cn posillipo - Circolo Nautico Posillipo

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C.N. POSILLIPO
Giovedì, 13 agosto 2015
C.N. POSILLIPO
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C.N. POSILLIPO
13/08/2015 Corriere dello Sport (ed. Campania) Pagina 24
Paolo de Laurentiis
GIUNTA «QUANTE LITI CON FEDERICA!»
13/08/2015 La Gazzetta dello Sport Pagina 29
STEFANO ARCOBELLI
Paltrinieri è insaziabile Anche Salnikov lo incorona
13/08/2015 TuttoSport Pagina 18
ENRICO CAPELLO
Greg si conferma, ma è Diletta a brillare
13/08/2015 TuttoSport Pagina 20
e.m.
Mercato, Posillipo prende Buslje
13/08/2015 Il Roma Pagina 11
Quella virata tutta napoletana scippata dai nuovi campioni stranieri
13/08/2015 Il Roma Pagina 33
Posillipo, il primo colpo di mercato: arriva il difensore croato Buslje
FRANCESCO SCHILLIRÒ
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Corriere dello Sport (ed.
Campania)
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GIUNTA «QUANTE LITI CON FEDERICA!»
Il tecnico della Pellegrini e di Magnini: «Ma i confronti anche duri ci hanno permesso di
migliorare insieme»
Due argenti e un bronzo. Matteo Giunta brinda
al Mondiale con tre medaglie. Allena la coppia
Pellegrini­Magnini che è stata una delle
certezze di Kazan: i due capitani hanno
trascinato le staffette (argento Federica con la
4x200, bronzo Filippo con la 4x100 stile libero)
e la Divina ci ha messo anche il secondo posto
nei 200 stile libero. Erano in forma, preparati al
punto giusto sia fisicamente che mentalmente.
«Mi sono emozionato, tre medaglie una dietro
l' altra...». Non è stato facile arrivare tirati a
lucido a Kazan: «E' vero, in passato abbiamo
litigato ma non è lei che decide cosa fare». E
ci sono stati momenti davvero difficili: «A
dicembre dopo l' infortunio alla schiena ce la
siamo vista brutta».
Il futuro è oggi.
«Stiamo già ragionando sulla prossima
stagione: di sicuro andremo di nuovo due volte
in altura, l' obiettivo è solo Rio 2016. Con tutto
il rispetto, per me gli Europei del maggio
prossimo sono una tappa di passaggio».
Due atleti come Federica e Filippo
possono ancora migliorare?
«Sì, in questi giorni ho visto delle cose sulle
quali possiamo lavorare. La parte più intensa
della stagione sarà comunque da gennaio in
poi. Ho visto che non ci vuole un anno pieno di
lavoro per preparare una gara, almeno con loro».
Un allenatore giovane, 33 anni, con i due atleti più esperti della Nazionale. Un rapporto consolidato
anche dai risultati. Magnini, dopo il bronzo della staffetta, ha detto di aver avuto perplessità sul lavoro in
altura fatto a giugno, ammettendo poi che a volte bisogna solo ascoltare l' allenatore e fidarsi.
«Nuotano da tantissimi anni, a volte non si sentono a loro agio perché si trovano di fronte a cose nuove.
"Non l' ho mai fatto" è la risposta che sento più spesso. Perdono riferimenti che in passato hanno
portato risultati, si rischia qualcosa in più e poi si vede cosa succede».
Il punto della situazione quando l' avete fatto?
«Ad aprile, dopo i campionati Primaverili di Riccione.
Ci siamo seduti uno di fronte all' altro. Sono stato abbastanza chiaro con loro: c' era da lavorare molto e
gliel' ho detto. "Volete provare a fare qualcosa di diverso oppure restiamo negli schemi e ci
accontentiamo?". La mia era una provocazione, li conosco abbastanza bene per sapere che avrebbero
accettato però volevo vederli convinti. Il percorso poi resta difficile, Filippo ha 33 anni, modulare i carichi
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e vedere come reagisce non è per niente facile. Stessa cosa per Federica, il problema alla schiena che
ha avuto a dicembre rischiava di compromettere la stagione».
