In Ottobre a Bologna

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In Ottobre a Bologna
"Con ogni vera amicizia rafforziamo le basi su cui poggia la pace in tutto il mondo"
Gandhi
In Ottobre a Bologna
Anno XX n.2 Giugno 2005 Spedizione in a.p. comma 20/c legge 662/96 Cagliari
Domenica 9 ottobre 2005 a Bologna alle ore 9.30 è convocata l’Assemblea dei soci con il
seguente ordine del giorno:
presentazione discussione e votazione delle variazioni al Regolamento
situazione Servas nazionale e internazionale
proposte, interventi ed esperienze dei soci
Il luogo preciso dell’Assemblea verrà dettagliato nel mese di settembre come indicato nell’articolo
di Vito Fortezza e Fernanda Abiuso. (pag.2)
Il Presidente Mario Burlando
Ciao Achille!
Quando un amico se ne va,ti chiedi per quanto sarai capace di ricordare il suo viso, le sue risate,il
caldo buono del suo interesse sincero... Allora chiudi gli occhi e cerchi di trovare un angolo della memoria
sicuro,ben protetto , in cui custodirne il ricordo. Poche immagini, ma capaci di rievocarne quella cordialita'
spontanea,allegra, che ne faceva una bella persona, piena d'umanita' e di voglia di vivere. Ecco, questo e' quanto
faro' ripensando all' amico Achille Toselli,un uomo conosciuto appena,ma quel che basta per sapere che il fargli
visita (come era solito raccomandare, promettendoti magari una delle sue proverbiali scorazzate in mototocicletta
lungo l'argine) sarebbe stato di sicuro una festa,una bella esperienza servas,ma soprattutto una lezione di vita.
Ciao Achille,da me e da tutti quelli che continueranno a volerti bene…
Antonella Zorzenon
Siamo stati ospiti di Achille nella primavera del
2002; si era subito creato un rapporto particolare
di stima ed affetto reciproco. Era stato molto
colpito dalla nostra passione per le biciclette e
per i viaggi in bici, tanto da ‘segnalarci’ in un
articolo pubblicato qualche tempo fa dal
giornalino Servas. Da allora ci siamo rivisti
solamente una volta, qualche mese più tardi,
al termine di un raduno ciclistico, sempre a
Ferrara, ma non abbiamo mai smesso di sentirci
e di mandarci cartoline. Per il 25 aprile avevamo
chiesto se ci si poteva rivedere a Ferrara, ma
seppur a malincuore aveva dovuto rinunciare
per le precarie condizioni di salute.
Grazie Achille per l’affetto che ci hai dimostrato!
Francesco Manfredi e Paola Filippi
Viaggio in Sud Africa
Non è facile descrivere in poche righe un mese
intenso di esperienze e di incontri Servas.
Prima di comprare il biglietto e tracciare un itinerario,
ho fatto un sondaggio sulle possibilità di accoglienza
Servas e di ospitalità di più giorni a pagamento,
fra Cape Town e Grahamstown. Ho spedito 16 email e 2 lettere postali, mi sono bastate 3 risposte
per partire tranquilla.
La più incoraggiante e utile è stata la proposta di
Janine che vive a Grahamstown e ha una casetta
a Wilderness (centinaia di Km più a ovest), dove
vive il figlio con la compagna e dove poteva affittarmi
una cameretta con l’uso del bagno e della cucina.
Lei si trovava dal figlio a fine novembre, quindi, se
fossi partita subito, avrei potuto poi andare in auto
con lei fino a casa del marito. Con questo allettante
invito, ho preso un aereo fino a George (Venezia
- Francoforte - Johannesburg - George); all’aeroporto
Janine mi aspettava; io indossavo la maglietta
servas col bel disegno di Luvi.
Ho dormito in un Bed & Breakfast a picco sull’oceano
e per tre giorni Janine, disponibilissima,mi ha
accompagnata a vedere luoghi e cose interessanti.
(segue a pag.10)
Assemblea SERVAS
primavera 2005, Latina
Un albergo di quelli recenti, ben messo e ben tenuto.
Sabato 16, alle nove di mattina, arrivando in macchina
da Napoli, troviamo l’autobus pronto a partire, quasi
già completo, con Anna Flammini a terra che, lista alla
mano, distribuisce gli ultimi posti e discute con l’autista
dei dettagli del trasferimento, sotto un cielo grigio di
nuvole.
Inesorabile la partenza all’orario programmato, restiamo
un poco attardati con la nostra automobile per fare
qualche rapida visita ai bagni dell’albergo prima di
metterci all’inseguimento dell’autobus, che non
riacchiappiamo se non a Ninfa. Ninfa è la prima meta
della gita, l’altra sarà il paesino medievale di Norma,
che si vede dal parcheggio alzando la testa, affacciato
dal ciglio della montagna a picco sulla pianura pontina.
Ninfa, per chi non lo sapesse, è un giardino creato
intorno ai ruderi di una cittadina prima romana, poi
medioevale, un luogo pieno di acque sorgenti, con un
lago, un fiume. La visita, in due gruppi, è cominciata
sotto la pioggia che nel frattempo aveva cominciato a
cadere. Il gruppo dove siamo capitati era condotto da
una ragazza cubana, guida ufficiale, che ci ha introdotti
in un luogo incantato, di torri diroccate, di rovine di
chiese e palazzi, di mura di cinta, prorompente di
piante, di fiori, rari o comuni, di ruscelli cristallini.
(segue a pag.2)
Rubriche
Servas in Italia
pag.2
Servas nel mondo " 5
pace
" 8
viaggi
" 9
bacheca
" 16
siti utili
" 16
2
Tutti a Bologna!
Assemblea nazionale
8-9 ottobre 2005
Fernanda Abiuso e Vito Fortezza hanno il piacere di invitarvi a Bologna in occasione dell'Assemblea
autunnale l'8 e il 9 ottobre 2005. Il programma e l'organizzazione sono ancora in itinere e la versione
definitiva sarà disponibile dal 10 settembre sul sito www.servas.it, presso i coordinatori regionali e divulgata
tramite posta elettronica. Nel frattempo vi comunichiamo che più o meno l'Assemblea si svolgerà così:
Sabato mattina
ore 9 - visite guidate per Bologna a gruppi
- pranzo al circolo ARCI “La Fattoria” via Pirandello (Euro 14)
Sabato pomeriggio
(possibilità di servizio baby sitting 4-11 anni)
ore 15 Laboratori in via Faenza, Q.re Savena (iscrizioni al momento):
- rilassamento e meditazione yoga
- Teatro dell'Oppresso
- gruppo di discussione "Si fa presto a dire non violenza"
- espressione con tamburi di tutto il mondo
- laboratori teatrali sul Servas quotidiano
- cena autogestita dai soci bolognesi presso la sala del quartiere Savena
Dopocena
- presentazione illustrata del libro di Carlo Scappaticci
- animazione musicale ed esecuzioni ritmiche
- brevi produzioni teatrali dei laboratori
- Lettura di poesie su POTERE, PACE, GUERRA (se avete altro materiale da
condividere, portatelo!)
Domenica mattina
(possibilità di servizio babysitting 4-11 anni)
ore 9,30- Assemblea Nazionale
- pranzo
Vi ringraziamo per la disponibilità che mostrerete nel costruire insieme
l'Assemblea soprattutto nei contenuti. Un gruppo, (I seminatori di Pace) già
sta lavorando per raccogliere e organizzare i numerosi contributi che sono
arrivati e aspetta di riceverne altri, soprattutto sulla disponibilità a
condurre laboratori).
L'ospitalità sarà organizzata presso i soci locali (circa 75 posti), in ostello (con una spesa di circa
15 euro) e in strutture alberghiere ( sui 35 euro). Gli alberghi, selezionati sul miglior prezzo, sono tutti
in pieno centro storico, comodi rispetto alla stazione, con possibilità di un "buono" per parcheggio a 7 euro
al giorno.
- Albergo delle Drapperie (051 223955) singole: euro 54, doppie: 68, può aggiungere terzo letto,
prenotare entro il 15/09
- Cavour (051 228111) singole: 60; doppie: 80; triple: 110, (prenotarsi entro 30/08, no barriere
architettoniche, accettati animali), prenotarsi entro31/08.
- Hotel University (051 229713) singola 74, doppie 98, tripla 120, prenotarsi entro31/08.
Dal 1° al 15 settembre saranno aperte le iscrizioni. Dovete inviare il modulo di iscrizione
compilato, per posta o per email ( scaricandolo dal sito), a
Fernanda Abiuso Tel.051 6231241 email: [email protected] (H1 nella lista)
Paolo Galeotti tel.051 352080 email: [email protected] (H10)
Vito Fortezza tel. 0525 420093 email: [email protected]
L'organizzazione si preoccuperà della prenotazione
presso le famiglie e presso l'ostello. Per l'alloggio in albergo dovete
pensarci voi entro i termini indicati.
Vi aspettiamo presto, con tanta voglia di condividere il piacere e la
ricchezza di stare tutti insieme.
Da inviare per posta o email a Fernanda, Paolo o Vito
Nome_________________Cognome_______________Indirizzo________________________
____________________Tel. ___________________ socio __ simpatizzante __ dell’associazione
SERVAS ITALIA intende partecipare all’assemblea
Preferenze per la sistemazione (segnalare 1, 2 o 3 come prima, seconda o terza scelta):
(1 - 2 - 3) ostello Sì ___ No___ /(1 -2 -3) famiglia Sì___No___/(1 -2 -3) Albergo Sì___No___
Cena dell’8 Sì___ No___ Partecipo alle visite proposte per il sabato mattina si__no__Partecipo
ai laboratori sì___no___
Necessità particolari________________________________________ Arrivo in auto___
Treno___il______
N. persone adulte _____ n. bambini inferiori ai 7 anni ___ da 7 a 12 anni ___Servzio babysitting
Sì__No__
Mi impegno a comunicare eventuali variazioni
Firma _____________________________________
3
Assemblea SERVAS di primavera
"Un gruppo di simpatiche" all'Assemblea (Laboratorio
di fotografia)
Non è facile raccontare la ricchezza di eventi, di
sensazioni vissute a Latina.
L'assemblea doveva essere, nelle nostre intenzioni,
un momento intenso di incontro, di confronto, di
partecipazione tra noi soci, e penso che col contributo
di tutti lo abbiamo realizzato.
Purtroppo non posso parlare dell'uscita (un po'
“inumidita”) a Ninfa e a Norma, il sabato mattina,
poiché, purtroppo, eravamo in riunione come
Comitato Esecutivo. Ma il sabato pomeriggio l'ho
vissuto, sia pure da esterno, nei resoconti dei
partecipanti e nei rapidi scorci incuriositi e discreti
che ho rubato qua e là. Vi sono state 7 differenti
attività:
1) -incontro tra coordinatori, local help e comitato
esecutivo;
2)
- Laboratorio di Fotografia:Il ritratto
" Fotografare significa guardare e guardarsi
nell'anima; lo sguardo di chi fotografa è sguardo
verso l'altro ma è anche in se stesso. Perché non
mettersi in gioco?
Il laboratorio è stato condotto da Leonardo Forte
3) – Laboratorio di Bioenergia: In questo workshop
Fernanda Abiuso ha aiutato i partecipanti, con l'aiuto
degli strumenti del Dialogo delle Voci, a scoprire
quali impulsi fanno innamorare, arrabbiare o litigare,
usando la danza, le parole e l'immaginazione.
4) -Gruppo di discussione sull'Identità del Servas:
Il passato, Il presente (e futuro) e su Cosa è/cosa
non è Servas: sono stati definiti i valori più condivisi,
le aspettative sul futuro. (condotto da Francesco
Boschi e da Luigi Uslenghi)
6)
“SI FA PRESTO A DIRE NONVIOLENZA...”
Gruppo di discussione e confronto condotto da Mario
Aldovini.
Alcuni resoconti di queste esperienze li potete leggere
più avanti.
Nel progettare questa assemblea ci siamo sforzati
di trovare proposte di argomenti e modalità di lavoro
che coinvolgessero più persone possibile con i loro
interessi e capacità. Ce ne sono stati per tutti i
gusti: di movimento, di espressione, di discussione.
A me preme sottolineare che in questi ed altri
momenti, come il divertentissimo dopo-cena,
l'interessante e ricca di argomenti assemblea della
domenica mattina, siamo stati tutti attori e e
spettatori, anche i bambini, onorando così un
elemento basilare della nonviolenza che è la
partecipazione. Un grazie dunque a tutti quelli
che si sono messi “in gioco”, ad incominciare da chi
ha messo in comune alcune proprie competenze
nella conduzione dei gruppi.
Ci auguriamo, come Comitato Esecutivo, che anche
le prossime assemblee vedano un sempre maggiore
coinvolgimento attivo di tutti i soci per arricchire di
contenuto e di valori il nostro essere “Servas”.
Vito Fortezza
Considerazioni sul Bilancio
Il rendiconto economico del 2004 conferma
l’andamento positivo della nostra associazione.
Ciò che riteniamo importante sottolineare non è
tanto che, dal punto di vista economico, il 2004 si
sia chiuso con un saldo positivo tra entrate e uscite,
ma soprattutto che la partecipazione dei soci e,
specialmente dei coordinatori, è stata molto attiva.
Ciò è evidenziato dalla crescita quantitativa dei soci
e dall’aumento delle quote riscosse. I soci (PA+DH),
tra il 2003 e il 2004, sono aumentati del 7%;
considerato però che sono stati anche depennati
circa un 10%, il numero effettivo dei nuovi soci, in
un anno, è circa 200 e rappresenta un numero
enorme rispetto agli anni passati.
