The presentation, pt. 1 - Nei luoghi della guerra d

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The presentation, pt. 1 - Nei luoghi della guerra d
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30/09/2016 2016rEurope/Berlin 01:51
Gioco di riferimento: Basket - NBA
News scritta da "cianfa88" il 23/10/10, 12:23
The presentation, pt. 1 - Nei luoghi della guerra d'indipendenza
Bentrovati anche da parte mia. Cominciamo con il consueto giro di presentazione
delle squadre. Io e klide abbiamo girato gli States in missione segreta per una
settimana, per fornirvi queste preziose informazioni. Peccato che abbiamo perso
tutto a Las Vegas e ci siamo dovuti pagare il viaggio di ritorno vendendo le nostre
grazie sul retro dello Staples Center di Los Angeles (non ci crederete, è passato
anche Phil Jackson ma l’ho lasciato a klide in quanto ho preferito dedicarmi alla
soave compagna del coach più vincente).
Comunque, lasciamo perdere le chiacchiere e via ai pronostici. Questa settimana
sono di scena le squadre sulla costa più vicino a noi.
LE MAGNIFICHE OTTO
1. MIAMI HEAT – Doveroso metterli al primo posto. Probabilmente nemmeno
alla playstation è possibile mettere su una squadra con due superstelle come Wade
e James e anche un terzo ottimo giocatore (un po’ sopravvalutato) come Bosh. E
il diabolico Pat Riley è riuscito nell’impresa di completare il roster con gente
decente: ecco dunque a completare il quintetto il play Mike Miller e il centro
Udonis Haslem, con una panchina valida che comprende anche il cocco di James,
l’esperto lituano Ilgauskas . Una squadra apparentemente imbattibile dunque. Ma
ecco le prime perplessità: reggeranno così tanti galli nel pollaio, oppure l’ego dei
giocatori prenderà il sopravvento? Riuscirà coach Spoelstra a farsi rispettare dai
big, e soprattutto a resistere alle pressioni di un Riley probabilmente pronto a
subentrargli alle prime difficoltà? Vedremo, quello che è certo è che non
godranno molto delle simpatie degli appassionati.
2. ORLANDO MAGIC – Nuova arena e nuovo logo, ma roster e spirito
immutato. Ancora tutto sulle grande spalli di Dwight Howard. Coach Van Gundy
avrà ancora Nelson, Carter e Lewis, più le solite riserve di qualità. In più ad
allungare una panchina già ben fornita ecco Duhon e Quentin Richardson. La
delusione dell’eliminazione subita dai Celtics è grande, ma per la finale di
conference li vedo favoriti insieme a Miami. Forse manca un po’ di leadership
nelle fasi calde delle partite, ma le alternative sono veramente numerose.
3. BOSTON CELTICS – Costruire una squadra ancora più vecchia di quella della
scorsa stagione sembrava impossibile, invece ecco arrivare nientepopodimenochè
Shaquille O’Neal insieme all’altro O’Neal, Jermaine. Accanto a loro, in attesa del
rientro di Perkins il cui infortunio è forse costato il titolo la scorsa stagione, i soliti
Big Three sempre più acciaccati (ma sempre più saggi) e il giovanotto Rondo,
ormai una stella di primo livello. Con Doc Rivers ancora sulla panchina,
probabilmente il copione sarà quello dell’anno scorso: una regular season a fari
spenti, facendo riposare un po’ tutti, per dare il massimo in primavera. Un saluto
al grande assente, Rasheed Wallace, che ha appeso le scarpette al chiodo e ci ha
deliziato con una carriera dalle grandissime possibilità buttata parzialmente via
per un carattere non proprio malleabile.
4. CHICAGO BULLS – Ok, l’infortunio di Carlos Boozer (fuori un paio di mesi)
non aiuta granchè. Certo, le riserve non sembrano alla pari dei titolari. Ma
abbiamo anche Derrick Rose, ormai una stella in continua crescita e quel
satanasso di Noah sotto le plance. E Luol Deng, che ben si adatta al ruolo di
comprimario di lusso. Una scommessa l’allenatore: è Tim Thibodeau (vice ai
Celtics fino all’anno scorso), ovvero il mago della difesa. Per me sarà una
scommessa vinta e Tim sarà allenatore dell’anno.
5. MILWAKEE BUCKS – Dopo la bella scorsa stagione, i Bucks hanno tutto per
riconfermarsi. Hanno un ottimo play come Jenninngs e un bravo pivot come
Bogut. Hanno un allenatore valido come Skiles e degli esterni buon realizzatori
come Salmons e Maggette. Hanno una ala forte solida (Gooden) e delle buone
riserve (Douglas Roberts, Ilyasova, Delfino). Possono fare davvero bene. Le
incognite? Un gruppo decisamente inesperto a livello playoff, ma c’è tempo per
crescere.