Il gruppo resterà lo stesso?
Sia Federica che Filippo hanno parlato di un allargamento, ferma restando la presenza di Maglia.
«Vediamo, il problema è che nell' anno olimpico seguire troppi atleti diventa complicato e non voglio
trascurare nessuno. Se dovessimo partire per un collegiale di un mese, come farei ad allenare quelli
che restano a casa? Ne parleremo».
Federica è andata velocissima a novembre e a luglio, sempre un mese prima dell' appuntamento più
importante della stagione.
«Il vangelo della preparazione non ce l' ha nessuno. Quelli che dicono "so io come fare, ci penso io" non
esistono. E' vero, è successo ma per motivi diversissimi tra loro: a Doha, con le rivali che vanno
fortissimo in vasca corta, non ci aspettavamo niente di eccezionale, in più c' è stato il problema alla
schiena. Qui ha tenuto botta per tre turni, più la staffetta» E' il Mondiale della rivincita?
«Per gli allenatori la regola è sempre la stessa, in tutti gli sport: quando vinci va tutto bene, quando le
cose vanno male tutti dicono che bisogna cambiare. Inutile perdere la pazienza: dovrei innervosirmi per
correre dietro a giudizi di persone che neanche mi conoscono? Sono felice per i risultati dei ragazzi e
ovviamente anche per me» Però...
«Le domande non se le fanno solo gli altri. Ce le facciamo tutti. Quando arrivi a un certo punto della
stagione i dubbi ci sono, poi c' è chi mente a se stesso e chi affronta i problemi con l' obiettivo di
risolverli».
Parola d' ordine serenità.
«Un passo alla volta, anche nell' anno Olimpico, senza l' ansia di dover cercare conferme a dicembre o
aprile. In questo momento c' è una grande intesa tra noi».
Com' è il rapporto con gli altri tecnici?
«Ognuno ha la sua storia e le sue teorie. Il confronto è sempre utile ma il collage non funziona, conta
solo basarsi su quello che hai sotto gli occhi.
Lo stesso tipo di lavoro su atleti diversi può avere effetti opposti».
Lucas ha ammesso di aver sbagliato sui 200 di Federica?
«Mi ha fatto i complimenti e lui è una persona molto sincera. Era contento, anche se lui avrebbe fatto un
altro percorso tecnico. Non sono molti gli allenatori che reagiscono così con il loro ex atleta: in genere,
dopo un successo, si prendono una parte del merito; dopo una sconfitta dicono che con lui sarebbe
stato diverso. Lucas non è così e credo sia stato molto contento dell' argento di Federica» Mai visti i
quaderni di Castagnetti?
«No, non ho voluto per non farmi condizionare. Ora che ho fatto il mio percorso potrei cambiare idea.
Federica mi ha detto di averli conservati e che avrei potuto vederli se avessi voluto. Ma non l' ho ancora
fatto».
Quindi non decide tutto Federica...
«Non scherziamo. Se l' atleta prende in mano la situazione, è finita» E come si fa a gestire un' atleta del
genere?
«Con il confronto, anche duro».
Avete litigato?
«Sì, è successo. Abbiamo avuto più di uno scontro. Perdo la pazienza quando vedo che ci sono
determinati atteggiamenti per un certo periodo di tempo. Ma il confronto, la litigata, hanno solo lo scopo
di migliorare insieme. Poi lei mi dà le sue motivazioni e io ascolto. Non parliamo di atleti giovani, sono
adulti, esperti.
Non può essere un banale rapporto allenatore ­atleta, serve il confronto. Non puoi imporre le tue idee e
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basta, devi spiegarle e fare in modo che capiscano altrimenti non ti seguono».
C' è stato un momento in cui ve la siete vista brutta?
«Ero molto preoccupato a dicembre per la schiena, una crisi di quel tipo non l' aveva mai avuta».