Il numero dei soci che hanno pagato la quota dell’anno
2004 è pari al 69%, proseguendo con questo ritmo
(c’è sempre un notevole ritardo tra la riscossione
delle quote e la loro contabilizzazione) si può
ipotizzare che, per la prima volta, si raggiungerà,
entro l’anno, la quota del 90%
L’importo delle quote viene speso quasi integralmente
per le attività istituzionali (rimborsi spese Coordinatori
e membri del Comitato esecutivo, stampa e
spedizione del notiziario e della lista, ecc.). E’ da
sottolineare che quest’anno, dato che si è riusciti a
risparmiare su alcune voci e che l’incontro nazionale
di Genova è stato effettuato in pareggio, possiamo
portare un avanzo nel 2005 di 585€, che verrà
investito per attività di formazione e per supportare
eventuali spese extra di incontri regionali o
internazionali.
E’ da sottolineare che, mentre in altre nazioni c’è
stato un calo dei viaggiatori, quelli italiani sono
aumentati nell’anno 2004 del 40%, rispetto al 2003,
e del 76% sul 2000.
Rispetto allo scorso anno il preventivo 2005 prevede
alcune importanti novità: per la prima volta Servas
Italia contribuisce alle spese di spedizione della lista
di un paese estero, il Messico, e a nostro avviso
questo costituisce un segnale importante di coesione
e solidarietà fra paesi con diverse situazioni
economiche.
Le previsioni per il 2005 prevedono anche la possibilità
di incontri di formazione fra coordinatori e local help
di varie regioni e la predisposizione di un bollettino
di conto corrente per il pagamento delle quote
associative.
Il bilancio consuntivo è disponibile sul sito
www.servas.it
Il Tesoriere Pino Ferrentino
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Autoritratto e bellissima foto di Luigi
(Laboratorio di fotografia)
La nostra guida, con un accento vagamente esotico, ci ha
raccontato della storia della città prima romana, poi
decaduta e persa, poi recuperata dalla famiglia Caetani
ed ora di proprietà di una fondazione che mantiene il
giardino che vedevamo, girando per sentieri e vialetti
immersi nel verde, e non era ancora piena primavera di
fioritura. La pioggia, che ha continuato a cadere lungo
tutto il percorso, a volte proprio battente, ha reso ancora
più affascinante il cammino, noi tutti sotto una fioritura di
ombrelli, facendo attenzione, dopo la raccomandazione
iniziale della guida, a non disturbare troppo le fronde delle
piante, mentre lei ci diceva che quella pianta si chiamava
così e cosà, con la dizione in latino, e cosa avesse di
speciale o di raro, e la pianta acquistava un nuovo fascino
dopo averlo saputo.
All’uscita, con gli occhi pieni di colori e di forme di foglie,
di chiome di alberi, di trasparenze di acqua corrente in
rivoli e canali, abbiamo affrontato la salita verso Norma.
Dopo Ninfa, naturalmente, il paese è apparso privo di
qualunque fascino; sì, casette medievali, stradine di pietra
ed un posto dove si vedeva la pianura stendersi sotto e,
proprio ai piedi dello strapiombo, la macchia alberata di
Ninfa, che vista da fuori nascondeva molto bene i suoi
tesori.
Dopo il pranzo, ai gruppi di lavoro! La palma per garbo e
simpatia al gruppo del laboratorio fotografico, condotto da
Leonardo Forte, con l’aiuto di un videoproiettore. Leonardo
ha fatto vedere una bella quantità di ritratti, partendo dai
dagherrotipi di Nadar e finendo ai giorni nostri, di personaggi
noti e di sconosciuti, per cercare di spiegare come si fa un
ritratto, e come bisogna che sia fatto per interpretare la
persona che sta davanti all’obiettivo della fotocamera,
dietro la quale c’è l’occhio dell’altro attore della vicenda,
il fotografo. Sei adulti e quattro bambini hanno seguito il
seminario, per poi uscire con macchine varie a caccia di
facce da riprendere negli ambienti dell’albergo. Una selezione
dei risultati è stata poi mostrata a sera, dopo cena.
Dalla stanza del laboratorio fotografico si è sentito qualche
urlo corale venire da due sale più in là, dove Fernanda
Abiuso stava tenendo un gruppo sulla Bioenergia, davanti
ed insieme a più di venti persone, di cui solo tre uomini.
Sul tenore del lavoro fatto da Fernanda si potrà leggere
in un altro articolo su questo stesso giornale; non faccio
alcun tentativo di riassumere.
Sempre vicino, una stanza verde, se il laboratorio era nella
sala gialla, o viceversa, ospitava un gruppo di lavoro
risultante dalla fusione di due sottogruppi inizialmente
separati sull’identità Servas e su Servas di più e meglio.
Luigi Uslenghi e Francesco Boschi conducevano le attività,
con tredici partecipanti, anche qui donne in schiacciante
maggioranza numerica. Anche di questo gruppo si può
leggere un resoconto, preparato da Francesco. Mario
Aldovini ha coordinato la discussione di un altro gruppo,
chiamato “Si fa presto a dire non violenza”, abbastanza
partecipato, 17 persone, e con una distribuzione più
bilanciata di genere (sei uomini). Quando, nel mio giro,
ho raggiunto questo gruppo, ho visto che ognuno dei
presenti aveva scritto il proprio nome su un striscia di
carta, piegata in due di lungo e messa davanti a sé. La
discussione mi è subito apparsa di buon livello, tant’è che
mi sono fermato a parteciparvi direttamente. Quando sono
arrivato si stava parlando dell’atteggiamento prevalente
degli abitanti degli USA, grazie anche alla presenza di due
soci statunitensi nel gruppo, parlanti un ottimo italiano,
nei riguardi della vicenda di Terry Schiavo, la donna in
stato vegetativo che per decisione di corti di giustizia è
stata lasciata morire di morte naturale dopo aver
disconnesso il sistema di alimentazione che la manteneva
in vita.
Mario aveva con sé una rivista americana, dove era stato
pubblicato un articolo sull’argomento, con foto di gruppi
di dimostranti contro la decisione di “staccare la spina”,
in cui si vedeva una di queste persone mostrante un cartello
con la scritta “You shall not murder”; ha fatto notare Mario
come una tale scritta fosse un esempio di comunicazione
violenta o aggressiva, apparendo non tanto come un invito
a non uccidere, quanto piuttosto come un’imposizione
senza diritto di replica di un proprio punto di vista, in nome
di qualche autorità superiore di cui il portatore del messaggio
rivendicava essere l’unico interprete.
Gli amici americani hanno fatto notare come la situazione
negli Stati Uniti sia oggi orientata verso un fondamentalismo
cristiano assolutamente acritico ed intollerante, che ha già
portato ad omicidi contro medici indicati come abortisti.
Mario ha prodotto un documento, pubblicato su questo
numero, in cui ha cercato di mettere in estrema sintesi le
idee che ha portato in discussione nel gruppo, sulla non
violenza come pratica non solo di azioni, ma anche di
comunicazione.
Chiusi in un’altra stanza ancora, i coordinatori regionali si
sono persi tutto quanto per aver dovuto partecipare
all’incontro indetto per loro e con loro dal Comitato Esecutivo.
Domenica 17 aprile, assemblea generale.
I momenti tipici dell’assemblea, come sempre, si sono
dipanati secondo il filo ampiamente collaudato
dell’esposizione dei dati di bilancio, snocciolati da Pino
Ferrentino con ampia gestualità napoletana, e seguiti come
sempre da un’attenzione apparentemente incongrua dalla
platea, che a volte da l’impressione di seguire tutte quelle
cifre più per rispetto del lavoro che si indovina dietro a
quelle tabelle che per genuino interesse per i numeri,
tanto, di Pino ci si fida, come ci si fidava di Mimma prima
di lui.
Quest’anno Mario Burlando ha fatto qualche prova di
esposizione grafica dei dati di bilancio, occorre dire con
buona riuscita, a riprova del detto che un’immagine vale
più di mille parole. All’invito a prendere la parola
sull’esposizione del bilancio, Luigi Uslenghi, e poteva
mancare?, ha fatto qualche osservazione qua e là su
qualche voce, facendo notare bonariamente che se qualche
spesa c’è, è buon segno, l’associazione è viva e funziona.
L’approvazione, alla bulgara, tutti favorevoli, nessuno
contrario, nessun astenuto ed un applauso, forse liberatorio
per aver tolto di mezzo un argomento barboso, hanno
concluso la fase economica.
Mario Aldovini è intervenuto per far notare quanto i risultati
del laboratorio sulla non violenza si adattino anche al caso
controverso si Servas International (vedi articoli di Claudio
Pacchiega); in una discussione ciascuna delle parti non
deve svuotare di senso le posizioni altrui, se partecipa con
l’intenzione di arrivare ad una soluzione condivisa;
A conclusione dell’assemblea, interessante l'intervento di
un socio non vedente di Roma, che ha voluto ricordare
sue esperienze per sottolineare come sia importante, per
un socio Servas, non fornire solo indirizzi, supporto logistico,
ma anche conoscenza, condivisione di esperienze. Un altro
socio, di cui trovo segnato solo il nome Adriano, esorta a
rispondere sempre alle richieste di viaggiatori, anche per
dire no e riporta lo sgradevole contatto con viaggiatori che
non scambiano né esperienze, né conoscenze, criticando
l’uso dell’associazione come agenzia di viaggio, lamentela
sentita fare puntualmente ad ogni assemblea, soprattutto
riferita ai ragazzi americani.
Latina, grazie dell’ospitalità e arrivederci.
Renato Contillo
5
INCONTRO
ALPE ADRIA
27 – 29 Maggio
Tarcento
(Friuli)
IL’incontro “plurilaterale” di Alpe Adria 2005 è riuscito
molto bene e ha avuto una partecipazione superiore alle
edizioni precedenti; di tutto ciò dobbiamo ringraziare Alma
Nimis, che si è data tanto da fare per organizzare,
propagandare, coccolare, tutti i partecipanti provenienti
da: Slovenia (2), Austria (3), Germania (1), Slovacchia
(1), Croazia (1), una sessantina di soci di varie parti
d’Italia (fin dalla Sardegna!) e una ventina di soci “locali”.
Nazzareno, il gestore dell’ostello Europa di Tarcento (ottima
ospitalità, potete vedere la foto del nostro incontro nel
sito: ) ci ha accolti con un innato spirito “Servas” ovvero,
disponibilità, cortesia, allegria; Sabato ci ha accompagnato
a fare una bella passeggiata nei boschi e, dopo averci
illustrato il territorio, ci ha condotto a tavola a gustare i
prodotti locali e, nel pomeriggio, a visitare una cantina a
Ramandolo, località di Nimis, famosa per la produzione di
un vino dorato che ha ottenuto, giustamente, la
denominazione d’origine controllata. Abbiamo controllato
anche noi la qualità e, tutti convinti, abbiamo fatto provvista
di enologici souvenir
Sabato sera, utilizzando le ampie strutture, messe a
disposizione dell’amministrazione comunale (il Centro
Europeo "Luciano Ceschia", una ex caserma restaurata
con i fondi della comunità europea) abbiamo potuto goderci
un incontro conviviale “autogestito”. Dopo un concerto di
un giovane e abile fisarmonicista e l’incontro con il sindaco
di Tarcento, Vito Dalò ha dato l’avvio ad alcuni giochi
riuscendo a coinvolgere tutti, adulti, bambini e anche il
sindaco.
Domenica mattina per dar modo di conoscere meglio il
territorio ci si è suddivisi in due gruppi. Uno è andato a
visitare Gemona e Tarcento, accompagnato da Gianna
Vidoni, che si è prestata a illustrarci ciò che è rimasto e
come sono risorti, in modalità diverse, questi due centri
distrutti dal terremoto del 1976
Un altro gruppo è andato a visitare Civitale del Friuli,
accompagnato da Laura Feletic che poi, per concludere la
giornata, ci ha condotto a casa sua per una imprevista e
godibilissima “cigliegiata” in presa diretta dall’albero.
Mario Burlando
alla libertà- durante i suoi numerosi soggiorni annuali,
si incontrò con la realtà locale e maturò nuovi disegni
per future iniziative, tra cui “Nevermore” per l’aiuto
ai rifugiati. Ci conoscemmo in una di queste occasioni,
e poi ci frequentammo.
Peter fu più volte ospite a casa nostra (dove non
disdegnò di lavare i piatti e di trafficare con piccole
riparazioni domestiche secondo il suo stile), conobbe
il neonato gruppo novarese di Amnesty International,
che avevamo fondato poco prima, e scoprì Servas.
Con la generosità di sempre accettò tra l’altro anche
di partecipare -con un suo intervento e del tutto
gratuitamente- alla Conferenza di Servas International
organizzata a Roma nel maggio del 1986.
Peter, amico caro
In una notte di fine febbraio -in un ospedale di Oxford
- un caro amico ci ha lasciati, dopo aver regalato a
tutti noi i suoi intensi generosi profetici ottantatre
anni.
Si chiamava Peter Benenson ed è stato il fondatore
di Annesty International.
Nella sua casa di campagna nell’Oxfordshire -dove
ha vissuto in questi ultimi anni- e dove trascorreva
lunghi periodi anche in precedenza dividendo il suo
tempo con la casa londinese, Peter ha avuto modo
di offrire ospitalità -con la semplicità e la generosità
che lo caratterizzava- anche ai curiosi viandanti
Servas che avessero deciso di andarlo a trovare.
Fortunati quei viaggiatori e sicuramente indimenticabili
quegli incontri nel periodo durante il quale Peter ,
a partire dagli inizi degli anni ottanta, accettò di dare
una risposta concreta alla proposta Servas nella
quale si era imbattuto poco prima in Italia.
L’humus ideale per questo incontro italiano fu il suo
amore per un piccolo angolo di paradiso nostrano:
il piccolo Lago d’Orta, dove Peter e la sua famiglia
presero ad affittare un piccolo appartamento nella
località di Pettenasco, proprio a pochi metri dalle
tranquille acque del lago. Lì Peter –che nel 1961
aveva lanciato l’idea di un’amnistia per i prigionieri
per motivi di opinione dopo aver letto un articolo
in cui si denunciava l'arresto di due studenti in un
caffé di Lisbona, “colpevoli” di aver fatto un brindisi
Schivo e alieno da compromissioni sia pure formali
con i potenti di turno, rifiutò sistematicamente le
offerte di onorificenze ufficiali da parte dei vari
governi inglesi che si sono susseguiti in questi ultimi
quarant’anni.
