cn posillipo - Circolo Nautico Posillipo

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cn posillipo - Circolo Nautico Posillipo
C.N. POSILLIPO
Venerdì, 12 agosto 2016
C.N. POSILLIPO
Venerdì, 12 agosto 2016
C.N. POSILLIPO
12/08/2016 Corriere del Mezzogiorno Pagina 11
DONATO MARTUCCI
Quartieri spagnoli come Rio Esplode la festa per il bronzo del «due...
12/08/2016 Il Mattino Pagina 18
FRANCESCO DE LUCA
Abagnale­Di Costanzo, il bronzo della coppia nata (quasi) per caso
12/08/2016 Il Mattino Pagina 18
GIANLUCA AGATA
L' abbraccio dei Quartieri Spagnoli all' eroe Marco
12/08/2016 Il Mattino Pagina 19
FRANCESCO DE LUCA
L' Italboxe nei guantoni della Testa la prima azzurra sul ring olimpico
12/08/2016 Il Messaggero Pagina 25
FRANCESCO DE LUCA
L' ACQUA È COLOR BRONZO
12/08/2016 Il Messaggero Pagina 29
GIANLUCA CORDELLA
«LA MIA VITA A MUSO DURO»
12/08/2016 Il Messaggero Pagina 45
12/08/2016 Il Roma Pagina 24
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Di Costanzo­Abagnale, impresa di bronzo
12/08/2016 Il Roma Pagina 25
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Vicino e Castaldo puntano a una medaglia Torna il Settebello, c' è...
RICCARDO CRIVELLI, VALERIO PICCIONI
Un bronzo in 20 giorni Abagnale­Di Costanzo Il podio impossibile della...
STEFANO ARCOBELLI
Un grido di battaglia Il Setterosa vince ancora Che gioia
STEFANO ARCOBELLI
Paltrinieri c' è «Consapevole della mia forza Sun Yang, a...
12/08/2016 La Gazzetta dello Sport Pagina 21
12/08/2016 TuttoSport Pagina 26
«Dipende tutto da Paltrinieri»
12/08/2016 TuttoSport Pagina 26
Setterosa show: battuti i muscoli dell' Australia
12/08/2016 TuttoSport Pagina 28
Andare oltre Schwazer La rivoluzione parte da Rio
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l' abagnale con una B e le statuine del presepio
Napoli sul podio delle Olimpiadi è festa ai Quartieri
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La Padula sfiora il podio nei pesi leggeri Il 4 senza centra la finale,...
12/08/2016 La Repubblica (ed. Napoli) Pagina 17
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Il Setterosa concede il bis: battuta l' Australia
12/08/2016 La Gazzetta dello Sport Pagina 15
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Dotto in semifinale nei 50 stile libero bene anche Codia
12/08/2016 La Gazzetta dello Sport Pagina 9
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Bolsena, en plein di regate e di versi ispirati alle onde
12/08/2016 La Gazzetta dello Sport Pagina 6
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Setterosa a tutta forza battuta l' Australia 8­7
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MARCO CAIAZZO
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Corriere del
Mezzogiorno
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Quartieri spagnoli come Rio Esplode la festa per il
bronzo del «due senza» napoletano
Il papà di Di Costanzo: lo sapevamo già, è testardo nei suoi obiettivi
NAPOLI La prima medaglia campana alle
Olimpiadi di Rio è un bronzo tutto napoletano
nel canottaggio, nel due senza senior. Una
medaglia storica: l' Italia non ci riusciva da
Londra 1948. L' hanno conquistata Marco Di
Costanzo, 24 anni dei Quartieri Spagnoli e
Giovanni Abagnale, 21 anni, di Sant' Antonio
Abate cresciuto nel mito dei "fratelloni", nella
scuola del remo del Circolo Nautico di
Castellammare di Stabia.
«Essere subito protagonisti all' esordio
olimpico ­ ha detto Di Costanzo, forgiato al
Circolo Canottieri, ma ora alle Fiamme Oro ­ è
una cosa incredibile. La nostra era una barca
giovane, ma ci siamo comportati da veterani,
da veri campioni.
In questi giorni migliaia di amici dei Quartieri
mi hanno scritto e questo mi ha dato una forza
enorme. Una medaglia per la nostra terra».
Giovanni Abagnale, ora alla Marina Militare,
non sta nella pelle: «Abbiamo dato tutto in
acqua, siamo felici. Non mi dispiace quando
mi chiedono sempre se sono un Abbagnale
perché io rispondo che sono loro amico, ma
sono con una B sola.
Una cosa che mi fa sorridere».
Giovanni ha praticato prima il nuoto, in seguito
quattro anni e mezzo di basket (è alto 198
cm), poi il canottaggio con il suo maestro di
educazione fisica, Antonio La Padula, ora caposettore dei pesi leggeri in federazione. Lui lo convinse a
remare nel 2009 da allora tanti successi giovanili: ora uno storico bronzo olimpico. Di Costanzo, invece,
era a bordo del 4 senza campione del mondo ad Aiguebelette, in Francia, nel 2015. Ha iniziato a vogare
grazie al fratello Fabio, anche egli canottiere. Il capolavoro l' ha compiuto però il direttore tecnico
Giuseppe La Mura che ha fatto scendere Marco dal 4 senza e creato questa barca a metà luglio, dopo
la squalifica di Nicolò Mornati (doping) e la sostituzione di Vittorio Capelli finito nell' otto. Il guru del
remo italiano, ritornato in carica nel 2012, voluto fortemente dal sodalizio olimpionico napoletano, il
presidente federale Giuseppe Abbagnale e il vice Davide Tizzano, ha conquistato così la sua 77esima
medaglia (28 ori, 21 argenti, 28 bronzi) tra Giochi Olimpici, competizioni mondiali e continentali. E'
grande festa ai Quartieri Spagnoli. In questi giorni sono stati esposti striscioni e bandiere in onore dell'
atleta delle Fiamme Oro Di Costanzo. Ieri la gioia nei vicoli è esplosa intorno alle 15.50,
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Corriere del
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immediatamente dopo il traguardo. Il padre Rosario ha ancora la voce rotta dall' emozione: «Quando ha
cambiato barca ­ ha detto ­ eravamo dubbiosi. Non è una medaglia di bronzo: è una medaglia di
diamanti. Non ho dormito la notte e noi abbiamo sempre creduto in lui. Tutti gli amici e noi familiari
abbiamo addobbato il vicolo dei Quartieri spagnoli, già prima che arrivasse in finale. Conoscevamo le
sue potenzialità eravamo convinti: sin da piccolo è stato sempre testardo ed è riuscito a raggiungere un
traguardo storico». Il sindaco Luigi de Magistris ha espresso "grande soddisfazione" per il prestigioso
risultato ottenuto con il bronzo nel due senza a Rio. «Straordinario, grande medaglia», ha commentato il
primo cittadino. E il ministro della Difesa, Pinotti, ha twittato: «Abagnale/Di Costanzo, una medaglia per
l' Italia e per Napoli, città dal grande cuore come il loro #rio2016». Grande festa anche a Sant' Antonio
Abate, paese d' origine di Abagnale. A Piazza Don Mose Mascolo è stato omaggiato ieri il bronzo
olimpico, in una serata intitolata «Sognando Rio». Prima la proiezione della vita sportiva del campione,
poi chiusura con la visione della finale di Giovannone, come lo chiamano gli amici per la sua statura, tra
i boati e gli applausi dei suoi concittadini. E oggi la Campania (ore 16.24 italiane) sogna con il quattro
senza, con a bordo i napoletani Matteo Castaldo e Giuseppe Vicino.
DONATO MARTUCCI
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Il successo Nel due senza arriva la prima medaglia della spedizione azzurra
Abagnale­Di Costanzo, il bronzo della coppia nata
(quasi) per caso
I due napoletani: «Tutto si può con la forza e con la fame»
Francesco De Luca INVIATO RIO DE
JANEIRO. Guardano quasi intimiditi Eric
Murray e Hamish Bond, i neozelandesi che si
sono confermati campioni olimpici nel 2 senza.
«Prima vedevamo le loro gare su Youtube,
adesso siamo seduti al loro fianco».
Orgogliosi, con il bronzo al collo. Marco Di
Costanzo, napoletano di via Nardones, e
Giovanni Abagnale ­ quello con una «b» per
distinguersi dalla prestigiosa dinastia del
canottaggio mondiale ­ da Sant' Antonio
Abate, sono il ritratto della felicità. Il podio di
Rio ha un significato particolare perché questo
equipaggio è stato creato tre settimane prima
dell' inizio dei Giochi. Di Costanzo era sul 4
senza, Abagnale sull' 8. Hanno obbedito agli
ordini di scuderia ed ecco perché la medaglia
li esalta ancor di più. «Ci davano per spacciati
e invece abbiamo dimostrato che tutto si può
con la forza e la fame».
Anche sorpassare l' equipaggio della Gran
Bretagna e salire sul podio, il primo per l'
Italremo. Nelle altre due finali, quelle del 4
senza pesi leggeri e del doppio senior,
equipaggi azzurri a un passo dal podio: quarti.
Aspettando oggi il 4 senza di Domenico
Montrone, Matteo Lodo e dei napoletani Matteo
Castaldo e Giuseppe Vicino.
«C' ero anche io su quella barca quando
abbiamo vinto il Mondiale nello scorso settembre», racconta il 24enne Di Costanzo. Vi è sceso dopo la
squalifica di Niccolò Mornati per doping e la conseguente esclusione del suo compagno Valerio Capelli.
«Un pezzo di questa medaglia è loro. Sulla vicenda Mornati non ho molto da dire: quando è avvenuta,
ero impegnato negli allenamenti». Un mese fa il cambio di imbarcazione deciso dalla federazione. «Ero
deluso, però non ho mai pensato di rinunciare alla mia prima Olimpiade. È stata l' occasione per
riscattarmi e togliermi i paccheri dalla faccia. E adesso faccio il tifo per i compagni del 4 senza, in
particolare per Castaldo, in attesa di un figlio».
