C`è ancora
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C`è ancora
Il Rosso e il Nero Settimanale di strategia C’E’ ANCORA 16 giugno 2011 Il polso è irregolare, ma l’Europa continua a respirare I Wanna Be Sedated, cantavano trent’anni fa i Ramones nel loro album Road to Ruin. Viene voglia di farsi sedare, ibernare e spedire su Marte, con un risveglio programmato fra almeno due anni. La Grecia che non rispetta gli impegni, rifiuta l’austerità, scende in piazza, lancia le molotov, assedia il Progetti di ibernazione. Popular parlamento, la Grecia in cui Mechanics. Anni Cinquanta. l’opposizione soffia sul fuoco e il governo è ormai arrivato al capolinea sembra a tratti il perfetto punto d’Archimede sul quale poggiare la lunghissima leva con cui non sollevare, ma rovesciare in rapida sequenza la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna, l’Italia, l’euro, l’Europa e l’economia globale. Ciliegina sulla torta, nelle stesse ore l’Irlanda si dichiara pronta a coinvolgere gli obbligazionisti senior di una sua ex grande banca nella ristrutturazione del debito, violando un tabù che in teoria apre le porte a una rivisitazione dello status di tutta la carta bancaria europea. Prima di iscriversi alla Mars Society, prima di darsi seriamente all’assenzio o all’etere e, soprattutto, prima di liquidare portafogli pazientemente assemblati, consideriamo però alcuni fatti. 1) Il dissenso di piazza in Grecia è sempre esistito, così come ha sempre avuto un certo spazio una sua frangia violenta. Venticinquemila persone in corteo ad Atene equivalgono poi, per una manifestazione nazionale, a centomila a Roma. Un numero rispettabile, ma non oceanico. Troppo poco per dire, come invece fanno in tanti, che i greci rifiutano l’austerità. Quasi 12 milioni, del resto, non erano in piazza. 2) Nei giorni scorsi Antonis Samaras, il leader di Nuova Democrazia, ha fatto un giro per l’Europa e ha incontrato Barroso e altri leader del Partito Popolare Europeo, di cui ND fa parte. Samaras ha esposto la sua linea di non collaborazione gratuita con il Pasok e di richiesta all’Europa di rinegoziare e alleggerire il programma di austerità di 15 punti di Pil in quattro anni (la manovra di Amato per entrare nell’euro fu di 0.8 punti e ce la ricordiamo ancora). Samaras è un economista che viene da Harvard, non è Masaniello. Bene, con stupore compiaciuto di Samaras, i leader del Ppe, 2001 A Space Odyssey. L’equipaggio ibernato. lungi dall’invitarlo ad appoggiare Papandreou accettando l’austerità europea, gli hanno espresso comprensione. A posteriori possiamo quindi dire che la possibile formazione di una grande coalizione sulla base di una revisione degli accordi con l’Europa, che ha colpito i mercati come un fulmine a cielo (quasi) sereno, è già nelle cose, come ipotesi, da alcuni giorni. 3) Prima di questo fulmine, ci stavamo tutti preparando al voto del 28 giugno in cui il parlamento greco avrebbe dovuto approvare il piano per i prossimi anni. Papandreou era ormai sul punto di non farcela e non è bello immaginare la reazione dei mercati all’eventuale bocciatura, naturalmente tra tumulti di piazza ripresi dalle televisioni di tutto il mondo, di un programma così faticosamente messo insieme dall’Europa. Se adesso dovesse effettivamente formarsi una grande coalizione (prima o dopo un passaggio per le urne), il programma modificato passerà, sia pure annacquato. Non è una notizia cattiva, soprattutto se si considera che ai 15 punti in quattro anni non credeva più nessuno da tempo. 4) Ci sono state, in dicembre, elezioni in Irlanda e per settimane ci siamo sentiti dire che l’opposizione, una volta al governo, avrebbe ripudiato la linea di austerità. Non è stato così. Anche in Portogallo ci sono appena state le elezioni e anche lì abbiamo ascoltato tutti i timori possibili su Passos Coelho 2 che non avrebbe proseguito sulla linea di austerità di Socrates. Non è stato così e non sarà così nemmeno in Grecia, molto probabilmente. 5) Il piano per il coinvolgimento delle banche nel riprofilamento del debito greco è pronto e il Financial Times ne ha anticipato le tre versioni su cui si sta discutendo. Queste versioni non differiscono nel merito, ma sul definire questa sostanza come zuppa o come pane bagnato. E’ vero che il nome della cosa sta terribilmente a cuore alla signora Merkel e alle agenzie di rating, ma la cosa è quella lì e le apprensioni dei mercati (troveranno un accordo? Che catastrofe succederà se non lo trovano?) sono, almeno su questo, fuori luogo. I politici, nell’inventare formule che conciliano l’inconciliabile, sono imbattibili. 