Notiziario del 15/06/2008
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Notiziario del 15/06/2008
mai più da clandestino giugno 2008 progetto Il malessere giovanile ora esplode in musica a ritmo di rap «sono marocchino, marocchino per sempre» È il grido di denuncia dei nuovi ventenni Carissimi sostenitori, All’annuale appuntamento dedicato al rap made in Marocco quest’anno erano in novantamila, provenienti da tutto il Paese: giovani in canottiera e scarpe da ginnastica, ma anche in hijab e magliette a maniche lunghe. Per 4 giorni hanno ballato e cantato, rigorosamente in darija, il dialetto marocchino. E la canzone-tormentone del momento che rimbalza di questi tempi nelle strette viuzze della medina di Rabat dice: “Sono marocchino, marocchino fino alla morte. Chiunque opprima il mio paese io lo opprimerò, chiunque voglia male al mio Paese io lo combatterò”. A raccontare questo nuovo spaccato del mondo giovanile in Marocco è stato (nel numero del 29 aprile) il quotidiano La Repubblica. Un giovane diciannovenne, intervistato dice: “Questa è la nostra musica, non è rap americano, non è musica marocchina tradizionale: è la nostra maniera per dire che siamo orgogliosi di quello che siamo, ma anche che siamo stanchi di come vanno le cose in Marocco oggi”. Forse nella regione di Beni Mellal, dove come ProgettoMondo Mlal stiamo realizzando i nostri progetti di sviluppo, i giovani non vestono ancora i pantaloni larghi ma sicuramente condividono lo stesso malessere. Lo testimonia a Repubblica anche il rapper del momento: “Noi – dice infatti Khalifa - non mandiamo messaggi trasgressivi, ma cantiamo la realtà così come la vediamo: la corruzione, la disoccupazione dei giovani, la tentazione dell’estremismo islamico nelle periferie, l’importanza di rispettare le donne. E in effetti, sottolinea l’intervistatore, in un Paese dove da mesi i giovani laureati scendono in strada per protestare contro la disoccupazione e la corruzione è considerata uno dei freni principali allo sviluppo, i gruppi della scena hip hop mettono semplicemente in musica il malessere di una generazione. La generazione dei sotto i 25 anni, che comunque la si voglia vedere ad oggi rappresenta la metà della popolazione totale - 30 milioni- del Marocco. Anche per questo motivo siamo sempre più convinti che i giovani siano gli interlocutori chiave dei nostri progetti, progetti che mirano ad offrire occasioni di educazione, formazione e partecipazione sociale ma anche a stimolare i giovani a impegnarsi nello sviluppo del proprio Paese. Simona Polzot ProgettoMondo Mlal Marocco Dibattiti, laboratori, orientamento e formazione per i giovani marocchini di Mai più da clandestino! LA MEDIATECA, RIFERIMENTO E CENTRO PER I GIOVANI DI TADLA AZILAL Nonostante alcuni importanti cambiamenti nelle file del progetto, come l’inserimento di una nuova coordinatrice e le dimissioni dello chargé de projet, le attività quotidiane non hanno subito particolari rallentamenti. Dopo la giornata del 18 dicembre scorso, in cui anche pubblicamente era stato presentato il progetto e i risultati raggiunti dopo due anni di attività, nelle mediateche ha continuato a scorrere serenamente l’attività programmata, con la realizzazione di dibattiti, atelier, proiezioni sulla migrazione, attività di orientamento scolastico e lavorativo e la presentazione delle seances del projet éducatif, progetto pilota sullo sviluppo di una coscienza critica dei giovani beneficiari del progetto. Progetto che prevedeva momenti di formazione degli animatori, sia con la formazione sui diritti umani e sul rispetto del prossimo, da parte della sezione centrale di Amnesty International di Rabat sulle procedure legali per poter emigrare in Europa, assicurata dalla giovane avvocato di Verona Elisa Fornalè. Sempre in questo quadro si inserisce una formazione partecipata, tenuta da me, di cui hanno beneficiato tutti gli animatori delle 25 mediateche del progetto sulle tecniche di scrittura di un curriculum vitae, di una lettera di motivazione/ presentazione, su come superare positivamente un colloquio di lavoro e sui siti web da consultare periodicamente per la ricerca di lavoro e di borse l ' e v e n t o Migrazione e arte Tra le attività realizzate nell’ambito del progetto Migrazione Responsabile, è risultata di particolare interesse un’iniziativa che ha coinvolto e motivato, in modo creativo e divertente, i giovani della regione di Tadla Azilal, nel centro montagnoso del Marocco. A luglio dello scorso anno é stato presentato un concorso artistico, Le Maroc ici et ailleurs, sulla