In Ottobre a Bologna
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In Ottobre a Bologna
"Con ogni vera amicizia rafforziamo le basi su cui poggia la pace in tutto il mondo" Gandhi In Ottobre a Bologna Anno XX n.2 Giugno 2005 Spedizione in a.p. comma 20/c legge 662/96 Cagliari Domenica 9 ottobre 2005 a Bologna alle ore 9.30 è convocata l’Assemblea dei soci con il seguente ordine del giorno: presentazione discussione e votazione delle variazioni al Regolamento situazione Servas nazionale e internazionale proposte, interventi ed esperienze dei soci Il luogo preciso dell’Assemblea verrà dettagliato nel mese di settembre come indicato nell’articolo di Vito Fortezza e Fernanda Abiuso. (pag.2) Il Presidente Mario Burlando Ciao Achille! Quando un amico se ne va,ti chiedi per quanto sarai capace di ricordare il suo viso, le sue risate,il caldo buono del suo interesse sincero... Allora chiudi gli occhi e cerchi di trovare un angolo della memoria sicuro,ben protetto , in cui custodirne il ricordo. Poche immagini, ma capaci di rievocarne quella cordialita' spontanea,allegra, che ne faceva una bella persona, piena d'umanita' e di voglia di vivere. Ecco, questo e' quanto faro' ripensando all' amico Achille Toselli,un uomo conosciuto appena,ma quel che basta per sapere che il fargli visita (come era solito raccomandare, promettendoti magari una delle sue proverbiali scorazzate in mototocicletta lungo l'argine) sarebbe stato di sicuro una festa,una bella esperienza servas,ma soprattutto una lezione di vita. Ciao Achille,da me e da tutti quelli che continueranno a volerti bene… Antonella Zorzenon Siamo stati ospiti di Achille nella primavera del 2002; si era subito creato un rapporto particolare di stima ed affetto reciproco. Era stato molto colpito dalla nostra passione per le biciclette e per i viaggi in bici, tanto da ‘segnalarci’ in un articolo pubblicato qualche tempo fa dal giornalino Servas. Da allora ci siamo rivisti solamente una volta, qualche mese più tardi, al termine di un raduno ciclistico, sempre a Ferrara, ma non abbiamo mai smesso di sentirci e di mandarci cartoline. Per il 25 aprile avevamo chiesto se ci si poteva rivedere a Ferrara, ma seppur a malincuore aveva dovuto rinunciare per le precarie condizioni di salute. Grazie Achille per l’affetto che ci hai dimostrato! Francesco Manfredi e Paola Filippi Viaggio in Sud Africa Non è facile descrivere in poche righe un mese intenso di esperienze e di incontri Servas. Prima di comprare il biglietto e tracciare un itinerario, ho fatto un sondaggio sulle possibilità di accoglienza Servas e di ospitalità di più giorni a pagamento, fra Cape Town e Grahamstown. Ho spedito 16 email e 2 lettere postali, mi sono bastate 3 risposte per partire tranquilla. La più incoraggiante e utile è stata la proposta di Janine che vive a Grahamstown e ha una casetta a Wilderness (centinaia di Km più a ovest), dove vive il figlio con la compagna e dove poteva affittarmi una cameretta con l’uso del bagno e della cucina. Lei si trovava dal figlio a fine novembre, quindi, se fossi partita subito, avrei potuto poi andare in auto con lei fino a casa del marito. Con questo allettante invito, ho preso un aereo fino a George (Venezia - Francoforte - Johannesburg - George); all’aeroporto Janine mi aspettava; io indossavo la maglietta servas col bel disegno di Luvi. Ho dormito in un Bed & Breakfast a picco sull’oceano e per tre giorni Janine, disponibilissima,mi ha accompagnata a vedere luoghi e cose interessanti. (segue a pag.10) Assemblea SERVAS primavera 2005, Latina Un albergo di quelli recenti, ben messo e ben tenuto. Sabato 16, alle nove di mattina, arrivando in macchina da Napoli, troviamo l’autobus pronto a partire, quasi già completo, con Anna Flammini a terra che, lista alla mano, distribuisce gli ultimi posti e discute con l’autista dei dettagli del trasferimento, sotto un cielo grigio di nuvole. Inesorabile la partenza all’orario programmato, restiamo un poco attardati con la nostra automobile per fare qualche rapida visita ai bagni dell’albergo prima di metterci all’inseguimento dell’autobus, che non riacchiappiamo se non a Ninfa. Ninfa è la prima meta della gita, l’altra sarà il paesino medievale di Norma, che si vede dal parcheggio alzando la testa, affacciato dal ciglio della montagna a picco sulla pianura pontina. Ninfa, per chi non lo sapesse, è un giardino creato intorno ai ruderi di una cittadina prima romana, poi medioevale, un luogo pieno di acque sorgenti, con un lago, un fiume. La visita, in due gruppi, è cominciata sotto la pioggia che nel frattempo aveva cominciato a cadere. Il gruppo dove siamo capitati era condotto da una ragazza cubana, guida ufficiale, che ci ha introdotti in un luogo incantato, di torri diroccate, di rovine di chiese e palazzi, di mura di cinta, prorompente di piante, di fiori, rari o comuni, di ruscelli cristallini. (segue a pag.2) Rubriche Servas in Italia pag.2 Servas nel mondo " 5 pace " 8 viaggi " 9 bacheca " 16 siti utili " 16 2 Tutti a Bologna! Assemblea nazionale 8-9 ottobre 2005 Fernanda Abiuso e Vito Fortezza hanno il piacere di invitarvi a Bologna in occasione dell'Assemblea autunnale l'8 e il 9 ottobre 2005. Il programma e l'organizzazione sono ancora in itinere e la versione definitiva sarà disponibile dal 10 settembre sul sito www.servas.it, presso i coordinatori regionali e divulgata tramite posta elettronica. Nel frattempo vi comunichiamo che più o meno l'Assemblea si svolgerà così: Sabato mattina ore 9 - visite guidate per Bologna a gruppi - pranzo al circolo ARCI “La Fattoria” via Pirandello (Euro 14) Sabato pomeriggio (possibilità di servizio baby sitting 4-11 anni) ore 15 Laboratori in via Faenza, Q.re Savena (iscrizioni al momento): - rilassamento e meditazione yoga - Teatro dell'Oppresso - gruppo di discussione "Si fa presto a dire non violenza" - espressione con tamburi di tutto il mondo - laboratori teatrali sul Servas quotidiano - cena autogestita dai soci bolognesi presso la sala del quartiere Savena Dopocena - presentazione illustrata del libro di Carlo Scappaticci - animazione musicale ed esecuzioni ritmiche - brevi produzioni teatrali dei laboratori - Lettura di poesie su POTERE, PACE, GUERRA (se avete altro materiale da condividere, portatelo!) Domenica mattina (possibilità di servizio babysitting 4-11 anni) ore 9,30- Assemblea Nazionale - pranzo Vi ringraziamo per la disponibilità che mostrerete nel costruire insieme l'Assemblea soprattutto nei contenuti. Un gruppo, (I seminatori di Pace) già sta lavorando per raccogliere e organizzare i numerosi contributi che sono arrivati e aspetta di riceverne altri, soprattutto sulla disponibilità a condurre laboratori). L'ospitalità sarà organizzata presso i soci locali (circa 75 posti), in ostello (con una spesa di circa 15 euro) e in strutture alberghiere ( sui 35 euro). Gli alberghi, selezionati sul miglior prezzo, sono tutti in pieno centro storico, comodi rispetto alla stazione, con possibilità di un "buono" per parcheggio a 7 euro al giorno. - Albergo delle Drapperie (051 223955) singole: euro 54, doppie: 68, può aggiungere terzo letto, prenotare entro il 15/09 - Cavour (051 228111) singole: 60; doppie: 80; triple: 110, (prenotarsi entro 30/08, no barriere architettoniche, accettati animali), prenotarsi entro31/08. - Hotel University (051 229713) singola 74, doppie 98, tripla 120, prenotarsi entro31/08. Dal 1° al 15 settembre saranno aperte le iscrizioni. Dovete inviare il modulo di iscrizione compilato, per posta o per email ( scaricandolo dal sito), a Fernanda Abiuso Tel.051 6231241 email: [email protected] (H1 nella lista) Paolo Galeotti tel.051 352080 email: [email protected] (H10) Vito Fortezza tel. 0525 420093 email: [email protected] L'organizzazione si preoccuperà della prenotazione presso le famiglie e presso l'ostello. Per l'alloggio in albergo dovete pensarci voi entro i termini indicati. Vi aspettiamo presto, con tanta voglia di condividere il piacere e la ricchezza di stare tutti insieme. Da inviare per posta o email a Fernanda, Paolo o Vito Nome_________________Cognome_______________Indirizzo________________________ ____________________Tel. ___________________ socio __ simpatizzante __ dell’associazione SERVAS ITALIA intende partecipare all’assemblea Preferenze per la sistemazione (segnalare 1, 2 o 3 come prima, seconda o terza scelta): (1 - 2 - 3) ostello Sì ___ No___ /(1 -2 -3) famiglia Sì___No___/(1 -2 -3) Albergo Sì___No___ Cena dell’8 Sì___ No___ Partecipo alle visite proposte per il sabato mattina si__no__Partecipo ai laboratori sì___no___ Necessità particolari________________________________________ Arrivo in auto___ Treno___il______ N. persone adulte _____ n. bambini inferiori ai 7 anni ___ da 7 a 12 anni ___Servzio babysitting Sì__No__ Mi impegno a comunicare eventuali variazioni Firma _____________________________________ 3 Assemblea SERVAS di primavera "Un gruppo di simpatiche" all'Assemblea (Laboratorio di fotografia) Non è facile raccontare la ricchezza di eventi, di sensazioni vissute a Latina. L'assemblea doveva essere, nelle nostre intenzioni, un momento intenso di incontro, di confronto, di partecipazione tra noi soci, e penso che col contributo di tutti lo abbiamo realizzato. Purtroppo non posso parlare dell'uscita (un po' “inumidita”) a Ninfa e a Norma, il sabato mattina, poiché, purtroppo, eravamo in riunione come Comitato Esecutivo. Ma il sabato pomeriggio l'ho vissuto, sia pure da esterno, nei resoconti dei partecipanti e nei rapidi scorci incuriositi e discreti che ho rubato qua e là. Vi sono state 7 differenti attività: 1) -incontro tra coordinatori, local help e comitato esecutivo; 2) - Laboratorio di Fotografia:Il ritratto " Fotografare significa guardare e guardarsi nell'anima; lo sguardo di chi fotografa è sguardo verso l'altro ma è anche in se stesso. Perché non mettersi in gioco? Il laboratorio è stato condotto da Leonardo Forte 3) – Laboratorio di Bioenergia: In questo workshop Fernanda Abiuso ha aiutato i partecipanti, con l'aiuto degli strumenti del Dialogo delle Voci, a scoprire quali impulsi fanno innamorare, arrabbiare o litigare, usando la danza, le parole e l'immaginazione. 4) -Gruppo di discussione sull'Identità del Servas: Il passato, Il presente (e futuro) e su Cosa è/cosa non è Servas: sono stati definiti i valori più condivisi, le aspettative sul futuro. (condotto da Francesco Boschi e da Luigi Uslenghi) 6) “SI FA PRESTO A DIRE NONVIOLENZA...” Gruppo di discussione e confronto condotto da Mario Aldovini. Alcuni resoconti di queste esperienze li potete leggere più avanti. Nel progettare questa assemblea ci siamo sforzati di trovare proposte di argomenti e modalità di lavoro che coinvolgessero più persone possibile con i loro interessi e capacità. Ce ne sono stati per tutti i gusti: di movimento, di espressione, di discussione. A me preme sottolineare che in questi ed altri momenti, come il divertentissimo dopo-cena, l'interessante e ricca di argomenti assemblea della domenica mattina, siamo stati tutti attori e e spettatori, anche i bambini, onorando così un elemento basilare della nonviolenza che è la partecipazione. Un grazie dunque a tutti quelli che si sono messi “in gioco”, ad incominciare da chi ha messo in comune alcune proprie competenze nella conduzione dei gruppi. Ci auguriamo, come Comitato Esecutivo, che anche le prossime assemblee vedano un sempre maggiore coinvolgimento attivo di tutti i soci per arricchire di contenuto e di valori il nostro essere “Servas”. Vito Fortezza Considerazioni sul Bilancio Il rendiconto economico del 2004 conferma l’andamento positivo della nostra associazione. Ciò che riteniamo importante sottolineare non è tanto che, dal punto di vista economico, il 2004 si sia chiuso con un saldo positivo tra entrate e uscite, ma soprattutto che la partecipazione dei soci e, specialmente dei coordinatori, è stata molto attiva. Ciò è evidenziato dalla crescita quantitativa dei soci e dall’aumento delle quote riscosse. I soci (PA+DH), tra il 2003 e il 2004, sono aumentati del 7%; considerato però che sono stati anche depennati circa un 10%, il numero effettivo dei nuovi soci, in un anno, è circa 200 e rappresenta un numero enorme rispetto agli anni passati. Il numero dei soci che hanno pagato la quota dell’anno 2004 è pari al 69%, proseguendo con questo ritmo (c’è sempre un notevole ritardo tra la riscossione delle quote e la loro contabilizzazione) si può ipotizzare che, per la prima volta, si raggiungerà, entro l’anno, la quota del 90% L’importo delle quote viene speso quasi integralmente per le attività istituzionali (rimborsi spese Coordinatori e membri del Comitato esecutivo, stampa e spedizione del notiziario e della lista, ecc.). E’ da sottolineare che quest’anno, dato che si è riusciti a risparmiare su alcune voci e che