notizie di varia “vaticanità”

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notizie di varia “vaticanità”
notizie di varia “vaticanità”
ANNO 4 | N. 2
foglio informale per i dipendenti del Governatorato
11 Aprile 2010
La Risurrezione di Cristo è una nuova creazione.
Ha modificato l’orientamento profondo della storia,
sbilanciandola una volta per tutte dalla parte del
bene, della vita, del perdono.
Siamo liberi, siamo salvi!
Benedetto XVI
Luigi Filocamo (1906-1988), La Risurrezione di Cristo.
Musei Vaticani (già Appartamento Pontificio Privato)
3 Anniversario del bicentenario della nascita di Leone XIII
3 Un “cupolone” innevato!
4-9 Notizie dalle Direzioni e Uffici
10 Il cuore che pensa
È poesia!
11 La Parola del Papa
L’angolo di cultura
12 Per fare buon sangue
Notizie liete e... tristi
Lettera del Cardinale Presidente
1. Lo tsunami finanziario ed economico del 2008
e 2009, che ha colpito i Paesi più sviluppati del mondo, travolgendo imperi finanziari, e sgretolando colossi dell’industria del Nuovo e del Vecchio Mondo,
non poteva non portare la sua forza d’urto anche sul
Governatorato. Ma non l’ha travolto. Ha però posto
anche ad esso nuove sfide. E le sfide o le si affrontano con intelligenza, prudenza e tenacia, o si perdono.
Una sfida può dare il colpo di grazia, ma anche offrire
un’occasione per nuove opportunità, aprire ad una visione insieme più realista e più ampia dei punti deboli
e dei punti di forza, una percezione più chiara dei compiti da affrontare, delle correzioni da introdurre e dei
nuovi traguardi che si possono raggiungere.
Proprio questo è ciò che sta avvenendo qui, da noi.
Nel marzo dello scorso anno, come sapete, ho istituito il Comitato Finanza e Gestione, composto da alcune personalità esterne di rinomata competenza, per
esaminare a fondo i nostri metodi di lavoro, le nostre
carenze e le nostre capacità, e proporre soluzioni che
garantiscano alle nostre procedure una maggior trasparenza, rapidità ed efficienza.
I metodi di lavoro del Governatorato sperimentati
nei decenni precedenti nei suoi Uffici, proprio per la
capacità di chi li dirige e di chi vi lavora, danno garanzia di sapersi adattare a più recenti criteri di buon funzionamento aziendale. Non v’è dubbio che il passaggio ai nuovi paradigmi operativi potrà essere, talvolta,
non semplice e richiedere spirito di adattamento, di
collaborazione, ed anche un po’ di pazienza. La macchina del Governatorato non è poi quella gran macchina, e dovrebbe potersi muovere con una certa agilità.
Nostro Signore, sempre aderente alla realtà umana,
ha detto che nessuno che beve il vino vecchio desidera il
nuovo, perché dice: “il vecchio è gradevole” (Lc 5, 39).
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| all’ombra del cupolone
Ora il passaggio di metodo che viene attuato non
è certo una rivoluzione, come quella del vino nuovo
di Gesù, ma una novità che può comportare qualche
disagio, talvolta spiacevole: non solo per gli Uffici
delle varie Direzioni, ma anche per quelli della Presidenza, perché, anche per la Presidenza, com’è facile comprendere, è assai più piacevole quando tutto è
tranquillo e scorre come l’olio, senza intoppi e nuovi
inizi. Ma non si può nuotare senza muovere le braccia
ed affaticarsi un po’. Sosteniamoci dunque e facciamoci coraggio a vicenda.
Dice S. Paolo: portate i pesi gli uni degli altri:
così adempirete la legge di Cristo (Gal 6, 2).
2. In questo processo, come detto, non sempre facile, ma necessario e, si confida, fruttuoso si richiede
un vicendevole comportamento di apertura e volontà
di collaborazione.
Come tutti sanno (Alll’Ombra del Cupolone lo reitera ad ogni suo numero) le porte del Cardinale Presidente, ma anche quelle di S.E. il Segretario Generale
e di S.E. il Vice-Segretario Generale del Governatorato, sono sempre aperte. A tutti, senza distinzione.
A questo proposito permettetemi una confidenza.
Alcuni – me l’hanno detto loro stessi – temono di venire a parlare con il Presidente. Chissà che cosa dirà
il mio capo? - si domandano -. Sospetterà che io venga a riferire cose spiacevoli; vorrà poi sapere com’è
andato il colloquio.
Ora, questa è una preoccupazione fuori luogo.
Anzitutto perché vi sono molti argomenti al di fuori
delle questioni di lavoro di cui si può parlare con il
Cardinale Presidente. C’è inoltre il segreto d’ufficio,
il quale impone un grave obbligo di riservatezza. E
nessuno può pensare di richiedere di essere informato
sul contenuto di un colloquio privato con il Cardinale
Presidente, come con chiunque altro.
Noi viviamo in un regime di libertà e di reciproca
fiducia, in cui non deve trovare spazio nè la delazione nè la connivenza. Il Cardinale Presidente per parte sua non ha mai tradito la fiducia di nessuno, e, se
notizie portate a sua conoscenza ne hanno richiesto
l’intervento, egli si è mosso, com’è suo dovere, con
ogni riguardo verso ciascuna persona, senza distinzione, così che nessuno dovesse sentirsi ferito o avesse ragione di lagnanza; con senso di responsabilità nei
riguardi dell’istituzione Governatorato, ma soprattutto con amore, sincero e doveroso, verso ciascuno dei
11 Aprile 2010
collaboratori del Governatorato. È un obbligo che
viene non dalla Legge Fondamentale dello Stato, ma
dal Vangelo, che è assai più vincolante.
3. E visto che il discorso è scivolato, o meglio, s’è
levato verso il Vangelo, c’è ancora una cosa che mi sta
a cuore e che vi devo dire.
