oltrelaporta - Azione Cattolica Italiana

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areafamigliaevita
#oltrelaporta
genitori per
2017
Venghino,
signori venghino…
La misericordia di Dio per accogliere e perdonare tutti ha bisogno di ognuno di noi. L’abbraccio
benedicente di Dio si fa realmente presente attraverso l’accoglienza che riusciamo a dare alle persone
soprattutto a quelle in difficoltà.
Massimo e Mary sono una coppia da 25 anni ma sposati da uno. Vivono a Taranto, hanno tre figli e
una nipotina. La loro è una storia di misericordia: Massimo per sei anni e mezzo è stato in carcere, in ogni
parte d’Italia e Mary lo ha sempre aspettato. Il video che vi proponiamo è il racconto della loro vicenda
tradotta in due lettere: la prima di Massimo a Mary e la seconda la risposta di quest’ultima al marito.
Suggeriamo all’animatore di leggere le lettere durante la proiezione per dare più enfasi alle parole (naturalmente una voce maschile e una femminile).
Al termine della proiezione potremmo distribuire dei foglietti in cui ognuno possa scrivere quale tipo di porta si
sente in quel momento e quali sono le situazioni che bussano alla sua porta. (alla fine del video sono riportati degli
esempi).
Video #oltrelaporta– testimonianza famiglia Delli Noci
https://www.youtube.com/watch?v=Pi9l88HvaMc
La rete del trapezista
dal Vangelo secondo Matteo (9,9-13)
Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse:
«Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani
e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai
suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo,
disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire:
Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Il sì che dà la vita
Il nostro sì, il nostro dare la vita ci rende totalmente liberi per amare tutti con cuore indiviso, come Gesù.
Nella vita di fraternità non diventiamo mai dipendenti dall’amore degli altri, diventiamo dipendenti
dall’amore di Dio.
Qualunque dipendenza ci limita e ci rattrista, la libertà del cuore rallegra la nostra vita e ci apre al servizio
gratuito.
Dipendiamo solo dall’amore di Dio perché da lui impariamo ad amare con gratuità, senza aspettarci nulla
in cambio se non la gioia di fare felici gli altri.
Tristezze e paure di cui è pieno il mondo affliggono anche tante persone che scelgono di dare la vita.
Non basta dire sì una volta per sempre, e poi chiuderci nel nostro sì. Occorre puntare sull’amore che è
nuovo ogni giorno.
Il sì è sì se dà la vita, se crea vita intorno proprio come una nuova continua creazione.
Il sì è vero se si supera, se ci aiuta a dare un senso alla vita sempre.
Il sì ci rimette in discussione ogni giorno perché l’orgoglio non ci renda impenetrabili, perché l’arroganza
e la superbia non spadroneggino.
Desidero che ognuno cerchi di capire se il suo sì sta portando vita o paura, vita o morte.
Il sì è sì se attrae altri sì, il sì è sì se diventa bene per quelli che ci avvicinano.
I nostri sì sono sì se danno speranza e gioia, ma dobbiamo avere la severità e l’ironia per capire a cosa sta
servendo il nostro sì.
Il sì è sì se sa dire come Maria «Eccomi!».
Sempre, in ogni momento, questo sì ci unisce all’amore di Dio e al servizio del prossimo.
!
da “La gioia di rispondere sì” (Ernesto Olivero)
Le schede potranno essere scaricate dal sito dell’Azione Cattolica Italiana all’interno della sezione dedicata all’Area Famiglia e Vita
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Il nostro commento
La chiamata di Matteo, o meglio la sua risposta, è un brano che non sempre riusciamo a capire perché
rispondere positivamente a questo “seguimi” in maniera così totale è difficile. A volte pensiamo anche
che questi “sì totali” siano cose da preti e suore e non per noi. Tutti, invece, siamo chiamati a questa
totalità che passa attraverso alcuni momenti in cui doniamo tutto noi stessi. E’ un sì totale quando lasciamo da parte ogni cosa che abbiamo da fare per giocare con i nostri figli o accompagnarli per tutto il
pomeriggio a una partita esultando con loro per la bella gara, quando li sosteniamo nei compiti, ascoltiamo le loro brutte giornate, ccettiamo le loro scelte anche se noi avremmo fatto diversamente. Ogni volta
che un nostro sì crea vita buona abbiamo seguito il Signore. Questi due brani ci invitano inoltre a non
scandalizzarci dei frutti di bene che arrivano da quelle persone che non riteniamo degne. Il bene può
venire da ogni parte. Se vale per noi che riusciremo a portare frutti buoni nonostante i nostri peccati, vale
anche per tutti coloro che aprono la porta a Gesù e lo accoglieranno. Porteranno frutto e ognuno di noi
è chiamato a gioirne.