l’incontro nazionale di Genova è stato effettuato in pareggio, possiamo portare un avanzo nel 2005 di 585€, che verrà investito per attività di formazione e per supportare eventuali spese extra di incontri regionali o internazionali. E’ da sottolineare che, mentre in altre nazioni c’è stato un calo dei viaggiatori, quelli italiani sono aumentati nell’anno 2004 del 40%, rispetto al 2003, e del 76% sul 2000. Rispetto allo scorso anno il preventivo 2005 prevede alcune importanti novità: per la prima volta Servas Italia contribuisce alle spese di spedizione della lista di un paese estero, il Messico, e a nostro avviso questo costituisce un segnale importante di coesione e solidarietà fra paesi con diverse situazioni economiche. Le previsioni per il 2005 prevedono anche la possibilità di incontri di formazione fra coordinatori e local help di varie regioni e la predisposizione di un bollettino di conto corrente per il pagamento delle quote associative. Il bilancio consuntivo è disponibile sul sito www.servas.it Il Tesoriere Pino Ferrentino 4 Autoritratto e bellissima foto di Luigi (Laboratorio di fotografia) La nostra guida, con un accento vagamente esotico, ci ha raccontato della storia della città prima romana, poi decaduta e persa, poi recuperata dalla famiglia Caetani ed ora di proprietà di una fondazione che mantiene il giardino che vedevamo, girando per sentieri e vialetti immersi nel verde, e non era ancora piena primavera di fioritura. La pioggia, che ha continuato a cadere lungo tutto il percorso, a volte proprio battente, ha reso ancora più affascinante il cammino, noi tutti sotto una fioritura di ombrelli, facendo attenzione, dopo la raccomandazione iniziale della guida, a non disturbare troppo le fronde delle piante, mentre lei ci diceva che quella pianta si chiamava così e cosà, con la dizione in latino, e cosa avesse di speciale o di raro, e la pianta acquistava un nuovo fascino dopo averlo saputo. All’uscita, con gli occhi pieni di colori e di forme di foglie, di chiome di alberi, di trasparenze di acqua corrente in rivoli e canali, abbiamo affrontato la salita verso Norma. Dopo Ninfa, naturalmente, il paese è apparso privo di qualunque fascino; sì, casette medievali, stradine di pietra ed un posto dove si vedeva la pianura stendersi sotto e, proprio ai piedi dello strapiombo, la macchia alberata di Ninfa, che vista da fuori nascondeva molto bene i suoi tesori. Dopo il pranzo, ai gruppi di lavoro! La palma per garbo e simpatia al gruppo del laboratorio fotografico, condotto da Leonardo Forte, con l’aiuto di un videoproiettore. Leonardo ha fatto vedere una bella quantità di ritratti, partendo dai dagherrotipi di Nadar e finendo ai giorni nostri, di personaggi noti e di sconosciuti, per cercare di spiegare come si fa un ritratto, e come bisogna che sia fatto per interpretare la persona che sta davanti all’obiettivo della fotocamera, dietro la quale c’è l’occhio dell’altro attore della vicenda, il fotografo. Sei adulti e quattro bambini hanno seguito il seminario, per poi uscire con macchine varie a caccia di facce da riprendere negli ambienti dell’albergo. Una selezione dei risultati è stata poi mostrata a sera, dopo cena. Dalla stanza del laboratorio fotografico si è sentito qualche urlo corale venire da due sale più in là, dove Fernanda Abiuso stava tenendo un gruppo sulla Bioenergia, davanti ed insieme a più di venti persone, di cui solo tre uomini. Sul tenore del lavoro fatto da Fernanda si potrà leggere in un altro articolo su questo stesso giornale; non faccio alcun tentativo di riassumere. Sempre vicino, una stanza verde, se il laboratorio era nella sala gialla, o viceversa, ospitava un gruppo di lavoro risultante dalla fusione di due sottogruppi inizialmente separati sull’identità Servas e su Servas di più e meglio. Luigi Uslenghi e Francesco Boschi conducevano le attività, con tredici partecipanti, anche qui donne in schiacciante maggioranza numerica. Anche di questo gruppo si può leggere un resoconto, preparato da Francesco. Mario Aldovini ha coordinato la discussione di un altro gruppo, chiamato “Si fa presto a dire non violenza”, abbastanza partecipato, 17 persone, e con una distribuzione più bilanciata di genere (sei uomini). Quando, nel mio giro, ho raggiunto questo gruppo, ho visto che ognuno dei presenti aveva scritto il proprio nome su un striscia di carta, piegata in due di lungo e messa davanti a sé. La discussione mi è subito apparsa di buon livello, tant’è che mi sono fermato a parteciparvi direttamente. Quando sono arrivato si stava parlando dell’atteggiamento prevalente degli abitanti degli USA, grazie anche alla presenza di due soci statunitensi nel gruppo, parlanti un ottimo italiano, nei riguardi della vicenda di Terry Schiavo, la donna in stato vegetativo che per decisione di corti di giustizia è stata lasciata morire di morte naturale dopo aver disconnesso il sistema di alimentazione che la manteneva in vita. Mario aveva con sé una rivista americana, dove era stato pubblicato un articolo sull’argomento, con foto di gruppi di dimostranti contro la decisione di “staccare la spina”, in cui si vedeva una di queste persone mostrante un cartello con la scritta “You shall not murder”; ha fatto notare Mario come una tale scritta fosse un esempio di comunicazione violenta o aggressiva, apparendo non tanto come un invito a non uccidere, quanto piuttosto come un’imposizione senza diritto di replica di un proprio punto di vista, in nome di qualche autorità superiore di cui il portatore del messaggio rivendicava essere l’unico interprete. Gli amici americani hanno fatto notare come la situazione negli Stati Uniti sia oggi orientata verso un fondamentalismo cristiano assolutamente acritico ed intollerante, che ha già portato ad omicidi contro medici indicati come abortisti. Mario ha prodotto un documento, pubblicato su questo numero, in cui ha cercato di mettere in estrema sintesi le idee che ha portato in discussione nel gruppo, sulla non violenza come pratica non solo di azioni, ma anche di comunicazione. Chiusi in un’altra stanza ancora, i coordinatori regionali si sono persi tutto quanto per aver dovuto partecipare all’incontro indetto per loro e con loro dal Comitato Esecutivo. Domenica 17 aprile, assemblea generale. I momenti tipici dell’assemblea, come sempre, si sono dipanati secondo il filo ampiamente collaudato dell’esposizione dei dati di bilancio, snocciolati da Pino Ferrentino con ampia gestualità napoletana, e seguiti come sempre da un’attenzione apparentemente incongrua dalla platea, che a volte da l’impressione di seguire tutte quelle cifre più per rispetto del lavoro che si indovina dietro a quelle tabelle che per genuino interesse per i numeri, tanto, di Pino ci si fida, come ci si fidava di Mimma prima di lui. Quest’anno Mario Burlando ha fatto qualche prova di esposizione grafica dei dati di bilancio, occorre dire con buona riuscita, a riprova del detto che un’immagine vale più di mille parole. All’invito a prendere la parola sull’esposizione del bilancio, Luigi Uslenghi, e poteva mancare?, ha fatto qualche osservazione qua e là su qualche voce, facendo notare bonariamente che se qualche spesa c’è, è buon segno, l’associazione è viva e funziona. L’approvazione, alla bulgara, tutti favorevoli, nessuno contrario, nessun astenuto ed un applauso, forse liberatorio per aver tolto di mezzo un argomento barboso, hanno concluso la fase economica. Mario Aldovini è intervenuto per far notare quanto i risultati del laboratorio sulla non violenza si adattino anche al caso controverso si Servas International (vedi articoli di Claudio Pacchiega); in una discussione ciascuna delle parti non deve svuotare di senso le posizioni altrui, se partecipa con l’intenzione di arrivare ad una soluzione condivisa; A conclusione dell’assemblea, interessante l'intervento di un socio non vedente di Roma, che ha voluto ricordare sue esperienze per sottolineare come sia importante, per un socio Servas, non fornire solo indirizzi, supporto logistico, ma anche conoscenza, condivisione di esperienze. Un altro socio, di cui trovo segnato solo il nome Adriano, esorta a rispondere sempre alle richieste di viaggiatori, anche per dire no e riporta lo sgradevole contatto con viaggiatori che non scambiano né esperienze, né conoscenze, criticando l’uso dell’associazione come agenzia di viaggio, lamentela sentita fare puntualmente ad ogni assemblea, soprattutto riferita ai ragazzi americani. Latina, grazie dell’ospitalità e arrivederci. Renato Contillo 5 INCONTRO ALPE ADRIA 27 – 29 Maggio Tarcento (Friuli) IL’incontro “plurilaterale” di Alpe Adria 2005 è riuscito molto bene e ha avuto una partecipazione superiore alle edizioni precedenti; di tutto ciò dobbiamo ringraziare Alma Nimis, che si è data tanto da fare per organizzare, propagandare, coccolare, tutti i partecipanti provenienti da: Slovenia (2), Austria (3), Germania (1), Slovacchia (1), Croazia (1), una sessantina di soci di varie parti d’Italia (fin dalla Sardegna!) e una ventina di soci “locali”. Nazzareno, il gestore dell’ostello Europa di Tarcento (ottima ospitalità, potete vedere la foto del nostro incontro nel sito: ) ci ha accolti con un innato spirito “Servas” ovvero, disponibilità, cortesia, allegria; Sabato ci ha accompagnato a fare una bella passeggiata nei boschi e, dopo averci illustrato il territorio, ci ha condotto a tavola a gustare i prodotti locali e, nel pomeriggio, a visitare una cantina a Ramandolo, località di Nimis, famosa per la produzione di un vino dorato che ha ottenuto, giustamente, la denominazione d’origine controllata. Abbiamo controllato anche noi la qualità e, tutti convinti, abbiamo fatto provvista di enologici souvenir Sabato sera, utilizzando le ampie strutture, messe a disposizione dell’amministrazione comunale (il Centro Europeo "Luciano Ceschia", una ex caserma restaurata con i fondi della comunità europea) abbiamo potuto goderci un incontro conviviale “autogestito”. Dopo un concerto di un giovane e abile fisarmonicista e l’incontro con il sindaco di Tarcento, Vito Dalò ha dato l’avvio ad alcuni giochi riuscendo a coinvolgere tutti, adulti, bambini e anche il sindaco. Domenica mattina per dar modo di conoscere meglio il territorio ci si è suddivisi in due gruppi. Uno è andato a visitare Gemona e Tarcento, accompagnato da Gianna Vidoni, che si è prestata a illustrarci ciò che è rimasto e come sono risorti, in modalità diverse, questi due centri distrutti dal terremoto del 1976 Un altro gruppo è andato a visitare Civitale del Friuli, accompagnato da Laura Feletic che poi, per concludere la giornata, ci ha condotto a casa sua per una imprevista e godibilissima “cigliegiata” in presa diretta dall’albero. Mario Burlando alla libertà- durante i suoi numerosi soggiorni annuali, si incontrò con la realtà locale e maturò nuovi disegni per future iniziative, tra cui “Nevermore” per l’aiuto ai rifugiati. Ci conoscemmo in una di queste occasioni, e poi ci frequentammo. Peter fu più volte ospite a casa nostra (dove non disdegnò di lavare i piatti e di trafficare con piccole riparazioni domestiche secondo il suo stile), conobbe il neonato gruppo novarese di Amnesty International, che avevamo fondato poco prima, e scoprì Servas. Con la generosità di sempre accettò tra l’altro anche di partecipare -con un suo intervento e del tutto gratuitamente- alla Conferenza di Servas International organizzata a Roma nel maggio del 1986. Peter, amico caro In una notte di fine febbraio -in un ospedale di Oxford - un caro amico ci ha lasciati, dopo aver regalato a tutti noi i suoi intensi generosi profetici ottantatre anni. Si chiamava Peter Benenson ed è stato il fondatore di Annesty International. Nella sua casa di campagna nell’Oxfordshire -dove ha vissuto in questi ultimi anni- e dove trascorreva lunghi periodi anche in precedenza dividendo il suo tempo con la casa londinese, Peter ha avuto modo di offrire ospitalità -con la semplicità e la generosità che lo caratterizzava- anche ai curiosi viandanti Servas che avessero deciso di andarlo a trovare. Fortunati quei viaggiatori e sicuramente indimenticabili quegli incontri nel periodo durante il quale Peter , a partire dagli inizi degli anni ottanta, accettò di dare una risposta concreta alla proposta Servas nella quale si era imbattuto poco prima in Italia. L’humus ideale per questo incontro italiano fu il suo amore per un piccolo angolo di paradiso nostrano: il piccolo Lago d’Orta, dove Peter e la sua famiglia presero ad affittare un piccolo appartamento nella località di Pettenasco, proprio a pochi metri dalle tranquille acque del lago. Lì Peter –che nel 1961 aveva lanciato l’idea di un’amnistia per i prigionieri per motivi di opinione dopo aver letto un articolo in cui si denunciava l'arresto di due studenti in un caffé di