Ho qui davanti la sua ultima cartolina di Natale,
inviataci pochi mesi fa: un ultimo piccolo ricordo di
un grande uomo.
«La vita di Benenson è stata un coraggioso testamento
del suo impegno visionario di lottare contro l'ingiustizia
nel mondo», ha detto Iren Khan, attuale Segretaria
Generale di Amnesty «la sua eredità è un movimento
mondiale per i diritti umani che non morirà mai».
Convinto che l'opinione pubblica sia una grande forza
quando esprime compatta la propria indignazione,
Peter Benenson ebbe la grande intuizione di utilizzare
i media allora disponibili, scrivendo un articolo per
l' "Observer", intitolato "The Forgotten Prisoners"I prigionieri dimenticati . Questo articolo ed un
servizio apparso su "Le Monde" lo stesso giorno
annunciavano il lancio di una campagna annuale
denominata "Appello per un'amnistia, 1961", il cui
obbiettivo era ottenere un'amnistia per tutti coloro
che erano in carcere per le loro opinioni politiche o
religiose.
Era l’inizio di “Amnesty International”.
Nel dire “grazie” a un caro amico -anche di Servasnessuno di noi dimenticherà il suo sorriso, la sua
inconfondibile voce, la sua disponibilità, la sua
intelligente semplicità, la sua calda umanità, la sua
profetica intuizione, la sua grande immaginazione.
Luigi Uslenghi
6
Latina 2-8 aprile 2006
Conferenza
Internazionale
Se avete seguito il mio precedente articolo sul
notiziario di marzo, potete avere una discreta idea
della difficoltà della situazione internazionale. L'Italia
sta già cooperando ad alcuni gruppi di preparazione
dell'Assemblea. Anna Flammini è la nostra attuale
portavoce nel gruppo di lavoro sul distant voting
(voto a distanza), che appunto sta lavorando con
teleconferenze, ecc. il nostro intero comitato esecutivo
sta collaborando con il comitato organizzativo
internazionale per gestire al meglio l'evento. Unteriori
dettagli verranno forniti nell'edizione di quest'autunno.
Vi sono tuttavia alcune novità e delucidazioni che è
utile che i soci Italiani conoscano:
1) L'Italia si sta proponendo come possibile sede per
ospitare la conferenza di Gennaio 2005, in alternativa
alla Germania. La interessante esperienza di Latina
a fine Maggio ci ha convinto che abbiamo le possibilità
di organizzare un incontro di 80-100 persone in modo
e f f i c a c e e t u t t o s o m m a t o p o c o c o s t o s o.
2) L'oggetto fondamentale della assemblea
straordinaria di Gennaio 2006 è riassunto da questo
grossolano elenco di punti: a) revisione dello statuto
Lettera circolare sui
primi 8 mesi delle mie
attività in Servas
international
Cari amici in Servas, con questa lettera intermedia vorrei
darvi alcune informazioni e notizie sul lavoro che ho svolto
finora nel Comitato Esecutivo Internazionale, e comunicarvi
alcuni progetti su cui stiamo lavorando.
1) Modulo di richiesta liste
Sono contento di informarvi che più di 50 Paesi hanno
finora risposto alla campagna di richiesta liste che è partita
in Ottobre. Potete trovare dettagli su www.siexco.org,
nella parte relativa all'hostlist coordinator. Voglio ringraziare
tutto il gruppo "keylist" (vedi più sotto) per il loro importante
sostegno in questa campagna. Queste persone sono
autorizzate dal comitato esecutivo internazionale e sono
parte sostanziale della "keylist" e sono pertanto pienamente
qualificati ad accedere la keylist e contattare i Segretari
Nazionali qualora sia necessario.
2) Liste Ricevute (fisicamente o in formato elettronico).
Su:www.servas.org/siexco/index.php?title=Host_Lists_
received potete vedere l'elenco delle liste stampate che
mi sono state recapitate nella mia casella postale.
Attualmente sono circa 22 i Paesi che mi hanno mandato
le loro liste stampate. Mancano ancora molti Paesi
all'appello!
Molti piccoli Paesi hanno deciso di fornire solo versioni
elettroniche delle loro liste.
Dall'inizio dell'anno abbiamo già raccolto almeno 24 liste
elettroniche. Ogni paese è invitato a fornire una versione
elettronica delle rispettive liste in modo da rendere più
agevole la distribuzione.
3) La gestione della keylist e l'attivazione dei soci.
Come sapete, da Settembre 2005 mi è stato affidato il
coordinamento della keylist. Il lavoro che ne consegue è
immenso e allo scopo di avere una lista aggiornata ed
affidabile ho impostato un gruppo di lavoro "gruppo keylist"
composto da Laura Ragucci, Uwe Federer, Omer Ozkan,
con il supporto di Roberto Borenstein e Harald Seiffert.
Il mio progetto è di continuare a decentrare le modifiche
dei dati in modo da coinvolgere in prima persona i
Coordinatori di Area e tutti i Segretari Nazionali o persone
delegate in modo che le modifiche possano essere fatte
alla bisogna evitando tutti i colli di bottiglia dovuti alla
centralizzazione. Se trovate qualcosa di sbagliato nella
keylist scrivete una email a [email protected]. Il
procedimento di attivazione nuovi utenti sul sito
www.servas.org è anche stato oggetto di studio nel
tentativo di semplificarlo in modo che le persone possano
ottenere l'accesso al sito in modo più semplice, garantendo
al contempo le necessarie cautele di riservatezza e privacy.
Per altre informazioni su questo progetto potete navigare
b) gestione del voto a distanza c) elezione piena dei
comitati. Lo scopo è quello di uscire dalla situazione
di incertezza, sfiducia e conflittualità in cui si è
attualmente.
3) L'Italia ha offerto in prima persona di contribuire
alla definizione di un progetto di rifondazione di
servas international basati su una organizzazione
più decentrata e meno burocratica, come del resto
aveva già fatto l'anno scorso per Barcellona.
4) Il comitato esecutivo ha deciso di finanziare
attraverso progetti di "fratellanza" (buddy) altri Paesi
che abbiano bisogno di assistenza finanziaria per la
stampa delle liste. Stiamo in questi giorni aiutando
direttamente il Messico, che ha richiesto un
finanziamento di 700$ per stampare e inviare la loro
lista. Altre iniziative simili saranno possibili.
Sono inoltre anche un pochino emozionato nel
comunicarvi che l'Italia, con più di 1700 membri è
attualmente il Paese con la maggior quantità di porte
aperte servas nel mondo.
Il dato numerico di per sè è solo indicativo e non ha
un valore morale particolare, ma nel caso italiano
stiamo verificando che la vitalità e la propositività
dei nostri membri sia a livello privato, locale che a
livello internazionale stanno ponendoci come
esperienza notevole ed interessante ed alternativa
ad una visione burocratica e piatta di servas
international.
Claudio Pacchiega
su www.servas.org/siexco/index.php?title=Key_List_Policies
4) Il sito web, "siexco", e forum
Dopo le dimissioni dell'ict alla fine dell'anno scorso (Guido
Bienhaus e Amir Levy), molti loro incarichi sono attualmente
stati affidati dal comitato esecutivo internazionale a me
e a Uwe Federer, essendo già da tempo coinvolti
tecnicamente. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio,
ma è comprensibile che il lavoro sia anche qui immenso,
specie se in aggiunta agli altri incarichi che abbiamo sia
a livello internazionale che locale. Abbiamo bisogno di
persone competenti per sostenere la struttura.
Comunque, negli ultimi mesi ho tentato di migliorare la
comunicazione in servas international attraverso nuovi
siti pubblicamente accessibili (www.siexco.org) e un forum
discussione internazionale ( www.servasforum.org).
Questi esperimenti sono notevoli, ma necessitano ancora
di coordinamento ed integrazione.
5) Progetto "Comunicazione"
In Gennaio molti hanno cominciato a chiedermi delle
soluzioni tecnologiche che potessero migliorare la qualità
della comunicazione in servas. Il sito ufficiale, la "vetrina"
www.siexco.org, il forum di discussione aiutano in questa
direzione, ma abbiamo bisogno di elaborare una strategia
di comunicazione completa che sia fondata sul
decentramente e sulla flessibilità. Ques'idea ha condotto
alla proposta di un gruppo "editoriale" che possa aiutare
nell'organizzare in modo adeguato e neutrale la mole di
informazione nei vari strumenti fisici e virtuali in modo
da migliorare la qualità di comunicare evitando sia un
eccesso di controllo centrale che un flusso incontrollato
e confuso di informazioni contraddittorie ed incomprensibili.
Stiamo cercando di organizzare una conferenza per
coagulare le persone interessate e fare in modo che questo
progetto possa decollare.
6) Sviluppo dei Paesi servas e delle loro liste
Sfortunatamente, a causa della presente difficile situazione
in servas international, non sono riuscito a gestire in modo
appropriato le necessità di aiuto su questo argomento,
almeno dal punto di vista del finanziamento e/o del
supporto effettivo. Alcuni sviluppi sono stati fatti, quasi
esclusivamente utilizzando internet o strumenti elettronici,
sono sicuro che qualora sia ripristinata una struttura di
servas Internationa funzionale (con tutti i comitati essenziali
come il comitato assegnazione fondi (DFC) o i revisori dei
conti potremo finalmente utilizzare i nostri soldi e le nostre
energie per coprire degnamente questo punto.
In ultimo volevo ringraziare tutti voi in Servas per il vostro
duro lavoro, la vostra cooperazione e pazienza. Il lavoro
del "coordinatore delle liste" internazionale dipende
fondamentalmente dai contributi individuali di tutti.
Notate che questo documento è accettato dal comitato
esecutivo internazionale e firmato anche da Geoff Maltby
(Presidente di Servas International).
Claudio Pacchiega
SI Hostlist coordinator
7
MAPPA DELLE LISTE
SERVAS 2005 NEL
MONDO
La postina che da 4 anni recapita a casa nostra le
liste Servas è ormai esperta della nostra associazione.
Le liste piccole sono messe direttamente nella
cassetta. Le liste medie sono inserite aprendo la
cassetta. Per i pacchi grandi, serve una telefonata
e le andiamo a prendere direttamente alla posta.
Comunque in ogni caso è sempre un’emozione l’arrivo
di una lista, perché sappiamo il lavoro volontario
che c’è dietro. Ecco comunque la mappa delle liste
2005 su carta che la postina ha recapitato:
Australia, Autonomia Palestinese, Belgio,
Brasile, Canada, Cile, Egitto, Estonia, Finlandia,
Francia, Germania, Giappone, Israele,
Guadalupa,Italia, Liechtenstein, Lussemburgo,
Martinica,Nuova Zelanda, Repubblica Ceca,
Regno Unito, Reunion,Slovacchia, Spagna, Sud
Africa, Svezia, Svizzera, Turchia, Usa
Al momento in cui scrivo l’articolo (15 maggio) siamo
in attesa delle seguenti liste che sono certamente
redatte entro l’estate, ma che al momento non sono
ancora arrivate, per cui è ancora valida la versione
2004: Austria, Bosnia, Croazia, Danimarca,
Filippine, Grecia, Groenlandia, Hong Kong,
Indonesia, Lettonia, Lituania, Malaysia, Malta,
Messico, Myanmar, Norvegia, Olanda, Perù,
Polonia, Portogallo, Romania, Russia, Serbia,
Singapore, Slovenia, Tailandia, Ungheria,
Uruguay, Vietnam.
Il successivo elenco riguarda le liste in formato
elettronico che sono scaricabili dal sito o che arrivano
DOVE E COME
(QUARTA PUNTATA)
Probabilmente la prossima frontiera delle relazione
di viaggio sarà costituita dai “blog”.
Il weblog è un diario in rete, un sito Internet molto
semplificato, che permette di archiviare e pubblicare
informazioni su Internet a costo zero!
Un esempio è il blog di Beppe Grillo, ma ce ne sono
ormai a milioni (anche poi se di fatto molti sono
aperti, ma di fatto non sono operativi).
Il mio blog relativo alle esplorazioni che faccio è
…esplorabile
collegandosi
con
http://explo.splinder.com
Negli scorsi numeri di questa rubrica è stato riportato
il sito delle cosiddette “pecore elettriche” di Daniele.
Iscrivendosi al sito, si riceve via email un messaggio
ogni volta che è inserito un aggiornamento: è così
possibile seguire in tempo reale il giro del mondo
del nostro socio vicentino in attesa che ritorni e che
ci racconti direttamente la sua esperienza. Il problema
di siti come questo è che si tratta di strutture
relativamente complesse: per progettarle e per
gestirle durante il viaggio occorrono competenze
tecniche e tempo, che non tutti hanno.
I blog sono invece sono molto semplici da gestire,
possono essere aggiornati attraverso qualunque
computer o Internet cafè. Oggi sono disponibili blog
anche per fotografie e video
Faccio qui un po’ di pubblicità per il mio blog
fotografico, che contiene anche alcune immagini di
esperienze
Servas.
L’ i n d i r i z z o
è
http://manfree.blogspot.com
Insomma il blog permette di risolvere il problema
delle relazioni di viaggio che normalmente o si fanno
immediatamente finito il viaggio oppure …non si
via email. Qui c’è da osservare che non esiste una
regolarità nelle edizioni, ci sono frequenti update,
insomma la situazione è in continua evoluzione.
