Colpa dell`a ut ove lox ? Basta rispettare i limiti

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Colpa dell`a ut ove lox ? Basta rispettare i limiti
La Provincia
www.laprovinciacr.it
SPAZIO APERTO
L’aggressività del cigno reale
è una prerogativa ben nota
Egregio direttore,
alcune brevi considerazioni
riguardo all’articolo comparso sul
supplemento del sabato, in cui si
riferisce dei ripetuti attacchi
all’uomo da parte del cigno reale
presente alla Maginot. Riferendo
un’esperienza personale, come pure
quella di un amico appassionato
della canoa, anche negli scorsi anni
l’animale in questione
aveva manifestato in
alcuni casi un
comportamento
alquanto aggressivo. Va
d’altro canto
considerato che
l’aggressività del cigno
reale rappresenta un
dato comportamentale
ben noto per la specie,
che può mostrare una
spiccata territorialità.
L’aggressività, come nel
caso in parola, può
estendersi anche oltre il
periodo della
nidificazione e si
manifesta nei confronti
di molte specie, uccelli e
mammiferi, uomo
compreso. Non si spinge
tuttavia fino a
‘masticare con i denti’
un’imbarcazione, come scritto
nell’articolo, in quanto non è dotato
di dentatura, ma solo di becco, al
pari delle quasi diecimila altre
specie di uccelli esistenti. Pur non
raggiungendo quasi mai i 20 chili
citati, la mole concorre
indubbiamente a rendere i suoi
attacchi potenzialmente pericolosi,
particolarmente per chi utilizza
imbarcazioni facilmente ribaltabili
come le canoe. Un aspetto che
andrebbe tenuto in considerazione
prima di introdurre questa specie,
che può peraltro risultare nociva
anche per l’avifauna acquatica
autoctona.
S. M.
(Cremona)
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Solo promesse, pendolare
universitaria delusa da Trenord
Signor direttore,
ho spedito questa lettera a Trenord.
Ho ripreso da una settimana la vita
universitaria da pendolare e con
grande rammarico, denoto che il
(dis)servizio che offrite è sempre
più penoso! Mi ero illusa dopo la
vostra mail di risposta del
15-07-2013 che le cose sarebbero
davvero migliorate (come da voi
assicurato «... dal mese di settembre
riusciremo ad assicurare maggiore
regolarità».) Martedì 5-11-2013 il
treno Brescia-Parma delle ore 20.01
da Piadena viaggiava con un ritardo
di 30 minuti mentre il 12-11-2013 lo
stesso treno aveva addirittura
un’ora di ritardo... non segnalo
neanche i ritardi quotidiani sulla
linea Parma-Brescia e MilanoMantova che tutti i giorni viaggia
con una media di 15 minuti di
ritardo. Tutto il tempo che io perdo
chi me lo paga? Ma perché devo
comprare l'abbonamento per un
servizio del genere? Anche perchè
quando sul treno il controllore trova
qualcuno senza biglietto, non ci
sono conseguenze. Faccio per caso
la carità a pagare 85 euro ogni
mese? (...)
Elena Bosi
(Piadena)
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Spese per la caccia al puma
Ma i problemi sono altri
Gentile direttore,
in data 2 settembre scrivevo su
questa pagina che, finita l’estate, il
presunto puma soresinese che ha
tenuto banco su La Provincia per
qualche settimana sarebbe sparito
nel nulla: ‘comparso’, forse non a
caso, il giorno di Ferragosto, con il
sopraggiungere dell’autunno il
felino che sarebbe andato a spasso
con un cagnolino al seguito come in
un lungometraggio disneyano si è in
effetti squagliato come neve al sole.
Come storia estiva, non c’è dubbio,
ci poteva stare, anche se ormai assai
poco originale. Ma non è all’aspetto
giornalistico che voglio riferirmi.