Il comportamento moralmente virtuoso è sempre
anche socialmente utile (fermo restando che l’efficienza sociale non è il fine della virtù, ma solo una
conseguenza). Ora c’è un comportamento non virtuoso che io vorrei vedere completamente estirpato nei
rapporti interni della famiglia del Governatorato: è la
maldicenza. La maldicenza è originata, in verità, più
che da circostanze esteriori negative, da invidia, da sospetto malevolo (per non dire giudizio temerario), da
compiacimento per le manchevolezze altrui: insomma
sempre da malanimo. Ma non resta mai senza contraccambio. È un’esperienza incontrovertibile: uno parla
male di un altro con te, oggi; domani parlerà male di te
con un altro. Sentite invece che cosa ci dice l’Apostolo
Pietro nella sua prima Lettera, citando il Salmo 34:
Chi infatti vuole amare la vita
e vedere giorni felici
trattenga la lingua dal male
e le labbra da parole d’inganno,
eviti il male e faccia il bene,
cerchi la pace e la segua (1 Pt 3, 10-11. cfr Si 34,
13-17).
Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri,
senza mormorare (1 Pt. 4 ,9).
Superfluo fornire un’esegesi di tale passo: è molto
chiaro e vale per tutti. Noto solo che l’ospitalità di
cui parla, più che l’ospitalità della casa, è l’ospitalità
della persona, del cuore sereno, aperto, amichevole.
4. La Pasqua del Signore che stiamo celebrando,
rinnovi le nostre energie, ci dia nuova gioia, nuovo
slancio, un cuore ospitale.
Come dice il proverbio: cuor contento, il ciel
l’aiuta.
Dire Pasqua è dire: è un altra Vita! E questo è il
mio augurio pasquale a ciascuno di voi, alle vostre
famiglie, a tutte le persone che vi sono care.
G. Card. Lajolo
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11 Aprile 2010
Anniversario del bicentenario della nascita di Leone XIII
di Danilo Ambrosetti
Jean-Joseph Constant, detto Benjamin Constant (1845-1902).
Ritratto di Leone XIII.
I
l 2010 è l’anno del Bicentenario della nascita di
Vincenzo Gioacchino Pecci ossia Papa Leone XIII
(1810-1903). L’anniversario in questione rappresenta un
appuntamento di grandissima attualità anche in relazione alla recente Lettera Enciclica “Caritas in Veritate” di
S.Santità Benedetto XVI, che fa esplicito riferimento alla
“Rerum Novarum” di Leone XIII e che visiterà, il prossimo
5 settembre 2010, Carpineto Romano, città natale di Papa
Leone XIII. Egli è stato il 256° vescovo di Roma e Papa
della Chiesa cattolica (dal 20 febbraio 1878). È ricordato
nella storia dei papi dell’epoca moderna come il pontefice
che ritenne che fra i compiti della Chiesa rientrasse anche
l’attività pastorale in campo socio-politico. Se con lui non
si ebbe la promulgazione di ulteriori dogmi dopo quello
dell’infallibilità papale, solennemente proclamato dal Concilio Vaticano I, egli viene tuttavia ricordato quale papa delle encicliche. Ne scrisse infatti 86, con lo scopo di superare
l’isolamento nel quale la Santa Sede si era ritrovata dopo
la perdita del potere temporale con l’unità d’Italia. La sua
più famosa enciclica fu la Rerum Novarum con la quale si
realizzò una svolta nella Chiesa cattolica, ormai pronta ad
affrontare le sfide della modernità come guida spirituale internazionale. In questo senso correttamente gli fu attribuito
il nome di “Papa dei lavoratori” e di “Papa sociale”; infatti
scrisse la prima enciclica esplicitamente sociale nella storia
della Chiesa cattolica e formulò quindi i fondamenti della
dottrina sociale della Chiesa. Leone XIII è noto anche per
essere il primo Papa, dopo mille anni di storia, a non esercitare il potere temporale. Il suo pontificato durò 25 anni,
anche se, al momento della sua elezione, a molti appariva
vecchio, stanco, malaticcio. Leone XIII fu sepolto nella Basilica di San Giovanni in Laterano. All’interno del Museo
Storico del Vaticano, presso il Palazzo Lateranense, ci sono
numerose testimonianze del Pontificato di Leone XIII, non
solo dipinti ed immagini varie, ma anche documenti, editti
ed altro ancora, tutt’ora esposti agli occhi dei visitatori del
Museo Storico Vaticano.
Un “cupolone” innevato!
A
di Pier Carlo Cuscianna
partire soprattutto dalle ore 10,00 del 12 febbraio un
sottile manto bianco ha ricoperto Roma e la Città del
Vaticano.
L’ultima volta era nevicato su Roma, in forma molto abbondante, nel febbraio 1986, mentre alla viglia dell’Epifania
del 1985 alla nevicata era seguita una grave gelata, con pesanti conseguenze sull’agricoltura e sul traffico, anche ferroviario.
Quello del 12 febbraio scorso, episodio preannunciato e
di moderata entità, non ha creato alcun vero problema alla
viabilità interna allo SCV, né di funzionalità dei vari apparati
dello Stato.
Fortunatamente il generoso sole romano ha rapidamente
dissolto il modesto tappeto nevoso, di non più di 3 centimetri. C’è stato comunque il tempo sufficiente a fissare alcune
immagini insolite del paesaggio vaticano.
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| all’ombra del cupolone
11 Aprile 2010
NOTIZIE DALLE DIREZIONI E UFFICI
Incontro di S. Em.za il Cardinale Giovanni Lajolo
con un gruppo di Buddisti Giapponesi
di Francesco Tomassetti
N
L’incontro nella Sala della Consulta
ella mattina di mercoledì 24 febbraio u.s. il Cardinale
Presidente ha ricevuto nella Sala della Consulta del Governatorato un gruppo di circa 40 Buddisti, Bonzi e Bonze, provenienti dal Giappone, seguaci della setta Jodo-Shu, fondata dal maestro Hoonen nel XII secolo. Li accompagnava il Rev.do P. Makoto
Wada, Carmelitano, responsabile della Sezione Giapponese della
Radio Vaticana. Il gruppo è stato presentato da P. Wada, indicando
le ragioni per cui esso desiderava incontrare il Cardinale Lajolo. Si
è subito instaurato un cordiale dialogo. Il Chairman Junyu Ogino,
che guidava il gruppo, ha esposto le finalità dell incontro, volto a
studiare e praticare possibilità di collaborazione per promuovere la
pace nel mondo, in amichevole confronto con le diverse culture.
