A fianco di FIRC per tradizione di famiglia

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A fianco di FIRC per tradizione di famiglia
LASCITI
Chi ha scelto di sostenere FIRC
A fianco di FIRC
per tradizione
di famiglia
La campionessa di scherma
Margherita Granbassi
si racconta: le vittorie,
la TV e il sostegno alla ricerca
a cura di AGNESE GAZZERA
uando era bambina scendeva in piazza con la
mamma a distribuire le
Azalee della ricerca. Oggi,
che ha 31 anni e medaglie
di mondiali e olimpiadi nel curriculum, è testimonial delle campagne di
FIRC. Margherita Granbassi, campionessa di scherma nella specialità del
fioretto, è uno dei personaggi famosi
che prestano il proprio
volto per sostenere le attività di FIRC, la Fondazione
italiana per la ricerca sul
cancro. Ha scelto di farsi
portavoce della campagna
sui lasciti testamentari, che
invita a destinare parte dei
propri beni alla ricerca.
Abbiamo chiacchierato
con lei al telefono, in una
pausa tra gli intensi allenamenti che riempiono le sue
giornate. Tra le tante vittorie, la Granbassi conta due
bronzi alle Olimpiadi di Pechino del 2008 e un oro ai
mondiali di Torino del 2006, percui
nel 2007 è stata nominata Cavaliere
dell’Ordine al Merito dal Presidente
Napolitano. E, nel frattempo, è riuscita anche a iniziare una carriera televisiva: inseguendo il sogno di diventare
Q
Vorrei che
la gente
capisse
che di
FIRC ci si
può fidare
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giornalista, tra il 2008 e il 2009 ha partecipato ad Annozero di Michele Santoro, come co-conduttrice, chiamata a
sostituire Beatrice Borromeo. Per questo si è congedata dall’Arma, visto che
i carabinieri, di cui faceva parte, non
le concedevano l’aspettativa necessaria. Nel 2010 è stata di nuovo in televisione, questa volta in uno spettacolo
di tutt’altro tono: Ballando con le stelle,
reality show di RaiUno in cui personaggi famosi si cimentano, e gareggiano, nell’arte della danza. Oggi concilia
le due carriere: schermitrice per gareggiare e vincere, magari alle prossime Olimpiadi di Londra del 2012, e
giornalista, da ultimo come conduttrice del programma Sport Science, sul
canale Sportitalia.
Con tutti questi impegni, dove trova
la voglia, il tempo e le energie da
dedicare a FIRC?
Ora che posso usare la mia notorietà per fare qualcosa di utile per le
altre persone, sento ancora di più il
desiderio di impegnarmi per delle
buone cause. In questo caso, cerco
di far capire alla gente che devolvere denaro a FIRC è una certezza:
molti non si fidano, non si sentono
sicuri sulla destinazione dei loro
soldi. Poi, è anche una specie di tradizione di famiglia.
UN LASCITO
PER LA RICERCA
hi sono gli eredi
e come vengono
stabiliti? Quali
sono le quote di riserva a favore dei
figli e del coniuge?
Come si redige un
testamento?
C
Effettuare un
lascito testamentario è molto semplice:
– testamento olografo: basta
scrivere su un foglio di proprio
pugno cosa si vuole destinare
(per esempio una somma di denaro) e a chi, datarlo e firmarlo. Il
testamento potrà essere poi affidato a una persona di fiducia o a
un notaio;
– testamento pubblico: viene
ricevuto dal notaio alla presenza di
due testimoni e poi custodito dal
notaio stesso.
Con la Guida al
testamento,
aggiornata
secondo le leggi
vigenti, effettuare
un lascito
testamentario
è diventato un gesto semplice.
E lo può diventare per tutti: basta
richiederla gratuitamente
contattando:
tel. 02 79 47 07
www.fondazionefirc.it
Sarebbe a dire?
Da bambina andavo nelle piazze a
distribuire le azalee con mia madre.
Scaricavamo i camion, stavamo in
strada per ore, era un’emozione
molto forte ascoltare le persone che
raccontavano le storie della malattia
che li aveva coinvolti. Condensavano
quei pezzi di vita e di sofferenza in
poche decine di secondi. Mi ricordo
che io, piccola com’ero, non capivo a
fondo, ma mi impegnavo al massimo
per cercare per loro il fiore più bello.
Lei presta il suo volto alla campagna
sui lasciti testamentari. Non è
strano che una giovane pensi a
queste cose?
È una questione delicata, difficile
da affrontare, ma è facile capire che
destinare un lascito è un’azione positiva. Non deve fare paura. Poi, bisogna anche pensare che il cancro è
particolarmente pericoloso soprattutto per i giovani, perché quando colpisce loro è più veloce nel suo progredire. Io credo che neppure a 30 anni si
debba aver paura di pronunciare la
parola “testamento”.
Lei ha avuto delle interruzioni nella
sua carriera, dovute ad alcuni
infortuni. Ora però si sta di nuovo
allenando: quali sono i prossimi
obiettivi?
Ho ripreso ad allenarmi ad agosto,
dopo un intervento al ginocchio che
ne seguiva uno alla
mano. Sto preparando i Campionati
del mondo di novembre a Parigi con
la mia squadra, ma
non parteciperò.
Con la testa sono
già oltre: alla Coppa del mondo di
febbraio e poi alle qualificazioni
olimpiche. Vorrei tornare quella che
ero, lasciando finalmente alle spalle
gli infortuni. Finora ce l’ho sempre
fatta, spero sia di nuovo così.
ché la nostra nazionale è molto forte,
la prima grande concorrenza è all’interno della mia stessa squadra.
Vedremo.
La TV: l’ha messa da parte?
“No, ma quel che ho fatto in TV è
stato possibile grazie a delle parentesi
nella scherma. Annozero era nell’anno
postolimpico in cui potevo permettermi di affrontare un
impegno del genere. A Ballando con le
stelle ho partecipato
perché ero ferma a
causa dell’operazione alla mano. Se
avessi potuto allenarmi non l’avrei mai fatto.
La TV? Ieri
una parentesi,
domani
una professione
Da come ne parla, sembra si aspetti
dei buoni risultati alle olimpiadi.
Lo spero tanto. Sarà difficile per-
Ci dica la verità, da sportiva: ogni
anno ci raccontano tutte le fatiche
dei partecipanti a Ballando con le
stelle, con vip che dimagriscono di
decine di chili per lo sforzo, altre
atterrate da ernie e mal di schiena.
È davvero così sfiancante?
Lo è. Anche io pensavo fosse una
passeggiata, per me, allenata come
sono sempre, ma imparare a coordinarsi e a seguire le regole del ballo è
stato faticosissimo. Anche se è stato
solo un gioco. Ora collaboro a una
trasmissione giornalistica di Sportitalia, dove parlo di sport, il mio campo.
È anche questa una parentesi?
Il mio obiettivo è diventare giornalista, potendone fare una vera
professione. È un investimento, perché è quello che vorrei fare quando
lascerò la scherma.
È già ora di pensare a dire addio al
fioretto?
In questa disciplina non esiste
un’età per smettere: c’è chi a 40 anni
gareggia ancora, come Giovanna
Trillini, e chi molto prima decide di
aver raggiunto i propri obiettivi e di
poter lasciare. Io voglio mettere le
basi per fare qualcosa di diverso, in
quel “dopo”. Dato che, almeno per
ora, non credo che diventare allenatrice sia la mia strada.
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