C.N. POSILLIPO

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Lunedì, 04 luglio 2016
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04/07/2016 La Gazzetta dello Sport Pagina 37
Stefano Arcobelli
Superman è sempre Phelps
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Buddismo e vita spericolata Riecco Ervin: sono Giochi sprint
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Pirozzi, che gioia andare a Rio: «I miracoli esistono»
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Vele d' Epoca nel golfo: Manitou e Sagittarius chiudono in trionfo
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Superman è sempre Phelps
Domina anche i 100 farfalla: il pluricampione olimpico a 31 anni punta ancora a sei ori
«Sono qui perché ho dato tanto ma non tutto. Stimolo in più: vincere davanti a mio
figlio»
C' è persino il giallo di una prova­tempo che
Michael Phelps avrebbe dovuto fare ieri
mattina nei 100 sl (che invece hanno fatto
Lochte 49"84 e Feigen 48"68 peggiore del
48"57 in finale e lo sprinter che dovrebbe
rilevare se in batteria fosse lento), ma della
staffetta veloce Usa se ne riparlerà
direttamente a Rio, o nel camp finale ad
Atlanta: tanto a guidare le operazioni c' è Bob
Bowman, che segue MP da 20 anni e gli
spiegò come avrebbe potuto diventare il
migliore: lo qualificò ai Giochi da 15enne,
sabato gli ha fatto l' ultima domanda: «Come
vorresti concludere la tua carriera ai Trials?».
Risposta: «Non certo perdendo». La settimana
di emozioni era cominciata per Michael «con la
vittoria del fratellino Chase Kalisz nei 400
misti», era proseguita col 1° pass nei 200
farfalla (6° crono mondiale: 1'54"84) e il 2°
pass nei 200 misti (2° crono mondiale:
1'55"91) vinti su Lochte, si è conclusa con il
successo dalla corsia 7 nei 100 farfalla:
«Comincio a sentirmi bene in acqua, 51" va
bene dopo una brutta virata, devo aggiustare
alcune cose e a Rio arriverò pronto». E a Rio
potrebbe finire com' era cominciata: 6 ori ad
Atene, 8 ori a Pechino, 6 medaglie a Londra. E
a Rio? Nei piani sarebbero altri 6: 3 individuali
(avversari per l' oro Hagino, Le Clos e Cseh),
3 in staffetta. «Se sono tornato, è perché ho dato tanto ma non tutto».
Poker Non ha mai perso i 100 farfalla, specialità ad esempio in cui vorrebbe superare la longevità d' oro
del suo primo idolo Pablo Morales a Barcellona (aveva 28 anni, e Michael vincerebbe a 31) e una delle
2 specialità ­ con i 200 misti ­ in cui fare il poker olimpico è impresa inedita nel nuoto. I 100 farfalla sono
quelli in cui soffriva Ian Crocker ma gli lasciò il posto nella finale 2004; i 100 farfalla li ha domati qui di
20 centesimi su Tom Shields ed una banda di avversari che, quando lo vedono in corsia, si peggiorano
come Phillips passato da 51"28 della semifinale a 51"44. Perciò vince sempre Phelps. E quest' America
del nuoto che si presenterà ai Giochi ricca di 19enni di bellissime speranze, dipende ancora dal Mito
che si era perso fuori dall' acqua ma ora è di una felicità mai provata prima «aver riunito la famiglia,
aver vinto davanti a mio figlio», dopo aver cambiato il nuoto. «Se ripenso a quanti eravamo nel 2000 e ai
14.500 spettatori di ogni sessione, posso sentirmi appagato ed invece non mi fermo». Katie Ledecky,
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che negli 800 ha vinto con un margine di 10" su Leah Smith realizzando la 3 a prestazione di sempre in
8'10"32 ma mancando ancora il record mondiale dopo un 4'02" di passaggio ed una 7 a un po' troppo
impegnativa per via dei 100 sl, lo ha ammesso: «Non so se saremmo tutti qui se non ci fosse stato
Michael». L' erede, la team­leader magari un giorno potrà essere la 19enne stile liberista alla quale gli
Usa chiedono di eguagliare la tripletta nei 200­400­800 sl che manca dal 1968 (Debbie Mayer).
