenti Indesit di Fabriano
hanno scioperato per tre ore
previsto per il prossimo 28
maggio a Firenze un tavolo
di confronto tra la Whirlpool
e i sindacati. Un incontro organizzato a una settimana dallo
sciopero generale di 8 ore di
tutti i lavoratori ex Indesit, unitamente a una manifestazione a
Varese, dopo le accese proteste
di queste settimane, in particolare
a Carinaro (Caserta).
Un tavolo promosso dall’azienda
statunitense, che ritiene “fondamentale continuare il confronto
con i propri dipendenti e i loro
rappresentanti, considerando il
confronto constante e costruttivo
come l’unico modo per identificare percorsi e soluzioni condivisi,
senza subordinare il dialogo unicamente alla convocazione di
incontri da parte del Ministero
dello Sviluppo economico”.
Che molto probabilmente terminerà con un nulla di fatto. La
multinazionale, dal canto suo,
non molla e conferma i 1400
È
esuberi e la chiusura dei 4 siti.
Richieste rispedite al mittente
dalle organizzazioni sindacali.
La trattativa si gioca sul filo di
lana. Il governo riconvocherà le
parti soltanto dopo che l’azienda
statunitense avrà presentato
“nuove proposte credibili e tangibili”. Perché non ha convinto
fin qui la garanzia di non licenziare
i lavoratori fino a tutto il 2018,
oltre agli incentivi all’uscita o
l’uso dei contratti di solidarietà.
Intanto, ieri, gli operai e impiegati
Indesit di Fabriano hanno scioperato per tre ore contro il piano
di ristrutturazione annunciato
dalla Whirlpool, che prevede
2.060 esuberi, di cui circa 500
nel territorio, e la chiusura dell’impianto di Albacina.
Uno sciopero al quale ha partecipato anche Maurizio Landini,
leader della Fiom, che ha avvertito
l’azienda: “Non si firma nulla
senza il coinvolgimento di tutti,
e di tutti i lavoratori”.
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Mercoledì 27 maggio 2015
DALL’ITALIA
SCRIVE ALLA REGIONE PER CHIEDERE ASSISTENZA PER LA MADRE MALATA E LA SUA MAIL FINISCE NELLA NEWSLETTER ELETTORALE
In Toscana si fa propaganda con i malati
L’incredibile vicenda segnalata da Donzelli e Macrì (FdI) esige una risposta da parte del governatore
di Igor Traboni
ussa più volte alla Regione Toscana non per ‘un
favore’ o per ottenere
chissà quale corsia preferenziale, ma per il legittimo soddisfacimento di un suo
diritto di cittadino, per la madre
malata di Alzheimer. Però, non solo
non ottiene assistenza (benché,
come vedremo, una legge regionale
lo preveda) ma, dopo tre anni di
vana attesa, adesso si ritrova la email intasata di messaggi elettorali
di Enrico Rossi, governatore uscente
e ricandidato per il Pd e altre formazioni di sinistra-centro.
La triste vicenda ha per sfondo gli
angoli incantati della bella Arezzo
che, se gli etruschi prima e i romani
dopo avessero saputo che un giorno
sarebbe finita nelle fauci della triade
Rossi-Renzi-Boschi, magari sarebbero passati oltre. E proprio ad
Arezzo un uomo di 54 anni, figlio
unico di madre malata di Alzheimer
(patologia aggravata da altre insorte
già dal 2010), dal giugno 2012 combatte la sua battaglia contro la burocrazia ma soprattutto l’inefficienza
della sanità e del welfare della Regione Toscana. Inutilmente.
Un caso che ora viene sollevato da
Giovanni Donzelli, candidato vicepresidente di Fratelli d’Italia alle
Regionali, insieme a Francesco Ma-
B
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi
crì capolista ad Arezzo del movimento della Meloni: “Si tratta di un
cittadino neppure nostro elettore
ma che a Fratelli d’Italia si è rivolto
presso il Punto Elettorale FdI di
Arezzo, il quale nel lontano giugno
del 2012 contattò via e-mail la Regione Toscana in merito alla non
applicazione ad un proprio caro
della legge vigente in Toscana a
tutela dell’assistenza di chi ha problemi di non autosufficienza. A di-
stanza di altri 3 anni, nonostante
che sin dall’epoca il famigliare fosse
riconosciuto in possesso dei requisiti
per l’ottenimento di un sostegno
pubblico, un posto in Rsa o assistenza equipollente, il cittadino
che assiste direttamente il proprio
caro, la madre anziana, ancora oggi
non ha alcun segno tangibile del
Welfare di Rossi , e si ritrova la casella postale zeppa della newsletter
di propaganda elettorale del can-
didato governatore Rossi”.
Ed ecco la prima, enorme nota stonata della vicenda. Roba da denuncia, per capirci: la banca dati
regionale è stata violata dal governatore Rossi a scopo elettorale, per
carpire cioè gli indirizzi di posta
elettronica, altrimenti la mail di
questo cittadino e di chissà quante
altre centinaia e centinaia di ignari
toscani, non sarebbe mai stata a
sua disposizione.
C’è poi la negazione del diritto,
pure previsto da una legge regionale, nello specifico quella n. 66
del 2008, che consente di accertare
il possesso dei requisiti per l’accesso al fondo regionale per l’autosufficienza, così da stabilire il necessario percorso assistenziale.