Argentina, Bermuda, Cina, Isole di Cook, Cuba,
Egitto, Emirati Arabi, Fiji, Giordania, Islanda,
Moldavia, Nuova Caledonia, Panama, Arabia
Saudita, Samoa, Tahiti, Taiwan, Uzbekistan,
Vanuatu,
Infine quest’ultimo elenco comprende i paesi Servas
di cui non è disponibile la lista, ma di cui si dispongono
alcuni nominativi dei responsabili, che a volte sono
anche gli unici soci Servas. In questo caso il
riferimento d’obbligo è la cosiddetta keylist, la “lista
delle liste”, un elenco delle persone chiave di Servas
nel mondo, aggiornato in tempo reale, che quindi
dovrebbe essere una fonte attendibile (anche qui
però dipende sempre un po’ da paese a paese…)
Algeria, Antille Olandesi, Armenia, Bangladesh,
Barbados, Bolivia, Bosnia, Botswana,
Butan, Camerun, Costa Rica, Etiopia, Gambia,
Georgia, Giamaica, Guatemala, Haiti, Honduras,
Kirghisistan, Mauritius, Nicaragua, Nigeria,
Pakistan, Paraguay, Salvador, Senegal, Sri
Lanka, Suriname, Togo, Trinidad e Tobago,
Venezuela.
Complessivamente al Centro di documentazione di
S e r va s I t a l i a r i s u l t a n o a l m o m e n t o 1 0 8
“entità” Servas nel mondo.
Si tratta ora da parte dei viaggiatori in partenza di
verificare se le liste corrispondono alla realtà,
segnalando errori, e collaborando per migliorare la
situazione in futuro. E sempre con un ringraziamento
a tutti coloro (compresa la postina) che con il loro
lavoro rendono possibile questo grande sogno.
Bruno Manfredi
fanno più. E hanno l’indubbio vantaggio di essere
assolutamente gratis!
In attesa quindi dei prossimi Servas-blog, e di tutte
le relazioni di viaggio estive, ecco i paesi che sono
stati visitati da soci Servas negli ultimi mesi e le cui
relazioni sono arrivate al Centro di documentazione
di Servas Italia:
-Austria
- Belgio
- Britain
- Cambogia
- Cina
- Francia
-India
- Iran
-Mongolia
- Oman
- Russia
- Slovacchia
- Spagna
-Sud Africa
- Turchia
- Yemen
Per avere informazioni e mettersi in contatto con i
viaggiatori è sufficiente inviare un’email a
[email protected]
Arrivederci quindi alla prossima puntata, quando si
parlerà di Skype, il programma che permette di
comunicare gratis con tutto il mondo via computer
e telefono.
Bruno Manfredi
P.S. a proposito di “gratis”, perché non date
un’occhiata al mio blog dedicato a tutto quello che
è gratis a Torino e non solo? Basta collegarsi con
http://free.blog.excite.it
8
“…In un mondo in cui i militari sterminano i civili,
non posso permettermi di parlare d’altro.
In un mondo in cui un intero continente,
fiero della propria cultura, e della propria civiltà,
accetta che alla propria periferia gli esseri umani
crepino di fame e si ammazzino a vicenda,
ed in cui l’unica risposta di questo continente a tutto
ciò è,
anche da parte sua, ancora e sempre, violenza,
in questo mondo non mi va di parlare d’altro.
E così l’intera m’esistenza, ogni mio pensiero, ogni
respiro, del giorno, ogni parola che esprimo,
si indirizza verso quell’unico tema, ed è presente in
un modo unico,
come una voce sola e indirizzata contro tutto ciò
che opprime.
(dal discorso di Bilijana Sbrijanovic per il
premio Ernst Tolker, 1999)
Circa 17 anni fa, 1988, a Gerusalemme Ovest, 7
donne israeliane ebree, ogni venerdì, vestite di nero
ed in silenzio, cominciarono a manifestare il loro
dissenso verso la politica del proprio governo
belligerante, che occupava i territori palestinesi ed
opprimeva, con ogni sorta di abuso ed umiliazione,
(come ancora oggi), il popolo palestinese. Da quel
lontano 1988, è nato un ‘movimento’, ora diffuso in
tutto il mondo.
In Italia, la politica e la pratica delle Donne in Nero
è arrivata molto presto, affiancando, con modalità
ed iniziative anche proprie, la protesta di quelle
donne che, di giorno in giorno, di settimana in
settimana, crescevano e trovavano solidarietà in
tutto il mondo.
Successivamente, il ‘movimento’delle DiN, si è
ampliato fino ad avversare qualsiasi guerra, qualsiasi
conflitto armato ed ogni forma di violenza.
Col loro ‘simbolico', scelto per ‘esorcizzare’ il lutto
del ‘nero’, colore che è anche la somma di tutti gli
altri, col silenzio, con le manine di ‘Fatima’ recanti
brevi scritte contro tutte le occupazioni, hanno
segnato le piazze dei luoghi difficili del mondo.
Ma anche la principale pratica delle DiN si è
concretizzata subito: attraversare i ‘confini’ dei luoghi
difficili, dei luoghi devastati da guerre o da oppressioni,
con i corpi che provano, ogni volta, a parlare col
cuore ai soldati, davanti alle case per impedirne
l’abbattimento, alle università per accompagnare
studentesse e studenti, o nei campi al fianco dei
contadini che, come in Palestina, rischiano la vita
per recuperare olive dai propri alberi e per evitarne
la distruzione.
Ma ‘attraversare i confini’ è anche una sfida politica,
è l’agire l’utopia di sostituirsi ad essi, è un tentativo
di cominciare a costruire ‘ponti’ tra le parti in conflitto,
è affermare la capacità delle donne di essere cittadine
del mondo e rappresentare un’alternativa possibile,
un futuro diverso. Agire i conflitti in una dimensione
pacifica ma riconoscendo la realtà particolare delle
donne che vi sono immerse, e che, insieme ai soggetti
più ‘deboli’, ne pagano sempre il prezzo più alto,
significa anche allearsi con quelle donne che , pure
in condizioni drammatiche, rimangono capaci di
opporre resistenza civile e politica con la forza della
determinazione e della non violenza.
Senza far rumore ma col silenzio assordante della
loro presenza compatta, negli anni, le DiN hanno
così provato a tessere una ‘diplomazia dal basso’,
una diplomazia di donne che credono nella relazione
e nel dialogo come base e forma privilegiata, non
solo dei rapporti tra le persone, ma anche di ogni
‘politica’ a dimensione umana ed in qualsiasi contesto.
Israele, Palestina, Territori dell’ex Yugoslavia,
Kurdistan, Chiapas, India, Libano, Iraq, Columbia,
Salvador, Nicaragua, Saharawi, Afghanistan,…ma
anche nel ‘nostro’ più o meno vicino occidente,
sempre più coinvolto, complice e quindi
corresponsabile, dalla ‘guerra infinita’ che ci schiaccia
l’anima e segna ormai il quotidiano di tutte/i noi.
In particolare, nel Dicembre del 2001, è iniziato il
progetto “Io donna, vado in Palestina”, per una
presenza , a rotazione, di gruppi di donne, ‘in nero
e non solo’, in Palestina ed Israele, dove “….il mondo
dei potenti osserva complice la strage di chi rivendica
il suo diritto alla vita, alla terra, alla libertà – come
dice la nostra coordinatrice, Luisa Morgantini,
europarlamentare e donna in nero-...Simbolicamente,
proviamo quello che la Nazioni Unite dovrebbero
fare: interporsi pacificamente in difesa degli inermi,
cercare di impedire la violenza quotidiana,
testimoniare la verità”.
Oggi, qualcuno ancora ci chiede: “Come mai gruppi
esclusivamente femminili? perché un movimento
tutto ‘al femminile’?.
“La risposta può riguardare due punti: le modalità
di lavoro dei gruppi e le finalità - dice con molta
semplicità e chiarezza la nostra amica napoletana,
Renata Della Rovere, da sempre impegnata nella
difesa delle lotte femministe e per la pace nel mondo.
“Circa la differenza di modalità di funzionamento dei
gruppi femminili rispetto a quelli misti, abbiamo
detto e scritto tanto – mancanza di gerarchizzazione,
interscambiabilità dei ruoli, accettazione delle
differenze all’interno del gruppo …- Ma esistono
motivi per restare separate, che attengono anche
alle finalità? Pensiamo di sì, pensiamo che gli obiettivi
che si vogliono raggiungere nel lungo termine, relativi
al come vivere in una società di pace, siano diversi
per noi in quanto donne e femministe.
Non ci battiamo solo per l’assenza di guerre. Non ci
occorre una società pacificata, in cui tuttavia le donne
siano discriminate e l’indirizzo di vita corrisponda a
rigide categorie maschili. I nostri obiettivi, che si
vanno delineando nella lotta, devono fortemente
condizionare le nostre pratiche quotidiane e le nostre
scelte; l’ attenzione quindi deve essere riportata
costantemente ad una politica di genere, che si
riferisca alle donne come gruppo discriminato,
rilevandone ed evidenziandone via via le esigenze.
Non so quanto privilegiare le tematiche femminili
sia davvero assunto da noi DIN come priorità. E’
evidente che farlo è a volte estremamente difficile,
considerato che i luoghi che noi visitiamo sono
territori in guerra, dove interi popoli vengono oppressi
e annichiliti e dove le contraddizioni interne sono
molteplici”.
Tuttavia, organizzarsi come donne è una delle forme
più efficaci di resistenza e di impegno, è uno dei
contributi migliori che le donne possano dare alla
causa comune della pace, è l'antidoto certo alla
cultura militarista, al pensiero unico, alla
globalizzazione neoliberista che produce
disuguaglianza, povertà e violenza. Siamo infatti
convinte che ogni guerra porti con sé, e/o rafforzi,
i germi dell'autoritarismo e le relazioni di potere,
comprese quelle che fondano il patriarcato.
Ecco perché sosteniamo la necessità della presenza
ai tavoli delle trattative tra le parti in conflitto, delle
donne, perché capaci di cogliere opportunità e
costruire progetti in cui, senza la rimozione delle
differenze, si persegua l’arricchimento delle proprie
e altrui identità e si traccino strade di pace.
Erminia Romano
9
Servas a Mondolfiera
Una nuova socia ha proposto una testimonianza di Servas a un incontro dell’associazione
Mondolfiera a Villasanta, cittadina vicino a Monza. Dopo avere compreso (anche osservando il
sito www.mondolfiera.it ) che Mondolfiera è un'associazione che opera sul territorio e che ha
come direttrici l'uso del tempo (tra cui il turismo responsabile), l'uso del denaro (gruppi di acquisto
e banca etica) e il bene comune (protezione civile, difesa del territorio, ecc.) abbiamo deciso,
nel corso di una riunione mensile a Milano, di parteciparvi. Siamo stati ospiti della sede ARCI e
, sebbene ci fosse quella sera una importante partita di calcio - come peraltro ormai succede
spesso - era presente una cinquantina di persone. Il primo intervenuto della serata ha evidenziato
l'importanza della gestione del proprio tempo, che è un ambito di libertà molto importante nella
vita di ciascuno. e che è il caso di gestire con intelligenza e attenzione. Il successivo intervento
ha riguardato la tematica del turismo responsabile:dell'ambiente, delle persone, della cultura
locale, ecc.
Come associazione che realizza il turismo responsabile è stata poi passata la parola al sottoscritto
e a Giorgio Vinca, che abbiamo illustrato la storia di Servas, la sua connotazione pacifista, il suo
ruolo di associazione dal turismo responsabile ante litteram (se così si può dire ) e la sua natura
di organizzazione a livello sia internazionale che italiano. Abbiamo poi illustrato, anche per
alleggerire il tono della serata, alcune situazioni in cui ci si può trovare come viaggiatori e come
ospitanti nei vari paesi.
Abbiamo infine invitato i presenti a leggere ed a prendere il nostro depliant illustrativo, indicando
le modalità per iscriversi a SERVAS.
E' stata una serata stimolante. Ci siamo resi conto che Servas rappresenta un esempio "storico
" per parecchie associazioni che sorgono ora nell'ambito del volontariato e ci sentiamo un po'
gli antesignani, che possono offrire consigli alle nuove associazioni ...
Mario Arosio
Buone vacanze!!
Siamo nel periodo dell’anno in cui più che mai il popolo migratore Servas prende il volo verso
nuove mete, volti e culture da conoscere e apre le proprie porte a viaggiatori desiderosi di
conoscenza; ci ritroveremo a Bologna a ottobre e vi aspetterò con i vostri bagagli di esperienze
traboccanti di novità, idee ed emozioni da condividere sul notiziario. Io sarò in Texas per la
maggior parte dell’estate, ma sarò sempre raggiungibile per email. Vi ringrazio ancora per la
collaborazione e i contributi sempre più ricchi e numerosi che inviate.
A presto!!
Maria Gloria
Viaggio in Florida
Durante l’incontro internazionale di Barcellona nel luglio 2004 abbiamo incontrato tanti simpatici soci
provenienti da tutto il mondo e siamo state invitate in USA, Nepal, Sud Africa, Australia, ecc.
Per le feste di Natale abbiamo scelto la Florida e lì, per tre settimane, da Miami alla Georgia, dalle Bahamas
a Key west, abbiamo scorrazzato in allegria, conosciuto persone interessanti, visitato luoghi suggestivi
grazie soprattutto agli amici Servas che ci hanno accolte con simpatia e generosità. Il 16 dicembre 2004
eravamo in volo verso Miami ove Richard e Jean ci attendevano. Con la loro grande automobile siamo
arrivati a Royal Palm Beach, nella loro residenza, una grande, bella casa ove siamo rimaste per una decina
di giorni. Il clima tiepido, grandi spazi verdi… Le giornate trascorse con Richard e Jean, ultrasettantenni,
molto giovanili e amanti dell’Italia perché i loro genitori erano italiani, erano allegre e spensierate, le loro
poche parole italiane, reminiscenze di genitori abruzzesi e siciliani, imbastite con l’americano producevano
una lingua comica per cui, specie la sera dopo cena, si rideva a crepapelle e si cantava spensieratamente.