Hanno fatto festa ai Quartieri Spagnoli per la medaglia di Di Costanzo. «Prima che partissi per Rio
hanno affisso manifesti e issato striscioni in via Nardones, ho sentito vicina tutta la mia gente.
Gente perbene, che non merita etichette date con approssimazione. Gente a cui dedico questa
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medaglia, esempio della forza e dei valori dei Quartieri Spagnoli. Grazie a loro, al tecnico Molea e alle
Fiamme Oro per il supporto nei momenti difficili». Tanti i messaggi girati da papà Rosario e mamma
Felicia. «Contento per quello del sindaco De Magistris e aggiungo che Napoli dovrebbe investire di più
nello sport: i talenti ci sono, ma non riescono ad emergere per mancanza di strutture». La passione del
canottaggio trasmessa dal fratello Fabio, che oggi fa l' allenatore alla Canottieri. «Era più forte di me, lo
hanno frenato problemi alla schiena». Il bronzo celebrato ieri con campioni del passato: Giuseppe
Abbagnale, Davide Tizzano e Raffaele Leonardo. E al Lagoa Stadium c' era anche il signore della
canoa, Antonio Rossi. «Il 2 senza è una barca senza se e senza ma. Io e Giovanni ci siamo intesi subito
e abbiamo fatto capire che non eravamo venuti qui per partecipare. Proprio noi non potevamo restare
fuori dal podio. Forza e fame, così ci siamo scatenati».
Abagnale, 21 anni, ora ha al collo una medaglia olimpica come gli Abbagnale, quelli con la doppia «b».
Sorride: «Ma non è un problema, i fratelli sono stati il mio mito e sono stato compagno di Vincenzo. E
poi vengo dallo stesso circolo». Lo Stabia, dove lo portò Antonio La Padula, tecnico di canottaggio e
docente nella scuola di Giovanni. Alto 197 centimetri, si era dato al basket. «Poi ho scoperto il
canottaggio ed è scoppiata una grande passione. Questo sport è sacrificio, ma soprattutto
divertimento». Il colpo del cambio di equipaggio assorbito in fretta. «Ho fatto l' 8, il 4 senza, il 2 senza,
questa è la più tecnica delle barche. Ringrazio i compagni dell' 8, perché anche grazie a loro sono
arrivato qui». A Sant' Antonio Abate hanno fatto festa.
«Non vedo l' ora di abbracciare la mia famiglia e i miei amici. E di sventolare con loro il tricolore. Ha
fatto bene Elisa Di Francisca a mostrare la bandiera dell' Unione Europea, però prima di tutto viene la
nostra».
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FRANCESCO DE LUCA
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Setterosa a tutta forza battuta l' Australia 8­7
Il Setterosa si conferma come un anno fa
contro l' Australia: a Kazan per il bronzo
mondiale esultò dopo i rigori, ai Giochi si
libera definitivamente della sua oppressiva
forza fisica nel finale con un gol della sua
bomber Roberta Bianconi, a secco per tutta la
partita. Finisce 8­7 al termine di quattro quarti
davvero entusiasmanti e sempre sul filo dell'
equilibrio.
Così le azzurre liberano la gioia, ed è anche
più bello nel finale, godono di più, per lanciarsi
verso il primo posto in classifica nel girone che
dovrà determinare le posizioni della seconda
fase ad eliminazione diretta.
Partita molto intensa, bella e appassionante.
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La festa Striscioni e bandiere nei vicoli: tutte le tv accese e il tifo a mille per la prova dei due
azzurri a Rio
L' abbraccio dei Quartieri Spagnoli all' eroe Marco
Gianluca Agata Quartieri spagnoli come i bar
di Sant' Antonio Abate. Televisori accesi e tifo
calcistico.
Striscioni nei vicoli e bandiere sui balconi.
Non vola una mosca per Marco Di Costanzo e
Giovanni Abagnale. Prima il silenzio. Poi l'
incitamento. Alla fine i fuochi d' artificio.
Ed ora l' attesa che l' aereo riporti a casa gli
eroi di Rio de Janeiro. In mezzo le tante
congratulazioni, gli abbracci virtuali, i
messaggi di felicitazioni che si rincorrono sui
social.
«Abagnale/Di Costanzo, una medaglia per l'
Italia e per Napoli, città dal grande cuore,
come il loro» ha scritto in un tweet il ministro
della Difesa Roberta Pinotti complimentandosi
con gli atleti della Marina Militare e delle
Fiamme Oro. E se il ministro della difesa
stringe la mano al suo Abagnale, il capo della
Polizia non è da meno con Di Costanzo. «La
medaglia di bronzo vinta alle Olimpiadi di Rio
2016 dal nostro atleta delle Fiamme Oro
Marco Di Costanzo, e dal suo compagno
Giovanni Abagnale, ha un' importanza storica»
le felicitazioni di Franco Gabrielli che si è
complimentato con l' equipaggio del 2 senza
che dopo 68 anni ha riportato l' Italia sul podio
in questa specialità. Una medaglia importante,
ha aggiunto Gabrielli, «anche per la tenacia
con cui è stata vinta».
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha espresso «grande soddisfazione per il prestigioso risultato
ottenuto con il bronzo nel due senza di canottaggio a Rio da Marco Di Costanzo, napoletano dei
Quartieri Spagnoli e da Giovanni Abagnale di Castellammare di Stabia». «Straordinari, grande
medaglia» il commento del primo cittadino. A vedere la gara dei due ragazzi napoletani anche il
presidente del Coni, Giovanni Malagò: «C' è grande soddisfazione» per il bronzo conquistato dal due
senza, ma «amarezza» per i due quarti posti conquistati dagli altri equipaggi italiani in gara nelle finali
di canottaggio. Sono questi i sentimenti di Malagò. «Ci sono sfuggite altre due medaglie ­ ha aggiunto ­
adesso speriamo nel quattro senza senior». Festa grande ieri sera a Sant' Antonio Abate.
Una serata già precedentemente organizzata dall' associazione Enigma e dal Comune per salutare
Giovanni Abagnale è diventata celebrativa. Sognando Rio con la proiezione dei suoi successi, della
gara olimpica ed un collegamento Skype con il Brasile. Poi spettacolo cabarettistico e attesa per il
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ritorno del campione che sarà omaggiato con una targa in Municipio.
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Il personaggio La pugile di Torre Annunziata combatte oggi nella categoria 60 kg
L' Italboxe nei guantoni della Testa la prima azzurra
sul ring olimpico
Irma ha iniziato a 11 anni per seguire la sorella maggiore Lucia
Francesco De Luca INVIATO RIO DE
JANEIRO. Una città in attesa, pronta per la
festa. Torre Annunziata in piazza stasera per il
debutto olimpico di Irma Testa, la ragazza
partita dalla Provolera, il quartiere dove
dominava il clan Gionta, e arrivata a 18 anni ai
match più importanti nella carriera di un' atleta.
Lei è stata la prima italiana a qualificarsi per le
Olimpiadi della boxe, anche l' ultima campana
che può vincere una medaglia a Rio negli
sport individuali perché è già finito il viaggio di
Russo, Mangiacapre, Manfredonia,
Tommasone, Occhiuzzi, Pirozzi e Giordano.
Maxi­schermo in via Marconi, all' altezza del
lido Renanera Beach. In prima fila il maestro di
Irma la Farfalla, Lucio Zurlo, 79 anni, dei quali
54 spesi nella palestra della Boxe Vesuviana a
insegnare quest' arte, peraltro molto bene,
visto che ai Giochi erano già andati tre suoi
allievi: Aurino, Bergamasco e Pinto. «Ricordo
ancora quando la ragazzina si presentò per la
prima volta in palestra, aveva 11 anni e
accompagnava la sorella Lucia, nostro pugile.
Notai subito il suo carattere: temperamento già
forte, d' altra parte alle elementari faceva a
botte con le compagne». In un video del 2013
Lucia (che ha cinque anni in più di Irma ed è
arrivata a Rio con tre amiche per sostenere la
sorella nel primo match contro l' australiana
Shelley Maria Watts) e Irma raccontano il loro sogno: «Partecipare alle Olimpiadi del 2016».
Le Testa furono le uniche sorelle convocate in nazionale. Lucia aveva smesso con la boxe, ma presto
riprenderà. «Non sa soffrire quanto Irma, una campionessa nata, un po' pazzerella come i veri
fuoriclasse», racconta il maestro, considerato dalla Testa l' uomo ideale. «Ha scritto su Facebook che
sposerebbe uno come me? Noi maestri siamo un po' tutto per questi ragazzi: allenatore, confessore,
papà, amico. Irma si è allenata qui per cinque giorni prima di volare in Brasile: era stata a lungo lontana
da Torre Annunziata, le ha fatto bene respirare l' aria di casa. Sono molto fiducioso per questo match».
Venti i pugili del settore agonistico nella palestra del rione Provolera, a un passo da casa Testa. «Se
Irma riuscisse a portare la medaglia, sarebbe un segnale importante per Torre Annunziata: la conferma
dei risultati sociali e sportivi che si possono ottenere in questo territorio».
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Primo match della categoria 60 kg contro la vincitrice del titolo del Commonwealth, poi l' eventuale sfida
con la francese Estelle Mosselley, campionessa del mondo, battuta da Irma nel torneo preolimpico.
«Watts? Non la conosco, ma non è un problema. Prendo le misure sul ring. Ricordo ancora il mio primo
combattimento. Ero una ragazzina, guardata con un po' di diffidenza: vinsi alla prima ripresa per
intervento medico, nessuno lo avrebbe mai immaginato». Carattere ne ha la campionessa tesserata per
le Fiamme Oro che vorrebbe davvero fare la poliziotta, magari in una pattuglia dei Falchi. «Stare dietro
alla scrivania non fa per me». La boxe è la sua dimensione.