“Poiché dopo due anni – spiega
Macrì - nonostante l’aggravamento
della minorazione mentale e fisica
della madre e il riconoscimento
dell’invalidità totale nonché dell’assegno di accompagnamento, il
figlio non aveva alcun riscontro di
esiti operativi all’altezza dei requisiti
riconosciuti alla madre, questo cittadino inoltrò un esposto in Regione, agli assessorati alla Sicurezza
sociale e alla Sanità. Ed è questo
l’unico contatto da lui avuto con il
Governo Regionale e il motivo per
il quale il suo indirizzo di posta
elettronica è nella mailing list dell’Istituzione ma non della campagna
elettorale di Enrico Rossi candidato
governatore”.
Peraltro, aggiunge Macrì sulla scorta
della documentazione fornitagli dal
diretto interessato, la Regione ha
poi palleggiato il caso al Comune
di Arezzo, ma nessuno dei due Enti
ha fatto assolutamente niente. Salvo,
evidentemente e con ogni probabilità da parte della Regione, trasmettere la mail alla segreteria elettorale di Rossi.
MILANO - SMANTELLATA UNA RETE INTERNAZIONALE
MILANO
Pedopornografia, quattro arresti
Coppia diabolica,
il pm chiede 15 anni
Bambini di dieci anni costretti ad avere rapporti sessuali anche
con animali. In manette un sacerdote, due disoccupati e un operaio
ambini di dieci anni stuprati
e costretti ad avere rapporti
sessuali con animali, per
soddisfare voglie vergognose di
adulti pervertiti in un giro di
video pedopornografici venduti
online, a clienti di tutto il mondo.
La rete internazionale di pedofili
è stata stroncata martedì mattina,
a conclusione di due anni di indagini.
Quattro le persone in manette,
come disposto dal gip di Milano:
due disoccupati di 58 e 51 anni,
un operaio di 51 e un sacerdote,
49enne, che è stato arrestato ad
Alassio (Savona) ed è stato portato in carcere. È accusato di
“cessione aggravata” di materiale
pedopornografico (Art. 600 e
602 del codice penale), contestazione che prevede l’aver trattato
materiale con “minori di anni
16” e in “numero maggiore di
tre”. Gli altri arresti sono scattati
a Bordighera (Imperia), Lariano
(Roma) e Roma.
Secondo quanto emerso dalle
indagini coordinate dalla Procura
della Repubblica di Milano in
tutto erano 233 gli utenti che,
nel mondo, si scambiavano il
materiale “a carattere pedopornografico con anche pesanti violenze ed atti sessuali in danno di
bambini di età inferiore anche a
B
10 anni e di altri minori costretti
tra di loro o con animali”.
I gravi indizi raccolti dagli investigatori milanesi hanno determinato la Procura della Repubblica di Milano, a disporre inoltre
perquisizioni personali, locali e
informatiche a carico di 29 utenti
italiani.
La cartina dell'Italia dell’orrore
tocca quasi tutto lo Stivale: le
provincie contagiate dalle indagini
sono 25 e i provvedimenti giudiziari interessano 11 territori.
Da Besana Brianza e Busnago in
provincia di Monza e Brianza, a
Gussago (Brescia), da Loale (Venezia) a Selva di Val Gardena
(Bolzano), da Alessandria a Manara e Cava Manara (Pavia), da
Castel Fiorentino (Firenze) a Pistoia, da Genova a Livorno, da
Massa Martana (Perugia) a Città
Ducale (Rieti), da Novellara (Reggio Emilia) a Portomaggiore (Ferrara), da Lariano, Pomezia e Nettuno, in provincia di Roma a Torrecuso (Benevento), da Locorotondo (Bari) a Noto (Siracusa) e
Taormina (Messina).
La rete di pedofili si estendeva
attraverso tutti e cinque i continenti: con il supporto del Servizio
per la Cooperazione Internazionale
di Polizia e del Segretariato Generale dell'Interpol di Lione la
Polizia Postale di Milano ha inviato
alle forze dell’ordine di 35 Paesi
le informazioni relative ai 204
utenti stranieri identificati: si va
dal Brasile al Canada, dalla Croazia
alla Costa Rica, dall'India all'Iran,
passando per Usa, Yemen, Singapore, Venezuela, Regno Unito,
Pakistan, Francia, Germania, Australia, Israele, Spagna e Sud
Africa. Secondo gli inquirenti la
rete di pedofili non funzionava
attraverso la compravendita di
materiale pedopornografico, ma
tutto passava attraverso lo scambio di video e immagini.
Le indagini, avviate nel 2012 e
condotte per circa un biennio,
hanno avuto inizio monitorando
gli spazi pubblici di alcuni siti
web e in particolare alcuni servizi
di condivisione di immagini i cui
criteri di raccolta e di proposta
di visione tra certi utenti lasciava
intravedere atteggiamenti sospetti
per l’insistente richiamo a pose
di minori. Da qui gli interessati
alla pornografia minorile si spostavano su altri canali di comunicazione per scambiare file multimediali illeciti, utilizzando a tal
fine anche le caselle di posta
elettronica. La polizia ha usato
le tecniche speciali di investigazione previste della normativa
italiana in materia di attività sotto
copertura, intercettazione telematica e intercettazione telefonica.