percezione della migrazione da parte dei giovani della regione ed in particolare sulla percezione del rientro dei migranti residenti all’estero durante l’estate. Ogni estate, infatti, la gran parte dei marocchini originari della regione di Tadla Azilal, rientra in Marocco ostentando mode e tic tipicamente occidentali: buffo quanto strano camminare a Béni Mellal ed incappare in un perfetto accento italiano o osservare il proliferare di targhe di automobili rigorosamente italiane. La partecipazione al concorso, ovviamente gratuita ed aperta a tutti i giovani della regione, ha quindi visto il coinvolgimento diretto dei 25 animatori che hanno presentato e diffuso l’iniziativa nella regione, a partire dai comuni, associazioni, e istituzioni presenti nella regione. L’iniziativa era volta a favorire il più possibile la libertà di espressione e la creatività dei giovani della regione: dal disegno alla poesia, passando per la fotografia. I tre vincitori del concorso, visibilmente emozionati, hanno poi ricevuto un premio e presentato pubblicamente il loro lavoro in presenza dell’équipe del progetto e delle istituzioni locali. di studio sia in Marocco che in Europa. Il fatto di non conoscere le modalità di ricerca e di non avere accesso alle informazioni sulle opportunità di lavoro, infatti, rappresenta uno dei maggiori ostacoli per ottenere un lavoro in Marocco. Nel corso dei mesi, inoltre, é stato aggiornato l’interface, grazie alle competenze specifiche di un animatore e un po’ rimpolpato il fond documentaire (il supporto utilizzato dagli animatori durante il loro quotidiano lavoro nelle mediateche) con l’ausilio di testi sulla creazione di associazioni e d’impresa. Diverse sono state anche le opportunità di formazione offerte agli animatori, sia in relazione all’orientamento scolastico, soprattutto nel periodo di iscrizione scolastica per meglio orientare i giovani nelle mediateche, sia in relazione alla partecipazione ad un corso promosso dalla Camera di Commercio di Béni Mellal sulla creazione d’impresa. A marzo é inoltre stata firmata una convenzione di partenariato con l’AFVIC/CISP di Casablanca per proiettare un documentario sulla migrazione subsahariana in tutte le 25 mediateche del progetto. Inoltre si sta pubblicizzando il progetto per la realizzazione di vari prodotti audio-visivi sulla migrazione, in Marocco e in Italia, che vedranno la realizzazione in estate. Verrà inoltre pubblicato in questi giorni lo studio del sociologo marocchino Kamal Mellakh sui giovani e la percezione della migrazione nella regione di Béni Mellal, realizzato nell’ambito del progetto. Infine, a metà maggio, è stata promossa una giornata a porte aperte, une journée de l’élève créatif, a conclusione dell’anno scolastico e del percorso educativo. Giornata nella quale verranno presentate alcune pièces teatrali sul tema della migrazione a cui i ragazzi delle mediateche hanno lavorato durante tutto l’anno. Verrà realizzato un atelier di pittura sulla migrazione ed esposte le foto del progetto AFVIC/CISP sulla migrazione subsahariana. Micol Briziobello equipe Mai più da clandestino! l a n o v i t à Il giornale delle mediateche Una delle più recenti novità del Progetto é la creazione di un giornalino delle mediateche con la partecipazione e il coinvolgimento diretto dei giovani delle 25 mediateche della regione di Tadla Azilal. In realtà l’idea é nata un po’ per gioco, per motivare i ragazzi con un prodotto e un’attività innovativa all’interno delle mediateche, che favorisca la circolazione e la condivisione delle iniziative, delle competenze e delle peculiarità di ogni mediateca e dei numerosi giovani che la frequentano abitualmente. L’idea di fondo infatti é proprio quella di “mettere in rete” le esperienze. Si tratterà, infatti, di una versione on-line, ben strutturata, semplice e sintetica, forse più moderna e più accessibile per i ragazzi della regione, considerata anche la scarsità delle risorse economiche disponibili. L’obiettivo é insomma favorire la comunicazione all’interno del progetto un po’ a tutti i livelli, sia da un punto di vista istituzionale con la partecipazione di ProgettoMondo Mlal, della controparte locale, la Fondation Zakoura Education, con il contributo dei direttori delle scuole all’interno delle quali si trovano le mediateche e dei rappresentanti dell’Accademia Regionale dell’Educazione, sia attraverso testimonianze dirette di coloro che gravitano attorno alla realtà delle mediateche come animatori, parenti, insegnanti ed i ragazzi stessi che possono esprimersi con ogni forma d’arte