Notiziario del 15/12/2009
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Notiziario del 15/12/2009
PROGETTO DICEMBRE 2009 migrazione tutti in rete Il futuro del Marocco e dei suoi giovani diventa sempre più un’incognita IL MITO DELLA MIGRAZIONE È ORMAI AL CAPOLINEA Carissimi sostenitori, l’ultima fase della migrazione marocchina in Italia, quella attuale, è la “migrazione di ritorno”, del sogno del rientro in Marocco. Non ce la fanno più a stare in Italia gli immigrati marocchini; non ce la fanno nemmeno i loro figli, la seconda generazione, nata e cresciuta in Italia. Come sempre, le fasce più deboli e socialmente escluse sono quelle che pagano per prime le conseguenze della crisi: il lavoro si fa più precario e incerto anche per immigrati che stanno in Italia da 15, 20 anni. Molti sono riusciti ad ottenere il ricongiungimento familiare e a portare la propria famiglia in Italia ma in questo modo la precarietà pesa ancora di più: non solo non si riesce più ad inviare soldi in Marocco per quanti sono rimasti, ma si fa fatica ad arrivare a fine mese e ad assicurare una vita dignitosa ai propri cari in Italia. I figli, anche se nati in Italia, continuano a essere vittime di pregiudizi sociali e, nel crescente clima xenofobo della società italiana, sono spesso messi al bando. Le tradizionali vacanze estive in Marocco si trasformano allora in sogno: accolti secondo la proverbiale cultura dell’ospitalità marocchina, godono del riconoscimento sociale che nel Paese viene ancora riservato a chi è emigrato e vive all’estero. Da qui la domanda di molti giovani ai propri padri: “perché non rientriamo in Marocco?”. Ecco, è questo il nuovo paradosso: i giovani dei licei e dei collegi di Khouribga e di Beni Mellal, dove lavoriamo con i nostri progetti, soffrono ogni giorno l’impotenza di non potersi dare un futuro che, per loro è inevitabilmente “fuori”, “via” da un Paese che non gli concede spazi di espressione, di crescita, e che anzi tarpa loro le ali. Mentre i giovani marocchini che sono “fuori” dal Paese, loro che sono modello ed esempio per quanti sono rimasti in patria, soffrono la nostalgia del proprio passato per l’impossibilità di intravvedere un futuro dignitoso per sè nelle nuove comunità di appartenenza. Sembra davvero non ci sia pace per i giovani del Marocco. Valentino Piazza Programmi Marocco ProgettoMondo Mlal Sono partiti i gruppi di mutuo aiuto e di assistenza giuridico-legale per mogli e madri delle vittime della migrazione clandestina RICOSTRUIRE LA PROPRIA VITA DOPO LA PERDITA DEI PROPRI CARI Il progetto Migrazione, Tutti in rete ha attivato nel mese di giugno il primo gruppo di mutuo aiuto per i famigliari delle vittime del fenomeno della migrazione clandestina al quale hanno partecipato 13 donne di Bejaad, comune situato nella zona rurale della provincia di Khouribga. Le donne che hanno partecipato alle quindici sedute sono mogli e madri delle vittime della migrazione illegale. Sono donne che hanno perduto i loro cari in mare durante le traversate su mezzi di ventura diretti in Europa. Mamme di figli che volevano assicurarsi un futuro migliore di quello dei propri genitori. Mogli di uomini desiderosi di raggiungere l’Europa per regalare migliori prospettive alle proprie famiglie. Tutti partiti per via illegale, e tutti deceduti o dispersi in mare. Le famiglie delle vittime sono per lo più composte da donne ormai sole, abbandonate a se stesse nel cupo dolore, estremamente povere e che vivono di assistenza sociale e della solidarietà volontaria dei vicini. Partecipano a questo tipo di gruppi per poter trovare uno spazio di incontro e per cercare uno sfogo al dolore. Nel gruppo di mutuo aiuto le donne sono aiutate dall’equipe psicosociale del progetto a riorganizzare la propria vita nella consapevolezza della perdita. Il gruppo ha poi duplicato la sua esperienza spostandosi a Khouribga, in zona urbana dove la situazione non è troppo diversa e dove il dolore e le condizioni di vita sono simili. Per la tradizionale festa del montone (si acquista e si cucina l’animale che poi servirà per l’inverno), l’assistente sociale e la psicologa han- no aiutato le donne a rivolgersi ai servizi sociali pubblici per poter ricevere il montone gratuitamente, data l’indigenza in cui vivono. Inoltre, il programma psicosociale attivato dal progetto prevede anche assistenza giuridica