Oggi come nella precedente lettera,
vorrei invece sottolineare che per
un presunto animale descritto da
qualcuno come puma,
da altri come lince,
comunque dalle
sembianze sempre
indefinite come quelle
di un ufo e con
‘impronte’ indecifrabili
ma identificate come
tali dall’esperto di turno
che è poi stato smentito,
perennemente in fuga
alla vista dell’uomo, per
tale fiera, appunto, si
sono impegnati tutti i
corpi delle forze
dell’ordine e si è persino
utilizzato un elicottero.
Non bastasse, si sono
tenute varie riunioni in
prefettura. Poiché pare
ci siano problemi ben
più assillanti e,
soprattutto, reali per i
cremonesi — citiamo tra
tutti quello delle frodi, sempre
incombenti, e dei furti in
appartamento — staremo ora a
vedere se sarà prima o poi
convocato un tavolo in prefettura
anche su questi argomenti. Oppure,
magari, per discutere del Po ormai
ceduto in toto ai predoni dell’Est e
per la cui sorveglianza
mancherebbero i fondi. (...)
L. G.
(Cremona)
GIOVEDÌ
14 NOVEMBRE 2013
Il partito protezione animali
ci salvi dalle nutrie
IL CASO
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Colpa dell’autovelox?
Basta rispettare i limiti
Signor direttore,
dopo aver letto l’intervento del signor
Eugenio Vailati in merito agli autovelox piazzati lungo l’ex Paullese a
Madignano (13 novembre), ma anche con riferimento alla lettera del signor Giancarlo Dati (28 ottobre), mi
permetto di esprimere il mio punto di
vista di residente. Abito a pochi metri
dall’arteria e vedo fin troppo spesso
auto a velocità folli, spesso con sorpassi azzardati lungo le corsie di canalizzazione. Eppure i limiti sono indicati, i cartelli di preavviso del controllo elettronico regolarmente installati e l’affermazione che sono poco visibili appare un po’ debole, direi
pretestuosa; basterebbe attraversare
il tratto urbano osservando il limite
imposto: si tratta semplicemente di
rispettare le regole e chi non lo fa deve
prendere atto dei rischi per il proprio
portafogli. Controllare la velocità è
utile per permettere ai residenti di accedere in sicurezza alle vie e alle proprietà laterali (e non mi dilungo sul
rumore e sull’inquinamento). Quindi
al signor Vailati, che nella lettera parla di ‘interesse dei cittadini’ voglio ricordare che non ci sono solo gli interessi di chi transita lungo l’arteria,
ma anche quelli di coloro che abitano
Il traffico a Madignano
nelle vicinanze. E al signor Dati che
lamenta delle due multe prese dal figlio: se avesse rispettato le regole non
le avrebbe prese, la colpa non può che
essere imputata a sé stesso. Ben vengano i controlli, quindi!
Marco Mariani
(Madignano)
ondivido in pieno il suo
pensiero. I limiti di velocità ci
C
sono e devono essere rispettati, a
tutela di tutti i cittadini: dei
residenti della zona ma anche degli
stessi automobilisti. Chi non lo fa
— lo sa bene — rischia la sanzione.
Gentile direttore,
faccio riferimento alla risposta con
la quale, il 26 settembre, la Km mi
assicurava che, a breve, avrebbe
valutato di introdurre una soluzione
alternativa al problema riscontrato.
A tuttoggi tutto è rimasto lettera
morta. Pensavo che una prerogativa
di coloro che dicono di essere al
servizio del cittadino fosse,
quantomento, quella di avere una
parvenza di serietà e rispetto.
Rispetto soprattutto per quelle
persone, perlopiù anziane, che ogni
giorno si recano a Cremona Solidale
e che sono costrette, per una
incomprensibile decisione, ad
attendere la radiale per parecchi
minuti, al freddo e al buio. Mi
piacerebbe essere sicuro che siate
consapevoli di tutto ciò e comunque
diate una risposta per quanto
riguarda la vostra decisione di
LA POLEMICA
Car direttore,
mi permetto di inviarle una lettera
divisa in due parti.