Sono in corso supplementi investigativi per identificare anche
i bambini vittime delle violenze,
affinché possano essere soccorsi
e liberati dalla catena criminale.
Barbara Fruch
La vittima aggredita con l’acido ha dovuto
subire numerosi interventi chirurgici
uindici anni di carcere
per aver aggredito con
l'acido il 22enne Pietro
Barbini. È questa la pm di Milano, Marcello Musso per Alexander Boettcher e Martina
Levato, la cosiddetta “coppia
diabolica”.
I due sono imputati nel processo con rito abbreviato per
l'aggressione al 22enne e accusati di lesioni gravissime
aggravate dalla crudeltà, dalla
premeditazione e dai motivi
abietti e futili.
Prima della requisitoria del
pm, è stata discussa la perizia
psichiatrica che ha accertato
la piena capacità di intendere
e di volere di entrambi gli imputati.
Stando alla ricostruzione dell’accusa, quella sera del 28
dicembre scorso, Martina
avrebbe lanciato l’acido contro
il volto di Barbini (la ragazza
ha confessato), mentre Alexander lo avrebbe inseguito
cercando di colpirlo con un
martello. I due hanno agito
spinti da “ragioni di rivalsa,
di spirito punitivo, di morboso
desiderio di‘purificare’ o ‘lavare’ la coppia da precedenti
Q
rapporti amorosi”, si legge
nelle 45 pagine di note scritte
depositate dal pm.
Nessuna attenuante, quindi,
né per il broker né per la
bocconiana, i quali, pur avendo avuto ruoli diversi nell’aggressione con l’acido, per la
Procura meritano la stessa
pena: oltre 22 anni di reclusione, ridotti a 15 anni per lo
sconto di un terzo sulla pena
previsto dalla scelta del rito.
I due giovani, tra l’altro, sono
imputati anche nel processo
con rito immediato, fissato
per il prossimo 6 luglio, per
una serie di altre aggressioni
con l’acido, assieme al presunto complice Andrea Magnani.
L’avvocato di Barbini, Paolo
Tosoni, avrebbe preferito un
pugno più duro: “È una richiesta di pena al limite di
quanto mi aspettassi, e comunque adeguata, anche se
si poteva arrivare a chiedere
una pena anche maggiore”.
Il legale ha ricordato che il
22enne Barbini ha già subito
14 interventi chirurgici e ha
chiesto un risarcimento da
B.F.
2,8 milioni di euro.
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Mercoledì 27 maggio 2015
DALL’ITALIA
L’ENNESIMO EPISODIO A LODI FA SCATTARE NUOVAMENTE LA POLEMICA SICUREZZA
Irrompe in tribunale con un coltello: arrestata
La donna, che voleva avventarsi su un pm, è stata fermata grazie all’intervento di una funzionaria,
rimasta contusa, e degli agenti. È passata sotto uno scanner fuori uso da mesi
entrata in tribunale armata
di un coltello e ha cercato
di aggredire un pm. Dopo
la strage avvenuta a Milano,
dove Claudio Giardiello ha ucciso
tre persone e ne ha ferite due, è
quanto accaduto ieri mattina al Palazzo di giustizia di Lodi che fa scoppiare nuovamente la polemica sulla
sicurezza nei Tribunali italiani.
Ad evitare il peggio, ieri, è stato l’intervento di una funzionaria, e, poi,
del personale di polizia giudiziaria
e carabinieri del nucleo operativo
in servizio nell’edificio che ha permesso di bloccarla prima che riuscisse a prendere l’arma per scagliarsi contro il magistrato Alessia
Menegazzo. La donna Rosa Maria
Capasso, 38 anni, è stata immediatamente arrestata mentre la funzionaria che è intervenuta per evitare
l’aggressione è rimasta contusa.
È
Erano le 9.30 del mattino, quando la
38enne, persona offesa in un procedimento in fase di indagine, è passata
inosservata con il coltello nascosto
al’interno della borsa. Non è stata
sottoposta al controllo a ‘raggi x’ del
bagaglio a mano, perché il macchinario è fuori servizio per un guasto
da mesi. Così ha raggiunto gli uffici
della Procura, ha chiesto di parlare
con il magistrato che si occupa dell’inchiesta. E al rifiuto della funzionaria, la donna l’avrebbe aggredita
per poi colpire la pm prima di essere
bloccata. Sembra che in nessuna
fase dell’aggressione sia riuscita tuttavia a tirare fuori il coltello. “Era venuta per uccidere”, ha detto il pm.
A quel punto sono intervenuti agenti
di polizia giudiziaria e carabinieri
del nucleo operativo radiomobile
di Lodi che l’hanno bloccata, scoprendo il lungo coltello nascosto
nella borsetta.
Ora la 38enne (che aveva presentato
una denuncia, in aprile, per evidenziare una presunta illegittimità della
procedura con la quale non le era
stato assegnato un posto a scuola)
dovrà rispondere di resistenza e lesioni aggravate dalla premeditazione,
porto abusivo d’arma e anche di
danneggiamento.