(…) Ci ha colpito molto la vitalità delle persone anziane, specialmente le donne presenti dappertutto e
pronte ad aiutarti nelle stazioni ferroviarie, nei big storse e anche nei caselli autostradali. La loro vita
sociale è intensa e abbiamo ammirato coppiette di novantenni che si scambiavano affettuosità come
adolescenti.
Abbiamo fatto tante gite: una minicrociera alle isole Bahamas, abbiamo visitato Cape Canaveral con il
suo centro spaziale che si estende su una superficie di 340km quadrati…
Dopo Palm Beach ci siamo recate a St.Augustine, la più antica città d’America (ndr. del nord) ove Joe e
Sally ci hanno accolte con simpatia e vero spirito Servas. (…) Dalla spiaggetta privata siamo andate in
canoa a visitare degli isolotti che luccicavano sotto i raggi del sole che tramontava. Un incanto!! La notte
di Capodanno l’abbiamo trascorsa con questi cari amici di St.Augustine, ove abbiamo partecipato a una
Marcia per la Pace manifestando in maniera dignitosa la disapprovazione per le spese missilistiche e per
la guerra. Buddisti, cristiani ed ebrei davanti a King’s Bay, base militare navale; abbiamo cantato e pregato
s c o r t a t i d a l l a p o l i z i a , t u t t i u n i t i e r i c c h i d i c o ra g g i o. M o m e n t o d av ve r o t o c c a n t e .
(…) Il ritorno in Italia dopo tre settimane di vagabondaggio è stato un po’ duro ma sulla nostra pelle è
rimasto il calore della bella Florida e la gioia di avere conosciuto tanti bei luoghi e tanta gente diversa
da noi ma tanto amabile.
Pina e Alma
10
Viaggio
in Sud Africa
(segue dalla Prima Pagina)La mattina del quarto
giorno siamo partite verso est e, con tre tappe
turistiche, siamo arrivate verso sera a Grahamstown,
dove siamo state accolte da tre cani saltellanti, tre
gatti e da Eddie, il marito, che aveva preparato
una saporita cena tipica a base di carne, spezie
strane e verdure. Ho dormito in una baracca di
legno in giardino, dove, al posto degli attrezzi, ci
sono due letti e alcuni attaccapanni. Sono stata tre
giorni con loro; due mattine ho giocato a golf con
Eddie, che il pomeriggio mi ha fatto visitare la città
e l’università dove ha insegnato per anni, mi ha
parlato dei problemi delle scuole locali, della difficoltà
di trovare insegnanti preparati, delle scarsissime
probabilità che hanno i poveri, di solito neri, a
superare l’esame di ammissione all’università,
perché le scuole pubbliche, da essi frequentate,
non sono all’altezza delle private. Abbiamo fatto
un giro in macchina anche nella township: una
baraccopoli lontano dal centro cittadino, dove vivono
i poveri, e sono tutti neri, in catapecchie di cartoni
e lamiere o casette di due stanze in muratura
costruite dal governo, una vicinissima all’altra senza
una piazza, una chiesa, una scuola, un centro
sanitario, neanche un prato verde per le mucche
affamate. Eddie e Janine hanno costruito un secondo
recinto sulla strada per chiudere anche la fascia di
prato demaniale davanti alla loro casa, perché i
poveri vi portavano di notte la mucca a pascolare.
Ora le mucche hanno imparato la strada e vengono
in città da sole di giorno, le ho viste anch’io rischiare
la vita sotto un’auto per un filo d’erba che nella
township non cresce.
Il venerdì mattina Janine doveva andare dai genitori
a Port Elizabeth e così mi ha accompagnata
all’aeroporto, dove ho ritirato l’auto a noleggio per
proseguire il mio viaggio da sola. Erano passati
parecchi anni dalla mia ultima esperienza di guida
a sinistra ed ero preoccupata, ma è stato molto
utile stare di fianco a Janine i primi giorni per
abituare l’occhio e per ascoltare i suoi consigli su
alcuni segnali stradali e abitudini locali nella guida.
Ho trascorso il fine settimana con Ed e Pauline, che
avevano risposto affermativamente alla mia mail.
Ammiro l’accoglienza che mi hanno fatto, la
naturalezza con cui ognuno ha seguito il proprio
lavoro o passatempo, lasciandomi libera e nello
stesso tempo partecipe. C’è sempre molto da
imparare incontrando nuove persone e ancor più
dai Servas. La domenica mattina mi hanno
accompagnata nei punti panoramici su uno dei due
alti promontori che chiudono la laguna; qui si
ammirano le acque ribollenti dell’oceano da un lato
e quelle tranquille solcate da imbarcazioni verso
l’interno. Ho così visto posti magnifici fuori degli
itinerari turistici e sono stata contenta di aver
rimandato la gita organizzata sul versante di fronte
alla baia.
Ed e Pauline mi hanno proposto un
cambio di casa per il prossimo Natale dal 17 Dic.
al 17 Gen., offrono l’intera villa al pianoterra con
soggiorno, cucina, due o tre camere, due bagni, e
anche l’auto. Dei due cani e gatti si occuperebbe
la mamma che vive di fianco, con entrata
indipendente. Ho fatto presente che io ho un mini
appartamento, ma per loro è sufficiente come punto
d’appoggio da cui poi visitare il resto d’Italia. Passo
voce fra i Servas che possano essere interessati e
che abitino in una città più comoda di Belluno per
gli spostamenti. Il lunedì mattina con la mia city
car Volkswagen sono andata a casa di Philip, il figlio
di Janine a Wilderness East, una zona veramente
selvaggia; la casetta è proprio l’ultima prima della
boscaglia. Vi sono rimasta sei giorni, secondo gli
accordi e il pagamento in euro già fatti con Janine,
che si preparava ad una vacanza in Europa.
L’accomodation non era delle migliori per le porte
pressoché inesistenti, per le centinaia di vermi che
hanno invaso tutte le stanze nei primi due giorni
di pioggia, per le infiltrazioni d’acqua nella mia
camera e, attraverso un tavolato di legno, nel
salotto sottostante. Ci si organizza e ci si abitua a
tutto; passavo molto tempo fuori casa.
Sono stata a George a trovare Gail, che non aveva
posto per me in quei giorni, ma che era contenta
di incontrarmi. Abbiamo trascorso la giornata
assieme chiacchierando: mi ha raccontato la storia
della sua vita e dei suoi matrimoni. Era la terza
coppia servas che conoscevo e tutte alla seconda
esperienza matrimoniale, felici delle loro scelte,
con un po’ di confusione a volte tra i figli, ma tutti
grandi e più o meno indipendenti.
Il terzo accordo fatto via e-mail dall’Italia era con
Alette di Hermanus, che mi metteva a disposizione,
a pagamento, una camera e un piccolo studio, con
entrata indipendente dal resto della sua villetta.
Sapevo che lei sarebbe stata assente e avrei ricevuto
la chiave dalla sorella.
Non avevo perciò fretta di arrivare e ho deviato
verso sud per strade sterrate e polverose fino a
raggiungere la parte più meridionale del continente
africano: il capo Agulhas. Ho dormito ad Arniston,
un grazioso centro turistico, molto frequentato in
quel periodo.
Hermanus è un’elegante cittadina su una fascia
pianeggiante fra gli scogli e i monti ricoperti da una
fitta vegetazione tipica della costa sudafricana,
fyinbos in Afrikaans. Sia sulla montagna che sopra
la scogliera, sono stati aperti dei sentieri per molti
chilometri, fra cespugli variopinti; da settembre a
ottobre si possono vedere le balene che vengono
dal sud a partorire nelle acque meno fredde della
vasta insenatura.
Appena arrivata, ho telefonato a Marlene che mi
ha dato appuntamento per la mattina dopo. E’
venuta a prendermi, mi ha accompagnata in centro,
mi ha fatto vedere l’ufficio postale, l’internet cafè,
il supermercato e quanto poteva essermi utile.
Come già mi aveva scritto, stava aspettando parenti
per Natale. In altri mesi ospita volentieri, con uso
di cucina, anche per periodi lunghi con rimborso
spese. Peccato che fumi.
Prima di riprendere il mio viaggio, ho aspettato il
ritorno di Alette il venerdì pomeriggio. Saputo che
avevo dedicato la mia attenzione soprattutto al
mare e al golf, ha voluto che andassimo subito
verso i monti, in un parco protetto con meravigliosi
colori in grandi macchie. Mi ha poi fatto vedere “la
panca di famiglia” lungo il sentiero sul mare.
Avevo già notato che le panchine pubbliche hanno
una targa con nomi e a volte dediche a persone
defunte. (Non fiori, ma opere di bene). Anche la
famiglia Rousseau ha voluto ricordare i suoi cari
proprio sul promontorio dove la nonna portava i
nipotini a giocare.
La sera ho cenato con lei e una sua amica a base
di assaggi di cibi locali; il più interessante era un
pasticcio di carne con waterblonnetjie bredie
(Aponogeton).
Il mio viaggio continua verso ovest; a Fish Hoek
mi aspettava Irene nella sua casa ad un piano,
dentro un lotto racchiuso da mura. Mi ha colpito
come alcune sue osservazioni, interrogativi
sull’ambiente locale umano collimassero con i miei.
Si è offerta di accompagnarmi con la sua macchina
a visitare la penisola del Capo di Buona Speranza
Avrebbe voluto che mi fermassi di più o che tornassi
da lei, ma non potevo cambiare i programmi:
dovevo restituire l’auto il giorno dopo e andare da
Gwen e Glen, che mi aspettavano.
La prima giornata a Cape Town l’ho trascorsa con
June, day host; è venuta a prendermi con l’auto a
casa, mi ha accompagnata in centro a visitare il
castello di Buona Speranza; abbiamo pranzato
assieme in un posto tranquillo, da lei suggerito.
11
Tutti i Servas incontrati conoscono e ammirano
Gwen, una vera porta aperta a tutti. Il primo impatto
in casa è stato sconcertante per lo sporco e il
disordine in ogni stanza, in particolare in cucina.
Dopo cena mi sono offerta per lavare i piatti, ma
prima dovevano essere leccati dai cani; la stessa
raccomandazione ha ricevuto la sera dopo la nuora
appena arrivata con la famiglia. Ero un po’
preoccupata per la mia salute intestinale, ma in
compenso ho conosciuto due persone meravigliose,
che trascurano il tran-tran della casa per dare valore
alle persone e all’arte.
Glen ogni mattina spalmava di margarina fette di
pane e preparava tazze di caffé per i mendicanti sui
gradini della porta; era sempre attento a che io non
mi annoiassi, mi ha fatto vedere il laboratorio di
ceramica dove la moglie crea cose meravigliose, mi
ha proposto di andare a passeggiare con i cani sulle
pendici del Table Mountain, insegnandomi nomi locali
e scientifici di piante e animali.
Gwen è minuta, agile, sempre in movimento come
se l’età non le pesasse; dietro il suo sorriso, la sua
discreta attenzione ai bisogni altrui, nasconde una
grande ricchezza e forza interiore. Il suo modo di
essere mi richiamava Madre Teresa di Calcutta.
L’ultima tappa Servas è stata da Phyllis e David
Carter in un “appartamento”, di solito occupato da
uno studente. Mi sono fermata una sola sera, perché
non c’era l’occasione di stare con loro e neppure
sicurezza e comodità per i trasporti. Mi sono trasferita
per gli ultimi due giorni in centro e ho potuto così
vivere la città anche la sera, fino alle nove, nella
zona pedonale dove ho ascoltato un concerto natalizio
del coro Opera House di Cape Town: una trentina
di cantanti neri e bianchi hanno trasformato Jingle
Bell in un coro degno dell’Aida.
Denis,
una storia da
raccontare
Istituto Nazionale di Ricerca e Formazione….).
“Denis ed io -racconta ancora Alessandra- ci siamo
scritti, con qualche intervallo, da allora fino ad oggi.
Anche quando era in clandestinità mi scriveva e mi
dava indicazioni sempre diverse sull’indirizzo a cui
inviare la mia risposta, per evitare problemi”.
Era così nata e si era rafforzata nel tempo una
straordinaria amicizia che spinse Alessandra a
coinvolgere altri amici di Amnesty, come Linda,
Alberto, Gabriella, Annalisa, Valeria, Antonio, alcuni
dei quali attivi anche in Servas. Tutti insieme decisero
con entusiasmo di voler conoscere di persona l’amico
lontano del Benin. Così nel 2002 concretizzarono un
viaggio di scoperta, conoscenza, amicizia in quel
paese e furono accolti da Denis all’aeroporto di
Cotonou, visitando quel paese, e riportando a casa
immagini, impressioni, racconti da condividere e
soprattutto portando la determinazione di fare di
tutto affinché anche Denis potesse conoscere il nostro
paese.
Un primo invito nel 2003 andò a vuoto: il visto non
fu concesso nonostante tutte le garanzie portate a
sostegno della richiesta. Grande delusione ma anche
ra d d o p p i a t a d e t e r m i n a z i o n e a r i t e n t a r e .
Così il secondo invito -con tutto il burocratico fardello
che sempre comporta- è andato invece a buon fine,
con il “miracolo” di Denis, qui, a sorriderci cercando
di memorizzare nomi e volti dei tanti amici che gli
si stringono attorno.
Il seguito è tutta una storia che coinvolge Servas in
prima persona con l’incontro multietnico nella casa
di Rita ad Ameno, sul lago d’Orta, e quindi con il
“giro d’ Italia” per far conoscere un poco del nostro
paese a Denis -approvato nel frattempo come
viaggiatore Servas- con l’ospitalità -oltre che a Novara
da Alessandra- a Venezia, Firenze, Roma, Napoli
nelle case di Barbara, Carla, Marta, Maria Concetta,
Maria e Franz, accompagnato “coralmente” per tutto
il viaggio da Annalisa e Marcello e -a turno di volta
in volta - anche da Alessandra, Antonio, Marina,
Graziella.
