Notiziario del 15/12/2007

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Notiziario del 15/12/2007
tornare
a scuola
dicembre 2007
progetto
Erano chiamati alle urne tredici milioni di cittadini
marocco: nuove elezioni
ma lontane dal paese reale
Carissimi Sostenitori,
dopo cinque anni dall’ultima consultazione, i
marocchini hanno eletto il nuovo Parlamento. Ed è
subito sfumata la possibile vittoria del PJD, partito
di ispirazione islamica, che tanto aveva occupato il
dibattito preelettorale. Bassa l’affluenza alle urne
che ha toccato il minimo storico: solo il 37% dei 13
milioni degli aventi diritto.
Si erano presentati 33 partiti, oltre a 13 candidati
indipendenti per la conquista dei 325 seggi dell’assemblea disponibili, con orientamenti che vanno da
una sinistra socialista o comunista (USFP- Union Socialiste Forces Populaires, PPS- Parti Progres Socialisme etc) ai conservatori (Al Istiqlal – L’Indipendenza,
RNI – Rassamblement Naitonal Indipendendants, etc),
passando per gruppi di centro destra (PJD- Parti de la
Justice et du Développement, etc) e i gruppi berberi
(MP – Mouvement Populaire, etc). E anche se gli osservatori concordano nel definirle le prime elezioni
democratiche, la bassa affluenza alle urne ci dice che
la partecipazione non è quella delle democrazie.
Il Marocco infatti è retto da una monarchia costituzionale in cui il Re concentra potere politico e
potere spirituale. Stando all’articolo 19 della Costituzione, il sovrano è amir al mouminin - comandante
dei credenti, quindi personalità inviolabile e sacra. Il
regno di Mohamed VI è unanimemente definito da
tutti come un regno illuminato e moderno. La passata repressione politica della sinistra marocchina
ha ceduto lentamente il passo a un regime di alternanza (sapientemente preparato dal padre Hassan
II prima della sua morte nel 1999) e a un’epoca di
relativa stabilità in cui dominano iniziative di riforma economica e sociale. Perciò le aspettative legate
all’affluenza alle urne presentavano un enorme potenziale, utile a confermare la lettura di un Paese che
è giudicato come più moderno tra quelli del mondo
arabo. Alcuni interpretano questo smacco come un
messaggio indirizzato ai rappresentanti del Paese,
troppo lontani dalle reali preoccupazioni della gente. Altri, invece, abbozzano l’idea di un messaggio
indirizzato anche al Re. Come a dire che i cittadini
rivendicano una più equa distribuzione del suo potere tra i centri costituzionali dello stato e una divisione più giusta della ricchezza.
Guardando a questa nuova realtà dall’angolazione dei nostri Progetti in Marocco, in aree prevalentemente rurali e lontane dalle 2 o 3 metropoli che
fanno l’economia moderna del Paese, non si può
non avvertire lo scollamento quotidiano che separa
istituzioni di governo e popolazione: la “nostra” realtà infatti indica a tutt’oggi altri dati: il tasso di analfabetismo e la mortalità infantile elevatissimi; l’inaccessibilità a infrastrutture e servizi di base sanitari e
sociali.
Ester Zappata
ProgettoMondo Mlal Marocco
Dopo 3 anni di lezioni 19 delle 30 scuole del Progetto hanno partecipato alle prove finali
promosso il 94% DEI NOSTRI PICCOLI STUDENTI
Come in ogni scuola anche per le nostre
scuolette sono arrivati gli esami finali per il
passaggio alle scuole medie. Momento tanto
atteso da tutti: bambini, famiglie e da tutta
l’équipe del ProgettoMondo Mlal. Per molti versi
l’esame ha rappresentato il momento di verifica
anche riguardo al metodo educativo utilizzato e
del Progetto stesso.
Così, già in maggio, si è messa in moto la macchina per la preparazione degli esami per 19 delle
30 scuole che avevano terminato il ciclo scolastico
di 3 anni promosso dal Progetto.