Rullo di tamburi
Si, Signore
Ogni volta che un uomo,
una donna,
dice di sì al Signore,
nella terra di Dio entra un seme
e tutto l’universo
aspetta con impazienza
di perdersi con gli occhi in quel fiore,
di vedere il frutto, di gustarne il sapore.
Oggi con il tuo sì
stai facendo sussultare di attesa
l’universo intero.
Oggi i poveri, gli scoraggiati, sussultano
perché avranno uno sguardo per loro,
la loro voce ascoltata,
una mano da stringere, una casa.
Ogni volta che un sì sale al Signore,
incondizionato e per sempre,
il Signore di tutti i tempi
ha sulla terra nuove mani, un nuovo volto,
un nuovo sorriso.
Ernesto Olivero
Si accendano le luci sulla pista
La ricetta che suggeriamo per questa scheda è “il risotto alla marinara”, piatto molto presente sulle
tavole pugliesi e molto apprezzata dai protagonisti della storia proposta.
Taranto: ”città dei due mari” e Massimo un sub, salvato oltre che dall’amore della sua famiglia dal
desiderio di ritornare a lavorare nel suo amato mare.
Sappiamo che il risotto è l’unione di tanti chicchi di questo prezioso cereale e di tanti altri ingredienti che
solo se associati e preparati correttamente danno un buon risultato, un chicco di riso da solo non basta…
Proprio come la storia di Massimo e Mary: solo la loro unione, la forza dei figli, la scuola, la parrocchia (gli
ingredienti) hanno permesso loro di “uscire” dal tunnel dei problemi giudiziari e trovare Misericordia.
Per preparare un buon risotto si impiega tanto tempo proprio come quello trascorso per un completo
riscatto dei protagonisti. Tanti anni di pazienza, d’inquietudine ma anche di speranza.
Alla fine un buon piatto e… la fiducia nel futuro per ricominciare!
!
Ingredienti per 4 persone
• 400 gr di riso
• 200 gr di polpetti già puliti
• 150 gr di seppie
• 150 gr di calamari
• 150 gr di gamberi sgusciati
• 250 gr di cozze
• 250 gr di vongole
• 150 gr pomodori
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1 litro abbondante di brodo di pesce
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
1 mazzetto di prezzemolo (5 cucchiai se già tritato)
100 ml di vino bianco secco
6 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale q.b.
pepe se gradito
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Procedimento
• Fate spurgare le vongole mantenendole sott'acqua salata in un recipiente
per almeno un paio d'ore.
• Risciacquatele bene e ponetele a sgocciolare.
• Pulite le cozze dapprima spazzolandone i gusci, poi risciacquandole accuratamente sotto l'acqua.
• Riunite cozze e vongole in un tegame alto insieme a un cucchiaio di olio
e una spruzzata di prezzemolo.
• Coprite e lasciate che aprano le valve.
• Una volta aperte sgusciatele, potete tenerne una manciata da usare nel piatto per decorare.
• Filtrate e mantenete il liquido di cottura.
• Pulite e lavate i calamari e tagliateli ad anelli.
• Mondate pure le seppie e tagliatele a strisce.
• In un tegame mettete l'aglio schiacciato (che eliminerete dopo che si è imbiondito)
e il prezzemolo tritato con cinque cucchiai di olio extravergine di oliva.
• Fate rosolare le seppie i calamari e i piccoli polpi per circa 3 minuti mescolando bene.
• Aggiungete i pomodori tagliati un pizzico di sale e proseguite la cottura altri 5 minuti.
• Aggiungete un mestolo di brodo di pesce e fate asciugare a fiamma dolce.
• Unite i gamberi, le cozze, le vongole e il prezzemolo tritato continuando la cottura
per altri 2 minuti.
• In un’altra pentola mettete a imbiondire la cipolla tritata con un cucchiaio d'olio.
• Versate il riso e fatelo tostare.
• Bagnate col vino e fate evaporare.
• Aggiungete gradatamente al riso (man mano che tende ad asciugarsi durante la cottura)
prima il fondo di cottura dei frutti di mare, poi il brodo di pesce (bollente), sempre mescolando.
• Dopo una decina di minuti mescolate tutto e in base alla cottura del riso che viene utilizzato
spegnete il fuoco dopo qualche altro minuto.
• Regolate di sale, versate un filo di olio a crudo, mantecate e servite spruzzando
come tocco finale il prezzemolo (e il pepe se gradito)
!
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