Il futuro di Giunta come sarà?
«Non ci penso, la mia testa è tutta sui miei atleti almeno fino al 2016».
E quello di Federica?
«Vedremo a settembre 2016 cosa deciderà di fare ma siamo già troppo in là, inutile andare così
lontano».
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Paltrinieri è insaziabile Anche Salnikov lo incorona
Gregorio vince a Mosca uno strano 1500 sl con tre soli avversari La Locomotiva di
Leningrado: «Farà il vuoto come ai miei tempi»
STEFANO ARCOBELLI Inviato a mosca La
prima volta da campione del mondo non è un
battesimo di fuoco: però conta lo stesso.
Quattro giorni dopo, Gregorio Paltrinieri cerca
e trova risorse e motivazioni a sufficienza per
scendere in acqua e regalarsi altri 1500 metri
da dominatore, nel nuovo format di Coppa del
Mondo in vasca lunga. E' ancora in un' altra
atmosfera strana, curiosamente, che Greg si
tuffa: stavolta sono solo 4 i partecipanti della
prima serie, e soltanto uno ­ il ventenne
francese Joris Boucahut ­ prova a resistere, si
mette in scia dell' azzurro sino ai 500.
monologo Se Greg è sicuro di dover recitare
un monologo (3'57"22, 7'56"96, 11'56"89 e due
vasche finali da 29"80 e 29"02), non lo è
altrettanto per il tempo: tocca in 14'55"06, l'
undicesima occasione personale su 17
opportunità sotto i 15', il segno cioè del valore,
dello spessore cronometrico: «Il canadese
Cochrane ha preso il bronzo in 14'51" a Kazan,
direi non male per me: anzi sono più che
soddisfatto, è da venti giorni che scarico e
tenere la condizione a questi livelli non era
facile, figuriamoci la concentrazione mentale.
Ma volevo nuotare una bella gara, inaugurare
la mia vita da campione del mondo in acqua, e
ne manca un' altra a ferragosto: sì, certo con
soli tre avversari è stato tutto surreale, un po'
come quando mancava Sun Yang in corsia 3 ai Mondiali. Ma serve tutto, anche quando le motivazioni
sono scarse, io voglio dare il meglio di me. L' ho detto anche all' allenatore Morini che nella prossima
stagione vorrei fare più gare per abituarmi a tutte le condizioni, a qualsiasi avversario per evitare
sorprese ai Giochi di Rio; vorrei valutare tutte le casistiche di gara. E poi, credetemi: non è facile ogni
volta che uno si tuffa nuotare sotto i 15 minuti e con avversari quasi da doppiare sui 16 minuti: nei primi
500 metri col francese vicino non potevo immaginare quanto fosse il ritmo, perciò non mi sono voluto
deconcentrare, non ho fatto, come si dice,il bagno.
Ma è stata una gara regolare e mi son piaciuto, non ho strappato». E ha incassato un assegno di 1500
dollari per la vittoria.
Premiazione Gregorio non si aspettava che a premiarlo sul podio ci fosse proprio Vladimir Salnikov, il
primo uomo al mondo a scendere sotto i 15 minuti in una piscina nei dintorni poi distrutta e vincere l' oro
olimpico 35 anni fa. «Mi ha fatto piacere e mi ha fatto i complimenti per l' oro. Il mio obiettivo in ogni
gara è nuotare sotto i 15 minuti anche quando non li ho preparati. Se lui era la Locomotiva di
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Leningrado, io vorrei essere semplicemente di Carpi...». E l' olimpionico che ora fa il presidente della
federazione russa, non lesina belle parole per l' ultimo suo erede: «Gregorio è un ragazzo simpatico,
aperto, nuota davvero bene e secondo me andrà sempre più forte. Per uno come me sapere che il
primo al mondo nei 1500 è un europeo è la soddisfazione più grande.