Lisbona, “colpevoli” di aver fatto un brindisi Schivo e alieno da compromissioni sia pure formali con i potenti di turno, rifiutò sistematicamente le offerte di onorificenze ufficiali da parte dei vari governi inglesi che si sono susseguiti in questi ultimi quarant’anni. Ho qui davanti la sua ultima cartolina di Natale, inviataci pochi mesi fa: un ultimo piccolo ricordo di un grande uomo. «La vita di Benenson è stata un coraggioso testamento del suo impegno visionario di lottare contro l'ingiustizia nel mondo», ha detto Iren Khan, attuale Segretaria Generale di Amnesty «la sua eredità è un movimento mondiale per i diritti umani che non morirà mai». Convinto che l'opinione pubblica sia una grande forza quando esprime compatta la propria indignazione, Peter Benenson ebbe la grande intuizione di utilizzare i media allora disponibili, scrivendo un articolo per l' "Observer", intitolato "The Forgotten Prisoners"I prigionieri dimenticati . Questo articolo ed un servizio apparso su "Le Monde" lo stesso giorno annunciavano il lancio di una campagna annuale denominata "Appello per un'amnistia, 1961", il cui obbiettivo era ottenere un'amnistia per tutti coloro che erano in carcere per le loro opinioni politiche o religiose. Era l’inizio di “Amnesty International”. Nel dire “grazie” a un caro amico -anche di Servasnessuno di noi dimenticherà il suo sorriso, la sua inconfondibile voce, la sua disponibilità, la sua intelligente semplicità, la sua calda umanità, la sua profetica intuizione, la sua grande immaginazione. Luigi Uslenghi 6 Latina 2-8 aprile 2006 Conferenza Internazionale Se avete seguito il mio precedente articolo sul notiziario di marzo, potete avere una discreta idea della difficoltà della situazione internazionale. L'Italia sta già cooperando ad alcuni gruppi di preparazione dell'Assemblea. Anna Flammini è la nostra attuale portavoce nel gruppo di lavoro sul distant voting (voto a distanza), che appunto sta lavorando con teleconferenze, ecc. il nostro intero comitato esecutivo sta collaborando con il comitato organizzativo internazionale per gestire al meglio l'evento. Unteriori dettagli verranno forniti nell'edizione di quest'autunno. Vi sono tuttavia alcune novità e delucidazioni che è utile che i soci Italiani conoscano: 1) L'Italia si sta proponendo come possibile sede per ospitare la conferenza di Gennaio 2005, in alternativa alla Germania. La interessante esperienza di Latina a fine Maggio ci ha convinto che abbiamo le possibilità di organizzare un incontro di 80-100 persone in modo e f f i c a c e e t u t t o s o m m a t o p o c o c o s t o s o. 2) L'oggetto fondamentale della assemblea straordinaria di Gennaio 2006 è riassunto da questo grossolano elenco di punti: a) revisione dello statuto Lettera circolare sui primi 8 mesi delle mie attività in Servas international Cari amici in Servas, con questa lettera intermedia vorrei darvi alcune informazioni e notizie sul lavoro che ho svolto finora nel Comitato Esecutivo Internazionale, e comunicarvi alcuni progetti su cui stiamo lavorando. 1) Modulo di richiesta liste Sono contento di informarvi che più di 50 Paesi hanno finora risposto alla campagna di richiesta liste che è partita in Ottobre. Potete trovare dettagli su www.siexco.org, nella parte relativa all'hostlist coordinator. Voglio ringraziare tutto il gruppo "keylist" (vedi più sotto) per il loro importante sostegno in questa campagna. Queste persone sono autorizzate dal comitato esecutivo internazionale e sono parte sostanziale della "keylist" e sono pertanto pienamente qualificati ad accedere la keylist e contattare i Segretari Nazionali qualora sia necessario. 2) Liste Ricevute (fisicamente o in formato elettronico). Su:www.servas.org/siexco/index.php?title=Host_Lists_ received potete vedere l'elenco delle liste stampate che mi sono state recapitate nella mia casella postale. Attualmente sono circa 22 i Paesi che mi hanno mandato le loro liste stampate. Mancano ancora molti Paesi all'appello! Molti piccoli Paesi hanno deciso di fornire solo versioni elettroniche delle loro liste. Dall'inizio dell'anno abbiamo già raccolto almeno 24 liste elettroniche. Ogni paese è invitato a fornire una versione elettronica delle rispettive liste in modo da rendere più agevole la distribuzione. 3) La gestione della keylist e l'attivazione dei soci. Come sapete, da Settembre 2005 mi è stato affidato il coordinamento della keylist. Il lavoro che ne consegue è immenso e allo scopo di avere una lista aggiornata ed affidabile ho impostato un gruppo di lavoro "gruppo keylist" composto da Laura Ragucci, Uwe Federer, Omer Ozkan, con il supporto di Roberto Borenstein e Harald Seiffert. Il mio progetto è di continuare a decentrare le modifiche dei dati in modo da coinvolgere in prima persona i Coordinatori di Area e tutti i Segretari Nazionali o persone delegate in modo che le modifiche possano essere fatte alla bisogna evitando tutti i colli di bottiglia dovuti alla centralizzazione. Se trovate qualcosa di sbagliato nella keylist scrivete una email a [email protected]. Il procedimento di attivazione nuovi utenti sul sito www.servas.org è anche stato oggetto di studio nel tentativo di semplificarlo in modo che le persone possano ottenere l'accesso al sito in modo più semplice, garantendo al contempo le necessarie cautele di riservatezza e privacy. Per altre informazioni su questo progetto potete navigare b) gestione del voto a distanza c) elezione piena dei comitati. Lo scopo è quello di uscire dalla situazione di incertezza, sfiducia e conflittualità in cui si è attualmente. 3) L'Italia ha offerto in prima persona di contribuire alla definizione di un progetto di rifondazione di servas international basati su una organizzazione più decentrata e meno burocratica, come del resto aveva già fatto l'anno scorso per Barcellona. 4) Il comitato esecutivo ha deciso di finanziare attraverso progetti di "fratellanza" (buddy) altri Paesi che abbiano bisogno di assistenza finanziaria per la stampa delle liste. Stiamo in questi giorni aiutando direttamente il Messico, che ha richiesto un finanziamento di 700$ per stampare e inviare la loro lista. Altre iniziative simili saranno possibili. Sono inoltre anche un pochino emozionato nel comunicarvi che l'Italia, con più di 1700 membri è attualmente il Paese con la maggior quantità di porte aperte servas nel mondo. Il dato numerico di per sè è solo indicativo e non ha un valore morale particolare, ma nel caso italiano stiamo verificando che la vitalità e la propositività dei nostri membri sia a livello privato, locale che a livello internazionale stanno ponendoci come esperienza notevole ed interessante ed alternativa ad una visione burocratica e piatta di servas international. Claudio Pacchiega su www.servas.org/siexco/index.php?title=Key_List_Policies 4) Il sito web, "siexco", e forum Dopo le dimissioni dell'ict alla fine dell'anno scorso (Guido Bienhaus e Amir Levy), molti loro incarichi sono attualmente stati affidati dal comitato esecutivo internazionale a me e a Uwe Federer, essendo già da tempo coinvolti tecnicamente. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio, ma è comprensibile che il lavoro sia anche qui immenso, specie se in aggiunta agli altri incarichi che abbiamo sia a livello internazionale che locale. Abbiamo bisogno di persone competenti per sostenere la struttura. Comunque, negli ultimi mesi ho tentato di migliorare la comunicazione in servas international attraverso nuovi siti pubblicamente accessibili (www.siexco.org) e un forum discussione internazionale ( www.servasforum.org). Questi esperimenti sono notevoli, ma necessitano ancora di coordinamento ed integrazione. 5) Progetto "Comunicazione" In Gennaio molti hanno cominciato a chiedermi delle soluzioni tecnologiche che potessero migliorare la qualità della comunicazione in servas. Il sito ufficiale, la "vetrina" www.siexco.org, il forum di discussione aiutano in questa direzione, ma abbiamo bisogno di elaborare una strategia di comunicazione completa che sia fondata sul decentramente e sulla flessibilità. Ques'idea ha condotto alla proposta di un gruppo "editoriale" che possa aiutare nell'organizzare in modo adeguato e neutrale la mole di informazione nei vari strumenti fisici e virtuali in modo da migliorare la qualità di comunicare evitando sia un eccesso di controllo centrale che un flusso incontrollato e confuso di informazioni contraddittorie ed incomprensibili. Stiamo cercando di organizzare una conferenza per coagulare le persone interessate e fare in modo che questo progetto possa decollare. 6) Sviluppo dei Paesi servas e delle loro liste Sfortunatamente, a causa della presente difficile situazione in servas international, non sono riuscito a gestire in modo appropriato le necessità di aiuto su questo argomento, almeno dal punto di vista del finanziamento e/o del supporto effettivo. Alcuni sviluppi sono stati fatti, quasi esclusivamente utilizzando internet o strumenti elettronici, sono sicuro che qualora sia ripristinata una struttura di servas Internationa funzionale (con tutti i comitati essenziali come il comitato assegnazione fondi (DFC) o i revisori dei conti potremo finalmente utilizzare i nostri soldi e le nostre energie per coprire degnamente questo punto. In ultimo volevo ringraziare tutti voi in Servas per il vostro duro lavoro, la vostra cooperazione e pazienza. Il lavoro del "coordinatore delle liste" internazionale dipende fondamentalmente dai contributi individuali di tutti. Notate che questo documento è accettato dal comitato esecutivo internazionale e firmato anche da Geoff Maltby (Presidente di Servas International). Claudio Pacchiega SI Hostlist coordinator 7 MAPPA DELLE LISTE SERVAS 2005 NEL MONDO La postina che da 4 anni recapita a casa nostra le liste Servas è ormai esperta della nostra associazione. Le liste piccole sono messe direttamente nella cassetta. Le liste medie sono inserite aprendo la cassetta. Per i pacchi grandi, serve una telefonata e le andiamo a prendere direttamente alla posta. Comunque in ogni caso è sempre un’emozione l’arrivo di una lista, perché sappiamo il lavoro volontario che c’è dietro. Ecco comunque la mappa delle liste 2005 su carta che la postina ha recapitato: Australia, Autonomia Palestinese, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Egitto, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Israele, Guadalupa,Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Martinica,Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Regno Unito, Reunion,Slovacchia, Spagna, Sud Africa, Svezia, Svizzera, Turchia, Usa Al momento in cui scrivo l’articolo (15 maggio) siamo in attesa delle seguenti liste che sono certamente redatte entro l’estate, ma che al momento non sono ancora arrivate, per cui è ancora valida la versione 2004: Austria, Bosnia, Croazia, Danimarca, Filippine, Grecia, Groenlandia, Hong Kong, Indonesia, Lettonia, Lituania, Malaysia, Malta, Messico, Myanmar, Norvegia, Olanda, Perù, Polonia, Portogallo, Romania, Russia, Serbia, Singapore, Slovenia, Tailandia, Ungheria, Uruguay, Vietnam. Il successivo elenco riguarda le liste in formato elettronico che sono scaricabili dal sito o che arrivano DOVE E COME (QUARTA PUNTATA) Probabilmente la prossima frontiera delle relazione di viaggio sarà costituita dai “blog”. Il weblog è un diario in rete, un sito Internet molto semplificato, che permette di archiviare e pubblicare informazioni su Internet a costo zero! Un esempio è il blog di Beppe Grillo, ma ce ne sono ormai a milioni (anche poi se di fatto molti sono aperti, ma di fatto non sono operativi). Il mio blog relativo alle esplorazioni che faccio è …esplorabile collegandosi con http://explo.splinder.com Negli scorsi numeri di questa rubrica è stato riportato il sito delle cosiddette “pecore elettriche” di Daniele. Iscrivendosi al sito, si riceve via email un messaggio ogni volta che è inserito un aggiornamento: è così possibile seguire in tempo reale il giro del mondo del nostro socio vicentino in attesa che ritorni e che ci racconti direttamente la sua esperienza. Il problema di siti come questo è che si tratta di strutture relativamente complesse: per progettarle e per gestirle durante il viaggio occorrono competenze tecniche e tempo, che non tutti hanno. I blog sono invece sono molto semplici da gestire, possono essere aggiornati attraverso qualunque computer o Internet cafè. Oggi sono disponibili blog anche per fotografie e video Faccio qui un po’ di pubblicità per il mio blog fotografico, che contiene anche alcune immagini di esperienze Servas. L’ i n d i r i z z o è http://manfree.blogspot.com Insomma il blog permette di risolvere il problema delle relazioni di viaggio che normalmente o si fanno immediatamente finito il viaggio oppure …non si via email. Qui c’è da osservare che non