Sembrava potesse diventarlo dopo Londra 2012 (4 ori e un bronzo) e i Mondiali di Barcellona 2013 (5
ori) Missy Franklin, star sostenuta da una colossale operazione di marketing, ma che perde anche nei
200 dorso da Maya Dirado (l' unica con Phelps e la Ledecky ad aver centrato 3 pass), si salva per 32
centesimi e ridimensiona le aspettative. «Per me sarà un' Olimpiade diversa rispetto a 4 anni fa, sono
cresciuta, ho perso ma sto reagendo e sono determinata a riprendermi la posizione». L' hanno lanciata
come la Lindsey Vonn delle piscine ma non può promettere più sfracelli dopo questi Trials.
Amata dal pubblico, non più liceale che conquistava le attenzioni di Justin Bieber, ma diva con migliaia
di fan sui social e un programma dedicato, il Finding Missy. Ha più speranze nei 200 dorso che nei 200
sl contro Ledecky e Pellegrini?
Pesante eredità Non poteva essere neanche l' altro 31enne Lochte (un solo pass nei 200 misti) l' erede
di Phelps, è forte ma non star il velocista Nathan Adrian: dovevano essere appunto le due teenagers a
prendere il testimone da Michael ma non hanno ancora i crismi per diventare leggenda. Un Phelps che
ora entra nella parte: «Voglio aiutare i ragazzi al debutto olimpico già nel camp: divertitevi e rilassatevi».
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Il personaggio
Buddismo e vita spericolata Riecco Ervin: sono
Giochi sprint
Lo sprint antico, uno sprint di sangue indiano.
Lo sprint del buddista Anthony Ervin, per tutti
Tony: a 35 anni si prende i Giochi individuali
dopo quelli in staffetta. Cede di un centesimo
nei 50 sl da Nathan Adrian (21"51, 3° dell'
anno) ma è come se avesse vinto lui. Sarà il
buddismo (anche se è di mamma ebrea) che
pratica e gli fa dire «per vivere basta un
bicchiere d' acqua»; sarà aver attraversato la
Road 66 in moto ad aver fatto capire tante
cose dell' America; sarà la 20enne fidanzata
del College che oggi, Indipendence day, gli
regalerà la prima figlia Abigail; sarà aver
salutato la West Coast per Charlotte, dove è
arrivato per ultimo nel gruppo dei velocisti,
andando ad allenarsi alle Bermuda insieme ai
velisti di Oracle, e li ha battuti tutti; sarà un
macchinario speciale di video analisi
australiano con cui ha messo a posto la
partenza con il tecnico Kajevic; sarà aver
vissuto con i barboni di New York, ma per
decifrare il complesso Ervin bisognerebbe
leggere la sua autobiografia andata ieri
esaurita a Omaha, «Chasing water». Vinse l'
oro nei 50 insieme a Gary Hall a Sydney 2000
(medaglia che vendette per 17.101 dollari
donati all' Unicef dopo la Tsunami), trionfò ai
Mondiali di Fukuoka, e poi sparì. Cercava una
vita estrema, più vera. Ora è tornato al
capolinea dopo un 5° posto a Londra: «La mia vita è un fuoco che arde e molte cose le devono ancora
succedere».
Divenire L' ultimo dei mohicani più che analizzare la gara, esamina il suo centro di gravità in eterno
divenire: «Il nuoto è meccanica, c' è la bracciata, la partenza che ho migliorato nei primi 15 metri, ma
per me anche una nuova vita ad ogni gara che si sovrappone, dopo una vittoria o dopo una sconfitta.
Bisogna saper gestire il momento in attesa della prossima vita». Ervin fa tutto con calma pur essendo
uno sprinter: «La velocità l' ho trovata aiutando i bambini a nuotare a New York e tra i senza tetto».
Nuota con una cuffia bianca su cui spicca il teschio, uno dei suoi tatuaggi: ha tentato il suicidio con i
tranquillanti, ha provato con gli allucinogeni, s' è rovinato una spalla per scappare con la moto dalla
polizia, s' è laureato a Berkeley in letteratura inglese e negli 8 anni senza nuotare ha avuto i dreadlocks,
ha fatto il rocker in una band chiamata Armi di distruzioni di massa. Il suo gruppo preferito sono gli
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Smashing Pumpkins con«Siamese Dream». «Dopo aver perso il nuoto, avevo la sindrome di Tourette e
la propensione a legare con i delinquenti». Tony s' è redento e si è ripreso i Giochi.