Intanto, appresa la notizia, il personale
amministrativo del Palazzo di Giustizia ha proclamato un’assemblea
per denunciare i problemi legati alla
mancanza di sicurezza nel palazzo
di giustizia ed in particolare lo scanner per borse e bagagli a mano,
che sarebbe fuori uso da diversi
mesi. Secondo quanto si è appreso
le riparazioni competono al Comune,
che però anche recentemente ha
lamentato di dover percepire almeno
2milioni di euro dal ministero della
giustizia, che è in arretrato con i pagamenti. Non è da escludere, a questo punto, che la donna fosse a conoscenza del mancato funzionamento
del varco elettronico e ne abbia approfittato per provare a mettere a
segno il suo piano. D’altronde, la
cronaca degli ultimi mesi insegna.
Era il 9 aprile scorso quando nel tribunale di Milano l’imputato Claudio
Giardiello riuscì ad entrare nel Pa-
lazzo di Giustizia addirittura con una
pistola (senza essere fermato da
nessuno) uccidendo tre persone: un
giudice, un testimone e un coimputato. Un caso che fece scoppiare
non poche polemiche, politiche e
non solo. Di certo ora, con quanto
accaduto a Lodi, il dibattito sembra
destinato ad aumentare. Quali saranno, questa volta, le trovate della
classe dirigente? Chissà se Emanuele
Fiano, capogruppo commissione Affari Costituzionali e responsabile sicurezza del Pd, è pronto ad annunciare un ddl per obbligare i cittadini
a chiedere il porto d’armi per i
coltelli da cucina?
Già perché questo ci si può attendere.
Peccato che la triste realtà sia ben
altra: la sicurezza nel Bel Paese sembra divenuta ormai un’utopia. E a
pagarne le spese sono i cittadini
Barbara Fruch
perbene.
ACCOLTO IL RICORSO DI ALCUNE ASSOCIAZIONI DI TASSISTI
UberPop fuorilegge: sarà bloccato in tutta Italia
Il giudice, nell’ordinanza, parla di concorrenza sleale, abusivismo, e dell’attualità
del problema con l’Expo in corso. Ma l’azienda annuncia: “Faremo appello”
Concorrenza sleale” e “violazione della disciplina amministrativa che regola il settore taxi”. Con queste motivazioni
il Tribunale di Milano ha deciso il
blocco su tutto il territorio nazionale di UberPop, uno dei servizi
messi a disposizione dalla app
Uber che permette a chiunque di
‘inventarsi’ tassista anche se
sprovvisto della regolare licenza.
Il giudice della sezione specializzata imprese, Claudio Marangoni,
con un’ordinanza ha infatti accolto
il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti.
L’attività svolta da Uber attraverso
“
la ‘app’ Uber-pop è “interferente
con il servizio taxi organizzato
dalle società, svolto dai titolari di
licenze” scrive Marangoni nell’ordinanza. La richiesta “di trasporto trasmessa dall’utente mediante l’app Uber-pop - si legge oltre ad essere modalità tecnica
già utilizzata dalle cooperative di
tassisti appare di fatto del tutto
assimilabile al servizio di radio
taxi”. “La mancanza di titoli autorizzativi da parte degli autisti
Uber-Pop comporta un effettivo
vantaggio concorrenziale e uno
sviamento di clientela indebito scrive ancora il giudice - Senza
costi inerenti al servizio taxi possono applicare tariffe sensibilmente minori rispetto a quelle
del servizio pubblico”.
Tra le ragioni che hanno portato
il giudice a disporre in via cautelare
ed urgente la sospensione di
Uber-Pop ci sono anche “gli effetti
pregiudizievoli nel settore” taxi
accentuati “per effetto del previsto
consistente numero di visitatori
della manifestazione Expo 2015”.
Uber avrà ora 15 giorni di tempo
per adeguarsi all’inibitoria disposta, altrimenti scatteranno delle
penali. Lo sbarco di Uber-Pop
aveva creato malumori, polemiche
e manifestazioni in diverse città
dì’Italia. Soddisfatti ora i tassisti
milanesi che però restano critici
verso le istituzioni. “Siamo dovuti
arrivare in aula di giustizia perché
qualcuno decidesse, nessuno voleva prendersi questa responsabilità: prima di ricorrere in Tribunale ci siano rivolti a Comune,
Regione, al Governo, tutto inutile
– ha detto Pietro Gagliardi, responsabile sindacale per la categoria dei tassisti dell’Unione Artigiani della Provincia di Milano
– È una grande vittoria e non
l’abbiamo fatto solo per noi e il
nostro lavoro, ma anche per la
sicurezza degli utenti”.
Di parere opposto il Codacons. “È
impensabile che un paese moderno
possa essere privato di sistemi innovativi come Uber, che rispondono
ad esigenze di mercato e sfruttano
le nuove possibilità introdotte dalla
tecnologia - afferma il presidente
del Codacons Carlo Rienzi - Ciò
che serve, semmai, è integrare
Uber nel mercato italiano rendendolo conforme alle disposizioni vigenti, garantendo legalità e sicurezza
senza danneggiare gli altri operatori.
Per tale motivo - conclude - rivolgiamo oggi un appello al ministro
dei Trasporti, Graziano Delrio, af-
ERANO SPARITI NEL 1957. STAVANO PER FINIRE ALL’ASTA
finché studi le misure necessarie
a rendere pienamente legale Uber
senza limitazioni medievali alla
concorrenza”. Reazioni critiche
anche sui social, dove la maggior
parete degli utenti si è schierata
dalla parte dell’app. “Il giudice amministrativo ha disposto il ripristino
delle cabine telefoniche a gettone”,
“Uber pop bloccato dal tribunale
di Milano. Le caste in Italia si proteggono a vicenda”, “Hanno bloccato Uberpop. Ora, cari postini
d’Italia, mobilitatevi per far bloccare
tutte le email, dai”, “Uber La sentenza blocca l’applicazione Uberpop.
