Il welfare state - Dipartimento di Economia e Diritto
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Il welfare state - Dipartimento di Economia e Diritto
Il welfare state Michele Raitano Università di Roma “La Sapienza” Le motivazioni di esistenza Welfare state come assicurazione sociale. Politiche redistributive (tax & transfers) per equità e per efficienza. Fallimenti informativi e ruolo dei 2 teoremi dell’economia del benessere. 2 Le caratteristiche del welfare state a) b) Quali componenti di spesa includere? Due coppie di tipologie di trasferimenti: Universali e selettivi (means tested); Monetari e in natura. Che tipo di finanziamento? Fiscale o contributivo? Diritto dei cittadini o dei lavoratori? 3 I modelli di welfare state 1. 2. 3. 4. Modelli a là Beveridge o a là Bismarck. I 4 grandi modelli di welfare: Socialdemocratico (scandinavo); Liberale (anglosassone); Corporativo (continentale); Mediterraneo. Interazione fra ruolo di famiglia, stato, mercato, grado di universalità, corporativismo e tipo di finanziamento. 4 La storia Primi interventi di natura assistenzialelavoristica: le Poor Law (UK 1601). Le prime assicurazioni sociali: 1883 Germania; previdenza. 1898 Italia; infortuni sul lavoro. Le assicurazione contro la disoccupazione: DK (1907), UK (1911), IT (1919), DE (1927). Il rapporto Beveridge del 1942 => dal modello lavoristico a quello universalistico. 5 La domanda di beni sociali Oscillazioni del ciclo. Urbanizzazione. Domanda di salute, cura, assicurazione sociale. Scomparsa della famiglia patriarcale. Scomparsa dei modelli mutualistici. Efficienza ed assicurazioni obbligatorie per evitare free riding e asimmetrie informative. 6 La crescita della spesa sociale Crescita della quota di risorse impiegate in settori a bassa crescita della produttività (legge di Baumol). 2. Aumento relativo della D per servizi sociali al crescere di Y (legge di Wagner). 3. Invecchiamento => sanità e pensioni. Crescita imperiosa fino agli anni ‘80 poi stabilità o arretramento. 1. 7 Le critiche all’andamento della spesa Le difficoltà delle comparazioni internazionali (soprattutto se incorporando spesa privata e tax expenditures). Tesi del trade off fra WS e crescita via risparmio e offerta di lavoro: Fallimenti del non mercato. Impatto sul costo del lavoro in economie globalizzate => competitività di prezzo? Ma impatto del ws su produttività e innovazione (anche via istruzione). 8 Le esperienze di riforma Introduzione di aspetti di mercato per ridurre la componente pubblica: Mercati interni in sanità (concorrenza interna fra centri autonomi) come centri di spesa decentralizzati. Voucher su sanità e istruzione. Welfare to work. Fondi pensione => problemi di: Rendimenti e rischi. Costi amministrativi. Informazione dei lavoratori. 9 I sistemi previdenziali Il metodo di finanziamento della spesa: ripartizione o capitalizzazione. Il metodo di calcolo delle prestazioni: benefici o contributi definiti. Il tipo di gestione: pubblica o privata. Il costo della transizione dalla ripartizione alla capitalizzazione e i rendimenti dei due sistemi alternativi. 10 Diseguaglianza e povertà Diseguaglianza, salariale e nei redditi. I top incomes. La povertà: assoluta e relativa. La diseguaglianza intergenerazionale. 11 La politica sociale nella UE L’intervento della UE nel campo delle politiche sociali: il metodo del coordinamento aperto (OMC) e i suoi ambiti d’applicazione (sanità, pensioni, inclusione sociale) => obiettivi comuni e libertà di strumenti. Armonizzazione o modelli nazionali? La strategia di Lisbona: occupazione, crescita e coesione sociale. 12 La definizione di flexicurity Tema fondamentale della Strategia Europea sull’Occupazione. Strategia che cerchi di conciliare le richieste di flessibilità delle imprese con un’elevata protezione dei lavoratori, da realizzarsi attraverso un rafforzamento degli ammortizzatori sociali e la realizzazione di politiche attive che supportino le transizioni sul LM. “Strategia che tenta, in maniera sincronica e deliberata, di aumentare la flessibilità dell’assetto del mercato del lavoro, della sua organizzazione e delle relazioni industriali e lavorative e di accrescere la sicurezza – sia sociale che di occupabilità – soprattutto dei gruppi più deboli” (Wilthagen, Tros 2004). 13 Dalla sicurezza del posto di lavoro all’employability? Le caratteristiche della flexicurity Mercato del lavoro non segmentato. Elevata flessibilità (esterna, interna, funzionale, salariale). Elevata protezione (del posto di lavoro, ma soprattutto dell’occupabilità, del reddito, “combinata”). Quindi: politiche passive e politiche attive (servizi per l’impiego, formazione e lifelong-learning, pubblico e privato). 14 Il modello danese Poca “Employment protection legislation”. Sussidi contributivi generosi (TdS fino al 90% e pagati fino a 4 anni) con elevata spesa pubblica; al termine, prestazione means tested non contributiva. Stretto legame fra politiche passive e attive e stringenti requisiti di ricerca del lavoro. Estese politiche di attivazione. Elevato passaggio nella disoccupazione, ma durata molto breve dei periodi di disoccupazione. 15 La spesa per protezione sociale nel 2007 16 La composizione della spesa per protezione sociale nel 2007 17 L’evoluzione delle fonti di finanziamento della spesa per protezione sociale 18 La spesa sociale per tipologia di trasferimento nel 2004 (1) 19 La spesa sociale per tipologia di trasferimento nel 2004 (2) 20