L`eccezione e la regola

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L`eccezione e la regola
Il Rosso e il Nero
Settimanale di strategia
L’ECCEZIONE E LA REGOLA
16 dicembre 2010
Se si escludono 190 paesi il mondo è piuttosto fragile
Chi ha studiato in scuole regioimperiali o
anche repubblicane (fino al 1968) ricorda che
lo studio delle lingue, quelle morte ma anche
quelle vive, era un tempo assai poco
intuitivo. Si doveva infatti affrontare una
serie interminabile di regole di morfologia e
sintassi, ma dove si arrivava a livelli di
ossessività francamente inquietanti era nello
studio delle eccezioni. La regola era spiegata
in un paio di righe cui seguivano pagine e
pagine di devianze linguistiche elencate con
una minuziosità e una completezza degne
dello sterminato elenco di parafilie contenuto
nella
celebre
Psychopathia
Sexualis
pubblicata nel 1886 dal dottor Krafft-Ebing.
Richard von Krafft-Ebing (1840 –
1902), neurologo e psichiatra,
qui ritratto con la moglie Maria
Luise.
Gli esercizi di traduzione rispecchiavano
questo sbilanciamento. Le prime due frasi da
tradurre venivano dedicate sbrigativamente
alla regola, le successive dieci o più alle eccezioni. Si capiva che l’autore si
annoiava con la regola e cominciava a divertirsi solo dopo. Il risultato,
invariabilmente, era che lo studente, nel corso della vita, avrebbe salvato
dall’oblio qualche eccezione e dimenticato quasi tutte le regole.
In questo spirito proviamo a guardare il mondo che si profila per il 2011.
Come regola generale è un mondo che resta fragile e preoccupante e che
rischia di soffrire contemporaneamente il male di una deflazione strutturale e
di un’inflazione incipiente che si presenta in forme già piuttosto aggressive. Il
cielo è dunque carico di nubi pesanti, di borse e materie prime che hanno già
corso molto e di bond cui sta letteralmente mancando il terreno sotto i piedi.
Ci sono tuttavia alcune interessanti eccezioni.
La prima eccezione è costituita dall’Asia. Guidata dalla Cina, l’Asia
continuerà a crescere velocemente. I due timori contrapposti, il
surriscaldamento dovuto alla supposta
inefficacia della stretta monetaria cinese da
una parte e il raffreddamento rapido se la
stretta si rivela invece efficace dall’altra,
sono entrambi eccessivi. Certo, l’inflazione
cinese è salita al 5 per cento, ma se si toglie
l’alimentare scende al 2. All’interno
dell’alimentare
pesa
in
modo
sproporzionato il rialzo del pe-tsai, il cavolo
sempre presente nelle mense cinesi del nord,
cresciuto del 70 per cento rispetto a un
anno fa.
E’ chiara la preoccupazione del governo
per un problema così visibile da parte della
popolazione, ma in questi casi la risposta
migliore è coltivare più cavoli, non alzare
furiosamente i tassi e tagliare il credito alle
Krafft-Ebing.
Psychopathia
acciaierie o all’edilizia. Certo, sta salendo
Sexualis, uno studio medicolegale. Stoccarda 1886.
anche il costo del lavoro, ma si tratta di un
fenomeno invocato non solo da America ed
Europa, ma dallo stesso governo cinese. In pratica le misure di contenimento
dell’offerta di moneta e del credito risulteranno molto più blande di quanto si
temesse. La crescita quindi continuerà vivace e quel tanto di inflazione in più
verrà accettato come prezzo da pagare.
La seconda eccezione è costituita dall’Africa, cresciuta molto nel 2010 e
destinata a un 2011 altrettanto brillante. Per investire continuiamo a
preferire il Ghana al Sud Africa. Il Sud Africa è un paese che dovrebbe
crescere dell’8-10 per cento all’anno e che invece continua ad andare avanti
con il freno a mano tirato perché non vuole svalutare e si limita a una
crescita del 3 per cento. Il Ghana, importante produttore di petrolio, sta
mostrando qualche segno di surriscaldamento che può però tradursi, per un
investitore, in tassi reali elevati e cambio in costante rafforzamento.
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La terza eccezione è costituita dall’America Latina. Anche qui molta
crescita nel 2010 e quasi altrettanta l’anno prossimo. Andranno
particolarmente bene il Cile e la sua valuta, trainati dal rialzo strutturale del
rame. Frenerà di più il Brasile, che mostra segni di surriscaldamento, ma la
crescita sarà pur sempre del 5-6 per cento. Jim O’Neill, che pure è grande
apostolo dei Brics, nota con una punta di scandalo che amici brasiliani in
visita trovano Londra più a buon mercato di San Paolo. Certo, il real ha
corso molto e merita una pausa di qualche trimestre, ma dovremo abituarci,
fra qualche anno, a trovare cara la vita nei paesi emergenti e care, più delle
nostre, le loro borse.