«Sport femminile, certo: grinta, determinazione e coraggio sono i segni distintivi delle donne». Irma è la
più giovane della categoria in cui è favorita la campionessa olimpica uscente Katie Taylor, 30 anni,
irlandese, cinque ori mondiali e sei europei oltre alla medaglia conquistata a Londra. Pugile e
calciatrice: segnò anche un gol all' Italia nel 2009. Il tifo nel palazzetto del Rio Centro sarà tutto per la
brasiliana Adriana Araujo, 34 anni, bronzo quattro anni fa. «La boxe femminile è in ascesa e la
Campania ha atlete di valore», evidenzia Irma, che si muove già come una leader ed è già assistita da
un eccellente manager, il napoletano Marco Del Checcolo, titolare della Dmtc che segue anche Elisa Di
Francisca e Federica Pellegrini. Il ct delle donne Emanuele Renzini è l' ombra di Irma in questa vigilia,
trascorsa tra la stanza al Villaggio e la palestra, come fosse un giorno qualsiasi. Non lo è, certo: oggi
parte la marcia verso l' oro.
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L' ACQUA È COLOR BRONZO
Dal bacino di Lagoa arriva la dodicesima medaglia azzurra la conquista la coppia
Abagnale­Di Costanzo nel canottaggio L' Italia resta ai piedi del podio con altre due
imbarcazioni con gli equipaggi del quattro senza e del due di coppia L' EQUIPAGGIO
CREATO APPENA TRE SETTIMANE PRIMA DEI GIOCHI MARCO ERA SUL 4
GIOVANNI SULL' 8 SCOMMESSA VINTA
CANOTTAGGIO RIO DE JANEIRO Guardano
quasi intimiditi Eric Murray e Hamish Bond, i
neozelandesi che si sono confermati campioni
olimpici nel 2 senza. «Prima vedevamo le loro
gare su Youtube, adesso siamo seduti al loro
fianco». Orgogliosi, con il bronzo al collo.
Marco Di Costanzo, napoletano di via
Nardones, e Giovanni Abagnale ­ quello con
una «b» per distinguersi dalla prestigiosa
dinastia del canottaggio mondiale ­ da Sant'
Antonio Abate, sono il ritratto della felicità. Il
podio di Rio ha un significato particolare
perché questo equipaggio è stato creato tre
settimane prima dell' inizio dei Giochi.
Di Costanzo era sul 4 senza, Abagnale sull' 8.
Hanno obbedito agli ordini di scuderia ed ecco
perché la medaglia li esalta ancor di più.
«Ci davano per spacciati e invece abbiamo
dimostrato che tutto si può con la forza e la
fame». Anche sorpassare l' equipaggio della
Gran Bretagna e salire sul podio, il primo per l'
Italremo. Nelle altre due finali, quelle Del 4
senza pesi leggeri e del doppio senior,
equipaggi azzurri a un passo dal podio: quarti.
Aspettando oggi il 4 senza di Domenico
Montrone, Matteo Lodo e dei napoletani Matteo
Castaldo e Giuseppe Vicino. «C' ero anche io
su quella barca quando abbiamo vinto il
Mondiale nello scorso settembre», racconta il
24enne Di Costanzo. Vi è sceso dopo la squalifica di Niccolò Mornati per doping e la conseguente
esclusione del suo compagno Valerio Capelli. «Ero deluso, però non ho mai pensato di rinunciare alla
mia prima Olimpiade. È stata l' occasione per riscattarmi e togliermi i paccheri dalla faccia». Hanno
fatto festa ai Quartieri Spagnoli per la medaglia di Di Costanzo.
LA FESTA «Prima che partissi per Rio hanno affisso manifesti e issato striscioni in via Nardones, ho
sentito vicina tutta la mia gente. Gente perbene, che non merita etichette date con approssimazione».
Tanti i messaggi girati da papà Rosario e mamma Felicia. «Contento per quello del sindaco De
Magistris e aggiungo che Napoli dovrebbe investire di più nello sport: i talenti ci sono, ma non riescono
ad emergere per mancanza di strutture». La passione del canottaggio trasmessa dal fratello Fabio, che
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oggi fa l' allenatore alla Canottieri. «Era più forte di me, lo hanno frenato problemi alla schiena». Il
bronzo celebrato ieri con campioni del passato: Giuseppe Abbagnale, Davide Tizzano e Raffaele
Leonardo. «Il 2 senza è una barca senza se e senza ma. Io e Giovanni ci siamo intesi subito e abbiamo
fatto capire che non eravamo venuti qui per partecipare.
Proprio noi non potevamo restare fuori dal podio. Forza e fame, così ci siamo scatenati». Abagnale, 21
anni, ora ha al collo una medaglia olimpica come gli Abbagnale, quelli con la doppia «b». Sorride: «Ma
non è un problema, i fratelli sono stati il mio mito e sono stato compagno di Vincenzo. E poi vengo dallo
stesso circolo». Lo Stabia, dove lo portò Antonio La Padula, tecnico di canottaggio e docente nella
scuola di Giovanni. Alto 197 centimetri, si era dato al basket.
«Poi ho scoperto il canottaggio ed è scoppiata una grande passione.
Questo sport è sacrificio, ma soprattutto divertimento». Il colpo del cambio di equipaggio assorbito in
fretta. «Ho fatto l' 8, il 4 senza, il 2 senza, questa è la più tecnica delle barche. Ringrazio i compagni
dell' 8, perché anche grazie a loro sono arrivato qui». A Sant' Antonio Abate hanno fatto festa.
«Non vedo l' ora di abbracciare la mia famiglia e i miei amici. E di sventolare con loro il tricolore».
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«LA MIA VITA A MUSO DURO»
L' argento, il messaggio di pace, Di Francisca alza la voce «L' Europa esiste, è unita: il
terrorismo non deve farci paura» «I sospetti sui russi? Io ho la coscienza a posto, non
sono dopata, non pago per vincere, poi ci sono cose che vanno oltre» «IL MIO
FUTURO? NON SMETTO IO FACCIO QUELLO CHE SENTO: IL DOMANI NON RIESCO
MAI A PROGRAMMARLO»
L' INTERVISTA dal nostro inviato RIO DE
JANEIRO I Giochi brasiliani e le cerimonie di
premiazione che fanno discutere. Così, da un
lato c' è il tiratore Fehaid Aldeehani, che vince
l' oro nel double trap e si arrabbia perché sul
podio non risuonerà l' inno del suo Paese, il
Kuwait. Questioni di protocollo: il Kuwait è
stato sospeso dal Cio per sospetti legami tra
politica e sport e sul podio va suonato l' inno
olimpico. E poi c' è chi, come Elisa Di
Francisca già ripartita per l' Italia, l' inno del
suo Paese non può sentirlo solo perché in
finale ha messo a segno una stoccata in meno
della sua avversaria, ma che sceglie
comunque la festa del podio per mandare un
messaggio forte. Contro il terrorismo,
scacciato via dallo sventolare di una bandiera
dell' Europa.
Partiamo da quella bandiera «Ho voluto farlo
per dare un messaggio. Che l' Europa esiste,
che è unita e che solo essendo uniti possiamo
superare tante barriere, tante paure, e non fare
quello che vogliono loro. Cioè chiuderci in
casa. Mi riferisco a quello che è successo a
Bruxelles, a Parigi e via dicendo.
Bisognerebbe cercare di essere uniti, di
volersi bene. Ogni volta che viaggio vedo
spesso che ci si guarda intorno con sospetto.
Non dobbiamo avere paura l' uno dell' altro
perché in quel modo facciamo il loro gioco e non è giusto».
Un messaggio pubblico importante. In privato invece come ha festeggiato?
«Ho brindato, ho festeggiato con quelli che sono qua, poi festeggerò con quelli che sono a casa, con la
famiglia. Farò un festone. Mi ero ripromessa: se vinco smetto di fumare (e ride per quella pausa
thrilling, ndi).
Non ho vinto e quindi ci proverò più in là. Con la scherma non smetto. Faccio quello che sento, non
riesco a programmarmi la vita. Già è tutta programmata: sveglia alle otto, colazione alle nove, alle dieci
ti alleni Quello che c' è di naturale, come i figli, come l' amore, come un lavoro o una nuova sfida, lascio
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che sia naturale, non programmo nulla».
Ha un rammarico per la finale?
«Di non aver sfruttato bene il tempo. Solo questo. Per il resto ho dato tutto quello che avevo.
Di più non potevo».
Tante stoccate dubbie. Perché non ha mai chiesto la moviola?
«Per non perdere la concentrazione. Ho cercato di mantenere la concentrazione che avevo all' inizio
quando sono andata 3­0 ma che poi ho perso, purtroppo. Poi è rivenuta, poi l' ho ripersa. Alla fine anche
la concentrazione non mi è servita granché, però ce l' ho messa tutta, giuro».
Non è stata l' unica ad avere a che fare con arbitraggi pro­Russia «C' è qualcosa che va oltre. Io ho la
coscienza pulita nel senso che cerco di essere sempre nel giusto. Di comportarmi bene, di non
doparmi, di non pagare qualcuno per farmi vincere.
Tutto quello che faccio, nel bene e nel male, lo faccio facendo dei sacrifici. E quando ottieni delle cose
facendo dei sacrifici ha tutto un altro sapore».
C' è però quella sensazione di dover fare sempre il colpo perfetto, perché se c' è un minimo dubbio la
stoccata la danno ai russi «Questo si sa. E' così. Ci sono cose che vanno oltre. Come i soldi, come le
case farmaceutiche, ci sono potenze che sono quelle e basta. Il mio non è dire fanno bene. E' accettare
tutto, perché poi alla fine sta ad ognuno di noi riuscire a comportarsi bene».