creativa come foto, canzoni, disegni, poesie, racconti, esperienze di vita sulla realtà della mediateca e della migrazione nella regione. Micol Briziobello l' i n t e r v i s ta La testimonianza di Mohamed Sadik, già educatore del Progetto AI MIEI RAGAZZI DICO: NON ABBANDONATE IL MAROCCO B REVI Cosa ti ha insegnato l’esperienza fatta con l’equipe ProgettoMondo Mlal? É stata una grande occasione per arricchire le mie competenze con e per i giovani. Ma la cosa più importante che ho imparato è quanto sia necessario lavorare in primis sulla consapevolezza dei giovani al fine di sostenerli nell’inserimento nella società. Qual è oggi il ruolo di un educatore in Marocco? La gioventù costituisce una considerevole risorsa umana come locomotiva dello sviluppo e oggi domina anche la piramide delle età nei Paesi in via di sviluppo. Paesi come il Marocco sono considerati infatti “società giovani”, dunque più fragili socialmente nell’affrontare le crisi economiche e sociali e nel cogliere le sfide del futuro. Così l’educatore si trova ad avere una grande responsabilità nel preparare queste generazioni a livello psicologico e sociale, nella progettazione del loro futuro (orientamenti studio/impiego, informazione e sensibilizzazione sulle risorse di sviluppo personale o collettivo ecc) e nello sviluppo della responsabilizzazione della persona e della sua autonomia (informare sui diritti e doveri ecc). Tutto ciò richiede che l’educatore conosca bene il contesto di lavoro e che operi con scuola, associazioni e famiglie, sulla base di un programma concordato con psicologi ed esperti. Come descriveresti gli adolescenti con cui hai lavorato? Il comprensorio dove ho lavorato conta, tra liceo e scuola media, più di 1500 iscritti e numerose associazioni giovanili. Qui, tutti gli adolescenti che ho avvicinato avevano stessi sogni (lavoro, matrimonio, migrazione), stessi ostacoli sociali, economici e psicologici (paura del futuro incerto, scarsa fiducia in se stessi, timidezza ecc). Ma alcuni adolescenti non hanno alcuna fiducia o speranza di cambiamento, e rispetto ai ragazzi, che pensano maggiormente all’emigrazione, le ragazze sono più interessate a proseguire gli studi. Cosa ha rappresentato per te l’idea di lasciare il Marocco e venire in Italia? Non avevo mai pensato di lasciare il Marocco. Però quando se n’è presentata l’occasione mi sono detto: «Perché, dopo essermi occupato del tema dall’esterno, non sperimentarmi io stesso nelle vesti di migrante e quindi raccogliere l’opportunità di vivere questa situazione dall'”interno”?» Un’occasione che mi avrebbe permesso di acquisire più esperienza in ambiti diversi soprattutto in quelli legati al sociale e all’associativo. Come è stato il tuo approccio con l’Italia e con Torino? Per il primo mese ho avuto qualche difficoltà, soprattutto per la lingua e nell’impatto con una cultura differente. Progressivamente, però, e grazie ad alcuni amici marocchini e italiani che mi hanno accolto a Torino, non ho avuto grandi problemi. Alla luce della tua esperienza personale, cosa diresti ai giovani marocchini che aspirano a migrare? Sulla base di questa mia breve esperienza e dei miei contatti con i marocchini di Torino, posso dire che la migrazione non è una soluzione magica ai nostri problemi. E che, al contrario, è un altro genere di problema più grave. Allora bisogna potere cercare soluzioni e alternative ai problemi nel nostro Paese. Lucia Filippi comunicazione ProgettoMondo Mlal • Un ponte continuo tra Marocco e Italia. Il tema della migrazione rimane un tema “caldo” anche in Italia, tra le mete principali dei migranti marocchini. Ecco perché il progetto di cooperazione allo sviluppo prevede anche una serie di iniziative di sensibilizzazione e formazione rivolte alle nostre regioni maggiormente coinvolte dal fenomeno. A questo fine è stato da poco concluso uno studiomappatura delle associazioni realizzato nella provincia di Cuneo, e avviati i primi incontri di confronto tra enti pubblici e immigrati provenienti dalle regioni di intervento del progetto in Marocco. Parallelamente sta per concludersi un progetto di cooperazione decentrata promosso nella Regione Puglia con la nostra Organizzazione e che ha previsto più incontri di sensibilizzazione sui temi dell’immigrazione. viale Palladio 16, 37138 Verona, tel. 045 8102105, e-mail: [email protected], www.progettomondomlal.org Versamenti (intestati a ProgettoMondo Mlal): - c/c postale 12808374 - c/c bancario 4746398, Unicredit Banca (IBAN IT51K0200811723000004746398), Causale «progetto mai più da clandestino»