esiste una regolarità nelle edizioni, ci sono frequenti update, insomma la situazione è in continua evoluzione. Argentina, Bermuda, Cina, Isole di Cook, Cuba, Egitto, Emirati Arabi, Fiji, Giordania, Islanda, Moldavia, Nuova Caledonia, Panama, Arabia Saudita, Samoa, Tahiti, Taiwan, Uzbekistan, Vanuatu, Infine quest’ultimo elenco comprende i paesi Servas di cui non è disponibile la lista, ma di cui si dispongono alcuni nominativi dei responsabili, che a volte sono anche gli unici soci Servas. In questo caso il riferimento d’obbligo è la cosiddetta keylist, la “lista delle liste”, un elenco delle persone chiave di Servas nel mondo, aggiornato in tempo reale, che quindi dovrebbe essere una fonte attendibile (anche qui però dipende sempre un po’ da paese a paese…) Algeria, Antille Olandesi, Armenia, Bangladesh, Barbados, Bolivia, Bosnia, Botswana, Butan, Camerun, Costa Rica, Etiopia, Gambia, Georgia, Giamaica, Guatemala, Haiti, Honduras, Kirghisistan, Mauritius, Nicaragua, Nigeria, Pakistan, Paraguay, Salvador, Senegal, Sri Lanka, Suriname, Togo, Trinidad e Tobago, Venezuela. Complessivamente al Centro di documentazione di S e r va s I t a l i a r i s u l t a n o a l m o m e n t o 1 0 8 “entità” Servas nel mondo. Si tratta ora da parte dei viaggiatori in partenza di verificare se le liste corrispondono alla realtà, segnalando errori, e collaborando per migliorare la situazione in futuro. E sempre con un ringraziamento a tutti coloro (compresa la postina) che con il loro lavoro rendono possibile questo grande sogno. Bruno Manfredi fanno più. E hanno l’indubbio vantaggio di essere assolutamente gratis! In attesa quindi dei prossimi Servas-blog, e di tutte le relazioni di viaggio estive, ecco i paesi che sono stati visitati da soci Servas negli ultimi mesi e le cui relazioni sono arrivate al Centro di documentazione di Servas Italia: -Austria - Belgio - Britain - Cambogia - Cina - Francia -India - Iran -Mongolia - Oman - Russia - Slovacchia - Spagna -Sud Africa - Turchia - Yemen Per avere informazioni e mettersi in contatto con i viaggiatori è sufficiente inviare un’email a [email protected] Arrivederci quindi alla prossima puntata, quando si parlerà di Skype, il programma che permette di comunicare gratis con tutto il mondo via computer e telefono. Bruno Manfredi P.S. a proposito di “gratis”, perché non date un’occhiata al mio blog dedicato a tutto quello che è gratis a Torino e non solo? Basta collegarsi con http://free.blog.excite.it 8 “…In un mondo in cui i militari sterminano i civili, non posso permettermi di parlare d’altro. In un mondo in cui un intero continente, fiero della propria cultura, e della propria civiltà, accetta che alla propria periferia gli esseri umani crepino di fame e si ammazzino a vicenda, ed in cui l’unica risposta di questo continente a tutto ciò è, anche da parte sua, ancora e sempre, violenza, in questo mondo non mi va di parlare d’altro. E così l’intera m’esistenza, ogni mio pensiero, ogni respiro, del giorno, ogni parola che esprimo, si indirizza verso quell’unico tema, ed è presente in un modo unico, come una voce sola e indirizzata contro tutto ciò che opprime. (dal discorso di Bilijana Sbrijanovic per il premio Ernst Tolker, 1999) Circa 17 anni fa, 1988, a Gerusalemme Ovest, 7 donne israeliane ebree, ogni venerdì, vestite di nero ed in silenzio, cominciarono a manifestare il loro dissenso verso la politica del proprio governo belligerante, che occupava i territori palestinesi ed opprimeva, con ogni sorta di abuso ed umiliazione, (come ancora oggi), il popolo palestinese. Da quel lontano 1988, è nato un ‘movimento’, ora diffuso in tutto il mondo. In Italia, la politica e la pratica delle Donne in Nero è arrivata molto presto, affiancando, con modalità ed iniziative anche proprie, la protesta di quelle donne che, di giorno in giorno, di settimana in settimana, crescevano e trovavano solidarietà in tutto il mondo. Successivamente, il ‘movimento’delle DiN, si è ampliato fino ad avversare qualsiasi guerra, qualsiasi conflitto armato ed ogni forma di violenza. Col loro ‘simbolico', scelto per ‘esorcizzare’ il lutto del ‘nero’, colore che è anche la somma di tutti gli altri, col silenzio, con le manine di ‘Fatima’ recanti brevi scritte contro tutte le occupazioni, hanno segnato le piazze dei luoghi difficili del mondo. Ma anche la principale pratica delle DiN si è concretizzata subito: attraversare i ‘confini’ dei luoghi difficili, dei luoghi devastati da guerre o da oppressioni, con i corpi che provano, ogni volta, a parlare col cuore ai soldati, davanti alle case per impedirne l’abbattimento, alle università per accompagnare studentesse e studenti, o nei campi al fianco dei contadini che, come in Palestina, rischiano la vita per recuperare olive dai propri alberi e per evitarne la distruzione. Ma ‘attraversare i confini’ è anche una sfida politica, è l’agire l’utopia di sostituirsi ad essi, è un tentativo di cominciare a costruire ‘ponti’ tra le parti in conflitto, è affermare la capacità delle donne di essere cittadine del mondo e rappresentare un’alternativa possibile, un futuro diverso. Agire i conflitti in una dimensione pacifica ma riconoscendo la realtà particolare delle donne che vi sono immerse, e che, insieme ai soggetti più ‘deboli’, ne pagano sempre il prezzo più alto, significa anche allearsi con quelle donne che , pure in condizioni drammatiche, rimangono capaci di opporre resistenza civile e politica con la forza della determinazione e della non violenza. Senza far rumore ma col silenzio assordante della loro presenza compatta, negli anni, le DiN hanno così provato a tessere una ‘diplomazia dal basso’, una diplomazia di donne che credono nella relazione e nel dialogo come base e forma privilegiata, non solo dei rapporti tra le persone, ma anche di ogni ‘politica’ a dimensione umana ed in qualsiasi contesto. Israele, Palestina, Territori dell’ex Yugoslavia, Kurdistan, Chiapas, India, Libano, Iraq, Columbia, Salvador, Nicaragua, Saharawi, Afghanistan,…ma anche nel ‘nostro’ più o meno vicino occidente, sempre più coinvolto, complice e quindi corresponsabile, dalla ‘guerra infinita’ che ci schiaccia l’anima e segna ormai il quotidiano di tutte/i noi. In particolare, nel Dicembre del 2001, è iniziato il progetto “Io donna, vado in Palestina”, per una presenza , a rotazione, di gruppi di donne, ‘in nero e non solo’, in Palestina ed Israele, dove “….il mondo dei potenti osserva complice la strage di chi rivendica il suo diritto alla vita, alla terra, alla libertà – come dice la nostra coordinatrice, Luisa Morgantini, europarlamentare e donna in nero-...Simbolicamente, proviamo quello che la Nazioni Unite dovrebbero fare: interporsi pacificamente in difesa degli inermi, cercare di impedire la violenza quotidiana, testimoniare la verità”. Oggi, qualcuno ancora ci chiede: “Come mai gruppi esclusivamente femminili? perché un movimento tutto ‘al femminile’?. “La risposta può riguardare due punti: le modalità di lavoro dei gruppi e le finalità - dice con molta semplicità e chiarezza la nostra amica napoletana, Renata Della Rovere, da sempre impegnata nella difesa delle lotte femministe e per la pace nel mondo. “Circa la differenza di modalità di funzionamento dei gruppi femminili rispetto a quelli misti, abbiamo detto e scritto tanto – mancanza di gerarchizzazione, interscambiabilità dei ruoli, accettazione delle differenze all’interno del gruppo …- Ma esistono motivi per restare separate, che attengono anche alle finalità? Pensiamo di sì, pensiamo che gli obiettivi che si vogliono raggiungere nel lungo termine, relativi al come vivere in una società di pace, siano diversi per noi in quanto donne e femministe. Non ci battiamo solo per l’assenza di guerre. Non ci occorre una società pacificata, in cui tuttavia le donne siano discriminate e l’indirizzo di vita corrisponda a rigide categorie maschili. I nostri obiettivi, che si vanno delineando nella lotta, devono fortemente condizionare le nostre pratiche quotidiane e le nostre scelte; l’ attenzione quindi deve essere riportata costantemente ad una politica di genere, che si riferisca alle donne come gruppo discriminato, rilevandone ed evidenziandone via via le esigenze. Non so quanto privilegiare le tematiche femminili sia davvero assunto da noi DIN come priorità. E’ evidente che farlo è a volte estremamente difficile, considerato che i luoghi che noi visitiamo sono territori in guerra, dove interi popoli vengono oppressi e annichiliti e dove le contraddizioni interne sono molteplici”. Tuttavia, organizzarsi come donne è una delle forme più efficaci di resistenza e di impegno, è uno dei contributi migliori che le donne possano dare alla causa comune della pace, è l'antidoto certo alla cultura militarista, al pensiero unico, alla globalizzazione neoliberista che produce disuguaglianza, povertà e violenza. Siamo infatti convinte che ogni guerra porti con sé, e/o rafforzi, i germi dell'autoritarismo e le relazioni di potere, comprese quelle che fondano il patriarcato. Ecco perché sosteniamo la necessità della presenza ai tavoli delle trattative tra le parti in conflitto, delle donne, perché capaci di cogliere opportunità e costruire progetti in cui, senza la rimozione delle differenze, si persegua l’arricchimento delle proprie e altrui identità e si traccino strade di pace. Erminia Romano 9 Servas a Mondolfiera Una nuova socia ha proposto una testimonianza di Servas a un incontro dell’associazione Mondolfiera a Villasanta, cittadina vicino a Monza. Dopo avere compreso (anche osservando il sito www.mondolfiera.it ) che Mondolfiera è un'associazione che opera sul territorio e che ha come direttrici l'uso del tempo (tra cui il turismo responsabile), l'uso del denaro (gruppi di acquisto e banca etica) e il bene comune (protezione civile, difesa del territorio, ecc.) abbiamo deciso, nel corso di una riunione mensile a Milano, di parteciparvi. Siamo stati ospiti della sede ARCI e , sebbene ci fosse quella sera una importante partita di calcio - come peraltro ormai succede spesso - era presente una cinquantina di persone. Il primo intervenuto della serata ha evidenziato l'importanza della gestione del proprio tempo, che è un ambito di libertà molto importante nella vita di ciascuno. e che è il caso di gestire con intelligenza e attenzione. Il successivo intervento ha riguardato la tematica del turismo responsabile:dell'ambiente, delle persone, della cultura locale, ecc. Come associazione che realizza il turismo responsabile è stata poi passata la parola al sottoscritto e a Giorgio Vinca, che abbiamo illustrato la storia di Servas, la sua connotazione pacifista, il suo ruolo di associazione dal turismo responsabile ante litteram (se così si può dire ) e la sua natura di organizzazione a livello sia internazionale che italiano. Abbiamo poi illustrato, anche per alleggerire il tono della serata, alcune situazioni in cui ci si può trovare come viaggiatori e come ospitanti nei vari paesi. Abbiamo infine invitato i presenti a leggere ed a prendere il nostro depliant illustrativo, indicando le modalità per iscriversi a SERVAS. E' stata una serata stimolante. Ci siamo resi conto che Servas rappresenta un esempio "storico " per parecchie associazioni che sorgono ora nell'ambito del volontariato e ci sentiamo un po' gli antesignani, che possono offrire consigli alle nuove associazioni ... Mario Arosio Buone vacanze!! Siamo nel periodo dell’anno in cui più che mai il popolo migratore Servas prende il volo verso nuove mete, volti e culture da conoscere e apre le proprie porte a viaggiatori desiderosi di conoscenza; ci ritroveremo a Bologna a ottobre e vi aspetterò con i vostri bagagli di esperienze traboccanti di novità, idee ed emozioni da condividere sul notiziario. Io sarò in Texas per la maggior parte dell’estate, ma sarò sempre raggiungibile per email. Vi ringrazio ancora per la collaborazione e i contributi sempre più ricchi e numerosi che inviate. A presto!! Maria Gloria Viaggio in Florida Durante l’incontro internazionale di Barcellona nel luglio 2004 abbiamo incontrato tanti simpatici soci provenienti da tutto il mondo e siamo state invitate in USA, Nepal, Sud Africa, Australia, ecc. Per le feste di Natale abbiamo scelto la Florida e lì, per tre settimane, da Miami alla Georgia, dalle Bahamas a Key west, abbiamo scorrazzato in allegria, conosciuto persone interessanti, visitato luoghi suggestivi grazie soprattutto agli amici Servas che ci hanno accolte con simpatia e generosità. Il 16 dicembre 2004 eravamo in volo verso Miami ove Richard e Jean ci attendevano. Con la loro grande automobile siamo arrivati a Royal Palm Beach, nella loro residenza, una grande, bella casa ove siamo rimaste per una decina di giorni. Il clima tiepido, grandi spazi verdi… Le giornate trascorse con Richard e