Siamo noi i migliori, non gli americani e gli australiani: l' italiano farà come ai miei tempi: creerà il vuoto,
ha già oscurato un altro grande russo come Prilukov». Oggi a Chartres, Gregorio incontrerà Grant
Hackett, che parteciperà alla seconda tappa di Coppa del Mondo: un' occasione in più per confrontarsi
con il leggendario australiano rientrato quest' anno alle gare a 35 anni ma solo sulle distanze più brevi
come i 200.
Campagna di Russia Paltrinieri lascia la Russia con un oro, un argento e 2 record europei; di più non
avrebbe potuto chiedere per questa campagna mondiale se non ­ suo malgrado ­ un crono migliore del
14'39"67 maturato in circostanze davvero particolari: senza cioè il detentore uscente assente sul blocco.
Greg si prepara ad affrontare una nuova condizione: quella di imbattuto che non lascia scampo, e niente
al caso. Neanche una vittoria di Coppa del Mondo.
Insaziabile.
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NUOTO
Greg si conferma, ma è Diletta a brillare
Poco più di un allenamento. Gregorio
Paltrinieri domina i suoi 1.500 sl nella tappa di
Coppa del Mondo di Mosca facendo
praticamente gara contro se stesso.
Trascinato dagli applausi del pubblico russo
che lo ha eletto a suo beniamino (quasi uno
"zar" d' importazione vista l' accoglienza
ricevuta all' ombra del Cremlino), il
neocampione iridato di Kazan ha chiuso la sua
prestazione con un assolo in solitaria e il
tempo di 14'55"06 che ha regalato all' Italia la
quinta medaglia della due giorni moscovita.
Un crono molto lontano dal record europeo
fissato domenica scorsa a suggello dell' oro
mondiale si aspettava, in una gara di Coppa
senza avversari di rilievo nella altre corsie, il
"grande tempo" magari a migliorare quello
europeo e ad avvicinare quello mondiale.
Difficile, però, chiedere di più o fare appunti a
"Greg" che ha comunque dato il massimo pur
a corto di motivazioni ­ vista la modesta platea
di concorrenti ­ e la stanchezza fisica e
psicologica dopo aver regalato all' Italia vittorie
e medaglie strepitose. Non è detto peraltro
che l' appuntamento con il cronometro non sia
solo rinviato di qualche giorno, in zona
Ferragosto, visto che il fuoriclasse carpigiano
sarà impegnato anche nella tappa francese di
Coppa del Mondo in Francia a Chartres (15­16
agosto). Per la cronaca, Paltrinieri ha preceduto il francese Bouchaut, unico degli altri tre iscritti al di
sotto dei 15'10, in 15'09"21.
Altra nota lieta di giornata in chiave azzurra è arrivata da Diletta Carli. La toscana, nieri e del redivivo
Gabriele Detti, si è piazzata al secondo posto nei 400 sl in 4'08"12. Si tratta del quinto tempo mai
nuotato dall' azzurra, autrice di 4'05"49 al trofeo Settecolli di Roma, di 4'06"78 ai campionati assoluti
primaverili di Riccione e di 4'07"15 nelle eliminatorie e 4'07"30 per il settimo posto nella finale iridata di
Kazan. La 19enne viareggina è preceduta solo dalla cinese Shao Yiwen, prima in 4'07"30 e dalla
immarcescibile ungherese Katinka Hosszu, terza in 4'08"28.
Sesta Chiara Masini Luccetti in 4'13"13; ottava Martina Rita Caramignoli in 4'16"73.
In crisi, invece, Fabio Scozzoli, tredicesimo nella batterie ed eliminato nei 100 rana in 1'02"00. Per lui un
futuro tutto da ripensare. Tra gli altri risultati di giornata si conferma vincente nei 50 dorso (24"67) il
francese Camille Lacourt, dal 2013 campione del mondo della specialità: la sua battaglia più grande l'
aveva vinta però poco meno di un anno fa sconfiggendo il tumore.
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Pallanuoto
Mercato, Posillipo prende Buslje
Grosso colpo di mercato del Posillipo, che ha
acquistato dallo Jug Dubrovnik il difensore
della nazionale croata Andro Buslje che
sostituisce Zeno Bartoli, passato al Brescia.
e.m.