Vittoria dei tassisti. quindi se mi
coltivo il basilico mi denuncia ‘il
pesto Divella’?”, si legge in alcuni
post twitter.
Dal canto suo l’azienda ha già annunciato il ricorso affermando che
UberPop continuerà a operare nelle
prossime due settimane in Italia.
B.F.
Affreschi rubati a Pompei: recuperati negli Usa
C
i sono voluti quasi sessant’anni, ma
alla fine, torneranno a casa. I carabinieri del reparto Tutela Patrimonio
Culturale (Tpc) hanno recuperato negli Stati
Uniti tre splendidi affreschi del I secolo a.C.
razziati nel 1957 dai locali della Soprintendenza di Pompei. Appartenevano, secondo
quanto si apprende, alla collezione privata
di un magnate americano deceduto e dovevano andare all’asta.
I tre affreschi raffigurano una giovane donna
con amorino sulla spalla, una figura maschile
e una figura femminile con “oinochoe” (vaso).
Nel 1957 erano stati rubati dall’ufficio Scavi
della Soprintendenza Archeologica di Pompei
insieme con altri tre affreschi poi recuperati
dai carabinieri dei beni culturali, nel corso
degli anni, in Europa e negli Stati Uniti. Si
tratta di un affresco con un pavone, ritrovato
in Svizzera, di un ritratto di Dioniso che era
finito in Gran Bretagna e infine di una Ministra
sacrificante recuperata negli Usa.
Ora sono stati individuati anche gli altri tre
dipinti che ritorneranno a far parte del patrimonio artistico tricolore.
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Mercoledì 27 maggio 2015
CULTURA
IL 29 MAGGIO IL CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ONORARIA AL FOTOREPORTER AMERICANO
Picasso per Camaiore, a Villa Le Pianore
In mostra il contenuto della cartella che David Douglas Duncan ha donato al sindaco, con fotografie inedite dell’artista
di Rita Di Rosa
partire dal prossimo 30 maggio sarà
per la prima volta
esposto al pubblico
il contenuto della
cartella “Picasso per Camaiore” che David Douglas Duncan ha donato lo scorso settembre al sindaco della cittadina della Versilia dove la prima moglie del fotografo ha
vissuto fino alla sua morte.
Una mostra, organizzata dalla
Fondazione Banca del Monte
di Lucca e fortemente voluta
dall’Amministrazione comunale, che presenterà al pubblico le immagini, le stampe
e i provini a contatto, oltre a un disegno autografato da Picasso, contenute in questa cartella e selezionate dal fotoreporter tra quelle scattate negli anni del suo rapporto con
l’artista. Parte di queste fotografie
A
è inedita e tutte raccontano il processo creativo e la quotidianità di
Picasso. Curata da Enrico Stefanelli,
la mostra vanta l’allestimento progettato dall’architetto Alessandra
Guidi. È lo stesso Duncan a ricordare
il primo incontro con l’artista, avvenuto grazie a Robert Capa: “Fu
nel 1957 - riferisce alla stampa Mi recai a La Californie, l’enorme
casa-laboratorio di Picasso vicino
a Cannes. Mi presentai dicendo
che ero amico di Capa e che
desideravo salutare il maestro.
Venni ricevuto dalla moglie
Jaqueline Roque, tutta vestita
di nero, dalla testa ai piedi.
Rimasi sorpreso per quanto
fosse piccola. Mi prese per
mano e mi condusse al piano
di sopra, dove c’era lui, nudo
dentro la vasca da bagno. Gli
chiesi il permesso di fotografarlo e lui acconsentì. Quella
fu la prima volta”. E da quella
prima volta molti altri scatti
sono seguiti nel corso della
lunga amicizia che legò il fotografo all’artista: ben 17 anni,
fino alla morte di Picasso nel
1973. Indubbiamente interessante il punto di vista, trattandosi di immagini di un Picasso privato, molto spesso al lavoro, nello
studio o nel suo grande giardino.
Vi sono scatti che lo ritraggono insieme alla moglie Jaqueline, ai figli
Paloma e Claude, agli amici.
Il 29 maggio a David Douglas Duncan verrà anche conferita la cittadinanza onoraria di Camaiore: nato
a Kansas City nel 1916, studioso in
gioventù di archeologia, zoologia
marina e spagnolo, oggi ha novantanove anni. Nel corso della Seconda
Guerra Mondiale fu impegnato
come reporter sul fronte meridionale del Pacifico. I suoi reportage
vengono acquistati da riviste importanti come National Geographic,
e dopo il conflitto proseguirà con
l’attività di fotoreporter: dal 1946 al
1956 sarà infatti inviato di Life, per
la quale rivista seguirà anche le
guerre in Corea e in Vietnam. Nel
1967 riceverà la medaglia d’oro
Robert Capa e nel ‘71 sarà il primo
fotografo chiamato a esporre con
una personale al Withney Museum
of American Art di New York. L’amicizia con Picasso è raccolta in sette
libri di suoi scatti. La mostra sarà
aperta fino al 13 settembre e visitabile dalle 17 alle 23.