La prima decisione consisteva nel valutare chi
fosse pronto ad affrontare l’esame e chi invece dol a
n o v i t à
E ora tutti alle medie!
In quest’ultimo anno scolastico è stato fatto anche
un grande lavoro di sensibilizzazione affinché le famiglie acconsentano a far proseguire gli studi ai loro
figli. L’iscrizione alla scuola pubblica o di formazione professionale nel comune più vicino prevede infatti
che i ragazzi debbano trasferirsi e alloggiare negli internati. Questa è una nuova sfida per tutti, per i bambini, soprattutto i più piccoli che non sono mai usciti
dal douar, per i genitori, che si vedono definitivamente sottratta una forza lavoro, e per l’équipe, che deve
sapere accompagnare le famiglie in questo percorso
e collaborare con le istituzioni pubbliche per ottenere
borse di studio e posti nell’internato. I bambini delle
nostre scuole ne hanno bisogno e soprattutto diritto.
Questa attività si è intensificata in settembre e grazie anche alla grande collaborazione delle famiglie,
si vanno risolvendo i problemi che si presentano man
mano. Le famiglie stanno dimostrando di volersi davvero impegnare a fondo perché i loro figli continuino
a lavorare per il loro futuro.
vesse essere integrato
al livello della scuola
elementare corrispondente. Nei 3 anni del
ciclo di educazione
non formale sono infatti accorpati il corrispettivo dei nostri 5
anni delle elementari
e raggruppati ragazzi
di età diverse. Questo
ha reso più difficoltoso
per gli animatori portare tutti gli alunni allo
stesso livello. L’équipe
ha valutato i compiti
in classe e ha stabilito che 380 tra ragazzi
e ragazze avrebbero potuto sostenere l’esame di
giugno e 240 sarebbero passati alla scuola pubblica.
A questo punto è cresciuta l’agitazione tra i
ragazzi che sapevano che da lì a un mese avrebbero affrontato un esame, e che alcuni sarebbero
entrati per la prima volta in una scuola pubblica,
lontano dal loro douar.
L’esame si sarebbe svolto in due giorni con prove scritte per tutte le materie studiate nei 3 anni:
lingua araba, lingua francese (la più temuta), storia, geografia, matematica, scienze e studio del
Corano.
A quel punto non si trattava solo di studiare di
più per avere la preparazione migliore possibile,
ma anche di vivere e affrontare le emozioni e le
paure che questo evento generava. Per l’équipe
del Progetto è iniziato un intenso lavoro su più
fronti: trasportare tutti gli alunni nelle sedi d’esame, elaborare il dossier personale di ogni alunno e
concorrere per loro ad ottenere le borse di studio.
È infatti solo grazie alla borsa di studio che i nostri
ragazzi potranno iscriversi alla scuola pubblica,
viste le poche risorse economiche a disposizione
delle famiglie.
Per gestire al meglio la situazione, animatori e
supervisori avevano aumentato il numero degli
incontri con le famiglie e Jaouad, responsabile
del monitoraggio delle attività del progetto, si è
incontrato più volte con i delegati della Cultura ed
Educazione per garantire il pieno coinvolgimento delle istituzioni pubbliche in un momento così
delicato. L’obiettivo era dare la massima continuità al Progetto, assicurare l’inserimento nella scuola
pubblica o nella formazione professionale a tutti.
Tra le non poche difficoltà, senz’altro anche
quella dei problemi logistici, apparentemente per
noi banali. La prova d’esame, infatti, andava sostenuta nella scuola pubblica più vicina al douar di
provenienza, tranne per i maggiorenni che dovevano raggiungere la sede del liceo Ain Asserdou
di Beni Mellal. Si trattava dunque di cancellare per
due giorni tutti gli ostacoli che fino ad oggi avevano sempre impedito a quei ragazzi di frequentare
la scuola pubblica.