La setta Jodo-Shu celebra il giorno della pace, con particolari
preghiere, il 25 marzo, ricorrenza della morte del fondatore. La sua
attività pratica in favore della pace è molteplice, in particolare mediante raccolta di fondi per iniziative concrete di pace, promozioni
Il cardinale tra le Bonze
culturali con diffusione di libri in favore della pace, e mediante la
ricerca di persone, non note, che promuovono la pace, e che vengo-
no quindi presentate a diverse organizzazioni e fondazioni, e così
aiutate nella loro alta finalità.
È stato quindi chiesto al Cardinale Presidente di illustrare l’impegno della Chiesa Cattolica in favore della promozione e dello
sviluppo della pace nel mondo. Il Cardinale Presidente ha illustrato
l’iniziativa della Giornata Mondiale per la Pace, che la Chiesa Cattolica celebra il primo giorno dell anno, voluta da Paolo VI, sempre
preparata da un impegnativo messaggio del Papa ed accompagnata
dalla preghiera di tutti i cattolici nel mondo; ha parlato quindi dei
Pontifici Consigli Justitia et Pax, Cor Unum e per il Dialogo Interreligioso, e del compito istituzionale della diplomazia vaticana e
delle Nunziature Apostoliche per la pace.
Egli ha quindi osservato che si possono rilevare diversi aspetti
che uniscono la fede cattolica ed il buddismo. Vi sono anche molte
e chiare posizioni diverse, che dobbiamo riconoscere e rispettare.
Foto di gruppo
Ma gli elementi che ci legano, anzitutto di crescita interiore, devono darci la forza per un cammino comune, che ciascuno deve
percorrere.
Il Cardinale ha anche detto: penso che la vostra visita sia spiritualmente utile per conoscere noi le vostre ricchezze, e voi le
nostre. Noi abbiamo una sola ricchezza: Gesù Cristo, vero Dio e
vero uomo. La carta costituzionale del cristianesimo, e quindi della
Chiesa Cattolica, è il cosiddetto Discorso della Montagna all’inizio del quale il Signore Gesù enuncia le otto Beatitudini, e tra di
esse vi è questa: Beati i costruttori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Il Cardinale ha poi salutato singolarmente i presenti, donando
loro come ricordo della visita un portachiavi raffigurante la statua
della Madonna posta sul Palazzo del Governatorato e, sul verso,
lo stemma dello Stato della Città del Vaticano. Finale con foto di
gruppo, e del Cardinale in mezzo alle quattro Bonze presenti.
Sotto la guida di P. Wada, il gruppo ha quindi fatto visita ai
Giardini Vaticani, molto ammirati proprio nella loro diversità rispetto ai rinomatissimi giardini giapponesi.
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11 Aprile 2010
La scomparsa del Marchese Don Giulio Sacchetti
di S.E. Mons. Giorgio Corbellini
N
ella tarda serata di martedì 23 marzo, presso la sua
abitazione in Via Giulia a Roma, ha cessato di vivere
il Marchese Dott. Don Giulio Sacchetti.
Era nato il 21 gennaio 1926, da un famiglia che da secoli
prestava importanti servizi alla S. Sede ed era impegnata in
vari settori del mondo cattolico. Paolo VI, che aveva un’alta
stima della sua persona, lo aveva nominato il 27 marzo 1968
Delegato Speciale della Pontificia Commissione SCV, ruolo
che ricoprì fino al 21 febbraio 2001. Con l’entrata in vigore
della nuova Legge fondamentale (22 febbraio 2001), fu nominato Consigliere Generale dello Stato, carica che mantenne fino al febbraio 2005, quando, anche per ragioni di salute,
cessò dall’esercitare tale ruolo.
Come Delegato Speciale, egli esercitava, a nome e per
conto della Pontificia Commissione, il potere esecutivo,
coadiuvando da vicino il Cardinale Presidente nel governo
dello Stato.
Chi lo ha conosciuto, ricorda la competenza, la signorilità
e la discrezione con cui, per un periodo tanto lungo, ha svolto
i suoi incarichi presso il Governatorato, da tutti apprezzato
per la sua cordialità, ma anche per la volontà di ricercare sempre soluzioni ispirate alla giustizia e al rispetto delle
persone.
Era un uomo dalla fede sicura e schietta e dalla carità
generosa e silenziosa. Spesso ricordava gli esempi ricevuti
in casa, in particolare dalla nonna, da cui aveva appreso una
speciale devozione verso la Celebrazione dell’Eucarestia.
Ai funerali, svoltisi il 25 marzo nella chiesa di S. Giovanni Battista dei Fiorentini, sua parrocchia, e presieduti
dal Card. Renato Raffaele Martino, ha preso parte anche
il Card. Lajolo, Presidente della Pontificia Commissione e
del Governatorato, oltre ad un gran numero di persone, a
lui legate a vario titolo, in particolare di gratitudine per gli
esempi di vita cristiana e per il bene da lui ricevuto sotto
molteplici forme.
È stato tumulato al Verano, nella Cappella di proprietà del
Governatorato, realizzata durante il periodo del suo servizio
come Delegato Speciale.
JospFest e BIT: i Musei Vaticani si affacciano al mondo
di Monica D’Aleo
I
l 2010 è iniziato all’insegna delle grandi novità per i
Musei Vaticani. Dapprima timidamente e poi con maggior slancio hanno fatto il grande salto: sono approdati fuori
dalle mura e hanno varcato la soglia delle fiere internazionali
del turismo.