Jean, ultrasettantenni, molto giovanili e amanti dell’Italia perché i loro genitori erano italiani, erano allegre e spensierate, le loro poche parole italiane, reminiscenze di genitori abruzzesi e siciliani, imbastite con l’americano producevano una lingua comica per cui, specie la sera dopo cena, si rideva a crepapelle e si cantava spensieratamente. (…) Ci ha colpito molto la vitalità delle persone anziane, specialmente le donne presenti dappertutto e pronte ad aiutarti nelle stazioni ferroviarie, nei big storse e anche nei caselli autostradali. La loro vita sociale è intensa e abbiamo ammirato coppiette di novantenni che si scambiavano affettuosità come adolescenti. Abbiamo fatto tante gite: una minicrociera alle isole Bahamas, abbiamo visitato Cape Canaveral con il suo centro spaziale che si estende su una superficie di 340km quadrati… Dopo Palm Beach ci siamo recate a St.Augustine, la più antica città d’America (ndr. del nord) ove Joe e Sally ci hanno accolte con simpatia e vero spirito Servas. (…) Dalla spiaggetta privata siamo andate in canoa a visitare degli isolotti che luccicavano sotto i raggi del sole che tramontava. Un incanto!! La notte di Capodanno l’abbiamo trascorsa con questi cari amici di St.Augustine, ove abbiamo partecipato a una Marcia per la Pace manifestando in maniera dignitosa la disapprovazione per le spese missilistiche e per la guerra. Buddisti, cristiani ed ebrei davanti a King’s Bay, base militare navale; abbiamo cantato e pregato s c o r t a t i d a l l a p o l i z i a , t u t t i u n i t i e r i c c h i d i c o ra g g i o. M o m e n t o d av ve r o t o c c a n t e . (…) Il ritorno in Italia dopo tre settimane di vagabondaggio è stato un po’ duro ma sulla nostra pelle è rimasto il calore della bella Florida e la gioia di avere conosciuto tanti bei luoghi e tanta gente diversa da noi ma tanto amabile. Pina e Alma 10 Viaggio in Sud Africa (segue dalla Prima Pagina)La mattina del quarto giorno siamo partite verso est e, con tre tappe turistiche, siamo arrivate verso sera a Grahamstown, dove siamo state accolte da tre cani saltellanti, tre gatti e da Eddie, il marito, che aveva preparato una saporita cena tipica a base di carne, spezie strane e verdure. Ho dormito in una baracca di legno in giardino, dove, al posto degli attrezzi, ci sono due letti e alcuni attaccapanni. Sono stata tre giorni con loro; due mattine ho giocato a golf con Eddie, che il pomeriggio mi ha fatto visitare la città e l’università dove ha insegnato per anni, mi ha parlato dei problemi delle scuole locali, della difficoltà di trovare insegnanti preparati, delle scarsissime probabilità che hanno i poveri, di solito neri, a superare l’esame di ammissione all’università, perché le scuole pubbliche, da essi frequentate, non sono all’altezza delle private. Abbiamo fatto un giro in macchina anche nella township: una baraccopoli lontano dal centro cittadino, dove vivono i poveri, e sono tutti neri, in catapecchie di cartoni e lamiere o casette di due stanze in muratura costruite dal governo, una vicinissima all’altra senza una piazza, una chiesa, una scuola, un centro sanitario, neanche un prato verde per le mucche affamate. Eddie e Janine hanno costruito un secondo recinto sulla strada per chiudere anche la fascia di prato demaniale davanti alla loro casa, perché i poveri vi portavano di notte la mucca a pascolare. Ora le mucche hanno imparato la strada e vengono in città da sole di giorno, le ho viste anch’io rischiare la vita sotto un’auto per un filo d’erba che nella township non cresce. Il venerdì mattina Janine doveva andare dai genitori a Port Elizabeth e così mi ha accompagnata all’aeroporto, dove ho ritirato l’auto a noleggio per proseguire il mio viaggio da sola. Erano passati parecchi anni dalla mia ultima esperienza di guida a sinistra ed ero preoccupata, ma è stato molto utile stare di fianco a Janine i primi giorni per abituare l’occhio e per ascoltare i suoi consigli su alcuni segnali stradali e abitudini locali nella guida. Ho trascorso il fine settimana con Ed e Pauline, che avevano risposto affermativamente alla mia mail. Ammiro l’accoglienza che mi hanno fatto, la naturalezza con cui ognuno ha seguito il proprio lavoro o passatempo, lasciandomi libera e nello stesso tempo partecipe. C’è sempre molto da imparare incontrando nuove persone e ancor più dai Servas. La domenica mattina mi hanno accompagnata nei punti panoramici su uno dei due alti promontori che chiudono la laguna; qui si ammirano le acque ribollenti dell’oceano da un lato e quelle tranquille solcate da imbarcazioni verso l’interno. Ho così visto posti magnifici fuori degli itinerari turistici e sono stata contenta di aver rimandato la gita organizzata sul versante di fronte alla baia. Ed e Pauline mi hanno proposto un cambio di casa per il prossimo Natale dal 17 Dic. al 17 Gen., offrono l’intera villa al pianoterra con soggiorno, cucina, due o tre camere, due bagni, e anche l’auto. Dei due cani e gatti si occuperebbe la mamma che vive di fianco, con entrata indipendente. Ho fatto presente che io ho un mini appartamento, ma per loro è sufficiente come punto d’appoggio da cui poi visitare il resto d’Italia. Passo voce fra i Servas che possano essere interessati e che abitino in una città più comoda di Belluno per gli spostamenti. Il lunedì mattina con la mia city car Volkswagen sono andata a casa di Philip, il figlio di Janine a Wilderness East, una zona veramente selvaggia; la casetta è proprio l’ultima prima della boscaglia. Vi sono rimasta sei giorni, secondo gli accordi e il pagamento in euro già fatti con Janine, che si preparava ad una vacanza in Europa. L’accomodation non era delle migliori per le porte pressoché inesistenti, per le centinaia di vermi che hanno invaso tutte le stanze nei primi due giorni di pioggia, per le infiltrazioni d’acqua nella mia camera e, attraverso un tavolato di legno, nel salotto sottostante. Ci si organizza e ci si abitua a tutto; passavo molto tempo fuori casa. Sono stata a George a trovare Gail, che non aveva posto per me in quei giorni, ma che era contenta di incontrarmi. Abbiamo trascorso la giornata assieme chiacchierando: mi ha raccontato la storia della sua vita e dei suoi matrimoni. Era la terza coppia servas che conoscevo e tutte alla seconda esperienza matrimoniale, felici delle loro scelte, con un po’ di confusione a volte tra i figli, ma tutti grandi e più o meno indipendenti. Il terzo accordo fatto via e-mail dall’Italia era con Alette di Hermanus, che mi metteva a disposizione, a pagamento, una camera e un piccolo studio, con entrata indipendente dal resto della sua villetta. Sapevo che lei sarebbe stata assente e avrei ricevuto la chiave dalla sorella. Non avevo perciò fretta di arrivare e ho deviato verso sud per strade sterrate e polverose fino a raggiungere la parte più meridionale del continente africano: il capo Agulhas. Ho dormito ad Arniston, un grazioso centro turistico, molto frequentato in quel periodo. Hermanus è un’elegante cittadina su una fascia pianeggiante fra gli scogli e i monti ricoperti da una fitta vegetazione tipica della costa sudafricana, fyinbos in Afrikaans. Sia sulla montagna che sopra la scogliera, sono stati aperti dei sentieri per molti chilometri, fra cespugli variopinti; da settembre a ottobre si possono vedere le balene che vengono dal sud a partorire nelle acque meno fredde della vasta insenatura. Appena arrivata, ho telefonato a Marlene che mi ha dato appuntamento per la mattina dopo. E’ venuta a prendermi, mi ha accompagnata in centro, mi ha fatto vedere l’ufficio postale, l’internet cafè, il supermercato e quanto poteva essermi utile. Come già mi aveva scritto, stava aspettando parenti per Natale. In altri mesi ospita volentieri, con uso di cucina, anche per periodi lunghi con rimborso spese. Peccato che fumi. Prima di riprendere il mio viaggio, ho aspettato il ritorno di Alette il venerdì pomeriggio. Saputo che avevo dedicato la mia attenzione soprattutto al mare e al golf, ha voluto che andassimo subito verso i monti, in un parco protetto con meravigliosi colori in grandi macchie. Mi ha poi fatto vedere “la panca di famiglia” lungo il sentiero sul mare. Avevo già notato che le panchine pubbliche hanno una targa con nomi e a volte dediche a persone defunte. (Non fiori, ma opere di bene). Anche la famiglia Rousseau ha voluto ricordare i suoi cari proprio sul promontorio dove la nonna portava i nipotini a giocare. La sera ho cenato con lei e una sua amica a base di assaggi di cibi locali; il più interessante era un pasticcio di carne con waterblonnetjie bredie (Aponogeton). Il mio viaggio continua verso ovest; a Fish Hoek mi aspettava Irene nella sua casa ad un piano, dentro un lotto racchiuso da mura. Mi ha colpito come alcune sue osservazioni, interrogativi sull’ambiente locale umano collimassero con i miei. Si è offerta di accompagnarmi con la sua macchina a visitare la penisola del Capo di Buona Speranza Avrebbe voluto che mi fermassi di più o che tornassi da lei, ma non potevo cambiare i programmi: dovevo restituire l’auto il giorno dopo e andare da Gwen e Glen, che mi aspettavano. La prima giornata a Cape Town l’ho trascorsa con June, day host; è venuta a prendermi con l’auto a casa, mi ha accompagnata in centro a visitare il castello di Buona Speranza; abbiamo pranzato assieme in un posto tranquillo, da lei suggerito. 11 Tutti i Servas incontrati conoscono e ammirano Gwen, una vera porta aperta a tutti. Il primo impatto in casa è stato sconcertante per lo sporco e il disordine in ogni stanza, in particolare in cucina. Dopo cena mi sono offerta per lavare i piatti, ma prima dovevano essere leccati dai cani; la stessa raccomandazione ha ricevuto la sera dopo la nuora appena arrivata con la famiglia. Ero un po’ preoccupata per la mia salute intestinale, ma in compenso ho conosciuto due persone meravigliose, che trascurano il tran-tran della casa per dare valore alle persone e all’arte. Glen ogni mattina spalmava di margarina fette di pane e preparava tazze di caffé per i mendicanti sui gradini della porta; era sempre attento a che io non mi annoiassi, mi ha fatto vedere il laboratorio di ceramica dove la moglie crea cose meravigliose, mi ha proposto di andare a passeggiare con i cani sulle pendici del Table Mountain, insegnandomi nomi locali e scientifici di piante e animali. Gwen è minuta, agile, sempre in movimento come se l’età non le pesasse; dietro il suo sorriso, la sua discreta attenzione ai bisogni altrui, nasconde una grande ricchezza e forza interiore. Il suo modo di essere mi richiamava Madre Teresa di Calcutta. L’ultima tappa Servas è stata da Phyllis e David Carter in un “appartamento”, di solito occupato da uno studente. Mi sono fermata una sola sera, perché non c’era l’occasione di stare con loro e neppure sicurezza e comodità per i trasporti. Mi sono trasferita per gli ultimi due giorni in centro e ho potuto così vivere la città anche la sera, fino alle nove, nella zona pedonale dove ho ascoltato un concerto natalizio del coro Opera House di Cape Town: una trentina di cantanti neri e bianchi hanno trasformato Jingle Bell in un coro degno dell’Aida. Denis, una storia da raccontare Istituto Nazionale di Ricerca e Formazione….). “Denis ed io -racconta ancora Alessandra- ci siamo scritti, con qualche intervallo, da allora fino ad oggi. Anche quando era in clandestinità mi scriveva e mi dava indicazioni sempre diverse sull’indirizzo a cui inviare la mia risposta, per evitare problemi”. Era così nata e si era rafforzata nel tempo una straordinaria amicizia che spinse Alessandra a coinvolgere altri amici di Amnesty, come Linda, Alberto, Gabriella, Annalisa, Valeria, Antonio, alcuni dei quali attivi anche in Servas. Tutti insieme decisero con entusiasmo di voler conoscere di persona l’amico lontano del Benin. Così nel 2002 concretizzarono un viaggio di scoperta, conoscenza, amicizia in quel paese e furono accolti da Denis all’aeroporto di Cotonou, visitando quel paese, e riportando a casa immagini, impressioni, racconti da condividere e soprattutto portando la determinazione di fare di tutto affinché anche Denis potesse conoscere il nostro paese. Un primo invito nel 2003 andò a vuoto: il visto non fu concesso nonostante tutte le garanzie portate a sostegno della richiesta. Grande delusione ma anche ra d d o p p i a t a d e t e r m i n a z i o n e a r i t e n t a r e . Così il secondo invito -con tutto il burocratico fardello che sempre comporta- è andato invece a buon fine, con il “miracolo” di Denis, qui, a sorriderci cercando di memorizzare nomi e volti dei tanti amici che gli si stringono attorno. Il seguito è tutta una storia che coinvolge Servas in prima persona con l’incontro multietnico nella casa di Rita ad Ameno, sul lago d’Orta, e quindi con il “giro d’ Italia” per far conoscere