PER QUESTA UNDICESIMA EDIZIONE DUECENTO BIBLISTI FINO AL 2 GIUGNO - ATTESE OLTRE 50MILA PERSONE
Il Festival Biblico a Vicenza
Domani alle 21 la Lectio Magistralis del Cardinale Scola,
il tema: “Custodire il Creato, coltivare l’Umano”
di Emma Moriconi
nizia domani l’undicesima edizione del Festival Biblico di Vicenza, con molti nomi noti
ospiti dello storico evento, non
necessariamente biblisti ma di
varia estrazione culturale, come
gli architetti Paolo Portoghesi e
Sergio los, il climatolofo Luca
Mercalli, l’asrtrofisico Alessandro
Omizzolo, il filosofo Silvano Petrosino, la ballerina e pittrice Simona Tzori, i sociologi Ilvo Diamanti e Aldo Bonomi, lo psica-
I
nalista Vittorino Andreoli, l’economista Luigino Bruni, l’archeologo Valerio Massimo Manfredi,
e ancora Sammy Basso, protagonista del docufilm “Il viaggio
di Sammy” in cui il giovane racconta la sua vita: Sammy Basso
è uno dei cinque casi in Italia di
persona affetta da progeria. Domani sera alle 21 nel Tempio di
San Lorenzo si terrà la Lectio
Magistralis del Cardinale Angelo
Scola insieme ad Armando Torno.
Ad accompagnare la “Lectio” sul
tema “Custodire il Creato, coltivare
l’Umano” la colonna sonora dei
Polifonici Vicentini. A spingere
l’organizzazione a questo tipo di
manifestazione l’intento di avvicinare al Testo Sacro chi con
Esso non ha dimestichezza, chi
non lo adopera con consuetudine.
Per chi invece ne fa già uso, l’incontro può servire per approfondire, per aprire nuove visioni
spirituali. In quest’ottica l’intervento di Sammy Basso, “il più
longevo bambino con progeria”,
a testimonianza del coraggio di
vivere sorridendo di un bambino
che ha il volto di un anziano. Partendo dai Salmi,
poi, ecco arrivare all’ecologia, all’ambiente, il Creato appunto. Ci sarà anche
“Una canzone in cui credere, un revival degli storici concorsi per voci nuove dedicato a band con
componenti tra i 18 e i
35 anni. La Genesi verrà
affrontata vista al maschile e al femminile, e
ancora Aperitivi Biblici
nelle strade e nelle piazze,
l’ “Esplorificio” e i suoi
approfondimenti, e ancora uno sguardo verso i più
piccoli, con laboratori, giochi di
famiglia, rappresentazioni. Meditazione e teatro, al Tempio di
Santa Corona, con un concerto
di musica sacra e letture; concerti
multiculturali, coro gospel, “ca-
baret scientifico”, mostre, il tutto
con il filo conduttore della Creazione. A confrontarsi con il pubblico saranno biblisti come Jean
Louis Ska, Donatella Scaiola,
Massimo Pazzini, Corinne Lanoir,
Armand Puig i Tàrrech, Luca
Mazzinghi, i teologi Jürgen Moltmann, Richard Bauckham, Paolo
Benanti, Giovanni Cesare Pagazzi
e Simone Morandini. Per avere
maggiori informazioni e dettagli
sul programma basta visitare il
sito www.festivalbiblico.it .
FINO AL 4 OTTOBRE PRESSO LA PINACOTECA CANTONALE GIOVANNI ZUST, A RANCATE (MENDRISIO), NEL CANTON TICINO
Giovanni Serodine e il Seicento europeo
Un’esposizione racconta la breve ma intensa parabola artistica del pittore e scultore ticinese
al 31 maggio al 4 ottobre il
Canton Ticino ospita una mostra
dedicata a Giovanni Serodine,
esponente del Seicento europeo
La mostra e il catalogo sono a cura
di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa,
coordinamento scientifico e organizzativo è di Mariangela Agliati Ruggia
e Alessandra Brambilla, la progettazione dell’allestimento di Stefano
Boeri con Marco Giorgio, la campagna
fotografica di Roberto Pellegrini e il
catalogo di Officina Libraria di Milano.
Il Canton Ticino possiede infatti il
maggior numero di opere dell’artista,
che morì a Roma quando aveva circa
trent’anni, il 21 dicembre 1630, e
del quale sono sopravvissute solo
una quindicina di opere. Il Canton
Ticino ne conserva circa la metà. Il
suo ultimo dipinto, “Incoronazione
della Vergine”, è conservato dalla
D
parrocchiale di Ascona: si tratta di una
tela grandissima che
viene spostata a
Rancate in concomitanza con i restauri
della chiesa di Ascona e costituisce l’origine dell’occasione
espositiva nella Pinacoteca dove sono
conservate ben tre
opere del pittore. Lo
scorso aprile, poi,
Mirella Vivante Bernasconi donò alla
struttura il “Cristo
deriso”, in ricordo
della madre Maria
Pia Bernasconi-Enderlin di Lugano. Serodine apparteneva ad una famiglia di Ascona, tra-
sferita a Roma alla fine del Cinquecento, e si formò accanto al fratello
Battista, scultore e
stuccatore. Lavorò
anche come scultore
e architetto, si occupò
delle pale per San
Lorenzo fuori le mura,
San Pietro in Montorio e San Salvatore
in Lauro, oltre ai quadri da stanza per il
marchese Asdrubale
Mattei. All’epoca venne anche criticato e
considerato “assai
bizzarro e fantastico,
con poco disegno e
con manco decoro”,
così cadde in precoce
oblio. Poi Roberto
Longhi, storico dell’arte del Novecento, lo definì “come
una capsula di dinamite gettata in
un fornello”, così arrivò la gloria,
postuma. La mostra che prenderà il
via il prossimo 31 maggio racconterà
così la breve parabola artistica del
Serodine attraverso le opere ticinesi.