Il primo passo lo hanno compiuto dal 14 al 17 gennaio,
con la partecipazione a JospFest 2010, il Festival Internazionale degli Itinerari dello Spirito, alla Fiera di Roma. Quattro
giorni per promuovere i viaggi di fede, facilitare l’incontro
tra i popoli, conoscere e approfondire tradizioni religiose e
culturali.
E come inizio non è stato affatto male. I Musei Vaticani
sono stati infatti la vera attrazione del “padiglione Italia”: i
visitatori, così come gli operatori del settore, provenienti da
ogni parte del mondo, non potevano fare a meno di passare
dal nostro stand per raccogliere informazioni, complimentarsi con noi, programmare future visite e chiedere consigli.
Molti ci hanno richiesto interviste, strumento essenziale per
poter ragionare sulle nostre proposte e cercare di migliorarle,
altri hanno incoraggiato un contatto più duraturo nel tempo,
promuovendo servizi, gemellaggi, convenzioni.
Grande risalto ha avuto il nostro sito internet, con tutte le
possibilità che apre ai visitatori italiani e stranieri, a partire
dalla biglietteria online, passepartout di nuova generazione,
chiave d’accesso privilegiata per la scoperta dei tesori d’arte
racchiusi nei Musei Vaticani.
Rinfrancati dall’esperienza positiva della Fiera di Roma,
non ci siamo fermati e abbiamo accolto positivamente l’invi-
to degli organizzatori del BIT 2010, la Borsa Internazionale
del Turismo. Di nuovo una sfida impegnativa, che ci avrebbe
coinvolto altre quattro giornate, dal 18 al 21 febbraio. Non
potevamo certo perderci d’animo; così ci siamo preparati al
meglio e siamo partiti alla volta di Milano. Qui, nello stimolante scenario della nuova fiera di Rho, siamo stati in grado di
allestire uno stand più grande, di 6m x 10m, ancora una volta
in posizione privilegiata e strategica nel primo padiglione,
quello di passaggio obbligato per i visitatori della Fiera. E i
nostri “inviati” dei Musei Vaticani hanno decisamente avuto
modo di accorgersene, visto l’enorme mole di persone con
la quale hanno avuto il privilegio di interloquire. Ancora una
volta abbiamo registrato la meraviglia della gente, lieta di trovarci in prima linea, onorati di potersi rivolgere a un organismo della Santa Sede.
I visitatori hanno avuto modo di sottolineare l’importanza
imprescindibile delle collezioni artistiche conservate ai Musei Vaticani. Ci hanno svelato dinamiche fondamentali del
turismo, sempre più rivolto a coniugare il piacere del viaggio
e della scoperta con motivazioni ben più profonde, come la
fede. È innegabile infatti che lo Stato della Città del Vaticano
costituisca il richiamo fondamentale di tutti i programmi di
turismo religioso. Ne beneficia da sempre la Città di Roma,
ne contano i numeri imponenti proprio i Musei Vaticani. In
questo contesto diventava essenziale raccogliere le proposte
della gente, indirizzarla al meglio, aprirsi agli stimoli esterni,
fieri di proporre un inestimabile tesoro artistico e religioso
direttamente, senza alcun intermediario.
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| all’ombra del cupolone
11 Aprile 2010
La Farmacia Vaticana festeggia il fondatore
dell’ordine dei Fatebenefratelli
di Antonella Sacchi
L
’8 marzo ricorre la festa liturgica di San
Giovanni di Dio - il fondatore dell’Ordine
Ospedaliero dei Fatebenefratelli, - che i religiosi,
i dipendenti ed i collaboratori della Farmacia Vaticana hanno ricordato con una Celebrazione Eucaristica presso la Cappella della Domus Sanctae
Marthae, il 13 marzo. Alla Santa Messa, presieduta
da S. E. Mons. Carlo Maria Viganò, Segretario Generale del Governatorato, concelebrata da un padre
francescano e da un confratello, hanno partecipato
il prof. Giovanni Rocchi, Direttore della Direzione
di Sanità ed Igiene, il Vice Direttore, dott. Patrizio
Polisca - medico personale del Santo Padre - ed
una rappresentanza di confratelli dalla Spagna e
dal Sud America.
Nel corso dell’omelia S.E. Mons. Viganò ha ricordato la figura del Santo, che nel nome voluto per l’Ordine - Fatebenefratelli - racchiude il carisma dell’ospitalità, della cura e dell’assistenza verso i malati ed i
bisognosi. Ha sottolineato, inoltre, quanto questo sia
importante per tutti coloro che prestano servizio presso la Farmacia Vaticana, a cui si rivolgono ogni giorno
migliaia di persone. A tal riguardo, Fra Rafael Cenizo,
Superiore della Comunità e Direttore della Farmacia,
al termine del suo primo anno di direzione, ha ringraziato i dipendenti ed i collaboratori per il lavoro svolto
con dedizione ed impegno.
Durante il pranzo, che è seguito alla Celebrazione Eucaristica, i religiosi hanno voluto ringraziare tre dipendenti in attività presso la Farmacia
Vaticana da più di 25 anni; Roberto Medici in servizio dal 1981, il dott. Giancarlo Carucci - farmacista capo- ed Ermanno Panella entrambi in servizio dal 1982. Hanno ricevuto una pergamena ed il
melograno d’argento, simbolo dei Fatebenefratelli, consegnati da S.E. Mons. Viganò.
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11 Aprile 2010
1960 - 29 aprile - 2010
di Lino Fantinel
Una data gioiosa per tutti noi, dipendenti del Governatorato, e da ricordare, è il prossimo 29 aprile: cinquant’anni fa
veniva ordinato Sacerdote il nostro Cardinale Presidente, Sua
Eminenza Giovanni Lajolo, dall’allora Vescovo Ausiliare di
Novara, Mons. Ugo Poletti, che fu poi nominato Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma. L’ordinazione
sacerdotale si tenne nel grandioso Santuario mariano di Re,
in Val Vigezzo, dove è venerata la Madonna del Sangue, e
proprio nel giorno della sua festa.