un poco del nostro paese a Denis -approvato nel frattempo come viaggiatore Servas- con l’ospitalità -oltre che a Novara da Alessandra- a Venezia, Firenze, Roma, Napoli nelle case di Barbara, Carla, Marta, Maria Concetta, Maria e Franz, accompagnato “coralmente” per tutto il viaggio da Annalisa e Marcello e -a turno di volta in volta - anche da Alessandra, Antonio, Marina, Graziella. E’ una bella storia di amicizia, che -attraverso Amnesty International- ha permesso ad un amico africano di essere ospitato dalle “porte aperte” Servas italiane: evento quanto mai raro e difficile nell’ingiusta ripartizione delle possibilità di conoscere, incontrare, visitare, viaggiare, tra nord e sud del mondo esemplificata nel concetto: “noi” possiamo andare ovunque( o quasi), “loro” no. “Denis, viaggiatore Servas”, è così non solo una bella storia vissuta da raccontare, ma anche un tema quanto mai aperto per Servas. Un tema da affrontare e approfondire per permettere ancora di vivere e raccontare storie come questa. Luigi Uslenghi Denis è lì, tutto sorridente, a stringere le mani di questo gruppo di amici - soprattutto giovani- che in questo raccolto appartamento di Novara sono convenuti a tributargli il benvenuto: benvenuto qui, benvenuto in Italia, benvenuto comunque dopo tanti mesi di sofferti sforzi per ottenere il sospirato visto di entrata nel nostro paese. ’appartamento è quello di Maria Alessandra e lui, il sorridente ospite, è Denis, appena arrivato dal Benin. E’ una storia da raccontare con le parole, con gli occhi sorridenti di questo straordinario ospite africano, con il cuore e la determinazione di Alessandra e degli amici del Gruppo di Amnesty International di Novara, ed anche con l’attiva complicità di Servas. Negli anni tra il 1980 e il 1983 –come racconta Alessandra- il neonato Gruppo Amnesty 46 di Novara ricevette come caso di adozione quello di Issifou, uno studente del Benin arrestato senza accusa né processo in seguito a manifestazioni pacifiche. Allora era dittatore Kerekou, la stessa persona che oggi è presidente eletto dopo «ÊlibereÊ» elezioni. Come era normale in un caso di adozione, i soci del Gruppo di Amnesty e con loro molti amici, simpatizzanti ed anche studenti delle superiori , rivolsero molti appelli alle autorità del Benin per chiedere la liberazione di Issifou. I soci del Gruppo, però, potevano anche corrispondere direttamente con il loro prigioniero e inviargli lettere, cartoline ed anche pacchi con medicinali e generi di prima necessità. “Ad un certo punto Issifou –prosegue Alessandra che è stata coordinatrice del Gruppo novarese di Amnesty International ed è socia Servas da diversi anni- ci ha chiesto di corrispondere anche con altri suoi amici, che erano in prigione con lui, per le stesse ragioni. Io ho aderito alla sua richiesta e ho cominciato a scrivere a Denis, un nome scelto a caso in un elenco. Issifou, Denis ed altri, dopo cinque anni di detenzione, sono scappati dalla prigione e si sono dati alla clandestinità. So che Denis ha trascorso 6 anni nascondendosi. In Benin abbiamo visto i manifesti con la foto sua e di altri studenti, ricercati vivi o morti dalla polizia”. Quando è cambiato il regime e c’è stata un’amnistia, Denis ha ripreso gradualmente la sua vita. Si è laureato in legge, è diventato insegnante di diritto, si è sposato ed è ora padre di tre figlie. E’ anche attivamente impegnato in politica e in molte attività sociali di volontariato (Lega per i Diritti dei Popoli – Chiara Calabrò (Belluno) 12 News da Daniele Binaghi Rieccomi a voi, cari consoci del SERVAS Italia. Sono sempre io, Daniele, il viaggiatore che alcuni mesi fa vi aveva salutati dall'Asia. Nel frattempo, ho visitato l'Oceania, ed alcuni stati del SudPacifico, raggiungendo infine l'America del Sud (ora mi trovo a Pucon, in Cile, qualche centinaio di chilometri a sud di Santiago). E' un anno che sono in giro (ho festeggiato giusto un paio di giorni fa l'anniversario), ed il mio diario nel sito delle pecorElettriche (sito rinnovato, rinvenibile ora all'indirizzo ) si sta allungando a dismisura; sto lavorando all'inserimento delle fotografie, con l'aiuto di alcuni amici italiani, ma ne ho scattate talmente tante che la cosa risulta più difficile di quel che pensavo... Ma veniamo alla parte che più vi interessa qui: SERVAS nel mondo. Ho potuto conoscere vari australiani, mentre in Nuova Zelanda (avendo noleggiato un minivan con due ragazze irlandesi ed avendo utilizzato la rete di contatti esperantista) non ho avuto occasione di incontrare nessuno. Dalle isole Fiji e Cook ho ricevuto risposte ed informazioni, ma dato che le visitavo durante il periodo delle lunghe vacanze natalizie non ho potuto godere di ospitalitá in quanto gli ospiti erano già occupati con decine di parenti. Infine, qui in Sud America ho conosciuto il responsabile cileno, che mi ha cortesemente dato la lista del suo paese, anche se fino ora non ho potuto incontrare nessuno perchè la maggior parte si trova in Santiago o nel nord, mentre io ho visitato la Patagonia per anticipare i rigori invernali. Australia, dunque: sotto Fremantle, nel Western Australia, la signora Margareth, di età Barcellona Ogni volta che viviamo un’esperienza SERVAS, sia come ospiti sia come ospitanti, ci sembra più bella della precedente e consolida sempre il nostro senso di appartenenza a quest’organizzazione. Lo scorso mese di marzo e’ stato abbastanza interessante e movimentato: siamo andati a Barcellona accolti da amici Servas spagnoli ed è stato un’esperienza bella ed arricchente; al ritorno, abbiamo ospitato dapprima Raul e Carolina, una giovane e simpatica coppia uruguaiana, con cui abbiamo continuato a parlare, come a Barcellona, un divertente e comprensibilissimo miscuglio di italiano e spagnolo e, dopo un paio di giorni, Joseph e Gilly, una vitalissima coppia di belgi che, sebbene più maturi, non sono stati certo meno ricchi di interessi e di entusiasmo degli ospiti che li hanno preceduti, esternando grandi doti comunicative. Con Jos e Gilly abbiamo legato molto e siamo stati molto bene insieme per ben 5 giorni: li abbiamo invitati a restare tutto il tempo che volevano, come spesso facciamo fisica molto alta ma spirituale uguale alla mia mi ha non solo ospitato, ma persino scorrazzato in giro sul suo 4 ruote nuovo di zecca per un finesettimana lungo alla scoperta di alberi giganteschi, di ponti scavati nella roccia, e di villaggi piccoli ma fieri; nel Northern Territory, a Darwin, l'ex poliziotto Alan ha issato la bandiera italiana sulla facciata della sua casa per darmi il benvenuto, e mi ha ospitato per una settimana insieme ad una coppia di tedeschi; durante la permanenza, ho avuto modo di partecipare alla periodica (bimestrale?) riunione dei soci SERVAS della zona, e devo dire che sono discreti viaggiatori (sì, ok, non sono alla mia altezza, ma d'altro canto io sono 1,92...), almeno a giudicare dalle esperienze che si scambiavano; sempre nello stesso Territorio, quasi all'ingresso della Cathrine Gorge una famigliola di tedeschi ha ospitato me ed i due tipi con cui viaggiavo, mettendoci a disposizione un ottimo luogo per accamparci, col fiume limpido che scorreva vicino (al proposito, devo dire che da quelle parti non vedono di buon occhio i soci che non possono dare disponibilità di un tetto, per dormire; io ho trovato invece che anche un prato per la tenda ed un po' di gentilezza sono ottime credenziali); a Canberra ho provato, scrivendo un paio di volte a tutti quelli nella lista, senza ricevere risposta (l'unica risposta che ho ricevuto è stata quella piccata di uno dei silenziosi, quando ho inviato un terzo messaggio facendo notare che era poco utili inserirsi nelle liste se poi non si prende la briga neppure di rispondere in modo negativo... ditemi quel che volete, ma resto della stessa opinione, e il fatto che dopo più di 4 mesi nessun'altro mi abbia ancora risposto mostra che non ho così tanto torto); in Tasmania, infine, ho trovato ben due famiglie che contemporaneamente si sono offerte di ospitarmi a Launceston (una l'ho visitata, mentre ho approfittato della cortesia dell'altra per visitare il museo ed il planetario di cui sono curatori). Bilancio ben positivo, dunque. Un'ultima postilla: come spiegatomi dal coordinatore cileno, da queste parti è invalsa l'abitudine di portare la lista dell'ultimo paese visitato, e scambiarla con una del paese che si sta visitando (sistema più logico, a mio parere, di quello in uso in Italia, dove ho dovuto reinviare le liste usate in precedenza). Beh, che vi debbo dire? Io continuo il mio giro, se vi va potete leggere il mio diario (e, spero, presto vedere le foto) nel sito sopraccitato, o utilizzarlo per scrivermi. Vi mando un grande saluto, e vi invito a considerare di visitare i paesi colpiti dalla tsunami di dicembre perchè anche un visitatore può fare la differenza tra la disperazione e l'incoraggiamento. Hasta pronto, Daniele con gli ospiti con i quali si stabilisce un feeling particolare. Ciò ha permesso di conoscerci più a fondo, di parlare di arte, politica, cucina, esperienze di vita…. di tutto un po’, di andare in giro con loro per Napoli e dintorni il sabato e la domenica. Per il prossimo anno abbiamo in programma, grazie alla loro ospitalità, di trascorrere due settimane a Leuven, nelle Fiandre, per seguire un corso intensivo di lingua inglese.Il nostro viaggio a Barcellona, quando era ancora in fase di organizzazione, si presentava alquanto difficoltoso per la poca disponibilità di accoglienza ricevuta rispetto alle numerose e-mail inviate e telefonate effettuate con largo anticipo (mai come questa volta!) : solo 2 risposte positive! Finalmente si parteee….! Dopo una notte in albergo, siamo andati ospiti a casa di Patricia, un’energica dentista originaria di Tenerife, presso cui siamo rimasti i canonici due giorni, in occasione dei quali abbiamo conosciuto Mirentxu, una persona speciale……ma di lei vi parleremo dopo. (segue nella pagina accanto) 13 Siamo stati, poi, ospitati a Barbera del Vàllès, circa 20 km. dalla città, dove ci attendeva la “Sagrada Familia” di Louis, Montse e Meritxell. Sono stati dal primo momento molto calorosi con noi e noi con loro, anche Meritxell che, nonostante la sua giovane età, 17 a., è subito diventata nostra “amica” ed ha condiviso con noi molte cose, tra cui la nascente amicizia di Mirentxu ed il piacere di stare tutti e 4 insieme una domenica a casa di quest’ultima (ci aveva invitato a pranzo quando ci eravamo conosciuti e noi avevamo esteso l’invito anche a Meritxell) con gioia e spontaneità, ma anche con profondità ed emozione, come quando Mirentxu ha iniziato a raccontarci un po’ della sua non facile ma affascinante storia di vita. Siamo rimasti con questa famiglia per ben 5 giorni che sono volati; il giorno della partenza abbiamo avvertito, reciprocamente, un attimo di tristezza e di commozione…con la promessa di vederci ancora, chissà quando – li abbiamo esortati a venirci a trovare al più presto – e di tenerci in contatto per continuare e ravvivare la nostra amicizia anche se a distanza. Barcellona è una città dove si respira una bella atmosfera, la rambla o meglio las ramblas (la strada più famosa) è affollata ma il via vai è avvolgente, pieno di colori e armonia….