6) Con tutto il rispetto per la Grecia e per la sua importanza, in un altro paese con i conti ancora peggiori (già adesso sul disavanzo primario e fra pochi anni anche sul debito) si sta facendo in queste ore qualche progresso. Parliamo degli Stati Uniti, dove le discussioni tra repubblicani e democratici procedono meglio del previsto e potrebbero portare nelle prossime settimane a risultati non disprezzabili. Non siamo ancora, sia chiaro, alla definizione di un programma strutturale di risanamento, ma non vedremo nemmeno solo cerotti posticci. Il catorcio dei conti pubblici che Alien. Regia di Ridley Scott. 1979 stava andando velocemente in pezzi verrà revisionato e rimesso in condizione di durare ancora qualche anno. Dopo le presidenziali dell’anno prossimo si farà, augurabilmente, qualcosa di ancora più serio, ma adesso, quanto meno, ci si sta mettendo sulla strada giusta. 7) Festeggiata da un quasi impercettibile movimento del Dax, poi rapidamente rientrato in nome di ben più serie questioni, la Bundesbank ha rivisto al rialzo la crescita tedesca per quest’anno e per il prossimo. L’Europa è vista nel mondo come gravemente infetta e malata, ma intanto la Germania crescerà nel 2011 del 3.1 per cento. 8) Che la Cina sia un’enorme bolla in procinto di scoppiare e che anzi sia già da qualche mese in vistoso rallentamento ci viene ricordato incessantemente. Saranno le ultime fiammate prima del crollo rovinoso, ma 3 gli ultimi dati confermano che la produzione industriale è del 13.3 per cento più alta di un anno fa. I consumi, in vista della lunga notte della crisi, sono del 17 per cento più alti. Di fronte a dati come questi metà degli osservatori alza le spalle e dice che non possono essere veri e l’altra metà nota che i consumi al 17 per cento possono significare solo inflazione. Jim O’Neill è tra i pochi a ricordare che consumi così forti (che da qui al 2015, secondo l’Accademia di scienze sociali cinese, rad-dop-pie-ran-no in dollari) sono una manna per gli esportatori americani, giapponesi ed europei. 9) Anche la borsa di New York sta assumendo un colorito terreo, come si conviene a chi sta guardando in faccia stagnazione e double dip. Sono però appena uscite le stime della Fed di San Francisco sul secondo trimestre, iniziato con l’SP 500 a 1327 e sceso ora a 1265. Ebbene, la crescita dovrebbe attestarsi sul 2.5 per cento. Certo, si è visto di meglio in passato, ma nel primo trimestre, quando eravamo tutti a festeggiare, si è visto anche di peggio (l’1.8 per cento). In compenso, sempre secondo lo studio della Fed, la seconda metà dell’anno dovrebbe riaccelerare al 3.5 e ancora meglio dovrebbe andare il 2012. 10) Bruce Kasman di JP Morgan sostiene che stiamo toccando in questi giorni il punto più basso del rallentamento della produzione industriale globale. Se è vero, fra tre-quattro settimane avremo un flusso di dati positivi che, viste le aspettative così basse diffuse ora nei mercati, non potranno lasciare indifferenti le borse. 11) La banca irlandese che taglierà i rimborsi agli obbligazionisti senior, Anglo Irish, è, come dice Wikipedia, defunct. E’ un contenitore in liquidazione. Il suo caso non costituisce un precedente. In conclusione, non vogliamo sottovalutare i rischi e i danni che gli errori di policy possono produrre. Se la Grecia dovesse andare a elezioni anticipate i mercati resterebbero in fibrillazione e continuerebbero a pensare al peggio e ad allargare il contagio. Non dimentichiamo Star Trek. The Next Generation. 1998 però che il Portogallo ha definito il suo programma con l’Europa in coincidenza con la caduta del suo governo e con l’avvio di un’aspra campagna elettorale. 4 Operativamente è meglio mantenere un profilo prudente, ma al primo segnale convincente di stabilizzazione della Grecia sarà da giocare un prevedibile rally di sollievo. Se questo rally coinciderà con un miglioramento dei dati macro, il recupero, facendo leva sul posizionamento sottopesato che si sta creando, sarà significativo. Alessandro Fugnoli +39 02-777181 Disclaimer Kairos Partners SGR SpA Via Bigli 21, Milano. La presente pubblicazione è distribuita da Kairos Partners SGR. 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