A questo Santuario il nostro Cardinale è particolarmente
legato e ogni anno, quando è possibile, vi si reca in devoto
pellegrinaggio. Il 29 aprile prossimo celebrerà la S. Messa
del cinquantesimo di Sacerdozio appunto ai piedi della Madonna del Sangue, a Re, ringraziandola per il lungo cammino
sacerdotale percorso sotto la sua materna protezione, e per
l’aiuto che sempre gli ha concesso negli importanti incarichi
svolti, e che continua a svolgere al servizio della Chiesa e del
Santo Padre.
Con lui noi ringraziamo il Signore per i cinquant’anni di
fecondo sacerdozio e di servizio alla Santa Sede, nella certezza che la Vergine Santissima, nostra Madre, continuerà dal
suo Santuario a vegliare sulla sua persona, a rendere sempre
fecondo e gioioso il suo Sacerdozio, ed a fargli sentire meno
pesante il suo lavoro al Governatorato. Questo è anche il nostro affettuoso augurio. Naturalmente ci riserviamo di celebrare tale ricorrenza, dopo i grandi festeggiamenti in Piemonte, qui in Vaticano, il 31 maggio p.v., secondo le modalità che
saranno in seguito comunicate.
Inaugurata la mostra “La Memoria e la Speranza”
di Antonio Paolucci
L
o scorso 30 Marzo, all’inizio della settimana Santa e
quasi alla vigilia del primo anniversario del terremoto che ha devastato l’Aquila il 6 Aprile 2009, i Musei Vaticani
hanno presentato, nel Braccio Nuovo, una mostra dal titolo e
dal significato molto speciali: “La Memoria e la Speranza”.
Nella sala polifunzionale dei Musei la mostra espone un
centinaio di arredi liturgici scampati al terremoto d’Abruzzo, recuperati in mezzo alle macerie dai Vigili del Fuoco,
dai Carabinieri, dai volontari della Protezione Civile. Sono
argenterie in grande maggioranza: calici e pissidi, ostensori
e reliquiari, assai antichi e preziosi alcuni (come i mirabili
manufatti liturgici di Nicola da Guardiagrele), di fattura più
recente e di tipologia seriale molti altri.
Vengono dalle chiese dell’Aquila, dalla cattedrale in larga parte, ma non solo. Vengono da San Bernardino, da San
Pietro, dalle Anime Sante, dal convento francescano di San
Giuliano (la reliquia commovente del saio di San Bernardino). Vengono dalle parrocchie della campagna. Da San Pietro
Apostolo di Coppito, da San Francesco di Assergi, da San
Silvestro a Sivignano, da San Menna a Lucoli. Sono esposti
così come erano quando sono stati tirati fuori dalle macerie;
ammaccati, disarticolati, ancora con i segni del crollo che li
ha travolti.
Perché, nei Musei Vaticani, una iniziativa come questa,
voluta con grande determinazione dal Vescovo Giovanni
d’Ercole, ausiliare dell’Aquila, curata e allestita con amore
e competenza in tempi rapidissimi dai colleghi Sante Guido,
Andrea Carignani, Flavia Callori? Le ragioni le hanno spiegate, con persuasiva efficacia nei loro interventi il giorno della
inaugurazione, S. Em.za il Card. Giovanni Lajolo, Presidente
del Governatorato, e S. E. Giuseppe Molinari, Arcivescovo
dell’Aquila. Si è voluto, prima di tutto, rendere testimonianza di affetto e di vicinanza ai cittadini d’Abruzzo colpito dal
terremoto anche nelle loro memorie storiche e religiose più
care. Si è voluto, inoltre, sollecitare l’attenzione e la generosità dei visitatori dei Musei Vaticani.
La mostra è un omaggio alla gente d’Abruzzo e alla storia
della sua Chiesa ma ha anche un obiettivo pratico. Ognuno
degli oggetti esposti ha bisogno di restauri. Si tratta di interventi di piccolo e medio costo. Se qualcuno, fra gli ospiti
dei nostri Musei, vorrà “adottare” un calice o un reliquiario,
una navicella o un ostensorio, una pisside o un turibolo, potrà
farlo con un esborso relativamente modesto, del tutto compatibile con le sue tasche. Si tratterà di un gesto di amore che
replicherà quelli compiuti dai protagonisti di questa degna
impresa.
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| all’ombra del cupolone
11 Aprile 2010
Un significativo incontro sul Québec presso i Musei Vaticani
M
di P. Nicola Mapelli, PIME
artedì 16 marzo la Sala Conferenze dei Musei Vaticani ha ospitato un evento dal titolo
La Nuova Francia. Incontri fra culture nel Québec
(Canada) del XVI-XVII secolo. La giornata di studio
è stata organizzata da p. Nicola Mapelli, curatore dei
Reparti per le Raccolte Etnologiche, in collaborazione
con la Delegazione del Québec a Roma e con l’Ambasciata del Canada presso la Santa Sede.
S. Em.za il Card. Giovanni Lajolo, con la sua presenza, ha voluto dare rilievo all’evento, sottolineando,
nel suo discorso d’apertura, da un lato la celebrazione del quarantennale delle relazioni diplomatiche fra
Santa Sede e Canada, dall’altro la riattualizzazione
dell’insegnamento di due straordinarie figure cristiane che hanno a lungo lavorato in Canada e in Quebec,
suor Marie Guyart de l’Incarnation e mons François
de Laval, primo vescovo del Québec. Questi due
personaggi, come ben ha evidenziato il card. Lajolo,
furono in grado di parlare con le popolazioni locali
e confrontarsi con culture diverse da quella europea
in un momento storico – quello dei primi contatti nel
XVI e XVII secolo fra europei e nativi – spesso carico
di tensioni e incomprensioni.