Con tutto quello che è successo allo sport russo, questa medaglia potrebbe diventare d' oro tra
un paio d' anni?
«Non penso. Certo se diventasse d' oro sarei contenta ma a me piace sempre combattere per le mie
cose. Sarebbe bello rifare l' assalto, più che avere la medaglia d' ufficio».
Appuntamento con l' oro fra quattro anni?
«Non lo so, vediamo. Se c' è da combattere, io combatto, pure con una gamba sola».
Questo argento pesa come l' oro di Londra?
«A Londra ho vinto per una stoccata, qui ho perso per una stoccata. Il caso non esiste. E' bello vincere,
ma è normale perdere. In ogni cosa che faccio ci sono coraggio e paura. Quando le cose riescono bene
è perché trovi l' equilibrio tra le due. Dopo Londra sono cambiata tanto. Il divorzio con Stefano (Cerioni,
andato ad allenare la Russia, ndi). Ho scelto Giovanna Trillini. Poi l' infortunio. Ma tutto quello che è
successo e le persone che ho incontrato hanno fatto in modo che qui a Rio fossi pronta, fisicamente e
mentalmente».
Vuoi mandare un messaggio ad Arianna Errigo?
«Se avesse vinto, le avrei fatto i migliori complimenti. Sarebbe stato il migliore dei finali per lei. Perdi le
Olimpiadi a Londra per una stoccata, fai quattro anni di fuoco e fiamme e poi qua Forse era troppo
carica mentalmente. Comunque è una persona che stimo, che rispetto e alla quale voglio bene».
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GIANLUCA CORDELLA
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Bolsena, en plein di regate e di versi ispirati alle
onde
«HO INIZIATO BENE MA VIVO QUESTI GIOCHI PROVA PER PROVA LA FINE È
LONTANA» Flavia Tartaglini olimpionica di surf
In queste giornate che scivolano pigre verso il
Ferragosto la vela, agonisticamente parlando,
è autenticamente glocal, nel senso che o ci
sintonizza sulle onde radio delle regate degli
azzurri a Rio, da dove arrivano notizie
intriganti, o si opta per i tradizionalissimi
appuntamenti di circolo dove in questo week
end di mezza estate a brillare è ancora una
volta il lago di Bolsena.
Il grande lago vulcanico patria di coregone e di
porchetta ­ tanto che il Maestro Cesare Morelli
ha qui uno dei suoi covi ha in programma
regate sia a Capodimonte, che a Bolsena. In
quest' ultima ad organizzarle è il Vela Club
Velzna del presidente Pietro Paolo Bordini che
si concentra sul Liberty, piccola barca con
randa e fiocco a deriva zavorrata di poco
meno di 4 metri che si porta in uno/due
persone e ha il vantaggio di poter prender
vento bagnandosi poco e senza il rischio di
rovesciarsi. Sabato si corre la Coppa Carlo
Alberto Tiberio. Lunedì una match race. Quasi
contemporaneamente al Club Nautico
Capodimonte del presidente Natalino Bellavia
sono protagonisti gli Optimist, del 9° Trofeo
Rodolfo Faina, che parte domani alle 10, e un
mix di derive per il recupero del Trofeo
Ferrazzani con un via previsto alle 14.
Domenica poi derive e cabinati disputeranno
la 9° edizione della Lagolana.
Da segnalare, rispetto a questo circolo, il concorso poetico a premi Mille Vele, un Lago lanciato insieme
alla Biblioteca di Marta, l' Associazione la Fenicie e l' Accademia Barbanera. Possono partecipare tutti.
L' opera, da consegnare entro il 20 agosto, non può superare i 30 versi e può essere in italiano, oppure
in dialetto.
Gli altri appuntamenti del week end nelle acque vicino a Roma sono a Tarquinia, dove il week end il
Vela Club Tarkna organizza la classica Regata di Ferragosto per derive, e a Nettuno con il Centro
Velico Le Sirene che a sua volta invita a partecipare alla Veleggiata di Ferragosto.
Da Roma a Rio col fiato sospeso e il tifo per la bella atleta romana 31enne delle Fiamme Gialle Flavia
Tartaglini della tavola a vela che nelle prime due giornate di gara ha conquistato su 6 prove disputate
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due primi e un quarto. La tavola a vela, specie femminile, è una disciplina in cui l' Italia, grazie alla
grande Alessandra Sensini con le sue 4 medaglie (1 oro, 1 argento e 2 bronzi) su 6 olimpiadi disputate,
ha una bella tradizione e un' ottima scuola.
Flavia, romanista convinta, negli anni passati ha avuto la scomoda posizione di trovarsi tra un gigante
come Alessandra e giovanissime super emergenti come Laura Linares o Veronica Fanciulli. Ma lei ha
resistito, ha progredito, ha lavorato sulla forma la tavola a vela richiede più fisicità di altre classi e sulla
testa con l' obiettivo di vincere le emozioni per reggere la tensione. E al di là di quello che sarà il
risultato finale, due primi a un' Olimpiade è un risultato enorme. Parlando di atlete top, da ricordare che
oggi è il giorno del debutto a Rio della timoniera del Canottieri Aniene Giulia Conti che corre con la
prodiera dell' aeronautica Francesca Clapcich con lo skiff femminile 49 er FX.
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Dotto in semifinale nei 50 stile libero bene anche
Codia
RIO DE JANEIRO. Le batteria del mattino
regalano due buone prestazioni all' Italia del
nuoto: bene Luca Dotto, che nei 50 stile libero
fa il suo personale (21"87) e va in semifinale
con il nono tempo. Molto bene anche Piero
Codia, sesto ed in semifinale nei 100 farfalla
(51"72).
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PALLANUOTO FEMMINILE L' Italia supera di misura le "aussie" e resta da sola in vetta al
girone
Il Setterosa concede il bis: battuta l' Australia
(4­2, 0­1, 2­3, 2­1) ITALIA: Gorlero, Tabani 1,
Gari botti 3, Queirolo 1, Radicchi, Aiello, Di
Mario, Bianconi 1, Emmolo 1, Pomeri 1, Cotti,
Frassinetti, Teani.
All. Conti ARBITRI: Molnar (Hun), Margeta
(Slo).
NOTE: Usciti per limite di falli Beadswort e
Radicchi nel quarto tempo ed espulsa per
proteste Southern a 55 secondi dalla fine.
Superiorità RIO DE JANEIRO. Arriva la
seconda vittoria in altrettante gare per il
Setterosa di Fabio Conti (e con Paolo Zizza a
fargli da vice). Ma stavolta, dopo il "comodo"
9­3 al Brasile, è una vittoria di spessore,
perché ottenuta contro una delle candidate al
podio: l' Australia. L' Italia vince di misura (8­
7), dopo una partenza molto convincente (3­0)
e una parte centrale sofferta, fino al sorpasso
delle "aussie" (5­6). Ma le azzurre sono state
brave a ripartire e spuntarla in volata. «Oggi
mi sono piaciute tutte ­ ha detto il ct Conti ­
Hanno giocato con l' intensità che serviva in
inferiorità e una maggiore lucidità in fase di
superiorità numerica rispetto alla partita
precedente con il Brasile. Questo è lo spirito
giusto con il quale affrontare il torneo».
Ora l' Italia guida il girone con 4 punti, seguita
a quota 2 da Australia e Russia e dal Brasile a
quota zero. Sabato (ore 15.20 italiane) contro
la Russia basterà un pareggio per chiudere in
testa il girone.
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La Padula sfiora il podio nei pesi leggeri Il 4 senza
centra la finale, l'otto esce di scena
RIO DE JANEIRO. L'Italremo ieri non aveva
solo il 2 senza di Abagnale e Di Costanzo da
se­ guire: nelle altre finali di giorna­ ta c'erano
speranze anche per il 4 senza pesi leggeri
(con il campano Livio La Padula in bar­ ca,
insieme ai compagni Oppo, Goretti e Ruta) e
per il doppio di Fossi e Battisti. Alla fine sono
ar­ rivati due amari quarti posti, in entrambi i
casi a non molta di­ stanza dal podio. Peccato
soprat­ tutto per la barca di La Padula, che per
lunghi tratti della gara aveva fatto sperare in
una meda­ glia, ma la grande rimonta della
Francia nei 500 metri finali ha re­ legato i
nostri appena fuori dalla lotta per le medaglie.
A vincere qui è stata la Croazia, favorita del­ la
vigilia, che ha regolato Litua­ nia e, appunto,
Francia. Il programma di ieri, compresso a
causa dell'annullamento della giornata di
mercoledì, prevedeva però anche diversi
recuperi e se­ mifinali. Tra i primi, c'era quello
dell'otto (con i campani Paones­ sa, Liuzzi,
Infimo e D'Aniello tra i componenti
dell'ammiraglia az­ zurra), ma qui l'Italia non è
riu­ scita a centrare la finale, chiu­ dendo al
quinto ed ultimo posto. Bene invece il 4 senza
iridato in carica, con i napoletani Peppe Vicino
e Matteo Castaldo in bar­ ca (insieme a Lodo e
Montrone). Pur senza brillare, gli azzurri han­
no chiuso terzi nella prima semi­ finale
(dominata dall'Australia), centrando la
qualificazione per la finale di oggi (ore 16.24 italiane), quando però ci sarà bisogno di un'Italia diversa
per provare a conquistare un gradino del podio (al fianco probabilmente di Gran Bretagna e Australia).