E’ una bella storia di amicizia, che -attraverso
Amnesty International- ha permesso ad un amico
africano di essere ospitato dalle “porte aperte” Servas
italiane: evento quanto mai raro e difficile nell’ingiusta
ripartizione delle possibilità di conoscere, incontrare,
visitare, viaggiare, tra nord e sud del mondo
esemplificata nel concetto: “noi” possiamo andare
ovunque( o quasi), “loro” no.
“Denis, viaggiatore Servas”, è così non solo una bella
storia vissuta da raccontare, ma anche un tema
quanto mai aperto per Servas. Un tema da affrontare
e approfondire per permettere ancora di vivere e
raccontare storie come questa.
Luigi Uslenghi
Denis è lì, tutto sorridente, a stringere le mani di
questo gruppo di amici - soprattutto giovani- che in
questo raccolto appartamento di Novara sono
convenuti a tributargli il benvenuto: benvenuto qui,
benvenuto in Italia, benvenuto comunque dopo tanti
mesi di sofferti sforzi per ottenere il sospirato visto
di entrata nel nostro paese. ’appartamento è quello
di Maria Alessandra e lui, il sorridente ospite, è Denis,
appena arrivato dal Benin.
E’ una storia da raccontare con le parole, con gli
occhi sorridenti di questo straordinario ospite africano,
con il cuore e la determinazione di Alessandra e degli
amici del Gruppo di Amnesty International di Novara,
ed anche con l’attiva complicità di Servas. Negli anni
tra il 1980 e il 1983 –come racconta Alessandra- il
neonato Gruppo Amnesty 46 di Novara ricevette
come caso di adozione quello di Issifou, uno studente
del Benin arrestato senza accusa né processo in
seguito a manifestazioni pacifiche. Allora era dittatore
Kerekou, la stessa persona che oggi è presidente
eletto dopo «ÊlibereÊ» elezioni. Come era normale
in un caso di adozione, i soci del Gruppo di Amnesty
e con loro molti amici, simpatizzanti ed anche
studenti delle superiori , rivolsero molti appelli alle
autorità del Benin per chiedere la liberazione di
Issifou. I soci del Gruppo, però, potevano anche
corrispondere direttamente con il loro prigioniero e
inviargli lettere, cartoline ed anche pacchi con
medicinali e generi di prima necessità. “Ad un certo
punto Issifou –prosegue Alessandra che è stata
coordinatrice del Gruppo novarese di Amnesty
International ed è socia Servas da diversi anni- ci
ha chiesto di corrispondere anche con altri suoi amici,
che erano in prigione con lui, per le stesse ragioni.
Io ho aderito alla sua richiesta e ho cominciato a
scrivere a Denis, un nome scelto a caso in un elenco.
Issifou, Denis ed altri, dopo cinque anni di detenzione,
sono scappati dalla prigione e si sono dati alla
clandestinità. So che Denis ha trascorso 6 anni
nascondendosi. In Benin abbiamo visto i manifesti
con la foto sua e di altri studenti, ricercati vivi o
morti dalla polizia”.
Quando è cambiato il regime e c’è stata un’amnistia,
Denis ha ripreso gradualmente la sua vita. Si è
laureato in legge, è diventato insegnante di diritto,
si è sposato ed è ora padre di tre figlie. E’ anche
attivamente impegnato in politica e in molte attività
sociali di volontariato (Lega per i Diritti dei Popoli –
Chiara Calabrò (Belluno)
12
News da
Daniele Binaghi
Rieccomi a voi, cari consoci del SERVAS Italia. Sono
sempre io, Daniele, il viaggiatore che alcuni mesi
fa vi aveva salutati dall'Asia. Nel frattempo, ho
visitato l'Oceania, ed alcuni stati del SudPacifico,
raggiungendo infine l'America del Sud (ora mi trovo
a Pucon, in Cile, qualche centinaio di chilometri a
sud di Santiago). E' un anno che sono in giro (ho
festeggiato giusto un paio di giorni fa l'anniversario),
ed il mio diario nel sito delle pecorElettriche (sito
rinnovato, rinvenibile ora all'indirizzo ) si sta
allungando a dismisura; sto lavorando all'inserimento
delle fotografie, con l'aiuto di alcuni amici italiani,
ma ne ho scattate talmente tante che la cosa risulta
più difficile di quel che pensavo...
Ma veniamo alla parte che più vi interessa qui:
SERVAS nel mondo. Ho potuto conoscere vari
australiani, mentre in Nuova Zelanda (avendo
noleggiato un minivan con due ragazze irlandesi ed
avendo utilizzato la rete di contatti esperantista)
non ho avuto occasione di incontrare nessuno. Dalle
isole Fiji e Cook ho ricevuto risposte ed informazioni,
ma dato che le visitavo durante il periodo delle
lunghe vacanze natalizie non ho potuto godere di
ospitalitá in quanto gli ospiti erano già occupati con
decine di parenti. Infine, qui in Sud America ho
conosciuto il responsabile cileno, che mi ha
cortesemente dato la lista del suo paese, anche se
fino ora non ho potuto incontrare nessuno perchè
la maggior parte si trova in Santiago o nel nord,
mentre io ho visitato la Patagonia per anticipare i
rigori invernali. Australia, dunque: sotto Fremantle,
nel Western Australia, la signora Margareth, di età
Barcellona
Ogni volta che viviamo un’esperienza SERVAS, sia
come ospiti sia come ospitanti, ci sembra più bella
della precedente e consolida sempre il nostro senso
di appartenenza a quest’organizzazione. Lo scorso
mese di marzo e’ stato abbastanza interessante e
movimentato: siamo andati a Barcellona accolti da
amici Servas spagnoli ed è stato un’esperienza bella
ed arricchente; al ritorno, abbiamo ospitato dapprima
Raul e Carolina, una giovane e simpatica coppia
uruguaiana, con cui abbiamo continuato a parlare,
come a Barcellona, un divertente e
comprensibilissimo miscuglio di italiano e spagnolo
e, dopo un paio di giorni, Joseph e Gilly, una
vitalissima coppia di belgi che, sebbene più maturi,
non sono stati certo meno ricchi di interessi e di
entusiasmo degli ospiti che li hanno preceduti,
esternando grandi doti comunicative. Con Jos e
Gilly abbiamo legato molto e siamo stati molto bene
insieme per ben 5 giorni: li abbiamo invitati a restare
tutto il tempo che volevano, come spesso facciamo
fisica molto alta ma spirituale uguale alla mia mi
ha non solo ospitato, ma persino scorrazzato in giro
sul suo 4 ruote nuovo di zecca per un finesettimana
lungo alla scoperta di alberi giganteschi, di ponti
scavati nella roccia, e di villaggi piccoli ma fieri; nel
Northern Territory, a Darwin, l'ex poliziotto Alan ha
issato la bandiera italiana sulla facciata della sua
casa per darmi il benvenuto, e mi ha ospitato per
una settimana insieme ad una coppia di tedeschi;
durante la permanenza, ho avuto modo di partecipare
alla periodica (bimestrale?) riunione dei soci SERVAS
della zona, e devo dire che sono discreti viaggiatori
(sì, ok, non sono alla mia altezza, ma d'altro canto
io sono 1,92...), almeno a giudicare dalle esperienze
che si scambiavano; sempre nello stesso Territorio,
quasi all'ingresso della Cathrine Gorge una famigliola
di tedeschi ha ospitato me ed i due tipi con cui
viaggiavo, mettendoci a disposizione un ottimo luogo
per accamparci, col fiume limpido che scorreva
vicino (al proposito, devo dire che da quelle parti
non vedono di buon occhio i soci che non possono
dare disponibilità di un tetto, per dormire; io ho
trovato invece che anche un prato per la tenda ed
un po' di gentilezza sono ottime credenziali); a
Canberra ho provato, scrivendo un paio di volte a
tutti quelli nella lista, senza ricevere risposta (l'unica
risposta che ho ricevuto è stata quella piccata di
uno dei silenziosi, quando ho inviato un terzo
messaggio facendo notare che era poco utili inserirsi
nelle liste se poi non si prende la briga neppure di
rispondere in modo negativo... ditemi quel che
volete, ma resto della stessa opinione, e il fatto che
dopo più di 4 mesi nessun'altro mi abbia ancora
risposto mostra che non ho così tanto torto); in
Tasmania, infine, ho trovato ben due famiglie che
contemporaneamente si sono offerte di ospitarmi
a Launceston (una l'ho visitata, mentre ho
approfittato della cortesia dell'altra per visitare il
museo ed il planetario di cui sono curatori). Bilancio
ben positivo, dunque. Un'ultima postilla: come
spiegatomi dal coordinatore cileno, da queste parti
è invalsa l'abitudine di portare la lista dell'ultimo
paese visitato, e scambiarla con una del paese che
si sta visitando (sistema più logico, a mio parere,
di quello in uso in Italia, dove ho dovuto reinviare
le liste usate in precedenza). Beh, che vi debbo
dire? Io continuo il mio giro, se vi va potete leggere
il mio diario (e, spero, presto vedere le foto) nel
sito sopraccitato, o utilizzarlo per scrivermi. Vi mando
un grande saluto, e vi invito a considerare di visitare
i paesi colpiti dalla tsunami di dicembre perchè
anche un visitatore può fare la differenza tra la
disperazione e l'incoraggiamento. Hasta pronto,
Daniele
con gli ospiti con i quali si stabilisce un feeling
particolare. Ciò ha permesso di conoscerci più a
fondo, di parlare di arte, politica, cucina, esperienze
di vita…. di tutto un po’, di andare in giro con loro
per Napoli e dintorni il sabato e la domenica. Per
il prossimo anno abbiamo in programma, grazie
alla loro ospitalità, di trascorrere due settimane a
Leuven, nelle Fiandre, per seguire un corso intensivo
di lingua inglese.Il nostro viaggio a Barcellona,
quando era ancora in fase di organizzazione, si
presentava alquanto difficoltoso per la poca
disponibilità di accoglienza ricevuta rispetto alle
numerose e-mail inviate e telefonate effettuate con
largo anticipo (mai come questa volta!) : solo 2
risposte positive!
Finalmente si parteee….! Dopo una notte in albergo,
siamo andati ospiti a casa di Patricia, un’energica
dentista originaria di Tenerife, presso cui siamo
rimasti i canonici due giorni, in occasione dei quali
abbiamo conosciuto Mirentxu, una persona
speciale……ma di lei vi parleremo dopo.
(segue nella pagina accanto)
13
Siamo stati, poi, ospitati a Barbera del Vàllès, circa 20
km. dalla città, dove ci attendeva la “Sagrada Familia” di
Louis, Montse e Meritxell. Sono stati dal primo momento
molto calorosi con noi e noi con loro, anche Meritxell che,
nonostante la sua giovane età, 17 a., è subito diventata
nostra “amica” ed ha condiviso con noi molte cose, tra
cui la nascente amicizia di Mirentxu ed il piacere di stare
tutti e 4 insieme una domenica a casa di quest’ultima
(ci aveva invitato a pranzo quando ci eravamo conosciuti
e noi avevamo esteso l’invito anche a Meritxell) con gioia
e spontaneità, ma anche con profondità ed emozione,
come quando Mirentxu ha iniziato a raccontarci un po’
della sua non facile ma affascinante storia di vita.
Siamo rimasti con questa famiglia per ben 5 giorni che
sono volati; il giorno della partenza abbiamo avvertito,
reciprocamente, un attimo di tristezza e di
commozione…con la promessa di vederci ancora, chissà
quando – li abbiamo esortati a venirci a trovare al più
presto – e di tenerci in contatto per continuare e ravvivare
la nostra amicizia anche se a distanza.
Barcellona è una città dove si respira una bella atmosfera,
la rambla o meglio las ramblas (la strada più famosa) è
affollata ma il via vai è avvolgente, pieno di colori e
armonia….è una città dove ci si sente subito a casa; è
una città dove parli in italiano e ti rispondono in spagnolo
capendosi perfettamente. Ma forse il sentirsi a casa, il
comunicare, è merito delle persone che abbiamo conosciuto
grazie a SERVAS.
Quante persone del mondo hanno visitato Barcellona,
hanno visto luoghi, mostre, musei, la rambla e forse con
gli anni, qualcosa di quello che hanno visto lo hanno
dimenticato; anche noi un giorno potremo dimenticare
qualcosa o confonderla con un’altra cosa di un altro luogo
ma le persone……quelle ti restano nel cuore.
MIRENTXU un capitolo della nostra vacanza che merita
un’attenzione particolare. Era stata invitata per la prima
colazione da Patricia, l’abbiamo incontrata e ci ha subito
affascinato per la sua carica vitale e umana. Ci ha poi
invitati per quella stessa sera ad una conferenza sulla
prevenzione all’uso di sostanze stupefacenti nell’età
adolescenziale. Abbiamo trovato la cosa molto interessante
e nonostante fosse condotta dalla stessa Mirentxu nella
sua lingua, abbiamo partecipato con vivo interesse insieme
ai genitori degli alunni della scuola. La serata si è conclusa
con una cena in un ristorante tipico. Siamo passati, poi,
allo scambio dei numeri di telefono ed indirizzi. Il giorno
dopo, siamo stati invitati a pranzo a casa sua ed abbiamo
passato tutto il resto della giornata piacevolmente insieme
parlando di varie esperienze e approfondendo la conoscenza
reciproca. In quella occasione ci ha parlato del suo paese
di origine, San Sebastian della regione Basca in generale
e del suo popolo. Abbiamo parlato a lungo dell’E.T.A. e
dell’attentato che da pochi giorni aveva colpito Madrid,
delle bugie del governo spagnolo e di come la Spagna
intera aveva reagito a tale evento sanguinoso. Ci ha
anche parlato della sua famiglia, delle sue esperienze
passate, del faticoso lavoro che svolge da anni per le
strade del suo quartiere nel tentare il recupero di ragazzi
tossicodipendenti, del suo fortissimo credo religioso che
professa con una profondità, un’autenticità ed une amore
per il prossimo veramente al di fuori del comune. E ne
abbiamo avuto prova vedendola interagire con le persone
del quartiere popolare dove vive, El Carmelo, che lei ci
ha fatto visitare, con l’intenzione di vedere anche il
famoso Parque Guell di Antoni Gaudì che, nel frattempo,
però, aveva già chiuso i battenti. Prima di lasciarci ha
voluto offrirci con estrema generosità la sua casa per i
giorni a venire, pur andando fuori Barcellona per lavoro
e mostrando, in tal modo, di aver uno spirito Servas
autentico e profondo, senza se e senza ma. Avevamo
portato con noi Meritxell per farle conoscere questa
persona così speciale e convinti che l’incontro con lei
l’avrebbe interessata nonostante la sua giovane età.