La quarta eccezione è costituita dall’America settentrionale. Saranno in
particolare gli Stati Uniti a crescere. Con gli steroidi fiscali e monetari a pieno
regime ci saranno momenti, in particolare nel secondo semestre, in cui il
tachimetro della crescita toccherà e supererà il 4 per cento.
Prima della crisi gli americani (parliamo delle famiglie) non
risparmiavano nulla. Se guadagnavano 100 dollari ne spendevano 100. Dopo
la crisi hanno iniziato a mettere da parte 6
dollari su 100, utilizzandoli per ripagare i
debiti. La Fed ha studiato il QE2 in modo da
fare salire la borsa. Quando sale la borsa la
gente, immediatamente, spende di più.
L’obiettivo della Fed è di fare risparmiare
non più 6, bensì solo 4 dollari su 100. In
questo modo le famiglie continuano a
ripagare i debiti, ma più lentamente.
Berlino
Est,
1976.
Il
Vedendo che i consumi migliorano, le sovrintendente della Berliner
imprese, piene di liquidità, stanno Volksbuhne (in piedi) discute con
un gruppo di operai durante la
cominciando a investire. Alla fine dovranno rappresentazione di L’Eccezione
anche assumere. Se a questi effetti si e la Regola di Brecht.
aggiungono quelli del nuovo pacchetto fiscale
che abbassa alcune tasse e rinvia l’aumento di altre diventa chiaro che la
crescita non può che accelerare.
La quinta eccezione è costituita dai paesi dell’Opec e dalla Russia. Non
siamo tra quelli che ipotizzano aumenti rapidi e consistenti del prezzo del
petrolio. Dopo tutto, se si crede all’Arabia Saudita, il potenziale di
produzione non utilizzato è oggi il triplo rispetto al 2008. Un moderato rialzo
del greggio è però probabile e sarà sufficiente a garantire l’anno prossimo una
crescita russa del 4.5 per cento (stiamo utilizzando dati JP Morgan) e
un’accelerazione anche nell’area Opec.
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La sesta eccezione è rappresentata dall’Australia, che avrà crescita vivace
trainata dalle sue materie prime, tra cui carbone, minerale di ferro, rame e
uranio, in continuo rialzo.
La settima eccezione è costituita dall’Europa orientale, dal Baltico al
confine greco. A parte l’Ungheria, si tratta di paesi con poco debito, monete
in molti casi indipendenti, politiche sagge e prudenti, tasse molto basse e un
clima favorevole al business. La crisi del 2008-2009 gliel’hanno portata le
banche tedesche, austriache e svedesi che hanno erogato sconsideratamente
crediti e mutui in euro. Ora, finalmente, la crisi dei mutui è in via di
riassorbimento e le banche occidentali non sono più in grado di fare troppi
danni. La crescita accelererà nel 2011 e le
valute si apprezzeranno contro euro. La
Turchia, dal canto suo, ha un ciclo
autonomo
e
ha
problemi
di
surriscaldamento più simili a quelli del
Brasile, ma la crescita sarà comunque
superiore al 4 per cento.
L’Eccezione e la Regola di Brecht
rappresentata a Lipsia nella
Hochschule
fur
Musik
und
Theater.
Regia
di
Karsten
Barthold. 2003.
L’ottava eccezione è rappresentata da
quasi
tutti
i
paesi
dell’Europa
settentrionale. Germania e Svezia, in
particolare, continueranno a godere di
eccellente salute.
Otto eccezioni, dunque, per un totale
di circa 190 paesi. La regola della fragilità si applica dunque a Grecia, Irlanda
e Portogallo. La Spagna e, sullo sfondo, l’Italia sono sotto osservazione da
parte dei mercati, ma se staranno attente, senza distrarsi neanche un
momento, non subiranno danni rilevanti e godranno comunque di un euro se
non debolissimo, in ogni caso non forte.
Fino ai primi di gennaio i mercati staranno abbastanza tranquilli. Le
borse sono salite abbastanza da garantire una stagione di acquisti natalizi
dignitosa e ora per i policy maker è forse più importante stabilizzare i bond
(la cui debolezza, peraltro, è soprattutto un segno di salute della ripresa). Da
gennaio riprenderà periodicamente il mal di denti dei titoli di stato
dell’Europa fragile. In quei momenti dovremo cercare di ricordare l’eccezione
degli altri 190 paesi.
Alessandro Fugnoli +39 02-777181
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