I supervisori Moujoud, Jendari e Badaoui hanno
studiato a lungo la situazione e, dopo molte contrattazioni, sono riusciti ad avere l’autorizzazione
dei genitori a far trascorrere ai figli una notte fuori
casa, e solo dopo le più ampie rassicurazioni rispetto al fatto che non ci sarebbe stato alcun momento di promiscuità tra maschi e femmine. In questa
richiesta non c’era ovviamente soltanto una preoccupazione di buon senso o di rispetto quanto la
componente religiosa che da queste parti impone
delle precise regole da rispettare che non possono essere in alcun modo trasgredite.
Risolte anche le ultime questioni logistiche, il
22 giugno è arrivato il giorno dell’esame. Nell’aria
si respirava agitazione e tensione, ma soprattutto
tanta voglia di riuscire a raggiungere un risultato
importante preparato con 3 anni di duro impegno.
l a
c o n t i n u i t à
Sei le scuole ancora al lavoro
Proprio nelle ultime settimane si è poi ufficializzato un prolungamento delle attività per 6 scuole avviate più tardi che così, invece di chiudere come previsto
dal Progetto già a settembre 2007, continueranno le
rispettive attività didattiche fino a giugno 2008. La
buona notizia non è stata immediatamente recepita
come positiva in tutte le realtà interessate, in alcune
comunità si è registrato anche del malcontento per
quello che sarebbe stato un ulteriore periodo di impegno che avrebbe tolto loro da casa (e dalle faccende
domestiche) i propri figli. Fortunatamente il significato di questa ulteriore opportunità risiede nel fatto che
porterà anche questi alunni alla pari degli altri alla
prossima prova di esame per il passaggio alle Medie.
E a dimostrazione del riconoscimento ufficiale della validità del metodo educativo utilizzato nelle nostre
scuole, lo scorso agosto è stato approvato dall’Unione
Europea un nuovo Progetto di educazione non formale in Marocco, da realizzare nella provincia di Azilal.
Il primo grande obiettivo è stato raggiunto: il
96% dei ragazzi ha partecipato alle prove e tutti i
genitori hanno concesso fiducia al Progetto consentendo il loro trasferimento nelle sedi di esame.
Certo gli imprevisti non sono mancati. Il padre di
Fatima di Misane Harara, per esempio, ha revocato
la sua autorizzazione proprio all’ultimo momento
e quindi Jendari ha dovuto riportare la ragazza
a casa in sella alla sua motocicletta la sera stessa
della prima giornata di prova. Fortunatamente si
trattava di un douar di pianura altrimenti il viaggio
sarebbe stato ancora più complicato.
Alla fine le due giornate di esame sono passate, i ragazzi hanno risposto a decine e decine di
domande e si sono preparati con trepidazione alla
pubblicazione dei risultati.
Il 94% degli alunni ha superato la prova d’esame. Si è trattato di un grande successo per tutta
l’équipe che è ovviamente soddisfatta per aver fatto un buon lavoro per se stessi, per i bambini, i veri protagonisti che si sono impegnati tanto e che
oggi vedono riconosciuti i loro sforzi, e per le loro
famiglie che hanno visto confermata come giusta
la scelta fatta mandando i figli a scuola.
Marianna Mormile
equipe Progetto Tornare a scuola
primo piano
L’esperienza di cooperazione internazionale di una giovane Casco Bianco
Io, un anno tra i bambini del Douar
l
B
R
E
VI
o
Con il servizio civile ho scelto di vivere un’esperienza concreta di volontariato nella cooperazione internazionale per provare e ampliare le mie competenze
in un ambiente dove ci si impegna realmente per un
mondo diverso e dove si impara tanto già solo dal confronto con la diversità culturale e sociale.
Le mie aspettative erano di conoscere, capire ed imparare, come
si lavora in un progetto di cooperazione e capire quali sono le problematiche più frequenti da affrontare, come si trasformano nella pratica tutte le teorie delle formazioni
e anche per conoscere meglio me
stessa, perciò imparare a tutti i livelli, professionale e personale.