Quando siamo tornati a casa dai genitori, Meritxell era
entusiasta della giornata trascorsa insieme ed ha detto
alla madre di aver conosciuto una persona eccezionale,
che non solo era Servas nell’animo ma lo era moltiplicato
tre! Arguta la ragazza, nonostante la sua giovane età e
molto matura. Naturalmente a Mirentxu abbiamo parlato
a fondo di quest’organizzazione (che, seppur
indirettamente, aveva permesso di incontrarci e
conoscerci), della sua filosofia e delle nostre esperienze
di ospitalità data e ricevuta. Lei è sembrata molto
interessata ad entrarvi a far parte e Meritxell si è
impegnata a fornirle il nominativo del coordinatore locale
per il colloquio di ammissione. Speriamo che sia davvero
entrata, nel frattempo, nella grande famiglia Servas o sia
in procinto di farlo, perché lei è una di quelle persone che
sono già “al servizio” degli altri, che la pace la portano
dentro e la diffondono attorno a loro. Anche se il suo
nome non è ancora scritto in nessuna lista SERVAS, lei
lo è già, molto più di noi due messi insieme! Noi ci
auguriamo e vi auguriamo di leggerlo prestissimo nella
lista di Barcellona e, magari, ospitarla o essere ospitati.
C r e d e t e , è ve ra m e n t e u n a p e r s o n a s p e c i a l e
Gerardo Rinaldi ed Annamaria De Sanctis
Viaggio nella Meuse
"Va voir dans la Meuse si j'y suis"...l'insulto preferito dagli
omini che abitano a Liegi...dicesi Meuse... il fiume che
attraversa la città: ovviamente spero che non mi ci
troviate,vorrebbe dire che non sarò riuscito ad ambientarmi
un granché...sì, perché già all'arrivo il nostro fantozziano
emigrante ecologista, con valigia in plexiglas, amante
delle belle lande friulane e dei verdi paesaggi collinari
giuliani illuminati da superbi tramonti, fu messo a dura
prova: lasciata alle spalle l'industriale che di più non si
puo, tipo ferriera per intenderci, Charleroi, si inoltrava
verso est, verso la CCeMMania, fiducioso nell'approssimarsi
alla sensibilità verde dei petit-shroeder, ma il grigio umido
invernale del paesaggio Vallone non accennava a diminuire,
finche la mazzata arrivo dura accompagnata da un
sonoro...CAZZO!!!: dal finestrino del treno belga non più
vigneti in fiore tra Gurisse e Monfalcon, non più petroliere
nel golfo o sane zanfate in p.zza Goldoni(Trieste),bensì
3 dico 3 centrali nucleari una dietro l'altra, a colpire il
nostro nel profondo dell'anima, fricchettona e rinnovabile
come non lo è questo cazzo di atomo. Il nostro, preso
atto dell'andazzo, prima di esprimere giudizi incazzosi
saggiamente attende, e sbarcato a Liegi si mette alla
ricerca di Louis, Clos Petrus Stevartius 2, 4000, Liege,
Belgique, proprio il mio fidato socio servas: trovatolo e
accasatosi il nostro piano piano si rilassa... Louis,gran
chef belga sulla quarantina, giramondo disoccupato da
vent'anni, lavora perciò in nero da vent’anni, come
informatico, ma tre settimane fa ha trovato lavoro a mitemps (200euro piu 600 di sussidio di metà disoccupazione)
come responsabile degli ateliers di cucina dell'aquilone,
associazione teatral-musical-cultural-culinaria fondata da
Nicola, siculo verace che non ho ancora avuto il piacere
di conoscere...la casa di Lou-Lou, che poi è la mia visto
che lui viene due volte la settimana a lavoricchiare e poi
va dalla sua compagna, é su due piani, in un quartierino
popolare vicino al centro, tra turchi e marocchini... casetta
un po’ derelitta, infatti Gerard, altro quarantenne espatriato
per 5 anni negli Abruzzi per storie di fumo, che si
barcamena tra lavoro in nero e riparazioni idraulichefalegnameria e quant'altro, ieri è venuto a riparare i
termosifoni e a fare l'entretien della caldaia, chiedendo
in cambio assistenza informatica da Louis: il baratto è
fatto...Gerard mi parla in italiano ed io non capisco una
sega, poi mi dice che negli Abruzzi ha imparato solo il
dialetto locale, quindi... poi riprende a parlare vallone,
e io lo mando alla...Meuse. "Approche-toi à la Meuse...La
Meuse: plus proche,ça serait trop...", ennesimo annuncio
a sponsorizzare il giornale locale di centrodestra a
Liegi,giornale che prende quindi il nome dal fiume
che,partendo dal sud est della Francia e sfociando nel
mare del nord, attraversa "l'ardente" città belga...
Louis introduce dunque il nostro nella disoccupazione
della industriale regione Vallone,e Ken Loach
inevitabilmente affiora alla mente, ma l'ottimismo del
nostro lo rispedisce nei fondali della...Meuse... Insomma,
giudizio sospeso sulla, cosi la chiamano, ardente e
cosmopolita Liegi, per via della fervente vita culturale,
che per altro il nostro ha gia avuto modo di verificare alla
casa Nicaragua, all'aquilone, al festival di Liegi, e con la
cordialità della gente di questa città che è l'ultimo
avamposto latino,oltre al quale solo...orrore...e la Meuse...
Alors mes amis, à bientot, il sole ci riunirà in qualche
sperduto angolo del pianeta...che non sia la ...Meuse...;)
u carinho
[email protected]
14
Da Berlino a Budapest
Il viaggio in Germania è qualcosa che sognavamo
di fare da oltre un anno ma, si sa, a volte gli impegni
costringono a ridimensionare i progetti, e allora
molte cose sfumano. Questa volta, invece, siamo
riusciti a trovare il tempo per organizzarci e a
costruire un itinerario immaginario che comprende
anche incontri e lunghe chiacchierate con ospiti
Servas.
Prima tappa Berlino, che è un po’ come dire la nostra
seconda casa: la conosciamo bene, abbiamo vissuto
qui due mesi nella primavera del 2003, ci siamo
tornati nel settembre dello stesso anno. La amiamo
molto e uno dei nostri sogni è magari poterci vivere,
un giorno. Pur avendo amici disposti ad ospitarci,
questa volta abbiamo deciso di conoscere nuove
persone, e da Napoli abbiamo preso accordi con due
ragazzi Servas. Hanno 30 e 28 anni, siamo
pressappoco coetanei. Arriviamo a casa di Jasper e
Nina il 29 luglio, poco dopo l’ora di pranzo. Abitano
a Friedrichshain, distretto una volta schiacciato
contro il muro, a Berlino Est. Ci muoviamo in un
ambiente a noi familiare (abbiamo vissuto non molto
lontano da questi posti), ma l’incontro con i nostri
due coetanei ci spinge a guardarlo con occhi diversi.
I ragazzi sono molto simpatici. Jasper è uno storico
dell’arte, mentre Nina si occupa di storia del teatro.
Parlano correntemente inglese e spagnolo. Ci
alterniamo tra l’inglese e i tentativi (di Serena) di
parlare tedesco! Dopo aver scambiato quattro
chiacchiere, decidiamo di uscire con Jasper (Nina è
a casa che lavora). Prendiamo un caffelatte in un
bar sulla riva della Spree, proprio dietro i resti di
muro (noti come “East Side Gallery”) lungo
Mühlenstraâe, dove quest’estate hanno sparso sabbia
per ricreare l’atmosfera di una spiaggia! Poi facciamo
una lunga passeggiata tra resti postindustriali lungo
il fiume, accompagnati dallo scintillio dell’acqua al
tramonto. Al ritorno, cena tutti insieme. Ci
propongono poi di andare a bere qualcosa nei paraggi
… sarebbe molto carino, ma siamo davvero troppo
stanchi…!!
Il giorno seguente, sempre con Jasper, visitiamo
l’Hamburger Bahnhof, antica stazione ferroviaria
che oggi ospita un museo d’arte contemporanea.
Peccato che Nina sia partita (ma per un motivo
quantomeno simpatico: deve partecipare a un torneo
di frisbee a squadre in una località sul Mare del
Nord). Durante il pomeriggio ci separiamo; la sera,
cena al ristorante indiano sotto casa, poi a bere
qualcosa al “Kaufbar”, lì a due passi: un bar, dove,
appunto, tutto è “kaufbar”, cioè acquistabile, a prezzi
ragionevoli – da una bottiglia di birra, ai bicchieri
in cui stiamo bevendo, alle sedie su cui siamo seduti
e da cui contempliamo le strade vivaci di
Friedrichshain.
Prima di partire, verso le dodici del giorno seguente,
una bellissima ed emozionante parentesi: Jasper ci
mostra un catalogo di opere realizzate da sua zia,
una pittrice eclettica: è materiale che lui sta
raccogliendo in vista di una pubblicazione. Jasper
è davvero una persona interessante, e umanamente
molto ricca.
La seconda tappa del nostro viaggio è Lipsia, città
a dir poco sorprendente. Ad aspettarci, la famiglia
Weiâ, composta da Christina, Hans e dai due loro
figli, Anton di cinque anni ed Helena di sette. Vivono
a pochi minuti di tram dall’Hauptbahnhof, la più
grande stazione di testa d’Europa, e la loro casa è
quanto di più amichevole e accogliente si possa
immaginare. Hanno anche un grande giardino nel
quale è possibile campeggiare. Certo, è una visita
Servas forse un po’ insolita: appena arrivati Hans
ci lascia le chiavi di casa, l’abbonamento collettivo
per i mezzi pubblici, e ci dice che possiamo fare
come se fossimo a casa nostra. Insomma, possiamo
mangiare, uscire e rientrare quando e come ci pare.
Tutto bene: peccato però che, giocoforza, li vediamo
davvero poco, a parte una colazione insieme, qualche
chiacchiera coi bambini, e un’occasionale grigliata
in giardino a cui partecipa tutto il vicinato. Ma
Christina è molto occupata, sta organizzando un
incontro internazionale tra rappresentanti di chiese
diverse, quindi è sempre fuori casa oppure chiusa
nel suo studio. Ma dicevamo di Lipsia, uno dei più
interessanti centri dell’ex Germania Est. Città d’arte
e… di svago! Col calar della notte, infatti, è come
se Lipsia cambiasse pelle. Nelle strade intorno al
Rathaus spuntano lucine colorate, tavolini, musica
e una folla di giovani riempie le Kneipen e i locali.
Davvero sorprendenti a Lipsia sono i passages, più
belli di quelli di Parigi, e lo stile Art Nouveau che
caratterizza diversi angoli del centro storico.
Dopo Lipsia, partiamo per Erfurt, capitale della
Turingia (forse, a parte Berlino, la città più
interessante che abbiamo visitato in questo viaggio).
Purtroppo non abbiamo trovato alcun Servas che
potesse ospitarci, così passiamo tre notti in una
pensione. Un giorno lo passiamo anche a Weimar,
che dista quindici minuti di treno. La tappa successiva
è Goslar, nella parte occidentale del Massiccio
dell’Harz: è una splendida cittadina medievale, dalle
case riccamente decorate di fregi colorati … purtroppo
anche qui siamo costretti ad alloggiare in pensione:
c’è una sola famiglia Servas che al momento non
può accoglierci.
Finalmente il 7 agosto arriviamo ad Amburgo, dove
siamo ospiti di una giovane coppia, Dirk e Dagmar.
Certo, due persone più diverse di così non sono facili
da trovare insieme! Lui è pacato, parla a bassa voce,
a tratti è taciturno e in altri momenti si anima. Fa
domande che più dirette non si può (tra cui: “Per
quanto tempo ancora dovrete sorbirvi Berlusconi in
Italia”?) e con lui parliamo di tantissime cose,
rimanendo a chiacchierare a lungo dopo una colazione
a base di porridge di cereali e macedonia di frutta.
Lei è piccola, svelta, sorridente e molto autoironica.
Appena arrivati, Dirk e Dagmar si offrono di introdurci
alla città e, dato che è sabato, ci propongono un
programma estremamente interessante: toccare
con mano la leggendaria vita notturna del quartiere
di St. Pauli, sull’Elba. Tutti e quattro insieme,
arriviamo a St. Pauli a piedi – la passeggiata è molto
lunga ma ne vale la pena, perché attraversiamo
diversi quartieri della città, che cambia gradualmente
… e rimaniamo abbagliati dalle luci di Reeperbahn,
storditi dalla confusione e a bocca aperta per l’energia
di puro divertimento che si respira in strada e per
la mera quantità e varietà umana delle persone che
vediamo in giro. Ad Amburgo la vita notturna è
davvero incredibilmente frenetica, è il trionfo del
kitsch!
Il pomeriggio seguente, dopo una mattinata trascorsa
a girare da soli per l’Altstadt, Dirk e Dagmar ci
accompagnano in auto a Blankenese, un quartiere
arroccato su un gruppo di collinette che
accompagnano il corso dell’Elba. E questo è solo
uno degli angoli della città su cui le acque esercitano
la loro magia. Sentire il rapporto viscerale tra
Amburgo e il fiume è davvero un’esperienza
magnifica. Il porto ribolle di vita e costituisce il
centro di tutte le attività cittadine … Chi ci fa scoprire
un altro angolo caratteristico di fiume è Johannes,
il nostro secondo ospite. Con lui passiamo altri due
giorni, e il secondo, dopo che noi abbiamo visitato
la splendida Kunsthalle, andiamo insieme a
Övelgönne, una spiaggia dove la gente si riunisce
al tramonto e alla sera, bevendo un bicchiere di vino
e guardando le luci del porto che sembra non finire
mai.