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NUOTO
Quella virata tutta napoletana scippata dai nuovi
campioni stranieri
NAPOLI. I XVI Campionati mondiali di nuoto di
Kazan (Russia) hanno fatto notare la tecnica di
virata del nuotatore Locke ispirata al salto
Fosbury. Se ben ricordiamo circa tre anni fa il
napoletano Salvatore Bavaro, ex campione
italiano di nuoto, nella sua piscina, aveva
iniziato a mettere a punto la virata che porta il
suo nome, e che si ispirava al salto Fosbury.
Certamente in questi anni Bava ro, con la
collaborazione di numerose autorità
scientifiche ha pubblicizzato con tutti gli organi
possibili la sua virata e come lui stesso
afferma ha cercato di dare ampia diffusione all'
estero. La considerazione che dobbiamo fare,
da napoletani, è: perché non dobbiamo
credere nelle nostre possibilità e dobbiamo
invece dare lustro ad altri, spinti dallo spirito
esterofilo e dalla non fiducia nelle nostre
capacità,forse ci rifacciamo al detto latino
"nemo profeta in Patria"?. Questa situazione,
mi fa rammentare un profondo articolo di
Claudio Colombo, edito sul Corriere della Sera
del 2008, dove giustamente, con una attenta
analisi, l' autore ha messo in discussione la
paternità del "salto del gambero" facendo
notare che il primo ad effettuarlo era stato uno
studente del Montana,.
Bruce Quande nel 1963, ben cinque anni
prima di Fosbury. Corsi e ricorsi della storia?
Certo nel caso attuale, non ci troviamo davanti
solo ad una intuizione innovativa di uno studente, ma ad un continuo perfezionamento da parte di un ex
campione e tecnico (Bavaro) che, nell' analizzare la virata di Locke, ha affermato che lo stesso
nuotatore,esegue solo la "fase aerea" della virata (cioè la rotazione Fosbury) ma non la porta a
compimento, non sfruttando appieno l' avvitamento elicoidale che ne consegue. Ciò, a detta di Bava ro,
riduce la giusta compressione alla spinta, che è il principio cardine della sua virata basata sulle teorie di
Boschi ed Angelo Mosso, concludendo che nonostante ciò, Locke dava più di un metro ad ogni virata ad
avversari di altissimo livello. Auspichiamo, per nazionalismo, che possa sul campo, con i nostri colori,
essere validata, se ritenuta utile dagli esperti, la virata Bavaro, e che, non sia un seme che possa
crescere in giardini non nostri.
FRANCESCO SCHILLIRÒ
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PALLANUOTO Sostituirà Bertoli volato al Brescia
Posillipo, il primo colpo di mercato: arriva il difensore
croato Buslje
NAPOLI. Il croato Andro Buslje sbarca al
Posillipo: il circolo napoletano ha acquistato il
difensore dallo Jug Dubrovnik.
La notizia è ufficiale da ieri e ha fatto subito il
giro delle testate.
È il primo colpo di mercato per i rossoverdi:
Buslje vanta 9 titoli nazionali e la Champions
League del 2006, oltre ad aver conquistato con
la Croazia l' oro ai Mondiali di Melbourne
(2007), agli Europei di Zagabria (2010) e alle
Olimpiadi di Londra (2012).
Si tratta di una pedina importante per
completare la difesa del Posillipo. È l' ingaggio
che il circolo stava inseguendo dopo la
partenza di Zeno Bertoli che ha chiuso di
recente l' ac cordo con il Brescia.
Non si è fatto attendere il commento del
giocatore che ha rivelato anche i dettagli
definitivi della trattatica: «Sono orgoglioso dei
miei 13 anni allo Jug, ma per me era tempo di
voltare pagina. Con il Posillipo ho firmato un
contratto annuale», queste le parole del croato
prima di lasciare il Dubrovnik.
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