è una città dove ci si sente subito a casa; è una città dove parli in italiano e ti rispondono in spagnolo capendosi perfettamente. Ma forse il sentirsi a casa, il comunicare, è merito delle persone che abbiamo conosciuto grazie a SERVAS. Quante persone del mondo hanno visitato Barcellona, hanno visto luoghi, mostre, musei, la rambla e forse con gli anni, qualcosa di quello che hanno visto lo hanno dimenticato; anche noi un giorno potremo dimenticare qualcosa o confonderla con un’altra cosa di un altro luogo ma le persone……quelle ti restano nel cuore. MIRENTXU un capitolo della nostra vacanza che merita un’attenzione particolare. Era stata invitata per la prima colazione da Patricia, l’abbiamo incontrata e ci ha subito affascinato per la sua carica vitale e umana. Ci ha poi invitati per quella stessa sera ad una conferenza sulla prevenzione all’uso di sostanze stupefacenti nell’età adolescenziale. Abbiamo trovato la cosa molto interessante e nonostante fosse condotta dalla stessa Mirentxu nella sua lingua, abbiamo partecipato con vivo interesse insieme ai genitori degli alunni della scuola. La serata si è conclusa con una cena in un ristorante tipico. Siamo passati, poi, allo scambio dei numeri di telefono ed indirizzi. Il giorno dopo, siamo stati invitati a pranzo a casa sua ed abbiamo passato tutto il resto della giornata piacevolmente insieme parlando di varie esperienze e approfondendo la conoscenza reciproca. In quella occasione ci ha parlato del suo paese di origine, San Sebastian della regione Basca in generale e del suo popolo. Abbiamo parlato a lungo dell’E.T.A. e dell’attentato che da pochi giorni aveva colpito Madrid, delle bugie del governo spagnolo e di come la Spagna intera aveva reagito a tale evento sanguinoso. Ci ha anche parlato della sua famiglia, delle sue esperienze passate, del faticoso lavoro che svolge da anni per le strade del suo quartiere nel tentare il recupero di ragazzi tossicodipendenti, del suo fortissimo credo religioso che professa con una profondità, un’autenticità ed une amore per il prossimo veramente al di fuori del comune. E ne abbiamo avuto prova vedendola interagire con le persone del quartiere popolare dove vive, El Carmelo, che lei ci ha fatto visitare, con l’intenzione di vedere anche il famoso Parque Guell di Antoni Gaudì che, nel frattempo, però, aveva già chiuso i battenti. Prima di lasciarci ha voluto offrirci con estrema generosità la sua casa per i giorni a venire, pur andando fuori Barcellona per lavoro e mostrando, in tal modo, di aver uno spirito Servas autentico e profondo, senza se e senza ma. Avevamo portato con noi Meritxell per farle conoscere questa persona così speciale e convinti che l’incontro con lei l’avrebbe interessata nonostante la sua giovane età. Quando siamo tornati a casa dai genitori, Meritxell era entusiasta della giornata trascorsa insieme ed ha detto alla madre di aver conosciuto una persona eccezionale, che non solo era Servas nell’animo ma lo era moltiplicato tre! Arguta la ragazza, nonostante la sua giovane età e molto matura. Naturalmente a Mirentxu abbiamo parlato a fondo di quest’organizzazione (che, seppur indirettamente, aveva permesso di incontrarci e conoscerci), della sua filosofia e delle nostre esperienze di ospitalità data e ricevuta. Lei è sembrata molto interessata ad entrarvi a far parte e Meritxell si è impegnata a fornirle il nominativo del coordinatore locale per il colloquio di ammissione. Speriamo che sia davvero entrata, nel frattempo, nella grande famiglia Servas o sia in procinto di farlo, perché lei è una di quelle persone che sono già “al servizio” degli altri, che la pace la portano dentro e la diffondono attorno a loro. Anche se il suo nome non è ancora scritto in nessuna lista SERVAS, lei lo è già, molto più di noi due messi insieme! Noi ci auguriamo e vi auguriamo di leggerlo prestissimo nella lista di Barcellona e, magari, ospitarla o essere ospitati. C r e d e t e , è ve ra m e n t e u n a p e r s o n a s p e c i a l e Gerardo Rinaldi ed Annamaria De Sanctis Viaggio nella Meuse "Va voir dans la Meuse si j'y suis"...l'insulto preferito dagli omini che abitano a Liegi...dicesi Meuse... il fiume che attraversa la città: ovviamente spero che non mi ci troviate,vorrebbe dire che non sarò riuscito ad ambientarmi un granché...sì, perché già all'arrivo il nostro fantozziano emigrante ecologista, con valigia in plexiglas, amante delle belle lande friulane e dei verdi paesaggi collinari giuliani illuminati da superbi tramonti, fu messo a dura prova: lasciata alle spalle l'industriale che di più non si puo, tipo ferriera per intenderci, Charleroi, si inoltrava verso est, verso la CCeMMania, fiducioso nell'approssimarsi alla sensibilità verde dei petit-shroeder, ma il grigio umido invernale del paesaggio Vallone non accennava a diminuire, finche la mazzata arrivo dura accompagnata da un sonoro...CAZZO!!!: dal finestrino del treno belga non più vigneti in fiore tra Gurisse e Monfalcon, non più petroliere nel golfo o sane zanfate in p.zza Goldoni(Trieste),bensì 3 dico 3 centrali nucleari una dietro l'altra, a colpire il nostro nel profondo dell'anima, fricchettona e rinnovabile come non lo è questo cazzo di atomo. Il nostro, preso atto dell'andazzo, prima di esprimere giudizi incazzosi saggiamente attende, e sbarcato a Liegi si mette alla ricerca di Louis, Clos Petrus Stevartius 2, 4000, Liege, Belgique, proprio il mio fidato socio servas: trovatolo e accasatosi il nostro piano piano si rilassa... Louis,gran chef belga sulla quarantina, giramondo disoccupato da vent'anni, lavora perciò in nero da vent’anni, come informatico, ma tre settimane fa ha trovato lavoro a mitemps (200euro piu 600 di sussidio di metà disoccupazione) come responsabile degli ateliers di cucina dell'aquilone, associazione teatral-musical-cultural-culinaria fondata da Nicola, siculo verace che non ho ancora avuto il piacere di conoscere...la casa di Lou-Lou, che poi è la mia visto che lui viene due volte la settimana a lavoricchiare e poi va dalla sua compagna, é su due piani, in un quartierino popolare vicino al centro, tra turchi e marocchini... casetta un po’ derelitta, infatti Gerard, altro quarantenne espatriato per 5 anni negli Abruzzi per storie di fumo, che si barcamena tra lavoro in nero e riparazioni idraulichefalegnameria e quant'altro, ieri è venuto a riparare i termosifoni e a fare l'entretien della caldaia, chiedendo in cambio assistenza informatica da Louis: il baratto è fatto...Gerard mi parla in italiano ed io non capisco una sega, poi mi dice che negli Abruzzi ha imparato solo il dialetto locale, quindi... poi riprende a parlare vallone, e io lo mando alla...Meuse. "Approche-toi à la Meuse...La Meuse: plus proche,ça serait trop...", ennesimo annuncio a sponsorizzare il giornale locale di centrodestra a Liegi,giornale che prende quindi il nome dal fiume che,partendo dal sud est della Francia e sfociando nel mare del nord, attraversa "l'ardente" città belga... Louis introduce dunque il nostro nella disoccupazione della industriale regione Vallone,e Ken Loach inevitabilmente affiora alla mente, ma l'ottimismo del nostro lo rispedisce nei fondali della...Meuse... Insomma, giudizio sospeso sulla, cosi la chiamano, ardente e cosmopolita Liegi, per via della fervente vita culturale, che per altro il nostro ha gia avuto modo di verificare alla casa Nicaragua, all'aquilone, al festival di Liegi, e con la cordialità della gente di questa città che è l'ultimo avamposto latino,oltre al quale solo...orrore...e la Meuse... Alors mes amis, à bientot, il sole ci riunirà in qualche sperduto angolo del pianeta...che non sia la ...Meuse...;) u carinho [email protected] 14 Da Berlino a Budapest Il viaggio in Germania è qualcosa che sognavamo di fare da oltre un anno ma, si sa, a volte gli impegni costringono a ridimensionare i progetti, e allora molte cose sfumano. Questa volta, invece, siamo riusciti a trovare il tempo per organizzarci e a costruire un itinerario immaginario che comprende anche incontri e lunghe chiacchierate con ospiti Servas. Prima tappa Berlino, che è un po’ come dire la nostra seconda casa: la conosciamo bene, abbiamo vissuto qui due mesi nella primavera del 2003, ci siamo tornati nel settembre dello stesso anno. La amiamo molto e uno dei nostri sogni è magari poterci vivere, un giorno. Pur avendo amici disposti ad ospitarci, questa volta abbiamo deciso di conoscere nuove persone, e da Napoli abbiamo preso accordi con due ragazzi Servas. Hanno 30 e 28 anni, siamo pressappoco coetanei. Arriviamo a casa di Jasper e Nina il 29 luglio, poco dopo l’ora di pranzo. Abitano a Friedrichshain, distretto una volta schiacciato contro il muro, a Berlino Est. Ci muoviamo in un ambiente a noi familiare (abbiamo vissuto non molto lontano da questi posti), ma l’incontro con i nostri due coetanei ci spinge a guardarlo con occhi diversi. I ragazzi sono molto simpatici. Jasper è uno storico dell’arte, mentre Nina si occupa di storia del teatro. Parlano correntemente inglese e spagnolo. Ci alterniamo tra l’inglese e i tentativi (di Serena) di parlare tedesco! Dopo aver scambiato quattro chiacchiere, decidiamo di uscire con Jasper (Nina è a casa che lavora). Prendiamo un caffelatte in un bar sulla riva della Spree, proprio dietro i resti di muro (noti come “East Side Gallery”) lungo Mühlenstraâe, dove quest’estate hanno sparso sabbia per ricreare l’atmosfera di una spiaggia! Poi facciamo una lunga passeggiata tra resti postindustriali lungo il fiume, accompagnati dallo scintillio dell’acqua al tramonto. Al ritorno, cena tutti insieme. Ci propongono poi di andare a bere qualcosa nei paraggi … sarebbe molto carino, ma siamo davvero troppo stanchi…!! Il giorno seguente, sempre con Jasper, visitiamo l’Hamburger Bahnhof, antica stazione ferroviaria che oggi ospita un museo d’arte contemporanea. Peccato che Nina sia partita (ma per un motivo quantomeno simpatico: deve partecipare a un torneo di frisbee a squadre in una località sul Mare del Nord). Durante il pomeriggio ci separiamo; la sera, cena al ristorante indiano sotto casa, poi a bere qualcosa al “Kaufbar”, lì a due passi: un bar, dove, appunto, tutto è “kaufbar”, cioè acquistabile, a prezzi ragionevoli – da una bottiglia di birra, ai bicchieri in cui stiamo bevendo, alle sedie su cui siamo seduti e da cui contempliamo le strade vivaci di Friedrichshain. Prima di partire, verso le dodici del giorno seguente, una bellissima ed emozionante parentesi: Jasper ci mostra un catalogo di opere realizzate da sua zia, una pittrice eclettica: è materiale che lui sta raccogliendo in vista di una pubblicazione. Jasper è davvero una persona interessante, e umanamente molto ricca. La seconda tappa del nostro viaggio è Lipsia, città a dir poco sorprendente. Ad aspettarci, la famiglia Weiâ, composta da Christina, Hans e dai due loro figli, Anton di cinque anni ed Helena di sette. Vivono a pochi minuti di tram dall’Hauptbahnhof, la più grande stazione di testa d’Europa, e la loro casa è quanto di più amichevole e accogliente si possa immaginare. Hanno anche un grande giardino nel quale è possibile campeggiare. Certo, è una visita Servas forse un po’ insolita: appena arrivati Hans ci lascia le chiavi di casa, l’abbonamento collettivo per i mezzi pubblici, e ci dice che possiamo fare come se fossimo a casa nostra. Insomma, possiamo mangiare, uscire e rientrare quando e come ci pare. Tutto bene: peccato però che, giocoforza, li vediamo davvero poco, a parte una colazione insieme, qualche chiacchiera coi bambini, e un’occasionale grigliata in giardino a cui partecipa tutto il vicinato. Ma Christina è molto occupata, sta organizzando un incontro internazionale tra rappresentanti di chiese diverse, quindi è sempre fuori casa oppure chiusa nel suo studio. Ma dicevamo di Lipsia, uno dei più interessanti centri dell’ex Germania Est. Città d’arte e… di svago! Col calar della notte, infatti, è come se Lipsia cambiasse pelle. Nelle strade intorno al Rathaus spuntano lucine colorate, tavolini, musica e una folla di giovani riempie le Kneipen e i locali. Davvero sorprendenti a Lipsia sono i passages, più belli di quelli di Parigi, e lo stile Art Nouveau che caratterizza diversi angoli del centro storico. Dopo Lipsia, partiamo per Erfurt, capitale della Turingia (forse, a parte Berlino, la città più interessante che abbiamo visitato in questo viaggio). Purtroppo non abbiamo trovato alcun Servas che potesse ospitarci, così passiamo tre notti in una pensione. Un giorno lo passiamo anche a Weimar, che dista quindici minuti di treno. La tappa successiva è Goslar, nella parte occidentale del Massiccio dell’Harz: è una splendida cittadina medievale, dalle case riccamente decorate di fregi colorati … purtroppo anche qui siamo costretti ad alloggiare in pensione: c’è una sola famiglia Servas che al momento non può accoglierci. Finalmente il 7 agosto arriviamo ad Amburgo, dove siamo ospiti di una giovane coppia, Dirk e Dagmar. Certo, due persone più diverse di così non sono facili da trovare insieme! Lui è pacato, parla a bassa voce, a tratti è taciturno e in altri momenti si anima. Fa domande che più dirette non si può (tra cui: “Per quanto tempo ancora dovrete sorbirvi Berlusconi in Italia”?) e con lui parliamo di tantissime cose, rimanendo a chiacchierare a lungo dopo una colazione a base di porridge di cereali e macedonia di frutta. Lei è piccola, svelta, sorridente e molto autoironica. Appena arrivati, Dirk e Dagmar si offrono di introdurci alla città e, dato che è sabato, ci propongono un programma estremamente interessante: toccare con mano la leggendaria vita notturna del quartiere di St. Pauli, sull’Elba. Tutti e quattro insieme, arriviamo a St. Pauli a piedi – la passeggiata è molto lunga ma ne vale la pena, perché attraversiamo diversi quartieri della città, che cambia gradualmente … e rimaniamo abbagliati dalle luci di Reeperbahn, storditi dalla confusione e a bocca aperta per l’energia di puro divertimento che si respira in strada e per la mera quantità e varietà umana delle persone che vediamo in giro. Ad Amburgo la vita notturna è davvero incredibilmente frenetica, è il trionfo del kitsch! Il pomeriggio seguente, dopo una mattinata trascorsa a girare da soli per l’Altstadt, Dirk e Dagmar ci accompagnano in auto a Blankenese, un quartiere arroccato su un gruppo di collinette che accompagnano il corso