15
Dopo Amburgo, è la volta di Lubecca. I nostri ospiti
Servas, Silke e Reimar, hanno parecchi anni più di
noi …! Ma ci troviamo davvero benissimo. Silke non
sta molto bene, purtroppo: le è venuta una brutta
tosse e non può uscire di casa. Fin dalla prima sera,
invece, Reimer ci accompagna in giro per la città:
ci tiene a farlo subito perché, secondo lui, non c’è
momento in cui Lubecca è più bella che al calar
della sera. E infatti gustiamo la morbidezza dell’aria,
mentre i mattoni rossi delle sette chiese cittadine
si infuocano contro il blu trasparente del cielo.
Reimer ci racconta delle storie, e veniamo a sapere
che a Lubecca circolano moltissime leggende e
aneddoti divertenti sul Diavolo. Davvero, qui la
Germania ci mostra un altro dei suoi innumerevoli
volti. La mattina seguente, ci alziamo prestissimo
e con Reimer si va a fare il bagno nel Baltico prima
di colazione. L’acqua è gelata! Ma niente di più
tonificante …
Tornati a Berlino, trascorriamo sei giorni da Nora,
un’amica che conosciamo già bene. Nora è una
ragazza deliziosa! L’anno scorso abbiamo abitato
insieme per quasi un mese. L’abbiamo conosciuta
nel 2002 proprio attraverso Servas, quando lei ha
trascorso qualche giorno a Napoli ed è stata nostra
ospite. Da allora è nata una splendida amicizia.
Ultima tappa del viaggio, che raggiungiamo in aereo
Viaggio a Brussel dal
22 al 27 Marzo 2005
Abbiamo conosciuto Olivier e Sophie a Belluno 2
anni fa.
Olivier è di origini Italiane ed ha una casa qui: suo
nonno veniva da un paesino vicino Belluno. Ogni
anno quando viene in vacanza con Sophie contatta
noi Servas della provincia di Belluno per fare qualcosa
insieme. L’estate scorsa siamo stati benissimo
assieme così io e Loris abbiamo maturato il desiderio
di andare a trovarli, più per passare qualche giorno
in loro compagnia che incuriositi dal Belgio. Siamo
partiti il 22, ci hanno accolto all’aeroporto e portati
a casa, uno spazioso appartamento in centro a
Brussel. Il giorno dopo abbiamo visitato la città
camminando 10 ore!!!!! Olivier ci ha accompagnato
il pomeriggio introducendoci ai posti più significativi
della città, alle vetrine più chic delle cioccolaterie
e alle birrerie più fornite! La sera siamo stati a cena
presso un’associazione dove a turno si propone un
menu e si cucina per tutti. Il ricavato sostiene gli
artisti non ancora affermati della città. Il giorno
seguente abbiamo visitato il museo degli strumenti
musicali. Io sono musicista, Loris è liutaio…..non
potevamo mancare questa visita. Il museo è
interessantissimo, molto vasto e fornisce ai suoi
da Berlino, è Budapest. Non siamo mai stati nella
capitale ungherese e siamo molto curiosi. Andiamo
a Budapest per un motivo preciso: il coro polifonico
in cui io (Serena) canto deve tenere due concerti!
E l’organizzatrice dei concerti è Mária, una
simpaticissima Servas che è già stata nostra ospite
a Napoli per due volte. E proprio per questo, oltre
al coro, a Budapest è arrivata anche tutta la mia
famiglia. Rivediamo anche con grandissimo piacere
Annamária, figlia della nostra ospite, che parla un
italiano perfetto …!
La città si rivela una scoperta graduale. Non andiamo
in giro quanto vorremmo (ci sono le prove del
concerto!), ma Budapest ci appare subito come una
metropoli dai mille volti, sospesa tra mondi diversi
– ma soprattutto è una città dell’Europa dell’Est,
oggi inserita in un circuito di trasformazioni continue
che interagiscono con la sua ricca storia.
Il 25 agosto voliamo alla volta di Roma. Siamo in
giro da quasi un mese, abbiamo visitato luoghi vivi
e straordinari e conosciuto o rivisto, attraverso
Servas, molte persone speciali. Questo viaggio è
stato un’esperienza che immaginavamo e cercavamo
da tempo, e che ci ha arricchito come solo il viaggio
può fare.
Serena e Aldo
ospiti delle cuffie tramite le quali si può ascoltare
il suono di ciascuno strumento. Nel negozietto di
musica accanto al museo abbiamo fatto incetta di
cd e ci siamo diretti al mercatino delle pulci di
Marroles, uno spaccato di varia umanità. Al
pomeriggio visita al museo Orta, la casa dove egli
stesso viveva e da lui progettata in splendido stile
art-noveau. Alla sera Olivier e Sophie avevano
organizzato in nostro onore una cena a casa loro
con un sacco di amici Servas e non dai più diversi
paesi ed io e Loris ci siamo un po’ vergognati di
quanto poco conosciamo l’inglese rispetto agli altri,
nessuno di madre lingua, ma tutti più veloci e bravi
di noi. Nei giorni seguenti anche i nostri ospiti erano
in ferie e siamo stati assieme. Abbiamo visitato
Bruge e Gent. Sono due città molto diverse, ma
ugualmente interessanti e affascinanti. Bruge è più
piccola, un gioiellino, molto turistica e ben tenuta.
Gent è una città a tutti gli effetti, molto vissuta con
un sacco di giovani, ma con un’architattura mozza
fiato………romanticissima! La sera Olivie e Sophie
avevano prenotato una serata al circo. Un circo
particolare con numeri fattibili in un teatro e non
in un tendone, senza animali, basati solo sulla
bravura dei protagonisti. Mai visto nulla di
simile…..siamo tornati bimbi per una sera. Il giorno
dopo altro giretto in centro a Brussel e, nel
pomeriggio, siamo andati a Liegi, dove vivono i
genitori di Olivier che ci hanno accolto e procurato
6 chili di cioccolata meravigliosa da una ditta che
lavora vicino casa loro. Liegi è meno spettacolare,
ma piacevole, con una larghissima zona pedonale
piena di giovani a passeggio e qualche collina da
scalare tramite centinaia di gradini. Abbiamo cenato
in un ristorante greco in compagnia di due amici
loro con le loro meravigliose bimbe. L’ultimo giorno,
il giorno di Pasqua, siamo stati a Marsinelle,
tristemente famosa per la tragedia della miniera
nel ’56 e recentemente per il mostro. Siamo stati
proprio alle miniere dove è attivo un museo che
spiega tutto sulla tragedia, che rende omaggio ai
tanti Italiani caduti. Loris ha ritrovato la medaglietta
di un sul pro cugino morto in quella occasione. Al
pomeriggio Olivier e Sophie ci hanno accompagnato
all’aeroporto, non lontano, e ci siamo salutati con
l’arrivederci a quest’estate a Belluno. Consigliamo
vivamente a tutti un viaggio in Belgio, noi non ci
aspettavamo grandi cose e siamo stati smentiti, ci
sono tante cose da vedere e da fare e la gente è
particolarmente aperta e amichevole.
Pina
16
Incontro Servas
Sardegna con ricetta
stampato su carta riciclata
Destinazione: Bretagna. Marina è una ragazza simpatica e cordiale; non fa parte di Servas ma
sicuramente ne condividerebbe le finalità se conoscesse meglio la nostra associazione; è socia di
una cooperativa che gestisce un bar ristorante a Mariano Comense che si chiama il Circolo. Risiede
a Mariano Comense. Cerca compagni di viaggio. Ha una email [email protected] ed un
telefono 3383421656
Benvenuta ADA!! Abbiamo una nuova socia
Un nuovo socio ha pubblicato un libro (sempre a proposito
di qualche giorno a Quinto di Treviso!
di leccornie…) “A tavola con i monaci dell’Abbazia
Auguri a Michela e Adriano!
di Casamari”: non è un libro necessariamente pacifista…
Auguri a
ma è pur vero che la tavola spesso unisce e suggerisce
Fernanda Abiuso e Andrea Careddu,
scambi e discussioni favorendo il nascere di amicizie!
Per informazioni: Carlo Scappaticci, vicolo Morelli 10, rispettivamente nuovi coordinatori di
Emilia Romagna e Sardegna,
Arpino, tel.0776 848471 3392910917,
e ancora un grazie per il lavoro svolto
[email protected]
a Diana Padovani e Antonio Mura.
RACCOLTA FOTO DEGLI INCONTRI SERVAS
In tutti i nostri incontri Servas c’è sempre qualcuno che ha fatto molte foto ma ci sono molti che non ne hanno
ricevuta neanche una. Dato che abbiamo un nostro socio, Leonardo Forte, che a Latina ci fatto un rapido
corso di fotografia e che sa valorizzare le immagini, se inviamo a lui una copia delle nostre foto, Leo si è
impegnato a scegliere le migliori di ogni incontro e a metterle insieme in un DVD che potrà essere messo a
disposizione di tutti, ad una cifra minima per coprire le spese. Chi vuole partecipare a questa raccolta deve
inviare un cdrom a:
Leonardo Forte - Via Ciamarra 40 03100 Frosinone.
Ogni gruppo di foto, deve essere archiviata in una cartella con: Titolo dell’incontro + anno
Se avete anche foto fatte prima dell’avvento dell’era digitale, dovreste farle scannerizzare con una alta qualità
in modo da poterle mettere su di un cdrom insieme alle altre.
Mario Burlando
siti utili
www.unitedagainstracism.org è un network europeo che si occupa della lotta a
nazionalismi, razzismo, fascismo e sostiene migranti e rifugiati politici. Comprende 560
organizzazioni di 49 diversi paesi europei. Il sito è in inglese, francese e tedesco.
Per i ciclisti che volessero sperimentare nuove forme di accoglienza ecco un’organizzazione
simile alla nostra, ma più specifica: www.rogergravel.com/wsl/vh_a.html
www.volunteeringafrica.org Parte del Movimento DRH, sigla scandinava per “Den
reisende Hogskole”, “La scuola del popolo viaggiatore”, il College sperimentale di
KwaZulu è una scuola creata su basi estremamente alternative rispetto ai tradizionali
metodi utilizzati nelle scuole pubbliche del resto del mondo. L’idea è che si impari
viaggiando, conoscendo persone di culture diverse e condividendo la vita quotidiana.
Sempre a proposito di viaggi: da poco ho ricevuto un viaggiatore che aveva messo
sul web la sua lettera di viaggio scannerizzate; forse procurerò un mal di testa ai patiti
della privacy, ma credo sia un’idea geniale per evitare di perdere un documento così
prezioso e al tempo stesso un’ottima occasione per chi ci ospita di “leggerci” in anticipo.
Ecco alcuni siti che offrono la possibilità di creare un blog: cos’è? Una specie di diario
online (spero nessun fanatico della privacy sia cardiopatico…) in cui condividere con
chi ci leggerà le nostre esperienze di viaggio. Vengono offerti in tutte le salse e da
chiunque: tiscali, virgilio… ecc. Vedi: http://blog.tiscali.it o cercate blog nei vari
motori di ricerca. (vedi anche l’utilissimo blog di Bruno Manfredi, segnalato nella rubrica
Servas nel mondo)
Quadrimestrale dell’Associazione Servas Porte Aperte Anno XX numero 2 Giugno 2005 Direttore responsabile Massimo Sechi
Proprietario Luigi Uslenghi Comitato di redazione Maria Gloria Borsa (responsabile informazione CE Servas)
Mario Arosio Renato Contillo Floriana Pagano Marco Stoppa Luigi Uslenghi Redazione Largo Budapest 9/c 07100 Sassari
email: [email protected] tel.079218038 Stampa Stampacolor s.r.l. Grafico Editoriale Zona Industriale Cap.3 Muros
tel. 079 345999 Registrazione Tribunale di Milano n.452 del 21 settembre 1985
In caso di mancato recapito inviare a: CPO SASSARI PER RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI
Il 1° maggio una brigata dei Servas ha scelto
una località campestre, con festa annessa, per
l’incontro annuale. Bancarelle, clima estivo, età
variabili dai venti agli ottanta, torte e tortini, per
vegetariani e omniveri, chiacchere e discorsi
seri, una radice di albero che ha messo a dura
prova l’equilibrio di molti, e tante, tante felicissime
zanzare che, con il miglior spirito Servas,
abbiamo generosamente nutrito. Nomina del
coordinatore (Andrea Careddu), foto di gruppo,
applausi, una festa nella festa. Quindi in
collegamento diretto dalle grotte di Nettuno di
Alghero a Santa Maria di Zuaridili, Tonino Sini,
un amico dei Servas di Sassari, su richiesta
unanime degli stessi, mi ha svelato la ricetta del
liquore alla liquirizia che ha riscosso un notevole
successo dopo le abbondanti libagioni della
giornata, invitandomi a non renderla nota per
evitare eccessi alcolici. Per ben quarantotto ore
sono riuscita a mantenere il massimo riserbo
sulla notizia, ma un eccesso di euforia mi induce
ora alla generosità nei confronti dei Servas della
Sardegna (e ad una piccola canaglieria in quelli
di Tonino). Ordunque: ingredienti: un etto di
tronchetti di liquirizia (non radici, proprio i
tronchetti) 50 cc di acqua 500 cc di alcool 450
gr. di zucchero.
In un pentolino, sciogliere accuratamente la
liquirizia nell’acqua e, al termine, sciogliervi
anche lo zucchero e per ultimo aggiungervi
l’alcool. Lasciate raffreddare e riposare per alcuni
giorni. Ubriacarsi a piacimento.
Tamara Marchica