La solidarietà per una società migliore
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La solidarietà per una società migliore
LASCITI Chi ha scelto di sostenere FIRC UN LASCITO PER LA RICERCA La solidarietà per una società migliore Franco Battiato ha della vita una concezione generosa che si riflette nella sua opera multiforme, colta e popolare allo stesso tempo a cura di AGNESE GAZZERA e qualcuno avesse un dubbio su come definire Franco Battiato, è stato lui stesso a chiarirlo nell’ultimo Festival di Sanremo. L’ha fatto con il titolo della canzone in cui ha duettato con il conterraneo Luca Madonia: “L’alieno”. Icona della musica alta e colta, di melodie raffinate e intense, compositore, autore di opera, pittore, regista e sceneggiatore, Battiato in passato ha detto sì a collaborazioni talmente eterogenee da stupire: da Tiziano Ferro a Ginevra di Marco, da Morgan a Gianni Maroccolo, da Moltheni a Carmen Consoli. Anche gli alieni, però, condividono il destino dei propri simili e l’artiA PITTURA sta siciliano ha scelto di imÈ STATA pegnarsi nella lotta contro LA MIA il cancro attraverso un laGRANDE scito testamentario a favore SFIDA della Fondazione italiana per la ricerca sul cancro (FIRC). Grazie al suo ruolo di testimonial della Campagna per i lasciti testamentari, invita le persone comuni e i personaggi noti a destinare una parte dei propri beni, grande o piccola che sia, a sostegno di chi, nei laboratori italiani, certa una soluzione per combattare la malattia. S L 30 | FONDAMENTALE | APRILE 2011 Abbiamo voluto chiedergli perché ha scelto di prestare il proprio volto proprio a questa iniziativa, chiacchierando con lui tra una sessione di registrazione e l’altra. Perché ha deciso di sottoscrivere un lascito testamentario e diventare testimonial della campagna lasciti di FIRC? Sono felice quando posso impegnarmi per sostenere iniziative buone come questa. Ho una grande ammirazione per quanti si dedicano ai malati, così come ai deboli o alle persone in difficoltà. Che cos’è per lei la malattia? Rispondere è complesso. Io penso di essere arrivato a questa età in ottime condizioni, senza mai aver avuto malattie gravi, anche grazie alla meditazione. Gli esercizi sul respiro aiutano la circolazione. Penso che più una persona si lascia andare, più “attira” le malattie. Vita sana come prevenzione delle malattie, in qualche maniera, insomma. Certo. Ma nel mio caso però bisogna escludere lo sport, proprio non lo pratico. Anche gli stili di vita contano, però. Lei non fuma, non beve, è hi sono gli eredi e come vengono stabiliti? Quali sono le quote di riserva a favore dei figli e del coniuge? Come si redige un testamento? C Effettuare un lascito testamentario è molto semplice: – testamento olografo: basta scrivere su un foglio di proprio pugno cosa si vuole destinare (per esempio una somma di denaro) e a chi, datarlo e firmarlo. Il testamento potrà essere poi affidato a una persona di fiducia o a un notaio; – testamento pubblico: viene ricevuto dal notaio alla presenza di due testimoni e poi custodito dal notaio stesso. Con la Guida al testamento, aggiornata secondo le leggi vigenti, effettuare un lascito testamentario è diventato un gesto semplice. E lo può diventare per tutti: basta richiederla gratuitamente contattando tel. 02 79 47 07 www.fondazionefirc.it vegetariano. È una questione di salute? Per spiegare come la penso, direi che potremmo invertire il detto mens sana in corpore sano. Per me il corpo sano dipende dalla mente sana. Credo che il corpo sia un luogo che va trattato bene perché non ottunda la mente, che è la nostra essenza. Abbiamo molto sentito parlare di lei negli ultimi tempi in relazione al Festival di Sanremo. Saprà di aver stupito con la sua partecipazione. Ci spiega perché ha accettato? Ma vede, io non ho scelto di andare a Sanremo, ho scelto di andare a cantare con Luca Madonia. E poi non sono stato nient’altro che un corista. Gianni Morandi, scherzando sul titolo della canzone, l’ha definita “un alieno sul palco dell’Ariston”. Che effetto le ha fatto sentirlo? Morandi ha ragione. Io non amo le competizioni. Non c’entra nulla con il concetto di musica alta e musica bassa, che peraltro non mi appartiene. C’è solo musica bella o brutta. Certo, non posso dire che il Festival sia il mio pane quotidiano. Qual è il suo rapporto con la TV, oggi? Insomma, non la amo molto. La guardo di rado, quando vengono trasmessi bei film. E i programmi musicali? Dipende. Per esempio, non riesco a guardare X-Factor e simili. Morgan mi aveva anche cercato per coinvolgermi. Ho rifiutato, mi sarei sentito veramente fuori luogo. Sono felice di potermi impegnare per FIRC avrebbe voluto chiudere con me la propria carriera, non ho potuto dirle di no. Poi Milva è fantastica. Lei è un musicista, ma è anche sempre stato un artista eclettico. Perché ha così bisogno di dedicarsi a cose diverse? Cambiare è una questione di igiene mentale. La pittura, ad esempio: ho iniziato perché mi sentivo un incapace totale, sa quando si dice “essere negati”? Però dopo 15 anni sono riuscito a diventare pittore. È stato un grande successo personale. È la prova che anche quando non si direbbe si possono fare grandi cose. Nel tempo, lei ha collaborato con tantissimi artisti. L’ultima è stata Milva, che ha scelto le sue canzoni per quello che ha annunciato come il suo album d’addio. Quindi, per lei l’evoluzione è questo? Con Milva, ci siamo conosciuti per un tour nel 1981, quando vivevo a Milano. Quando mi ha chiamato, spiegandomi che stava pensando al suo ultimo disco e dicendomi che Sì. Non si può semplicemente dire “sono fatto così”, bisogna cercare di migliorare. Poi, certo, ci sono i talenti personali che vanno seguiti. Nel lavoro e nella vita. Ormai vive da tempo in Sicilia, dove è tornato dopo aver abitato altrove. Continua ad amare la sua terra d’origine? È vero che casa sua è una sorta di tempio della tranquillità? Vivo a 800 metri sul livello del mare, dietro l’Etna. Ho un panorama che va da Taormina a Siracusa. Vedo il mare, una vastità. Intorno ho la natura. Ormai vivo qui da 23 anni. Fondamentale è il silenzio. Cosa pensa della società di oggi, della situazione italiana? È una società degna dei barbari, dei sanguinari. Non è mica necessario ammazzare per esserlo. Bastano i gesti e la mancanza di onestà verso il prossimo. È come essere tornati al Basso Medioevo. Quando ci dicono che è sempre stato così, non dobbiamo crederci. Io sono nato dopo la guerra, c’era povertà ma c’era anche gioia di vivere. C’era solidarietà umana. APRILE 2011 | FONDAMENTALE | 31