per le famiglie: le donne vengono accompagnate e orientate nelle amministrazioni pubbliche e nei tribunali per risolvere i loro problemi legali. A questo scopo, periodicamente viene offerto anche un accompagnamento individuale, su base volontaria, assicurato da un avvocato contattato dall’equipe del progetto. Questi gruppi continuano a registrare una partecipazione attiva, soprattutto da parte delle donne, e si prevede perciò di poterne attivare presto altri in comuni diversi. Per quanto riguarda le attività delle mediateche, queste sono state protagoniste nel mese di luglio di un ciclo di giornate denominate Mediateche a porte aperte, per promuoverne i servizi, rendere lo spazio più dinamico e stimolare il coinvolgimento delle associazioni locali nelle iniziative e attività previste per i giovani della provincia di Khouribga. Gli animatori delle 12 mediateche sono inoltre stati impegnati, durante tutta l’estate scorsa nel raccogliere storie di vita e racconti legati al fenomeno della migrazione. Sono così stati organizzati degli incontri con persone che avevano alle spalle storie drammatiche di tentativi falliti di migrare per via illegale in Europa. Sono infine state realizzate interviste e dei video, pubblicati poi sui blog delle mediateche, allo scopo di diffondere quanta più informazione possibile sui rischi della migrazione clandestina per voce degli stessi protagonisti del fenomeno, così da scoraggiarne la pratica e incoraggiare piuttosto esperienze alternative in Marocco. Nel mese di agosto, in occasione del ritorno della maggior parte dei marocchini che risiedono all’estero, il Progetto ha realizzato, in collaborazione con il Centro Regionale per gli Investimenti di Tadla Azilal, un ciclo di incontri di formazione e di sensibilizzazione per i migranti di ritorno. L’obiettivo è promuovere, presso i migranti originari di queste zone, gli investimenti nella regione per potere valorizzare al meglio l’utilizzo delle loro rimesse. In questa occasione, abbiamo realizzato anche una serie di interviste con gli emigrati che partecipavano al corso: testimonianze interessanti di chi, sentendosi in Europa e soprattutto in Italia degli anonimi e degli ospiti indesiderati, L A hanno voglia di tornare nel proprio Paese. Le testimonianze e i link ai blog e ai video saranno disponibili presto anche sul sito di ProgettoMondo Mlal. Teresa Leone capoprogetto Migrazione, Tutti in rete T E S T I M O N I A N Z A L’animatore Mustapha ci racconta i benefici delle mediateche UNO SPAZIO PER ASCOLTARE E RACCONTARE Mi chiamo Mustapha Yacoubi, ho 28 anni, e sono l’animatore della mediateca di Zaouiat Cheikh. Più che il loro educatore, a volte mi sento un fratello maggiore per ciascuno dei ragazzi che frequenta la mediateca e che accompagno nel loro percorso educativo. Anche grazie alle attività del Progetto ho infatti imparato a relazionarmi con il loro mondo e quindi a capirli meglio. Allo stesso modo, i giovani, hanno trovato nella mediateca uno spazio di libera espressione e di ascolto di cui avevano davvero bisogno. Sono infatti mossi dall’esigenza di raccontarsi, confrontarsi, immaginare il proprio futuro e conoscere alternative possibili alla migrazione. In questi anni ho visto arrivare qui ragazzi con in testa solo l’idea di scappare dal Paese, ma molti di loro oggi hanno cambiato idea e cercano di programmare la loro vita qui in Marocco. E quelli che ancora vogliono partire sono consapevoli di doverlo fare percorrendo la strada legale e responsabile. Per ottenere dei cambiamenti sono stati proprio fondamentali i momenti in cui i ragazzi hanno avuto la possibilità di ascoltare le storie personali degli altri, e di raccontare la propria esperienza. Sentire che un coetaneo ha rischiato la morte su un battello sovraccarico e malconcio, e che tornato a Beni Mellal si è impegnato e ha trovato un lavoro onesto, fa sì che molti altri ragazzi possano pensare di investire sul futuro qui, in Marocco. L’esperienza nella mediateca è significativa anche dal punto di vista culturale e sociale: qui non esiste differenza di sesso, i ragazzi parlano e scherzano con le ragazze, senza distinzione di ruoli. Inoltre tra di loro va crescendo un senso di responsabilità personale e sociale che, sono certo, li aiuterà domani a costruirsi una vita fondata su basi solide e legali. testimonianza raccolta da