dell’Elba. E questo è solo uno degli angoli della città su cui le acque esercitano la loro magia. Sentire il rapporto viscerale tra Amburgo e il fiume è davvero un’esperienza magnifica. Il porto ribolle di vita e costituisce il centro di tutte le attività cittadine … Chi ci fa scoprire un altro angolo caratteristico di fiume è Johannes, il nostro secondo ospite. Con lui passiamo altri due giorni, e il secondo, dopo che noi abbiamo visitato la splendida Kunsthalle, andiamo insieme a Övelgönne, una spiaggia dove la gente si riunisce al tramonto e alla sera, bevendo un bicchiere di vino e guardando le luci del porto che sembra non finire mai. 15 Dopo Amburgo, è la volta di Lubecca. I nostri ospiti Servas, Silke e Reimar, hanno parecchi anni più di noi …! Ma ci troviamo davvero benissimo. Silke non sta molto bene, purtroppo: le è venuta una brutta tosse e non può uscire di casa. Fin dalla prima sera, invece, Reimer ci accompagna in giro per la città: ci tiene a farlo subito perché, secondo lui, non c’è momento in cui Lubecca è più bella che al calar della sera. E infatti gustiamo la morbidezza dell’aria, mentre i mattoni rossi delle sette chiese cittadine si infuocano contro il blu trasparente del cielo. Reimer ci racconta delle storie, e veniamo a sapere che a Lubecca circolano moltissime leggende e aneddoti divertenti sul Diavolo. Davvero, qui la Germania ci mostra un altro dei suoi innumerevoli volti. La mattina seguente, ci alziamo prestissimo e con Reimer si va a fare il bagno nel Baltico prima di colazione. L’acqua è gelata! Ma niente di più tonificante … Tornati a Berlino, trascorriamo sei giorni da Nora, un’amica che conosciamo già bene. Nora è una ragazza deliziosa! L’anno scorso abbiamo abitato insieme per quasi un mese. L’abbiamo conosciuta nel 2002 proprio attraverso Servas, quando lei ha trascorso qualche giorno a Napoli ed è stata nostra ospite. Da allora è nata una splendida amicizia. Ultima tappa del viaggio, che raggiungiamo in aereo Viaggio a Brussel dal 22 al 27 Marzo 2005 Abbiamo conosciuto Olivier e Sophie a Belluno 2 anni fa. Olivier è di origini Italiane ed ha una casa qui: suo nonno veniva da un paesino vicino Belluno. Ogni anno quando viene in vacanza con Sophie contatta noi Servas della provincia di Belluno per fare qualcosa insieme. L’estate scorsa siamo stati benissimo assieme così io e Loris abbiamo maturato il desiderio di andare a trovarli, più per passare qualche giorno in loro compagnia che incuriositi dal Belgio. Siamo partiti il 22, ci hanno accolto all’aeroporto e portati a casa, uno spazioso appartamento in centro a Brussel. Il giorno dopo abbiamo visitato la città camminando 10 ore!!!!! Olivier ci ha accompagnato il pomeriggio introducendoci ai posti più significativi della città, alle vetrine più chic delle cioccolaterie e alle birrerie più fornite! La sera siamo stati a cena presso un’associazione dove a turno si propone un menu e si cucina per tutti. Il ricavato sostiene gli artisti non ancora affermati della città. Il giorno seguente abbiamo visitato il museo degli strumenti musicali. Io sono musicista, Loris è liutaio…..non potevamo mancare questa visita. Il museo è interessantissimo, molto vasto e fornisce ai suoi da Berlino, è Budapest. Non siamo mai stati nella capitale ungherese e siamo molto curiosi. Andiamo a Budapest per un motivo preciso: il coro polifonico in cui io (Serena) canto deve tenere due concerti! E l’organizzatrice dei concerti è Mária, una simpaticissima Servas che è già stata nostra ospite a Napoli per due volte. E proprio per questo, oltre al coro, a Budapest è arrivata anche tutta la mia famiglia. Rivediamo anche con grandissimo piacere Annamária, figlia della nostra ospite, che parla un italiano perfetto …! La città si rivela una scoperta graduale. Non andiamo in giro quanto vorremmo (ci sono le prove del concerto!), ma Budapest ci appare subito come una metropoli dai mille volti, sospesa tra mondi diversi – ma soprattutto è una città dell’Europa dell’Est, oggi inserita in un circuito di trasformazioni continue che interagiscono con la sua ricca storia. Il 25 agosto voliamo alla volta di Roma. Siamo in giro da quasi un mese, abbiamo visitato luoghi vivi e straordinari e conosciuto o rivisto, attraverso Servas, molte persone speciali. Questo viaggio è stato un’esperienza che immaginavamo e cercavamo da tempo, e che ci ha arricchito come solo il viaggio può fare. Serena e Aldo ospiti delle cuffie tramite le quali si può ascoltare il suono di ciascuno strumento. Nel negozietto di musica accanto al museo abbiamo fatto incetta di cd e ci siamo diretti al mercatino delle pulci di Marroles, uno spaccato di varia umanità. Al pomeriggio visita al museo Orta, la casa dove egli stesso viveva e da lui progettata in splendido stile art-noveau. Alla sera Olivier e Sophie avevano organizzato in nostro onore una cena a casa loro con un sacco di amici Servas e non dai più diversi paesi ed io e Loris ci siamo un po’ vergognati di quanto poco conosciamo l’inglese rispetto agli altri, nessuno di madre lingua, ma tutti più veloci e bravi di noi. Nei giorni seguenti anche i nostri ospiti erano in ferie e siamo stati assieme. Abbiamo visitato Bruge e Gent. Sono due città molto diverse, ma ugualmente interessanti e affascinanti. Bruge è più piccola, un gioiellino, molto turistica e ben tenuta. Gent è una città a tutti gli effetti, molto vissuta con un sacco di giovani, ma con un’architattura mozza fiato………romanticissima! La sera Olivie e Sophie avevano prenotato una serata al circo. Un circo particolare con numeri fattibili in un teatro e non in un tendone, senza animali, basati solo sulla bravura dei protagonisti. Mai visto nulla di simile…..siamo tornati bimbi per una sera. Il giorno dopo altro giretto in centro a Brussel e, nel pomeriggio, siamo andati a Liegi, dove vivono i genitori di Olivier che ci hanno accolto e procurato 6 chili di cioccolata meravigliosa da una ditta che lavora vicino casa loro. Liegi è meno spettacolare, ma piacevole, con una larghissima zona pedonale piena di giovani a passeggio e qualche collina da scalare tramite centinaia di gradini. Abbiamo cenato in un ristorante greco in compagnia di due amici loro con le loro meravigliose bimbe. L’ultimo giorno, il giorno di Pasqua, siamo stati a Marsinelle, tristemente famosa per la tragedia della miniera nel ’56 e recentemente per il mostro. Siamo stati proprio alle miniere dove è attivo un museo che spiega tutto sulla tragedia, che rende omaggio ai tanti Italiani caduti. Loris ha ritrovato la medaglietta di un sul pro cugino morto in quella occasione. Al pomeriggio Olivier e Sophie ci hanno accompagnato all’aeroporto, non lontano, e ci siamo salutati con l’arrivederci a quest’estate a Belluno. Consigliamo vivamente a tutti un viaggio in Belgio, noi non ci aspettavamo grandi cose e siamo stati smentiti, ci sono tante cose da vedere e da fare e la gente è particolarmente aperta e amichevole. Pina 16 Incontro Servas Sardegna con ricetta stampato su carta riciclata Destinazione: Bretagna. Marina è una ragazza simpatica e cordiale; non fa parte di Servas ma sicuramente ne condividerebbe le finalità se conoscesse meglio la nostra associazione; è socia di una cooperativa che gestisce un bar ristorante a Mariano Comense che si chiama il Circolo. Risiede a Mariano Comense. Cerca compagni di viaggio. Ha una email [email protected] ed un telefono 3383421656 Benvenuta ADA!! Abbiamo una nuova socia Un nuovo socio ha pubblicato un libro (sempre a proposito di qualche giorno a Quinto di Treviso! di leccornie…) “A tavola con i monaci dell’Abbazia Auguri a Michela e Adriano! di Casamari”: non è un libro necessariamente pacifista… Auguri a ma è pur vero che la tavola spesso unisce e suggerisce Fernanda Abiuso e Andrea Careddu, scambi e discussioni favorendo il nascere di amicizie! Per informazioni: Carlo Scappaticci, vicolo Morelli 10, rispettivamente nuovi coordinatori di Emilia Romagna e Sardegna, Arpino, tel.0776 848471 3392910917, e ancora un grazie per il lavoro svolto [email protected] a Diana Padovani e Antonio Mura. RACCOLTA FOTO DEGLI INCONTRI SERVAS In tutti i nostri incontri Servas c’è sempre qualcuno che ha fatto molte foto ma ci sono molti che non ne hanno ricevuta neanche una. Dato che abbiamo un nostro socio, Leonardo Forte, che a Latina ci fatto un rapido corso di fotografia e che sa valorizzare le immagini, se inviamo a lui una copia delle nostre foto, Leo si è impegnato a scegliere le migliori di ogni incontro e a metterle insieme in un DVD che potrà essere messo a disposizione di tutti, ad una cifra minima per coprire le spese. Chi vuole partecipare a questa raccolta deve inviare un cdrom a: Leonardo Forte - Via Ciamarra 40 03100 Frosinone. Ogni gruppo di foto, deve essere archiviata in una cartella con: Titolo dell’incontro + anno Se avete anche foto fatte prima dell’avvento dell’era digitale, dovreste farle scannerizzare con una alta qualità in modo da poterle mettere su di un cdrom insieme alle altre. Mario Burlando siti utili www.unitedagainstracism.org è un network europeo che si occupa della lotta a nazionalismi, razzismo, fascismo e sostiene migranti e rifugiati politici. Comprende 560 organizzazioni di 49 diversi paesi europei. Il sito è in inglese, francese e tedesco. Per i ciclisti che volessero sperimentare nuove forme di accoglienza ecco un’organizzazione simile alla nostra, ma più specifica: www.rogergravel.com/wsl/vh_a.html www.volunteeringafrica.org Parte del Movimento DRH, sigla scandinava per “Den reisende Hogskole”, “La scuola del popolo viaggiatore”, il College sperimentale di KwaZulu è una scuola creata su basi estremamente alternative rispetto ai tradizionali metodi utilizzati nelle scuole pubbliche del resto del mondo. L’idea è che si impari viaggiando, conoscendo persone di culture diverse e condividendo la vita quotidiana. Sempre a proposito di viaggi: da poco ho ricevuto un viaggiatore che aveva messo sul web la sua lettera di viaggio scannerizzate; forse procurerò un mal di testa ai patiti della privacy, ma credo sia un’idea geniale per evitare di perdere un documento così prezioso e al tempo stesso un’ottima occasione per chi ci ospita di “leggerci” in anticipo. Ecco alcuni siti che offrono la possibilità di creare un blog: cos’è? Una specie di diario online (spero nessun fanatico della privacy sia cardiopatico…) in cui condividere con chi ci leggerà le nostre esperienze di viaggio. Vengono offerti in tutte le salse e da chiunque: tiscali, virgilio… ecc. Vedi: http://blog.tiscali.it o cercate blog nei vari motori di ricerca. (vedi anche l’utilissimo blog di Bruno Manfredi, segnalato nella rubrica Servas nel mondo) Quadrimestrale dell’Associazione Servas Porte Aperte Anno XX numero 2 Giugno 2005 Direttore responsabile Massimo Sechi Proprietario Luigi Uslenghi Comitato di redazione Maria Gloria Borsa (responsabile informazione CE Servas) Mario Arosio Renato Contillo Floriana Pagano Marco Stoppa Luigi Uslenghi Redazione Largo Budapest 9/c 07100 Sassari email: [email protected] tel.079218038 Stampa Stampacolor s.r.l. Grafico Editoriale Zona Industriale Cap.3 Muros tel. 079 345999 Registrazione Tribunale di Milano n.452 del 21 settembre 1985 In caso di mancato recapito inviare a: CPO SASSARI PER RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI Il 1° maggio una brigata dei Servas ha scelto una località campestre, con festa annessa, per l’incontro annuale. Bancarelle, clima estivo, età variabili dai venti agli ottanta, torte e tortini, per vegetariani e omniveri, chiacchere e discorsi seri, una radice di albero che ha messo a dura prova l’equilibrio di molti, e tante, tante felicissime zanzare che, con il miglior spirito Servas, abbiamo generosamente nutrito. Nomina del coordinatore (Andrea Careddu), foto di gruppo, applausi, una festa nella festa. Quindi in collegamento diretto dalle grotte di Nettuno di Alghero a Santa Maria di Zuaridili, Tonino Sini, un amico dei Servas di Sassari, su richiesta unanime degli stessi, mi ha svelato la ricetta del liquore alla liquirizia che ha riscosso un notevole successo dopo le abbondanti libagioni della giornata, invitandomi a non renderla nota per evitare eccessi alcolici. Per ben quarantotto ore sono riuscita a mantenere il massimo riserbo sulla notizia, ma un eccesso di euforia mi induce ora alla generosità nei confronti dei Servas della Sardegna (e ad una piccola canaglieria in quelli di Tonino). Ordunque: ingredienti: un etto di tronchetti di liquirizia (non radici, proprio i tronchetti) 50 cc di acqua 500 cc di alcool 450 gr. di zucchero. In un pentolino, sciogliere accuratamente la liquirizia nell’acqua e, al termine, sciogliervi anche lo zucchero e per ultimo aggiungervi l’alcool. Lasciate raffreddare e riposare per alcuni giorni. Ubriacarsi a piacimento. Tamara Marchica