Per comprendere meglio il quadro storico del
Québec in quell’epoca così affascinante per la storia
dell’umanità è stato invitato il prof. Luca Codignola,
dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del
CNR, che ha tenuto una conferenza dal titolo Il contesto storico-religioso del XVII secolo nella Nuova
Francia, soffermandosi in particolare sulla descrizione
dei gruppi indigeni presenti in Québec al momento del
contatto. In questo contesto fatto di incontri e scontri fra
le popolazioni native e gli immigranti europei si sono
inserite le due figure cattoliche alle quali abbiamo accennato, e la cui importanza è stata spiegata dalla prof.
ssa Dominique Deslandre, dell’Università di Montreal,
con una conferenza dal titolo Marie de l’Incarnation,
Amazon du Grand Dieu, e da Mons. Herman Giguére,
del Seminario di Québec, con una conferenza dal titolo
Un évêque missionnaire, François de Laval, premier
évêque de Québec. Una conferenza del prof. Gasbarro,
dell’Università di Udine, dal titolo La costruzione missionaria del meticciato culturale nella Nuova Francia,
ha infine analizzato il senso dell’incontro fra culture nel
Nuovo Mondo, e quale è stata la sua importanza non
Non è il segno di Zorro...,
ma la famosa fascia Wampum!
solo per il contesto americano, ma anche per quello europeo e della sua percezione dell’alterità.
La conferenza non ha voluto dunque assumere una
dimensione e una prospettiva eurocentrica, tutt’altro.
Sr. Marie infatti, mediatrice culturale ante litteram, si è
fatta ‘nativa fra i nativi’ imparando da loro lingua, tradizioni, costumi, danze e canti, e svolgendo la sua missione attraverso il superamento delle barriere culturali
e la valorizzazione dell’umanità incontrata; e mons. de
Laval ha cercato di creare, in un vasto territorio inesplorato, una nuova realtà umana che rispondesse ai bisogni
dei coloni europei lontani dalle loro terre d’origine, e
che al tempo stesso fosse rispettosa dell’identità culturale dei nativi. Grazie a figure come queste, all’incontro
pacifico e tollerante coi nativi, il Nuovo Mondo comincia a non essere più l’altro da scoprire, ma la novità che
nasce. A testimonianza di questo incontro fra culture e
religioni, è stata messa in mostra una fascia Wampum,
documento straordinario delle culture e della creatività
artistica di queste terre: si tratta di un manufatto donato
nel 1831 a Papa Gregorio XVI da parte delle popolazioni del Lac des Deux Montaignes, nel Québec. Benché l’interpretazione del manufatto sia ancora oggetto
di dibattito, la tesi più accreditata ne interpreta il motivo iconografico centrale come il pacifico incontro fra
un missionario e un nativo. È stata proprio la bellezza
di quest’incontro fra culture e popoli ad essere ricordata
dall’ambasciatrice del Canada presso la Santa Sede, S.
E. Anne Leahy, e dalla dott.ssa Amalia Danila Renosto,
Delegato del Québec a Roma. Ed è stato infine il prof.
Paolucci a sottolineare l’importanza che, nel contesto
dei Musei Vaticani, assumono l’arte e la cultura dei paesi extraeuropei e la celebrazione delle diversità artistiche e culturali nel contesto più ampio del rilancio dei
Reparti per le Raccolte Etnologiche dei Musei Vaticani.
all’ombra del cupolone | 9
11 Aprile 2010
Esercizi spirituali
di Antonio Perfetti
Nei giorni del 23 e 24 febbraio u.s., il personale della Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile (Corpo
della Gendarmeria, Corpo dei Vigili del Fuoco, Centro Operativo di Sicurezza, Servizio Tecnico ed Ufficio Interpol), con
la benevola autorizzazione dei Superiori del Governatorato,
si è raccolto in un giorno di preghiera e meditazione in preparazione alla Santa Pasqua.
La giornata è iniziata con la celebrazione delle lodi seguite dalle meditazioni di S.E.R. il Cardinale Tomas Spidlik
S.I., sul tema “la dimensione interiore del cristiano”; quindi,
con la recita del Santo Rosario, è terminata la prima parte
del ritiro.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo ed una pausa di distensione, il ritiro è continuato con la preghiera sul cammino della
Via Crucis con meditazioni curate da Mons. Giulio Viviani,
Cappellano, il quale ha celebrato poi la Santa Messa, che ha
concluso la giornata di ritiro.
Omaggio a Alda Merini
di Micol Forti
I
n occasione della preparazione alla Santa Pasqua,
Mons. Paolo Braida insieme ad un gruppo di colleghi dei Musei Vaticani ha organizzato un incontrorappresentazione dedicato alla lettura di alcune poesie
sul tema della Passione della grande poetessa italiana,
recentemente scomparsa, Alda Merini.
Come è accaduto anche in coincidenza con le festività natalizie, per le quali è stata organizzata una magnifica rappresentazione dal Bariona o il figlio del tuono di
Jean-Paul Sartre, anche questa circostanza è stata di una
rara intensità e bellezza: per la potenza dei contenuti,
per il coinvolgimento e la qualità dei partecipanti, per la
raffinata integrazione di diversi linguaggi artistici quali
la parola, la musica, le immagini.
Ho avuto la possibilità di intervenire brevemente,
grazie al coinvolgimento che Don Paolo ha sollecitato
nel pubblico alla fine della rappresentazione. Ciò che più
mi ha colpito è stata la scelta di “dire”, oltre che leggere
delle poesie, una prassi che la letteratura del Novecento
ha intensamente desiderato e che concentra e complica
ad un tempo la forza espressiva delle parole e del loro
significato. Il dolore, intenso ed autentico, insieme alla
speranza, luminosa, che la Merini ha saputo ripercorrere
nella raffinata struttura linguistica, si specifica nel suono
e nelle voci degli attori. La musica, in questa occasione
suonata e cantata da giovanissime musiciste – un elemento che tutti hanno particolarmente apprezzato per il
coinvolgimento delle nuove generazioni – ha permesso
di far decantare quella potenza espressiva in ognuno di
noi; mentre la carrellata di volti che scorrevano sullo
schermo, ha permesso di coinvolgere l’intera umanità al
mistero della Passione.