Prima parte: le scrivo in merito ad
un articolo pubblicato sul suo
giornale il 31/10/2013 pagina 4
riguardante un fatto di cronaca
dove è accusato un veterinario
bresciano; ‘un mostro’ che gestisce
quella che è stata chiamata ‘la
cascina degli orrori’. Vengo in
difesa di questo professionista che
lavora 16 ore al giorno; 1) per la sua
azienda, 2) presso l’Asl, 3) nel suo
ambulatorio privato. Prima di tutto
guardate bene le foto, i vitelli
deceduti hanno agli orecchi un
numero di identificazione (pronti da
essere ritirati da chi compete) e
carcasse dei cani sono animali morti
per cause naturali, quindi
spiegatemi...?! E infine vorrei
vedere i filmati dove il dottore
maltratta gli animali, proprio lui
che chissà quanti ne ha curati e
salvati!
Seconda parte: a questo punto
chiedo formalmente ai volontari del
partito protezione animali che
vengano nelle nostre campagne a
liberarci dalle nutrie (per esempio
portandole in luoghi dove sono in
via d’estinzione). Gli agricoltori si
lamentano e hanno seri problemi
causati da queste bestie. A tale
proposito l’altra sera per poco non
vado a finire in un fosso con l’auto
poiché una di queste nutrie
improvvisamente mi ha
attraversato la strada. I problemi
sono altri. (...)
Antonella Maifreni
(Crema)
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Bus verso Cremona Solidale
Km non ha fatto niente
15
sopprimere le corse delle 18.55 e
delle 19.05, linee M ed F, che erano
in vigore fino allo scorso anno.
Ripeto: l’alternativa qual è?
Prendere un taxi?
Luigi Casiraghi
(Cremona)
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I pensionati sono il partito
più numeroso: uniamoci!
Gentil direttore,
mi permette di lanciare un appello a
tutti i pensionati. Carissimi amici
pensionati (io sono uno di voi),
siamo i più numerosi elettori
d’Italia. Siamo oltre a 16 milioni;
questo vuol dire che
rappresentiamo la maggioranza
assoluta in tutto il territorio. Senza
di noi il resto dei partiti, tutti
assieme, si fermano al 20/25%. E’
nostro dovere, per il bene del nostro
Paese, dei nostri figli e dei nostri
nipoti, unirci sotto un’unica
bandiera. I migliori professionisti
sono pensionati; le miglior
esperienze sono dei pensionati: non
ci manca nulla per poter governare.
Basta ad essere sempre macellati.
Allora cosa aspettiamo?
Cesare Forte
(Soncino - Movimento Insieme con la
gente)
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Non danno neanche i pannoloni
Ma la sanità dov’è finita?
Egregio direttore,
stiamo proprio toccando il fondo.
Neanche i pannoloni per
incontinenti ti passa l’ospedale.
Devi essere di taglia massima L: se
sei ‘cicciotto’ devi soffrire le pene
dell’inferno e farti mettere
pannoloni troppo piccoli per te.
Oppure devi portarteli da casa. Che
orrore. Ma la sanità dov’è?
Francesca Isidori
(Casalmaggiore)
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Vicenda Protti-Avigliana
Sul documento niente nomi
Signor direttore,
la ringrazio per la cortese e
tempestiva pubblicazione della mia
nota sulla vicenda Protti-Avigliana.
Sono tuttavia a chiederle di dar
conto di questa precisazione in
merito. La rende necessaria il fatto
che nel testo pubblicato sono stati
operati due piccoli tagli redazionali,
non segnalati coi soliti puntini. Con
uno di essi si elimina una
specificazione significativa data la
delicatezza del tema: nel documento
da me citato sul reparto di
cremonesi presenti ad Avigliana
non compaiono i nominativi. Il
secondo taglio è meno significativo
ma, troncando una frase a metà, mi
fa apparire… da matita blu in
grammatica. Ci terrei a dirlo per chi
se ne fosse accorto. Il senso risultava
egualmente chiaro, il che non rende
qui necessario riprendere la frase.