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Di Costanzo­Abagnale, impresa di bronzo
IO DE JANEIRO. Dal nulla al podio olimpico
possono passare an­ che solo poche
settimane, se ci so­ no classe, forza e
convinzione nei propri mezzi. Lo hanno
dimostrato ieri Marco Di Costanzo e Giovanni
Abagnale, capaci di scrivere una pic­ cola
grande pagina di storia del ca­ nottaggio
italiano, centrando uno splendido bronzo alle
Olimpiadi di Rio de Janeiro. Un bronzo, come
detto, costruito in poche settimane, perché
appena un mese fa Marco fa­ ceva parte del 4
senza iridato in carica, mentre Giovanni era da
poco salito sul 2 senza (ma con Dome­ nico
Montrone) dopo aver mancato di poco il pass
con l'otto (poi riam­ messo) e dopo il caso di
doping che ha coinvolto il precedente titolare
del 2 senza, Niccolò Mornati. Ma la
determinazione feroce dei due atle­ ti campani
(dei Quartieri Spagnoli Marco, di
Castellammare Giovan­ ni) li ha spinti a
progredire veloce­ mente, trovando quella
magica al­ chimia percepita a Rio sin dal
primo turno di gare. Ieri il 2 senza azzurro è
stato qua­ si eroico, in un Lagoa Rodrigo de
Freitas più pesante dei giorni scor­ si e quindi
meno adatto alle caratte­ ristiche dei nostri.
Eppure, con la Nuova Zelanda dei mitici
Murray Bond (imbattuti da cinque anni e 69 Di
Costanzo­Abagnale, impresa di bronzo
CANOTTAGGIO Storica medaglia per i due
campani nel 2 senza alle spalle di Nuova Zelanda e Sud Africa regate consecutive) lanciata verso
l'ennesimo oro, l'Italia ha lottato punta a punta con Sud Africa e Gran Bretagna fino alla fine. Ai 1700 me­
tri la medaglia sembrava quasi sfu­ mata, con gli azzurri quarti; ma Mar­ co e Giovanni hanno attaccato
an­ cora, stroncando la resistenza dei bri­ tannici che, vinti dalla fatica, negli ultimi metri hanno
addirittura inva­ so la corsia dei sudafricani. Per Di Costanzo e Abagnale, oltre alla sod­ disfazione per
la medaglia, c'è quel­ la per aver infranto un tabù, visto che l'Italia non saliva sul podio olimpi­ co nel 2
senza da Londra 1948, quando riuscirono nell'impresa Fa­ netti e Boni. «Siamo contentissimi, ci
abbiamo creduto subito ­ ha detto a fine gara un entusiasta Marco Di Costanzo ­ La barca è stata
costruita in venti giorni ma non ha mai smesso di mi­ gliorare. Anche col lago di oggi, che non ci
permetteva di esprimerci al meglio. Oggi ci siamo espressi co­ me due veri campioni. La medaglia la
dedico anche ai due ragazzi del­ l'Aniene che avevano qualificato la barca e che ora non sono qui. Dai
Quartieri Spagnoli, il mio quartiere, ho ricevuto una quantità enorme di messaggi. Mi hanno dato una
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forza indescrivibile». Entusiasta anche Giovanni Abagnale: «Il lago di oggi non era il nostro ­ spiega ­
Abbia­ mo fatto una buona partenza, poi un paio di folate ci hanno penalizzato, ma il serrate finale ci ha
regalato que­ sto splendido podio».
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IL PROGRAMMA Alle 20 la pallavolo femminile con Chirichella, De Gennaro e Del Core
Vicino e Castaldo puntano a una medaglia Torna il
Settebello, c' è l' esordio della Testa
RIO DE JANEIRO. Si chiude la prima
settimana dei Giochi di Rio de Janeiro con
ancora tanti appuntamenti interessanti. Nel
giorno in cui l' Italia punta molto sul fioretto a
squadre maschile e che vede l' esordio (con le
batterie eliminatorie) di Gregorio Paltrinieri nei
"suoi" 1500 stile libero, la Campania schiera
sette atleti, impegnati in quattro differenti
discipline.
Pugilato ­ È il giorno dell' esordio di Irma
Testa. L' atleta oplontina, storica prima azzurra
a qualificarsi per le Olimpiadi nel pugilato, è
impegnata (ore 22.45 italiane) nel primo turno
della categoria dei 60 kg contro l' australiana
Watts: non sarà facile, ma la giovanissima
torrese può stupire.
Canottaggio ­ Altra giornata importante per il
canottaggio italiano (e campano in
particolare): dopo le soddisfazioni di ieri,
infatti, oggi (ore 16.24 italiane) tocca al "4
senza" campione del mondo in carica, con i
napoletani Peppe Vicino e Matteo Castaldo
(affiancati da Lodo e Montrone) che puntano al
podio in una gara che sulla carta vede favorite
Gran Bretagna e Australia, ma almeno per il
bronzo ci siamo anche noi.
Pallanuoto maschile ­ Quarto impegno in
questi Giochi per il Settebello di Campagna,
con in vasca il napoletano Velotto. L' avversa
rio (ore 15.20 italiane) è la Croazia, forse l'
ultimo scoglio per conquistare il primo posto nel girone.
Pallavolo femminile ­ Ormai serve a poco, con la squadra azzurra già matematicamente eliminata, ma
oggi (ore 20 italiane) torna in campo anche l' Italvolley femminile, con le napoletane Chirichella, De
Gennaro e Del Core che cercano almeno un riscatto parziale.
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Un bronzo in 20 giorni Abagnale­Di Costanzo Il
podio impossibile della barca last­minute
Facce di bronzo in tre settimane. Pestando duro sui remi, testa
bassa e adrenalina, sudore e desiderio, sciogliendo nel lavoro e
nella speranza le delusioni forti di un anno un po' così. Solo il
tempo può dare la dimensione dell' impresa degli scugnizzi,
della medaglia che fa gonfiare il petto a Di Costanzo e
Abagnale, il due senza dell' ultimo minuto che si ritrova nell'
empireo: era da 68 anni, Olimpiade di Londra 1948, che non
salivamo sul podio nella specialità, e anche allora fu un bronzo.
TERRESTRI E MARZIANI Perché questa è una barca che non
perdona, dove conta la tecnica, ma anche la potenza, e devi
trovare la combinazione di energia ed eleganza, un' armonia che
non a caso esalta coppie che vivono in simbiosi con lo scafo,
abituati a domarla in anni di affiatamento. I neozelandesi Murray
e Bond, marziani caduti sulla Terra, hanno addirittura preso
casa insieme e dal 2009 sono mitologici. L' oro era già scritto,
con la 70 a vittoria consecutiva, anche meglio di Redgrave e
Pinsent, che si fermarono a 62. Ma dietro, in una battaglia
spasmodica che si accende ai 1300 metri, ci sono anche loro,
Marco e Giovanni, forti e sicuri che un' opportunità del genere, al
debutto olimpico per entrambi, va azzannata senza paura. E
allora eccoli salire di colpi, fino a 37/38, per rimanere in scia al
Sudafrica, bronzo iridato due anni fa, e per rintuzzare le velleità
degli ex maestri britannici, che si inchineranno sfiniti a 200 metri
dalla meta, lasciando che sia la scia azzurra a spingersi sul
podio.
NAPOLETANO VERACE Lacrime e applausi, la favola si
completa con una parabola incredibile e inattesa, mai
immaginata un mese fa: «Abbiamo voluto questa medaglia ­ urla
al mondo il capovoga Di Costanzo ­ in 20 giorni non abbiamo
perso neppure un secondo e più ci davano per spacciati e più
noi eravamo convinti di fare bene. Abbiamo lottato al fianco dei
grandi e questo mi rende felicissimo».
Dai Quartieri Spagnoli al cielo di Rio, un' avventura cominciata
come tante, con un fratello che remava e «io ero il primo tifoso,
quelle barche che sfrecciavano mi entusiasmavano. Credo che
la mia storia possa essere un esempio per tanti giovani che si
impegnano, mentre spesso immaginiamo che da certi posti
vengano soltanto cose brutte».
Coraggio e dignità, ma anche orgoglio e ribellione alla resa,
perché Marco il poliziotto un mese fa era ancora sul 4 senza con cui aveva vinto il Mondiale del 2015 e
nello spazio di un mattino si è ritrovato fuori per scelta tecnica: «La fame mi ha salvato e mi ha dato la
spinta. La stessa che ha anche il mio compagno di barca».
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YOUTUBE Il destino in una consonante mancante, chiamarsi Abagnale se fai canottaggio significa
tirarsi dietro una litania infinita di domande, nonostante una B in meno. E infatti: «Me l' hanno chiesto un
milione di volte: che fratello sei? È una cosa che mi fa sorridere ed è seguendo le loro gesta che nel
2009 ho iniziato a remare, Agostino Abbagnale è il mio idolo e con lui adoro Michael Jordan».
Giovanni viene da Sant' Antonio Abate, a un passo da Castellammare di Stabia e ha cominciato tardi,
convinto dal professore di educazione fisica di allora, Antonio La Padula, che poi è anche capo
allenatore del Circolo Nautico dei Fratelloni e tecnico federale: «Il due senza è delicato e forte nello
stesso tempo». Pure lui, tesserato per la Marina, ha trovato nella barca la sublimazione della felicità
dopo i tempi duri dell' otto, finalista ma non qualificato ai Mondiali di 12 mesi fa e fuori dal ripescaggio
olimpico per centesimi a maggio a Lucerna, prima che le vicende russe lo riportassero a Rio. Ma
Abagnale aveva già imboccato un altro percorso, una via di bronzo: «Sono contento di aver duellato con
il mito Murray, lo vedevo su Youtube e ora è realtà».