Mi auguro che sia possibile poter offrire ad un pubblico più ampio, fosse anche quello dei Musei Vaticani
e di tutto il Governatorato, e non solo in ricorrenze specifiche ma in serate ben organizzate e adeguatamente
pubblicizzate, queste straordinarie occasioni di incontro
e di riflessione comune.
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| all’ombra del cupolone
11 Aprile 2010
IL CUORE CHE PENSA
Di molti pulpiti Nostro Signore si era servito nel corso
della Sua vita pubblica: della barca di Pietro sospinta in mezzo al mare, della cima della montagna, delle vie di Tiro e di
Sidone, del tempio, della strada nazionale che menava a un
cimitero, di una sala da banchetto. Ma tutto impallidiva, sino
a diventare insignificante, a confronto col pulpito cui adesso
era asceso: il pulpito della Croce.
Lentamente questo si sollevò dal suolo, oscillò per un
momento a mezz’aria, lacerando, squarciando la Sua Sacra
Carne; poi, a un tratto, con un rumore sordo che parve scrollare perfino l’inferno, sprofondò nella buca appositamente
preparata. Nostro Signore era salito nel Suo pulpito, per l’ultima volta. Come tutti gli oratori, contemplò il Suo uditorio.
In lontananza, a Gerusalemme, gli riuscì di vedere la cupola dorata del tempio, che rifletteva i raggi contro il sole che
presto avrebbe celato il volto per la vergogna; qua e là, sulle
mura del tempio, potè cogliere la visione fugace di coloro che
aguzzavano gli occhi per vedere quegli che le tenebre non
conoscevano: ai margini della folla, c’erano timidi seguaci,
pronti a dileguarsi in caso di pericolo; e c’erano, anche, i carnefici, che gettavano i dadi per spartirsi le Sue vesti. Vicino
alla Croce, era l’unico Apostolo presente, Giovanni, il cui
viso somigliava a uno stampo modellato sull’amore; e c’era
anche la Maddalena, simile a un fiore reciso, a una cosa ferita.
Ma innanzi a tutti c’era, Dio abbi pietà di lei! la madre sua.
Maria, la Maddalena, Giovanni: l’innocenza, la penitenza, il
sacerdozio: i tre tipi di anime che in ogni tempo si rinverranno ai piedi della Croce di Cristo.
(Fulton J. Sheen, Vita di Cristo)
Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai, detto il Masaccio
(1401-1428). La Crocifissione. Museo di Capodimonte, Napoli.
È POESIA!
Il gallo s’è sgolato
Pieter Paul Rubens (1577-1640), La Resurrezione di Cristo
(1616). Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze.
... e continua a sgolarsi sui campanili d’Europa!
II gallo s’è sgolato per millenni.
E Cefa ha pianto. E dondolò dall’albero
lo scheletro dei Giuda. - Balza fuori,
rovescia sopra il tetro nostro suolo,
o Signore, la pietra che Ti chiude.
Te Risorto presentono nei solchi
turgide gemme e pallidi frumenti.
Ripercorrono ansiosi i Due di Emmaus
l’antica strada. E là Maria di Magdala
nell’orto attende che Tu la sorprenda.
Hora est jam: il tedio e il lamento
vano, che noi tardi di cuore a credere
a guardia riponemmo del sepolcro,
un Tuo urlo disperda, o Tu più forte
d’ogni morte, Gesù: de somno surge.
E gli Angioli, alleluja, e le campane
annuncino, alleluja, che Tu ritorni.
Per domani, Signore? - Oh, da domani
s’inizino coll’alba i giorni nuovi,
alleluja, viso Domino. Alleluja!
Gherardo Del Colle O.F.M. Cap., da L’Altro Novecento,
di Vittoriano Esposito. Ed. Bastogi
all’ombra del cupolone | 11
11 Aprile 2010
LA PAROLA DEL PAPA
Trovare la mia vocazione e viverla in ogni posto è importante e fondamentale, sia io un grande scienziato, o un
contadino. Tutto è importante agli occhi di Dio: è bello se è
vissuto sino in fondo con quell’amore che realmente redime
il mondo.
Solo con l’apertura del cuore a lui, Gesù, Dio e uomo,
solo con la conoscenza dell’insieme di quanto ha detto e di
quanto ha fatto, con il nostro amore, con il nostro andare
verso di lui, possiamo man mano conoscerlo sempre di più e
così anche fare l’esperienza di essere amati.
“Signore, che io conosca me, che io conosca te”, scrive
S. Agostino.
Queste parole del Papa ne sono un bel commento. Ma
per avere un’esperienza diretta del Signore, ed aprirci così
anche alla vera conoscenza di noi stessi, nulla di più efficace
dell’incontro personale con lui.
Questo avviene in modo particolare nella Celebrazione
Eucaristica. Un’occasione favorevole ci è offerta ogni mattina, alle 7,30 nella Chiesa di Maria Madre della Famiglia.
Sei cordialmente invitato!
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (1571-1610). Incredulità di San Tommaso. Bildergalerie, Posdam (Germania).
L’ANGOLO DI CULTURA
[continua]
Abbiamo lasciato
l’erudito Don Ferrante del Manzoni, che
declamava le sue convinzioni astrologiche,
e non prendeva le necessarie precauzioni
indicate dai medici
contro la peste. Facciamo ora un passo indietro nella storia.
In anni giovanili, S. Agostino, uno
dei grandi Padri della
Chiesa e uno dei massimi scrittori dell umanità, non smetteva, egli scrive, di consultare quegli impostori che si chiamano
astrologi (cfr Le Confessioni, IV, 3.4). Ma poi, da persona
intelligente com’era, ripudiò “le predizioni fallaci e gli empi
vaneggiamenti degli astrologi” (cfr Le Confessioni, VII, 6.8).