Giuseppe Azzoni
(Cremona)
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Egregio direttore,
parcheggio Marconi. Ho letto e riletto l’intervento di Piermassimo Ghidotti intriso
di riferimenti partitici che, detto francamente, non ritengo rilevanti finché si fermano a diatriba ideologica. In questo caso,
però, Ghidotti va oltre, sia pur con qualche
anno di ritardo, con riferimenti che squarciano i veli sulla reale, tragica iniziativa e
successiva conduzione: a) iniziativa-politica, b) controllo tecnico, c) controllo economico, d) influenza ‘di parte’ di associazioni, comitati etc., e decisione economica-amministrativa finale. Ho elencato i
vari passaggi, a mio avviso, in un ordine ‘di
logica operativa’. Logica operativa che
non ha trovato il riscontro di una pur minima responsabilizzazione negli uffici comunali di competenza. Prendiamo in esame la realizzazione di importanti lavori
pubblici in corso d’opera: eliminazione dei
passaggi a livello di San Felice e via Persico
(per altri cinque «campa cavallo»). La premessa della iniziativa politica era «evitare
LAVORI PUBBLICI, PIÙ DELLA POLITICA
QUELLI CHE DECIDONO SONO I FUNZIONARI
ai cittadini l’onere di perdere tempo nella
attesa che «passi il treno»... Già, il tempo è
danaro! Se poi una parte dei ‘soldoni’ piovono come ‘manna dal cielo’ perché rinunciarvi!
Giusto e sacrosanto, ma dalle premesse
non posso escludere che si ripeta il ‘parcheggio Marconi’.
Comune e Regione investono denaro pubblico (valenza sociale) a fondo perduto; le
Ferrovie investono denaro proprio (valenza economica) perché recupereranno i soldoni nel giro di qualche anno con l’azzeramento di costi di gestione, manutenzione,
assicurazione etc.. Giusto e sacrosanto se
tutto procedesse secondo crono-programma e conto-economico. Nella realtà le cose
vanno diversamente.
San Felice: i lavori dovevano iniziare pre-
via una variante stradale che doveva permettere ai residenti di recarsi in città senza
dover obbligatoriamente affrontare il traffico di via Mantova. Detto e non fatto perché l’alternativa sarebbe troppo costosa.
Delle pendenze del sovrappasso si conosce
solo che non saranno eccessive. La pista ciclabile, a raso, (appena realizzata) è stata
demolita... (non sapevano del sovrappasso?).
Via Persico: all’impresa in fase di appalto
era stata concessa la chiusura di via Brescia: detto e non fatto perché con l’immediata rivalsa dell'impresa sui tempi di esecuzione. Il progetto non è realizzabile perché redatto su vecchie planimetrie catastali, il sottopasso non è più realizzabile come
da appalto. Nessun problema: il Comune
«dovrà quagliare». Basta una delibera di-
rigenziale (dell'ufficio competente) che affermando la sopravvenienza di fattori
«non previsti e imprevedibili», provvede
nero su bianco, alla variante del contratto
in termini di costi e di tempi. Questa verrà
sottoposta e quindi approvata, sulla fiducia, con delibera, dalla giunta comunale.
Seguirà una ulteriore delibera dirigenziale
che con riferimento: 1) alla propria; 2) alla
delibera di giunta (liberatoria?), renderà
operativa la variante giustificandola, al
solito, con fattori tecnici «non previsti e
imprevedibili in sede progettuale». Ovvero: il canale spostato, sottoservizi Aem etc.
Qualcuno «ha quagliato», ma chi?
Se tanto mi dà tanto lascio a lei e ad altri cittadini la risposta a questo semplice interrogativo: corrisponde alla realtà quando
Piermassimo Ghidotti, mettendo il dito
nella piaga afferma, «i politici passano, bistrattati, ma i funzionari restano. I funzionari non pagano mai»?
Arnaldo Maggi
(Cremona)
Via S. Maria in Betlem, 28/30
Cremona
Telefono 0372 32077
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