L’esperienza in Marocco è stata
senza dubbio fondamentale nel
farmi acquisire più consapevolezza riguardo l’ambito lavorativo in cui vorrei continuare
a crescere e maturare, individuandolo nel mondo della
cooperazione all’autosviluppo. In qualità di assistente
del coordinatore di Progetto per l’attività di comunicazione, mi sono un po’ messa alla prova in un settore in
cui non avevo prima d’oggi mai avuto esperienza.
All’inizio era tutto nuovo, un grande punto interrogativo, ma vivendo pienamente tutto ciò che mi circondava, piano piano mi sono totalmente inserita nel
Paese, conoscendone limiti e ricchezze. Ho sentito che
le persone, i suoni e gli odori erano diventati ormai fa-
miliari e che anche io cominciavo a trasmettere qualcosa a chi mi circondava.
Seguire il programma di Sostegno a Distanza mi ha
dato l’opportunità di visitare molte scuole, permettendomi così di entrare in contatto con realtà e dinamiche
sociali particolari, e raccogliere informazioni e testimonianze preziose per l’elaborazione
dei resoconti da inviare a voi sostenitori. Ho anche avuto modo di
parlare con tanta gente. Ognuno
con la sua visione e idea diversa.
E tutto ciò mi ha aiutato a capire
sempre meglio il contesto in cui lavoravo e vivevo.
Ho imparato tanto osservando
il lavoro degli altri, conoscendo
anche nella pratica il lavoro, le difficoltà e le dinamiche che affrontano
le ONG nei Paesi in via di sviluppo.
Ho concluso questa esperienza con degli ottimi risultati per me, per la mia ONG e per i Progetti. Sono
stata fortunata perché sono stata accettata e apprezzata dall’equipe locale e dai colleghi italiani.
Sono soddisfatta di questo primo passo nel mondo
della cooperazione e non vorrei che restasse un’esperienza fine a se stessa. Ho tanto da imparare e credo di
avere le risorse e la volontà per farlo.
Marianna Mormile
Casco bianco ProgettoMondo Mlal
[ Marianna Mormile, 28 anni di Anzio (Roma), è da poco rientrata dal Marocco dove ha collaborato ai nostri programmi
di sviluppo nell’area di Beni Mellal per un anno, in particolar
modo aiutando il nostro ufficio Solidarietà nella preaparazione di questi materiali di comunicazione per voi sostenitori. Grazie a lei, cioè, abbiamo avuto concreta e vicina la
voce dei bambini delle suolette, abbiamo conosciuto preoccupazioni e risultati del Progetto Tornare a Scuola. A Marianna, dunque, il nostro più caloroso ringraziamento e in
Marianna
Silvia
bocca a l lupo per tutto ciò che ancora desidera realizzare in questo campo. Arrivederci Marianna!
[ Con il mese di ottobre ha iniziato la sua esperienza professionale, in collaborazione con i nostri Programmi di sviluppo in Marocco, un’altra Casco Bianco. Silvia Schenone, 28 anni di Genova, prende
il testimone di Marianna e comincia il suo
Servizio civile nell’ambito del Programma.
Benvenuta Silvia, e buon lavoro!
Versamenti (intestati a
[ Sono stati consegnati ai bambini di BeProgettoMondo Mlal):
ni Mellal i disegni, le letterine e i lavoretti
- c/c postale 12808374
creati per loro dai bambini di Bussolengo
viale Palladio 16
- c/c bancario 512080
con cui sono gemellati. Un grazie di cuore
37138 Verona
Banca Etica
dai loro amici marocchini, che, ripresi dalle
tel. 045 8102105
(ABI 5018 CAB 12101)
[email protected]
Causale «Progetto
fatiche degli esami, risponderanno al più
www.progettomondomlal.org
Tornare a scuola»
presto!