La mostra sarà visitabile fino al 4
ottobre prossimo, aperta anche nei
giorni festivi, chiusa il lunedì. Nei
mesi di maggio e giugno l’orario è
9-12/14-17; luglio e agosto solo dalle
14 alle 18; settembre e ottobre dalle
10 alle 12 e dalle 14 alle 18. Rancate
si trova presso i valichi di Chiasso,
Bozzarone (Como) e del Gaggiolo
(Varese), presso Mendrisio. La Pinacoteca è situata all’inizio della
piazza della chiesa parrocchiale.
L’evento è realizzato con il sostegno
del Municipio, della Parrocchia e del
patriziato di Ascona, sponsor tecnico
Artemide.
G.C.
12
Mercoledì 27 maggio 2015
SOCIETA’
GOLFO ARANCI MUSIC FESTIVAL È TORNATO, SI BALLA!
In Sardegna il palco più animato d’Italia
La manifestazione allieterà l’estate 2015 fra musica e tanto spettacolo con i dj più famosi del mondo
di Elvira Mami
opo il grandissimo successo della scorsa edizione, torna in Sardegna
GAMF Golfo Aranci Music
Festival, Edizione 2015.
Nel centro della bellissima località
balneare Golfo Aranci, dal 8 al 15
Agosto, ogni sera dalle 22.00 alle
01.00, si accenderà il palco più animato d’Italia, fra musica e spettacolo.
Una manifestazione giovane per i
giovani che nell’edizione 2014 ha
coinvolto più di 60.000 persone. Data
l’affluenza, quest’anno gli eventi si
svolgeranno nella piazza chiamata
“La piccola”, un contesto ancora più
accogliente e servito.
Una settimana di entusiasmo e divertimento con la partecipazione di
alcuni tra i Dj più famosi del mondo
e blasonati d’Italia e tantissime novità
a iniziare dal Corpo di Ballo: il palco
del GAMF ospiterà un vero e proprio
cast di ballerini professionisti, appartenenti alla scuderia del Qi Clubbing di Rovato (locale pluripremiato
a livello internazionale). Il gruppo è
noto per le coerografie di molti concerti, tra cui quelli del dj superstar
Armin Van Bureen.
D
Ogni sera l’animazione sarà dedicata
a un tema particolare: elfi, fate e
streghe per il party “Il Giardino Segreto” e poi Pirati, Gladiatori, Sirene
e mille altre sorprese tutte da scoprire.
Altra grande novità di GAMF 2015
è il palco iper-tecnologico con la
consolle dj inserita in una cornice
di ledwall, uno schermo di immagini
di 36 metri coordinate da un visual
engineer in sincro con gli effetti
luce, Co2 e pirotecnici.
Per rendere ancora più magici i set
dei djs è stata confermata anche la
partecipazione di David Lightman,
uno dei massimi esperti di Laser
Show e di spettacoli di luce a cielo
aperto.
Durante l’esibizione dei dj sul mega
ledwall verranno trasmessi messaggi
di invito alla tolleranza e di stop alle
droghe e agli abusi.
Media partner ufficiale di GAMF
2015 il network radiofonico m2o,
unica radio tematica italiana che ha
incrementato il numero di ascoltatori
in brevissimo tempo, diventando
punto di riferimento d’eccezione
per le culture giovanili. Amerigo
Provenzano, top dj della radio aprirà
le danze l’8 Agosto.
L’ 11 la scena sarà dominata dai Dj
Fom Mars, noti per aver collaborato
con i migliori e più seguiti dj internazionali; uno tra tutti Tiesto. Il duo,
che si esibisce indossando grandi
maschere a forma di scatola, crea
un vero e proprio spettacolo ad alto
tasso energetico: un dj set incentrato
solo su grandi successi pop remixati
in esclusiva in chiave elettronica.
Il 12 Agosto GAMF verrà gemellato
con il “Ministry of Sound London”,
uno dei locali più celebri al mondo:
per l’occasione si esibirà sul palco
il dj Tim Cullen.
Il 14 Agosto, inoltre, si esibirà in
esclusiva il dj Albertino, la più autorevole voce radiofonica italiana,
pilastro di Radio Deejay.
Tra i nomi di spicco di questa edizione, non poteva certo mancare
Benny Benassi, a cui è affidato il “Closing Festival” del 15 Agosto. Benassi
verrà premiato come miglior dj italiano nel mondo dal Sindaco Giuseppe Fasolino : un riconoscimento
alla carriera e alla serietà di un professionista che rappresenta un esempio per tutti i giovani italiani che
amano la musica e il mondo dei dj.