FILOSOFIA In quel serrate, nel cuore che scoppia e nei muscoli che gridano, c' è pure la dottrina di
Giovanni Lepore, il loro tecnico di riferimento in Nazionale: «Quando abbiamo preparato la gara, ho
immaginato che sarebbe stato decisivo lo sprint degli ultimi 700 metri, e perciò ho detto loro solo due
parole: quando sarete lì a lottare, ripetete "Io sono". Due ragazzi eccezionali, Di Costanzo ha impiegato
un giorno per riprendersi dalla delusione del quattro senza, sono saliti su una barca difficile e il pensiero
va anche a Niccolò Mornati (fermato per doping, ndr) e Capelli che l' avevano qualificata». Oggi quel
quattro senza, pur con il capovoga Vicino acciaccato, va a caccia del podio. Di Costanzo e quello con
una B sola però sono già in paradiso.
RICCARDO CRIVELLI, VALERIO PICCIONI
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La Gazzetta dello Sport
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Un grido di battaglia Il Setterosa vince ancora Che
gioia
Battuta l' Australia, il c.t. Conti si esalta: «Ho giocatrici incredibili che hanno fatto una
grande partita» Ora la Russia per avere un buon tabellone nei quarti
Un Setterosa incisivo batte l' Australia, resta
primo nel girone e aspetta la Russia (ieri 14­7
alle brasiliane) per sentirsi ai quarti e puntare
ad un incrocio più rassicurante. La seconda
vittoria è convincente al di là della rete di
Roberta Bianconi che marca definitivamente la
differenza a 49" dalla fine. Perché anche all'
inizio le rivali, in acqua con il secondo portiere
in acqua visto il virus che ha colpito la titolare
Lea Yanitsas, isolata dal gruppo, patiscono la
maggiore incisività e precisione delle azzurre.
Tre reti in sequenza prima che le australiane
cominciassero a raccapezzarsi. E la reazione
è concreta, visto il recupero, soprattutto nel
terzo parziale quando tra le due squadre
regna l' equilibrio.
Arianna Garibotti segna una tripletta pesante,
Giulia Gorlero effettua parata decisive mentre
Conti alterna la difesa a zona con quella a
«M». Gran lavoro per Queirolo, Emmolo e
Pomeri, Tania Di Mario non segna ma fa
segnale e Teresa Frassinetti è espulsa per l'
infernale lavoro a centroboa contro le dure
australiane.
Controllo Un match che l' Italia controlla senza
mai rischiare, più veloce nel nuoto: divincolarsi
dalle pesanti aussie è sempre complicato, ma
soprattutto in superiorità il Setterosa risolve
con puntualità. Forse era rimasta a quella
finale mondiale di bronzo ricca di rigori: ma la nazionale di Conti non ha più timori reverenziali neanche
nei confronti degli Usa, figuriamoci delle australiane che pure difendono da 8 anni il bronzo. Al tecnico
azzurro piace una certa spregiudicatezza delle sue ragazze, segno di consapevolezza: una squadra
ambiziosa deve dimostrarlo subito contro una rivale diretta. E questo esame è brillantemente superato.
«Ma è solo un mattoncino nella costruzione: noi siamo venuti qui per vincere». E Conti considera questo
confronto una prima finale vinta. Conti che fa pensare a Cristiana Conti, l' ex monumento del Setterosa a
cui la Gorlero, sempre più tra le migliori al mondo, si ispira.
«Anche di recente ci siamo sentite per chiederle opinioni sul mio momento: Cristiana è un grandissimo
punto di riferimento per me, come Tania Di Mario per le altre giocatrici, fa piacere ed è un onore essere
considerata tra le più forti al mondo come Tempesti» ammette Giulia che svela la voglia d' oro ma
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12 agosto 2016
Pagina 9
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predica prudenza nel contempo: «L' importante è che funzioni tutto con la Russia. Stavolta ci siamo
messe alla prova ed è andata bene: questo è solo un messaggio all' Australia e al torneo». Un
messaggio di prospettiva: «Siamo un bel gruppo, e dipenderà solo da noi: bisogna avere un approccio
con la testa libera, dobbiamo divertirci e anche le avversarie capiranno.
Contro l' Australia siamo state aggressive ma ora azzeriamo questa vittoria: il nostro torneo dipenderà
soprattutto dalla prossima partita, poi dai quarti bisognerà giocare col coltello tra i denti, sia la Cina che
gli Usa favoriti: si può vincere e perdere contro tutto. Ma non temiamo nessuna squadra anche se non
abbiamo fatto nulla».
Grido Un vero grido di battaglia che parte da un ruolo chiave .
Ma anche le altre ragazze hanno convinto il c.t.: «Ho giocatrici incredibili che hanno fatto una grande
partita contro una delle squadre più fisiche e candidata al podio. Due finali le abbiamo tolte, ne
mancano 4.
Davvero ho visto un ottimo Setterosa». Ora Fabio chiede «un passetto in più, ma lo spirito è quello
giusto». E le vittorie aiutano a crescere. Un match chiave, intanto, attende oggi il Settebello oggi contro
la Croazia, battuta dalla Spagna. Una delle due sorprese con il successo del Brasile di Rudic sui
campioni del mondo serbi. I due tornei olimpici stanno accendendosi nel segno dei colpi di scena.
STEFANO ARCOBELLI
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Paltrinieri c' è «Consapevole della mia forza Sun
Yang, a noi»
L' iridato dei 1500 in gara oggi nelle batterie: «Non ne potevo più di aspettare Voglio
confrontarmi con il cinese in forma. E dovrò guardarmi anche da Detti»
ACarpi hanno organizzato le «Greg night», a
Rio oggi e domani Gregorio Paltrinieri entra da
Re del mondo: imbattuto e lanciato.
Ha tutto da perdere, ma non vuole farlo, ha
solo in testa di consegnare all' Italia la prima
medaglia nei 1500. Oggi le batterie
rimetteranno ordine alle gerarchie
cronometriche da tre anni guidate dall' iridato
azzurro, e al banchetto ci sarà pure Detti, il
gemello di Greg, reduce dal bronzo nei 400.
Che idea s' è fatta dei 1500 dopo i risultati
dei 400?
«Li ho visti in tv a Santos: Sun Yang e Horton
mi hanno impressionato, Gabriele ha
confermato di saper gestire emozioni e
situazione: ha lavorato per questo bronzo, è
pronto, è da controllare anche per i 1500».
La piscina la ispira? «Mi piace molto, il
pubblico è caldo: sì, mi ispira».
La vita nel Villaggio e il suo nuovo ruolo
da star?
«Evito ogni tipo di distrazioni, resto solo
concentrato sulla gara. Non mi perdo nelle
trappole del Villaggio. E non mi faccio
contagiare dalle ansie di campioni
irraggiungibili o dai risultati degli altri».
Ha visto i 200 della Pellegrini? «Sì, mi
dispiace: meritava la medaglia». In batteria cosa si aspetta? «Bisogna subito tirare a tutta».
Un anno fa fu decisiva per mettere pressioni a Sun Yang, che poi sparì dalla finale.
«Penso che quelle prestazioni abbiano inciso sulla sua scelta.
Ma qui siamo all' Olimpiade, non credo che fuggirà».
Ed è pure in forma: ha visto anche i suoi 200 sl?
«E' quello che voglio: confrontarmi col miglior Sun per batterlo: non voglio parlare del suo passato, ma
della gara».
Phelps pensa che qui non gareggino tutti puliti, lei che dice?
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«Io e Detti da gennaio abbiamo totalizzato 54 controlli tra urine e sangue, spero che abbiano controllato
così pure Sun, Horton, Jaeger e tutti gli altri avversari. Ho rispetto solo di chi ha la coscienza pulita».
Con Morini quali sono stati gli ultimi pensieri?
«Che mi attende una gara durissima, sono tranquillo del grande lavoro svolto tutto l' anno alla ricerca
del mio massimo. Sono consapevole della mia forza. E poi ci sono tante aspettative. Me le mettono gli
altri le pressioni e me le metto anche io. Sarà dura per tutti, ho fatto tutto bene per essere qui al top».
Avrà la sua torcida qui?
«Ci sono tutti: mamma, papà, fidanzata e amici: spero di far loro un bel regalo».
Con Horton è arrivato il vero confronto cruciale dopo gli allenamenti insieme a Melbourne.
«Un anno fa ai Mondiali non andò bene, ma adesso lo vedo pericoloso: è un ragazzo serio anche per le
cose che dice».
Solo la Pellegrini in Italia ha vinto l' oro olimpico col record del mondo: lei che non è scaramantico come
Fede, si sbilanci un po'.
«Il record che ho stabilito a Netanya lo pensavo da piccolo, mi è sempre piaciuto inseguirlo. Spero sia il
primo di una lunga serie e dà più fiducia per l' Olimpiade. Le medaglie restano, i primati danno l' idea di
essere arrivato davvero al top».
Da un anno Sun Yang non nuota i 1500: quanto sconvolgerà gli equilibri?
«A me piace pensare abbia evitato questa gara perché da tre stagioni domino il ranking, il cinese ha
dimostrato di essere un grandissimo campione confermandosi in 2 Olimpiadi».
Lei è abituato a studiare gli avversari al computer: ha trovato nuovi punti deboli in loro?
«E' un' altra cosa che ho fatto per caricarmi. Tutti sono bravi, chi è qui ha tutte le carte in regola e tutti mi
stimolano. Ma molto dipende da me. Ormai ci siamo: non ne potevo più di questa attesa». Caliamo l'
ultimo asso...
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La Gazzetta dello Sport
C.N. POSILLIPO
l' abagnale con una B e le statuine del presepio
Remo contro. Durante la cavalcata del 2 senza
verso il bronzo, Marco Lollobrigida è ispirato:
«Quei sette minuti tra il nulla e la vittoria». «Ci
metto 10 euro che faranno la statuina del
presepe». Alla fine emerge la simpatia di
Giovanni Abagnale: «Con una sola B, si. Ma
vengo da Castellammare». Da medaglia.
Mira mira. Roberto Di Donna spinge la
Zublasing, tra consigli tecnici e filosofia:
«Petra c' è.
