Tra cinema e vita, Remo Girone resta al fianco di FIRC

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Tra cinema e vita, Remo Girone resta al fianco di FIRC
LASCITI
Un cattivo molto buono
Tra cinema e vita,
Remo Girone
resta al fianco di FIRC
Ha avuto successo con ruoli complessi, da La piovra a
Calisto Tanzi nel film sul crack Parmalat, ma la sua prova
più difficile è stata la battaglia contro la malattia
a cura di AGNESE GAZZERA
l copione della Piovra non prevedeva che il supercattivo Tano Cariddi smettesse di sparare per curarsi dal cancro. Ma la vita degli
attori non segue quella dei personaggi che interpretano, così Remo Girone non solo non ha la cattiveria del
mafioso, ma più di 20 anni fa, mentre
ne vestiva i panni, si è anche ammalato di cancro. Non aveva ancora 40 anni, è guarito, è tornato in teatro, in tv e al cinema,
collezionando successi e collaborazioni importanti. Ha
recitato, tra gli altri, per Luca
Ronconi in teatro, Ettore
Scola e Ridley Scott al cinema, nella Piovra e in Fantaghirò per la televisione. L’ultimo
suo grande successo è il film
N
Il gioiellino di Andrea MolaioIMPEGNO
li, sul crack Parmalat. IntanNATO DA
to, non ha mai smesso di imESPERIENZE pegnarsi a favore della ricerPERSONALI ca sul cancro. È uno dei testimonial della campagna lasciti testamentari di FIRC (Fondazione italiana
per la ricerca sul cancro), alla quale invita a destinare una parte della propria
eredità. Da anni sostiene le attività di
FIRC, non stancandosi mai di ripetere
quanto sia importante la ricerca e
quanto sia utile parlare della malattia.
“Ho vissuto sulla mia pelle l’esperienza
I
U
28 | FONDAMENTALE | GIUGNO 2011
della malattia, sono stato curato e ho
capito quanto sia importante sostenere
le associazioni che fanno ricerca. AIRC
e FIRC hanno molti meriti e sono felice
di sostenerle”.
Il suo è un impegno duraturo e profondo. Di recente, in un video che promuove la campagna lasciti, interpreta
se stesso e si mette a nudo parlando del
suo tumore. Dice: “La prova più difficile, non come attore ma come uomo”.
Perché ha scelto di offrire il suo
volto a questa campagna?
Ho avuto tanta fortuna nella vita, è
giusto che ne restituisca un po’. Il tumore alla vescica, da cui sono stato colpito, ha sintomi spesso trascurati. Il
medico che mi curò mi chiese di impegnarmi a informare, ho cercato di farlo
e credo sia stato utile a tante persone.
Se ne parla e si fa abbastanza?
Tutto nella società è pensato per ridimensionare e allontanare l’idea della
malattia e della morte. Non è un caso
che la gran parte dei fondi per la ricerca arrivi da donazioni private. Se alla
società interessasse davvero il benessere dei suoi cittadini, gli investimenti
pubblici sarebbero maggiori.
Non teme che parlare di testamento, e quindi di morte, possa
spaventare?
No. Qualche anno fa parlare di tumore era un tabù, perché la recidiva
sembrava inevitabile. Ora la situazione
è cambiata. E più se ne parla, più è facile parlarne.
Qual è stato il suo ultimo lavoro?
L’ultimo uscito è il film per la tv tedesca La potente serva di Dio, in cui
vesto i panni di Pio XII. Racconta sia i
fatti storici, sia la vita di questo papa
controverso, dai problemi di salute alle
crisi di coscienza, a suor Pascalina, che
lo affiancò sempre e che dà il titolo al
film.
Uno dei tanti ruoli complessi nella
sua carriera.
Mi ha fatto tremare, è stato difficile,
ma anche una soddisfazione.
L’abbiamo vista trasformarsi in
un altro personaggio reale, Calisto Tanzi, che nel film si chiama
Amanzio Rastelli. La vicenda
Parmalat è tornata di grande attualità: dobbiamo aspettarci un
seguito?
Non lo so davvero. Ma se ci sarà un
Gioiellino 2 i protagonisti saranno liquidatori e investitori, non certo Tanzi…
Come avete cercato di raccontarlo?
Non volevamo farne un diavolo,
ma un uomo vero. Come ce ne sono
molti in Italia, il cui livello di moralità si è abbassato. Credo che lui non si
rendesse del tutto conto che sarebbe
arrivato il tracollo finanziario, pensava che in qualche maniera si sarebbe
salvato. Non è un duro, il vero duro è
il gelido ragioniere interpretato da
Toni Servillo.
Chi è il più cattivo, tra Tano Cariddi
e Rastelli-Tanzi?
Senza dubbio Cariddi. Aveva del
genio, si muoveva con abilità nella finanza e in più era un assertore del
male. Tanzi invece è un corruttore i cui
riferimenti politici sono democristiani
e quando deve concludere un affare
sporco dice una preghierina.
Non ha temuto che Tano Cariddi
UN LASCITO
PER LA RICERCA
hi sono gli
eredi e come
vengono
stabiliti? Quali
sono le quote di
riserva a favore
dei figli e del
coniuge?
Come si redige un testamento?
C
Effettuare un lascito testamentario
è molto semplice:
– testamento olografo: basta scrivere su un foglio di proprio pugno cosa si
vuole destinare (per esempio una
somma di denaro) e a chi, datarlo e firmarlo. Il testamento potrà essere poi
affidato a una persona di fiducia o a un
notaio;
– testamento pubblico: viene ricevuto
dal notaio alla presenza di due testimoni
e poi custodito dal notaio stesso.
Ho avuto fortuna
nella vita, voglio
restituirne un po’
diventasse un marchio e pregiudicasse la sua carriera?
Mi è capitato che i registi avessero
paura che fossi troppo identificato con
quel personaggio e temessero anche di
darmi ruoli per cui ero adatto. Però, e le
faccio un esempio, in Germania ho
avuto il ruolo di papa Pio XII grazie al
successo della Piovra. Che continua ancora oggi, negli Usa lo hanno appena
ritrasmesso con successo.
Sarà che il tema è sempre attuale?
Purtroppo la mafia non passa.
Serve al potere.
Quali sono i personaggi, tra quelli interpretati, che più l’hanno
emozionata?
A teatro, Raskolnikov di Delitto e castigo di Dostoevskij, Astrov dello Zio
Vanja di Čechov. Quando si tratta di
grandi personaggi e di grandi autori,
come in questi casi, certi ruoli segnano. È come leggere un bel libro.
Tra quelli per lo schermo?
Tanzi e papa Pio XII, ma sono gli ultimi, è una risposta difficile. Anche il
ruolo del mio esordio al cinema da protagonista nel Gabbiano, film di Marco
Bellocchio del 1977, tratto da Čechov.
Me lo ricordo bene. Per me questa è la
vita, non solo lavoro.
Per chi vorrebbe recitare in futuro?
Mi piacerebbe tornare a lavorare
con Luca Ronconi e con Bellocchio.
Tanti ruoli drammatici e impegnativi, ma lei è stato anche Powhatan, il capo pellerossa del cartone
animato Disney Pocahontas.
Di solito non faccio doppiaggi, ma
in quel caso ho accettato e mi sono divertito. Anche perché in modo del
tutto imprevisto il ruolo è poi tornato
più di una volta. Dopo un anno sono
stato richiamato per la versione televisiva, poi di nuovo per il videogioco, in
cui dovevo scandire le parole di una
improbabile lingua pellerossa. Mica
potevo dire di no, Powhatan non poteva certo cambiare voce.
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