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NUOTO L' atleta sannita si racconta dopo che è arrivata l' ufficialità della sua partecipazione all'
Olimpiade
Pirozzi, che gioia andare a Rio: «I miracoli esistono»
NAPOLI. «Sai ballare la samba?». Il fidanzato
la stuzzica al telefono, per verificare la sua
reazione. Gabriele Detti vaticina la sorte di
Stefania Pirozzi tra il serio e il faceto. Valigia,
passaporto e road to Rio. «Mi è stato molto
vicino di recente. Mi ha sempre tranquillizzata,
fino a quando non è arrivata la conferma»
rivela la stella di Apollosa, prima atleta sannita
a prendere parte a due edizioni consecutive
delle Olimpiadi.
Dopo Londra 2012 ora il Brasile ad attenderla.
Ormai c' è l' ufficialità. Poi il numero uno della
Fin Paolo Barelli avvisa il presidente della
Canottieri Napoli Achille Ventura. Ulteriore
motivo di vanto e di festa nel corso della
serata di gala, in occasione dei centodue anni
di storia del Sodalizio giallorosso. «I miracoli
esistono ­ spiega la bionda nuotatrice,
medaglia d' oro a Berlino 2014 nella staffetta
4x200­ ho lavorato intensamente nel
quadriennio pre ­olimpico a testa bassa». Gli
applausi, gli abbracci, i sorrisi, le
congratulazioni al Molosiglio non si contano
davvero. Osannata, coccolata, baciata da soci
e dirigenti. Massimiliano Rosolino scatta selfie
a ripetizione sul piano vasca e in terrazza.
Alessia Pezone, Domiziana Ca vanna e
Valentina Panunzi, le splendide ragazze del
nuoto sincronizzato, posano accanto alla loro
collega delle Fiamme Oro. Polemiche
archiviate, sofferenza svanita, serenità ritrovata. Travaglio e insicurezza lasciano spazio a fie rezza ed
autostima. «Spero di ritornare a nuotare ai miei livelli».
Un pensiero sentito e un ringraziamento doveroso lo rivolge a Lello Avagnano, mentore, motivatore e
mental coach. «L' unico a ridarmi stimoli a seguito dei Campionati Europei. Non ha mai smesso di
credere in me». Di bracciata in bracciata Stefania Pirozzi allontana le pressioni e si gode meritatamente
il suo momento. «Farò un altro tatuaggio». Non anticipa il prossimo, non svela il perché.
Sul piede destro sono già ritratti i cinque cerchi dell' esperienza passata, il girasole con lo smile inoltre
le ha portato fortuna prima del Trofeo Settecolli. «Sono felice: centrare la seconda convocazione per la
competizione più ambita vuol dire dare lustro e continuità alla mia carriera». Partenza fissata il 22 luglio
in direzione Santos e da lì trasferimento al villaggio olimpico. Buon viaggio Stefania e saluti alla
portabandiera Federica.
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TERMINA LA CLASSIC WEEK
Vele d' Epoca nel golfo: Manitou e Sagittarius
chiudono in trionfo
NAPOLI. Manitou e Sagittarius sono i vincitori
di Le Vele d' Epoca a Napoli 2016, organizzata
dal Reale Yacht Club Canottieri Savoia con
Marina Militare, Associazione Italiana Vele d'
Epoca e V Zona Federvela. I primi,
statunitensi, hanno vinto tra gli Yacht d' Epoca
(anno di varo anteriore al 1950); i secondi,
francesi, tra gli Yacht Classici (1976).
Percorso netto per Manitou che si è imposta in
tutte le prove di questa tredicesima edizione,
chiudendo davanti a Marga e Ausonia.
Sagittarius ha vinto al termine di un duello
appassionante contro Naif, vincendo 3 prove
su 4.
L' equipaggio italiano dell' armatore Ivan
Gardini ha così dovuto accontentarsi del
secondo posto, seguito da Bufeo Blanco, l'
imbarcazione del socio del Savoia Giuseppe
Marino.
La rassegna velica ha assegnato anche il
Trofeo Lattarulo al primo classificato in tempo
reale nella regata costiera del primo luglio: l'
ha vinto Sagittarius.
«Ce l' abbiamo fatta. ­ dichiara soddisfatto
Thierry Laffitte di Sagittarius ­. La nostra barca
è stata favorita dal vento del golfo di Napoli,
dal percorso e dalle condizioni meteo in
generale».
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