Petra c' è. Sa dominare la tensione. Deve
sganciare il colpo nell' attimo fuggente». Poi lo
scivolone dal primo al quarto posto: «E' stata
bravissima lo stesso. In finale ci vuole anche
un pizzico di fortuna». E' che la sfortuna ci
vede benissimo.
Domanda trabocchetto.
Trappola di Eugenio de Paoli all' olimpionico
del kayak Antonio Rossi, a Rio come
ambassador del Coni. «Ma secondo te,
Antonio, il golf è uno sport olimpico?» E Rossi,
dopo una vita in linea, scopre l' arte dello
slalom.
Spernacchiato. Federico Bocchia nuota le
batterie dei 50 sl in 22"54, finisce l' esperienza
olimpica con un poco onorevole 37° posto (su
85) e saluta tutti: «Grazie a chi ha tifato per me
da casa, e agli invidiosi...
(pernacchia)». Che stile.
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La Repubblica (ed.
Napoli)
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Il bronzo di Rio. Il napoletano Di Costanzo e lo stabiese Abagnale conquistano la prima
medaglia campana nel "due senza" del canottaggio. Uno striscione al centro storico "Ci
abbiamo creduto fin dal primo giorno, senza paura"
Napoli sul podio delle Olimpiadi è festa ai Quartieri
MARCO CAIAZZO FINALMENTE Napoli sul
podio di Rio.
È una medaglia che pesa, quella di Marco Di
Costanzo e Giovanni Abagnale, bronzo nel
"due senza" ai Giochi. È la prima per il
canottaggio italiano e segna l' inversione di
rotta di uno sport che sta cercando di tornare
ai vertici con una federazione "made in
Napoli": il presidente Abbagnale, il ct La Mura
e il vice Tizzano, oltre al capo allenatore
Coppola. Quasi naturale che il primo sorriso
arrivi da uno scafo partenopeo: Di Costanzo è
dei Quartieri Spagnoli ed è cresciuto tra il
Molosiglio e Santa Lucia, Abagnale ha
conosciuto il canottaggio al Circolo Stabia,
proprio quello dei fratelloni. È una medaglia
più bella perché inattesa. I due canottieri sono
saliti in barca insieme soltanto a luglio, dopo la
squalifica per doping di Mornati. La Mura
mischiò le carte e chiese un sacrificio a Di
Costanzo, sceso dal quattro senza campione
del mondo: fu l' ultimo asso giocato dal dottore
di Pompei, zio degli Abbagnale che è tornato a
furor di popolo dopo i fallimenti di Londra 2012
e oggi può parlare di un ritorno della scuola
italiana. «Ci abbiamo creduto sin dal primo
allenamento, siamo contentissimi », ha detto
Di Costanzo ai microfoni di Rai Sport. «In venti giorni non abbiamo mai smesso di migliorare, non
abbiamo avuto paura di niente». Finale capolavoro, un' impresa dopo due eliminatorie altrettanto
positive: l' Italia ha chiuso alle spalle della Nuova Zelanda, imbattuta da 69 gare e 7 anni, e del Sud
Africa. Impossibile fare meglio all' ombra del Cristo Redentore: «Le condizioni meteo del Lagoa Rodrigo
de Freitas erano sfavorevoli, con tanto vento contro. Ci siamo espressi da veri campioni, da veterani».
Ventiquattro anni il napoletano delle Fiamme Oro, ventuno lo stabiese della Marina Militare: è una
medaglia con vista Tokyo 2020: «Siamo leggeri e avremmo preferito vento a favore, però abbiamo fatto
una buona partenza, trovando il passo e vincendo una bella medaglia», dice Giovanni che arriva dalla
scuola dei fratelloni Abbagnale: «Anche se il mio cognome è con una sola "b". Li ringrazio per quello
che mi hanno insegnato. Grazie anche alla mia famiglia ». La festa ieri pomeriggio è esplosa pure ai
Quartieri Spagnoli, dove sono stati esposti striscioni e bandiere italiane per Di Costanzo: «In questi
giorni migliaia di amici mi hanno scritto e questo mi ha dato una forza enorme». L' Italia non vinceva una
medaglia nel "due senza" da Londra 1948. Su Twitter i complimenti del ministro della Difesa, Roberta
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La Repubblica (ed.
Napoli)
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Pinotti: «Abagnale­Di Costanzo, una medaglia per l' Italia e per Napoli, città dal grande cuore come il
loro». Mentre il sindaco de Magistris ha espresso «soddisfazione: una grande medaglia». Rammarico
invece per il quarto posto dell' altro stabiese Livio La Padula nel "quattro senza" pesi leggeri. Oggi due
napoletani proveranno a portare la seconda medaglia: Castaldo e Vicino col "quattro senza" (ore 15.44).
Napoli terra di canottieri, si diceva vent' anni fa. Oggi torna finalmente ad essere vero.
©RIPRODUZIONE RISERVATA I due canottieri sulla stessa barca solo da luglio grazie al ct La Mura La
soddisfazione di de Magistris e il tweet del ministro Pinotti PRESIDENTE Giuseppe Abbagnale, ex
leggenda del canottaggio italiano e mondiale, è oggi il presidente federale.
MARCO CAIAZZO
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TuttoSport
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«Dipende tutto da Paltrinieri»
Rosolino legge i 1500 sl, ultima occasione per l' Italia. E Gregorio: «Sono l' uomo da
battere»
lo poi è Agostino Abbagnale, che ringrazio per gli insegnamenti.
Nel basket, il primo sport lasciato perché sono stato male al
punto di smettere per due anni, era invece Michael Jordan. Poi il
canottaggio nel 2009­10. Andavo al liceo scientifico. L' allenatore
Antonio La Padula mi ha chiesto di fare un allenamento, mi ha
subito messo in barca. E mi ha fregato».
Sorride, prima di negare l' equivalenza canottaggio ­sacrificio:
«Un sacrificio è una cosa che devi fare per forza anche se non ti
va. A ma piace. Anche l' allenamento con gli altri è divertimento:
«Ti distruggi, ma dà soddisfazione». E' un tenerone Giovanni.
Pensa anche agli esclusi: «Mornati per me è un campione.
Preferisco non credere». E ringrazia i compagni dell' otto: «Dopo
Lucerna mi sono ritrovato sul due senza, ma sono qui anche
grazie ai miei compagni precedenti».
E ora spiega le difficoltà del cambiare barca, di colpo: «Ogni
imbarcazione ha una sua piccola bellissima caratteristica. L' otto
è la squadra, è compatto, deve andare bene, agile, d' impulso. Il
4 senza è la barca dei musicisti. Devi essere delicato ma forte. Il
due senza? Devi essere abbastanza forte. E' molto leggera,
agile, pulita. Come ho fatto? Boh, uno ci prova».
Ha concluso la sua gloriosa carriera da tempo, ma è rimasto un
personaggio riconoscibile e di successo.
Massimiliano Rosolino ha parecchi consigli per gli azzurri di
oggi. E infatti con altri grandi personaggio come ad esempio
Antonio Rossi, Jury Chechi, Carlton Myers è qui a Rio de Janeiro
nelle vesti di ambasciatore dell' Italia Team a cinque cerchi.
Gabriele Detti lo ha più volte citato dopo il bronzo dei 400 stile
libero, per via del record italiano che ancora appartiene a Max. E
oggi il livornese scende di nuovo in acqua per la prima volta con
il "gemello" Gregorio Paltrinieri (il favorito) per i 1500 sl che
devono dare un senso all' Italia del nuoto.
«A me fa piacere Gabriele che mi abbia studiato ­ afferma
Rosolino ­. Sono sicuro che batterà il mio primato, è soltanto
questione di tempo. Ma presto.
Un po' mi rivedo in Detti, uno in grado di partecipare a molte
gare. Peraltro fare due volte 3'43" e rotti è grande. Eppoi è uno
che lotta, finalmente ha raggiunto la sua gloria dopo anni di
allenamenti con un talento vincente come Paltrinieri. Ora ci sono
i 1500, ma come per ogni gara non bisogna guardare la lista dei
tempi. E' carta straccia. Noi italiani abbiamo un grosso talento a sfruttare l' occasione».
Rosolino potrebbe anche consigliare i due giovani campioni su come diventare o sfruttare meglio il
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proprio essere personaggi.
Lui lo è rimasto anche nel post agonismo. «Detto che uno secondo me lo è, oppure è difficile cambiare,
io mi sono sempre buttato quando c' erano belle cose da fare ­ riconosce il napoletano ­. Anche in tv,
adesso ho appena concluso una trasmissione con Discovery.
Sono rimasto legato all' acqua, comunque, perché in tutto quello che faccio sono presentato come il
campione. Insomma è un grande risorsa essere stato uno sportivo, anche per il futuro. Il resto viene di
conseguenza. Qui a Rio cerco di dare qualche consiglio ai ragazzi. Per il dopo l' unica che posso dire è:
mettetevi sempre in discussione e siate disponibili al cambiamento. Bisogna individuare la strada
giusta. E buttarsi con entusiasmo».
Ma lasciare il proprio mondo non è facile. Anche Federica Pellegrini dopo la delusione dei 200 ha
lasciato aperta una porta. «Sì, è difficile adattarsi a una nuo va vita ­ ammette Rosolino, che non ha mai
annunciato ufficialmente il ritiro ­. Io mi sono creato tanti interessi, adesso ho anche una famiglia. Ma ho
scelto anche di restare in contatto con l' acqua. Ho bisogno di nuotare, non tanto per tenermi in forma,
ma per sentirmi veloce. Ancora veloce. E' un po' una dipendenza. Anche a Natale quando vado a
Sulmona, finisco subito in piscina» Arrivano i 1500, che sembrano una partita a tre fra Paltrinieri, l'
australia no Mack Horton, il cinese Sun Yang, con Gabriele Detti pronto a cogliere l' occasione. «Sun si
è nascosto fino ai Giochi ­ analizza Massimiliano ­. Nei 200 ha impressionato, nei 400 non mi ha
impressionato, vedremo la tenuta. Ma è certamente veloce. Horton è in grande condizione, come
dimostra l' oro dei 400. Sì, saranno ancora loro i protagonisti. Detti in quella gara mi ha convinto, bello
tonico. La chiave per Paltrinieri è imporre il suo ritmo e resistere. Gregorio ha bisogno di impostare la
sua gara, con passaggi precisi.