Francesca Villa Casco Bianco ProgettoMondo Mlal Utile per costruire un proprio progetto di vita responsabile o di scelta alternativa primo piano L’OSSESSIONE DELLA MIGRAZIONE AI RAGGI X Tecniche per la realizzazione di focus group e metodologie per la raccolta di storie di vita: sono gli argomenti su cui ProgettoMondo Mllal ha ritenuto utile costruire la proposta formativa rivolta agli animatori delle mediateche. A tenere la formazione, due consulenti di ProgettoMondo Mlal, Marco Renaldini e Lahcen Aalla. Si tratta di un programma di attività varie con alla base due obiettivi specifici: avvicinare i giovani ai temi dei diritti umani e della vita comunitaria, e proporre iniziative educative sulle differenti componenti del fenomeno migratorio che qui interessa molti ragazzi. Le attività prevedono un lavoro che parta dalla riscoperta del “sè” per arrivare progressivamente a temi come quelli dell’identità culturale e delle regole sociali. L’obiettivo è sensibilizzare i partecipanti alle dinamiche interpersonali, incoraggiandoli ad avere un atteggiamento di responsabilità e di cittadinanza attiva. Dopo un primo lavoro fatto sulla percezione dei fenomeni migratori, si spingono i partecipanti a comprenderne i fattori sociali. Ciò si rende utile per costruire meglio un proprio progetto di vita orientato su una migrazione responsabile o su una scelta alternativa alla migrazione. Migrazione che, per tanti giovani marocchini, è un’ossessione: non importa come, dove e quando, l’importante è andarsene. Il percorso educativo alterna giochi di ruolo, laboratori ed esercizi di gruppo, a dibattiti, proiezioni di film e documentari, presentazioni di testimonianze e lavori pratici. Tutte le attività sono state concepite come momenti creativi e partecipativi, dove i giovani possano sentirsi più liberi nell’esprimersi. La seconda formazione, tenuta dal professor Kamal Mellakh dell’Università Hassan II Mohammedia, si è concentrata sulle tecniche per la realizzazione di focus group e récit de vie, strumenti qualitativi per raccogliere storie e testimonianze su un tema in particolare (in questo caso, la migrazione). Il focus group utilizza un approccio partecipativo e interattivo su un gruppo di 8-10 persone per esplorare insieme temi complessi raccogliendo pareri ed esperienze. Il récit de vie, invece, è una sorta di colloquio biografico che permette, attraverso casi individuali, di comprendere un problema proprio di un gruppo. Per applicare entrambe le tecniche occorre conoscere bene il contesto: ecco perché gli animatori hanno studiato in modo approfondito i processi migratori in questa particolare regione del Marocco. Francesca Villa Casco bianco ProgettoMondo Mlal B R E V I • STAFFETTA DI CASCHI BIANCHI. Staffetta tra caschi bianchi in Marocco. È rientrata in Italia Fran- cesca Villa, 26 anni di Bergamo, che per 12 mesi ha collaborato anche con il Progetto Migrazione, Tutti in Rete. A lei va il ringraziamento di ProgettoMondo Mlal e l’augurio per un futuro professionale importante. Francesca ha lasciato il posto a Mariagrazia Depalmas, 26 anni di Nuoro. Un altro acquisto recente per la nostra equipe in Marocco è Giulia Gandini, riconfermata per altri sei mesi nell’equipe che coordina i due Programmi. A loro le nostre congratulazioni e un “buon lavoro”! • MIGRAZIONE E MAROCCO AL CINEMA AFRICANO. Dal 13 al 21 novembre si è svolta a Verona l’annuale rassegna di cinema che vede coinvolti registi stranieri, associazioni, scuole e spettatori. La programmazione di quest’anno ospitava anche tre pellicole realizzate per la nostra Organizzazione dalla Kenzi Priductions e dalla Sutvuess di Roma. Il tema comune era quello del fenomeno migratorio verso l’Europa documentato dalle storie raccolte in Marocco con il video Futuro sospeso e da quelle raccolte tra gli emigrati residenti in Italia e che costituiscono il documentario Ghorba. Proiettati anche per le scolaresche, sono stati molto apprezzati da studenti e insegnanti per la ricchezza dei contenuti e l’originalità delle testimonianze. Entrambi sono pubblicati su Youtube. viale Palladio, 16 37138 Verona, tel. 045 8102105, e-mail [email protected] www.progettomondomlal.org Versamenti Intestati a ProgettoMondo Mlal c/c postale 12808374 c/c bancario, Banca Popolare Etica (IBAN IT 42 X 05018 12101 000000513250), causale “Progetto Migrazione, Tutti in rete”