Golfo Aranci Music Festival è completamente gratuito. Una kermesse
di numeri uno, tanti spettacoli e tanto
intrattenimento concepiti per incentivare e creare nuovi interessi in quell’angolo speciale della Sardegna.
POLEMICHE SULLA MORTE DEL RE DEL BLUES
BB King è stato avvelenato?
Le figlie dell’artista accusano di omicidio il manager
e l’assistente. Si aspetta l’esito dell’autopsia
l 15 maggio il mondo ha salutato una vera e propria leggenda del blues: B.B.King.
Il cantante se n’è andato all’età
di 89 anni, ma secondo le figlie
Karen Williams e Patty King la
sua non sarebbe stata una morte
per cause naturali.
Le figlie del re del Blues sostengono che il loro padre sia
morto per avvelenamento e che
ai membri della famiglia siano
state proibite le visite. Gli
unici ad assisterlo sono stati
il suo manager LaVerne Toney
e il suo assistente personale,
Myron Johnson. Karen Williams
I
e Patty King hanno minacciato
che apriranno un’inchiesta per
omicidio.
Secondo le due donne, B.B.King
sarebbe stato avvelenato, e i
responsabili dell’omicidio sarebbero il business manager
LaVerne Toney (nominato nel
testamento esecutore di beni),
e l’assistente personale Myron
Johnson.
“Gli sono stati somministrati
dei farmaci per condurlo a una
morte prematura, chiediamo
un’inchiesta su questa vicenda”
hanno dichiarato le figlie dell’artista. Ma le accuse sono
state definite dal tutore legale
del patrimonio di B.B.King come
“ridicole”.
Dal canto suo la polizia di Las
Vegas ha dichiarato che non
c’è alcuna indagine in atto per
omicidio sulla morte della leggenda del blues. Sarà Toney
l’esecutore dei beni , nominato
nel testamento di King che, secondo documenti ufficiali in
possesso di alcuni eredi, potrebbe valere decine di milioni
di dollari.
Un’equipe di medici ha verificato che il musicista ha ricevuto
cure appropriate 24 ore al gior-
no e che è stato monitorato da
specialisti “fino a che non è
deceduto tranquillamente nel
sonno”, come riferito dall’avvocato Brent Bryson.
Johnson era al capezzale di
B.B.King, quando è morto in
casa a Las Vegas, a 89 anni.
Nessun familiare era presente. Martedì scorso è stata,
comunque, eseguita un’autopsia sul cadavere, i cui risultati saranno noti fra due
mesi circa.
Chantal Capasso
UNIVERSITÀ
27 Maggio “Click day” Unicusano: 72 borse di studio
Un aiuto concreto per i giovani di Roma e provincia
econda edizione del Click day dell’universita’
Niccolo’ Cusano, che anche quest’anno
ha deciso di offrire un consistente numero
di borse di studio, 72, ad altrettanti maturandi
residenti nel comune di Roma e in quelli confinanti. Le borse di studio messe a disposizione
dalla Cusano coprono interamente, ad eccezione
della tassa regionale per il diritto allo studio, il
valore delle rette (2.400 euro l’anno) previste per
i 5 anni di studio necessari agli studenti per conseguire la laurea triennale e la specialistica, o la
magistrale a ciclo unico. Avranno diritto all’assegnazione della borsa di studio esclusivamente le
prime 72 richieste che a partire dalle 16 del prossimo 27 maggio (appunto il cosiddetto Click day)
S
perverranno via Pec all’indirizzo [email protected]
dalle Pec dei candidati.
L’universita’ Niccolo’ Cusano ha scelto di non effettuare una selezione dei candidati basata sui risultati scolastici conseguiti in precedenza o sul
reddito delle famiglie diappartenenza, ma di puntare
sulla voglia di studiare e di eccellere dei ragazzi.
Ad essere premiati saranno quindi quei 72 studenti
capaci di cogliere, prima degli altri, le migliori occasioni: i borsisti dovranno poi dimostrare durante
tutto il loro percorso accademico la propria determinazione e il proprio impegno, mantenendo
una media superiore ai 24/30 e partecipando attivamente alle iniziative formative messe in campo
dall’ateneo. Ecco i vari corsi di laurea per le
borse di studio: - Corso di laurea magistrale a
ciclo unico in Giurisprudenza (classe Lmg/01); Corso di laurea triennale in Economia aziendale e
Management (classe L-18) piu’ corso di laurea
magistrale in Scienze economiche (biennale-classe
Lm-56); - Corso di laurea triennale in Scienze politiche e delle Relazioni internazionali (classe L36) piu’ corso di laurea magistrale in Relazioni internazionali (biennale, classe Lm-52); - Corso di
laurea triennale in Ingegneria civile (classe L-7)
piu’ corso di laurea magistrale in Ingegneria industriale (classe L-9) piu’ corso di laurea magistrale
in Ingegneria meccanica (biennale, classe Lm-33)
o Elettronica (biennale, classe Lm-29); - Corso di
laurea in Scienze e Tecniche psicologiche (triennale,
classe L-24) piu’ corso di laurea magistrale in Psicologia (biennale, classe Lm-51).
La domanda di assegnazione e’ presente nell’apposita sezione sul sito www.unicusano.it, da cui
e’ possibile scaricare anche il bando dell’iniziativa.
(Dire)