Egli porta anche una ragione irrefutabile, che impedisce qualsiasi ragionevole credenza nell oroscopo. Eccola:
...Ruminando tra me e me, concentrai le mie riflessioni
sulla nascita dei gemelli, i quali, in genere, escono dall’utero
in così rapida successione che quel minimo intervallo, per
quanta importanza si sforzino di assegnargli in natura, sfugge completamente all’osservazione umana e non può affatto
tradursi in tabelle di segni che l’astrologo possa esaminare
e predire cose vere. E vere non saranno, poiché dall’esame
degli stessi segni l’astrologo avrebbe dovuto predire le stesse
cose per Esaù e per Giacobbe; ma non capitarono a entrambi
le stesse cose. Avrebbe dovuto dunque predire cose false, oppure, predicendole vere, predirle diverse: a partire però dagli
stessi segni. Avrebbe dunque detto cose vere non per scienza,
ma per caso.
Tu, invece, Signore, moderatore giustissimo dell’universo, all’insaputa di consultanti e consultati, con occulta ispirazione fai sì che, chiunque lo consulti, oda dall’abisso del
tuo giusto giudizio ciò che gli è utile udire secondo gli occulti meriti delle anime. E che nessun uomo ti chieda: «Cos’è
questo?», «Perché questo?». No, non lo chieda: è un uomo,
infatti. E così, «mio soccorritore», mi avevi sciolto da quelle
catene (S. Agostino, Le Confessioni VII, 10).
Chi presta fede all oroscopo, o in qualsiasi altra maniera
alla superstizione, si trova veramente “in catene”: non gode
della libertà con cui Cristo ci ha liberati, di cui parla l Apostolo Paolo nella sua lettera ai Galati:
Come potete rivolgervi di nuovo a quei deboli e miserabili elementi (del mondo), ai quali di nuovo, come un tempo,
volete servire? Voi infatti osservate scrupolosamente giorni,
mesi, stagioni ed anni! Temo per voi di essermi affaticato invano a vostro riguardo (4, 9b -11).
Nota bene: L’astrologia non è l’astronomia, come l’alchimia non è la chimica, anche se le une e le altre nel corso della
storia sono state strettamente intrecciate, e non è stato facile
scinderle. Ma alla fine la verità vince e libera.
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11 Aprile 2010
PER FARE BUON SANGUE
Al ristorante:
- Cameriere, il pollo è troppo vecchio!
- Cosa glielo fa supporre, signore?
- Perbacco, i denti!
- Il pollo non ha denti, signore!
- Io si, invece!
Un avventore, dopo aver terminato il pasto in un ristorante:
- Cameriere, ho ancora una certa fame. Che cosa mi consiglia?
- Le porto il conto: sono sicuro che le toglierà del tutto l’appetito!
Gino Bramieri. Vi racconto 400 barzellette
NOTIZIE LIETE E ...TRISTI
Matrimoni
Nella luce della Gerusalemme celeste
Alcuni nostri colleghi hanno formato una nuova famiglia:
- Diego Noccioli e Maria Vittoria Fiorino (13/02);
- Francesco Masci e Adriana Ferrante (13/03).
“Ci sono anch’io!”
Diverse famiglie di dipendenti del Governatorato sono
state allietate in questo periodo dalla nascita di figli:
- Matteo (05/02), di Alessia Viglietta;
- Emma (16/02), di Fabrizio Schiappa;
- Martina (19/02), di Mauro Di Ianni;
- Gabriele (22/02), di Sergio Giovannini;
- Silvia (23/02), di Giovanni Coppola;
- Eleonora (27/02), di Alessandro Umbro;
- Costanza (14/03), di Fabio Ippoliti;
- Elena (19/03), di Massimo Amatori;
- William Giordi (22/03), di Urban Kpazai Dahe;
- Matteo (26/03), di Simone Carni;
- Andrea (30/03), di Francesco Palladino;
- Luca (06/04), di Massimiliano Angelelli;
- Filippo (07/04), di Claudio Modesti.
Con fede in “Cristo Gesù, che ha fatto risplendere la vita
e l’immortalità per mezzo del Vangelo”, ricordiamo i nostri
colleghi:
S. Ecc.za il Marchese Don Giulio Sacchetti (23/03/2010),
già Delegato Speciale della Pontificia Commissione per lo
Stato della Città del Vaticano e poi Consigliere Generale.
ed inoltre i familiari di alcuni colleghi:
- Lucia (17/02/2010), sorella di Paola Guasti;
- Leonora Balzano (26/02/2010), madre di Giampiero Masi;
- Maria Marrano (01/03/2010), madre di Ada Aloise;
- Umberto (02/03/2010), padre di Antonio Di Placidi;
- Bibiana Proietti (04/03/2010), madre di Antonio Perfetti;
- Fernando (12/03/2010), padre di Pier Paolo Crocetta;
- Rosa Bonemei (24/03/2010), madre di Roberto Musa;
- Enrica Navarro (07/04/2010), madre di Antonella Mestriner;
- Elio (12/04/2010), padre di Franca Di Carlo.
NOTIZIE UTILI
L’Em.mo Card. Presidente riceve tutti i dipendenti
senza preavviso, ogni giorno dalle 12,30 alle 13,30.
Per evitare attese, potrà essere utile preannunciarsi (tel.
84432; 83306).
notizie di varia vaticanità
ANNO 4 | n. 2
L’Ecc.mo Mons. Segretario Generale riceve tutti i
dipendenti, previa telefonata (tel. 85127).
REDAZIONE
L’Ecc.mo Mons. Vice Segretario Generale riceve
tutti i dipendenti, previa telefonata (tel. 85537; 84663).
Si ricorda che il notiziario all’Ombra del Cupolone
è accessibile anche dal sito www.vaticanstate.va/IT/
News/Bollettini.
presso S.E. Mons. Vice
Segretario Generale
IMPAGINAZIONE
L’unzione con l’olio dei Catecumeni del piccolo Paolo Scalessa (27/02/2010), secondo
figlio di Paola Leone.
Alessandra Murri
(Ufficio Bookshop Musei Vaticani)
STAMPA
Tipografia Vaticana

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