6. ATLANTA HAWKS – Qui sì che non è cambiato niente. Joe Johnson dopo i
pessimi playoff sembrava dovesse andarsene invece eccolo ancora lì. E con lui gli
altri uomini da venti punti a partita Crawford, Williams, Bibby e i grandi atleti
come Smth e Horford. Non hanno le possibilità di andare a lottare per il titolo, ma
daranno del filo da torcere a chiunque
7. NEW YORK KNICKS – Tutti ad aspettarsi LeBron, ed ecco Stoudemire, che
ritrova D’Antoni ma non avrà più il maestro del pick and roll Nash a guidarlo
come play, bensì Raymond Felton con tutte le differenza del caso. Il buon Amar’e
comunque, per farsi benvolere ha tirato su una preseason con cifre record, ma la
preseason, si sa, non conta nulla. Ed ecco quindi le incognite di un roster
ricostruito per l’ennesima volta, giovane ed entusiasta ma inesperto. A New York
servirà il miglior Gallinari per giungere ai playoff. A meno che Danilo non parta
ora (o a febbraio) in cambio di Carmelo Anthony e di Chris Paul. Fiducia in
D’Antoni, comunque.
8. DETROIT PISTONS – Boh. Non saprei come giudicare questi Pistons. Gli
metto ai playoff più per mancanze di alternative che altro. Certo, i nomi nel roster
sono altisonanti. Gordon, Hamilton, McGrady, Prince. Peccato che mi sembrano
solo giocatori bolliti in attesa di raggranellare gli ultimi spiccoli della loro onorata
carriera. Villanueva e Stuckey, poi, hanno sempre deluso le aspettative. Può
uscire una buona stagione, come anche un grande pasticcio.
LE ALTRE SETTE
Lotteranno fino alla fine gli Washington Wizards. La dea bendata ha portato la
prima scelta del draft, John Wall, una point guard già in grado di giocare ai
massimi livelli in NBA. E il roster è stato ben puntellato con arrivo di buoni
giocatori come Hinrich, Al Thornton e il cinese Yi Janlian. Peccato per qualche
infortunio. E c’è l’incongita Gilbert Arenas che aleggia…
Nel limbo i Charlotte Bobcats. Sono la squadra con cui si trastulla Michael Jordan
e si sono qualificati ai playoff l’anno scorso. Ma gli avversari si sono rinforzati e
la loro divison è la più forte dell’NBA. Probabilmente né la crescita di Gerald
Wallace, né la concretezza di Stephen Jackson, di Diaw e degli altri basteranno
per un posto al sole.
I Torono Raptors puntano forte su Andrea Bargnani. Certo, fare del romano
l’uomo franchigia può apparire una scelta discutibile, ma il Mago ha mostrato
notevoli progressi con la nostra nazionale questa estate. Accanto a lui, via Bosh e
Turkoglu, ecco arrivare Barbosa e Kleiza. Il lituano soprattutto è un uomo di
sicuro affidamente e dal rendimento molto solido. Comunque se non hanno fatto i
playoff l’anno scorso non si capisce perché dovrebbero farli quest’anno.
Poveri Cleveland Cavaliers. Decisamente oltraggiati da James (da venerato è
diventato il più odiato), quello che per anni hanno temuto si è decisamente
concretizzato: il vuoto dopo la partenza del Prescelto. Il roster è più o meno
confermato (il solo nuovo è Sessions), con Jamison punta di diamante (sigh):
Varejao, Parker, Mo Williams restano buoni giocatori ma il colpo James sarà dura
da assorbire per tutti. Ah, anche un nuovo allenatore: il bravo Byron Scott.
Con il nuovo proprietario miliardario russo, i New Jersey Nets provano a dare una
svolta alla loro storia. Un roster pieno di scommesso, ma che lascia intravedere
qualcosa di buono: a partire dall’asse play-pivot, ovvero Devin Harris – Brook
Lopez. In più è arrivato il solido Murphy e qualche altro buon comprimario. Per
vincere occorre altro, ma se la terza scelta del draft Derrick Favors si comporta
bene…
Altra stagione da lotteria per i Philadelphia 76ers. Iguodala è il faro e le poche
speranze sono riposte nella rinascita di Brand e nella crescita del bravo play
Holiday, oltre che nel rookie Turner.
Gli Indiana Pacers continueranno nella mediocrità. A Danny Granger è stato
affiancato il play Collison reduce da una buona prima stagione, ma se gli altri
punti forti sono Dunleavy e Hibbert non possono andare tanto lontano.