Gli altri no. Cercheranno di stargli vicino. Ma lui può anche vincere».
Lui, Gregorio è ben pronto e scalpita. Da giorni. Il 21enne di Carpi sa che è la sua occasione. «Ho
vissuto l' avvicinamento alla gara cercando di concentrarmi il più possibile, evitando ogni distrazione ­
racconta Paltrinieri ­. Il Villaggio è sempre bello, ma rispetto alla mia prima Olimpiade ho acquistato
questa consapevolezza. Non devo distrarmi. A Londra andavo a chiedere autografi, adesso qualcuno li
chiede a me.
Sun Yang e Horton mi hanno impressionato sui 400.
Bisogna tirare fin dal mattino. Molti però non sono riusciti a ripetere i risultati delle batterie. L' approccio
sarà determinante. I numeri dicono che sono l' uomo da battere». E per sostenerlo c' è qui la famiglia,
compresa la mamma Lorena, ambasciatrice per l' Italia della campagna "Grazie di cuore, Mamma". Il
miglior ringraziamento sarebbe la medaglia.
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PALLANUOTO
Setterosa show: battuti i muscoli dell' Australia
Meno di un minuto al termine di una partita
tesa, intensa e vibrante che l' Italia ha quasi
sempre condotto e che l' ha vista in sofferenza
soltanto per pochi secondi verso la fine del
terzo tempo. L' Australia ha da poco raggiunto
il pareggio sul 7­7 grazie ad un colpo di
fortuna davvero sfacciata che ha fatto
carambolare prima sul palo, poi sul gomito
della Gorlero e quindi in rete un tiro sbagliato
della Webster. Il Setterosa però non ci sta: si
riversa decisamente tutto in avanti e guadagna
una superiorità numerica che la Bianconi di
forza trasforma in rete.
Mancano 49 secondi ma non è ancora finita:
ora è l' Australia a beneficiare di una
superiorità numerica che la strepitosa Gorlero
neutralizza con una grande parata facendo
balzare in piedi tutta la panchina azzurra. Così
un Sette rosa, davvero "sette bello", ha battuto
di misura, ma con pieno merito un' avversaria
ostica come l' Australia, opponendo al gioco
"fisico" della nazionale giallo ­verde le sue
manovre, la sua intelligenza tattica, la sua
velocità. E come era avvenuto per il Settebello
nell' incontro col Montenegro, anche il
Setterosa ha costruito la sua vittoria su di una
grande difesa, sempre ben impostata, attenta
e puntuale davanti alla Gorlero.
Sicura alle spalle, l' Italia ha potuto così
sviluppare a dovere il suo gioco e con le sue ripartenze improvvise ha costantemente creato delle serie
difficol tà alla difesa australiana, piuttosto lenta e pesante.
La partita ha visto un avvio fulmineo del Setterosa che si è portato ben presto in vantaggio di tre gol, poi
l' Australia ha gradatamente recuperato, grazie soprattutto alla prestanza fisica delle sue gioca trici,
raggiungendo il pareggio e poi passando anche a condurre sul 6­5. Ma l' Italia non si è mai disunita,
mantenendo sempre concentrazione e lucidità fino ad arrivare alle concitate ed emozionanti battute
conclusive.
La Gorlero, la Garibotti, la Tabani e la Pome ri sono state le migliori tra le azzurre, ma tutte si sono
espresse su alti livelli.
E dopo la facile vittoria sul Brasile, che praticamente non aveva potuto dare indicazioni sulla reale
consistenza dell' Italdonne, questo successo sull' Australia ha mostrato che la nostra nazionale
femminile ha tutte le carte in regola per dire la sua e che le medaglie di bronzo mondiali ed europee
delle quali giustamente si fregia, non le ha ottenute per caso.
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Chiaramente soddisfatto Fabio Conti. «Grande partita che abbiamo vinto con spirito di sacrificio e intel
ligenza tattica ­ afferma il ct azzurro ­. Ottima la difesa, ma in tutte le zone del campo la squadra ha fatto
bene, giocando con intensità, ma anche con lucidità. E questo ci ha permesso di superare una squadra
molto forte, anche sul piano fisico, tenace e dotata di buone individualità, certamente destinata a fare
cose importanti. Adesso dobbiamo continuare così perchè questo è lo spirito giusto, ma dobbiamo
mantenere i piedi per terra, sapendo comunque di essere sempre in grado di ben figurare».
Adesso il Setterosa guida da solo ed a punteggio pieno il girone A e domani tornerà in vasca alle 15,20
(ora italiana) per incontrare la Russia con diretta tv su Raisport 1.
Oggi torna in vasca invece il Settebello di Sandro Campagna nel suo terzo match del torneo olim pico.
Alle 15,20 (ora italiana) affronterà la Croazia (diretta tv su Raisport1) in un incontro decisivo per il
primato del girone B, guidato dagli azzurri in a punteggio pieno dopo le vittotie su Spagna, Francia e
Montenegro.
ITALIA ­AUSTRALIA 8­7 (4­2 0­1 2­3 2­1) ITALIA: Gorlero, Tabani 1, Gari botti 3, Queirolo 1, Radicchi,
Aiello, Di Mario, Bianconi 1, Emmolo 1, Pomeri 1, Cotti, Frassinetti, Te ani. All. Conti.
AUSTRALIA: Yanitsas, Beadsworth, Buckling, Lincoln Smith, Gofers, Knox 1, Webster 2 (1 rig.), Mc
Ghie, Arancini 1, Southern 2, Bishop 1, Zagame, Wakefield. All. Mc Fadden.
ARBITRI: Margeta (Solvenia) e Molnar (Ungheria).
NOTE. Superiorità numeriche: Italia 6­9, Australia 3­8; espulse nel quarto tempo per limite di falli
Radicchi e Beadsworth e per proteste Southern; spettatori 1.500 circa.
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Andare oltre Schwazer La rivoluzione parte da Rio
Da Phelps in giù, gli atleti alzano la voce: basta dopati ai Giochi
Pena, tutto ruota intorno a questa parola, che
in quattro lettere racchiude punizione e
dispiacere.
Non c' è nessun godimento nel vedere Alex
Schwazer fermato a poche ore dalla 20 km, la
prima tappa della sua marcia olimpica. Gli
innocentisti inondano il web con la loro
indignazione, mentre i colpevolisti considerano
quasi mite la sospensione per 8 anni. Cercare
di far discutere gli uni con gli altri è più difficile
che dialogare con un armadillo: forti di una
corazza di verità indubitabili, si barricano
dietro le reciproche certezze.
L' unico dato certo con cui confrontarsi resta il
provvedimento del Tas: fino a prova contraria,
Schwazer è un dopato recidivo e del suo caso
ora si occuperà la giustizia ordinaria.
Supporto psicologico Non è però nelle stanze
delle procure e nelle aule dei tribunali che Alex
può trovare quel supporto di cui ora ha
bisogno: i tempi di un procedimento penale
sono così dilatati che per un eventuale epilogo
bisognerà attendere anni.
I più cinici hanno detto che per completare il
copione hollywoodiano di questa storia l' unica
cosa che manca è un tentativo di suicidio.
Da più parti è stato agitato lo spettro di Marco
Pantani, ma in questo caso la situazione è ben
diversa, perché Schwazer non è solo e le
persone intorno a lui, a partire dal suo tecnico Sandro Donati e da don Luigi Ciotti, non hanno nessuna
intenzione di abbandonarlo. Forse la cosa più utile da fare, per un recupero dell' uomo e un rapido
ritorno a una vita normale, è aiutare Schwazer a trovare un lavoro. Non comparsate in televisione né
apparizioni sotto i riflettori, ripetendo sempre le stesse cose: una sovraesposizione del genere non
gioverebbe ad Alex e, soprattutto, non gli permetterebbe di andare oltre.
Referendum Non deve essere solo Schwazer a guardare avanti, ma tutto lo sport. I Giochi di Rio
passeranno alla storia per la disparità di trattamento riservata agli atleti. Per esempio, una campionessa
come Ye lena Isinbayeva è stata trattata pure peggio di Schwazer: la zarina del salto con l' asta si è
trovata esclusa dall' Olimpiade senza aver neppure fallito un controllo antidoping, ostracizzata per il
solo fatto di essere russa. E uscendo dall' atletica, i differenti metri di giudizio sono stati ancora più
stridenti da uno sport all' altro.
Chiusi questi Giochi il Comitato olimpico internazionale non può continuare nel proprio atteggiamento
pilatesco, demandando ad altri le decisioni. «È triste per il nuoto e per lo sport» così Michael Phelps ha
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commentato l' argento di Yulia Efimova in vasca, mentre Camille Lacourt ha strappato risate amare
parlando di «pipì viola» per il cinese Sun Yang.
Inutile far finta di niente: gli atleti puliti sono stanchi di vedere gli ex dopati ai Giochi e non hanno più
paura di dirlo apertamente. Perché non fare un referendum dentro al Villaggio per scoprire quanti sono
favorevoli all' esclusione definitiva dalle Olimpiadi di chi si dopa? I dirigenti hanno forse paura a lasciar
decidere chi lo sport lo fa? Se la squalifica a vita appare troppo dura, almeno si può partire da qui.
Altrimenti a Tokyo 2020 l' acqua delle piscine potrebbe assumere colorazioni molto più inquietanti di
quella di Rio.
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